Prima informativa
Dopo lo sciopero rituale di ieri di fim-fiom-uilm per la morte del giovane operaio che riesce parzialmente;
dopo una serata organizzata dal Comitato liberi e pensanti di assemblea e assedio della sede dei sindacati confederali protetta da Digos e polizia, in cui la rappresentante dello Slai cobas per il sindacato di classe interviene per proporre la organizzazione di uno sciopero autorganizzato,
oggi all'Ilva è successo qualcosa di importante. L'USB proclama un nuovo sciopero dalle 7 di questa mattina fino alle 7 di sabato e gli operai in gran parte del Mof, reparto a cui appartiene Claudio Masella, l'operaio morto, vi partecipano, ad essi si uniscono operai di molti altri reparti. Più di 200 operai bloccano la portineria A, con vivace confronto-scontro con molti operai che non vi partecipano, chi da destra, chi con pezzi di argomentazioni giuste ma sbagliando, anche perchè lo vede ancora non ben organizzato - lo Slai cobas per il sindacato di classe dice "serve uno sciopero di tutti organizzato da tutti per fermare realmente lo stabilimento", ma a questo punto è bene che si cominci, e sostiene lo sciopero.
Gli operai sostengono con grande tensione impegno e combattività lo sciopero, il mof reparto importante
della fabbrica viene messo in crisi, gli operai denunciano la situazione che ha provocato la morte del giovane operaio così come un accordo sindacale del 2010 da essi contestato che ne ha creato le condizioni, permettendo all'azienda di far lavorare un solo operaio lì dove prima ne operavano 3, mettendo, come è successo ieri a rischio anche la vita degli operai.
Dopo un ora di picchettaggio e assemblea, i lavoratori si dirigono alla Direzione, sbarrata dall'azienda e la assediano, chiedono di incontrare i responsabili del reparto mof, ma l'azienda pretende che solo gli operai del mof entrino in fabbrica ad uno ad uno con tanto di tesserino per incontrare i responsabili, proposta respinta: "o tutti dentro all'incontro o l'incontro si fa fuori', l'azienda non accetta e spalleggiata dai sindacati fim-fiom-uilm scatena terrorismo psicologico all'interno tra i lavoratori, contro lo sciopero considerato illegittimo e non coperto, contro l'USB da non riconoscere; alcuni sindacalisti di passaggio vengono duramente contestati, la situazione non si sblocca, arriva la Digos ma gli operai non si piegano. I coordinatori Slai cobas sono costantemente presenti e aiutano e sostengono lo sciopero, si crea un rapporto aperto e unitario, corretto e sentito, apprezzato dai lavoratori.
Gli operai dopo ore di questo braccio di ferro, decidono di raggiungere la Prefettura presidiata dalla polizia in assetto antisommossa e chiedono di incontrare il Prefetto per denunciare l'Ilva e il suo attacco alla salute e alla vita degli operai e l'attacco al diritto di sciopero e alla libertà di scelta sindacale dei lavoratori. L'incontro avverrà dopo molto tempo e con il solo capo di gabinetto.
Intanto tra gli operai è forte il dibattito- alcuni del mof insistono per incontrare comunque i responsabili del loro reparto e comincia un braccio di ferro telefonico in cui l'azienda insiste per incontrare solo gli operai del
reparto, senza gli altri lavoratori in sciopero e senza l'USB e il suo rappresentante Rizzo, chiaramente per delegittimare il sindacato e lo sciopero e cercare per l'ennesima volta di prendere per il c. gli operai; gli operai respingono il ricatto, l'azienda si dichiara disponibile a incontrare gli operai del mof con uno di essi iscritto all'Usb, rappresentati però dal sindacalista della fim del reparto, comunque presente alla lotta. Anche questa proposta non è accettabile, ma lascia strascichi di divisione tra gli operai.
Gli operai decidono di andare all'obitorio per salutare ancora una volta l'operaio morto e la sua famiglia e di procedere con lo sciopero e la denuncia alla Procura.
La situazione resta quindi calda.
Lo slai cobas per il sindacato di classe decide comunque di contribuire allo sciopero che continua, aderendovi e denunciando l'accordo sindacale sotto accusa.
mercoledì 31 ottobre 2012
martedì 30 ottobre 2012
Ilva taranto.. una giornata di sciopero, una giornata di lotta ma anche rabbia, protesta, organizzazione
cordoglio degli amici sulla bacheca Facebook di Claudio Marsella, l'operaio morto nello stabilimento Ilva mentre stava lavorando nell'area della ferrovia. Tra i ricordi, anche quello dei colleghi: "Non eri solo un collega, un grande amico. Per me eri come un fratello con cui mi confidavo con cui condividevo gioie e dolori quando ci si Incontrava a cambio turno". Così scrive un compagno di lavoro del ragazzo di 29 anni, nel giorno in cui la "fabbrica del veleni" sott'accusa per disastro ambientale conosce una nuova tragedia -
uno sciopero immediato indetto da fim-fiom uilm fino alle 7 di domattina.. con adesione dello slai cobas per il sindacato di classema i sindacalisti non si presentano alle portinerie, gli operai del comitato cittadino liberi e pensanti protestano sotto la prefettura e al secondo turno alle portinerie a incitare allo sciopero - così come fa lo slai cobas - buona riuscita sopratutto al mof e alla portineria D, un po'meno altrove, ma molte e concitate discussioni - in serata presidio-assedio di un centinaio di operai alla sede di fim-fiom-uilm difesa da digos e polizia con momenti di tensione, indetta dal Comitato
assemblea operaia improvvisata con discussione sul da farsi- intervento di margherita per lo slai cobas che propone anche in questa occasione uno sciopero autorganizzato
la lotta continua domani con un presidio operaio di massa per fare appello a tutti gli operai a uno sciopero autorganizzato per i prossimi giorni
un giovane operaio è morto -basta morti in fabbrica e in città- lotta a fondo e fino alla fine per un lavoro sicuro e una vita salvaguardata e tutelata !
la slai cobas per il sindacato di classe ilva taranto esprime dolore e rabbia per la morte di Claudio Masella un giovane operaio di 29 anni, originario di mesagne ma residente a oria, rimasto schiacciato durante le operazioni di aggancio di un carro ferroviario, esprimiamo le nostre condoglianze alla famiglia e il fermo impegno per mettere fine a questa strage senza fine
la morte di un altro giovane operaio al MOF conferma ancora una volta come all'ilva la sicurezza non è tutelata e che la vita degli operai è constantemente a rischio,
ora erano circa tre anni che in fabbrica non vi erano stati morti e questo poteva far pensare che c'era stato un miglioramento
lo slai cobas per il sindacato di classe, non aveva mai smesso di denunciare le condizioni di rischio e insicurezza che permanevano e che erano costantemente riproposte da esplosioni, incendi e ad altri fatti quotidiani in fabbrica
sono anni che proponiamo una postazione fissa e permanente in fabbrica di Ispettorato del Lavoro e asl, che possa funzionare da deterenza e stimolo all'azienda a osservare strettamente le norme, che possa essere un riferimento quotidiano per operai e delegati che vogliamo denunciare fatti e circostanze, che possa essere un pronto intervento quando questo avviene
lo slai cobas per il sindacato di classe ha proposto di aumentare i poteri degli rls, di farli eleggere non su liste sindacali, ma con libertà dei lavoratori in cui tutti fossero elettori ed eletti
lo slai cobas per il sindacato di classe si è esposto e ha denunciato 'Riva assassino' e subendo un processo per questo
sindacati confederali e istituzioni ci hanno lasciato soli in questa battaglia anzi palombella e fiusco hanno denunciato noi invece che l'azienda..gli operai non hanno avuto la forza e il coraggio di ribellarsi e imporre in fabbrica la presenza attiva e forte dello slai cobas nonostante gli ostacoli posti da azienda e sindacati confederali
ora però quello che serve e fare ora quello che non si è fatto in questi anni e farlo subito sulla sicurezza come sulla messa a norma dello stabilimento, come sugli interessi di classe degli operai cambio tuta,contratto siderurgico ecc.
