lunedì 30 dicembre 2013

... E VOI CHE VI LAMENTAVATE... AVETE VISTO? ABBIAMO TUTTI AVUTO IL NOSTRO PREMIO DI FINE ANNO...


Il Volantino scritto e distribuito da operai Ilva dello SlaiCobas per il sindacato di classe

... E VOI CHE VI LAMENTAVATE... AVETE VISTO? ABBIAMO TUTTI AVUTO IL NOSTRO PREMIO DI FINE ANNO...

Vediamo un po': passi sotto un carroponte? Ti cade una trave in testa. Stai manovrando una gru? E questa magicamente si spezza. Sei ovviamente solo su di un carro ferroviario? Ovviamente durante una manovra vieni schiacciato. Stai manovrando un'altra gru? Che senso avrebbe se si spezzasse solo la precedente se a questa non cascasse la cabina? Cammini su una passerella? Ma volete che non sfondi? Oddio, che altro c'è? Mmmh... Ah si, tumori, ne abbiamo per tutti i gusti: alla tiroide, ai polmoni, al pancreas, alla vescica e chi più ne ha più ne metta, c'è solo l'imbarazzo della scelta.

Sinceramente? Siamo stufi. Siamo stufi di recarci ogni giorno a lavoro sapendo di non vivere in questo ambiente serenamente. Siamo stufi di avere paura. PAURA. E siamo stufi di continuare inesorabilmente a piangere i morti. I nostri morti. I vostri morti.

Ultimo, ma solo in ordine di tempo, è il nostro (ex)collega Stefano Delliponti. Lo avevate dimenticato? Si, è proprio lui. Quel collega che avrebbe -e che in effetti ha- dovuto sostenere un costosissimo intervento negli Stati Uniti e per il quale ci fu, nello scorso mese di Giugno, una raccolta ore segnata da vomitevoli polemiche. Ebbene si, è morto.

Siamo davvero sicuri di volere questo? Essere testimoni impassibili di nefandezze che ci vengono continuamente perpetrate? Ogni morte di ogni nostro collega vuol dire la distruzione sistematica di più vite contemporaneamente -si pensi non solo a chi muore ma anche a tutta la famiglia, il nucleo degli amici e dei colleghi. Riflettete sul fatto che nessuno di noi è immune alla malattia o all'infortunio mortale sul lavoro, e che ognuno di noi ha mogli, figli, madri, padri, fratelli, sorelle e amici di cui occuparsi. O no?

Vogliate perdonare questo continuo porre domande, ma è sintomatico del dubbio che ci assale quando vediamo la poca o nulla partecipazione di coloro che sono i diretti interessati a pretendere salute e sicurezza sui posti di lavoro. Bisogna smetterla di chinare la testa ed essere servili, bisogna smetterla con questo clima omertoso che pervade la fabbrica di cui tutte le ingiustizie ne sono diretta conseguenza. Slai Cobas è anni che lo grida ad alta voce e continua a ribadirlo tutt'oggi ancora più forte. Siamo per un programma specifico per ogni reparto che metta avanti la sicurezza e salute dei lavoratori piuttosto che il profitto, e per visite specialistiche in strutture pubbliche per ogni lavoratore.

L'assemblea che si terrà Sabato 11 alle 9.30 alla Biblioteca Comunale Piazzale Bestat, alla quale siete tutti invitati, verterà anche su questo, e cioè, torniamo a ribadirlo per l'ennesima volta, sulla salute e sicurezza sui posti di lavoro, oltre che sul processo Riva. Parteciperà l'avvocato Bonetto dei processi ThyssenKrupp ed Eternit di Torino, e sarà un'ulteriore occasione per ricordare i nomi di Stefano, Ciro, Francesco, Claudio e tutti coloro i quali ormai non ci sono più, morti per portare a casa uno stipendio -ricordiamolo- ridicolo in confronto agli enormi guadagni che anche loro hanno contribuito a recare a quest'azienda. Veri eroi che i mass media pilotati dai poteri forti tendono a cancellare troppo in fretta dalla memoria collettiva.

Slai Cobas per il sindacato di classe Ilva Taranto

venerdì 27 dicembre 2013

GLI SPORCHI GIOCHI SULLA PELLE DEI LAVORATORI PULIZIE SCUOLE

Niente di fatto al tavolo che si è svolto stamane a Bari alla regione tra l' assessore Caroli i sindacati e i rappresentanti della Dussmann sulla questione del subentro della DUSSMANN vincitrice della gara d'appalto pulizie scuole statali, vinta al ribasso del 60%.
Nonostante il governo avesse concesso 2 mesi di proroga , la DUSSMANN per non perdere il suo profitto è intenzionata a subentrare già dal 1 Gennaio.
A Bari i lavoratori sin dalla mattina in attesa delle decisioni sono rimasti fino alle 21 per attendere che terminasse il tavolo separato imposto dai confederali con i cobas e usb.
Le trattitive sono state interrotte dopo che la DUSSMANN ha proposto una proroga di 6 mesi, due sicuramente retribuiti e gli altri 4 a rischio dei lavoratori. L'oscena  proposta è che pur di garantire i suoi sporchi profitti la dussmann cerca di prendere i lavoratori per fame.

A Taranto la situazione è ancora più tragica che nel resto della Puglia, il primo Marzo l'orario sarà ridotto a 45 minuti al giorno.
Una città già martoriata dall'inquinamento, dalla disoccupazione dalla disperazione di chi non ha nè casa nè futuro dovrebbe essere una priorità del  governo garantire occupazione e un salario dignitoso.

LE LAVORATRICI E I LAVORATORI SI PREPARANO ALLA RIVOLTA.
NO AI SPORCHI GIOCHI SULLA NOSTRA PELLE!

TA 27.12.13

FIORELLA MASCI  RSA SLAI COBAS  PER INFO TEL. 3339199075

mercoledì 25 dicembre 2013

IL PROFITTO DEI PADRONI E' PIU' IMPORTANTE DEI DIRITTI DEI LAVORATORI

Non c è pace neanche durante le feste natalizie per i 700 lavoratori pulizie scuole statali i Taranto, La Dussmann service ha fatto sapere nell incontro a Bari del 23 Dicembre con la regione e i sindacati che non intende rispettare la scadenza
della proroga  al 28 Febbraio dei contratti in essere, concessa dal governo ai lavoratori dopo la manifestazione a Roma al MIUR del 12 Dicembre.
La dussmann service srl che si è aggiudicata l'appalto per tutta la Puglia al massimo ribasso del 60% ha fretta di subentrare alle vecchie ditte  la platea dei lavoratori
interessati è di 3200 solo in Puglia .
IL profitto dei padroni e più importante dei diritti dei lavoratori
Ma noi non ci stiamo allo sporco gioco della dussmann e del governo che con la Consip;la società del ministero dell'Economia e delle Finanze,  in un servizio della Gabanelli su report viene denunciata per le gare d' appalto irregolari e per altri sporchi imbrogli .
Noi non ci stiamo la lotta continua per il nostro diritto a un salario dignitoso, il 27 Dicembre saremo tutti sotto la prefettura alle 9.30 per un sit in di protesta come nel resto della regione. LA LOTTA NON SI FERMA


FIORELLA MASCI  RSA SLAI COBAS PER IL SINDACATO DI CLASSE
PER INFO NUM. TEL. 3339199075

domenica 22 dicembre 2013

SOSTENIAMO LA PROTESTA DEGLI IMMIGRATI!

Lo Slai cobas per il sindacato di classe fa appello agli operai, alle lavoratrici, ai disoccupati, agli studenti ad appoggiare la sacrosanta protesta degli immigrati rinchiusi nei CIE, da Lampedusa a Roma, a Mineo, al Cara di Bari, ecc., in condizioni disumane e trattenuti illegalmente al di fuori di ogni norma e diritto legale.


Inviare messaggi, raccogliere firme, inviare e mail al Pres. Napolitano, al capo del governo Letta, ai presidenti di Camera e Senato chiedendo che:


I CIE,TUTTI, SIANO CHIUSI

ABOLIZIONE DELLA LEGGE BOSSI/FINI

PERMESSI DI SOGGIORNO E LIBERTA' DI MOVIMENTO PER TUTTI GLI IMMIGRATI 


Protesta al Cie di Roma  migranti si cuciono la bocca

Ora basta con le parole, è giusto che si estenda la lotta in tutti i Cie e Cara e che i lavoratori, i giovani, i democratici, gli antirazzisti... esprimano la propria solidarietà.

Ogni uccisione dei diritti, ogni attacco alla democrazia, alla dignità umana è un arretramento per tutti. NON LO PERMETTIAMO!

In Puglia, disoccupazione e cassintegrazione in aumento - è la lotta l'unica "risorsa"

L'anno si chiude malissimo, i dati negativi sono tutti in aumento, mentre il calo del reddito pro capite in Puglia è tra i più alti d'Italia con il 2,2% in meno rispetto al 2012, e un reddito medio (ma siamo chiaramente alla "media del pollo") di 13.100 euro. Di conseguenza sono in netto calo le spese necessarie.
Per quanto riguarda il lavoro, in Puglia c'è uno dei dati più alti di ore di cassintegrazione: + 74,85% a novembre rispetto al novembre 2012.
Dato nerissimo è poi quello sulla disoccupazione (secondo uno studio della Banca d'Italia), quest'anno salita in Puglia al 19,2%, con punte del 41,2% per quella giovanile e del 55% per quella delle donne.

Per Taranto, tutti questi dati vanno aumentati, chiaramente in peggio, con aziende che hanno chiuso, anche improvvisamente, i battenti o che stanno per chiudere, e anche qui sono soprattutto i giovani e le donne a non trovare o a rimanere senza lavoro.

Il nuovo anno quindi si apre con la necessità per i disoccupati, chi perde il lavoro di non aspettare, non illudersi su soluzioni "tampone" che non fanno che allargare i buchi fino a farli diventare voragini.

