martedì 6 giugno 2017

Emiliano, sponsor di Jindal, non è credibile...

Emiliano parla come se lui non fosse - e ha deciso di rimanervi saldamente - del partito di Governo, che ha deciso questa svendita e ha fatto il decreto.
Emiliano fa lo sponsor d'ufficio della Jindal, dicendo falsità. Anche Jindal non è affatto un "industriale innovativo che ha cura dell'ambiente", ma ha cura solo dei propri profitti e questa cordata sull'occupazione prevede numeri di esuberi anche maggiori.

EMILIANO: IGNORATE LE ISTANZE DEI TARANTINI - «Il ministro Calenda ha firmato il decreto di aggiudicazione del Gruppo Ilva ignorando le richiesta formulate dai sindacati di un ulteriore confronto. Ignorando, inoltre, i contenuti del rilancio operato dall'altra cordata...
«Nulla nella firma del decreto risulta razionale o anche solo logico. Nulla nella fretta indiavolata del ministro Calenda risulta aver, anche incidentalmente, valutato gli effetti della sua decisione sulla vita dei tarantini. Con una sola firma sono state mortificate le legittime aspirazioni di una città e di un asset strategico del paese. Uno sconcertante esempio di pressapochismo politico rischia di mettere la parola fine alla storia dell'Ilva e alla speranza di ambientalizzare il controverso simbolo di Taranto». La Puglia, aveva ribadito in mattinata Emiliano, non ha avuto la possibilità di «discutere dell’offerta di acquisto».
E’ nota la preferenza del Governatore per l’offerta di Acciaitalia che, con Jsw e Arvedi come partner industriali, prevedeva un piano di de-carbonizzazione. «Hanno paura che un industriale innovativo, che ha cura dell’ambiente, che ha presentato un piano di decarbonizzazione rilevante, che mantiene alti i livelli di occupazione, scompagini le lobby del carbone che probabilmente temono che una riconversione produttiva dell’Ilva scardini questo assurdo monopolio di una sostanza dannosa che viene utilizzata in maniera impropria. Mi auguro che questo disegno salti». Ha detto ancora il governatore della Puglia sperando forse nella determinazione con cui due dei soci di Acciaitalia, cioè l’imprenditore indiano Sajjan Jindal e Leonardo Del Vecchio con la sua Delfin sono determinati ad andare avanti.

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