mercoledì 2 maggio 2018

Ilva - Fiom, Fim, Uilm, Usb nel consiglio di fabbrica di oggi, prendono tempo - troppo - per avviare la lotta

 Tempi lunghi per la lotta...

Il 9 partiranno le assemblee e dopo, se queste lo decideranno, potrebbero esserci "iniziative di mobilitazione".

I tempi sembrano soprattutto funzionali alla speranza, legata all'azione del governo, che Mittal faccia un passo indietro.

Ma senza uno sciopero grande e prolungato, una lotta che non si fermi fino a risultati, non ci può essere l'assunzione per tutti in Mittal senza operai di serie A e B, la difesa di tutti i posti di lavoro nell'appalto, la difesa di tutte le voci salariali, dei diritti e bonifiche reali dentro e fuori con tempi rapidi. Se la trattativa si riaprirà, vi saranno alcune limature ma non quello che vogliono i lavoratori. 

D'altra parte la Bellanova proprio il 1° Maggio ha detto che Mittal deve rispettare l'accordo. Ma l'accordo parla di operai occupati in AMinvestco e operai che restano all'amministrazione straordinaria per fare le bonifiche e di uso di ammortizzatori sociali...

Il rinvio della mobilitazione è una carta regalata alla Mittal, in una situazione in cui, invece, gli operai potrebbero stare in una posizione di forza - perchè, ripetiamo, la Mittal nella guerra dell'acciaio a livello mondiale, vuole eccome acquisire l'Ilva, la più grande fabbrica siderurgica a ciclo integrale in Europa. 

Senza la lotta degli operai che devono sulla salute e ambiente unire e unirsi alla popolazione di taranto, Mittal usa ricatti e false minacce.

Sulle assemblee, poi, è un pò strana tutta questa "democrazia"da parte dei sindacati. Quando, in tutti questi mesi, c'era bisogno di assemblee non sono state fatte, ora che c'è bisogno della lotta, si fanno.

Lo sciopero alle acciaierie, il suo risultato, ha mostrato che gli operai sono disponibili a scendere in lotta.

(dal Corriere di Taranto)

Si è riunito oggi il Consiglio di fabbrica dell’Ilva dopo la conferma degli esuberi e la sospensione della trattativa sindacale

I sindacati chiedono incontro con le istituzioni e la modifica della proposta di ArcelorMittal in materia di organici e salari. A partire dal 9 maggio saranno stabilite le iniziative di mobilitazione
“Per riprendere il dialogo è necessaria una radicale modifica dell’impostazione da parte di Mittal in materia di organici e salari”. E’ la posizione assunta dal consiglio di fabbrica di Fim, Fiom, Uilm e Usb che si è riunito oggi nello stabilimento Ilva di Taranto dopo la conferma degli esuberi e la sospensione della trattativa sindacale.
“Tutti i lavoratori - sottolineano Fim, Fiom, Uilm e Usb - siano assunti alle stesse condizioni economiche e normative”. Il colosso franco-indiano (controllante di Am InvestCo Italy, la newco candidata ad acquisire l’Ilva) ha ribadito la volontà di partire da 10mila lavoratori per arrivare a 8.480 nel 2023, mentre le organizzazioni sindacali pretendono che l’occupazione sia garantita a tutti i 14mila dipendenti. Da mercoledì 9 maggio seguiranno le assemblee con i lavoratori “a valle delle quali – concludono le organizzazioni sindacali – saranno stabilite le iniziative di mobilitazione. Ribadiamo con forza al Governo e a Mittal che il loro contratto non è la nostra trattativa”.

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