Il nuovo anno che cominci con una grande battaglia per il lavoro e il salario garantito. 
I giovani dei quartieri più degradati devono essere l'avanguardia più ribelle di una rivolta necessaria per unire a Taranto lotta all'inquinamento e per il lavoro e il salario.
Le donne devono condurre una doppia battaglia perchè le amministrazioni locali, gli esponenti istituzionali e politici non possono parlare un giorno di difesa della condizione delle donne e in tutti gli altri giorni non porre in essere azioni concrete per l'indipendenza economica come condizione fondamentale anche contro le violenze che le donne subiscono.

i fascio forconi sono fascisti.. sono fascisti chi li guida, sono fascisti più o meno inconsapevoli chi partecipa alle manifestazione del 9 dicembre

Antifascist* Sempre!

dicembre 17, 2013
Ovvero: Alcune considerazioni sui fatti di Sabato 14 a Molfetta (Ba).
Sabato 14 Dicembre si è svolto a Molfetta un corteo a cui hanno preso parte studenti e cittadini. Il corteo è stato preceduto da tre riunioni organizzative, avvenute in concomitanza con i fatti legati alle proteste dei forconi. L’intento iniziale era quello di assumere il disagio sociale segnalato dagli eventi degli ultimi giorni, indicando delle risposte diverse rispetto alla violenza e alle strumentalizzazioni dei gruppi di estrema destra, rimarcando i valori dell’antifascismo. Non sappiamo quali siano stati gli sviluppi della fase organizzativa. Durante la manifestazione, due ragazzi che sventolavano le bandiere antifasciste sono stati accerchiati ed invitati a chiudere le bandiere, in virtù della decisione dell’assemblea di non esporre nessun simbolo durante il corteo. A questa reazione ci siamo opposti fermamente, venendo tacciati di essere fascisti da rappresentanti dell’amministrazione comunale, tra i primi ad opporsi a coloro che rivendicavano il diritto di sventolare la bandiera antifascista. Non la bandiera di un partito o di un movimento, non un richiamo alla rivoluzione, ma l’affermazione dei valori fondanti della nostra democrazia e della storia partigiana e antifascista. Persino questa bandiera, evidentemente, è stata ritenuta divisiva, e a rimarcarlo sono stati quei rappresentanti dell’amministrazione comunale, fattisi addirittura garanti di una manifestazione studentesca, che pensavamo fosse nata dal basso, in seno alla società civile, al di fuori di ogni direzione politica e istituzionale. Ci dicono che i valori dell’antifascismo dovevano emergere dalla discussione, piuttosto che dai simboli sbandierati, a partire da un volantino firmato dal Comitato antifascista molfettese. Il problema è che di questo volantino si sono viste soltanto pochissime copie nel corteo. Esso non ha avuto alcuna diffusione al di fuori della manifestazione. Una manifestazione non può essere propositiva se l’unico valore che rivendica in contrapposizione ai forconi è quello della non-violenza. Essa deve necessariamente porre le questioni che in questi giorni hanno trovato, nel bene o nel male, cittadinanza all’interno del dibattito politico: diritto al reddito e alla casa, diritto al lavoro, al welfare ecc.
antifa
A queste questioni è necessario dare risposte attraverso una visione complessa, in cui devono essere chiari alcuni principi fondamentali, in primis quello dell’antifascismo. Tutto ciò nell’autonomia di un processo che dovrebbe distinguersi dai forconi proprio per il fatto di non essere etero-diretto. Solo questo permetterebbe di cercare delle risposte condivise, non indotte, ai bisogni di studenti, lavoratori, cittadini.
Giacomo Pisani

sabato 21 dicembre 2013

dove sono i soldi di Riva... "Report" con un servizio ha fatto vedere qualcosa, ma l'opuscolo di Margherita Calderazzi per proletari comunisti aveva denunciato già tutto e meglio!

TUTTO QUESTO PROLETARI COMUNISTI LO HA GIA' DENUNCIATO E DOCUMENTATO.



(Da Sole 24 Ore) - “Per diciassette anni – dal 1995 – l’Ilva è stata usata dai Riva come un bancomat... In pratica i Riva avrebbero distolto dall’Ilva soldi veri... mezzo miliardo di euro, trasferendo negli anni questa cifra in Riva Fire attraverso un contratto di “assistenza tecnica e di servizi”, stipulato fra le due società nel 1999. L’Ilva, società eminentemente manifatturiera, non disponeva di tutte le competenze, tecniche e nel rapporto con il mercato, per funzionare bene. Dunque, per diciassette anni ha acquisito questi servizi dalla controllante, Riva Fire, pagando dei prezzi che ora vengono ritenuti non corretti... Ieri l’Ilva ha depositato la richiesta di risarcimento... La richiesta è stata formulata in via autonoma dall’Ilva nell’ambito di un giudizio civile promosso dalla Valbruna Nederland (la famiglia Amenduni, socia di minoranza di Ilva), che non era per nulla persuasa dei flussi di denaro in uscita dalla controllata verso la capogruppo... La richiesta di risarcimento danni fatta da Bondi viene rivolta a quasi tutto l’albero genealogico dei Riva: Fabio Arturo (latitante in Inghilterra, a Londra il 14 gennaio prossimo l’ultima udienza per l’estradizione), Nicola (ultimo presidente dell’Ilva, prima di Bruno Ferrante), Angelo Massimo, Claudio, Daniele, Emilio Massimo, il fondatore Emilio e il fratello Cesare Federico, per i quali oggi, proprio a Milano, si tiene la prima udienza preliminare per evasione fiscale...” 

MA QUESTO E' SOLO UN PEZZO DELLA STORIA. C'E' MOLTO ALTRO!
CHE DIMOSTRA COME ALL'ILVA DI TARANTO RIVA REALIZZASSE I PROFITTI VERI SULLO SFRUTTAMENTO E ANCHE SUL SANGUE DEGLI OPERAI, E COME QUESTI MILIARDI VENISSERO SUBITO OCCULTATI.

MA C'E' ANCHE CHE MENTRE I RIVA FACEVANO OPERAZIONI-TRUFFA PURE IN PIENO AVVIO DELLA VICENDA GIUDIZIARIA, IL GOVERNO AVVIAVA LA POLITICA DEI DECRETI "PRO RIVA", CHE CONTINUA TUTTORA.

Quindi il governo Monti, il governo Letta sono complici dei Riva! 


TUTTO QUESTO PROLETARI COMUNISTI LO HA GIA' DENUNCIATO E DOCUMENTATO.

Riportiamo alcuni stralci del dossier, intitolato appunto: "L’impero economico della famiglia Riva - quello che ha e soprattutto quello che ha fatto per mettere al riparo i suoi fondi": 

"...la Riva Fire che a sua volta ha il 100% di due società di Lussemburgo, la Stahlbeteili Gungen e la Siderlux, controlla – direttamente (con il 61,62%) e indirettamente (con il 25,38% della Siderlux) – l’87% del capitale dell’Ilva. Mentre la magistratura va avanti, Riva riorganizza le sue società - Alla fine del 2012, in piena bufera giudiziaria, le società lussemburghesi dei Riva sono state oggetto di alcune operazioni che hanno modificato l’assetto del controllo dell’Ilva. Fino allo scorso anno il 25,38% dell’Ilva era controllato dalla Stahlbeteili Gungen - che oltre alla quota nell’Ilva e al 25% della Riva Energia, controlla gli impianti dei Riva in Canada, Belgio, Spagna, Germania e Francia. Amministratore della Stahlbeteili è Fabio Riva, colpito da mandato di arresto europeo per associazione per delinquere e disastro ambientale e in attesa di essere estradato da Londra, dove si era rifugiato (data la collocazione della “testa” dell’impero Riva nelle isole britanniche - è evidente come l’Inghilterra sia un posto sicuro!). Il 26 luglio ‘12 - l’acciaieria di Taranto viene sequestrata e il fondatore del gruppo, l’ottantaseienne Emilio, finisce agli arresti domiciliari. Lo stesso provvedimento tocca al figlio Nicola e a sei dirigenti… La famiglia Riva, il cui business dipende per i due terzi dall’Ilva, sceglie come presidente un uomo delle istituzioni, del tutto digiuno di acciaio e di impresa, come l’ex prefetto di Milano Bruno Ferrante. Proprio quel giorno, il 26 luglio, nelle stanze ovattate di uno studio notarile lussemburghese, prende il via il progetto di fusione fra la StahlbeteiliGungen Holding e la Parfinex, una società lussemburghese dei Riva. Razionalizzazione prevista da tempo? La coincidenza della data è casuale? Il 5 ottobre 2012 – quando è in corso lo scontro tra magistratura e governo sull’Aia e sul sequestro degli impianti e prodotti - in Lussemburgo, prende il via lo scorporo dalla Stahlbeteili Gungen Holding del 25,38% dell’Ilva che viene conferito alla Siderlux, l’altra società controllata al 100% da Riva fire. Mentre nella Stahlbeteili Gungen restano soprattutto le attività estere dei Riva. Il 17 ottobre 2012 - l’assemblea di Riva Fire sancisce la cessione del ramo di azienda che produce e commercializza i prodotti lunghi a favore della controllata Riva Forni Elettrici, a cui peraltro passano anche riserve per 320,6 milioni di euro di Riva Fire. A quest’ultima resta, quindi, il business dei laminati piani a freddo e a caldo. Ma nella Parfinex c’erano soldi dell’Ilva! Infatti tra il 1996 e il 1997 600 milioni di dollari sono spostati dall’Ilva alla controllata lussemburghese Parfinex. Nel 1996 Parfinex viene ricapitalizzata con 98 milioni di dollari provenienti dall’Ilva International Spa e l’anno successivo altri quattro aumenti di capitale a distanza di pochi mesi l’uno dall’altro trasferiscono ulteriori 500 milioni dall’Ilva. Dove sono finiti quei soldi, considerando che nel 2012 Parfinex è stata fusa con la Stahlbeteiligungen? Inoltre. Le società lussemburghesi del gruppo (Ilva International SA, Stahlbeteiligungen Holding, Utia e Parfinex) non hanno dipendenti e da alcuni primi indizi risulterebbero gestite dall’Italia: si tratta quindi di società fasulle, esterovestite, utili solo per le conseguenze fiscali. Infatti, la Stahlbeteiligungen Holding (Stahl) ha effettuato nel 2006 due prestiti all’Ilva per un totale di 470,5 milioni di euro e nel 2012 ha prestato altri 363,7 milioni alla Riva Fire. Non è ancora chiaro se queste operazioni abbiano una motivazione industriale o se, come è più probabile, siano servite soltanto ad abbattere gli utili dell’Ilva e della Riva Fire attraverso il pagamento degli interessi passivi e a ridurre quindi il carico fiscale. 
Vale a dire a nascondere i veri profitti fatti sullo sfruttamento degli operai dell’Ilva!..." 

