sabato 14 ottobre 2017

Dalle udienze del processo Ilva - Dagli accertamenti dell'Ispettorato del Lavoro (insieme a Asl-Arpa) alcuni dati importanti

Sintetizziamo le informazioni rese da un teste della Procura, l'Ispettore del lavoro Di Francesco, nell'udienza del 26 settembre, che si sono concentrate sulla presenza delle polveri porovenienti dai parchi minerali nelle aree limitrofe all'Ilva; da queste informazioni emerge la continua caduta delle polveri ben oltre i limiti di legge.

L'Ispettore del lavoro ha riferito che nella primavera del 2010 furono posizionate intorno allo stabilimento siderurgico, in particolar modo nella zona parchi minerali, sulla via per Statte ed altri, una serie di apparecchiatura per valutare il deposito delle polveri sia dal punto di vista statico che dal punto di vista dinamico. Quindi furono posizionati undici deposimetri, sistemati sui terrazzi di copertura delle strutture, la Liam, la Comangom, gli uffici dell’ingresso principale del cimitero, la Edison, o una scuola che era ubicata sui Tamburi, nei pressi della scuola Deledda, sul terrazzo di copertura di una palazzina destinata a civili abitazioni ubicata in via Marzo Piccolo, un altro sulla scuola Vico, un’altra ancora su una chiesa dei Tamburi, la Chiesa di San Francesco De Geronimo, un altro sulla Casa di Cura San Camillo, presso il Centro Caritas, sempre Tamburi.

Queste apparecchiature alimentate elettricamente aspiravano l’aria presente nell’ambiente, le polveri diffuse nell’ambiente.

Il posizionamento dei deposimetri serviva anche per descrivere un arco di cerchio intorno allo stabilimento che andava dal cimitero alla Liam un primo anello, e poi l’altro che comprendeva la seconda postazione al cimitero.
Al cimitero furono messi due deposimetri: in corrispondenza dell’ingresso monumentale sulla palazzina uffici, e in corrispondenza dei servizi igienici, locali destinati al custode.

L'Ispettore ha spiegato che in funzione della granulometria delle polveri, quelle più pesanti si depositano prima e quelle di diametro più piccolo tendono a depositarsi più lontano.
Sono stati misurati solidi totali, solidi solubili, in particolare ferro, manganese, vanadio, nichel, rame e zinco.

Ha spiegato, inoltre che era stato fatto un prelievo all’interno dei parchi minerali per avere anche un riscontro del materiale che c’era all’interno dei parchi minerali con quello che c’era all’esterno, per poter valutare se le polveri effettivamente potevano essere legate ad un’unica fonte di dispersione oppure più fonti di dispersione.

QUESTO E' IMPORTANTE ANCHE PER SMENTIRE DICHIARAZIONI PLATEALMENTE PILOTATE FATTE IN SUCCESSIVE UDIENZE, PER ES. DAL CHIMICO BALICE, CHE INVECE PUNTANO A FAR INTENDERE CHE LE POLVERI POSSONO PROVENIRE ANCHE DA ALTRI STABILIMENTI E SITI, AL SOLO SCOPO DI COPRIRE L'ILVA E RIVA.  
Dall'esame tecnico riportato dall'Ispettore del lavoro è chiaro che la diffusione delle polveri avveniva solo dall'Ilva e che non avveniva non soltanto dai parchi minerali, ma anche da altre aree dello stabilimento, agglomerato, acciaierie, l'area ghisa, eccetera…
I valori più alti sono riscontrati nelle zone che più si avvicinano allo stabilimento siderurgico, e valori un po’ più bassi nelle zone che si allontanano.

Qui, sono stati forniti alcuni dati che configurano un primo e un secondo "anello": Alla scuola Deledda sono 416 milligrammi per metro quadro al giorno, al Centro Caritas sono 536, 454 alla Edison, è il primo anello più vicino allo stabilimento. Mentre nel secondo "anello" c’è la scuola Vico, la Casa di Cura San Camillo, i due ingressi del cimitero, dove i valori sono un po’ più in bassi. Invece, era stato riscontrato un alto valore dell’abitazione privata su via Mar Piccolo, dove ci era un valore molto alto, 688 milligrammi per metri quadro al giorno, contro gli altri dove il più alto è 506/41 al centro, al cimitero.
Al cimitero era stata presa a riferimento una cappella, la numero 2, costruita nel cimitero nel 2004, dove si notava un deposito di sostanze scure, quindi anche rossastre che sono tipiche del ferro

L'Ispettore, quindi, sempre a proposito dei valori, ha spiegato che essi sono stati messi a confronto con dati di riferimento stilati da una commissione centrale contro l’inquinamento atmosferico del Ministero dell’Ambiente che ha predisposto cinque classi di polverosità: un valore inferiore a 100 milligrammi, da 100 a 250, da 251 a 500, da 501 a 600, maggiore di 600; con un indice di polverosità classificato come: assente, basso, medio, medio alto ed elevato. Per esempio, nel 2010, la postazione dell’abitazione del Mar Piccolo ha un indice di polverosità elevato in quanto le polveri sedimentate sono maggiori di 600. Il centro Caritas sono 536, il centro ingresso cimitero Ilva sono 541, e queste sono classificate medio alte
Nel ‘99 invece tutte le zone, tutti i siti esaminati erano tutti medi, perché erano tutti inferiori a 500.

L'Ispettore ha informato poi che all'interno dell'Ilva c’è un sistema di irrorazione dei cumuli con un filmante, che dovrebbe servire per coprire i cumuli e trattenere la diffusione delle polveri. Ma ha aggiunto, se i cumuli rimanessero così com’è, il problema sarebbe risolto. Ma quando il materiale viene preso e messo sui nastri per essere lavorato, una volta che viene preso con i trasportatori a tazze e poi essere immediatamente ripristinato, diventa un problema, perché la diffusione della polvere può avvenire immediatamente.
D'altra parte, circa le coperture dei nastri trasportatori, alcuni erano completamente ricoperti, altri invece avevano delle tettoie. Questoin funzione del materiale che trasportavano i nastri. effettuato la campagna di moni
Sulle coperture dei nastri trasportatori. Alcuni erano completamente ricoperti, altri invece avevano delle tettoie. Questo nella campagna di monitoraggio del 2010. Ma la pratica operativa Ilva è del 2004, quindi nel ‘99 non c’era.

Nessun commento:

Posta un commento