venerdì 2 giugno 2017

Ilva - USB: paroloni, enfatizzazione, ma poi firma tutto con Fim, Fiom e Uilm - La linea della "nazionalizzazione" è in realtà la difesa corporativa, socialsciovinista della "propria industria" e del "proprio paese"

Questa linea ha sempre, nella storia passata e recente, difeso solo gli interessi dei padroni, del governo e dello Stato dei padroni, mai i lavoratori e le masse popolari; anzi in nome della difesa della "propria economia", si è contrapposto i lavoratori italiani e i lavoratori di altri paesi, e si è accettato comunque, anzi di più, di trattare sui piani e interesse dei governi. 
Questa è la linea dell'aristocrazia operaia, che passa dalla parte del capitale e dello Stato nazionale, per avere le "briciole", i privilegi per questo appoggio.
Non è la linea della maggioranza degli operai, neanche dell'Ilva, che comunque o con padroni privati, o con padroni pubblici, subirà sempre attacchi al lavoro, alla salute, al salario - questo, tra l'altro, a Taranto è stato già visto, prima di Riva. 

L'Usb che ora si "gonfia il petto" dichiarando che il piano presentato da ArcelorMittal "non è negoziabile", giorni fa ha firmato, insieme a Fim, Fiom, Uilm, un accordo sui primi 200 licenziamanti all'Ilva di Taranto. Se tanto, mi dà tanto...

Dal Comunicato dell'USB nazionale
"Situazione molto tesa all’Ilva di Taranto, dove i lavoratori in sciopero (altissima l’adesione, all’80%), hanno occupato la direzione aziendale e la fabbrica è completamente ferma in attesa di notizie dal tavolo di trattativa romano...
...Era lecito aspettarsi ben altra soluzione per la più grande acciaieria d'Europa dopo le ruberie della famiglia Riva. Il piano industriale presentato da ArcelorMittal... mette a rischio, nei fatti, un settore strategico dell'economia manufatturiera del nostro paese...
...la storia industriale di questo paese è puntellata di certezze amare e di buoni propositi mai realizzati. I tagli drammatici di posti di lavoro e la riduzione dei salari sono la certezza con cui il sindacato deve misurarsi subito mentre bonifiche, produzione meno inquinante e ambientalizzazione dello stabilimento sono derubricate a promesse, pronte ad essere disattese, posticipate o cancellate dall'andamento del mercato mondiale dell'acciaio o dalle bizze del padrone di turno.
La verità è semplice e rischia a breve di far rimpiangere ai lavoratori la vecchia banditesca proprietà Riva. Il privato non è bello, anzi, inquina, uccide e licenzia... Senza un intervento diretto dello Stato nella proprietà, senza un nuovo grande piano straordinario di intervento del pubblico in economia non c'è e non ci sarà alcuna soluzione che possa garantire salute, ambiente e occupazione salvaguardando un settore strategico dell'economia nazionale.

Ora i lavoratori e il sindacato sono sottoposti davanti ad un ricatto durissimo, violento: Piegare la testa e accettare, magari in una soluzione più soft, le condizioni poste da ArcelorMittal in una trattativa sotto ricatto o rigettare la vergognosa offerta e rilanciare alla politica, al governo la soluzione. Noi come USB abbiamo già dichiarato che il piano non è negoziabile. Siamo e saremo indisponibili a presentare il conto di decine di anni di ruberie a lavoratori e cittadini al solo scopo di favorire l'ennesimo speculatore di turno..
Nazionalizzare Ilva, l'unica possibilità reale in campo oggi se si vuole evitare l'ennesima devastazione sociale..."
USB nazionale

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