"...Mentre a Roma, si prova la soluzione “politica”, negli studi dei professionisti dell’Ilva si continua a lavorare. - Se è datato 19 dicembre dell’anno scorso l’atto notarile della scissione del ramo d’azienda da Riva Fire a favore di Riva Forni Elettrici, cinque giorni dopo viene pubblicata sulla G.U. la Legge 231/12 salva-Ilva. Dunque, a questo punto, nelle architetture societarie esistono tre poli di attrazione: l’Ilva, che di fatto è separata da tutto il resto, le acciaierie straniere, i prodotti lunghi, un segmento che nel gruppo Riva è alimentato dai forni elettrici e non dal ciclo integrato di Taranto. Quindi mentre il governo provvedeva a tutelare gli interessi di Riva, questi portava avanti una serie di operazioni straordinarie che rendono più facile disporre del gruppo o di parti di esso, di fatto isolando Ilva e provando a proteggere il resto del gruppo industriale e finanziario da ogni iniziativa giudiziaria. 
Come si vede da tutte le operazioni finanziarie fatte in tutti questi anni, l’Ilva di Taranto è dove si è fatta la produzione, dove vi è la fonte del profitto padronale, ma gli utili, le ricchezze Riva li ha subito spostate altrove...."

la sentenza della Cassazione dimostra che questo stato e questa giustizia sono sempre dalla parte dei padroni !

Gli operai, le masse popolari di Taranto non avranno giustizia da questo stato, nonostante sia giusto pretenderla.
Padron Riva non pagherà per le morti provocate e piano piano riprenderà il controllo pieno della fabbrica, che ora mantiene con l'intermediazione di Bondi
A Taranto, con buona pace dei pacifisti volenterosi,  serve una vera rivolta popolare che blocchi fabbrica e città per giorni e giorni fino a risultati concreti.
Questa rivolta richiede autorganizzazione di classe e di massa in fabbrica e in città !
In fabbrica l'autorganizzazione passa dal sindacato di classe, di cui lo slai cobas è componente programmaticamente decisiva. La debolezza attuale dello slai cobas è la debolezza degli operai che non hanno voce e peso e non c'è RSU USB che tenga.
In città, nei quartieri poveri e colpiti dall'inquinamento servono comitati popolari combattivi e aggressivihe impongano con la forza le loro rivendicazioni di lavoro, salute case,reddito.
I partiti parlamentari, sindacati confederali sono parte del potere del padrone e dello stato dei padroni e quindi sono tutti nemici di operai e masse popolari.
Le forme organizzate fuori dai partiti parlamentari e sindacati confederali si consumano in pratiche che non sono di lotta antagonista ma di volontariato civico impotente

circolo proletari comunisti taranto
dicembre 2013


Rubata l’auto del “Sindaco”. Ritrovata dopo due giorni -- Mah .. e se fosse un avvertimento ? Noi di Lonoce non ci fidiamo


Disavventura per Lucio Lonoce

Lucio Lonoce n.c.
Rubata mercoledì sera in via Solito e ritrovata oggi a qualche isolato di distanza. L’auto dell’assessore ai Lavori Pubblici Lucio Lonoce, delegato dal Sindaco Stefàno a rappresentarlo durante il periodo di convalescenza, è stata rubata mercoledì sera, nei pressi della sede che in via Plinio ospita gli uffici comunali.
“Avevo partecipato all’assemblea straordinaria sulla ricapitalizzazione dell’Amiu - racconta l’assessore. Abbiamo terminato i lavori in tarda serata. Così mi sono fatto accompagnare a prendere la mia auto che avevo parcheggiato in via Solito”.
Al suo ritorno l’amara sorpresa: lo spazio in cui Lonoce aveva lasciato la sua macchina era tristemente vuoto.
La notizia non è emersa neanche durante i lavori del Consiglio comunale, andato in scena ieri mattina, cui Lonoce ha regolarmente partecipato.
“Ho fatto denuncia ai Carabinieri - ha spiegato ieri pomeriggio a Taranto Buonasera il vice di Stefàno - è diventato impossibile lasciare l’auto in città senza stare con la paura che te la rubino”. Stamattina, però, dall’altro capo del telefono, l’assessore era raggiante.
“La mia auto è stata ritrovata! Mi ha telefonato un mio amico per dirmi che aveva notato la mia macchina parcheggiata in via Friuli Venezia Giulia. All’interno c’era tutto, anche i documenti che riguardano la mia attività da assessore. Forse proprio alla vista di quelle carte i ladri hanno preferito lasciare l’auto”.
Un episodio che, in questo caso, si è risolto positivamente ma purtroppo continuano ad essere troppi i furti e le rapine ai danni di cittadini e commercianti della città, nonostante i ripetuti appelli alle forze dell’ordine.

Landini a Novi ligure sull'Ilva vende fumo.. i lavoratori hanno bocciato la fiom a taranto per aperta connivenza con fim_uilm al servizio del padrone

Landini:"Il caso Riva è un'occasione per cambiare davvero"

Sala piena per Maurizio Landini e Loris Campetti, autore del libro "Ilva Connection", alla biblioteca di Novi. Si parla del "sistema Riva", basato "sul ricatto e sulla corruzione". "A Novi siete fortunati, perchè non ci sono lavorazioni a caldo e non c'è corruzione". Il segretario Fiom fa autocritica: "ha sbagliato anche il sindacato. Nelle prossime settimane saremo chiamati a fare scelte coraggiose"
NOVI LIGURE - Riva e Ilva, un “sistema” basato anche sulla “corruzione” e sul “ricatto occupazione”. E' la sintesi del libro “Ilva Connection” di Loris Campetti, presentato ieri sera nella biblioteca di Novi Ligure in una serata organizzata da Fiom Cgil. Sala gremita per l'ospite d'eccezione: insieme all'autore del libro anche il segretario nazionale Fiom Maurizio Landini. Si parla di Ilva, soprattutto, ma anche di “sistema industriale” che in Italia rischia in collasso.
Quel che è accaduto a Taranto è stata una vera e propria frattura sociale: “non c'era un operaio che non abbia avuto un parente morto per tumore, ma c'era anche la paura per il posto di lavoro”, racconta Landini. "E quando ci siamo rifiutati di manifestare contro le decisioni della magistratura ci dicevano che così non aiutavamo i lavoratori".
In città, nei giorni successivi all'inchiesta della magistratura, “si alternavano cortei degli ambientalisti con quelli degli operai, contro i magistrati”. Questa è frattura sociale. “E la politica dov'è?” chiede l'autore del libro? La politica “era con i Riva, alla quale ha di fatto regalato il più grande stabilimento siderurgico d'Europa”, è la risposta. Del “sistema Riva” di Taranto quanto c'è a Novi? “Qui avete la fortuna di non avere lavorazioni a caldo, le più inquinanti, e di non avere un sistema corrotto”, dice Campetti. “A Taranto i Riva hanno comprato tutto e tutti, compresa la Chiesa, costruita coni soldi della famiglia di imprenditori. Riva ha finanziato per 58 mila euro la campagna di Bersani e anche il sindacato, Cisl e Uil, ma anche Cgil per un certo periodo, sono stati solidali con loro”. I capireparto “avevano un bonus da 35mila euro annui” aggiunge Landini. E a Novi “gli l'azienda dava un buono spesa di 100 euro se l'indice di infortuni stava entrocerti parametri". Una scelta unilaterale, che il sindacato non ha mai condiviso”, ha raccontato dal pubblico un ex Rsu. "Lo stabilimento di Novi, al momento, non ha grandi problemi - conferma Massimiliano Repetto - e anche le previsioni per il 2014 sono buone, anche se resta l'incertezza a livello nazionale".
Il segretario Fiom Landini fa critica, ma anche autocritica. “All'interno di Ilva siamo passati da 3 mila iscritti a 1.200. Qualche cosa vorrà pur dire... Nel 2009, segretario generale Rinaldini, ha mandato a Taranto un delegato che non era del posto. Alcuni rappresentanti sindacali sono stati rimossi, perché si erano evidenziate delle irregolarità amministrative. C'era una struttura che rispondeva direttamente a Riva. Il risanamento ambientale era un tema che andava posto prima, e in questo abbiamo sbagliato”. Il margine per recuperare c'è: “i soldi ci sono, ai Riva sono stati sequestrati 2 miliardi di euro. Basta andare a prenderli dove ci sono, nei paradisi fiscali che sono aumentati, non ai pensionati. Certo che la produzione dell'acciaieria è diminuita, da 12 milioni di tonnellate a 6. E con questa produzione il commissario Bondi non riuscirà a reperire le risorse per il risanamento. Il commissario andrà dal governo per chiamarsi fuori e la magistratura non potrà fare altro che fermare nuovamente gli impianti”. Che fare, allora? “Il caso Riva è grave ma può essere un'occasione per cambiare, per proporre un modello industriale completamente diverso, per fare prodotti diversi, ma occorre investire”. Sul punto Landini tira le orecchie all'imprenditoria italiana, “che non è diversa dalla classe politica irresponsabile. Parlano come se non c'entrassero nulla, ma non è così. In Germania la Wolkswagen investe. Produrre acciaio senza inquinare si può, ma occorre impegnare risorse”.
Parla alla “pancia” dei suoi, Landini, quando dice che il cambiamento deve riguardare anche il sindacato: “occorre mettere insieme i lavoratori ed evitare che si facciano guerra tra loro. Nelle prossime settimane dovremo fare delle scelte e ci vuole il coraggio di cambiare. Se i giovani, i precari, non si sentono rappresentati, il rappresentanti se lo devono porre il problema. Sta passando l'idea che i problemi vanno risolti singolarmente, ma così ce la fanno solo i più forti. Riva pensava che tutto si potesse comprare, il sistema cambia solo se dimostriamo che non è così”.
20/12/2013



