martedì 6 febbraio 2018

Sindacalisti e operai al processo ILVA - sabato 17 febbraio ore 9 se ne discute, verbali alla mano, alla sede slai cobas via rintone 22 ta - info slaicobasta@gmail.com - 3475301704

Le deposizioni dei sindacalisti 
La scorsa settimana è stata però soprattutto contraddistinta dalle audizione dei sindacati metalmeccanici. Il primo ad essere ascoltato come testimone, è stato Rocco Palombella, segretario generale della Uilm. Il quale ha dichiarato di essere a conoscenza della presenza dei ‘fiduciari’ in Ilva, tanto da averne messo al corrente, secondo la sua versione dei fatti, insieme ad altri sindacalisti, nel lontano 2003 (ma in realtà era il 2005) durante un’audizione della Commissione parlamentare d’inchiesta sugli infortuni sul lavoro, specificatamente sulle morti bianche, svoltasi in Prefettura a Taranto. Successivamente è arrivato il turno di Rosario Rappa, per anni segretario generale della Fiom e responsabile del settore siderurgia, per diversi anni a Taranto in Ilva, tra il 2009 e il 2012. Anche Rappa ha confermato di essere a conoscenza della presenza dei ‘fiduciari’ in Ilva,
dichiarando di sapere dell’esistenza di questo governo ombra, non però per diretta conoscenza ma tramite i racconti e le denunce dei lavoratori e delle RSU della Fiom. Successivamente alla testimonianza di Rappa, cìè stata anche quella di Donato Stefanelli, segretario della Fiom Cgil di Taranto dal 2012 al 2015, che ha dichiarato che all’epoca dei fatti vi era un’usanza particolare utilizzata dalla famiglia Riva: l’elargizione di buoni spesa agli operai come premio alla diminuzione degli infortuni. Così come venivano elargiti, sempre secondo Stefanelli, premi a quegli operai che riuscivano a far ottenere all’azienda degli sconti nelle forniture, senza che questo fosse oggetto di contrattazione sindacale.

L’interrogatorio di Aldo Ranieri
L’udienza dello scorso 31 gennaio, ha visto protagonista il lavoratore Aldo Ranieri, ex sindacalista della Fiom e componente del comitato ‘Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti’, dopo le dichiarazioni rese nell’interrogatorio del 5 ottobre 2015 al Nucleo di polizia tributaria.
Ranieri, che è stato interrogato per più tempo dai legali della difesa che dai pm dell’accusa, si è a lungo soffermato sul fenomeno degli slopping (le tristemente famose nuvole rosse che fuoriescono ancora oggi dalle due acciaierie presenti nell’area a caldo). Secondo la deposizione del lavoratore nel 2006, anno record della produzione dell’Ilva nella gestione dei Riva con 10,2 milioni di tonnellate di acciaio prodotte, entrambe le acciaierie lavoravano con tre convertitori a pieno regime e quattro altiforni in funzione. La produzione nelle acciaierie, ha dichiarato il Ranieri, viaggiava a ritmi impressionati: ogni 30 secondi una colata di ghisa dalla siviera nei convertitori invece dei normali tre minuti di tempo che si utilizzano per svolgere un’operazione del genere. Il tutto a favore ovviamente della produzione. Lo slopping, ha spiegato Ranieri scendendo nei particolari, si verificavano perché i convertitori non veniva girato in direzione della cappa utilizzata per aspirare i fumi, durante la fase di soffiaggio dell’ossigeno all’interno del convertitore che genera ‘il fumo rossastro’. Se tutto fosse stato svolto nei tempi previsti, ha assicurato Ranieri, questi fenomeni si sarebbero potuti evitare. Ranieri ha anche parlato della cattiva gestione delle acque reflue, a volte utilizzate per bagnare le strade o i cumuli di materiale stoccati sulle banchine del porto in concessione ad Ilva. Il lavoratore ha infine citato un evento del 2013, sul quale sporse denuncia presso l’ospedale Testa, denunciando come in assenza dei camion delle ditte che si occupavano della gestione e smaltimento dei rifiuti, tutto il materiale di scarto veniva ‘nascosto’ dentro i nastri trasportatori (che hanno una larghezza e un’altezza di tre metri per tre). Caso ‘strano’, il giorno dopo la denuncia iniziarono le operazioni di liberazione dei nastri.
Infine, anche Ranieri è stato ascoltato sul ruolo dei ‘fiduciari’. Secondo il lavoratore tarantino, tutti e 14mila lavoratori dell’Ilva conoscevano perfettamente nomi e ruoli del ‘governo ombra’. Che negli anni si era anche conquistato un soprannome, da parte dei lavoratori: la chiamavano ‘la proprietà’ ha dichiarato in aula Ranieri. Che ha confermato come i vari Ceriani, Rebaioli, Bessone e Legnani fossero al di sopra di tutto e tutti, anche dei capo reparti e dei capo area che si rimettevano alle loro decisioni.
6-7 febbraio  si torna nuovamente in aula, con le deposizioni di altri 8 testimoni sempre sul ruolo dei ‘fiduciari‘. Poi il 20 e il 21 febbraio prossimi, sarà invece la volta dell’audizione dei medici epidemiologi che redassero la perizia epidemiologica disposta dal gip Todisco nell’ambito dell’incidente probatorio.

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