quello che stiamo proponendo è uno sciopero generale all'ilva di tutti gli operaida farsi in questo meseuno sciopero autorganizzato a cui i sindacati che vogliano aderiscano , uno sciopero senza soluzione di continuità fino a fatti e risultati concreti e che porti gli operai alla testa della lotta di tutta la città non per chiudere la fabbrica ma per mantenerla aperta, ma per un lavoro sicuro e una fabbrica risanata contro RIVA e i suoi uomini e che metta fine al maledetto collaborazionismo sindacale e all'aziendalismo che ora si dimostrano un cancro e un danno che produce
morte in fabbrica e fuori e che compromette la vita futura della fabbrica e del lavoro
slai cobas per il sindacato di classe
via rintone 22 taranto
cobasta@libero.it
347-5301704
30 ottobre 2012
la morte di un altro giovane operaio al MOF conferma ancora una volta come all'ilva la sicurezza non è tutelata e che la vita degli operai è constantemente a rischio,
ora erano circa tre anni che in fabbrica non vi erano stati morti e questo poteva far pensare che c'era stato un miglioramento
lo slai cobas per il sindacato di classe, non aveva mai smesso di denunciare le condizioni di rischio e insicurezza che permanevano e che erano costantemente riproposte da esplosioni, incendi e ad altri fatti quotidiani in fabbrica
sono anni che proponiamo una postazione fissa e permanente in fabbrica di Ispettorato del Lavoro e asl, che possa funzionare da deterenza e stimolo all'azienda a osservare strettamente le norme, che possa essere un riferimento quotidiano per operai e delegati che vogliamo denunciare fatti e circostanze, che possa essere un pronto intervento quando questo avviene
lo slai cobas per il sindacato di classe ha proposto di aumentare i poteri degli rls, di farli eleggere non su liste sindacali, ma con libertà dei lavoratori in cui tutti fossero elettori ed eletti
lo slai cobas per il sindacato di classe si è esposto e ha denunciato 'Riva assassino' e subendo un processo per questo
sindacati confederali e istituzioni ci hanno lasciato soli in questa battaglia anzi palombella e fiusco hanno denunciato noi invece che l'azienda..gli operai non hanno avuto la forza e il coraggio di ribellarsi e imporre in fabbrica la presenza attiva e forte dello slai cobas nonostante gli ostacoli posti da azienda e sindacati confederali
ora però quello che serve e fare ora quello che non si è fatto in questi anni e farlo subito sulla sicurezza come sulla messa a norma dello stabilimento, come sugli interessi di classe degli operai cambio tuta,contratto siderurgico ecc.
quello che stiamo proponendo è uno sciopero generale all'ilva di tutti gli operaida farsi in questo meseuno sciopero autorganizzato a cui i sindacati che vogliano aderiscano , uno sciopero senza soluzione di continuità fino a fatti e risultati concreti e che porti gli operai alla testa della lotta di tutta la città non per chiudere la fabbrica ma per mantenerla aperta, ma per un lavoro sicuro e una fabbrica risanata contro RIVA e i suoi uomini e che metta fine al maledetto collaborazionismo sindacale e all'aziendalismo che ora si dimostrano un cancro e un danno che produce
morte in fabbrica e fuori e che compromette la vita futura della fabbrica e del lavoro
slai cobas per il sindacato di classe
via rintone 22 taranto
cobasta@libero.it
347-5301704
30 ottobre 2012
Riva assassino ! ancora un giovane operaio Ilva muore al porto
Schiacciato da locomotore muore giovane operaio all'Ilva tutte le organizzazioni sindacali hanno indetto lo sciopero da questa mattina fino alle 7 di domattina lo slai cobas per il sindacato di classe da giorni propone lo sciopero generale per difendere la sicurezza sul posto di lavoro e la salute in fabbrica e in città contro padron riva e lo stato dei padroni | |
la rete nazionale per la sicurezza sui posti di lavoro ha deciso un convegno nazionale sull'ilva a taranto il 7 dicembre |
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TARANTO
– Un giovane operaio dell’Ilva, Claudio Marsella di 29 anni,
locomotorista, è morto mentre era al lavoro nello stabilimento di
Taranto. Il corpo è stato trovato ai piedi di un locomotore nei pressi
di uno dei moli interni al recinto dello stabilimento. Sono in corso
accertamenti sulle cause della morte, ma probabilmente l'uomo è rimasgto
schiacciato dal locomotore. Uno sciopero immediato è stato proclamato
dai sindacati all’Ilva di Taranto dopo che si è diffusa la notizia della
morte di un giovane operaio locomotorista. Rappresentanti sindacali
incontreranno a breve la dirigenza aziendale. L'azienda ha bloccato le
attività in segno di lutto L'OPERAIO SCHIACCIATO DAL LOCOMOTOREL'operaio dell’Ilva morto questa mattina nel reparto Mof (Movimento ferroviario) è rimasto schiacciato durante le operazioni di aggancio della motrice ai vagoni, riportando lesioni al torace e la frattura del femore. A soccorrere il 29enne Claudio Marsella sono stati alcuni colleghi. Le sue condizioni erano già molto gravi all’arrivo dell’ambulanza del 118, che ha trasportato l’operaio in ospedale. Marsella è deceduto poco dopo il ricovero. Giovane operaio muore all'Ilva di Taranto. Sospesa l'attività L'Ilva sospende le attività del primo turno nello stabilimento
Tragedia sul lavoro all'Ilva di Taranto:
operaio trovato morto ai piedi di un locomotore.
che ha causato la morte di un operaio in forza al reparto movimento ferroviario.
" E' l'ennesima giovanissima vittima di un sistema produttivo che
considera il lavoro un costo e gli operai carne
da macello''. Ad affermarlo in una nota e' il segretario nazionale di Rifondazione comunista - Fds, Paolo Ferrero, commentando l'incidente sul lavoro a Taranto. LA TRAGEDIA
Ilva,
muore un operaio di 29 anni
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lunedì 29 ottobre 2012
tamburi e paolo vi.. quartieri dove si muore di più..trasformiamoli in quartieri dove si lotta di più per salute e lavoro!