Lo Stato dei padroni restituisce tutto al padrone assassino e ai suoi servi - immediata reazione e convegno nazionale a taranto 11 gennaio

Ilva Taranto Convegno nazionale 11 gennaio - a padron Riva il processo lo facciamo noi!
a fronte della indecente sentenza della cassazione che annulla sequestro: 8,1 miliardi cifra stimata  equivalente alle somme che nel corso degli anni la società avrebbe risparmiato non adeguando gli impianti  'generando malattia e morte'



11 gennaio convegno di protesta a taranto
organizza rete nazionale  per sicurezza e salute sui posti di lavoro e territorio


info: bastamortesullavoro@gmail.com
347-1102638


comunicato invito
E' convocato un convegno sul processo a Riva e soci  del 2014 con l'avvocato dei processi Thyssen ed Eternit a Torino, avv Bonetto - sostenitore Rete nazionale sicurezza e salute sui posti di lavoro e sul territorio 

- per protestare con dati di fatto contro la sentenza della Cassazione
- per riportare un bilancio dell'esperienza vincente dei processi Thyssen-Eternit 

- per una piattaforma e un metodo della costituzione associata come parte civile, gratuita e di massa, degli operai, lavoratori e cittadini
 

Il convegno aperto a tutti si terrà sabato 11 gennaio 2014 dalle ore 9.30 alle 13 presso sala palazzo di città o biblioteca comunale - da confermare


A cura della Rete nazionale salute e sicurezza sui posti di lavoro e territorio
sede taranto
bastamortesullavoro@gmail.com
347-1102638

20 dicembre 2013



La Corte di Cassazione ha stabilito che i beni della holding Riva Fire, società proprietaria di Ilva spa, non andavano sequestrati e ha annullato senza rinvio il decreto di sequestro confermato dal riesame nel giugno scorso dal tribunale del riesame di Taranto. La stima di oltre 8 miliardi era stata formulata dai custodi giudiziari Barbara Valenzano, Emanuela Laterza, Claudio Lofrumento e Mario Tagarelli come il costo totale degli interventi necessari al ripristino funzionale degli impianti dell'area a caldo per un possibile risanamento ambientale. La società Riva Fire, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, avrebbe ottenuto negli anni un notevole vantaggio economico attraverso quella che i magistrati definiscono una "consapevole omissione" degli interventi nell'Ilva per la protezione e salvaguardia dell'incolumità dell'ambiente, degli operai e dei cittadini di Taranto. In sostanza 8,1 miliardi erano i soldi che secondo l'accusa i Riva avrebbero risparmiato
evitando di ammodernare gli impianti della fabbrica che secondo i periti del tribunale, oggi "genera malattia e morte". , il gip Todisco aveva autorizzato il sequestro di denaro, conti correnti, quote societarie nella disponibilità della società Riva Fire, per le violazioni ambientali alla legge 231/01 che sancisce la responsabilità giuridica delle imprese per i reati commessi dai propri dirigenti. In realtà finora, gli uomini della Guardia di finanza erano riusciti a individuare solo due miliardi rispetto agli otto richiesti. Dal sequestro sarebbero dovuti rimanere fuori i beni e le finanze riconducibili alla società di Ilva spa poiché il gip Todisco aveva infatti chiarito che i beni della società potevano essere aggrediti solo nel caso in cui non siano strettamente indispensabili all'esercizio dell'attività produttiva nello stabilimento di Taranto. L'accusa nei confronti di Emilio, Nicola e Fabio Riva è di associazione a delinquere finalizzata al disastro ambientale, avvelenamento di sostanze alimentari, omissione dolosa di cautele sui luoghi di lavoro.

pc 21 dicembre - ILVA TARANTO lo stato dei padroni in soccorso a Riva assassino - immediata reazione

Ilva, Cassazione annulla il maxi sequestro
gli 8,1 miliardi di euro tornano ai Riva

Accolto il ricorso della famiglia, disposta la restituzione alla holding di tutti i beni

Erano i "soldi sottratti alle opere di ambientalizzazione", quegli 8,1 miliardi di euro sequestrati dalla magistratura che ora torneranno nella disponibilità della famiglia Riva. Lo ha deciso la Cassazione che ha cancellato i sigilli disposti nell'ambito della maxi inchiesta sul siderurgico. La Cassazione ha annullato senza rinvio il provvedimento nei confronti della Riva Fire, la Holding che controlla l'Ilva spa. La sesta sezione penale ha accolto il ricorso presentato di legali della famiglia di industriali dell'acciaio, Franco Coppi e Carlo Enrico Paliero, e ha disposto la restituzione di tutti i beni.

La Corte, con la sua decisione, ha spazzato via l'ordinanza del Tribunale del Riesame che a giugno scorso aveva respinto l'istanza degli avvocati della capogruppo che controlla l'Ilva, confermando il sequestro preventivo disposto dal gip Patrizia Todisco il 24 maggio. Oggi, invece, la Suprema corte ha accolto l'istanza disponendo la restituzione delle somme bloccate.

Il sequestro annullato riguardava i beni e le disponibilità finanziarie della holding, sulla base della quantificazione elaborata dai custodi giudiziari degli impianti dell'area a caldo della fabbrica. Secondo i consulenti della procura, gli oltre 8 miliardi sarebbero una cifra equivalente alle somme che dal 1995 (anno di acquisizione della Italsider pubblica) l'Ilva avrebbe risparmiato non adeguando gli impianti del siderurgico, e in particolare quelli dell'area a caldo (sotto sequestro dal 26 luglio 2012, anche se la fabbrica non si è mai fermata), alle normative ambientali, pregiudicando l'incolumità e la salute della popolazione. La tesi degli inquirenti tarantini è che gli investimenti non eseguiti si siano tradotti in un guadagno illecito: un tesoretto che i Riva avrebbero accumulato risparmiando sulla salute dei cittadini.

In totale sotto sequestro erano finiti beni di cui è custode e amministratore giudiziario il commercialista Mario Tagarelli, per poco meno di due miliardi, di cui le liquidità ammontano a circa 56 milioni di euro. All'indomani dell'esecuzione dell'ordinanza da parte della Guardia di Finanza, a settembre, il gruppo aveva annunciato la chiusura di sette stabilimenti e di due società di servizi e trasporti facenti capo a Riva Acciaio sparsi in tutta Italia, con la messa in libertà di circa 1.400 addetti. Chiusura durata 20 giorni, e revocata dopo la precisazione da parte dei magistrati tarantini che "non è stata posta alcuna preclusione all'uso dei beni da parte del soggetto proprietario".

Grande soddisfazione da parte degli avvocati dell'azienda. "I nostri motivi di impugnazione erano molto articolati - ha spiegato il penalista Coppi - e aggredivano in modo complessivo la ricostruzione che era stata fatta dal gip prima e dal tribunale del riesame di Taranto poi. La risposta data è stata netta. Annullamento senza rinvio. Alla base delle contestazioni - ha proseguito - c'era il fatto di "accomunare la normativa sulla responsabilità delle società e quella dellle persone fisiche, con il ruolo di una holding che non era direttamente interessata rispetto a quello che sarebbe stato compiuto da una società controllata". Il legale ha poi sottolineato: "Abbiamo contestato la mancanza di presupposti, di causalità rispetto al profitto e ribadito che società in questione non era direttamente interessata nella gestione. Ora attendiamo le motivazioni per comprendere meglio".

giovedì 19 dicembre 2013

circolo di proletari comunisti di Taranto... un'isola di internazionalismo in questa città - libertà per i prigionieri politici in Turchia

oggi ore 19.30 via rintone 22 taranto 
video e controinformazione


Noi non dimenticheremo i prigionieri rivoluzionari che furono brutalmente assassinati il 19 dicembre 2000 nelle prigioni in Turchia!

Nel dicembre 2000, le forze di sicurezza dello Stato fascista turco hanno iniziato una sanguinosa operazione contemporaneamente in 22 carceri, che è sfociata nell'uccisione di 28 prigionieri rivoluzionari. La direttiva di questa sanguinosa operazione è stata data dal governo di coalizione di allora DSP, ANAP e MHP, e durante l'operazione centinaia di prigionieri sono stati feriti. Nelle carceri come quelle delle province di Diyarbakir, Buca, Ümraniye e Ulucanlar venne messo in atto, dopo il 19 dicembre, il sistema di celle di Tipo-F (sistema di isolamento) - che era stato pianificato da tanto tempo. Dal momento della messa in funzione del sistema carcerario di Tipo-F e fino ad oggi è continuata la repressione contro i prigionieri rivoluzionari.

Le prigioni di Tipo-F significano: isolamento, “rieducazione” mentale, una politica di controllo del pensiero e della mente dei prigionieri rivoluzionari per farli arrendere. Il sistema di Tipo-F non era solo una politica contro le carceri ma una politica contro l'intera società. È stato soprattutto il prodotto di una strategia a lungo termine della politica imperialista per controllare e sopprimere la società. Nonostante tutta l'oppressione e i massacri i prigionieri rivoluzionari non si sono piegati al sistema di isolamento. Anche se hanno perso diritti conquistati hanno mostrato un atteggiamento deciso nella loro resistenza, nonostante tutte le grandi difficoltà. Dopo la strage del 19 dicembre, 122 persone sono morte per lo sciopero della fame fino alla morte dentro e fuori le carceri, centinaia sono diventate disabili permanenti a causa dell'intervento forzato.

Il periodo delle prigioni di Tipo-F, iniziato con il massacro del 19 dicembre, continua fino ad oggi. Il governo fascista AKP da 11 anni al potere – pratica e impone il sistema delle prigioni di Tipo-F: isolamento, divieto di visite, divieto di libri e riviste, divieto di lettere; i prigionieri sono sotto sorveglianza video, si attuano trasferimenti arbitrari verso altre prigioni senza informare i parenti o i loro avvocati e gli esuli. I prigionieri politici si trovano ad affrontare tutti i tipi di trattamenti inumani e le torture. Inoltre, molti prigionieri hanno ricevuto l'ergastolo da quando l'AKP è salito al potere. Come risultato di queste politiche oppressive e repressive, 162 prigionieri soffrono di malattie terminali e 544 sono malati. A causa di questo trattamento arbitrario il ministero della giustizia e le amministrazioni carcerarie stanno bloccando i trattamenti urgenti per i prigionieri malati.

