mercoledì 8 febbraio 2017

Appalto Leonardo-ex Alenia: Non permetteremo che si perda nessun posto di lavoro! Oggi nuovo incontro in Provincia dei lavoratori dell'appalto Ina Global

La Leonardo Spa di Grottaglie sta portando avanti da alcuni mesi una politica degli appalti all'insegna del taglio dei costi e dei posti di lavoro, insieme ad un uso flessibile dell'appalto per avere mani libere: questo se da un lato sta portando ad una molto parziale internalizzazione di alcuni servizi, dall'altro sta portando a cessazione improvvise di appalti, con taglio dei servizi, ma soprattutto licenziamenti (vedi tecnomessapia), o messa a rischio di posti di lavoro, come alla Ina Global Service, dove è presente lo Slai cobas sc. 
La mobilitazione, con scioperi e presidi di tutti i lavoratori nei giorni scorsi ha permesso una revoca (ma solo temporanea) di 13 licenziamenti. Questa mobilitazione comunque è continuata con sit in a rotazione ai cancelli della Leonardo Spa e questa mattina i lavoratori saranno in forza all'incontro in Provincia. 

MA CHI E' LA LEONARDO? LA SUA PRODUZIONE E' AL SERVIZIO DEI PIANI BELLICI DELL'IMPERIALISMO ITALIANO! Questo devono tenerlo in conto i lavoratori.

LEONARDO rappresenta oggi la punta più avanzata delle nostre produzioni belliche, elemento centrale nella definizione delle politiche di guerra italiane.
LEONARDO vede come Presidente quel Gianni de Gennaro, già stradiscusso ed inquisito capo della polizia ai tempi del G8 2001, ed Amministratore Delegato Mauro Moretti, condannato pochi giorni fa a 7 anni di carcere per responsabilità nella strage di Viareggio. E non sorprende che siano proprio due funzionari di questo tipo a presiedere la più importante azienda pubblica nel settore degli armamenti.
Del resto chi non ha avuto attenzioni per i nostri morti, chi ha irriso i parenti delle vittime, chi non si preoccupa della nostra sicurezza, è sicuramente l'uomo migliore per condurre un'azienda che produce anch'essa morte.
Nel 2015 la vendita di armi italiane all’estero è triplicata e sono aumentate le forniture verso Paesi in guerra. L’aumento per le autorizzazioni all’esportazione definitiva di armamenti il cui valore complessivo è salito a 7,9 miliardi dai 2,6 miliardi del 2014, è stato del 200%.

Come si legge nella relazione annuale del parlamento, “i settori più rappresentativi dell’attività d’esportazione sono stati l’aeronautica, l’elicotteristica, l’elettronica per la difesa (avionica, radar, comunicazioni, apparati di guerra elettronica), la cantieristica navale ed i sistemi d’arma (missili, artiglierie), che hanno visto, nell’ordine Alenia Aermacchi, Agusta Westland, GE AVIO, Selex ES, Elettronica, Oto Melara, Intermarine, Piaggio Aero Industries, MBDA Italia e Industrie Bitossi ai primi dieci posti per valore contrattuale delle operazioni autorizzate. La maggior parte di queste aziende sono di proprietà o in varia misura partecipate dal Gruppo Finmeccanica”.

Finmeccanica, oggi Leonardo SpA, ha contribuito a dotare la Turchia del suo primo satellite che, in dotazione all’aviazione dell’esercito turco, permetterà a questo di osservare la terra con estrema precisione, concentrandosi evidentemente sulle zone dove è in corso il conflitto con la guerriglia kurda, sia in Turchia che in Siria ed Iraq.

Ma le relazioni di affari e complicità con il regime di Erdogan non si limitano al settore degli armamenti, sebbene questo sia centrale. Tutta una serie di imprese multinazionali ed italiane le forniscono in maniera crescente tecnologia, know-how ed infrastrutture che contribuiscono al rafforzamento delle politiche repressive in Turchia, ed in particolare nel Kurdistan. L’Italia dunque fornisce al governo turco i mezzi per continuare la sua massiccia campagna di distruzione militare delle città ed dei villaggi kurdi che a seguito dell’assedio hanno dichiarato l’autonomia.

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