martedì 20 settembre 2016

Domani - sciopero nazionale per Giacomo Campo - quale lotta fare

OPERAI, lo Slai cobas per il sindacato di classe aderisce allo sciopero generale nazionale indetto per mercoledì in tutte le fabbriche metalmeccaniche, per la morte del giovane operaio, Giacomo Campo, nell'appalto Ilva. Siamo consapevoli che ci vorrebbe molto di più in termini di ore e forme dello sciopero, e lì dove è possibile stanno andando oltre le indicazioni sindacali; ma questo sciopero nazionale è un punto di partenza e nasce dalla piena consapevolezza del valore nazionale per la classe operaia e per tutto il mondo del lavoro di ciò che sta succedendo all'Ilva e a Taranto.
L'Ilva è la più grande fabbrica del nostro paese, l'Ilva è la fabbrica col maggior numero di morti sul lavoro, da sempre, quando era fabbrica di Stato, Italsider, quando è stata nelle mani dirette di padron Riva, quando è come oggi una fabbrica nei fatti nelle mani del governo e dei commissari da esso nominati. E' la produzione per il profitto nelle mani dei padroni assassini e dello Stato dei padroni che produce morte e inquinamento. E' mettere fine alla produzione per il profitto l'unica soluzione per mettere fine alla strage infinita.

Questo deve essere detto in tutte le fabbriche e in tutte le forme, oltre la necessaria solidarietà, oltre l'urgente necessità di misure immediate e concrete da rivendicare e ottenere all'Ilva come in tutte le fabbriche in materia di sicurezza sul lavoro e contro l'inquinamento.
Siamo per lo sciopero generale, ma non siamo per la linea e la prassi dei sindacati confederali.
I sindacati confederali sono stati in questi anni complici all'Ilva, dell'industria di Stato, di padron Riva e sono oggi complici dei decreti del governo Renzi e dei suoi commissari.
In questa fabbrica a tutela della salute e sicurezza e a freno delle emissioni inquinanti, il sindacato non c'è, manca il sindacato di classe, e di conseguenza mancano delegati, Rls in grado di contrastare quotidianamente quello che succede. Anche i sindacati non compromessi con l'azienda, si lamentano, strillano, denunciano, ma non fanno quello che c'è da fare, non lottano e rischiano in prima persona per fermare gli impianti quando mettono a rischio la vita, fermare il lavoro, come le leggi già esistenti consentono, non controllano i lavori prima, durante e dopo, e quindi anche coloro che si credono assolti sono anch'essi coinvolti.
Istituzioni, Prefettura, Enti di controllo fanno inutili Vertici, si inventano Task force che finora sono stati già fatti ma non hanno prodotto alcun miglioramento, mentre non si vuol fare ciò che chiediamo da anni: mettere impostazioni ispettive fisse all'interno della fabbrica, come controllo permanente, deterrenza e riferimento immediato per quei lavoratori e quei delegati che volessero davvero reagire subito, fare qualcosa prima che la morte arrivi. Questo si deve fare comunque, non c'è l'alibi di commissari, decreti, stato dell'Ilva. Ma questo non si fa.

E' chiaro che è morto un giovane operaio delle ditte d'appalto, precario, dove si fa lavoro in ogni condizione imposto dal ricatto del contratto a tempo determinato e permesso da leggi dello Stato che istituzionalizzano la precarietà. Questa situazione deve essere rovesciata, cambiata, all'Ilva come in tutte le fabbriche italiane.
Certo, i commissari del governo hanno aggravato la situazione, sono stati rispetto a Riva e al suo manager, un rimedio peggiore del male; la linea di permettere tutto per salvare la produzione è una linea che uccide e continua ad uccidere in fabbrica e sul territorio, ma nello stesso tempo anche la linea che tanto non si può far niente perchè la fabbrica deve essere chiusa è una linea che permette tutto e di fatto lascia mano libera a chi gestisce la fabbrica di fare tutto.

Noi siamo perchè niente venga permesso, che tutto venga contrastato con la lotta, che gli operai siano seri e si uniscano per costruire l'alternativa sindacale di classe in fabbrica, che siano uniti alle masse popolari dei quartieri inquinati, ai settori che rivendicano la salute per la città, per condurre insieme questa lotta.
UNA LOTTA SENZA QUARTIERE E SENZA LIMITI. UNA LOTTA AD OLTRANZA, UNA RIVOLTA OPERAIA E POPOLARE.

SLAI COBAS per il sindacato di classe – via Rintone, 22 TA – slaicobasta@gmail.com – 3475301704 – blog tarantocontro

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