Mentre la fame, la povertà, la miseria e la disoccupazione sono in aumento ogni giorno nel paese, il governo AKP si fa avanti con le bugie come il "pacchetto democratico" da imporre alla società, ma continua con nuovi massacri. Nel 13° anniversario del massacro del 19 dicembre noi ancora una volta condanniamo le politiche fasciste, razziste e oppressive del governo dell'AKP. Facciamo appello a tutte le organizzazioni e istituzioni rivoluzionarie e democratiche ad essere attivi contro la repressione nelle carceri.
  • Rilascio immediato di tutti i prigionieri malati e immediato inizio delle cure sanitarie!
  • Fine delle punizioni disciplinari nelle celle!
  • Fine delle torture e cure sanitarie!
Mettere fine al sistema di celle di Tipo-F - Libertà per tutti i prigionieri politici!
Noi non abbiamo dimenticato e non dimenticheremo la Strage del 19 dicembre!

mercoledì 18 dicembre 2013

E' sufficiente una suite nel carcere per Fabio Riva?

Fabio Riva il "latitante" (si fa per dire) all'estero (ma ben vicino alle sue isole Jersey dove continua a nascondere i miliardi fatti soprattutto all'Ilva di Taranto), dopo aver detto che non voleva l'estradizione in Italia perchè non era di suo gradimento il carcere di Taranto, ora ha fatto dire dai suoi legali che vogliono fare un sopralluogo nel carcere per verificare le sue condizioni...
Che dite: ristrutturiamo il carcere per padron Riva? Una suite con camere ampie, salotto per ricevimenti e/o trattative ad alto livello, tre bagni con rubinetti d'oro, televisore maxischermo, stanza per ginnastica, ecc., può andare bene?
Si può ben capire, ovvia! Questi superpadroni non sono proprio abituati a vivere in condizioni di disagio, mica sono come gli altri detenuti!
Se poi ci dovrebbero essere problemi, tranquillo... non è arrivata a Londra la notizia che in Italia abbiamo la Cancellieri, e con lei per gente come i Riva tutto si può risolvere, basta una telefonata? (da parte del Ministro Cancellieri, chiaramente... mica Fabio Riva si deve disturbare...).
Anche per i problemi di ristrutturazione carcere, nessuna preoccupazione... basta liberare alcune ali del carcere, spostare i detenuti (che sono ladruncoli, mica come Fabio Riva che ha rubato miliardi...) dalle celle sovraffollate alle altre celle, così creiamo un bel sovra affollamento che, si sa, in inverno fa bene per il riscaldamento delle celle e, in prossimità delle festività natalizie, simboleggia l'unione, la "stretta" amicizia tra detenuti...
E i soldi per adeguare il carcere alle esigenze psicofisiche di Riva? Anche qui nessun problema! Se proprio l'amministrazione carceraria non li ha tutti, si possono prendere dai fondi per la "messa a norma" dell'Ilva. Tanto lì gli operai sono abituati a vivere male... mica sono come Fabio Riva...

Ilva Taranto. Lavoratori e tumori. Esseri umani intesi come numeri - Riva assassino! Speriamo in un processo e in una condanna almeno tipo Eternit Torino. Ma francamente pensiamo che... l'unica giustizia è quella proletaria che si può avere con il potere proletario


Tra gli operai:
malattie neurologiche + 64%
malattie cardiache + 14%
tumore alla pleura + 71%
tumore allo stomaco + 107%
tumore alla vescica + 69%
tumore alla prostata + 50%

Tra gli impiegati:
tumore all'encefalo: + 111%

tumore alla pleura: + 135%


In un periodo di osservazione di 13 anni (1998-2010) sono attribuibili alle emissioni industriali:
386 decessi
237 casi di tumore maligno con diagnosi da ricovero ospedaliero
247 eventi coronarici con ricorso al ricovero
299 casi di ricovero ospedaliero per malattie di respiratorie
tra gli adulti
17 casi di tumore maligno con diagnosi da ricovero ospedaliero


638 casi di ricovero ospedaliero per malattie di respiratorie
tra i bambini

(Fonte: perizia epidemiologica del tribunale di Taranto)

l'Amiu non ne fa una giusta... - protesta la lega ambiente

Scempio in via Nitti, denuncia di Legambiente

alberi
Legambiente non ci sta e scende in campo per protestare contro il modo «assurdo e inadeguato» di potare gli alberi.
A far esplodere l’indignazione dell’associazione ambientalista sono le segnalazioni, corredate da numerose fotografie, che le sono arrivate dai cittadini residenti in via Nitti. E proprio le potatura agli alberi di via Nitti «erano state oggetto – spiega Legambiente – nel lontano 2009 di una nostra accorata denuncia. Da svariati anni tentiamo di collaborare con il Comune fornendogli la consulenza gratuita dei nostri agronomi per garantire alla città una corretta manutenzione del verde pubblico: tuttavia, ogni anno, si ripetono potature su piante che non le tollerano affatto e che, a seguito di tali interventi, sono destinate a morire o ad ammalarsi in breve tempo perché le continue e drastiche potature indeboliscono le piante e ne abbreviano la vita. Ne sono un esempio – aggiunge Legambiente – i tanti scheletri rimasti in tante vie di Taranto. Torniamo a chiedere: perchè?».
Secondo Legambiente, infatti, gli interventi di potatura «devono essere effettuati esclusivamente laddove indispensabili e nell’assoluto rispetto sia delle buone pratiche forestali sia del regolamento del verde. Gli stessi, inoltre, non devono riguardare indiscriminatamente tutti gli esemplari insistenti in ogni strada oggetto dell’intervento ma solo quelli per i quali sussista una reale esigenza accertata. E invece – prosegue Legambiente – continuano gli interventi su chiome che hanno uno sviluppo contenuto. Come lo avevano altri alberi, proprio di via Nitti, ridotti negli anni scorsi a tre tristi monconi. Tra l’altro, eliminare gran parte dell’apparato fogliare è una vera follia in una città fortemente inquinata come la nostra perché riduce drasticamente la capacità fotosintetica e l’azione di trattenimento delle polveri sottili. Senza poi sottovalutare il problema degli uccelli cui è stata tolta la possibilità di ripararsi durante la notte e di cibarsi dei frutti che erano presenti sulla chioma. Il Comune – sottolinea Legambiente – ha acquistato e piantumato numerosi alberi: ma che senso ha piantare alberi se poi non si sa curarli ed anzi li si condanna a morte con potature inutili?».
A proposito poi della decisione di liberare l’Amiu dall’onere della cura del verde urbano, Legambiente è dell’opinione che «in attesa che si affidi il servizio il Comune dovrebbe perlomeno impedire interventi assurdi. Esiste un regolamento del verde, approvato dallo stesso Comune, che sanziona questi interventi. Noi – conclude legambiente – torniamo a chiedere che il Comune lo faccia rispettare. O bisognerà rivolgersi all’autorità giudiziaria?».

Stefano ammalato... avanti un altro... ma noi non vogliamo i Lonoce sindaco

Facciamo i nostri auguri al dott. Stefano di pronta guarigione e speriamo comunque che torni a fare il medico, che lo faceva bene... e lasci perdere di fare il sindaco che lo fa male

Stefàno e LonoceIl Sindaco Stefàno ha problemi di salute. Ora comanda Lonoce

Sostituirà il Primo cittadino sino al suo rientro in attività

“Il sindaco ha problemi di salute”. Sono giorni ormai che, sottovoce, nei corridoi di Palazzo di Città e di Palazzo Latagliata non si parla d’altro. Eppure il primo cittadino aveva chiesto massima riservatezza rispetto ai motivi della sua prolungata assenza.
Tutti aspettavano un suo ritorno in città per lunedì mattina. Invece, nulla.
La prima conferma è arrivata, sempre ieri, dal suo segretario Michele Ursi: “Sì, è vero. Il sindaco non è in città. E’ assente per motivi di salute. Credo si trovi a Modena o a Bologna”. Ma è oggi che la defezione di Stefàno ha assunto i crismi dell’ufficialità. A rappresentarlo, fino al 22 dicembre (ma si parla di un periodo decisamente più lungo) sarà l’attuale assessore ai Lavori Pubblici Lucio Lonoce.
Anche in questo caso si è cercato di mantenere massima riservatezza sulla nomina.
Ad ogni modo, da noi contattato, il “delegato del sindaco” non ha potuto fare altro che confermare la notizia. “Non è facile commentare questa nomina. Certo, mi gratifica il fatto che il Sindaco abbia pensato a me per rappresentarlo durante questo periodo, ma avrei preferito che questa “gratificazione” fosse arrivata in un altro momento e per altre motivazioni”.
Stando a quanto raccontano i ben informati la delega di Lonoce potrebbe protrarsi per l’intero periodo di convalescenza. Che potrebbe non essere breve.
Le assenze di Stefàno si erano fatte sentire soprattutto durante l’ultimo Consiglio comunale, quando si è proceduto (con i soli voti della maggioranza) ad approvare la ricapitalizzazione dell’Amiu. Dal Sindaco si attendevano decisioni anche riguardo al rimpasto di Giunta, annunciato qualche settimana nel corso di una intervista.
Il primo impegno importante del suo delegato, Lucio Lonoce, riguarderà proprio l’Amiu. Nei prossimi giorni, infatti, l’assessore rappresenterà il sindaco nell’assemblea straordinaria sulla ricapitalizzazione dell’azienda.

Nardoni... c'entra qualcosa? Andiamo a fondo a questa cosa!

Caso “Media e Partners”, Assostampa: “La Guardia di finanza è già stata informata”

La denuncia del Sindacato dei Giornalisti. 

