Nella giornata di lunedì abbiamo rispolverato il progetto “per la rigenerazione urbana del quartiere Tamburi“, che prevede anche un intervento di hounsing sociale. E’ chiaro che nessuno dimentica, in primis chi scrive, che il rione Tamburi ha anche altri impellenti e gravi problemi da risolvere, come ad esempio la bonifica di varie aree del quartiere che si trova a ridosso del complesso siderurgico dell’Ilva.

Basti pensare, ad esempio, che nel protocollo firmato il 26 luglio 2012 in tema di bonifiche per l’area di Taranto, solo per il quartiere Tamburi furono previsti tre interventi diversi: la caratterizzazione, analisi di rischio e bonifica dei suoli delle aree esterne alle scuole Deledda, D’Aquino e De Carolis; la caratterizzazione, analisi di rischio e bonifica dei suoli dell’area del cimitero San Brunone; l’intervento di riqualificazione e adeguamento termico-impiantistico delle scuole De Carolis, Deledda, Gabelli, Giusti e Vico. Così come non dimentichiamo il progetto per la bonifica del suoli contaminati al berillio (vicenda del 2010) con le relative analisi delle acque di falda.
Il bando di gara e l’appalto assegnato
Ma di questo e di altro parleremo nei prossimi giorni. Ci ricolleghiamo all’articolo di ieri in quanto,
prima di partire con la rigenerazione urbana, bisognerà attuare il “Progetto coordinato per il risanamento del quartiere Tamburi – Lavori di bonifica dei suoli per annullare il rischio sanitario nelle aree del sottoprogetto 1,2 e 3” (Appalto n.
10/2015 – CIG: 5438875D9F; CUP: E56J12000240001). Secondo quanto previsto dal bando di gara del 2015 del Comune di Taranto, l’intervento prevede “la rimozione del terreno contaminato superficiale (primi trenta centimetri) per annullare in maniera certa i percorsi di esposizione che hanno evidenziato criticità in relazione al rischio sanitario cancerogeno e tossico per bambini e adulti residenti, ovvero inalazione di vapori all’aperto e ingestione accidentale di suolo e, quindi l’esecuzione di tutte le opere, le somministrazioni comprensive della mano d’opera, la fornitura di materiali e mezzi, l’assistenza e tutte le prestazioni complementari finalizzate alla completa esecuzione delle opere definite nel relativo progetto esecutivo posto a base di gara. Al fine di limitare al minimo le operazioni con potenziale dispersione di polveri in atmosfera
sarà predisposta idonea area confinata, isolata dall’ambiente esterno utilizzando una
tensostruttura movibile, da rimuovere al termine dell’intervento di bonifica del sito. L’area
confinata sarà allocata in zona non contaminata e baricentrica rispetto alle aree di
intervento
“. Il progetto fu approvato con un’apposita delibera (la numero 150) il 25 settembre del 2014.
I terreni in questione da sottoporre a bonifica sono quelli che si trovano tra l’ingresso laterale del cimitero e le ‘case parcheggio‘ di via Machiavelli, sino ad arrivare quasi all’ex area del mercato
generale di via Orsini. L’assegnazione definitiva dell’appalto è arrivata nel settembre del 2015, mentre la firma del contratto è stata siglata ad inizio gennaio. L’appalto e’ stato definitivamente aggiudicato in favore dell’Associazione Temporanea di Imprese tra C.I.S.A. spa – Massafra TA srl (designato Capogruppo) e Salvaguardia Ambientale spa (azienda di Crotone che appartiene al gruppo V&V Group), per l’importo complessivo contrattuale, al netto di ed IVA come per legge, di € 1.350.309,93, cosi’ distinto: € 126.690,13# per gli oneri della sicurezza non soggetto a ribasso ed € 1.223.619,80 quale corrispettivo per la esecuzione dei lavori e delle forniture previste. Tempi di esecuzione previsti centoventi giorni decorrenti dalla data del verbale di consegna dei lavori.
(leggi qui gli articoli sulle bonifiche ai Tamburi e non solo http://www.corriereditaranto.it/?s=bonifiche+tamburi)
I dati dell’analisi di rischio dei terreni
L’Analisi di Rischio, redatta nel giugno 2012, integrata nell’agosto 2012 ed approvata dalla Regione Puglia nella Conferenza dei Servizi del 06/09/2012, è stata condotta per due aree distinte: Area A di estensione pari a circa 158.000 m2; Area B: notevolmente più piccola, ricadente sul fronte mare, di estensione pari a circa 27.000 m2.
Per quanto riguarda l’analisi di rischio sanitario il rischio è risultato non accettabile per i seguenti composti. Area A: non è accettabile il rischio cancerogeno associato ai PCB (4,61E-06) come singolo composto nel suolo superficiale (precisamente nel top soil), mentre è accettabile il rischio cumulato; non è accettabile, per il recettore bambino, il rischio tossico associato al Tallio (HI = 1,13) come singolo composto nel suolo superficiale, ed anche il rischio cumulato (HI = 1,59) associato alla presenza di Tallio (che contribuisce per il 71% al rischio complessivo), PCB, Selenio, Stagno, Idrocarburi Pesanti e Zinco nel suolo superficiale e Cloroformio nella falda.
Per l’Area B invece, è risultato non accettabile, per il recettore bambino, il rischio tossico associato al Tallio (HI = 1,26) come singolo composto nel suolo superficiale, ed anche il rischio cumulato (HI = 2,08) associato alla presenza di Tallio (che contribuisce per il 61% al rischio complessivo), PCB, Piombo, Selenio, Stagno, Idrocarburi Pesanti e Zinco nel suolo superficiale.
