domenica 30 ottobre 2016

Jindal, Arvedi, Arcelor Mittal vogliono l'Ilva, ma per l'inquinamento i soldi deve metterceli lo Stato...

(Dalla stampa) - Il dossier Jindal arriva sul tavolo di Cassa depositi e prestiti. L’ente ha affrontato per la prima volta ieri, in via ufficiale, la richiesta dell’indiana Jindal south west di entrare nel capitale di Acciaitalia, la newco partecipata al 44,5% dalla stessa Cdp che a fine giugno ha presentato (in concorrenza con la joint venture formata da Marcegaglia e ArcelorMittal) un’offerta per rilevare gli asset dell’Ilva.

Il Consiglio di amministrazione di Cassa depositi e prestiti, come confermano più fonti vicine alla vicenda, ha discusso del piano di salvataggio dell’Ilva, affrontando conseguentemente il tema relativo alla manifestazione di interesse del gruppo indiano. Il giudizio sulla potenziale partnership indiana è, secondo quanto riferisce Adnkronos, di «apprezzamento». Nessuna decisione ufficiale al termine della riunione: si è trattato di una semplice informativa, necessaria per definire i prossimi passi in vista della cessione definitiva dell’Ilva (i commissari affronteranno l’analisi dei piani industriali solo da metà novembre in poi, dopo avere espresso un giudizio sui piani ambientali). L’ingresso di Jindal potrebbe avvenire in qualsiasi step della vendita, anche a procedura conclusa.

Giovanni Arvedi ha recentemente dichiarato a Siderweb, a margine di un incontro pubblico a Cremona, di essere stato nei giorni scorsi a Mumbai, in visita agli impianti Jindal, e di avere ricavato un’impressione positiva dalla visita. Secondo Arvedi, Jindal «può rappresentare un socio industriale importante». Lo sguardo dell’imprenditore resta però ampio: «non è da sottovalutare - ha aggiunto - l’interesse di ArcelorMittal, soggetto che resta un protagonista di primo piano in questa operazione e che merita rispetto, considerazione e ampio dialogo».

Arvedi, poi, rilascia alla stampa dichiarazioni sulle bonifiche :"Nella vicenda Ilva, la questione ambientale rappresenta la priorità. Coprire i parchi minerali ed eliminare diossina, benzene e benzoapirene sono le prime cose da fare" - Ma poi aggiunge: "noi abbiamo le risorse tecnologiche e culturali, ma abbiamo bisogno di un supporto finanziario...". 

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