Tamburi e Paolo VI quartieri dove si muore di più |
ROMA
– Nei quartieri Tamburi, Borgo e Paolo VI di Taranto si registra “una
mortalità totale più elevata”, con “eccessi compresi tra 20% e il 400%” per varie patologie e con una “tendenza a uno stato di salute peggiore nei soggetti di livello socio economico basso”. Il dato emerge da un nuovo studio in via di pubblicazione sulla rivista 'Epidemiologia e Prevenzione. Lo studio, si legge nell’introduzione, “è stato condotto nel quadro di un incidente probatorio ordinato dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Taranto”. In particolare, rileva l’indagine, i quartieri di Tamburi, Borgo e Paolo VI “hanno mostrato una mortalità totale più elevata rispetto al riferimento”. Il differenziale maggiore nei maschi è stato osservato a Paolo VI con “eccessi importanti per tumori maligni (+42%), tra cui pancreas e polmone, malattie cardiovascolari, respiratorie e del sistema digestivo”. Nel quartiere Tamburi si è riscontrato un eccesso di tumori maligni nei maschi (specie la prostata) e di malattie cardiovascolari, specie l’infarto del miocardio. Nelle donne del quartiere Paolo VI, gli eccessi sono dovuti alle patologie tumorali, in particolare del fegato, e alle malattie cardiovascolari e dell’apparato digerente. Inoltre sono risultati molto elevati nel quartiere Tamburi, si legge nello studio, gli eccessi per cause cardiovascolari e malattie renali nelle donne. I dati indicano dunque chiaramente, si sottolinea nella rilevazione, “Tamburi e Paolo VI come i quartieri in cui lo stato di salute della popolazione è più compromesso, con eccessi compresi tra 20% e il 400% rispetto al riferimento considerato”. |
prima i buoi scappano e poi Clini chiude il recinto
Ilva, un ufficio del ministero si occuperà a Taranto di verificare procedure Aia |
Risorse correlate
TARANTO
- Un ufficio distaccato dell’Istituto Superiore per la Protezione e la
Ricerca Ambientale per verificare se, come e quando l’Ilva si adeguerà
alle prescrizioni previste dalla nuova Autorizzazione integrata
ambientale. È la mossa alla quale sta lavorando il ministro per
l’Ambiente Corrado Clini allo scopo di rispondere a quanti, nei mesi
scorsi ma anche più di recente, hanno denunciato che la vecchia Aia
oltre ad essere tutt’altro che restrittiva, conteneva prescrizioni alle
quali l’Ilva si è sottratta senza che nessuno glielo contestasse
formalmente. Il ministero ha contattato la Provincia, ottenendo la
disponibilità di alcuni uffici nella sede principale di via Anfiteatro e
così nelle prossime ore protrebbe giungere l’annuncio dell’aper tura di
una sede, per almeno un paio di anni, dell’Ispra in riva allo Jonio.A tenere i collegamenti con Clini è l’assessore provinciale Giampiero Mancarelli, delegato all’ambiente da nemmeno due mesi e nominato anche nel gruppo istruttore che ha firmato l’Aia per l’Ilva. «Stiamo facendo tutto il possibile per offrire un quadro di certezze a tutti i protagonisti della vicenda - dice Mancarelli - che ha ricadute di tantissimi tipi non solo a Taranto me in tutta Italia. Voglio ricordare che l’Aia prevede immediatamente la produzione dello stabilimento limitata a 8 milioni di tonnellate di acciaio l’anno, la fermata e rifacimento dell’altoforno 1, l’adeguamento degli altoforni 2 e 4, la fermata e il rifacimento delle batterie 3-4-5-6 della cokeria, l’adeguamento delle batterie 9 e 10. Ora tocca all’Ilva fare la sua parte. È inutile indugiare in tatticismi, mi aspetto che il gruppo Riva convochi quanto prima un consiglio di amministrazione e metta a disposizione le somme necessarie per adempiere alle prescrizioni previste dall’Aia. Stanziati i fondi, vanno firmati i contratti con le ditte che dovranno occuparsi dei lavori. Dopo, con tutta questa documentazione in mano, si potrà andare in Procura per chiedere il dissequestro degli impianti. Farlo prima, senza un impegno concreto e certificabile, non ha senso. L’Aia consente all’Ilva di fare un salto nel futuro garantendo salute, ambiente e lavoro per la terra ionica. Ora all’I l va spetta il compito di investire e credere nella sua eco-compatibilità». Mancarelli oggi pomeriggio incontrerà in Provincia le associazioni ambientaliste. «Dobbiamo fare tutti assieme il punto della situazione e cercare una sintesi in grado di superare vecchie e nuove divisioni. Abbiamo bisogno di unità, speranze e futuro, non di polemiche». |
riva, figlio e capogrosso.. stanno bene dove stanno sono 'pervicaci' nei reati e 'indifferenti rispettio alla legge'
Rigettato ricorso restano ai domiciliari i Riva e direttore Ilva |
Risorse correlate
TARANTO
– Restano agli arresti domiciliari Emilio Riva, il figlio Nicola e l’ex
direttore dello stabilimento Ilva di Taranto Luigi Capogrosso, accusati
di disastro ambientale. Il Tribunale del Riesame ha rigettato i ricorsi
presentati contro il secondo 'no' del gip alla richiesta di rimessione
in libertà da parte della difesa.Emilio Riva, il figlio Nicola e Luigi Capogrosso sono agli arresti domiciliari dal 26 luglio scorso nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Taranto per disastro ambientale a carico dell’Ilva. Per quanto si è appreso, i giudici del Tribunale del Riesame, nel respingere i ricorsi dei difensori dei tre indagati, ha confermato la sussistenza sia delle esigenze cautelari che del pericolo di reiterazione del reato. Sempre dal 26 luglio sono sotto sequestro, senza facoltà d’uso, gli impianti dell’area a caldo del Siderurgico tarantino. Emilio Riva e il figlio Nicola hanno dimostrato «pervicacia» nella commissione dei gravi reati contestati e questo «rende evidente il rischio dell’allestimento ed organizzazione di ulteriori analoghe attività illecite presso altri contesti industriali, ai quali essi potrebbero avere agevole accesso attraverso altre società controllate dal gruppo Riva Fire». Lo scrivono i giudici del Tribunale di Taranto motivando il pericolo di reiterazione da parte dei due Riva, indagati per disastro ambientale, e quindi confermando la misura degli arresti domiciliari nei loro confronti. La circostanza che si sia dimesso dall’Ilva il 28 settembre scorso «non esclude tuttavia che continui a mantenere condotte antigiuridiche aventi lo stesso rilievo e offensive della stessa categoria di beni e valori di appartenenza del reato commesso». Lo scrivono i giudici del Tribunale di Taranto motivando il rigetto della richiesta di rimessione in libertà per Luigi Capogrosso, ex direttore dello stabilimento Ilva di Taranto, agli arresti domiciliari dal 26 luglio nell’ambito dell’inchiesta per disastro ambientale a carico dei vertici del Siderurgico ionico. L'ex direttore dello stabilimento siderurgico Ilva di Taranto Luigi Capogrosso «ha dimostrato totale indifferenza al rispetto della legge». Lo scrivono i giudici del tribunale di Taranto che hanno rigettato la richiesta di rimessione in libertà dello stesso Capogrosso, indagato per disastro ambientale. La «indifferenza» di cui parlano i giudici, è scritto nel provvedimento, fa particolare riferimento «ai precetti che impongono la protezione dei lavoratori contro i rischi nell’ambiente di lavoro, la riduzione degli agenti inquinanti, l'adozione di cautele nell’uso, nei contesti aziendali, di sostanze pericolose». L'ex direttore dello stabilimento siderurgico Ilva di Taranto Luigi Capogrosso “ha dimostrato totale indifferenza al rispetto della legge”. Lo scrivono i giudici del tribunale di Taranto che hanno rigettato la richiesta di rimessione in libertà dello stesso Capogrosso, indagato per disastro ambientale. La “indifferenza” di cui parlano i giudici, è scritto nel provvedimento, fa particolare riferimento “ai precetti che impongono la protezione dei lavoratori contro i rischi nell’ambiente di lavoro, la riduzione degli agenti inquinanti, l'adozione di cautele nell’uso, nei contesti aziendali, di sostanze pericolose”. |
ci vogliono adottare....
