Alla fine di una lunga giornata, di cui da giorni si conoscevano le premesse, arriva quella che forse è la notizia più importante, seppur ancora ufficiosa, per i lavoratori del gruppo Ilva: l’azienda infatti, al termine di un confronto diretto con rappresentanti del governo, pare abbia garantito “lo stesso livello reddituale previsto nei precedenti strumenti” per i 4.984 operai dello stabilimento di Taranto che l’azienda questa mattina, durante il consiglio di fabbrica, ha dichiarato in esubero temporaneo e che usufruiranno degli ammortizzatori sociali, verosimilmente la cassa integrazione straordinaria, a partire dal mese di marzo.

L’ipotesi di esuberi per Taranto prevede la ‘sospensione’ di 433 lavoratori dell’area Ghisa, 821 dell’area Acciaieria, 988 dell’area Laminazione, 916 dell’area Tubifici-Rivestimenti tubi-Fna, 896 del’area Servizi-Staff e 939 dell’area Manutenzioni centrali (in totale 4.114 operai, 574 impiegati, 296 equiparati). L’azienda ha inoltre precisato che “le fermate dell’area di lavorazione a valle dell’area fusoria saranno modulate tra loro in modo alternato e, quindi, l’effetto non sarà cumulativo. /)
L’attività di impresa nel settore dell’acciaio è fortemente influenzata dal protrarsi della crisi economico-finanziaria internazionale, che ha prodotto un progressivo deterioramento del mercato di riferimento in Europa dopo un ciclo espansivo pluriennale collocabile negli anni 2003-2008” scrive ancora l’Ilva in amministrazione straordinaria nel documento consegnato ai sindacati. “Tale congiuntura sfavorevole – aggiunge l’azienda – ha coinvolto l’intero ciclo produttivo dello stabilimento ionico interessando dapprima il settore e i laminati piani nelle varie linee di prodotto formato e, successivamente, il settore dei tubi e lamiere ad oggi risulta interessato da fermate totali o cicli ridotti di lavorazione”. Ma a questa condizione generale del mercato, a partire dal 2012, “si è associata – spiega l’Ilva – una complessa vicenda amministrativa, legislativa e giudiziaria che ha interessato l’unità produttiva di Taranto”.