venerdì 30 ottobre 2015
"Reddito di dignità" - lo Slai Cobas scrive ad Emiliano
AL PRESIDENTE REGIONE PUGLIA, MICHELE
EMILIANO
all'Assessore al Lavoro, Sebastiano Leo
Alla Dr.ssa Titti De Simone
epc al Sindaco, Stefano Comune Taranto
All'Assessore al lavoro, Francesco Cosa
OGGETTO: LEGGE SUL "REDDITO DIDIGNITA'" IN PUGLIA - necessarie modifiche - richiesta incontro
all'Assessore al Lavoro, Sebastiano Leo
Alla Dr.ssa Titti De Simone
epc al Sindaco, Stefano Comune Taranto
All'Assessore al lavoro, Francesco Cosa
OGGETTO: LEGGE SUL "REDDITO DIDIGNITA'" IN PUGLIA - necessarie modifiche - richiesta incontro
Lo Slai cobas per il sindacato di classe di Taranto e
l'organizzazione Disoccupati Organizzati hanno letto con
attenzione il testo della Legge per l'introduzione in Puglia del
"Reddito di dignità".
Noi siamo chiaramente favorevoli ad una misura che - come accade in vari paesi della UE - dia finalmente un sostegno economico in attesa del lavoro ai disoccupati e a chi ha perso il lavoro ed è privo di ammortizzatori sociali.
Nel merito, però, riteniamo che i criteri del "reddito di dignità" che codesta Regione ha stabilito non siano ancora quelli che possano costituire un effettivo sostegno a tutti i disoccupati.
Noi siamo chiaramente favorevoli ad una misura che - come accade in vari paesi della UE - dia finalmente un sostegno economico in attesa del lavoro ai disoccupati e a chi ha perso il lavoro ed è privo di ammortizzatori sociali.
Nel merito, però, riteniamo che i criteri del "reddito di dignità" che codesta Regione ha stabilito non siano ancora quelli che possano costituire un effettivo sostegno a tutti i disoccupati.
- Si tratta di
una misura di reddito molto basso, che chiamarlo
di "dignità" sembra un eufemismo: il massimo sarebbero
600 euro ma devi essere una famiglia di 5 persone. Vale
a dire poco più di 100 euro al mese a persona. Per le
altre famiglie il "reddito di dignità" andrebbe
proporzionalmente ridotto. E facendo un pò di conti, a
una famiglia con 2 persone andrebbero meno di 250 euro,
con cui, è evidente, non si riuscirebbe neanche a
mangiare. In
questo modo più che "reddito di dignità", si può
chiamare di "elemosina"
- Viene ristretta
enormemente la platea dei beneficiari: solo
famiglie che non superano i 3000 euro. Quindi, basta che
un componente della famiglia faccia dei lavoretti, che
non avrebbe diritto al reddito. .
- Viene riferito
alle "famiglie", non a tutti i disoccupati. Un
provvedimento, quindi, che da un lato si presenta di
fatto "ideologico-politico", di affermazione della
famiglia e della famiglia tradizionale con uomo, donna,
figli; dall'altro è estremamente penalizzante per
giovani, donne che vogliono andare via dalla famiglia,
acquisire un'indipendenza, ma che proprio per la
mancanza di lavoro o reddito non possono farlo.
- Per le donne, poi si presenta doppiamente penalizzante, lì dove, invece, un reddito collegato alla persona e non alla famiglia permetterebbe a molte donne di liberarsi di situazioni familiari fortemente oppressive o anche violente.
- Per le donne, poi si presenta doppiamente penalizzante, lì dove, invece, un reddito collegato alla persona e non alla famiglia permetterebbe a molte donne di liberarsi di situazioni familiari fortemente oppressive o anche violente.
Quindi, così com'è attualmente questa legge non risponde alla rivendicazione generale dei disoccupati e delle disoccupate.
La scrivente OS e i Disoccupati Organizzati di Taranto, chiedono pertanto che vengano apportate in particolare le seguenti 2 modifiche:
1. il reddito sia per tutti i disoccupati, per tutti coloro a cui viene negato il lavoro o sono stati licenziati, senza condizione e sbarramenti - pertanto slegato dalla condizione familiare e dal reddito familiare, ma legato solo al reddito della singola persona
2. la misura del reddito, pur mantenendola di 600 euro, sia uguale per tutti i disoccupati.
