È stata fissata per il 20 luglio la prima data per aprire il confronto sindacale con i nuovi proprietari dell’Ilva, Am Investco Italy. A riferirlo è Marco Bentivogli, segretario generale della Fim Cisl, al termine dell’incontro tenutosi al Mise a cui hanno partecipato per la parte sindacale lo stesso Bentivogli, Rocco Palombella, segretario generale della Uilm, e Rosario Rappa, segretario nazionale della Fiom Cgil, per la nuova proprietà era presente Lakshmi Niwas Mittal presidente e amministratore delegato di ArcelorMittal insieme con il figlio, mentre per il governo presente Teresa Bellanova e per i commissari Enrico Laghi.«La proprietà ha dato la disponibilità a costruire il massimo di cooperazione per arrivare all’accordo sindacale e ha ribadito la volontà di rilanciare lo stabilimento per farne un’azienda competitiva dal punto di vista industriale e della sostenibilità ambientale, con la massima salvaguardia occupazionale», ha spiegato Bentivogli aggiungendo che i sindacati hanno espresso le loro riserve sul piano industriale rinviando al 20 luglio il confronto su tutti gli aspetti che lo riguardano. «L’importante è che il 20 si partirà dalle indicazioni che i commissari insieme al governo hanno dato alla nuova proprietà e per cui con un battente occupazionale più alto rispetto a quello di partenza», ha concluso Bentivogli. Al momento è in corso al Mise un incontro sullo stabilimento ligure dell’Ilva, quello di Cornigliano, in cui i sindacati chiedono la conferma dell’accordo di programma firmato nel 2005.
Rocco Palombella, al termine dell’incontro “di natura conoscitiva” ha affermato: “Nell’incontro del 20 luglio avremo all’ordine del giorno la definizione del calendario di incontri tra la parte sindacale e quella aziendale previsto per il mese di settembre ed il piano industriale che il gruppo siderurgico in questione ci farà conoscere. Nell’incontro odierno abbiamo rappresentato alla controparte la necessità che si continui a produrre acciaio di qualità in Italia, che in questo processo sia salvaguardato l’ambiente, che vengano tutelati tutti i siti produttivi e correlati posti di lavoro