Ilva, l'appello del ministro Balduzzi
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TARANTO
- «Siamo in presenza di criticità permanenti. questi dati più recenti
di biomonitoraggio testimoniano la persistenza della propagazione di
diossine e di metalli pesanti pericolosi». Lo afferma il ministro della
Salute, Renato Balduzzi, sui primi rilevamenti del biomonitoraggio
avviato dalle strutture del ministero della Salute secondo cui il 30%
del latte di pecora prodotto negli allevamenti entro i 10 km dall'Ilva
di Taranto, è contaminato dalle diossine. «Vorrei - auspica Balduzzi -
che il Paese sentisse come suo il problema di Taranto. Adottiamo la
città perché il quadro sanitario e ambientale è critico». «Se l'Ilva
dovesse chiudere - osserva il ministro - la criticità occupazionale
avrebbe conseguenze negative anche dal punto di vista della salute». Il
ministro sottolinea poi l'importanza del rilevamenti dei dati. «Dobbiamo
rendere - afferma - permanente e continuo (e non occasionale) il
biomonitoraggio».
Il Riesame. Restano agli arresti domiciliari Emilio Riva, il figlio Nicola e l'ex direttore dello stabilimento Ilva di Taranto Luigi Capogrosso, accusati di disastro ambientale. Il Tribunale del Riesame ha rigettato i ricorsi presentati contro il secondo "no" del gip alla richiesta di rimessione in libertà da parte della difesa. Emilio Riva, il figlio Nicola e Luigi Capogrosso sono agli arresti domiciliari dal 26 luglio scorso nell'ambito dell'inchiesta della Procura di Taranto per disastro ambientale a carico dell'Ilva. Per quanto si è appreso, i giudici del Tribunale del Riesame, nel respingere i ricorsi dei difensori dei tre indagati, ha confermato la sussistenza sia delle esigenze cautelari che del pericolo di reiterazione del reato. Sempre dal 26 luglio sono sotto sequestro, senza facoltà d'uso, gli impianti dell'area a caldo del Siderurgico tarantino. Le motivazioni per i Riva. Emilio Riva e il figlio Nicola hanno dimostrato «pervicacia» nella commissione dei gravi reati contestati e questo «rende evidente il rischio dell'allestimento ed organizzazione di ulteriori analoghe attività illecite presso altri contesti industriali, ai quali essi potrebbero avere agevole accesso attraverso altre società controllate dal gruppo Riva Fire». Lo scrivono i giudici del Tribunale di Taranto motivando il pericolo di reiterazione da parte dei due Riva, indagati per disastro ambientale, e quindi confermando la misura degli arresti domiciliari nei loro confronti. Totale indifferenza alla legge. L'ex direttore dello stabilimento siderurgico Ilva di Taranto Luigi Capogrosso «ha dimostrato totale indifferenza al rispetto della legge». Lo scrivono i giudici del tribunale di Taranto che hanno rigettato la richiesta di rimessione in libertà dello stesso Capogrosso, indagato per disastro ambientale. La «indifferenza» di cui parlano i giudici, è scritto nel provvedimento, fa particolare riferimento «ai precetti che impongono la protezione dei lavoratori contro i rischi nell'ambiente di lavoro, la riduzione degli agenti inquinanti, l'adozione di cautele nell'uso, nei contesti aziendali, di sostanze pericolose». |
operai interinali denunciano.. ma il loro atteggiamento è parte del problema
I precari che hanno lavorato nelle ditte dell’appalto Ilva con contratti di
somministrazione erano un numero oscillante tra i 600 e i 700, ma l’accordo di due
anni fa non prevedeva l’assunzione immediata per tutti.
FIOM,FIM, UILM vendettero gli operai
L’intesa del 2010 prevedeva l’assunzione di 120 operai interinali su circa 650.
Requisito per l’occupazione: aver lavorato per almeno 24 mesi nello stabilimento
siderurgico. L’accordo siglato dal Gruppo Riva e da Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm
stabiliva, in una fase successiva, sulla base delle esigenze aziendali,
l’assunzione progressiva di tutti gli altri precari.
L’accordo, secondo quanto spiegano gli stessi ex operai precari, non sarebbe stato
rispettato pienamente perché ci sarebbero colleghi ancora in attesa di una chiamata
da parte dell’Ilva e questo malgrado abbiano maturato il diritto all’assunzione in
base a un’anzianità di 26 mesi di servizio, due mesi in più rispetto ai 24 fissati
dall’intesa Ilva-sindacati.
«La situazione è difficile. Siamo appesi a una domanda: cosa diamo da mangiare ai
nostri figli?» spiega Francesco D’Andria portavoce degli ex somministrati Ilva.
Almeno la metà di quello che era il gruppo storico dei precari Ilva, oltre 200
persone, ha nel frattempo trovato un altro lavoro. Molti però sono a casa e il
futuro lo vedono assai incerto.
«Noi vorremmo sapere quale destino ci attende - aggiunge D’Andria - e desideriamo
avere certezze». D’Andria, insieme ad altri iscritti della Fiom Cgil ha avviato
una vertenza di lavoro in base al cosiddetto «Collegato lavoro» del 2010, il
provvedimento legislativo che permetteva, entro il gennaio 2011, di rivolgersi al
giudice per far valere il proprio diritto.
Gli ex operai interinali hanno fatto singole cause di lavoro e non hanno potuto
optare per un giudizio collettivo. Rivolgendosi al giudice, in tre sono stati
assunti dall’Ilva. «In un momento certamente drammatico - ripete Francesco D’Andria -
chiediamo celerità sulle cause giudiziarie e sulla possibilità di essere assunti.
All’Ilva abbiamo lavorato facendo di tutto. Il futuro? Andando avanti così a
Taranto moriremo di cancro e di fame».
Lo Slai cobas Taranto ha sostenuto la loro lotta e indicato un'altra strada,
ma loro non la hanno seguita.
E oggi lamentarsi non basta.
domenica 28 ottobre 2012
taranto - perchè il silenzio prolungato sull'inchiesta sulle intercettazioni ?
la solerte Procura non ci dice niente
eppure essa è altrettanto importante che l'inchiesta Todisco
sapremo chi era sui libri paga di Riva
anche se dipende a quale periodo ci si riferisce
ci sono magistrati ?
ci sono sindacalisti ?
ecco questo ci interessa
perchè da questi siamo stati danneggiati direttamente
e ne vogliamo.. vendetta !
eppure essa è altrettanto importante che l'inchiesta Todisco
sapremo chi era sui libri paga di Riva
anche se dipende a quale periodo ci si riferisce
ci sono magistrati ?
ci sono sindacalisti ?
ecco questo ci interessa
perchè da questi siamo stati danneggiati direttamente
e ne vogliamo.. vendetta !
tre giorni di riunioni interessanti a taranto
lunedì 29 ottobre dalle 18 alle 20.30 prosegue il gruppo di studio sui grandi classici di marx-lenin-mao al circolo proletari comunisti di taranto via rintone 22
dopo 'la concezione materialistica della storia' marx-engels che ha preso due riunioni
ora tocca a 'principi del leninismo ' di cui si affrontano i capitoli sul partito e sulla strategia e tattica
martedì 30 ottobre al mattino disoccupati organizzati al consiglio comunale , si preannuncia una mattinata calda
marted 30 sera ore 18 si riunisce il comitato lavoratori del porto - slai cobas tct - una riunione molto importante
il porto va verso la crisi e gli esuberi per responsabilità del governo, regione, provincia, autorità portuale con la complicità attiva dei sindacati confederali una sorta di mafia
mercoledì 31si riunisce l'attivo slai cobas sull'ilva
in discussione la data da proporre per lo sciopero generale cittadino
le riunioni sono aperte alla stampa e a tutti gli interessati
dopo 'la concezione materialistica della storia' marx-engels che ha preso due riunioni
ora tocca a 'principi del leninismo ' di cui si affrontano i capitoli sul partito e sulla strategia e tattica
martedì 30 ottobre al mattino disoccupati organizzati al consiglio comunale , si preannuncia una mattinata calda
marted 30 sera ore 18 si riunisce il comitato lavoratori del porto - slai cobas tct - una riunione molto importante
il porto va verso la crisi e gli esuberi per responsabilità del governo, regione, provincia, autorità portuale con la complicità attiva dei sindacati confederali una sorta di mafia
mercoledì 31si riunisce l'attivo slai cobas sull'ilva
in discussione la data da proporre per lo sciopero generale cittadino
le riunioni sono aperte alla stampa e a tutti gli interessati
Riva dice SI all'Aia ma vuole libertà di produrre
L'ultima presa di posizione di Riva, per bocca di Ferrante, non costituisce affatto un passo avanti.