Inoltre, chiediamo che i tempi di realizzazione di questa misura siano molto brevi (a Taranto, ogni giorno che passa, la situazione diventa sempre più drammatica); in netta controtendenza con i lunghissimi tempi che stanno avendo i "cantieri di cittadinanza" o "garanzia giovani".
PER QUANTO SOPRA, SI CHIEDE UN INCONTRO NEL PIU' BREVE TEMPO POSSIBILE AL PRESIDENTE EMILIANO.
SLAI COBAS per il sindacato di classe
DISOCCUPATI ORGANIZZATI
giovedì 29 ottobre 2015
NUOVA RIVOLTA DI MIGRANTI AL CARA DI BARI - LIBERTA' PER GLI ARRESTATI
Ancora una rivolta dei migranti per le lungaggini del riconoscimento di rifusiati, nel famigerato Cara di Bari, che di fatto è una prigione per i migranti, che restano mesi, anni in attesa della decisione della Commissione
E' una rivolta pienamente giusta. I 7 migranti arrestati devono essere liberati!
Già in passato vi fu una grande rivolta. Solo a seguito di questa, nonostante la repressione pesante che seguì, fu messa un'altra Commissione per seguire le pratiche dei richiedenti asilo.
Ora, con il numero elevato di migranti, passano 15/18 mesi anche solo per essere convocati dalla Commissione
Intanto, vogliono trasformare il Cara in un hotspot, per cacciare subito, senza neanche verificare le condizioni individuali la maggiorparte dei migranti
GIOVEDI' ROSSI – Effetti immediati dell'industria meccanica sull'operaio, donne e bambini, famiglia: contratti formali, atrofia morale, desolazione intellettuale.
In
questo capitolo, “Prima di vedere da vicino come al “sistema
organizzato delle macchine nella fabbrica” “venga incorporato
materiale umano, esaminiamo alcuni effetti generali coi quali
quella rivoluzione reagisce sull’operaio stesso.”
Ricordiamoci
sempre che Marx analizza fin nei particolari l’essenza del
Capitale, di questo sistema sociale, e l’essenza è ancora questa e
questa sarà finché vive il sistema capitalistico. Come si può ben
comprendere quelle che sono cambiate sono le dimensioni e le forme
del fenomeno… ma gli “Effetti immediati” sono sempre lì.
Torino,
1917. Operaie nello stabilimento FIAT di via Cigna
3.
EFFETTI IMMEDIATI DELL’INDUSTRIA MECCANICA SULL’OPERAIO
Uno
degli effetti è l’”Appropriazione di più forze-lavoro da parte
del capitale. Lavoro delle donne e dei fanciulli.”
“In
quanto le macchine
permettono di fare a meno della forza muscolare,
esse diventano il mezzo
per
adoperare operai
senza forza muscolare o
di sviluppo fisico immaturo, ma di membra più flessibili.” Quindi…
un’affermazione molto importante: “Quindi
lavoro delle donne e dei fanciulli è
stata la prima parola dell’uso capitalistico delle
macchine!”
Con
questa affermazione cadono i luoghi comuni che pretendono in maniera
interessata che le donne sarebbero entrate nel mondo del lavoro
“tardi” in particolare durante le guerre mondiali - a parte il
fatto che le donne hanno sempre lavorato nelle forme in cui si sono
sviluppate tutte le società; per non parlare del lavoro dei
fanciulli le cui statistiche odierne ci danno ancora una visione
orribile in cui sono costretti a “produrre”…
“Questo
potente surrogato del lavoro e degli operai si è così trasformato
subito in un
mezzo per aumentare il
numero degli operai salariati irreggimentando
sotto l’imperio immediato del capitale tutti i membri della
famiglia operaia, senza differenza di sesso e di età. Il lavoro
coatto a vantaggio del capitalista ha
usurpato non solo il posto dei giochi fanciulleschi, ma anche quello
del libero lavoro nella cerchia domestica, entro
limiti morali,
a
vantaggio della
famiglia stessa.”
Come
abbiamo già visto, Marx dice: “Il valore della
forza-lavoro era determinato dal tempo di lavoro
necessario non soltanto per mantenere l’operaio adulto
individuale, ma anche da quello necessario per il mantenimento
della famiglia dell’operaio. Le macchine, gettando sul mercato
del lavoro tutti i membri della famiglia operaia, distribuiscono su
tutta la famiglia il valore della forza-lavoro dell’uomo, e quindi
svalorizzano la forza- lavoro di quest’ultimo. L’acquisto
della famiglia frazionata p. es. in quattro forze-lavoro costa
forse più di quanto costasse prima l’acquisto della forza-lavoro
del capofamiglia, ma in cambio si hanno ora quattro giornate
lavorative invece di una, e il loro prezzo diminuisce in
proporzione dell’eccedenza del pluslavoro dei quattro sul
pluslavoro dell’uno. Ora, affinché una sola famiglia
possa vivere, quattro persone devono fornire al capitale non solo
lavoro, ma pluslavoro.”
