sabato 11 giugno 2016

Quasi santificato nella vergognosa omelia di don Tonino Nisi ai funerali di Luigi Alfarano il feroce assassino di Federica e del figlioletto






«Il demonio si è messo in mezzo perché il demonio non vuole la nostra gioia. Con gli occhi della fede vedo Luigi con una mano che tiene la sua sposa e con l'altra abbraccia il suo bambino». Così don Tonino Maria Nisi, dell'Ordine dei Frati minori della parrocchia don Pasquale Baylon, ha concluso l'omelia per i funerali di Luigi Alfarano, di 50 anni, dipendente amministrativo dell'Associazione nazionale tumori, che martedì sera ha ucciso la moglie Federica De Luca di 30 anni e il figlioletto Andrea di 4 e poi si è tolto la vita. Don Tonino conosceva personalmente le vittime ed ha avuto parole di conforto e di tenerezza nei confronti di Maria Letiza Zavatta Prete, presidente dell'Ant di Taranto, mamma di Luigi Alfarano. «Dona l'eterno riposo a questa famiglia - ha detto il parroco rivolgendosi al Signore - asciuga le lacrime di dolore di Maria Letizia e concedi a noi la forza per avere tanta fede».



Don Tonino ha sottolineato che avrebbe preferito una messa unica per le tre vittime. «Non stiamo celebrando un processo - ha aggiunto - ma il ricordo di tre persone. Qualche ombra abbiamo tutti noi da presentare alla Misericordia di Dio». Ogni defunto, ha osservato don Tonino, «ci dà una lezione straordinaria perché ci ricorda che noi siamo di passaggio su questa terra, ma nasciamo per andare in paradiso». In seguito il frate ha ricordato l'attività svolta in vita da Luigi Alfarano, dicendosi certo che fosse «una persona buona. Con il lavoro che faceva, stando anche a contatto con i malati terminali, aveva certamente le carte in regola per entrare in paradiso». Il 50enne non era né medico né infermiere e organizzava le attività promozionali dell'associazione. «Nessuno - ha sostenuto ancora don Tonino - si può permettere di fare una graduatoria di buoni e cattivi. Il Signore sa».
 




 

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