Riva è uno dei più degni rappresentanti di questo disprezzo unito al cinismo verso la vita degli operai. Citiamo solo alcuni esempi.
Tempo fa Riva disse in un'intervista, a proposito delle assunzioni dei figli degli operai: “Dicono che qui si muore al lavoro. Ma se è così, perché il 90 per cento di coloro che lasciano l’Ilva chiedono che i loro figli siano assunti qui?”; E sulle morti operaie: “ma l’Ilva è come un paese con 20mila abitanti – spiegò seccato, sempre Emilio Riva – anche in un paese capita che una casalinga si tagli mentre sta sbucciando le patate… Non dimentichiamo che questa è pur sempre una fabbrica siderurgica. O vogliono solo prati e oliveti? Tutto il mondo non può essere la California…”.
Sia perchè il SI all'Aia non ha richiesto molti sforzi da parte dell'Ilva visto che questa autorizzazione è stata fatta dal governo volutamente mediatoria verso l'azienda, ed è tuttora molto insufficiente nel merito e nei tempi; sia perchè il Si ai fondi da mettere è legato al fatto che i soldi devono venire dalla continuità produttiva attuale.
Quindi, la vera questione posta da Ferrante non è il Si all'Aia ma la richiesta del dissequestro degli impianti dell'area a caldo, ed essa è posta di fatto in termini ricattatori.
Ma questa richiesta è assolutamente illegittima! Riva senza aver fatto gli interventi di messa a norma non può pretendere il dissequestro. Il provvedimento di sequestro impone all'Ilva interventi e tempi di messa a norma, senza di esso, l'Ilva potrebbe "rispettare" la stessa Aia nella stessa maniera in cui non ha "rispettato" le prescrizioni nel passato.
La vera questione che chiede Ferrante è la libertà di continuare a produrre come prima, di continuare a far fare straordinari negli stessi reparti dell'area a caldo, di lavorare continuando ad intossicarsi, come sta accadendo in queste settimane.
E' chiaro che la preoccupazione di Riva è il mercato, è che i committenti vadano a comprare acciaio da altri. Ma l'unica maniera per salvare l'attività produttiva è mettere al pù presto i soldi, fare al più presto gli interventi di messa a norma veri, in tempi ridotti rispetto alla stessa Aia. Se vi sono problemi di mercato la colpa è solo di Riva.
Di fronte a questo non serve certo l'atteggiamento dei sindacati confederali Fim e Uilm di plaudire il Si di Riva all'Aia e sottovalutare il ricatto del dissequestro (mentre la Fiom non si sa che pensa).
In questa situazione che continua ad essere di empasse, di ping pong tra le varie parti: Iva, magistratura, governo, sono solo gli operai che possono e devono cambiare le carte in tavola in fabbrica.
Ferrante ha detto che il Si all'Aia è motivato anche dalla volontà dell'azienda di salvaguardare i posti di lavoro. Ma Ferrante usa gli operai per ottenere la libertà di continuare a fare profitti; come, mentre gli operai stanno fermi in attesa, oppressi da ciò che succede sulle loro teste, i capi continuano a comportarsi come dei delegati aziendali (che sostituiscono quelli che dovrebbero fare i delegati sindacali), andando nei reparti, dando informazioni, facendosi portavoci delle esigenze e lamentele dell'azienda, della difesa occupazionale, ma legando agli interessi dell'azienda le sorti degli operai, ecc..
Ma perché lo
fanno?
I capitalisti hanno sempre in
disprezzo gli operai, per loro sono solo delle macchine – anzi, come Marx spesso
ci ha ricordato, verso le macchine hanno una maggiore considerazione, cercano di
tenerle in buona efficienza, vi fanno manutenzione, se ne liberano solo quando
ne sono costretti dall’usura; tutt’altra cosa verso gli operai. Per i capitalisti gli operai sono come tutte le altre merci, diversa
dalle altre perché, a differenza delle altre, è l’unica che produce pluslavoro ,
fonte dei loro profitti. Riva è uno dei più degni rappresentanti di questo disprezzo unito al cinismo verso la vita degli operai. Citiamo solo alcuni esempi.
Tempo fa Riva disse in un'intervista, a proposito delle assunzioni dei figli degli operai: “Dicono che qui si muore al lavoro. Ma se è così, perché il 90 per cento di coloro che lasciano l’Ilva chiedono che i loro figli siano assunti qui?”; E sulle morti operaie: “ma l’Ilva è come un paese con 20mila abitanti – spiegò seccato, sempre Emilio Riva – anche in un paese capita che una casalinga si tagli mentre sta sbucciando le patate… Non dimentichiamo che questa è pur sempre una fabbrica siderurgica. O vogliono solo prati e oliveti? Tutto il mondo non può essere la California…”.
Ma sempre in nome della legge del
profitto, quest’anno improvvisamente questi operai, considerati da Riva solo usa
e getta, trattati male dai capi, sono diventati per Ferrante, per i capi buoni, da utilizzare per contrapporsi alla
magistratura e per non mettere realmente a norma quegli impianti
che uccidono, ammalano gli stessi operai e producono morte fuori dalla fabbrica.
GLI OPERAI NON POSSONO STARE A QUESTO GIOCO!
PER DIFENDERE IL LAVORO E LA FABBRICA SONO GLI OPERAI CHE DEVONO IMPORRE LA MESSA A NORMA DEGLI IMPIANTI!
Calderita
sabato 27 ottobre 2012
appello ai disoccupati il 30 ottobre al consiglio comunale
APPELLO A TUTTI I DISOCCUPATI
A Taranto non solo si muore per l'inquinamento ma neanche si vive senza
lavoro e senza reddito,ora più che mai serve unirci e organizzarci!!!
LOTTIAMO INSIEME PER:
-Assunzioni nella raccolta differenziata con personale preso dal bacino dei disoccupati corsisti.
-Corsi di formazione finalizzati al lavoro nella raccolta differenziata e bonifiche,a partire dal quartiere Tamburi.
-Salario minimo Garantito per tutti i disoccupati,lavoratori licenziati e tutte quelle persone che non usufruiscono di alcun ammortizzatore sociale.
Appuntamento ore 9 Palazzo di città partecipiamo in massa al prossimo consiglio comunale del 30/10/2012 per imporre la discussione di un ordine del giorno sulle nostre richieste,su cui si sono già impegnati alcuni consiglieri.