Comunicato dello Slai cobas sc:
ILVA TARANTO - IL PUNTO DELLA SITUAZIONE,

Ai primi di luglio inizierà la trattativa tra i sindacati e la cordata ArcelorMittal. Nella cordata è entrata ora ufficialmente Intesa Sanpaolo; secondo indiscrezioni, questo dovrebbe portare ad un ridimensionamento della presenza della Marcegaglia. L'incontro coi sindacati è puramente procedurale, siamo ben lontani da una vera trattativa; il passaggio è solo formale sul piano generale.
La prima scadenza riguarda il piano ambientale, si aspetta un mese perchè la cordata vincente
esponga le sue idee su esso, ma è solo a fine settembre che si capirà qualcosa in più in merito.
Sulla base delle pressioni di opinioni che ci sono e per dare una copertura “ambientalista” alla assegnazione/svendita, ArcelorMittal ha deciso di utilizzare il progetto già esistente dei commissari per quanto riguarda la copertura dei parchi minerali; tempi molto più lunghi e con giochi non ancora fatti, riguardano la procedura della UE circa l'eccessiva concentrazione che la Mittal viene ad avere con l'Ilva e le innovazioni tecnologiche che, secondo quanto trapela dalla stampa, prevederebbe alcune produzioni innnovative...
Tutta questa procedura non cambia la sostanza del problema e sarebbe sbagliato se operai, masse popolari tarantine, forze ambientaliste si concetrassero su questo e seguissero unicamente il percorso deciso affidandosi a ostacoli che possono venire dalla UE e dalle contraddizioni nei tempi e nei modi dell'ambientalizzazione e delle nuova tecnologie.
Ribadiamo, tutto questo non incide e non cambia la sostanza del problema che è una produzione, anche maggiore di quella attuale, con minori operai, quindi con conseguente intensificazione dello sfruttamento; la divisione degli operai tra quelli che restano nella ArcelorMittal col nuovo contratto che peggiora salari e diritti e quelli che vanno nel buco nero della bad company che resta nelle mani dei Commissari e che viene pilotata verso la precarietà ammortizzata e l'espulsione dalla fabbrica di 4100 operai. E' inutile dire, poi, che i tempi e modi della copertura dei parchi e delle altre opere di ambientalizzazione sono un bluff di soldi dati all'azienda o sprecati, senza assicurare nè il blocco dell'inquinamento e meno che mai la gigantesca opera di bonifiche che quartieri e parte della città hanno bisogno.
Su tutto questo la parola deve passare ad operai e masse popolari autorganizzate.
Per gli operai il primo passo è la contestazione dei sindacati e un chiaro NO al piano, ad una trattattiva sulla base di quel piano e alle false promesse dei tre sindacati di modificarlo in favore degli operai.
Senza questo NO di massa e agente non c'è futuro di lotta nè possibilità di cambiare le carte in tavola.
Le assemblee promosse dai sindacati confederali si stanno svolgendo in forma separata, utili quindi ai sindacalisti per gestirle e inutili per gli operai per contestarle realmente e unirsi. Nelle assemblee i sindacalisti non dicono nulla su quali sarebbero le loro controproposte, nè tantomeno propongono un piano di iniziative.
Certo in qualcuna di queste assemblee si stanno vedendo delle proteste e operai intervenire critcamente, e questo è positivo. Ma è assolutamente insufficiente. Spesso le critiche sono alla gestione attuale della Cig, mentre sul futuro in generale c'è attesa di vedere lo svolgersi degli eventi. E' una pura illusione quella degli operai di poter contare in questa maniera e incidere.
Ci vuole l'assemblea generale, autonoma, che raccolga tutte le voci del dissenso e la creazione in seno alla fabbrica di una rottura e una divisione tra operai legati ai confederali che accettano tutto, pur "strillando" quà e là e operai che vogliono ingaggiare la lotta, resistere inizialmente, cambiare le cose.
Lo Slai cobas per il sindacato di classe è lo strumento utile e indispensabile per questa battaglia. E il problema non sono le tessere, che in questo momento lasciano il tempo che trovano, quanto l'assemblea generale autonoma.
L'USB opera ormai come quarto sindacato, organizza le sue assemblee e promuove il suo movimento. Un falso movimento, però, lo diciamo chiaro; tutto "chiacchiere e distintivi", nonostante le buone intenzioni, che apprezziamo e sosteniamo, di qualcuno dei delegati e di parecchi iscritti. L'Usb denuncia soprattutto la sua mancata convocazione alle trattative a Roma e usa la "minaccia" del movimento per essere parte di queste trattative che non sono altro che la cogestione del piano. e non saranno cento cassintegrati in più o in meno, rispetto ai grandi numeri degli esuberi, che cambieranno la situazione e possono salvare l'anima dell'opposizione Usb.
Detto questo, ora non è solo il tempo dell'autorganizzazione in fabbrica, ma dell'unità tra operai e masse popolari e lavoratori dei quartieri inquinati, per lottare insieme contro il piano ArcelorMittal-Stato-Governo, per unire difesa del lavoro e della salute.
Su questo, le recenti elezioni hanno dimostrato che il Comune è dall'altra parte; le liste che si sono presentate alle elezioni e quella che ha vinto rappresenta la minoranza pro governo e pro azienda, e chi si è opposto elettoralmente a questo ha fatto il classico "buco nell'acqua". Il 70%, principalmente formato da operai e masse popolari, ha negato il voto a tutti, anche per la questione Ilva e per l'assoluta mancanza di fiducia nella difesa di lavoro e salute da parte di chi si è candidato.
Le masse si devono organizzare fuori e contro le elezioni, devono unirsi e prendersi il Comune, non col voto ma con la lotta e dentro la lotta generale. Noi abbiamo fiducia che così andrà e per questo lavoriamo.
E' sbagliato e demenziale avere fiducia in Istituzioni, partiti elettorali e sindacati confederali; ma altrettanto sbagliato e autolesionista è non avere fiducia nell'autorganizzazione e nella lotta.
Non c'è altra soluzione! Prepariamo un autunno caldo!

Slai cobas per il sindacato di classe ILVA- Appalto via rintone 22 taranto – slaicobasta@gmail.com 347-5301704