mercoledì 25 aprile 2018

La trattativa Ilva al Mise: ArcelorMittal dispone e i sindacati agiscono di rimessa

Continua il 26 aprile la trattativa al Mise con ArcelorMittal, e si comincerà a parlare degli esuberi.

In questi due incontri al centro della discussione c'è stata la questione salariale e della contrattazione aziendale, che la Mittal vuole ridisegnare al ribasso. Ieri ha presentato una proposta sul possibile schema del futuro Premio di risultato (PdR) ed i principi che lo dovrebbero disciplinare, nella logica di una sua corresponsione secondo criteri gestiti dall'azienda. La Mittal vorrebbe legare i premi di risultato al raggiungimento dell’Ebit positivo, questo significa che per tre anni non ci sarebbe nessun premio, mentre l'attuale sistema di premio è legato ai volumi di produzione.

Per il Mise però tutto procede bene: “Oggi abbiamo comunque fatto un passo avanti. - ha detto la Bellanova - Finalmente è stata raggiunta una convergenza per la parte che riguarda la parte di salario fisso, non solo quella riguardante il Ccnl ma anche la parta fissa relativa al contratto aziendale di secondo livello. Rimane invece ancora aperto un punto che riguarda il salario variabile“. Il 26 - ha aggiunto - speriamo di cominciare a discutere più nel merito per quanto riguardano gli organici"

Per Fiom Cgil, Fim Cisl, Uilm ed Usb, unitariamente, danno un giudizio positivo per i risultati
raggiunti sulla parte fissa del salario e sugli elementi di secondo livello aziendali fissi; sulla parte variabile dicono: Arcelor Mittal continua a non scostarsi dall’impostazione illustrata ieri alle organizzazioni sindacali se non sulla conferma di una parte della contrattazione di secondo livello sulle voci di PRE, PRO e Premio di Produzione. Rimangono distanti le posizioni sul PDR sulle quali, alla proposta aziendale di modifica del sistema di calcolo con l’introduzione di parametri penalizzanti, il sindacato ha ribadito in maniera unitaria la sua contrarietà“.
I sindacati hannop detto che proporranno un loro schema di soluzione.

Sugli esuberi, invece, i sindacati hanno chiesto la documentazione ai Commissari relativa ai "riferimenti giuridici sulla discontinuità per poter effettuare le opportune verifiche tecniche legali circa l’obbligo di discontinuità contrattuale per i lavoratori che saranno riassunti”.
Ma i sindacati sanno benissimo che i riferimenti normativi a favore dell'azienda, come di tutti i padroni, stanno eccome, e si chiamano Jobs act; e fare un discorso di "verifica" porterebbe inevitabilmente ad avallare la divisione degli operai in serie A e serie B.
Come spiega Bentivogli Fim/Cisl, dire No ai licenziamenti non significa affatto garanzia per tutti dell'assunzione nella AmInvestco, ma "offrire opportunità per tutti quanti lavoratori e fare un piano di sviluppo adeguato“   

Hanno poi annunciato di voler convocare un consiglio di fabbrica unitario delle RSU per mercoledì 2 maggio, a cui seguiranno le assemblee dei lavoratori. Tutto dopo, quindi, che già ci sarà stata uno schema di intesa.

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