mercoledì 6 giugno 2018

Dalla vicenda dei migranti allontanati dal Gill Hotel di Grottaglie la necessità di riprendere con decisione la lotta

Avevamo già scritto su questo blog del tentativo, il 24 maggio scorso, di allontanare dal centro di accoglienza al Gill Hotel di Grottaglie, gestito dalla Associazione Salam, 4 migranti, cui era stato riconosciuto il diritto alla protezione e il permesso di soggiorno per ragioni umanitarie.
Questi, come tutti gli altri migranti  affidati a questa Associazione, non ricevono il pocket money da 3 mesi, uno di loro e in credito verso l'Associazione anche di un mese di retribuzione per del lavoro prestato. L'uscita dal Gill Hotel, in questa situazione, significa essere abbandonati, senza né cibo, nè alloggio, né risorse per procurarseli, in spregio al diritto alla protezione che pure gli è stato riconoscuto.
Abbiamo richiesto l'intervento della Prefettura per sospendere l'allontanamento almeno fino a quando ai migranti non saranno corrisposte tutte le spettanze loro dovute e trovare una soluzione per assegnarli a uno SPRAR o altra struttura di seconda accoglienza.
Per una settimana è sembrato che il tentativo fosse rientrato, in realtà abbiamo poi saputo che fin da allora ai 4 era stata sospesa la somministrazione dei pasti.
Ma il 4 giugno la polizia è tornata al centro e allontanato d'autorità i 4, che ora sono fuori dall'Hotel, privati anche delle loro poche cose, rimaste chiuse a chiave nelle loro stanze.
Prefettura, Polizia e Associazione si rimbalzano la reponsablità di questo ulteriore intervento.
Siamo intervenuti nuovamente, per sollecitare una soluzione, ma  tutti dicono di aver già fatto quanto potevano e dovevano.
In realtà li riteniamo tutti corresponsabili di una inaccettabile ingiustizia!

È inaccettabile
che un'Associazione, che pure non lesina gli sforzi per imbarcarsi in costose operazioni commericiali
e d'immagine, a livello nazionale e internazionale, non trovi i mezzi per pagare puntualmente ai migranti ad essa affidati la miseria di 2.5 euro al giorno che è l'unica risorsa su cui possono contare e scarichi sui migranti le sue difficoltà finanziarie.

È inaccettabile
che la Prefettura  prenda a pretesto nuove e contraddittorie disposizioni ministeriali sulla documentazione dei costi per sospendere i pagamenti alle Associazioni  che gestiscono l'accoglienza, nonostante i fondi siano disponibili, e si preoccupi solo del rispetto dei termini dei periodi di accoglienza dei migranti, senza provvedere fattivamente a garantire loro il diritto alla protezione, anche quando riconosciuto.

È inaccettabile
che la Polizia operi bucraticamente, senza tener conto delle conseguenze gravi delle loro azioni per le persone coinvolte.

Gli operatori dell'associazione Babele, nella manifestazione di qualche giorno fa si domandavano c'è ci sia un disegno politico dietro la situazione di difficoltà in cui tutti gli operatori dell'accoglienza sono costretti.


È ben chiaro - rispondiamo noi - che dietro i ritardi nei pagamenti, l'inopinato attivismo della polizia c'è il segno politico del nuovo governo e in particolare del ministro degli Interni, con i suoi quotidiani proclami, che fanno del problema dell'immigrazione il volano di una politica interna ed estera aggressiva, razzista e reazionaria, avviata da Minniti.
Per questo occorre chiamare tutti i migranti, gli antirazzisti, a riprendere la mobilitazione e la lotta per fermare questo disegno; una lotta in cui i migranti siano il soggetto centrale!

La iniziamo a fare a partire da una assemblea in cui annunceremo nuove iniziative giovedi 7 giugno ore 18 presso la sede dello Slai cobas per il sindacato di classe, via Rintone 22.

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