lunedì 30 gennaio 2017

Nel Foggiano campi lager, arrestato caporale - braccianti senza acqua e bagno

A San Marco in Lamis


Braccianti sfruttati retata in campagna
I carabinieri del Comando provinciale di Foggia hanno arrestato un cittadino romeno di 37 anni, Florin Anusca, ritenuto responsabile di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro. Al presunto «caporale» è stata notificata un’ordinanza cautelare in carcere emessa dal Tribunale del Riesame di Bari ed è stato trasferito nella Casa circondariale di Foggia. Anusca è stato individuato e catturato nelle campagne di San Marco in Lamis, dove si era rifugiato e dove, secondo gli investigatori, aveva posto le basi dell’attività illecita. L’uomo avrebbe reclutato manodopera per il lavoro nei campi, soprattutto per la raccolta di pomodori, sfruttandola, e avrebbe usato violenza, minacce e intimidazioni nei confronti di connazionali, tra i quali alcuni parenti, approfittando del loro stato di bisogno.
Le indagini, coordinate dalla Procura di Foggia, sono partite da un intervento compiuto il 22 agosto dello scorso anno dai carabinieri di Trinitapoli (Bat) alla stazione ferroviaria, accertando che c'era stata una aggressione ai danni di una coppia di romeni da parte di connazionali. I malcapitati, per le lesioni subite, erano stati costretti a ricorrere alle cure dei medici dell’ospedale di Cerignola (Foggia); l’aggressione aveva fatto seguito alla loro richiesta di denaro per la pregressa attività lavorativa.
I carabinieri hanno raccolto le dichiarazioni di numerosi braccianti e di alcuni proprietari terrieri, individuando in Anusca la persona con cui i datori di lavoro erano in costante contatto. I braccianti, dopo essere stati arruolati, venivano tutti collocati in un alloggio privo di acqua potabile, energia elettrica e servizi igienici e venivano condotti sul luogo di lavoro a bordo di un furgone, che erano stati costretti ad acquistare, costantemente sottoposti a controlli. Non erano autonomi neppure per sfamarsi, visto che erano costretti ad acquistare gli alimenti dallo stesso arrestato, ed ogni loro richiesta veniva punita con minacce e violenza.

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