È
così che “le
macchine allargano fin dal principio anche il grado
di sfruttamento,
assieme
al materiale umano da
sfruttare che
è il più proprio campo di sfruttamento del capitale.”
Ora
tutta la famiglia è “sotto contratto”. E su questo Marx
introduce un altro argomento forte dell’effetto della grande
industria anche sul “contratto” che si stipula tra padrone e
operaio…
“Le
macchine rivoluzionano dalle fondamenta la mediazione formale del
rapporto capitalistico, cioè il contratto fra
operaio e capitalista.” Ricordiamo
dai primi capitoli che “Finché si rimase sul fondamento dello
scambio di merci, il primo presupposto era
che
il capitalista e l’operaio stessero di fronte l’uno all’altro
come persone
libere,
come possessori di merci, indipendenti, l’uno possessore di denaro
e di mezzi di produzione, l’altro possessore di forza-lavoro. Ma
ora il capitale acquista dei minorenni o dei semimaggiorenni. Prima
l’operaio vendeva la propria forza-lavoro della
quale disponeva come persona
libera formalmente.”
(Ricordiamolo ancora una volta: formalmente! Perché ancora oggi c’è
chi fa finta di credere che l’operaio sia libero).
“Ora
vende moglie e figli.
Diventa
mercante di schiavi.”.
Marx continua: “La richiesta di lavoro infantile rassomiglia spesso
anche nella forma alla richiesta di schiavi negri, come si era
avvezzi a leggerla nelle inserzioni dei giornali americani. Un
ispettore di fabbrica inglese racconta per esempio: «La mia
attenzione fu richiamata su un annuncio del giornale locale d’una
delle più importanti città industriali del mio distretto; ed eccone
la trascrizione: “Abbisognasi
di dodici-venti ragazzi, non più giovani di quel che può passare
per tredici anni. Salario,
quattro scellini alla settimana. Rivolgersi ecc..”». La
frase «di quel che può passare per tredici anni» si riferisce al
fatto che, secondo il Factory
Act, [Legge sulle fabbriche] fanciulli al di sotto dei tredici anni
potevano
lavorare soltanto sei ore. [E questa era una conquista! - ndr]. Un
medico ufficialmente qualificato (certifying
surgeon)
deve attestare l’età. Dunque il fabbricante pretende dei ragazzi
che abbiano
l’aspetto di
esser già tredicenni.
Oggi
i capitalisti, le multinazionali, questo continuano a farlo nei paesi
del Terzo Mondo, ma non solo, nascondendo le loro responsabilità
dietro i fabbricanti locali.
Nel
capitalismo come si sa è tutto un gran mercato: “Nel famigerato
distretto londinese di Bethnal Green si tiene ogni lunedì e martedì
mattina pubblico mercato dove i fanciulli di ambo i sessi, dai nove
anni in su, si dànno in affitto alle manifatture londinesi di seta.
«Le condizioni abituali sono uno scellino e otto pence alla
settimana (che appartengono ai genitori), e due pence per me,
oltre il tè». I contratti valgono solo per una settimana. Le
scene e il linguaggio, mentre si svolge questo mercato, sono
veramente rivoltanti. In Inghilterra accade sempre ancora che delle
donne prendano «dei ragazzi dalla workhouse (“case di
lavoro” dove si rinchiudevano poveri, soprattutto ragazzi,) e li
affittino poi al primo acquirente che capita per due scellini e sei
pence alla settimana». Nonostante la legislazione,
[nonostante la legislazione!!! Quante volte da allora dobbiamo
ripetere ancora questa frase! - ndr] ci sono ancora per lo meno
duemila ragazzi in Gran Bretagna che sono venduti dai propri genitori
come macchine viventi per spazzare i camini (benché esistano
macchine per sostituirli). La rivoluzione operata dalle macchine nel
rapporto giuridico fra compratore e venditore della
forza-lavoro, tale che l’intera transazione perde perfino la
parvenza di un contratto fra persone libere,
offrì in seguito al parlamento inglese il pretesto
giuridico per l’intervento dello Stato nelle fabbriche.”
