“Tutte le decisioni sull’Ilva saranno prese col massimo della responsabilità”, ha per esempio affermato il ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio, a ‘Rtl’, aggiungendo che nei giorni scorsi ha incontrato i commissari mentre “nei prossimi giorni procederò con altri incontri con i sindacati, il sindaco di Taranto, il prefetto, le associazioni che rivendicano il diritto alla salute, incontrerò il Codacons e tutte quelle parti che fanno parte di questa vertenza”. “I cittadini di Taranto hanno il diritto di respirare un’aria pulita”, ha sottolineato Di Maio, quindi dando fiato ai tanti che sperano in una chiusura progressiva dello stabilimento, usando più o meno le stesse parole vergate nel ‘contratto’ di governo tra pentastellati e Lega.
Fatto sta che queste frasi di Di Maio stridono con quelle del ministro del Turismo, Gian Marco
Centinaio (Lega), riportate dalla ‘Stampa‘ in una sua intervista. Centinaio è intervenuto sull’ipotesi di Beppe Grillo di convertire lo stabilimento siderurgico in un centro di attrazione turistica. “Ci sono altre località da valorizzare”, sostiene Centinaio, che poi ha aggiunto: “L’Ilva deve continuare a essere un sito produttivo. Io non andrei a passare le mie vacanze lì”. E bravo il ministro, mica fesso! L’idea di Beppe Grillo, in sostanza, scrive la ‘Stampa’, di convertire lo stabilimento siderurgico più grande d’Europa in un grande centro di attrazione turistica non convince il ministro della Lega: “Io non andrei a passare le mie vacanze lì – dice – a meno che non farne una grande Eurodisney, ma servirebbero una quantità di fondi privati. In Italia ci sono decine di località da valorizzare e io vorrei concentrare lì le risorse per la valorizzazione”.
E continua così la storia infinita di un’azienda in piena crisi, il cui futuro è incertissimo e che pone serissimi problemi – come ormai da anni – a un territorio già impoverito e che sta sgomitando pur di rompere l’accerchiamento di una politica che non riesce proprio a decidere. Aspettiamoci nuove puntate, signori!