Alla luce delle elaborazioni effettuate, la CdS decisoria del 06/09/2012 ritenne
necessario prevedere un monitoraggio della matrice falda per verificare l’assenza di
lisciviazione in falda di alcuni contaminanti (Selenio, Tallio, Zinco, Idrocarburi totali, PCB), presenti nei suoli superficiali e profondi del sito. Tali composti determinerebbero una
teorica lisciviazione, “ma non sono mai stati riscontrati in concentrazione superiore alle relative CSC nelle analisi delle acque di falda ad oggi disponibili“, si leggeva nella relazione redatta nel 2012 dai tecnici del Comune di Taranto della Direzione Ambiente. La determinazione della massima concentrazione ammissibile in sorgente (CSR Concentrazione Soglia di Rischio) fu definita infatti compatibile con il livello di rischio sanitario ritenuto accettabile per i recettori Adulti e Bambini in ambito residenziale (Analisi di Rischio Sanitario) e della massima concentrazione ammissibile in sorgente che garantisca la protezione della risorsa idrica sotterranea (Analisi di Rischio Ambientale).
(leggi qui tutti gli articoli sulla Fortesta Urbana dei Tamburi http://www.corriereditaranto.it/?s=foresta+urbana)
Obiettivi della bonifica
In fase di approvazione gli Enti competenti ritennero valide le considerazioni
contenute nell’Analisi di Rischio in merito al percorso di lisciviazione in falda, da non considerarsi attivo, dei contaminanti Selenio, Tallio, Zinco, Idrocarburi pesanti e PCB, presenti nei suoli superficiali e profondi del sito, in quanto il progetto era teso ad annullare il solo rischio sanitario associato alla contaminazione del sito.
Come anticipato, è prevista la rimozione del terreno contaminato superficiale per una profondità pari a 30 cm, con relativa sostituzione di terreno vergine, al fine di “annullare in maniera certa i percorsi di esposizione che hanno evidenziato criticità per la salute umana“, ovvero: ingestione accidentale di suolo per il Tallio, presente nel suolo superficiale (0-1m), che ha generato rischio sanitario tossico non accettabile per il recettore bambino; inalazione di vapori da suolo e ingestione accidentale di suolo per i PCB, presenti nel top soil (0-0,1m), che hanno generato rischio sanitario cancerogeno non accettabile; ingestione accidentale di suolo per il Piombo, presente nel suolo superficiale (0-1m) come hot spot di contaminazione. “Si sottolinea che, sebbene la contaminazione da Tallio e Piombo sia associata al primo metro di suolo, – si legge nella relazione dell’Analisi di Rischio – la prevista rimozione dei primi 30 centimetri di suolo contaminato e la loro sostituzione con terreno vergine garantisce la interruzione dei suddetti percorsi di esposizione. Si fa invece notare che, essendo la contaminazione da PCB localizzata esclusivamente nel top soil (primi 10 cm), l’intervento previsto si configura come completa rimozione della fonte di contaminazione“.
(leggi qui tutte le notizie sui Tamburi http://www.corriereditaranto.it/?s=tamburi)
Conclusioni
Il “Progetto coordinato per il risanamento del Quartiere Tamburi” è del lontano 2006. Il piano di caratterizzazione fu redatto nel 2010. Le analisi furono realizzate nel 2011. Nel 2012 fu prodotto l’Analisi di Rischio. Con Ordinanza sindacale contingibile ed urgente n.63 del 29/08/2012 il Comune di Taranto ordinò il divieto di accesso nelle aree a verde (non pavimentate) del sito su cui si è riscontrato un rischio sanitario non accettabile. Nel maggio 2013 il Comune di Taranto trasmise agli Enti competenti il Progetto Operativo di Bonifica. Il progetto fu approvato come detto nel 2014. Il bando di gara redatto nel 2015. L’assegnazione nel settembre 2016. Il contratto firmato nel gennaio di quest’anno, anno domini 2017. Undici lunghi anni. Si poteva fare prima? Non possiamo dirlo con certezza. Si poteva fare meglio? Questo no, perché le analisi e i progetti sono stati validati da tutti gli organi competenti. A dimostrazione del fatto che anche nel Comune di Taranto, specie nella Direzione Ambiente, ci lavora gente qualificata e che sa fare bene il suo mestiere. La speranza per il futuro? Che i lavori vengano fatti presto e bene. E che siano controllati giorno per giorno.
Come dite? L’Ilva inquina ancora? , indubbiamente i lavori previsti dall’AIA sono lungi dall’essere completati. Molti, i più importanti, devono ancora iniziare. In realtà, avrebbero dovuto procedere di pari passo con questi previsti per il rione Tamburi. Era questo in realtà il vero obiettivo, purtroppo mancato. Forse non del tutto, ma in grande parte sì. In modo tale da arrivare alla loro rispettiva conclusione con la certezza, scientifica, che 60 anni di inquinamento industriale se non rimossi del tutto (cosa peraltro impossibile sotto ogni punto di vista), almeno in parte erano alle spalle. Ora bisognerà comunque procedere. Il cammino è lungo e difficile. La questione ambientale e sanitaria, oltre che economica e lavorativa, alquanto complessa. Ma soluzioni facili in tasca non le ha nessuno. Gli slogan, lasciano il tempo che trovano. Serviranno decenni, inutile nasconderselo. Il futuro prima o poi arriverà. Ad maiora.