venerdì 30 ottobre 2015

La Fogna della Marina Militare - ma tutto resta uguale e la MM continua ad essere trattata con i 'guanti gialli' da Sindaco e Istituzioni

Si tratta chiaramente di un sistema consolidato e strutturale di tutta la Marina Militare a Taranto, non di singoli personaggi. 

Nonostante questo, la MM continua a Taranto a fare da padrona. Ad occupare gran parte della città, continuando a depredare le parti migliori, di verde, di mare di Taranto; ad inquinare pesantemente le acque - ed in passato un'inchiesta dell'Ispettorato del Lavoro fu bloccata dal Ministero a Roma; a non voler cedere mega strutture vuote che potrebbero servire per case alla popolazione di Taranto e per l'accoglienza dei migranti. 

Si tratta quindi di una "Fogna" pienamente coperta e protetta da tutte le Isituzioni locali e nazionali, verso le cui responsabilità penali anche questa inchiesta dovrebbe andare a fondo.

(da Il Fatto quotidiano) 

Marina militare Taranto, due ufficiali arrestati per tangenti. Imprenditore ai pm: “Il sistema non si è mai fermato”

Nuovo capitolo della tangentopoli in divisa. Secondo l'accusa, nonostante l'operazione dei carabinieri a gennaio, la richiesta di mazzette continuava senza esitazioni. Su ogni appalto il 10 percento doveva essere restituito in bustarelle. Sottrarsi alla “mesata” comportava il blocco dei pagamenti
 
Quando ho pagato l’ultima tangente sono rimasto impressionato perché i carabinieri avevano già arrestato un ufficiale della Marina, ma il sistema non si era fermato”. È l’inquietante rivelazione di un imprenditore tarantino costretto a pagare il “pizzo” ai militari della base ionica che svela un nuovo capitolo della tangentopoli in divisa che continua a imbarazzare la forza armata.
Nonostante gli arresti messi a segno a gennaio dai carabinieri di Taranto, coordinati dal sostituto procuratore della Repubblica Maurizio Carbone, la richiesta di mazzette continuava senza esitazioni. Su ogni appalto il 10 percento doveva essere restituito in bustarelle. Sottrarsi alla “mesata” comportava il blocco dei pagamenti: le fatture restavano nei cassetti, insomma, e venivano liquidate solo quando gli imprenditori si decidevano a pagare. Per alcuni, però, ha significato molto di più: un imprenditore che ha provato a ribellarsi a questo sistema è stato escluso dalle gare d’appalto e la sua ditta è addirittura fallita.
Il nuovo capitolo della bufera giudiziaria ha coinvolto due ufficiali superiori: Giovanni Caso e Alessandro Dore, entrambi capitani di fregata e in passato a capo del IV reparto della direzione di commissariato della Marina militare a Taranto, l’ente che in sostanza tiene i cordoni della borsa per l’indotto nella base navale. Per entrambi, finiti agli arresti domiciliari, l’accusa è di concussione: secondo il pm Carbone avrebbero costretto gli imprenditori a pagare le tangenti per evitare il blocco dei pagamenti... il sistema era ereditato da tutti i capi uffici e coinvolgeva anche altri ufficiali. Nella vicenda, infatti sono 10 in totale i militari coinvolti ai quali nelle scorse ore i carabinieri hanno anche notificato un decreto di sequestro preventivo: gli investigatori hanno messo i sigilli a conti correnti, immobili e altro per un ammontare complessivo di 500mila euro. Una somma che è sicuramente solo un “prima stima per ora necessariamente provvisoria e certamente al ribasso rispetto alle ingenti somme percepite a titolo di tangente dagli indagati”.
Il nuovo capitolo, però, potrebbe non essere l’ultimo dell’inchiesta: il prossimo 16 novembre, infatti, è fissato l’incidente probatorio nel quale altri due ufficiali, Roberto La Gioia e Giovanni Cusmano, dovranno confermare le confessioni fatte agli inquirenti dopo il loro arresto...
Il totale della mazzetta era infatti suddiviso secondo criteri ben precisi. “Il 2,5% ciascuno al sottoscritto e al Vice Direttore (di Maricommi, ndr) – ha spiegato La Gioia nel suo interrogatorio – 2% a Vecchi, 1,5% al Direttore e il restante 1,5% veniva diviso in parti uguali tra il Summa e il De Benedictis”.

"Reddito di dignità" - lo Slai Cobas scrive ad Emiliano

AL PRESIDENTE REGIONE PUGLIA, MICHELE EMILIANO
all'Assessore al Lavoro, Sebastiano Leo

Alla Dr.ssa Titti De Simone


epc al Sindaco, Stefano Comune Taranto
All'Assessore al lavoro, Francesco Cosa


OGGETTO: LEGGE SUL "REDDITO DIDIGNITA'" IN PUGLIA - necessarie modifiche - richiesta incontro


Lo Slai cobas per il sindacato di classe di Taranto e l'organizzazione Disoccupati Organizzati hanno letto con attenzione il testo della Legge per l'introduzione in Puglia del "Reddito di dignità".
Noi siamo chiaramente favorevoli ad una misura che - come accade in vari paesi della UE - dia finalmente un sostegno economico in attesa del lavoro ai disoccupati e a chi ha perso il lavoro ed è privo di ammortizzatori sociali.

Nel merito, però, riteniamo che i criteri del "reddito di dignità" che codesta Regione ha stabilito non siano ancora quelli che possano costituire un effettivo sostegno a tutti i disoccupati.

