domenica 31 luglio 2016

Alimentiamo la "scintilla" accesa il 29 luglio!

I compagni di proletari comunisti, gli attivisti Slai cobas sc della maggiorparte dei diversi posti di lavoro in cui sono presenti, il 29 luglio con compattezza, coraggio, dignità, combattività, sotto il sole cocente e con i problemi che ci sono in questo periodo sui posti di lavoro, sono stati l'anima e la spinta di un'importante giornata di lotta. Sono riusciti a richiamare all'appuntamento in piazza Garibaldi, da giorni fissato e indicato dallo Slai cobas, appartenenti alle associazioni ambientaliste, agli attivisti delle piazze, dei centri di aggregazione cittadini, ai liberi e pensanti, ai comitati di quartiere, per fare una protesta forte, libera, in cui ognuno ha cercato di portare le ragioni dei lavoratori, dei giovani, delle donne, dei genitori dei malati, della città in genere, per far sentire forte e chiaro a Renzi e a tutta la sua corte ignobile il grido di dolore, di rabbia, ma anche il bisogno di imporre un'alternativa di lavoro, salute, sviluppo, fine della disoccupazione, della precarietà, per trasformare la città, in una città in cui gli operai e le masse popolari ne siano i veri padroni.

Ecco, in giornate come questa, crediamo che tutti capiscano cosa significa essere di proletari comunisti, essere dello Slai cobas e di quanto, sia pure in numero tuttora piccolo, la città nel suo insieme abbia bisogno di noi e della nostra azione.
Nessuno ha potuto mettere in discussione le nostre splendide bandiere rosse che hanno dato un segno della loro validità storica e un colore alla protesta che non si svende e che non tramonta mai, perchè sono bandiere che rappresentano la storia gloriosa dei proletari, dei popoli, delle loro lotte, che i cosiddetti “partiti di sinistra” hanno tradito e i sindacati hanno svenduto, ma che stanno a rappresentare, nelle nuove mani di chi protesta oggi, il futuro possibile di una rivolta, una riscossa, una rinascita, una rivoluzione possibile.

Ora non bisogna spegnere la scintilla che si è accesa.
Ora tutti noi ci dobbiamo impegnare a trasformare la massa che ha protestato in un fronte unito, compatto, con una piattaforma comune, non di carta ma di vite vissute e di impegno, di piani di lotta che facciano della massa che ha protestato una forza capace nei prossimi mesi di tornare a coinvolgere l'intera città come lo è stato nel 2012/2013 – splendidamente raccontato dal libro da noi realizzato “Ilva la tempesta perfetta” - per costruire da settembre in poi una guerra di popolo di lunga durata contro i padroni, il governo e gli agenti dei nemico in questa città, una guerra di massa, decisa dalle masse, con le idee e le forme che le masse decidono nelle loro assemblee, nei loro momenti di discussione collettiva.

Dobbiamo sfondare il “muro della fabbrica”. All'Ilva non possono continuare a dettar legge dei luridi sindacalisti, che anche quando si dichiarano “alternativi” o scimmiottano le nostre proposte, lo fanno solo per mantenere il loro ruolo ai Tavoli della complicità e della spartizione del bottino.
Gli operai hanno bisogno di noi per ribellarsi; nello stesso tempo non possiamo accettare con loro un confronto che non sia anche critico del loro comportamento.

Sull'onda del 29 luglio dobbiamo anche migliorare le forme del nostro agire.
Primo, le assemblee di piazza del martedì alla fine hanno funzionato, la nostra determinazione ha pagato. Le associazioni ambientaliste che hanno idee anche molto diverse dalle nostre, il movimento studentesco che non frequenta le nostre riunioni, ci vedono e ci riconoscono come una forza materiale che può essere di stimolo, di esempio in questa battaglia. Ambientalisti come Marescotti chiedono apertamente di lavorare con noi per il processo; i Liberi e pensanti, con i quali la nostra polemica deve continuare, possono essere uniti nella lotta, e il 29 questo di fatto è accaduto, anche con le diversità di posizioni. Dobbiamo riuscire a diventare una forza materiale capace di allargarsi e radicarsi sui posti di lavoro e sul territorio ma anche di unire, sapendo vedere e trattare contraddizioni antagoniste e contraddizioni in seno al popolo.
Ripartiremo da qui a settembre.

Renzi ci ha detto che intende mandare i ministri ad inaugurare l'anno scolastico alle scuole dei Tamburi che si sarebbero bonificate. Ecco un'altra “scadenza” da costruire insieme a tutti coloro che hanno protestato il 29, rilanciando anche per quella giornata una mobilitazione dei lavoratori del cimitero.
Trasformiamo l'assemblea del martedì, in assemblea permanente e popolare. Organizziamo un'assemblea popolare ai cancelli dell'Ilva che preveda anche l'ingresso dentro la fabbrica.
Rilanciamo la proposta di partecipare in massa alla ripresa del processo Ilva il 21 settembre.
Rilanciamo la contestazione dei personaggi alla Pelillo e del sindaco e giunta squalificanti per la città e incapaci di risolvere i tanti problemi del lavoro di tanti precari e disoccupati, le bonifiche, ecc.
Tante altre idee potranno venire da tutti gli altri che hanno partecipato alla contestazione a Renzi, e noi dobbiamo essere pronti ad appoggiare ogni proposta giusta da chiunque venga.

Avanti sulla strada del 29 luglio.
Avanti con proletari comunisti
Avanti con lo Slai cobas per il sindacato di classe, avanguardia al servizio dei proletari e delle masse popolari di Taranto.

Proletari comunisti – Taranto
31 luglio 2016

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