Lo Stato ha bisogno dei “pretesti”, degli “scandali”, degli
“orrori” per intervenire con delle leggi!
“Tutte
le volte che la legge sulle fabbriche limita a sei ore il lavoro dei
fanciulli in branche d’industria fino ad allora lasciate tranquille
tornano a risuonare le
lamentose grida dei fabbricanti:
una parte dei genitori sottrae ora i fanciulli alla industria
disciplinata per legge e li vende a quelle dove domina ancora la
«libertà del
lavoro»,
ossia dove fanciulli al di sotto dei tredici anni sono costretti
a
lavorare come adulti e dove quindi si possono anche vendere a prezzo
più caro. Ma poiché il capitale è per natura un leveller
(Livellatore.
Allusione al movimento puritano integrale con tendenze di comunismo
agrario nella rivoluzione di Cromwell), cioè pretende come proprio
innato diritto dell’uomo l’eguaglianza delle
condizioni di sfruttamento del lavoro in tutte le sfere della
produzione, la
limitazione legale del lavoro infantile in una branca dell’industria
diventa causa della stessa limitazione nell’altra.”
Uno
dei sicuri effetti che saltano agli occhi è quello del
deterioramento fisico dei lavoratori: “Abbiamo già
accennato in precedenza al deterioramento fisico dei fanciulli
e degli adolescenti, come pure delle operaie che le macchine
assoggettano allo sfruttamento del capitale, prima direttamente nelle
fabbriche, che sulla base delle macchine spuntano rapidamente, e poi
indirettamente in tutte le altre branche dell’industria. Qui
ci fermeremo quindi su un punto solo: la enorme mortalità tra i
figli degli operai nei loro primi anni di vita.”
E
la causa, dice Marx, è proprio il modo in cui il capitale fa
lavorare le donne nell’industria, che assorbendole e abbrutendole,
trasforma in donne impossibilitate a prendersi cura dei propri
bambini, sia per le donne delle città che per le donne di campagna,
laddove arriva il “il sistema industriale” che rivoluziona
il modo di coltivare.
«Donne
sposate, che lavorano in bande assieme ad adolescenti e
ragazze, vengono messe a disposizione del fittavolo, in cambio di una
certa somma, da un uomo che è chiamato il “capobanda“ [ma
guarda quanto è vecchio il nostro “caporale”! - ndr] che affitta
la banda in blocco. Queste bande vanno spesso lontano dai loro
villaggi per molte miglia, e si possono incontrare la mattina e la
sera sulle strade maestre, le donne vestite di corte sottovesti e
sottane e stivali corrispondenti, talvolta in calzoni, molto robuste
e sane d’aspetto, ma rovinate dalla scostumatezza abituale, e senza
preoccupazioni per le conseguenze disastrose che la loro preferenza
per questa vita attiva e indipendente porta ai loro rampolli che
deperiscono a casa». [Questo è il commento “scandalizzato” di
un ispettore del lavoro che non condivide la “preferenza per questa
vita attiva e indipendente”!]
“L’atrofia
morale che
deriva dallo sfruttamento capitalistico del lavoro delle donne e dei
fanciulli è stata esposta in maniera così esauriente da F. Engels
nella sua Situazione
della classe operaia in Inghilterra e
da altri scrittori. Ma la desolazione
intellettuale,
prodotta artificialmente con la trasformazione di uomini immaturi in
semplici macchine
per la fabbricazione di plusvalore,
da tenersi ben distinta da quella ignoranza naturale e spontanea che
tiene a maggese senza corromperne la capacità
di sviluppo,
cioè la stessa fecondità naturale, ha finito per costringere
perfino il parlamento inglese a fare dell’istruzione elementare
condizione obbligatoria per legge del
consumo «produttivo» di fanciulli al di sotto dei quattordici anni
di età, per tutte le industrie soggette alla legge sulle fabbriche.”
