venerdì 6 aprile 2018

La situazione disastrosa e inammissibile della raccolta differenziata a Taranto richiede la mobilitazione dei lavoratori e dei cittadini dei quartieri - Dall'intervento di una lavoratrice dell'ex Pasquinelli all'assemblea di ieri

In Italia si producono ogni anno 30 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, e per legge già nel 2012 si doveva raggiungere il 65% di raccolta differenziata mentre i dati riportano che siamo intorno al 52%.
Nel 2014 la Corte di Giustizia Europea ha multato l’Italia di 42 milioni di euro ogni sei mesi per avere sparse sul territorio (nazionale) circa 200 discariche non a norma.
A livello locale la raccolta differenziata è ferma a meno del 17% dal 2015.
La responsabilità certo non può essere attribuita come al solito ai cittadini, bensì alle precedenti e attuale amministrazione comunale, perché nessuna ha mai attuato e né ha intenzione di attuarlo seriamente un piano di raccolta differenziata porta a  porta che
sicuramente porterebbe miglioramenti sia all’ambiente sia economici per i cittadini in termini di meno tasse e migliorerebbe anche il grosso problema della disoccupazione perché fatta seriamente, come diciamo ormai da sempre, ci vorrebbero circa 200 operatori per fare una raccolta reale. 
Noi siamo ex operai addetti alla selezione della raccolta differenziata presso l’impianto di
selezione dell’Amiu in contrada “Pasquinelli” situato a ridosso dell’Ilva e dell’Italcave, sito (Amiu) dichiarato dall’arpa Puglia tra i più inquinati sul territorio.
Questo impianto è stato chiuso un anno fa in fretta e furia per, a detta dell’Amiu e del Comune. lavori di revamping, lavori che a distanza di un anno non sono neanche iniziati; mentre noi operai formati ora siamo impiegati per la pulizia di piazze, del verde, un declassamento diciamo. Ma noi lottiamo per riprenderci il nostro lavoro e rientrare così nel ciclo dei rifiuti. 
E da ormai circa 10 anni che siamo i soli a lottare e a proporre questo progetto, un progetto di raccolta differenziata porta a porta estesa in tutti i quartieri; è per questo che siamo stati formati con soldi pubblici nel piano della raccolta differenziata ed abbiamo dimostrato con lo start up nel 2012 nei quartieri Lama-San Vito, all’epoca eseguito con la ditta Castiglia, che il porta a porta aveva in poco tempo raggiunto percentuali molto soddisfacenti, anche con la grande partecipazione e collaborazione dei residenti. Ma dopo lo start up, invece di proseguire ed estendere, la raccolta passò nelle mani dell’azienda municipalizzata Amiu con conseguente fallimento, dimostrato poi dalle percentuali attuali.
L’assessore all’ambiente e vicesindaco De Franchi pochi giorni fa ha dichiarato che “da metà aprile ci sarà una rivoluzione per quanto riguarda la raccolta differenziata che subirà un'accelerazione che si alimenterà su una migliore organizzazione ed erogazione dell’attuale servizio e su una più incisività verso chi violerà le norme”, e che ove possibile si attuerà il porta a porta ove non è possibile invece si adopererà il sistema del punto di raccolta. Tramite bando di gara poi è stato assegnato ad una società romana la Esper la direzione per il controllo e l’esecuzione del contratto di servizio tra Comune ed Amiu".
Quindi, possiamo dire che anche questa amministrazione non ha intenzione di fare un progetto serio di raccolta, ma addirittura si vuole ridurre il porta a porta a S.Vito per sostituirlo con la raccolta mista. Col l'altro paradosso che mentre a S. Giorgio il Comune, con una percentuale di raccolta al 69,5%, premia i cittadini più virtuosi con una somma di 20.000 euro che saranno distribuiti nella tari, a Taranto il Comune si vanta di aver applicato nei primi mesi di quest'anno 80 multe ai cittadini, oltre l'aumento delle tasse.

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