Per info:
Francesco Balestra 349/2123261
Raffaella Loperfido 349/0668610
Disoccupati Organizzati Slai Cobas
venerdì 26 ottobre 2012
protesta lavoratrici pulizie
Stamattina a Taranto le lavoratrici appalti storici scuole statali hanno manifestato sotto la prefettura contro i vergognosi tagli del governo Monti , la dussmann service srl ha avviato le procedure di mobilità per riduzione del personale , e ciò solo a livello locale. si vuole mettere una città già provata dalla disoccupazione e dal' inquinamento in ginocchio.
i 700 lavoratori già in cig in deroga da 5 anni , da questo mese hanno visto ridursi la stessa del 25% e dal prossimo anno per merito della Fornero sarà eliminata del tutto.
.Questo attacco al diritto fondamentale al lavoro e a un salario dignitoso e' oramai la prassi del governo Monti , lavoratori hanno visto ridursi il loro salario di fame e si apprestano a perdere il lavoro ,
le lavoratrici sono stanche di belle parole , di promesse dei politici; alla manifestazione era presente l l'onorevole Ludovico Vico , noi dello slai cobas abbiamo fatto sentire la nostra voce di dissenso verso le istituzioni e verso i Sindacati confederali conniventi ,la nostra rappresentante sindacale e' stata oggetto di un episodio vergognoso : per zittirla mentre faceva le sue rimostranze e' stata fatta intervenire la polizia che ha cercato di allontanarla , e al suo rifiuto le sono stati chiesti i documenti.
Noi dello sali cobas non ci lasciamo intimorire, ma anzi siamo più che mai determinate a lottare , abbiamo in programma nei prossimi giorni forti azioni di lotta .
indietro non si torna .
Fiorella Masci delegato Slai cobas per il sindacato di classe -
Taranto
cobasta@libero.it - 3339199075
Taranto 26 Ottobre 2012
Esami clinici gratuiti
COMUNICATO STAMPA DI A. MARESCOTTI "PEACELINK"..
ESAMI CLINICI GRATUITI PRESSO IL POLICLINICO DI BARI PER VOLONTARI TARANTINI ABITANTI NEI QUARTIERI A RISCHIO INQUINAMENTO E PER GLI OPERAI CHE LAVORANO NELL’INDUSTRIA.
Questa mattina i rappresentanti delle associazioni ambientaliste, Fabio Matacchiera per “Fondo Antidiossina Taranto Onlus”, Alessandro Marescotti per “Peacelink” e Rosella Balestra per “Donne per Taranto” hanno incontrato il Prof. Rosario Polizzi, Direttore della Cattedra di Fisiopatologia Chirurgica presso l’Università di Bari, per mettere a punto una strategia operativa finalizzata al coinvolgimento di un certo numero di cittadini di Taranto che desiderano, volontariamente e gratuitamente, sottoporsi ad esami clinici, al fine di rilevare eventuali patologie emergenti.
Le suddette indagini diagnostiche saranno effettuate da alcuni medici del Policlinico di Bari, guidati dallo stesso Prof. Rosario Polizzi, dando ai volontari tarantini una corsia preferenziale per accelerare le procedure necessarie.
Gli esami di base saranno eseguiti attraverso analisi del sangue, delle urine e attraverso radiografie toraciche ed ecocardiogrammi. La ricerca coinvolgerà inizialmente i bambini dei quartieri limitrofi alle industrie e gli operai che nelle industrie lavorano.
Con questa iniziativa, desideriamo sottolineare che non si vuole assolutamente scavalcare, né sostituire, il lavoro dei medici tarantini, ma soltanto agevolare, riducendo anche i tempi di attesa, tutti coloro che desiderano verificare il proprio stato di salute.
L’unica spesa a carico dei volontari rimarrebbe quella per il raggiungimento del Policlinico di Bari.
Coloro che sono interessati, potranno contattare (ore pomeridiane e serali) la segretaria del Fondo Antidiossina Taranto Onlus (Prof.ssa Silvia Abeille, cell 339.6823195, fisso 0997310103)
ESAMI CLINICI GRATUITI PRESSO IL POLICLINICO DI BARI PER VOLONTARI TARANTINI ABITANTI NEI QUARTIERI A RISCHIO INQUINAMENTO E PER GLI OPERAI CHE LAVORANO NELL’INDUSTRIA.
Questa mattina i rappresentanti delle associazioni ambientaliste, Fabio Matacchiera per “Fondo Antidiossina Taranto Onlus”, Alessandro Marescotti per “Peacelink” e Rosella Balestra per “Donne per Taranto” hanno incontrato il Prof. Rosario Polizzi, Direttore della Cattedra di Fisiopatologia Chirurgica presso l’Università di Bari, per mettere a punto una strategia operativa finalizzata al coinvolgimento di un certo numero di cittadini di Taranto che desiderano, volontariamente e gratuitamente, sottoporsi ad esami clinici, al fine di rilevare eventuali patologie emergenti.
Le suddette indagini diagnostiche saranno effettuate da alcuni medici del Policlinico di Bari, guidati dallo stesso Prof. Rosario Polizzi, dando ai volontari tarantini una corsia preferenziale per accelerare le procedure necessarie.
Gli esami di base saranno eseguiti attraverso analisi del sangue, delle urine e attraverso radiografie toraciche ed ecocardiogrammi. La ricerca coinvolgerà inizialmente i bambini dei quartieri limitrofi alle industrie e gli operai che nelle industrie lavorano.
Con questa iniziativa, desideriamo sottolineare che non si vuole assolutamente scavalcare, né sostituire, il lavoro dei medici tarantini, ma soltanto agevolare, riducendo anche i tempi di attesa, tutti coloro che desiderano verificare il proprio stato di salute.
L’unica spesa a carico dei volontari rimarrebbe quella per il raggiungimento del Policlinico di Bari.
Coloro che sono interessati, potranno contattare (ore pomeridiane e serali) la segretaria del Fondo Antidiossina Taranto Onlus (Prof.ssa Silvia Abeille, cell 339.6823195, fisso 0997310103)
un appello da raccogliere - mercoledì riunione straordinaria
mercoledì
31 ottobre alle 19 sede slai cobas via rintone 22 taranto - riunione
straordinaria rappresentanti ilva e altre realtà lavorative per decidere la
data di sciopero generale da proporre a tutte le organizzazioni
sindacali, organismi della città
A Taranto e all'Ilva
a fronte della drammatica situazione sanitaria evidenziata dal rapporto del ministero della Sanità
A fronte di un AIA decretata dal governo che non risolve realmente i problemi della messa a norma e delle emissioni nocive della fabbricaserve lo sciopero generale e il blocco della città e di tutte le sue attività
Contro Padron Riva che non vuole realmente mettere i soldi per risanare la fabbrica e mette lui in gioco il lavoro e la fabbrica stessa!
Contro il governo Monti-Clini che non vuole affrontare l'emergenza
ambientale e sanitaria e mettere i soldi necessari per la bonifica e il
risanamento della città.Serve al più presto questo sciopero generale per imporre la reale difesa di salute e lavoro a Taranto
.
Basta con i sindacati aziendalisti che vogliono salvare Riva e i padroni, basta con certi ambientalisti antioperai e politicanti che vogliono solo chiudere le fabbrica verso una nuova bagnoli della desertificazione, disoccupazione e malavita!
slai cobas per il sindacato di classe taranto
cobasta@libero.it
347-5301704
sindacali, organismi della città
A Taranto e all'Ilva
a fronte della drammatica situazione sanitaria evidenziata dal rapporto del ministero della Sanità
A fronte di un AIA decretata dal governo che non risolve realmente i problemi della messa a norma e delle emissioni nocive della fabbricaserve lo sciopero generale e il blocco della città e di tutte le sue attività
Contro Padron Riva che non vuole realmente mettere i soldi per risanare la fabbrica e mette lui in gioco il lavoro e la fabbrica stessa!