Un giro di soldi in nero tra alcune emittenti televisive e la società “Media e Partners” e tra l’azienda e i suoi lavoratori, alcuni dei quali sarebbero professionisti in disoccupazione o in cassa integrazione.
E' questo l'oggetto dell'indagine della Guardia di Finanza di Bari su segnalazione dell'Assostampa Puglia in merito alla vicenda dei servizi televisivi prodotti dalla società Media e Partners e diffusi da numerose emittenti televisive pugliesi.
La denuncia è stata ripresa questa mattina dal sito internet "Il quotidiano Italiano.it" che riproduce una dichiarazione rilasciata dal Presidente Assostampa Puglia Raffaele Lorusso il quale riferisce che «Il sindacato dei giornalisti aveva già segnalato alla Guardia di finanza l’attività dell’azienda che fa capo a Sergio Rizzo, persona molto vicina all’assessore regionale all’Agricoltura della Regione Puglia, Fabrizio Nardoni».
«È necessaria estrema chiarezza – spiega Lorusso – ci sono giunte diverse segnalazioni, che abbiamo consegnato alle autorità competenti. Sarebbe grave se l’asessorato regionale si fosse prestato alle operazioni del sedicente service».

Siamo molto contenti che il Prefetto Sammartino se ne va... vediamo se questo che viene è meglio. E' dai tempi di Alecci che siamo senza un prefetto efficiente e che ci tiene ai lavoratori, precari, disoccupati...; dopo abbiamo avuto dei grigi figuri dediti all'ordine e alla sicurezza - Il problema però e che in prefettura dietro l'ombra di prefetti sono le 'Di Stani' che fanno carte... con quali risultati è facile constatarlo.

Guidato è il nuovo Prefetto 
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Il dott. Umberto Guidato è il nuovo Prefetto di Taranto. Lo ha stabilito il Consiglio dei Ministri nella riunione di ieri, in cui si sono decisi, su proposta del ministro degli Interni Angelino Alfano, i movimenti di Prefetti e dirigenti di pubblica sicurezza. Guidato prende il posto di Claudio Sammartino, trasferito a sua volta a guidare la Prefettura di Reggio Calabria. Il neo prefetto di Taranto è nato a Lecce il 25 settembre 1953 ed è coniugato.E’ in possesso di Diploma di Laurea in Giurisprudenza, conseguito presso l’Università degli Studi di Bari il 17 aprile 1978; è abilitato all’esercizio della professione legale dal 1980 ed ha conseguito l’abilitazione all’insegnamento di Discipline Giuridiche ed Economiche nel 1984.

L'abbiamo capita l'Amat sig. Poggi: biglietti più cari e servizio peggiore... vai a casa te e il sindaco che ti ci ha messo!

Poggi: “Vi spiego l’Amat”
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Riceviamo e pubblichiamo una lettera del presidente dell’Amat, Francesco Walter Poggi, dopo l’articolo del 14 dicembre scorso dal titolo “Confcommercio torna a chiedere più parcheggi”.
Ancora una volta leggo sul vostro giornale le considerazioni negative sul servizio offerte dall’Amat alla città. Mi preme soltanto rettificare gli erronei dati di fatto forniti dagli “addetti ai lavori” al dottor Tancredi il quale, ovviamente, è libero di avere, esprimere e conservare la propria opinione sull’ “organizzazione inefficiente” e su un’azienda “che fa acqua da tutte le parti”. I fatti, utili anche ad agevolare il vostro lavoro d’inchiesta, sono questi. Nel parco bus dell’Amat non esiste neanche un mezzo Euro zero. Esso è così composto: 10 bus euro 1, immatricolati nel 1995; 39 bus euro 2, immatricolati nel 1998; 79 bus euro 3, immatricolati nel 2002; 7 bus euro 4, immatricolati nel 2007; 12 bus euro 5, immatricolati nel 2009; 15 bus a metano.

Anche noi auguriamo un anno terribile alla segretaria di Archinà, di vederla presto indagata e in galera


Ambiente, Porto, Sanità, Università: il Segretario Provinciale della Cisl, Daniela Fumarola, a tutto campo

Fine anno. L’occasione è lo scambio di auguri con Mons. Filippo Santoro. E non può mancare il riferimento a ciò che è stato e a ciò che sarà. Taranto non si è fatta mancare niente in questo 2013, ormai agli sgoccioli. La Cisl sa bene che il prossimo sarà un anno cruciale.
«E’ stato tremendo, terribile – ha detto senza peli sulla lingua – Daniela Fumarola, Segretario Provinciale -, ma abbiamo seminato bene. Mi riferisco a tutti quegli investimenti che potrebbero avere uno sviluppo positivo. Penso all’applicazione dell’Aia e a tutte le altre questioni che interessano il nostro territorio: al Porto, alla Cementir e all’Eni, senza dimenticare l’Università e l’emergenza Sanità, garantendo un’offerta migliore ai malati».
La Cisl punta ad una “pacificazione” del territorio. «E’ necessario però che tra le parti ci sia un impegno concertato, concreto e condiviso. Solo così si potranno ottenere dei risultati».

Fiom... figura di m... la linea e gestione di Rappa e di un non ben identificato Stefanelli non può essere certo premiata in tribunale

La Fiom appare preoccupata solo per i permessi sindacali sfumati e le provvidenze assistenziali
dei diritti e i bisogni reali dei lavoratori se ne frega, perchè su questo è perfettamente allineata a fim e uilm.

Le nuove regole di rappresentanza che la fiom vuole sono altrettanto antidemocratiche delle vecchie
le rsu elette con questi sistemi elettorali sono illegittime comunque, ma non è il tribunale che può modificarle ma solo la lotta e l'autorganizazione dei lavoratori

La Fiom Cgil si scaglia contro la decisione del Tribunale di Taranto, che ha rigettato il ricorso dell’organizzazione sindacale in merito alle elezioni  della Rsu dello stabilimento Ilva. Il segretario della Fiom tarantina, Donato Stefanelli, sostiene che tale decisione non riconosce l’urgenza della questione e il conseguente danno arrecato al sindacato. Si tratta, secondo Stefanelli, di una decisione non definitiva che non costituisce giudicato tra le parti, in quanto sempre modificabile nel giudizio di merito che la Fiom si riserva di adire.

«Monte ore per permessi sindacali, esecutivi ed ogni agibilità sindacale siano riproporzionati tenendo conto delle percentuali di voto conseguite da ogni lista nelle recenti elezioni, a partire dal rispetto delle prerogative della Rsu – sottolinea Rosario Rappa, responsabile per la siderurgia della FIOM nazionale –  La stessa gestione delle provvidenze erogate a favore dei lavoratori e dei loro figli (borse di studio, colonie, cia) deve vedere il coinvolgimento di tutti e non più riservata a Fim, Fiom e Uilm....

Anche a Potenza - veleni industriali restati impuniti

L'inchiesta dimenticata
SiderPotenza, 20 anni fa
la deuncia dei «veleni»

di GIOVANNA LAGUARDIA

SiderPotenza: tutti con il fiato sospeso in attesa dei risultati della terza tornata di misurazioni sugli inquinanti prodotti dalla ferriera, la prima dall’entrata in funzione della nuova cappa. Intanto il sindaco di Potenza Santarsiero chiede la collaborazione al Dipartimento Medicina Federico II di Napoli. Ma questa non è la prima volta che l’impianto potentino finisce nell’occhio del ciclone per questioni legate all’inquinamento: alla fine degli anni ‘90, infatti, l’allora giudice istruttore Pasquale Materi, oggi consigliere di Corte d’Appello, avviò un’indagine sulla presenza di inquinanti nei fumi dell’azienda e ne dispose il sequestro. La Gazzetta lo ha raggiunto telefonicamente ed ha rievocato con lui gli sviluppi di quell’inchiesta.

la polizia sostiene i fascioforconi che bloccano la lecce maglie - se lo avessero fatto i lavoratori o ancor peggio gli immigrati sarebbero stati sfessati di mazzate

Marcia dei forconibloccata LecceMaglie

LECCE – alcune decine di manifestanti occupano da circa due ore una delle due corsie di marcia della statale Lecce-Maglie, all’altezza del centro commerciale Leclerc. Si tratta di una manifestazione 'spontanea' alla quale stanno partecipando piccoli imprenditori, commercianti, artigiani e pensionati, sulla scia delle proteste di questi giorni del movimento dei Forconi.

Si tratta delle stesse persone che hanno protestato sabato scorso, sempre nello stesso punto. Muniti di bandiere stanno distribuendo volantini agli automobilisti. «Tutti uniti – è scritto nel volantino – imprenditori, artigiani, dipendenti, liberi professionisti, disoccupati.

l'ostruzionismo del monsignore davanti ai giudici ... e l'arcivescovo santoro nulla ha da dire su questo ?

Ilva:rinviati primi due interrogatori

Sono stati rinviati sine die i primi due interrogatori degli indagati nell'inchiesta per disastro ambientale a carico dell'Ilva. E' stato il legale di don Marco Gerardo (già segretario dell'ex arcivescovo mons.Benigno Luigi Papa) e dell'ex perito del tribunale Roberto Primerano a presentare stamani istanza di rinvio alle Fiamme Gialle. Il sacerdote è accusato di favoreggiamento personale; Primerano di falso ideologico, disastro doloso e avvelenamento di acque o sostanze alimentari. (ansa)

L'ilva è indebitata... ma la posizione finanziaria va bene ed è rimasta sostanzialmente inalterata... come inalterato è lo sfruttamento, l'insicurezza, la continuità dell'attacco alla salute

Dalla relazione di Bondi

L'Ilva archivia un anno difficile ma nei primi dieci mesi del 2013, raffrontati col 2012, la posizione finanziaria netta dell'azienda è rimasta «sostanzialmente inalterata». In altri termini, i debiti non sono cresciuti. Lo scrive il commissario dell'Ilva, Enrico Bondi, nella relazione con cui effettua un primo rendiconto della sua gestione che parte da giugno col decreto n. 61 poi convertito nella legge 89/2013. Bondi prevede che anche negli ultimi due mesi dell'anno l'indebitamento non peggiorerà. Ciò che in quest'ampia parte del 2013 ha permesso all'Ilva di non far aumentare l'esposizione debitoria è stata la «politica di graduale destoccaggio dei prodotti finiti», di cui una quota considerevole è stata dissequestrata a maggio.

