sabato 14 ottobre 2017

ORE 15, 30 - DALL'ASSEMBLEA NAZIONALE DELLE DONNE

All'assemblea nazionale delle donne in corso a Pisa, c'è una buona partecipazione, in termini di numero più o meno come la precedente. Al Tavolo sul lavoro, tra quelli con più presenze, vi sono circa 80 donne (pochissimi uomini).
Il clima è positivo, unitario, propositivo - in questo sì, un pò diverso da quello che vi era all'assemblea di Roma, in cui il ruolo delle donne romane alla presidenza era un pò pesante e fastidioso nel contingentare e discriminare sui tempi e il tipo di interventi, come sulla possibilità di avere spazio per mettere materiali delle varie realtà, affiggere manifesti, ecc. Questa volta invece vi sono tanti banchetti con pubblicazioni, tra cui il nostro del MFPR, che permettono di conoscere e scambiare materiali, manifesti e locandine, ecc.

La compagna di Taranto del Mfpr, Fiorella, partendo dalla sua realtà di lavoratrice dei servizi nelle scuole, ha raccontato la realtà della condizione ultraprecaria delle lavoratrici a Taranto ma nello stesso tempo delle loro lotte; ha parlato anche dell'Ilva e degli effetti che ha la politica di padroni e governo di attacco alla salute che investe tutti, anche donne e bambini. 
A fronte di questa dura realtà, Fiorella ha posto in modo molto netto che non è con i "tavoli" che dobbiamo fare la lotta, ma occorre scatenare e organizzare la ribellione delle donne, delle lavoratrici, delle donne dei quartieri inquinati. 

La rappresentante di Palermo, Giorgia, delle precarie assistenti disabili delle scuole in lotta, ha portato il vento combattivo della lotta in corso (ieri, prima di partire era ad uno dei tanti presidi/occupazione), ha raccontato questa lunga e articolata battaglia che sta usando mille forme di lotta, ha denunciato come a questa indomabile ribellione delle lavoratrici lo Stato risponde con le denunce, la repressione, ma niente e nessuno può fermare la lotta e la nostra resistenza. Anzi, ha aggiunto, attraverso questa lotta tante lavoratrici hanno preso coscienza che oltre all'attacco al lavoro, c'è la questione della violenza contro le donne, e che quindi tante iniziative sono state fatte a Palermo anche contro femminicidi, stupri, nei processi contro gli assassini di donne. 

La combattività di queste lavoratrici, dei loro interventi è stata sottolineata da applausi e anche in alcuni interventi di altre donne. Tante poi si sono avvicinate per sapere di più, per scambiarsi contatti. 

La compagna del Mfpr di Palermo, Donatella, unendosi ad altre compagne che erano intervenute sullo sciopero delle donne, per valorizzarlo ma per porre anche il problema di come unire ancora di più tante realtà di donne, lavoratrici, ha ripreso il significato "storico" dello sciopero delle donne, che ha unito tante donne di diverse città, posti di lavoro, realtà; esso - ha detto la compagna - è un'arma di fase per porre con forza la questione della condizione di sfruttamento e oppressione delle donne a 360° e i nostri bi/sogni che la piattaforma portata avanti dal Mfpr ha cercato di sintetizzare; una piattaforma diversa che pone anche la necessità per realizzarla di rovesciare questo sistema sociale e costruire una nuova società. 
E per questo, ha detto Donatella, non vogliamo e non possiamo delegare - portando una chiara denuncia del ruolo nefasto della Cgil/Camusso. 
In risposta poi a chi poneva, giustamente, il problema di estendere lo sciopero, riuscire ad unire tante altre realtà in un nuovo sciopero, la compagna del Mfpr ha proposto di organizzare una "marcia delle donne" che tocchi luoghi in cui c'è stato lo sciopero delle donne dell'8 marzo scorso e luoghi emblematici della condizione di sfruttamento e oppressione delle donne - portando su questo l'esperienza nuova fatta dal Mfpr nel sud.

Altre, riprendendo la necessità di collegare varie realtà, superando i limiti dello sciopero delle donne dell'8 marzo che non è ancora riuscito ad estendersi in tante realtà, hanno proposto di realizzare un'inchiesta dei luoghi di lavoro al servizio di un miglior collegamento delle realtà lavorative. 

Altri interventi, insieme ad un ritorno sulla questione di un nuovo sciopero delle donne, hanno posto la necessità di sviluppare subito una mobilitazione forte contro la politica repressiva, di militarizzazione portata avanti dal governo e dal suo massimo rappresentante, Minniti che porta avanti tagli ai servizi sociali, alle fasce più deboli, ai migranti, e che ai femminicidi e stupri risponde organizzando "sportelli" nelle questure, una politica che è un anello chiave della repressione.
Qui alcune hanno proposto di organizzare per il 4 novembre presidi alle caserme contro la repressione e la militarizzazione. 

Brevi note anche dal Tavolo contro la violenza sulle donne. Qui il dibattito è stato anche in alcuni momenti vivace per le differenze di posizioni. La compagna del Mfpr di Milano, Giovanna, ponendo le ragioni sistemiche, strutturali della violenza sessuale contro le donne, ha criticato la linea di ridurre la lotta a richieste a Stato, Istituzioni.  

Bene sta andando anche, soprattutto nella pausa dell'assemblea, la raccolta firme per la difesa delle condizioni di vita delle prigioniere politiche e la fine del regime del 41bis per Nadia Lioce, per cui le compagne del Mfpr hanno portato e distribuito l'appello. 
(CONTINUA)

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