La Fiom Cgil giudica “positivo l’accordo sottoscritto e domani riunirà tutti i delegati dello stabilimento di Taranto per illustrare i contenuti dell’accordo, acquisirne la validazione e sciogliere la riserva“. Lo annuncia Rosario Rappa, segretario nazionale della Fiom, commentando l’intesa sull’Ilva. “L’accordo raggiunto ha ridotto a un numero medio di lavoratori coinvolti dalla cigs di 2.500 (2.365 a Taranto e 35 a Marghera), nessun lavoratore a zero ore, circa 1.700 lavoratori ruoteranno al 50%, circa 700 faranno ogni 6 settimane una settimana di lavoro e un giorno di formazione. Inoltre – spiega Rappa –è stato attivato un tavolo di confronto tra le parti e la Regione Puglia per verificare la possibilità di implementare ulteriori percorsi formativi. Per tutto il 2017 tutti i lavoratori coinvolti avranno una integrazione che porterà il reddito fino al 70%. Infine, è prevista una verifica bimestrale dell’accordo in sede ministeriale con la presenza dei commissari straordinari. Per quanto riguarda la temporalità dell’accordo (6 mesi) la Fiom ha preso atto dell’indisponibilità a sottoscriverlo da parte di Fim e Uilm“. “Il viceministro Bellanova – ha aggiunto Rappa – si è impegnata da subito dopo la presentazione dei piani industriali, previsto per il 3 marzo prossimo, ad attivare un tavolo permanente di confronto con le organizzazioni sindacali al fine di monitorare il percorso di aggiudicazione dell’Ilva“.“È un accordo assolutamente importante che mette in sicurezza i lavoratori e garantisce loro un percorso concordato nei prossimi mesi“. È il segretario nazionale Fim Cisl, Nicola Alberta, insieme al segretario generale di Taranto, Valerio D’Alò, a commentare l’intesa sulla procedura di cassa integrazione straordinaria per gli stabilimenti Ilva. “L’accordo assicura il loro reddito durante tutta la fase prossima, che sarà molto impegnativa per i lavoratori, caratterizzata dagli scenari della vendita e del nuovo piano industriale – prosegue sottolineando come Fim Fiom e Uilm siano riusciti – ad alleviare l’impatto su tutti i lavoratori e in particolare su quelli che in questi anni hanno maggiormente pagato la crisi in prima persona, con la definizione di un sistema di rotazione certo ed esigibile, sostenuto dalla formazione professionale“. E positivamente la Fim giudica anche il prossimo incontro il Governo prima della conclusione dell’assegnazione tra le proposte industriali in campo “che risponde alla richiesta sindacale del pieno coinvolgimento nella costruzione dello sviluppo industriale sostenibile del gruppo Ilva“.
È un’intesa che ci soddisfa“: è Guglielmo Gambardella, segretario nazionale Uilm Uil, a commentare l’accordo sulla cassa integrazione straordinaria per Ilva raggiunto al Mise tra azienda e sindacati. “Dopo l’intesa raggiunta, che valutiamo positivamente per le condizioni migliorative stabilite rispetto alle richieste iniziali dell’azienda, è necessario non perdere altro tempo per il rilancio dell’azienda e verificare le prospettive del più grande gruppo siderurgico italiano – aggiunge -. Ma soprattutto, alla luce delle numerose dichiarazioni stampa dei soggetti imprenditoriali interessati all’acquisizione, è necessario quanto prima analizzare i piani industriali delle cordate industriali che partecipano alla per l’acquisizione del gruppo siderurgico – dice ancora  – apprezzando l’impegno del viceministro Teresa Bellanova nel riconvocare le organizzazioni sindacali dopo la presentazione delle offerte per l’acquisizione del gruppo Ilva“.
Di parere opposto ai sindacati metalmeccanici confederali, lo Slai cobas di Taranto. “I sindacati confederali firmano la cassa integrazione che apre l’ultima corsa verso gli esuberi: si comincia subito con 800 a zero ore. Chiediamo un assemblea generale e un referendum tra i lavoratori. Mercoledì presidio incontro port a/d ore 15-16. La cassa integrazione straordinaria è anticamera nei numeri degli esuberi, niente affatto temporanei: noi invitiamo i lavoratori a dire NO a questo accordo. Vogliamo una assemblea generale di tutti i lavoratori Ilva e un referendum per rendere valido questa accordo per il quale i sindacati confederali non hanno ricevuto alcun mandato“. Per lo Slai cobas per il sindacato di classe “è tempo di dare vita a una lotta seria per il cambiamento generale del piano sancito dagli attuali decreti secondo le linee più volte esposte da noi e definite. Un decreto operaio su tre punti: sancire che nessun esubero potrà avvenire e che i diritti acquisiti dei lavoratori sono intoccabili; fare un vero piano di utilizzo dei lavoratori nei lavori cosiddetti di ambientalizzazione e bonifica dello stabilimento; sancire un piano di prepensionamento di tutti i lavoratori che abbiano almeno 25 anni di stabilimento