La vicenda giudiziaria dell'Ilva ha pesato molto sull'attività dello stabilimento di Taranto. Bondi lo dice chiaramente quando nella sua relazione osserva che «la gestione del gruppo Ilva è stata negativamente influenzata da eventi straordinari esterni che ne hanno condizionato sia l'attività produttiva che quella commerciale, peraltro in un contesto di congiuntura sfavorevole». A ciò si aggiungano «i problemi tecnici degli impianti, allo stato in via di superamento, che hanno generato anch'essi significative perdite di fatturato e ritardi di consegna, oltrechè incompletezza di gamma e reclami».

In particolare per i sequestri, il commissario fa riferimento sia a quello dei prodotti finiti (un milione e 900mila tonnellate) deciso dal gip di Taranto, Patrizia Todisco, a novembre 2012, sia a quello dei cespiti delle controllate dirette e indirette di Ilva scattato a settembre scorso su ordine dello stesso magistrato. E se il sequestro dei prodotti finiti è stato poi tolto a metà maggio 2013, quando la Corte Costituzionale ha depositato la sentenza che ha «validato» la legge 231/2012 (continuità operativa e commercializzazione), ci sono comunque stati, scrive Bondi, «cali nel fatturato e ritardi nelle consegne, con evidenti riflessi sulla reputazione della società sui mercati».
Discorso analogo anche per le controllate dell'Ilva (Ilva commerciale, Taranto Energia, Ilvaform, Ilva immobiliare, Immobiliare Siderurgica, Sanac, Ilva Servizi Marittimi, Innse Cilindri e Celestri). A seguito di istanza inoltrata al custode giudiziario e al gip, le società interessate hanno sì ottenuto «la facoltà d'uso dei cespiti colpiti dal sequestro», ma comunque si scontano «significativi ritardi a tutti i livelli del ciclo produttivo e di vendita, con effetti pregiudizievoli sia sulle società interessate, sia sulla stessa Ilva in quanto essa stessa acquirente di beni e servizi forniti da tali società». Tutti gli effetti, puntualizza Bondi, «saranno precisamente misurabili al termine del trimestre 1 ottobre-31 dicembre» e intanto il 20 dicembre, in Corte di Cassazione, c'è il ricorso contro il sequestro delle controllate, impugnato «per molteplici profili di illegittimità».
Sul fronte dei ricavi, il commissario stima che il 2013 possa chiudersi a quota 3.650 milioni di euro, di cui 1.340 riferiti al periodo 1 gennaio-31 maggio e 1.255 milioni dall'1 giugno al 30 settembre. Le vendite dovrebbero invece chiudersi a 6 milioni e 300mila tonnellate contro gli 8 milioni e 300mila tonnellate del 2012. I 6 milioni e 300mila tonnellate sono così ripartiti: 2 milioni e 188mila dall'1 gennaio al 31 maggio, 2 milioni e 246mila dall'1 giugno al 30 settembre e un milione e 900mila dal 30 settembre al 31 dicembre (in quest'ultimo caso, però, si tratta di stime).
Capitolo investimenti: il commissario stima che nel 2013 saranno pari a 160 milioni, di cui 100 per attuare le prescrizioni dell'Autorizzazione integrata ambientale. L'iniziale previsione di investimento era di 230 milioni ma è scesa soprattutto per i «lunghi tempi» degli iter autorizzativi. A tal proposito Bondi indica la questione dei parchi minerali secondari: progetto approvato il 5 maggio, ordine assegnato il 25 maggio, richiesta di autorizzazione a costruire presentata al Comune di Taranto il 17 luglio e non ancora rilasciata. A fine novembre, comunque, il totale degli ordini emessi riferiti all'Aia ammontava a 457 milioni di cui 301 da giugno. (Sole24h)

Sacro per lor signori è il profitto e la produzione per il profitto - pennivendoli a Taranto, TELESE e Mieli

Taranto è meravigliosa... ma la produzione per il profitto dei padroni ancor più

Telese è un  giornalista passato con leggiadria da Rifondazione Comunista a Il Giornale di Berlusconi
Sull'evento: 

La Notte della Vita e del Sacro... l’invito dell’Assessore alle Risorse Agroalimentari, Fabrizio Nardoni che insieme alla Curia Arcivescovile e l’Arcivescovo Mons. Filippo Santoro, ha reso possibile la prima edizione dell’appuntamento  nell’isola antica di Taranto Spunti di riflessione, teatro, musica, enogastronomia, ma anche tanta storia e tradizione, che dal pomeriggio di sabato renderanno vivi luoghi simbolo della religiosità e della comunità tarantina, ... Abbiamo chiamato a raccontare la Taranto delle grandi potenzialità associazioni, movimenti, istituzioni culturali di rilievo del territorio – dice Nardoni – e abbiamo voluto che a raccogliere la sfida di una narrazione all’esterno di questo enorme patrimonio ci fossero intellettuali di fama nazionale come Paolo Mieli, presidente di RCS, il giornalista Luca Telese e il poeta Davide Rondoni. ... il via alla serata è affidato alla conversazione su “Taranto: dalla crisi alla speranza”, che a partire dalle 18.00 di svolgerà nell’ex Scuderie di Palazzo Episcopio. La conversazione che sarà moderata dal giornalista RAI e caporedattore di Rai 3, Attilio Romita, ha previsto anche l’intervento dell’Assessore Nardoni e le conclusioni dell’Arcivescovo di Taranto, Mons. Filippo Santoro. ....

domani presentazione convegno rete per la sicurezza e la salute

Giovedì 19 ore 17.30 sede Slai cobas via Rintone 22 Taranto
presentazione del convegno a Taranto della Rete per la sicurezza e salute sui posti di lavoro e sul territorio

su quali temi

1- all'Ilva il cambiamento reale non è arrivato- serve la lotta ma su obiettivi giusti:
serve un DECRETO PER GLI OPERAI ILVA che istituisca, per la sicurezza e la salute, la postazione fissa ispettiva in Ilva degli organi di vigilanza (Asl, Ispettorato, Arpa); e che, insieme alla difesa dei posti di lavoro, assicuri il pensionamento anticipato degli operai, perchè 20/25 anni bastano in una fabbrica a rischio salute/vita come l'Ilva

2 - ai Tamburi le bonifiche devono produrre salute, risanamento e lavoro ai disoccupati, non spreco dei soldi

3 - al processo contro Riva si costituiranno parte civile tutti i lavoratori cimiteriali della cooperativa L'Ancora, operai Ilva, operai Pasquinelli, secondo lo schema del processo Eternit di Torino - con i legali di quel processo, con l'avv. Bonetto a Taranto per il convegno di gennaio

4 - serve un piano per il lavoro a Taranto che dia lavoro ad almeno 1000 disoccupati per uscire dalla crisi devastante dell'Ilva e dell'intero apparato industriale

Rete nazionale per Taranto
presso slai cobas taranto 347-1102638
bastamortesullavoro@gmail.com

contro i fascio forconi al servizio di polizia e padroni

pc 18 dicembre - contro i cani fascioforconi al servizio della polizia e dei padroni





Mercoledì alle 15 in piazza del Popolo a Roma ci saranno solo coloro che fanno riferimento a Danilo Calvani ma, dopo la spaccatura, partecipa anche l'estrema destra perché "abbiamo preso parte al movimento fin dall'inizio".
 
Polizia al servizio dei fascio-forconi contro la manifestazione del movimento di lotta romano la polizia schiera 2000 persone.

Uno dei primi obiettivi della protesta romana dei forconi,  è la "riconquista della sovranità nazionale e monetaria" contro le imposizioni dell'Unione europea.  

Il nazionalismo al servizio dei padroni e dell'imperialismo italiano

"Con loro, alle 15 in piazza del Popolo, ci sarà sicuramente anche Casapound, il movimento di estrema destra. Nonostante le rassicurazioni di Danilo Calvani su Casapound e Forza Nuova "che non manifesteranno con noi". 
Ma così non sarà: "Domani, mercoledì 18 dicembre, ci diamo appuntamento alle 13 a Casapound, in via Napoleone III 8, a Roma, per andare tutti insieme al presidio degli italiani che non si arrendono in piazza del Popolo", rende noto l'organizzazione di estrema destra. E a chiamare a raccolta i suoi era stato anche ilvicepresidente Simone Di Stefano, arrestato durante un blitz anti-Ue e poi rilasciato: "Noi non siamo infiltrati, abbiamo preso parte al movimento fin dall'inizio: senza i nostri simboli ma solo con la bandiera italiana. Questa protesta dovrebbe unirci tutti intorno al tricolore 
Ma gli utili idioti dei carc-(n)PCI e altri cialtroni simili partecipano o sostengono da fuori "la ribellione".

"E' legittimo manifestare ma è necessario tenersi lontani da ogni forma di violenza - ha affermato il sindaco di Roma, Ignazio Marino - Insieme alla Prefettura e alle forze dell'ordine - ha aggiunto Marino - stiamo lavorando per avere l'assoluta garanzia della sicurezza: io ho espresso il mio totale dissenso a accampamenti notturni nelle piazze della città". "E' giusto manifestare - ha spiegato Marino - ma non si possono permettere accampamenti notturni nella capitale d'Italia: i romani hanno il diritto di vivere la loro città e non vedere ogni giorno deteriorata la loro qualità di vita". In ogni caso per il sindaco "Roma è una città che ha dei costi sociali ed economici diversi da altre città: il fatto che studenti e persone che vivono profondi disagi sociali vogliano manifestare nella capitale, sotto il Parlamento, è assolutamente legittimo - ha detto - e anzi dobbiamo ascoltare con urgenza le loro ragioni e cercare di intervenire sulle situazioni di maggiore sofferenza".
Il Sindaco Marino contro gli accampamenti notturni... ma per fare di tutta l'erba un fascio-forcone
10, 100, 1000 accampamenti notturni dei senza casa, senza reddito, senza lavoro, senza diritti!
Massima repressione e nessuna autorizzazione verso le manifestazioni dei fascio-forconi!