- Si tratta di una misura di reddito molto basso, che chiamarlo di "dignità" sembra un eufemismo: il massimo sarebbero 600 euro ma devi essere una famiglia di 5 persone. Vale a dire poco più di 100 euro al mese a persona. Per le altre famiglie il "reddito di dignità" andrebbe proporzionalmente ridotto. E facendo un pò di conti, a una famiglia con 2 persone andrebbero meno di 250 euro, con cui, è evidente, non si riuscirebbe neanche a mangiare. In questo modo più che "reddito di dignità", si può chiamare di "elemosina"
- Viene ristretta enormemente la platea dei beneficiari: solo famiglie che non superano i 3000 euro. Quindi, basta che un componente della famiglia faccia dei lavoretti, che non avrebbe diritto al reddito. .
- Viene riferito alle "famiglie", non a tutti i disoccupati. Un provvedimento, quindi, che da un lato si presenta di fatto "ideologico-politico", di affermazione della famiglia e della famiglia tradizionale con uomo, donna, figli; dall'altro è estremamente penalizzante per giovani, donne che vogliono andare via dalla famiglia, acquisire un'indipendenza, ma che proprio per la mancanza di lavoro o reddito non possono farlo.
- Per le donne, poi si presenta doppiamente penalizzante, lì dove, invece, un reddito collegato alla persona e non alla famiglia permetterebbe a molte donne di liberarsi di situazioni familiari fortemente oppressive o anche violente.

Quindi, così com'è attualmente questa legge non risponde alla rivendicazione generale dei disoccupati e delle disoccupate.

La scrivente OS e i Disoccupati Organizzati di Taranto, chiedono pertanto che vengano apportate in particolare le seguenti 2 modifiche:

1. il reddito sia per tutti i disoccupati, per tutti coloro a cui viene negato il lavoro o sono stati licenziati, senza condizione e sbarramenti - pertanto slegato dalla condizione familiare e dal reddito familiare, ma legato solo al reddito della singola persona
2. la misura del reddito, pur mantenendola di 600 euro, sia uguale per tutti i disoccupati.

Inoltre, chiediamo che i tempi di realizzazione di questa misura siano molto brevi (a Taranto, ogni giorno che passa, la situazione diventa sempre più drammatica); in netta controtendenza con i lunghissimi tempi che stanno avendo i "cantieri di cittadinanza" o "garanzia giovani".
 

PER QUANTO SOPRA, SI CHIEDE UN INCONTRO NEL PIU' BREVE TEMPO POSSIBILE AL PRESIDENTE EMILIANO.



SLAI COBAS per il sindacato di classe

DISOCCUPATI ORGANIZZATI

giovedì 29 ottobre 2015

NUOVA RIVOLTA DI MIGRANTI AL CARA DI BARI - LIBERTA' PER GLI ARRESTATI



Ancora una rivolta dei migranti per le lungaggini del riconoscimento di rifusiati, nel famigerato Cara di Bari, che di fatto è una prigione per i migranti, che restano mesi, anni in attesa della decisione della Commissione
E' una rivolta pienamente giusta. I 7 migranti arrestati devono essere liberati!
Già in passato vi fu una grande rivolta. Solo a seguito di questa, nonostante la repressione pesante che seguì, fu messa un'altra Commissione per seguire le pratiche dei richiedenti asilo.
Ora, con il numero elevato di migranti, passano 15/18 mesi anche solo per essere convocati dalla Commissione

Intanto, vogliono trasformare il Cara in un hotspot, per cacciare subito, senza neanche verificare le condizioni individuali la maggiorparte dei migranti

GIOVEDI' ROSSI – Effetti immediati dell'industria meccanica sull'operaio, donne e bambini, famiglia: contratti formali, atrofia morale, desolazione intellettuale.

In questo capitolo, “Prima di vedere da vicino come al “sistema organizzato delle macchine nella fabbrica” “venga incorporato materiale umano, esaminiamo alcuni effetti generali coi quali quella rivoluzione reagisce sull’operaio stesso.”
Ricordiamoci sempre che Marx analizza fin nei particolari l’essenza del Capitale, di questo sistema sociale, e l’essenza è ancora questa e questa sarà finché vive il sistema capitalistico. Come si può ben comprendere quelle che sono cambiate sono le dimensioni e le forme del fenomeno… ma gli “Effetti immediati” sono sempre lì.

Torino, 1917. Operaie nello stabilimento FIAT di via Cigna

3. EFFETTI IMMEDIATI DELL’INDUSTRIA MECCANICA SULL’OPERAIO

Uno degli effetti è l’”Appropriazione di più forze-lavoro da parte del capitale. Lavoro delle donne e dei fanciulli.
In quanto le macchine permettono di fare a meno della forza muscolare, esse diventano il mezzo per adoperare operai senza forza muscolare o di sviluppo fisico immaturo, ma di membra più flessibili.” Quindi… un’affermazione molto importante: “Quindi lavoro delle donne e dei fanciulli è stata la prima parola dell’uso capitalistico delle macchine!”

Con questa affermazione cadono i luoghi comuni che pretendono in maniera interessata che le donne sarebbero entrate nel mondo del lavoro “tardi” in particolare durante le guerre mondiali - a parte il fatto che le donne hanno sempre lavorato nelle forme in cui si sono sviluppate tutte le società; per non parlare del lavoro dei fanciulli le cui statistiche odierne ci danno ancora una visione orribile in cui sono costretti a “produrre”…
Questo potente surrogato del lavoro e degli operai si è così trasformato subito in un mezzo per aumentare il numero degli operai salariati irreggimentando sotto l’imperio immediato del capitale tutti i membri della famiglia operaia, senza differenza di sesso e di età. Il lavoro coatto a vantaggio del capitalista ha usurpato non solo il posto dei giochi fanciulleschi, ma anche quello del libero lavoro nella cerchia domestica, entro limiti morali, a vantaggio della famiglia stessa.”

