giovedì 8 settembre 2016

Acciaio: per battere la concorrenza? Tagli ai posti di lavoro...

Alla fine del 2015, secondo gli ultimi dati di Federacciai, il numero di occupati nella siderurgia primaria è passato da 35.154 del 2014 a 34.894 unità, segnando una flessione di 260 unità e toccando un nuovo minimo storico, dopo il picco di oltre 39mila unità raggiunto nel 2008
Nel 2015, in particolare, le ore lavorate hanno fatto registrare un netto peggioramento, passando da 52,7 milioni dell’anno precedente a 49,2 milioni.

L'OCCUPAZIONE NELLA SIDERURGIA IN ITALIA
È il livello più basso mai raggiunto negli ultimi diciassette anni. In questi anni anche la produzione è scesa: sono 5-6 i milioni di tonnellate che mancano all’appello. Allarmanti, nel giudizio di Federacciai, anche i dati relativi alle ore di cassa integrazione, che nell’ultimo anno sono state pari a 8,4 milioni - erano 10 milioni nel 2009 -, in aumento di oltre il 62,3% sull’anno precedente (oltre 3 milioni di ore in più). L'incremento ha interessato in particolare le ore di cassa integrazione ordinaria, quasi raddoppiate nell’ultimo anno (da 3,5 milioni a 6,2 milioni), e quelle di cassa integrazione per riduzione temporanea (da 1,4 milioni a 2,1 milioni), mentre le ore di cassa integrazione straordinaria permanente sono diminuite, da 183mila a 43mila.
Il trend si salda, inevitabilmente, con il tema della sovraproduzione europea e globale del mercato dell’acciaio, e sull’incapacità di trovare, tra le siderurgie nazionali, un meccanismo di governo condiviso per gestire la situazione. Lunedì, nei negoziati del G20, è stata confermata per via ufficiale, almeno degli intenti, anche la volontà politica del governo cinese (la Cina produce la metà dell’output mondiale di acciaio) di arginare il fenomeno: un forum dell’Ocse monitorerà la sovraproduzione siderurgica globale. Lo stesso presidente degli Usa, Barack Obama, ha dichiarato che l’overcapacity «non è un problema esclusivamente delle dinamiche di mercato, ma il frutto di scelte decisionali ben precise di politica economica». Riorganizzare il settore, anche in ambito europeo, non è però così facile, e gli sforzi fatti fino ad oggi da Bruxelles sono stati largamente insufficienti.

"Ci sono ancora troppi comparti al nostro interno segnati da un eccesso strutturale di capacità - ha spiegato Gozzi in assemblea - Il problema va affrontato, come nel resto d’Europa, con un approccio pragmatico, e possibilmente governato, delle ristrutturazioni" - in poche parole significa: tagli all'occupazione! Con allungamento della cassintegrazione.Dice la Fderacciai: "la riforma dell’istituto della cassa integrazione va corretta. In particolare, a proposito del ridimensionamento della straordinaria. Se si può accettare il principio dei due anni su cinque per aziende in condizioni di funzionamento normale», questo periodo è giudicato «insufficiente quando ci sono vasti programmi di ristrutturazione o riconversione di attività o riavvii di aziende cadute in concordato o fallimento», come avviene spesso in settori capital intensive come l’acciaio... I processi di dismissione delle fabbriche e l’abbandono dei segmenti a più basso valore aggiunto vanno calibrati, assecondati e accompagnati... da un lato occorre salvaguardare il codice della concorrenza e del confronto che misura il grado di efficienza delle imprese e, dall’altro, bisogna costruire meccanismi selettivi di tutela e di conservazione degli asset più preziosi e potenzialmente utili alla fisiologia industriale e manifatturiera continentale, oggi resi più fragili dall’esistenza di un mercato globale viziato dalle asimmetrie strutturali dei produttori cinesi.

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