giovedì 14 settembre 2017

RIPRENDONO I GIOVEDI' ROSSI - PARTITO E SOVIET NELLA RIVOLUZIONE D'OTTOBRE - 1° PARTE

Nel centenario della prima rivoluzione proletaria, la Rivoluzione d'Ottobre del 1917, cominciamo facendo conoscere agli operai, ai giovani, alle donne gli avvenimenti della rivoluzione a partire da quelli che la precedettero. 
Per questo, pubblichiamo stralci della “Storia della Rivoluzione russa”, scritta sotto la direzione di Stalin. 

- 1° parte - 
La rivoluzione di febbraio 

Il 26 febbraio si tenne una riunione del Comitato bolscevico di Vyborg, al quale dopo l'arresto del comitato di Pietrogrado era passata la direzione del movimento. I compagni delle organizzazioni dì base raccontarono quanto grande fosse lo slancio rivoluzionario e la volontà di continuare la lotta. Il comitato di zona decise di sviluppare la lotta armata, impadronirsi dei depositi di armi e disarmare gli agenti di polizia.
Le continue manifestazioni dei proletari contro i quali si sparava a bruciapelo, l'unità degli operai e dei soldati e, infine, la crescente influenza dei bolscevichi che spesso riuscivano ad introdursi nelle caserme, contribuirono a trasformare gli sporadici rifiuti all'obbedienza da parte di alcune unità militari in una rivolta aperta: i soldati si ribellavano ai loro comandanti, come i contadini contro i proprietari terrieri.
Ma la rivolta dei soldati e le manifestazioni operaie non erano stati affatto due avvenimenti casuali della rivoluzione di febbraio e indipendenti l'uno dall'altro. Senza direzione politica degli operai, non ci sarebbe stata la ribellione nell'esercito. 
Mentre lo zar e il. Grande quartiere generale impegnavano nella battaglia le ultime riserve, gli operai e i soldati di Pietrogrado procedevano alla creazione del loro centro politico e organizzativo, il soviet dei deputati operai e soldati. La sera del 27 febbraio si tenne la prima seduta del soviet dei deputati operai di Pietrogrado.
Gli operai e i contadini vestiti con la divisa militare avevano fatto la rivoluzione, ma non furono loro, in un primo momento, a raccoglierne i frutti; a fianco dei soviet era sorto il governo della borghesia.
La forza militare e le masse popolari erano dalla parte dei soviet, ma il potere era nelle mani del Governo provvisorio. Si era creato un dualismo di potere, caso estremamente raro nella storia.
I soviet, formati dagli operai e dai soldati vittoriosi, ma diretti dai menscevichi avevano riconosciuto spontaneamente il potere del Governo provvisorio: avevano cioè volontariamente consegnato il potere conquistato dai soldati e dagli operai nelle mani della borghesia.

La preparazione dell'Ottobre.

La lotta per la conquista delle masse popolari era entrata in una nuova fase.
Applicando la decisione del Comitato centrale del Partito bolscevico – nelle fabbriche, tra le masse – i bolscevichi andarono di fronte alle caserme e nei quartieri operai. Con coraggio e intelligenza spiegarono al popolo la natura controrivoluzionaria del Governo provvisorio e la politica di conciliazione dei capi socialisti rivoluzionari e menscevichi del soviet di Pietrogrado.
Il lavoro di massa che completava e rafforzava i ranghi del Partito bolscevico, veniva svolto soprattutto nelle organizzazioni operaie di base, cioè i Comitati di fabbrica e i sindacati. Dopo aver rovesciato l'autocrazia, la classe operaia russa, con una rapidità senza precedenti nella storia, incominciò ad organizzarsi.
Qusto sviluppo meraviglioso della creatività delle masse nel campo dell'organizzazione era diretto dappertutto dai bolscevichi. La loro influenza si sviluppava soprattutto nei comitati di fabbrica.
Il primo congresso dei soviet di Russia si aprì il 3 giugno. Vi parteciparono oltre 1000 delegati.
Il leader dei menscevichi, Cereteli, dichiarò insistentemente: “oggi in Russia non esiste nessun partito politico che affermi: dateci il potere, andatevene via, prenderemo noi il vostro posto...”.
Un simile partito in Russia non esiste”, insisteva nuovamente Cereteli nella sala divenuta completamente silenziosa. Improvvisamente, come un tuono in una giornata primaverile, giunse la risposta: “Questo partito esiste!”. Era Lenin che dal suo banco lanciava questa risposta ai menscevichi, a nome del Partito bolscevico.
Il primo congresso dei soviet mostrò chiaramente la profondità dell'abisso che separava il partito rivoluzionario del proletariato, i bolscevichi e i rappresentanti dei partiti piccolo borghesi, menscevichi e socialisti rivoluzionari. Questi ultimi pensavano che la rivoluzione fosse finita, e non volevano andare oltre la fase del passaggio del potere della borghesia; alla tappa successiva non osavano nemmeno pensarci, la cosa era contraria ai loro interessi.
L'eco suscitato dai discorsi di Lenin e le risoluzioni bolsceviche penetrarono nel più profondo delle masse lavoratrici, fecero scattare la loro indignazione contro i conservatori, contribuirono attivamente ad elevare la coscienza di classe degli operai. (CONTINUA)

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