Come abbiamo già visto, Marx dice: “Il valore della forza-lavoro era determinato dal tempo di lavoro necessario non soltanto per mantenere l’operaio adulto individuale, ma anche da quello necessario per il mantenimento della famiglia dell’operaio. Le macchine, gettando sul mercato del lavoro tutti i membri della famiglia operaia, distribuiscono su tutta la famiglia il valore della forza-lavoro dell’uomo, e quindi svalorizzano la forza- lavoro di quest’ultimo. L’acquisto della famiglia frazionata p. es. in quattro forze-lavoro costa forse più di quanto costasse prima l’acquisto della forza-lavoro del capofamiglia, ma in cambio si hanno ora quattro giornate lavorative invece di una, e il loro prezzo diminuisce in proporzione dell’eccedenza del pluslavoro dei quattro sul pluslavoro dell’uno. Ora, affinché una sola famiglia possa vivere, quattro persone devono fornire al capitale non solo lavoro, ma pluslavoro.”
È così che “le macchine allargano fin dal principio anche il grado di sfruttamento, assieme al materiale umano da sfruttare che è il più proprio campo di sfruttamento del capitale.”

Ora tutta la famiglia è “sotto contratto”. E su questo Marx introduce un altro argomento forte dell’effetto della grande industria anche sul “contratto” che si stipula tra padrone e operaio…

Le macchine rivoluzionano dalle fondamenta la mediazione formale del rapporto capitalistico, cioè il contratto fra operaio e capitalista.” Ricordiamo dai primi capitoli che “Finché si rimase sul fondamento dello scambio di merci, il primo presupposto era che il capitalista e l’operaio stessero di fronte l’uno all’altro come persone libere, come possessori di merci, indipendenti, l’uno possessore di denaro e di mezzi di produzione, l’altro possessore di forza-lavoro. Ma ora il capitale acquista dei minorenni o dei semimaggiorenni. Prima l’operaio vendeva la propria forza-lavoro della quale disponeva come persona libera formalmente.” (Ricordiamolo ancora una volta: formalmente! Perché ancora oggi c’è chi fa finta di credere che l’operaio sia libero).
Ora vende moglie e figli. Diventa mercante di schiavi.”. Marx continua: “La richiesta di lavoro infantile rassomiglia spesso anche nella forma alla richiesta di schiavi negri, come si era avvezzi a leggerla nelle inserzioni dei giornali americani. Un ispettore di fabbrica inglese racconta per esempio: «La mia attenzione fu richiamata su un annuncio del giornale locale d’una delle più importanti città industriali del mio distretto; ed eccone la trascrizione: “Abbisognasi di dodici-venti ragazzi, non più giovani di quel che può passare per tredici anni. Salario, quattro scellini alla settimana. Rivolgersi ecc..”». La frase «di quel che può passare per tredici anni» si riferisce al fatto che, secondo il Factory Act, [Legge sulle fabbriche] fanciulli al di sotto dei tredici anni potevano lavorare soltanto sei ore. [E questa era una conquista! - ndr]. Un medico ufficialmente qualificato (certifying surgeon) deve attestare l’età. Dunque il fabbricante pretende dei ragazzi che abbiano l’aspetto di esser già tredicenni.

Oggi i capitalisti, le multinazionali, questo continuano a farlo nei paesi del Terzo Mondo, ma non solo, nascondendo le loro responsabilità dietro i fabbricanti locali.

Nel capitalismo come si sa è tutto un gran mercato: “Nel famigerato distretto londinese di Bethnal Green si tiene ogni lunedì e martedì mattina pubblico mercato dove i fanciulli di ambo i sessi, dai nove anni in su, si dànno in affitto alle manifatture londinesi di seta. «Le condizioni abituali sono uno scellino e otto pence alla settimana (che appartengono ai genitori), e due pence per me, oltre il tè». I contratti valgono solo per una settimana. Le scene e il linguaggio, mentre si svolge questo mercato, sono veramente rivoltanti. In Inghilterra accade sempre ancora che delle donne prendano «dei ragazzi dalla workhouse (“case di lavoro” dove si rinchiudevano poveri, soprattutto ragazzi,) e li affittino poi al primo acquirente che capita per due scellini e sei pence alla settimana». Nonostante la legislazione, [nonostante la legislazione!!! Quante volte da allora dobbiamo ripetere ancora questa frase! - ndr] ci sono ancora per lo meno duemila ragazzi in Gran Bretagna che sono venduti dai propri genitori come macchine viventi per spazzare i camini (benché esistano macchine per sostituirli). La rivoluzione operata dalle macchine nel rapporto giuridico fra compratore e venditore della forza-lavoro, tale che l’intera transazione perde perfino la parvenza di un contratto fra persone libere, offrì in seguito al parlamento inglese il pretesto giuridico per l’intervento dello Stato nelle fabbriche.” Lo Stato ha bisogno dei “pretesti”, degli “scandali”, degli “orrori” per intervenire con delle leggi!