Contro il governo Monti-Clini che non vuole affrontare l'emergenza
ambientale e sanitaria e mettere i soldi necessari per la bonifica e il
risanamento della città.Serve al più presto questo sciopero generale per imporre la reale difesa di salute e lavoro a Taranto
.
Basta con i sindacati aziendalisti che vogliono salvare Riva e i padroni, basta con certi ambientalisti antioperai e politicanti che vogliono solo chiudere le fabbrica verso una nuova bagnoli della desertificazione, disoccupazione e malavita!
slai cobas per il sindacato di classe taranto
cobasta@libero.it
347-5301704
giovedì 25 ottobre 2012
NO ALLA MOBILITA'/LICENZIAMENTI A TELEPERFORMANCE
Di nuovo e in maniera sempre più pesante e arrogante la direzione di Teleperformance torna a buttare sul tavolo più di 600 esuberi e parla di licenziamento, dopo il ricatto di accettare una nuova riduzione a 4 ore al giorno dell'orario di lavoro già prima ridotto.
Si dimostra, purtroppo, che ai padroni se gli dai un dito - come hanno fatto in questi anni istituzioni ma anche direzioni dei sindacati confederali - se giustifichi le loro "lamentele", poi ti prendono il braccio e tutta la vita.
Teleperformance non ha nessun diritto di dichiarare esuberi e pretendere pure di avere ragione.
In tutti questi anni ha fatto grossi utili, ha avuto milioni di contributi e sgravi da governo e Regione.
Sbandiera che 'lei sola avrebbe rapporti di lavoro a Tempo Indeterminato' quando, invece, i lavoratori a progetto sono ormai diventati centinaia e continua ad assumere con questo contratto truffa.
Teleperformance, come tutti i padroni, vuole solo difendere i suoi utili, e farne altri tagliando sempre più il costo del lavoro!
Chi ne deve pagare le spese sono i lavoratori e soprattutto le migliaia di donne.
QUESTO NON DEVE AVVENIRE!
Le lavoratrici, le disoccupate dello Slai cobas per il sindacato di classe sono al fianco delle lavoratrici di TP!
Si dimostra, purtroppo, che ai padroni se gli dai un dito - come hanno fatto in questi anni istituzioni ma anche direzioni dei sindacati confederali - se giustifichi le loro "lamentele", poi ti prendono il braccio e tutta la vita.
Teleperformance non ha nessun diritto di dichiarare esuberi e pretendere pure di avere ragione.
In tutti questi anni ha fatto grossi utili, ha avuto milioni di contributi e sgravi da governo e Regione.
Sbandiera che 'lei sola avrebbe rapporti di lavoro a Tempo Indeterminato' quando, invece, i lavoratori a progetto sono ormai diventati centinaia e continua ad assumere con questo contratto truffa.
Teleperformance, come tutti i padroni, vuole solo difendere i suoi utili, e farne altri tagliando sempre più il costo del lavoro!
Chi ne deve pagare le spese sono i lavoratori e soprattutto le migliaia di donne.
QUESTO NON DEVE AVVENIRE!
Le lavoratrici, le disoccupate dello Slai cobas per il sindacato di classe sono al fianco delle lavoratrici di TP!
dalle lavoratrici e lavoratori appalti pulizie scuole statali .. il tempo della lotta vera
Stato di agitazione per i 650 lavoratori e le lavoratrici appalti storici pulizie scuole statali , i tagli da macelleria sociale del governo Monti
si fanno sentire .Questo mese i lavoratori hanno avuto l 'amara sorpresa di trovare in busta paga la riduzione della cig in deroga, a fronte di stipendi già miseri, si è tolto anche quel poco che permette a malapena a donne sole con figli di sopravvivere . La Dussmann service srl , ditta appaltatrice del servizio di pulizia sta inviando ai lavoratori le lettere di messa in mobilità sostenendo che ci sono circa 280 esuberi.La situazione nelle scuole è drammatica , già con la riduzione dell' orario di lavoro a due ore , si fanno i salti mortali per garantire un minino di igiene per i bambini, la situazionenelle scuole di Taranto è invece un considerevole incremento dei carichi di lavoro, essendo i lavoratori non in numerio sufficiente, ma quali esuberi? i le lavoratrici parlano di carichi di lavoro triplicati per mancanza di sostituzioni in caso di ferie o malattie , mancata sostituzione di lavoratori pensionati , addirittura spostamenti da una scuola all' altra per sopperire alla carenza di personale.Inoltre lo scenario che si prospetta per il 2013 ai lavoratori, per bocca della Fornero è l 'eliminazione totale della cig in deroga, si continua a colpire la fascia più debole .Taranto, prima colpita dal dissesto ,adesso avvolta dalle polveri mortali che ci vengono somministrate da 40 anni, prima dallo Stato e poi da Riva, e con la temibilespada di Damocle, della chiusura dello stabilimento, che comporterà un notevole incremento di disoccupati gia a quota 40% edi degrado della città.i le lavoratrici hanno duramente lottato nel 2007 contro i tagli voluti dal precedente governo, con occupazioni scioperi e tanta rabbia ci prepariamo a scendere nuovamente in lotta , venerdì 26 Ottobre alle ore 9 saremo sotto la prefettura per reclamare il nostro diritto al lavoro.NOI DELLO SLAI COBAS NON CI FERMEREMO DAVANTI A NIENTE PERCHE' LA NOSTRA LOTTA E' GIUSTA
mercoledì 24 ottobre 2012
l'appello dello slai cobas per il sindacato di classe
ilva taranto
aia da modificare con la lotta operaia
emergenza sanitaria tumori da affrontare con misure d'emergenza
serve lo sciopero generale e il blocco della città
tutto il resto è bla.bla.. mediatico
slai cobas per il sindacato di classe taranto cobasta@libero.it
347-1102638
24 ottobre 2012
aia da modificare con la lotta operaia
emergenza sanitaria tumori da affrontare con misure d'emergenza
serve lo sciopero generale e il blocco della città
tutto il resto è bla.bla.. mediatico
slai cobas per il sindacato di classe taranto cobasta@libero.it
347-1102638
24 ottobre 2012
lunedì 22 ottobre 2012
taranto - drammatici dati ..l'appello della rete nazionale
La Rete ha deciso di organizzare un convegno nazionale a Taranto che
> > definisca anche tramite dibattito, analisi, confronto,tra tutti i
> > partecipanti la piattaforma e data di una possibile manifestazione
> > nazionale taranto nel fuoco della lotta in corso a Taranto e in stretto
> > rapporto con gli
> > operai Ilva-indotto e le realtà territoriali in lotta. Il convegno
> > promosso
> > dalla Rete sarà aperto a tutte le realtà sociali, sindacali e politiche
> > che
> > vogliano contribuirvi, a Taranto come a livello nazionale.
> > Il Convegno si terrà ai primi di dicembre e>
La Rete si assume le sue responsabilità di ridare a
> > tutti uno strumento nazionale di elaborazione e lotta, a partire - come
> > è
> > già stato per Testo Unico, Thissenkrupp, Ilva, strage di Molfetta,
> > rapporto
> > precarietà/morti sul lavoro, ecc. - dalla questione più calda oggi:
> > l'Ilva
> > di Taranto, dimostrando sul campo, con il convegno nazionale e la
possibile manifestazione nazionale, l'indispensabile necessità di questo
> > strumento.