Ma
come ha ben spiegato Marx la “legge” non basta: “Lo spirito
della produzione capitalistica traluce splendidamente dalla
sciatta formulazione delle cosiddette clausole sull’istruzione
delle leggi sulle fabbriche, dalla mancanza di un meccanismo
amministrativo, la quale rende a sua volta in gran parte illusoria
questa istruzione obbligatoria, dalla opposizione dei fabbricanti
perfino contro quella legge sull’istruzione, e dai loro
trucchi e sotterfugi pratici per eluderla. «Il biasimo va
esclusivamente alla legislazione perché ha emanato una legge
illusoria (delusive law), la quale, sotto l’apparenza di
curare l’educazione dei fanciulli, non contiene neppure una
disposizione singola per garantire il raggiungimento di quello scopo
che professa di avere. Non dispone nient’altro che questo: i
fanciulli debbono venir chiusi per un determinato numero di ore (tre
ore) al giorno fra le quattro pareti di un luogo chiamato scuola, e
colui che impiega il fanciullo deve ricevere ogni settimana un
certificato attestante questo fatto da una persona che come maestro o
maestra sottoscrive con il proprio nome».
Prima
che fosse emanato l’Atto sulle fabbriche emendato del 1844, non
erano rari i certificati di frequenza scolastica firmati con una
croce da maestri o maestre che non sapevano essi stessi scrivere.
«Nella visita che feci a una di queste scuole che rilasciavano
certificati, rimasi così colpito dalla ignoranza del maestro che gli
dissi: Scusi, signore, Lei sa leggere? La risposta fu: Aye, summat
(Sì, un poco. La risposta del maestro è in dialetto). A
giustificazione, aggiunse: in ogni caso sono più avanti dei miei
scolari». Durante la preparazione dell’Act del 1844, gli
ispettori di fabbrica denunciarono lo stato vergognoso dei luoghi
chiamati scuole, i cui certificati essi in virtù della legge
dovevano accettare come validi … Si aggiunga lo scarso mobilio
scolastico, la mancanza di libri e di altro materiale
didattico e l’effetto deprimente d’una atmosfera chiusa e
nauseabonda sui poveri ragazzi stessi. Sono stato in molte di tali
scuole, dove ho visto file intere di fanciulli che non facevano
assolutamente nulla: e ciò viene attestato come frequenza
scolastica, e questi bambini figurano come educati (educated)
nella statistica ufficiale».” Ma ancora non basta: “In
Scozia i fabbricanti cercano di escludere in tutti i modi i ragazzi
soggetti all’obbligo scolastico. «Questo basta per dimostrare il
grande sfavore dei fabbricanti nei confronti delle clausole
sull’istruzione». Questo si vede in maniera orribile e
grottesca nelle stamperie di cotonine e simili, che sono
regolate da una propria legge sulle fabbriche. Secondo le
disposizioni della legge, «ogni fanciullo, prima di essere impiegato
in una di tali stamperie, deve aver frequentato la scuola per almeno
trenta giorni e per non meno di centocinquanta ore durante i
sei mesi che precedono immediatamente il primo giorno del suo
impiego…"
Tutto
questo implicava un altro effetto immediato: “con l’aggiunta di
una quantità preponderante di fanciulli e di donne al personale di
lavoro combinato, le macchine spezzano la resistenza che l’operaio
maschio ancora opponeva al dispotismo del capitale nella
manifattura.”
Operai della Pasquinelli oggi dopo il lavoro andranno tutti a Palazzo di città
Dal loro comunicato:
I lavoratori addetti
alla selezione della raccolta differenziata operanti presso l'impianto di selezione in contrada
Pasquinelli, in relazione alla grossa
criticità che si sta venendo a creare per quanto riguarda il futuro
dei lavoratori impiegati sul nastro, chiedono al Sindaco di
istituire un tavolo urgente di incontro per l'inserimento di una
clausola sociale che vada a salvaguardare tutti i lavoratori attualmente occupati e quindi a scongiurare
possibili licenziamenti.
Garanzia per i lavoratori che nella nuova gara d'appalto non è presente.
Sulla sicurezza edifici scolastici
Spett.li
Sindaco di Taranto
Presidente della Provincia di Taranto
Oggetto: finanziamenti per indagini diagnostiche degli edifici scolastici;
I
sottoscritti, avendo ricevuto apposita sollecitazione da alcuni
dirigenti scolastici, nella certezza che le amministrazioni da voi
guidate si stanno già attivando, vi chiedono di conoscere quali attività
concrete avete predisposto per cogliere l’opportunità governativa di
finanziamento di indagini diagnostiche degli edifici scolastici.
Tale
provvedimento scaturisce dalla legge n. 107 del 2015, al fine di
garantire la sicurezza degli edifici scolastici e di prevenire eventi di
crollo dei relativi solai e contro-soffitti.