Tutte le volte che la legge sulle fabbriche limita a sei ore il lavoro dei fanciulli in branche d’industria fino ad allora lasciate tranquille tornano a risuonare le lamentose grida dei fabbricanti: una parte dei genitori sottrae ora i fanciulli alla industria disciplinata per legge e li vende a quelle dove domina ancora la «libertà del lavoro», ossia dove fanciulli al di sotto dei tredici anni sono costretti a lavorare come adulti e dove quindi si possono anche vendere a prezzo più caro. Ma poiché il capitale è per natura un leveller (Livellatore. Allusione al movimento puritano integrale con tendenze di comunismo agrario nella rivoluzione di Cromwell), cioè pretende come proprio innato diritto dell’uomo l’eguaglianza delle condizioni di sfruttamento del lavoro in tutte le sfere della produzione, la limitazione legale del lavoro infantile in una branca dell’industria diventa causa della stessa limitazione nell’altra.”

Uno dei sicuri effetti che saltano agli occhi è quello del deterioramento fisico dei lavoratori: “Abbiamo già accennato in precedenza al deterioramento fisico dei fanciulli e degli adolescenti, come pure delle operaie che le macchine assoggettano allo sfruttamento del capitale, prima direttamente nelle fabbriche, che sulla base delle macchine spuntano rapidamente, e poi indirettamente in tutte le altre branche dell’industria. Qui ci fermeremo quindi su un punto solo: la enorme mortalità tra i figli degli operai nei loro primi anni di vita.”
E la causa, dice Marx, è proprio il modo in cui il capitale fa lavorare le donne nell’industria, che assorbendole e abbrutendole, trasforma in donne impossibilitate a prendersi cura dei propri bambini, sia per le donne delle città che per le donne di campagna, laddove arriva il “il sistema industriale” che rivoluziona il modo di coltivare.

«Donne sposate, che lavorano in bande assieme ad adolescenti e ragazze, vengono messe a disposizione del fittavolo, in cambio di una certa somma, da un uomo che è chiamato il “capobanda“ [ma guarda quanto è vecchio il nostro “caporale”! - ndr] che affitta la banda in blocco. Queste bande vanno spesso lontano dai loro villaggi per molte miglia, e si possono incontrare la mattina e la sera sulle strade maestre, le donne vestite di corte sottovesti e sottane e stivali corrispondenti, talvolta in calzoni, molto robuste e sane d’aspetto, ma rovinate dalla scostumatezza abituale, e senza preoccupazioni per le conseguenze disastrose che la loro preferenza per questa vita attiva e indipendente porta ai loro rampolli che deperiscono a casa». [Questo è il commento “scandalizzato” di un ispettore del lavoro che non condivide la “preferenza per questa vita attiva e indipendente”!]

L’atrofia morale che deriva dallo sfruttamento capitalistico del lavoro delle donne e dei fanciulli è stata esposta in maniera così esauriente da F. Engels nella sua Situazione della classe operaia in Inghilterra e da altri scrittori. Ma la desolazione intellettuale, prodotta artificialmente con la trasformazione di uomini immaturi in semplici macchine per la fabbricazione di plusvalore, da tenersi ben distinta da quella ignoranza naturale e spontanea che tiene a maggese senza corromperne la capacità di sviluppo, cioè la stessa fecondità naturale, ha finito per costringere perfino il parlamento inglese a fare dell’istruzione elementare condizione obbligatoria per legge del consumo «produttivo» di fanciulli al di sotto dei quattordici anni di età, per tutte le industrie soggette alla legge sulle fabbriche.”

Ma come ha ben spiegato Marx la “legge” non basta: “Lo spirito della produzione capitalistica traluce splendidamente dalla sciatta formulazione delle cosiddette clausole sull’istruzione delle leggi sulle fabbriche, dalla mancanza di un meccanismo amministrativo, la quale rende a sua volta in gran parte illusoria questa istruzione obbligatoria, dalla opposizione dei fabbricanti perfino contro quella legge sull’istruzione, e dai loro trucchi e sotterfugi pratici per eluderla. «Il biasimo va esclusivamente alla legislazione perché ha emanato una legge illusoria (delusive law), la quale, sotto l’apparenza di curare l’educazione dei fanciulli, non contiene neppure una disposizione singola per garantire il raggiungimento di quello scopo che professa di avere. Non dispone nient’altro che questo: i fanciulli debbono venir chiusi per un determinato numero di ore (tre ore) al giorno fra le quattro pareti di un luogo chiamato scuola, e colui che impiega il fanciullo deve ricevere ogni settimana un certificato attestante questo fatto da una persona che come maestro o maestra sottoscrive con il proprio nome».
Prima che fosse emanato l’Atto sulle fabbriche emendato del 1844, non erano rari i certificati di frequenza scolastica firmati con una croce da maestri o maestre che non sapevano essi stessi scrivere. «Nella visita che feci a una di queste scuole che rilasciavano certificati, rimasi così colpito dalla ignoranza del maestro che gli dissi: Scusi, signore, Lei sa leggere? La risposta fu: Aye, summat (Sì, un poco. La risposta del maestro è in dialetto). A giustificazione, aggiunse: in ogni caso sono più avanti dei miei scolari». Durante la preparazione dell’Act del 1844, gli ispettori di fabbrica denunciarono lo stato vergognoso dei luoghi chiamati scuole, i cui certificati essi in virtù della legge dovevano accettare come validi … Si aggiunga lo scarso mobilio scolastico, la mancanza di libri e di altro materiale didattico e l’effetto deprimente d’una atmosfera chiusa e nauseabonda sui poveri ragazzi stessi. Sono stato in molte di tali scuole, dove ho visto file intere di fanciulli che non facevano assolutamente nulla: e ciò viene attestato come frequenza scolastica, e questi bambini figurano come educati (educated) nella statistica ufficiale».” Ma ancora non basta: “In Scozia i fabbricanti cercano di escludere in tutti i modi i ragazzi soggetti all’obbligo scolastico. «Questo basta per dimostrare il grande sfavore dei fabbricanti nei confronti delle clausole sull’istruzione». Questo si vede in maniera orribile e grottesca nelle stamperie di cotonine e simili, che sono regolate da una propria legge sulle fabbriche. Secondo le disposizioni della legge, «ogni fanciullo, prima di essere impiegato in una di tali stamperie, deve aver frequentato la scuola per almeno trenta giorni e per non meno di centocinquanta ore durante i sei mesi che precedono immediatamente il primo giorno del suo impiego…"