> >
> > RETE NAZIONALE PER LA SICUREZZA SUI POSTI DI LAVORO
> > bastamortisullavoro@gmail.com
> > Roma 6 ottobre 2012
dal testo finale del comunicato della riunione rete nazionale per la
sicurezza sui posti di lavoro
> >
> > Si è riunita il 6 ottobre, a Roma, nella sede dell'Unicobas gentilmente
> > concessa, la Rete nazionale per la sicurezza sui posti di lavoro;
presenti
> > il Comitato 5 aprile di Roma e operai e lavoratori responsabili dei nodi
> > della Rete di Milano, Bergamo, Ravenna, Taranto,
> > Marghera-Venezia,Genova, da
> > Palermo è giunto un intervento; ha dato il suo sostegno alla riunione
> > 'Legami d'acciaio' di Torino THYSSENKRUPP; è intervenuto l'Avvocato
> > Sergio Bonetto
> > che ha curato i processi di Torino Thyssen krupp - Eternit. Presenti
> > come
> > aderenti alla Rete e alla sua attività Slai cobas per il sindacato di
> > classe, USI, Snater e come intervenuti i rappresentanti dell'Unicobas.
> > La riunione è stata aperta dai compagni di Taranto che hanno fatto una
> > relazione sulla questione Ilva che era al centro dell'odg. La
> > relazione -
> > che sarà contenuta in un più ampio resoconto - è partita dal rivendicare
> > alla Rete nazionale con la riuscita manifestazione nazionale tenutasi a
> > Taranto il 18 aprile 2009 la lotta per salute e sicurezza all'Ilva e sul
> > territorio contro le morti da lavoro e da inquinamento, che aprì la
> > battaglia che oggi si conduce e rese la questione Ilva questione
> > nazionale;
> > per arrivare alla proposta che questa battaglia vada ripresa come la
> > Rete
> > l'ha portata avanti, contro padron Riva, governo, istituzioni, unendo
> > operai
> > dell'Ilva che giustamente difendono il lavoro e la sicurezza in fabbrica
> > e
> > popolazione, in particolare del quartiere Tamburi, che dicono con
> > chiarezza
> > "basta morti e basta inquinamento per i profitti del padrone".
> > Sulla questione sono intervenuti tutti i diversi compagni della Rete,
> > approfondendola, sulla linea che lavoro e salute sono battaglie
> > congiunte
> > di
> > operai e masse popolari, in fabbrica e sul territorio.
> > La Rete ha deciso di organizzare un convegno nazionale a Taranto che
> > definisca anche tramite dibattito, analisi, confronto,tra tutti i
> > partecipanti la piattaforma e data di una possibile manifestazione
> > nazionale a
> > taranto
> > nel fuoco della lotta in corso a Taranto e in stretto rapporto con gli
> > operai Ilva-indotto e le realtà territoriali in lotta. Il convegno
> > promosso
> > dalla Rete sarà aperto a tutte le realtà sociali, sindacali e politiche
> > che
> > vogliano contribuirvi, a Taranto come a livello nazionale.
> > Il Convegno si terrà ai primi di dicembre e entro il 27 ottobre sarà
> > tenuta
> > una riunione organizzativa per definire la data precisa con appello e
> > manifesto di convocazione.
> > L'Avvocato Bonetto ha portato l'esperienza di come si è costruita la
> > partecipazione operaia ai processi di Torino, per proporre la
> > realizzazione
> > di un modello simile ai processi Ilva per operai e popolazioni.
> >
> > Il secondo punto all'ordine del giorno ha recepito il documento
> > preparato
> > dai compagni del comitato 5 aprile e ha espresso adesione alla campagna
> > in
> > corso contro le nuove modifiche peggiorative (Bozza Decreto sulla
> > semplificazione) del D.Lgs 81/2008 sulle disposizioni di tutela della
> > salute
> > e della sicurezza nei luoghi di lavoro, che ne vogliono ulteriormente
> > snaturare la funzione e finalità.
> >
> > Altri compagne e compagni sono intervenuti sulle condizioni di
> > insicurezza
> > in altre realtà lavorative, in particolare nella scuola dove studenti e
> > insegnanti rischiano anche la vita per lo stato di pericolosità delle
> > scuole, frutto diretto delle politiche e dei tagli dei governi.
> >
> > La Rete con questa riunione si assume le sue responsabilità di ridare a
> > tutti uno strumento nazionale di elaborazione e lotta, a partire - come
> > è
> > già stato per Testo Unico, Thissenkrupp, Ilva, strage di Molfetta,
> > rapporto
> > precarietà/morti sul lavoro, ecc. - dalla questione più calda oggi:
> > l'Ilva
> > di Taranto, dimostrando sul campo, con il convegno nazionale e la
possibile manifestazione nazionale, l'indispensabile necessità di questo
> > strumento.
> >
> > RETE NAZIONALE PER LA SICUREZZA SUI POSTI DI LAVORO
> > bastamortisullavoro@gmail.com
> > Roma 6 ottobre 2012
> >
> >
> >
> >
>
>
drammatici dati sull'emergenza tumori a taranto - serve analisi mirata e piano di emergenza
Ilva, peggiorano i dati sulla mortalità
nelle donne maxi-aumento dei tumori
Il più 11 per cento si riferisce all'eccesso di mortalità rilevato a Taranto rispetto alle aspettative di morte di tutti i cittadini residenti in Puglia. Si tratta di un dato ricavato dalla media tra l'eccesso di mortalità del 14 per cento registrato tra gli uomini e quello dell'8 per cento rilevato nelle donne nel periodo tra il 2003 e il 2009.
GLI UOMINI Per gli uomini l'eccesso di mortalità per tutte le cause nel periodo che va dal 2003 al 2009 rispetto alla media regionale è del 14 per cento. Per tutti i tumori è più 14, per cento malattie circolatorie 14 per cento, malattie respiratorie c'è un eccesso del 17 per cento, per i tumori polmonari si raggiunge il più 33 per cento e c'è un più 419 per cento di mesoteliomi pleurici. Rispetto al resto della provincia, invece, per gli uomini che vivono tra Taranto e Statte si registra un più 30 per cento di tumori. Nel dettaglio c'è un più 50 per cento del tumore maligno del polmone, più 100 per cento per il mesotelioma e per i tumori maligni del rene e delle altre vie urinarie (esclusa la vescica), più 30 per cento per il tumore della vescica e per i tumori della testa e del collo, più 40 per cento per il tumore maligno del fegato, del 60 per cento per il linfoma non Hodgkin, del 20 per cento per il tumore maligno del colon retto e quello della prostata e al 90 per cento per il melanoma cutaneo.
LE DONNE Per le donne a Taranto invece è stato rilevato un eccesso di mortalità rispetto al resto della regione per tutte le cause nel periodo tra il 2003 e il 2009 dell'8 per cento. I decessi legati ai tumori sono più 13 per cento, per le malattie circolatorie più 4 per cento, per i tumori polmonari più 30 per cento e per il mesotelioma pleurico più 211 per cento. In particolare, rispetto però stavolta ai dati della provincia nel sito di Taranto e Statte si registra un incremento totela dei tumori del 20 per cento e nello specifico dei tumori al fegato (+75%), linfoma non Hodgkin (+43%), corpo utero superiore (+80%), polmoni (+48%), tumori allo stomaco (+100%), tumore alla mammella (+24%).
I BAMBINI i bambini si registrano incrementi significativi di contrazione malattie per tutte le cause nel primo anno di vita.