Il padrinaggio dei fascio-forconi da parte del presidente di Confindustria Giorgio Squinzi  si fa palese: "Il malcontento dei forconi è "ampiamente giustificato"- a margine di un incontro a Milano sull'Expo, aveva parlato di "malcontento giustificato perchè negli ultimi tempi non ci siamo molto concentrati a compiere azioni necessarie per far ripartire il Paese".

Con Grillo e Berlusconi a fare da utilizzatori finali dei fascio forconi


Proletari comunisti-PCm Italia 
dicembre 2013

martedì 17 dicembre 2013

Tumori tra gli operai dell'Officina Carpenteria - L'Ilva Riva/Bondi si nasconde dietro squallide dichiarazioni

Nei giorni scorsi delegati Fiom e Rizzo del Usb hanno fatto una assemblea improvvisata con gli operai del capannone carpenteria. Dopo le denunce del Usb su più casi di tumore alla tiroide tra gli operai dell'Officina carpenteria, ora anche la Fiom, afronte di segnalazioni degli stessi operai si sta muovendo.
E' stato chiesto l'intervento di Asl, Spesal, Arpa e Ordine dei Medici. Tra i 244 lavoratori dell'officina ci sono tre casi accertati di tumore alla tiroide e tre di patologie tiroidee nodulari. L'attività che potrebbe avere più impatto è quella della saldatura, che produce fumi. 
L'Ilva, Da Riva a Bondi, fedele alla sua politica di "normalizzare" le malattie, i tumori, persino le morti, ha dichiarato che ritiene che il numero dei malati rientri nella media (per cui per questa azienda assassina "accettabile"), che i casi accertati non siano addebitabili a fonti inquinanti industriali provenienti dall'interno stesso reparto (lì dove, invece, è il numero in aumento di tumori ne,lo stesso reparto che è allarmante), e che sarà sufficiente un'analisi della situazione attraverso un esame clinico con palpazione da parte del medico in servizio nello stabilimento, per conoscere al meglio a situazione (se non fosse tragica, questa risposta sarebbe solo ridicola, per quanto è volutamente stupida!!) Una risposta che non ha convinto i rappresentanti Fiom, che hanno chiesto invece l'intervento dell'Asl per avere un quadro esaustivo delle patologie attraverso degli esami approfonditi tra i lavoratori delle officine. Anche perché, i casi, non sarebbero solo sei. L'anomalia riguarderebbe almeno altri tre ex lavoratori, ora in mobilità o in pensione, tra i quali un malato di tumore alla lingua.

TELEPERFORMANCE, LAVORATORI A RISCHIO TECNOSTRESS

 

"Il rumore, l’igiene delle postazioni, ma anche lo stress di chi è sottoposto costantemente ad ansia da prestazione. chi pensava che il lavoro in un call center mettesse al riparo dai danni alla salute rimarrebbe deluso dalle informazioni raccolte dalla slc cgil di taranto che proprio nei giorni scorsi ha organizzato una indagine sulla salute e sicurezza sul lavoro invitando a confronto i lavoratori del call center tarantino di teleperformance. L’istantanea che ne viene fuori ritrae uno scenario non proprio idilliaco. Persone relativamente giovani con problemi di postura, udito, vista, fino al più classico tunnel carpale... 
Crediamo che il sindacato debba formare su questi temi con puntualità – affermano gli organizzatori – se è vero che nella nuova frontiera delle malattie professionali, oltre alle patologie fisiche, si fa sempre più strada il fenomeno del “tecnostress”, un rischio professionale che coinvolge tutti i lavoratori costretti ad operare attraverso i nuovi media e in condizioni di tempo sempre più ravvicinati. Così mal di testa, ipertensione, disturbi agli occhi, ansia e persino alterazione della memoria e insonnia potrebbero trovare giustificazione se si lavora in un call center e a ritmi serrati. 
Dopo le prime segnalazioni e i primi riscontri, a seguito di una semplice locandina che affissa all’interno del call center tarantino avvertiva della possibilità di un controllo sulle proprie condizioni di salute, i lavoratori hanno cominciato a porre attenzione e a riscontrare qualche nesso tra quei mal di testa improvvisi e le loro condizioni di lavoro. Stiamo raccogliendo dati e informazioni – affermano dalla slc – ma non è escluso che insieme alle questioni contrattuali tutta questa mole di notizie non diventi una base di confronto e di vertenzialità nei confronti dell’azienda. A tal proposito nei prossimi mesi saranno avviati corsi di formazione per rsu, rls, delegati e attivisti su malattie professionali e stress correlato nei call center".
 
Bene. Anzi male! "meglio tardi che mai" si potrebbe dire, visto che questo problema di danni alla salute sono sempre esistiti a Teleperformance. A questo proposito riportiamo un comunicato del 16 GIUGNO 2009 - quindi di 4 ANNI E MEZZO FA! dello slai cobas per il sindacato di classe, in cui insieme ai danni fisici agli occhi, udito, alla colonna vertebrale, denunciava non solo per le condizioni materiali di lavoro ma anche per la politica di "ipercontrollo" da parte della direzione, i controlli improvvisi in "cuffia", la costante pressione a fare contratti con relative "tabelle" di buoni e cattivi, un clima che portava e porta danni anche psichici da stress. 
Ora la Slc/Cgil si accorge del tecnostress. Ma è ben strano che invece di avviare subito denunce e lotta/vertenza contro la direzione di Teleperformance che su queste condizioni di lavoro fa utili, pensa a corsi di formazione e a un ("non escluso") "confronto con l'azienda".
Ben poco, tenuto conto che nel 2009 il giud. Guariniello di Torino avviò un processo penale su questo attacco alla salute dei lavoratori e lavoratrici. 

IL COMUNICATO DEL 2009: 
"Lo slai cobas per il sindacato di classe di Taranto solidarizza con le lavoratrici e i lavoratori di Teleperformance che ieri hanno scioperato nonostante le pesanti pressioni aziendali, per lottare contro l'odiosa e illegale politica aziendale dei "controlli", i turni massacranti, le condizioni di lavoro e ambientali a rischio salute, ferie forzate e varie altre irregolarità.
Denunciamo che i metodi aziendali sono un danno anche alla salute psicofisica dei lavoratori, provocando quel "tecnostress" già riconosciuto come patologia specifica da un giudice, come Guariniello, di Torino. Noi tempo fa denunciammo anche all'Ispettorato del lavoro la pratica dei controlli in cuffia che viola lo stesso Statuto dei lavoratori e le condizioni di insicurezza in cui sono costretti a lavorare migliaia di lavoratori e che tempo fa portò addirittura ad un intossicamento e ricoveri in ospedale di lavoratori, tra cui donne incinta.
Ma evidentemente non è bastato e anche l'intervento dell'Ispettorato risulta allo stato dei fatti troppo morbido e inadeguato. 
Siamo disponibili a portare avanti insieme ai lavoratori e ai sindacati che li sostengono questa battaglia sia sul piano della lotta, dando tutto il nostro appaoggio per dare visibilità e farla conoscere anche a livello nazionale, sia sul piano di una iniziativa legale che vada più in alto. RICORDIAMO CHE UNA DELEGAZIONE DEI LAVORATORI DI TELEPERFORMANCE HA PARTECIPATO IL 18 APRILE ALLA MANIFESTAZIONE A TARANTO PER LA SICUREZZA SUI POSTI DI LAVORO.Slai cobas per il sindacato di classe - TA. 16.6.09".

Martina Franca come Prato. E non c'è alcuna differenza neanche tra operai immigrati e italiani



Martina Franca


Carabinieri di Martina Franca e reparti del Nil e del Nas di Taranto hanno riscontrato in due aziende tessili gestiti da cinesi la violazione di alcune basilari norme in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro (scala esterna priva di ringhiera e molto pericolosa), stanze adibite a dormitorio degli operai prive dell’impianto di riscaldamento e di corrente elettrica... uno stato di degrado e di sporcizia  della mensa aziendale, cibo destinato alla consumazione da parte degli operai, in pessimo stato di conservazione. Gli alimenti, consistenti in carne, frutta, riso, patate e verdure erano in parte riposte in due congelatori obsoleti e mal funzionanti, in parte addirittura lasciati direttamente sul pavimento.
Al termine del servizio, i due cittadini cinesi titolari delle manifatture, sono stati deferiti in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Taranto per violazione della normativa sulla sicurezza dei luoghi di lavoro e produzione e detenzione di sostanze in cattivo stato di conservazione e sono state elevate contravvenzioni per un totale di circa 10.000 euro".

Ci voleva la morte di sette operai cinesi a Prato, per vedere che "Prato" è anche nella nostra provincia e non da ora. Con l'altra realtà, che a Martina Franca in queste condizioni di lavoro, ci sono non solo lavoratori cinesi, immigrati, ma tante ragazze, lavoratori italiani che lavorano senza sicurezza, in locali piccoli, senza sufficiente aria, senza uscite di sicurezza col rischio che se scoppia un incendio succede come a Prato, o peggio ancora, come nelle ditte in Bangladesh, lavoratrici e lavoratori dipendenti di padroni italianissimi che mangiano tra mucchi di ovatta che entra nella bocca insieme al panino, nel naso, o mentre continuano a respirare sostanze tossiche.

Ora si chiede e si fanno blitz, ispezioni a senso unico, verso le ditte gestite da cinesi, ma si devono fare in tutti i laboratori tessili gestiti anche da padroni e padroncini italiani che da decenni sfruttano i lavoratori. Altrimenti è solo un'operazione oggettivamente per favorire alla fine le aziende italiane.

Nello stesso tempo queste ispezioni non si possono fermare alla ditta, ma devono colpire le pesanti responsabilità delle grandi aziende che a Prato come a Martina Franca fanno miliardi nel mondo con i "grandi marchi"; ma i loro vestiti, camicie, ecc. sono sporche di sudore e sangue e hanno l'odore della miseria dei lavoratori che con pochi soldi fanno capi venduti a migliaia di euro nelle vetrine.