Tutto questo implicava un altro effetto immediato: “con l’aggiunta di una quantità preponderante di fanciulli e di donne al personale di lavoro combinato, le macchine spezzano la resistenza che l’operaio maschio ancora opponeva al dispotismo del capitale nella manifattura.”

Operai della Pasquinelli oggi dopo il lavoro andranno tutti a Palazzo di città

Dal loro comunicato:
 
I lavoratori addetti alla selezione della raccolta differenziata operanti presso l'impianto di selezione in contrada Pasquinelli, in relazione alla grossa criticità che si sta venendo a creare per quanto riguarda il futuro dei lavoratori impiegati sul nastro, chiedono al Sindaco di istituire un tavolo urgente di incontro per l'inserimento di una clausola sociale che vada a salvaguardare tutti i lavoratori attualmente occupati e quindi a scongiurare possibili licenziamenti. 
Garanzia per i lavoratori che nella nuova gara d'appalto non è presente.

Sulla sicurezza edifici scolastici


Spett.li

Sindaco di Taranto
Presidente della Provincia di Taranto

Oggetto: finanziamenti per indagini diagnostiche degli edifici scolastici;

I sottoscritti, avendo ricevuto apposita sollecitazione da alcuni dirigenti scolastici, nella certezza che le amministrazioni da voi guidate si stanno già attivando, vi chiedono di conoscere quali attività concrete avete predisposto per cogliere l’opportunità governativa di finanziamento di indagini diagnostiche degli edifici scolastici.

Tale provvedimento scaturisce dalla legge  n. 107 del 2015, al fine di garantire la sicurezza degli edifici scolastici e di prevenire eventi di crollo dei relativi solai e contro-soffitti.

Il Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca ha emanato apposito decreto il 7 agosto 2015 n. 594, pubblicato in data 15/10/2015, stabilendo criteri e modalità per l’erogazione delle risorse agli enti locali.
Fissando la scadenza delle domande al 18/11/2015.

Nel sottolineare l’importanza che tale azione riveste per la sicurezza degli studenti e di tutti gli operatori della scuola, vi ringraziamo sin d’ora per l’attenzione che darete alla presente e restiamo in attesa di un cortese e pronto riscontro.

Taranto 26 ottobre 2015.
Dante Capriulo - Consiglieri Comunale e Provinciale di Taranto
Francesco Venere - Consigliere Comunale di Taranto

mercoledì 28 ottobre 2015

Massima solidarietà alle lavoratrici delle Coop. sociali di Palermo aggredite e ferite dalla polizia

I lavoratori e le lavoratrici Slai Cobas p.s.c Taranto addetti alla selezione della raccolta differenziata esprimono massima solidarietà alle lavoratrici di Palermo in lotta, oggi più che mai comprendiamo il vostro disagio, la vostra rabbia, il vostro odio e la ribellione verso questo governo imperialista, capitalista e fascista, sempre più boia verso le masse, verso i lavoratori, verso i giovani.
Ma sappiamo bene che la repressione non spegne la lotta ma alimenta la ribellione, per cui non un passo in dietro!
Di seguito il comunicato delle lavoratrici/precarie:

Comunicato stampa - Palermo, 27/10/2015

LA POLIZIA AGGREDISCE LE PRECARIE IN PROTESTA DAVANTI LA PROVINCIA

OGGI CONTINUA LA PROTESTA DELLE PRECARIE E DEI PRECARI DAVANTI LA EX PROVINCIA DI PALERMO PER SCONGIURARE I LICENZIAMENTI.
DA STAMATTINA I PRECARI CERCANO DI AVERE UN INCONTRO CON I DIRIGENTI, DOPO AVER PRESO ATTO DELL'APERTURA DELLE BUSTE PER LA GARA D'APPALTO DEL SERVIZIO PER I RAGAZZI DISABILI, E DISCUTERE TRA LE ALTRE COSE DELLE RISORSE NON SPESE E QUINDI DEL RIENTRO DEI LICENZIAMENTI. 
DURANTE UN TENTATIVO DI AVVICINAMENTO ALL'INGRESSO DELLA PROVINCIA PER PRETENDERE L'INCONTRO CON MUNAFO' LA POLIZIA PRESENTE HA SPINTONATO FORTEMENTE LE PRECARIE PER RESPINGERLE (AD UNA SI SONO ROTTI GLI OCCHIALI MENTRE UN'ALTRA HA LA SPALLA LUSSATA...).

COME AL SOLITO LA POLIZIA AGGREDISCE CHI DENUNCIA LO STATO DI COSE PRESENTI E PRETENDE CHE I DIRITTI VENGANO RISPETTATI, DI FATTO DIFENDENDO POLITICI E PERSONAGGI PUBBLICI VARI, CHE PRIMA O POI FINISCONO PER ESSERE INDAGATI. SONO QUESTE LE ISTITUZIONI, IL CUI VERO VOLTO E' QUELLO DELLA VIOLENZA!

