Otto ore di sciopero lunedì a Taranto su tutti e tre i turni di lavoro del siderurgico, mentre a Roma al Mise riprenderà la trattativa tra i sindacati metalmeccanici e Am Investco Italy (Arcelor Mittal e Marcegaglia) sui nuovi assetti occupazionali della fabbrica. E’ questa la decisione che ha preso a Taranto il consiglio di fabbrica dell’Ilva respingendo la proposta occupazionale di Am Investco Italy, ribadita oggi dalla società. I sindacati evidenziano le “condizioni particolarmente dure” proposte dalla cordata, in riferimento in particolare a tre aspetti: “il passaggio non in continuità col contratto in essere, il rischio Jobs Act, rischio di perdere parti di busta paga e un numero troppo elevato di esuberi“. Davanti ai cancelli dello stabilimento Ilva di Taranto, ci sarà un presidio lunedì a partire dalle 6.
Quella inviata questa mattina alle organizzazioni sindacali dei lavoratori, a firma congiunta dei Commissari straordinari e di AM InvestCo (Arcelor Mittal) aggiudicatario della procedura di vendita del gruppo Ilva, è la comunicazione formale che avvia la procedura di esame congiunto prevista dalla legge in caso di trasferimento d’azienda. La nota rappresenta i principali contenuti del piano ambientale, industriale e occupazionale di AM InvestCo, con una previsione di assunzione di 10.000 addetti complessivi. Tale previsione di assorbimento occupazionale è conforme all’offerta presentata dalla società e costituisce la base di partenza della trattativa che si svolgerà tra le parti, presso il Mise, a partire dal 9 ottobre. Per quanto riguarda gli altri aspetti del rapporto di lavoro, il Mise questa sera ha ricordato che vale quanto già illustrato alle organizzazioni sindacali nel corso della presentazione delle offerte pervenute ai Commissari dell’Amministrazione straordinaria. “Il Governo – afferma la vice ministro allo Sviluppo Economico, Teresa Bellanova – ribadisce che al termine del confronto nessun lavoratore rimarrà senza tutele reddituali e occupazionali. Mi auguro che lunedì si avvii una trattativa che porti a una intesa soddisfacente in tempi rapidi“.
Non ci sarà alcun licenziamento perché tutti quelli che non saranno assorbiti dalla società del nuovo investitore resteranno dipendenti dell’Ilva in amministrazione straordinaria e saranno impiegati per le attività di bonifica e risanamento ambientale nelle zone attorno il perimetro aziendale“. Lo ha dichiarato il ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno, Claudio De Vincenti, parlando dell’Ilva di Taranto a Bari, confermando quanto si disse già lo scorso luglio. “È un percorso nuovo, capisco la preoccupazione, ma c’è – ha ribadito il ministro – impegno del governo a richiamare l’investitore agli impegni presi e ad andare possibilmente oltre, confrontandosi con il sindacato“. De Vincenti, intervenendo nel Teatro Petruzzelli di Bari alle ‘Lezioni di economia’, organizzate dalla Fondazione Corriere della Sera e Corriere del Mezzogiorno, ha poi spiegato che “il ruolo del governo è di richiamare agli impegni presi da Arcelor Mittal per l’Ilva. L’impegno è di partire da 10 mila dipendenti a salario invariato. Su questa base lunedì al Mise si confronteranno azienda e sindacati“.

ArcelorMittal è “arrogante e inaffidabile“. Questa la rabbiosa reazione del segretario generale Fiom Francesca Re David e del segretario per la siderurgia Rosario Rappa alla lettera inviata da Am InvestCo Italy controllata a ArcelorMittal sottolineando che “per la Fiom non ci sono le condizioni di aprire un tavolo negoziale. L’unica risposta possibile a tale provocazione è una forte azione conflittuale di tutte le lavoratrici e i lavoratori“. Fiom sarà presente all’incontro del Mise “per conoscere cosa vorrà fare il governo. Quanto acquisito la scorsa settimana dalla riunione di Parigi di IndustriAll global Union riguardo la totale inaffidabilità, arroganza e non rispetto degli impegni assunti da parte della multinazionale Arcelor Mittal viene confermato dalla comunicazione di avvio della procedura (di passaggio degli effettivi di Ilva a Am InvestCo) in cui si dichiara che assumerà ex novo 10mila lavoratori, che selezionerà previa accettazione delle condizioni imposte dall’azienda, con sottoscrizione di verbale di conciliazione tombale” attacca in una nota la Fiom. “Si parla quindi – affermano ancora i due sindacalisti – di 4.000 esuberi, distribuiti in tutti i siti; per gli assunti ci sarà un nuovo contratto di lavoro, rinunciando quindi all’anzianità di servizio e all’integrativo aziendale e determinando in tal modo un taglio salariale consistente e inaccettabile. Inoltre, l’azienda arriva ad ipotizzare anche l’assunzione in aziende esternalizzate controllate. Se questo è l’atteggiamento di Mittal nei confronti dei lavoratori diretti il rischio è il massacro sociale dei lavoratori dell’indotto“. Lunedì prossimo, quindi, i rappresentati della Fiom si presenteranno all’incontro convocato al ministero dello Sviluppo economico “unicamente per conoscere cosa vorrà fare il governo di fronte a questa inaccettabile posizione assunta da Arcelor Mittal“.
A 2 giorni dall’avvio del negoziato, se queste sono le condizioni di partenza, il piede è quello sbagliato. Ci si prospettano presupposti ancora più arretrati rispetto a quanto concordato tra l’acquirente e la gestione commissariale. Se tale approccio sarà confermato nell’incontro di lunedì è chiaro che il ricorso alla mobilitazione generale diventerà inevitabile. Alcuni stabilimenti inizieranno la mobilitazione già nelle prossime ore“. È il segretario generale della Fim, Marco Bentivogli, a commentare la comunicazione di avvio della procedura ex art. 47 legge 428/1990 da parte dei commissari straordinari dell’Ilva. Quanto all’occupazione, prosegue Bentivogli, “gli esuberi, come assicurato dal Governo, saranno impiegati nelle attività di ambientalizzazione del sito di Taranto gestito dall’Amministrazione straordinaria“.
Le condizioni poste da AM Investco, governo e commissari sono inaccettabili. Così accordo sindacale impossibile” afferma invece Rocco Palombella, segretario generale della Uilm liquidando la proposta avanzata dalla società acquirente del gruppo Ilva. Le condizioni indicate nella comunicazione di AM Investco e dai Commissari per il trasferimento dei rami d’azienda e dei lavoratori da Ilva alla newco di Mittal “allontanano le parti dal raggiungere un accordo e colpiscono prima di tutto i lavoratori già da tempo provati da questa lunga e dolorosa vicenda – dice Palombella -. Non possiamo accettare il passaggio parziale dei lavoratori e il drastico peggioramento delle loro condizioni economiche e normative. Non si può lasciare gran parte di chi lavora nel gruppo Ilva ad un destino incerto. O Am Investco ed i commissari indicati dal governo cambiano posizione,o il sindacato non farà sconti alla controparte aziendale in questa delicata vertenza. Siamo pronti ad un confronto duro, perché non si può tutelare la produzione senza fare altrettanto a favore degli addetti che ci lavorano“, conclude il leader della Uilm.