mercoledì 2 maggio 2018

1° maggio rosso e operaio a Taranto - nel 200° anniversario della nascita di Marx

La lettura e la discussione del messaggio internazionalista del 1° Maggio, firmato da varie organizzazioni e partiti comunisti marxisti-leninisti-maoisti, dall'Italia, all'Afghanistan, alla Tunisia, dalla Galizia al Canada, dall'India al Nepal, alla Colombia, ecc, e pubblicato in vari siti a livello mondiale, è stata ieri il centro dell'incontro organizzato dal circolo proletari comunisti di operai, lavoratrici, compagni.

Il 1° maggio quest'anno è caratterizzato dal 200° anniversario della nascita di Marx. E mai come oggi il marxismo è l'arma dei proletari per analizzare la situazione, dal mondo, all'Italia, fino a ciò che succede a Taranto, e per capire come agire.
Mai come oggi dalla realtà della nostra città come nei paesi dell'India, dell'Africa, in Cina, ecc. si
conferma il ruolo della classe operaia - delineato da Marx - come direzione delle masse per la rivoluzione che rovesci questo sistema di sfruttamento e oppressione e istauri una nuova società, socialista.
E' negare questo parlare di "popolo" generico, senza classi, nei paesi imperialisti come il nostro, come non vedere i cambiamenti che nei paesi oppressi portano all'enorme espansione di una nuova grande classe operaia.

In questo 1° Maggio, nel 200° anniversario di Marx, i comunisti devono affermare chiaro che l'unica classe rivoluzionaria è la classe operaia. Essa deve unire tutti gli altri strati del popolo, anch'essi oppressi e attaccati. Senza il ruolo della classe operaia la lotta non ha obiettivi chiari o si degenera, o altri, delle altre classi e con altri interessi, prendono la direzione della lotta.

Marx - è stato inoltre detto - permette di analizzare nel modo giusto la realtà.
La stessa situazione all'Ilva, con la Mittal, possiamo dire che Marx l'aveva già spiegata quando ha analizzato le crisi del capitale. Anche la guerra dell'acciaio, in cui l'Ilva è pienamente interna, è frutto della crisi di sovrapproduzione spiegata da Marx - sovrapproduzione non nel senso che si produce troppo per i bisogni delle masse, dei popoli, ma che si produce troppo per poter mantenere alto i profitti dei capitalisti; pertanto la merce viene distrutta perchè non può essere venduta al solo scopo di ricavarne profitto.
Per uscire o salvarsi dalla crisi i capitalisti più forti portano avanti una acuta concorrenza, una dura guerra commerciale per accaparrarsi nuovi mercati o estendere quelli già esistenti. Ed è quello che vuole fare Mittal con l'acquisizione del più grande stabilimento siderurgico d'Europa
La crisi mostra in maniera chiara che i rapporti di produzione capitalisti sono sempre più un freno allo sviluppo delle forze produttive.
Ma la produzione è tutta prodotta dalle mani della classe operaia, gli altri lavoratori, occupati nei settori della circolazione, della vendita, ecc sono necessari al capitale per realizzare la vendita del prodotto e quindi realizzare il plusvalore, ma chi ha prodotto quel plusvalore sono gli operai.
Questa - è stato detto nell'incontro del 1° Maggio - è una "legge" oggettiva. Non dipende, non conta ciò che pensa il singolo operaio, nè un insieme di operai, conta il ruolo che hanno gli operai come classe. D'altra parte è la lotta, la lotta però di classe, che cambia in poco tempo la situazione prima esistente, che cambia il modo di pensare, le idee.

Un brindisi ha concluso questa festa del 1°Maggio!

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