A FRONTE DI DIRITTI SEMPRE PIU' NEGATI I RESPONSABILI DOVRANNO PAGARE PURE QUESTO...





















 Lavoratori Slai Cobas "Pasquinelli" in lotta.
F.B

Il "Reddito di dignità" di Emiliano farà la fine di "garanzia giovani" e Cantieri di cittadinanza"? - Cosa è e a chi spetterebbe

Prima Emiliano l'aveva chiamato "reddito sociale" e in concreto non si era visto nulla, ora lo ripresenta come "reddito di dignità", ma vorremmo questa volta che a cambio di parole si accompagnassero anche i fatti.  

Ma i veri grossi problemi sono nel merito:

Primo. Si tratta di una misura di reddito molto basso, che chiamarlo di "dignità" sembra una provocazione: il massimo sarebbero 600 euro ma devi essere una famiglia di 5 persone! Vale a dire poco più di 100 euro al mese a persona, vale a dire che neanche ci mangi. Per le altre famiglie il "reddito di dignità" andrà proporzionalmente ridotto. E facendo un pò di conti a una famiglia con 2 persone andrebbero meno di 250 euro. Di quale "dignità" allora si parla?! 
Secondo. Viene ristretta enormemente la platea dei beneficiari: solo famiglie che non superano i 3000 euro. Quindi, basta che un componente della famiglia faccia dei lavoretti, che non si ha più diritto al reddito. In questo modo più che "reddito di dignità", si può chiamare di "elemosina".
Terzo. Viene riferito alle "famiglie", non a tutti i disoccupati. Un provvedimento, quindi, che da un lato si presenta di fatto "ideologico-politico", in sintonia con la politica di governo, Chiesa di affermazione della famiglia e della famiglia tradizionale con uomo, donna, figli (chiaramente le famiglie di fatto, le coppie di omossessuali, sarebbero escluse...); dall'altro è estremamente penalizzante per giovani, donne che vogliono andare via dalla famiglia, acquisire un'indipendenza. 

Quindi, non è questa misura che serve, o che si avvicina alla rivendicazione dei movimenti dei disoccupati.
Occorre un salario garantito per tutti i disoccupati, come diritto, senza condizione e sbarramenti, per tutti coloro a cui viene negato il lavoro o sono stati cacciati dal lavoro. 
  
Che dice la Legge sul Reddito di Dignità in Puglia?

Emiliano PD SUD
• Il ReD tende ad essere universalistico: assegnato a tutte le famiglie con risorse economiche inferiori alla soglia (ISEE < 3000 euro) e in condizioni di fragilità economica e sociale
• Dati i vincoli economici, si partirà dalle categorie in maggiore difficoltà (giovani e giovani coppie con figli minori, disoccupati, famiglie numerose) 
• Il ReD si compone di: trasferimento economico +programma di inserimento sociale e lavorativo + accesso a opportunità formative
• Un meccanismo “a sportello” che si compone di:
• Un catalogo per i potenziali beneficiari, che presentano domanda ed esprimono le proprie preferenze rispetto al tirocinio, coerenti con le competenze e le aspirazioni
• Un catalogo per i soggetti ospitanti (soggetti pubblici, privati e del privato sociale), che presentano progetti di tirocinio ed esprimono fabbisogni di competenze e di formazione
• Una equipe multiprofessionale,  composta da personale dei Comuni (Ambiti territoriali) e dei Centri per l’impiego pubblici, con il compito di valutare le domande,  definire il patto individuale, abbinare tirocinante e tirocinio, e monitorare lo svolgimento
• Il trasferimento economico, pari a 600 euro mensili per una famiglia di 5 componenti, varia al variare della composizione famigliare (scala di equivalenza ISEE) ma – in una prima fase -  non varia al variare del reddito disponibile; successivamente potrà essere commisurato alla differenza tra la soglia e il reddito disponibile. 
• Il beneficiario stipula un patto di inserimento con l’ente territoriale. Il Patto è condizione per la fruizione del beneficioLa misura è sospesa dopo 12 mesi ma può riprendere dopo 6 mesi di interruzione.

ILVA - Fiom: non ci sono colpevoli, e la new.co va bene...

Che differenza c'è tra la Fiom e Fim e Uilm all'Ilva? Nessuna
Che differenza c'è tra la Fiom e commissari, governo sull'Ilva? Nessuna
Nel volantino dato dalla Fiom qualche giorno fa all'ILva e nei comunicati dopo l'incontro a Roma, sulla situazione sempre sull'orlo del collasso all'Ilva la "denuncia" della Fiom non ha colpevoli. Le responsabilità sarebbero "oggettive": "il perdurare delle difficoltà economiche", la "riduzione della produzione", "la congiuntura di mercato", ecc. 
Come se questi problemi - che sono effetti e non cause - non avessero dei "padri e madri", che si chiamano sistema capitalista, padroni vecchi e nuovi, governo al servizio dei padroni, concorrenza tra capitalisti sul mercato mondiale per il loro profitto.
Non è che i padroni e il governo non dicano le stesse cose, non portino avanti le stesse lamentele. Quindi la Fiom altro non fa che fargli da bordone, e diffondere tra gli operai un'idea di inelluttabilità, rendendo di fatto inutile la lotta degli operai: se non ci sono responsabili, contro chi lotti? Al massimo fai (fanno loro) incontri, Tavoli...
Sulla newco, poi, la posizione della Fiom è da tappetino che si stende ai piedi del governo e dei commissari, coltivando illusioni sugli interventi del governo.
Rosario Rappa, segretario nazionale Fiom (conosciuto a Taranto, nel periodo della sua segreteria, come persona inutile) ha dichiarato dopo l'incontro con il Mise: “è positiva l'individuazione delle risorse, sia per la gestione ordinaria del gruppo che per l'attuazione del piano di ambientalizzazione. Inoltre, per quanto riguarda la nostra organizzazione è fondamentale riuscire a partire entro la fine dell'anno con la newco, dando la possibilità all'Ilva di tornare tra i competitor siderurgici, dopo i rallentamenti causati anche dai tanti decreti emessi”.
Una dichiarazione tra l'irresponsabilità e la stupidità! 
Tutti che sanno fare un pò di conti sanno bene che gli 800 milioni decisi dal governo sono totalmente insufficienti per una effettiva ambientalizzazione; così come si sa che queste risorse sono legate sempre e comunque al 1,2 miliardi di Riva, che restano ben custoditi in Svizzera (e quindi non ci sono).
Sulla newco, certo che può dare "la possibilità all'Ilva di tornare tra i competitor siderurgici", ma questo è, appunto, dal punto di vista dell'interesse dei padroni e del governo; la Fiom non dice che cosa comporterà per gli operai, per cui vi saranno migliaia di esuberi.
La Fiom è di fatto di una inconcludenza disarmante, continua a "suicidarsi in diretta" (ricordiamo il drastico calo alle elezioni delle RSU). Ancora una volta dagli altri sindacati confederali all'Ilva si distingue per qualche parola ma non per i fatti - non avendo neanche il "potere" di complicità con l'azienda che hanno Fim e Uilm.

Cantieri di cittadinanza: basta con i rinvii - ma anche lavoro vero!

Giovedì mattina i Disoccupati Organizzati Slai cobas saranno al Comune.

Vogliamo che dagli inizi di novembre partano i Cantieri di cittadinanza - basta con il rinvio di mese in mese;
vogliamo che sia aumentato il numero dei disoccupati occupati nei Cantieri di cittadinanza, già nella prima tornata;

Ma vogliamo anche che il Sindaco risponda finalmente in maniera chiara e positiva alle richieste su:
- impiego dei disoccupati nella prossima raccolta differenziata a Paolo VI - se non lavoreranno i disoccupati, la raccolta non partirà!
- impiego dei disoccupati per i lavori urgenti per la rete fognaria e il risanamento di quartieri e strade.

Attuazione anche a Taranto del salario/reddito garantito in attesa del lavoro; nonchè di misure di sostegno sociale ai disoccupati - anche su questo si deve passare dalle parole del presidente della Regione, Emiliano, alla concretizzazione di queste misure.

DISOCCUPATI ORGANIZZATI SLAI COBAS
Masci Fiorella (3339199075)

slaicobasta@gmail.com

martedì 27 ottobre 2015

Persone che fanno schifo, Lucia Viafora. Persone che dimostrano che la politica elettorale è tutta uno schifo e che la politica proletaria oggi passa dal boicottaggio elettorale e dalla lotta e autorganizzazione

Lucia Viafora si è fatta eleggere con Rifondazione Comunista, partito che a Taranto ha sempre avuto poco a che fare non solo con le lotte operaie, di precari e disoccupati - e questo avviene anche a livello nazionale - ma che ha sempre avuto niente a che fare con il comunismo e l'organizzazione comunista
E' diventata assessore nella giunta Stefano, distinguendosi per la sua aperta incapacità e clientelismo da piccolo cabotaggio
Una volta messa fuori dalla giunta, nei tanti cambiamenti di poltrone e casacche che la giunta stefano ha mostrato in questi anni, ha continuato a cercare per così dire una collocazione e finalmente l'ha trovata... in Forza Italia
Se non è un caso di omonimia leggiamo su Tarantobuonasera che Forza Italia a Taranto ha fatto una nuova squadra e Lucia Viafora è diventata responsabile di Formazione, Università e Lavoro (?)
Siamo di fronte a una 'prostituta della politica', di cui il partito di Berlusconi è sempre stato pieno e ricettivo, anche se oggi purtroppo il partito di Renzi gli fa grande concorrenza

Ma non si vergogna?

Cito un accattone che vuole campare a vita con i soldi dello Stato

Cito il demagogo fascio razzista che ha impestato per alcuni anni la città
Cito che in nome del popolo ne ha estorto il voto, usando per anni in maniera illegale, ricattatoria e quasi estorsiva la TV, e che divenuto sindaco e parlamentare ha messo in ridicolo la nostra città a livello nazionale, facendola sembrare una città di trogloditi, di sottosviluppati e malavitosi
Cito che non ha mai chiarito i legami con affari e malaffari con i potentati economici, militari della città
Cito pluricondannato per vari reati - alcuni connessi a legami con la malavita
Cito che ha cercato in questi anni di restare a galla - approfittando di amministratori, dalla Di Bello a Stefano - corrotta una, incapace di risolvere i problemi della città l'altro...- dicendo che quando stava lui si stava bene...
Cito che comunque sempre ha cercato di diventare accettabile ai poteri forti da Berlusconi a Fitto, specialisti per togliere ai poveri per dare ai ricchi e riempire la politica governativa di delinquenti, corrotti, corruttori, puttanieri, ecc,
Cito che campa di soldi pubblici da sempre, facendosi invece paladino di poveri,

ora si è messo a girare la TV per pretendere la pensione di Stato a vita, lui che estorceva i voti parlando contro politici e corruzione
Ma non si vergogna?!

LA LUCENTEZZA RICATTA I LAVORATORI A RINUNCIARE AI LORO DIRITTI SINDACALI - comunicato dello Slai cobas

Lo Slai cobas per il sindacato di classe denuncia l'azione dell'azienda, La Lucentezza, portata avanti con la sicura complicità del Sindaco Tamburrano; azione volta a negare i diritti dei lavoratori organizzati nello Slai cobas sc che hanno prodotto nelle scorse settimane iniziative di lotta e incontri per rivendicare aumento dell'orario e del livello retributivo, a fronte di un passaggio d'appalto anomalo che non ha mantenuto le condizioni precedenti e a fronte del carico e mansioni in corso

Ma quello che è più grave è che l'azienda ha esercitato diversi tipi di pressione, ricatti perchè i lavoratori di Massafra si cancellassero dallo Slai cobas. Queste pressioni purtroppo hanno avuto successo, grazie anche all'atteggiamento conciliatorio dei due rappresentanti dello Slai cobas che non sono stati coerenti né con le decisioni delle assemblee, né con la linea che lo Slai cobas ha sostenuto a tutela delle rivendicazioni e dei diritti dei lavoratori.
Queste pressioni sono state accompagnate da promesse individuali, volte a spaccare il fronte dei lavoratori, ma anche a rendere i lavoratori succubi dell'azienda, che sola dovrebbe decide su condizioni e diritti dei lavoratori, su chi deve avere e chi no.

Ma le rivendicazioni e i diritti dei lavoratori sono giusti e sacrosanti e finchè ci sarà anche un solo iscritto in questa azienda saranno portato avanti con le iniziative sindacali e legali necessarie.
Invitiamo, quindi, i lavoratori ancora iscritti allo Slai cobas a contattare entro giovedì la sede dello Slai cobas per proseguire nell'iniziativa sindacale.

Nello stesso tempo occorre dire che l'atteggiamento ostile de La Lucentezza e di Tamburrano, che si è rimangiato anche precedenti impegni, mostra evidentemente che lo Slai cobas stava toccando un punto dolente, stava mettendo in discussione un appalto e relazioni tra Sindaco e ditta non chiari.

Lo Slai cobas approfondirà la natura di quest'azienda e dell'appalto, la natura del rapporto del sindaco Tamburrano con questa azienda per vedere se ci sono questioni di carattere politico-economico-affaristico dietro questo appalto al massimo ribasso e in violazione di norme e diritti dei lavoratori.

Della questione interesseremo anche il consiglio comunale di Massafra perchè è giusto che il massimo organo rappresentativo della città esamini questa vicenda nell'interesse della trasparenza e legalità della gestione di questo appalto e degli appalti comunali in generale e nell'interesse dei lavoratori e dei cittadini.

Taranto 27.10.15

SLAI COBAS per il sindacato di classe

slaicobasta@gmail.com – T/F 0994792086 - 3475301704

Ilva: sversamento di sostanza oleosa in mare.

Il cattivo funzionamento di una valvola nel reparto 'Trattamento acque attinente all’impianto di laminazione del Treno nastri 2 ha causato la fuoriuscita di una contenuta quantità di materiale oleoso che si è sversato nei canali dello stabilimento Ilva e quindi in mare.

Lo rende noto la stessa azienda in amministrazione straordinaria precisando che "Ilva è intervenuta tempestivamente e, attraverso una ditta specializzata, sta eseguendo tutte le operazioni di contenimento e di aspirazione del materiale stesso.
Inoltre, è detto in una nota, "al fine di evitare il ripetersi di simili eventi, l’azienda sta progettando ulteriori controlli sull'impianto che ha provocato lo sversamento odierno".



Scade la cig per gli operai della Marcegaglia. Alcuni operai sui tetti. La Fim cerca di spegnere la protesta, per continuare a fare lotte inutili che finora non hanno portato a risultati di difesa del lavoro

Marcegaglia: scade cig, operai sul tetto del capannone

TARANTO – Quattro lavoratori cassintegrati della Marcegaglia Builtech, che ha dismesso due anni fa il sito di Taranto, sono saliti per protesta sui tetti dei capannoni dell’ex struttura della Belleli sulla strada provinciale 48. Gli operai non intravedono spiragli nella loro vertenza, mentre il 15 novembre scadrà la cassa integrazione per cessata attività. In tutto sono 84 gli operai interessati.

Il vertice che si è svolto oggi al ministero dello Sviluppo economico non è stato risolutivo. Inizialmente erano otto i lavoratori saliti sui tetti, ma quattro di essi sono scesi grazie all’opera di persuasione dei vigili del fuoco e dei sindacati. Nel 2013, quando Marcegaglia decise di chiudere lo stabilimento tarantino (che produceva pannelli e coperture per il fotovoltaico) e tutti i lavoratori vennero posti in cassa integrazione a zero ore, iniziò un percorso presso i vari ministeri con l’intento di trovare un nuovo soggetto industriale che potesse reindustrializzare il sito tarantino con il conseguente riassorbimento di tutte le maestranze.

L’unica azienda che aveva mostrato interesse, la Otlec di Torino (specializzata nel settore metalmeccanico nella produzione di cogeneratori e bruciatori) ha poi rinunciato all’investimento.

"I capannoni – ha spiegato Piero Berrettini della Fim Cisl - sono scivolosi per l’umidità. La pericolosità è enorme. Chiediamo ai lavoratori di scendere e continueremo la protesta con altre forme. Con l’incontro di oggi, quanto meno abbiamo ottenuto l’inserimento di Marcegaglia nell’area di sistema crisi industriale che il governo ha dichiarato per Taranto. Non si può, peraltro, fare una legge per salvare l’occupazione ma che non dia gli ammortizzatori per proseguire i piani industriali".