Il
Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca ha emanato
apposito decreto il 7 agosto 2015 n. 594, pubblicato in data 15/10/2015,
stabilendo criteri e modalità per l’erogazione delle risorse agli enti
locali.
Fissando la scadenza delle domande al 18/11/2015.
Nel
sottolineare l’importanza che tale azione riveste per la sicurezza
degli studenti e di tutti gli operatori della scuola, vi ringraziamo sin
d’ora per l’attenzione che darete alla presente e restiamo in attesa di
un cortese e pronto riscontro.
Taranto 26 ottobre 2015.
Dante Capriulo - Consiglieri Comunale e Provinciale di Taranto
Francesco Venere - Consigliere Comunale di Taranto
mercoledì 28 ottobre 2015
Massima solidarietà alle lavoratrici delle Coop. sociali di Palermo aggredite e ferite dalla polizia
I lavoratori e le lavoratrici Slai Cobas p.s.c Taranto addetti alla selezione della raccolta differenziata esprimono massima solidarietà alle lavoratrici di Palermo in lotta, oggi più che mai comprendiamo il vostro disagio, la vostra rabbia, il vostro odio e la ribellione verso questo governo imperialista, capitalista e fascista, sempre più boia verso le masse, verso i lavoratori, verso i giovani.
Ma sappiamo bene che la repressione non spegne la lotta ma alimenta la ribellione, per cui non un passo in dietro!
Di seguito il comunicato delle lavoratrici/precarie:
Comunicato stampa - Palermo, 27/10/2015
Lavoratori Slai Cobas "Pasquinelli" in lotta.
F.B
Ma sappiamo bene che la repressione non spegne la lotta ma alimenta la ribellione, per cui non un passo in dietro!
Di seguito il comunicato delle lavoratrici/precarie:
Comunicato stampa - Palermo, 27/10/2015
LA POLIZIA AGGREDISCE LE PRECARIE IN PROTESTA DAVANTI LA PROVINCIA
OGGI CONTINUA LA PROTESTA DELLE PRECARIE E DEI PRECARI DAVANTI LA EX PROVINCIA DI PALERMO PER SCONGIURARE I LICENZIAMENTI.
DA STAMATTINA I PRECARI CERCANO DI AVERE UN INCONTRO CON I DIRIGENTI, DOPO AVER PRESO ATTO DELL'APERTURA DELLE BUSTE PER LA GARA D'APPALTO DEL SERVIZIO PER I RAGAZZI DISABILI, E DISCUTERE TRA LE ALTRE COSE DELLE RISORSE NON SPESE E QUINDI DEL RIENTRO DEI LICENZIAMENTI.
DURANTE UN TENTATIVO DI AVVICINAMENTO ALL'INGRESSO DELLA PROVINCIA PER PRETENDERE L'INCONTRO CON MUNAFO' LA POLIZIA PRESENTE HA SPINTONATO FORTEMENTE LE PRECARIE PER RESPINGERLE (AD UNA SI SONO ROTTI GLI OCCHIALI MENTRE UN'ALTRA HA LA SPALLA LUSSATA...).
COME AL SOLITO LA POLIZIA AGGREDISCE CHI DENUNCIA LO STATO DI COSE PRESENTI E PRETENDE CHE I DIRITTI VENGANO RISPETTATI, DI FATTO DIFENDENDO POLITICI E PERSONAGGI PUBBLICI VARI, CHE PRIMA O POI FINISCONO PER ESSERE INDAGATI. SONO QUESTE LE ISTITUZIONI, IL CUI VERO VOLTO E' QUELLO DELLA VIOLENZA!
A FRONTE DI DIRITTI SEMPRE PIU' NEGATI I RESPONSABILI DOVRANNO PAGARE PURE QUESTO...
Lavoratori Slai Cobas "Pasquinelli" in lotta.
F.B
Il "Reddito di dignità" di Emiliano farà la fine di "garanzia giovani" e Cantieri di cittadinanza"? - Cosa è e a chi spetterebbe
Prima
Emiliano l'aveva chiamato "reddito sociale" e in concreto
non si era visto nulla, ora lo ripresenta come "reddito di
dignità", ma vorremmo questa volta che a cambio di parole si
accompagnassero anche i fatti.
Ma i veri grossi problemi sono nel merito:
Primo. Si tratta di una misura di reddito molto basso, che chiamarlo di "dignità" sembra una provocazione: il massimo sarebbero 600 euro ma devi essere una famiglia di 5 persone! Vale a dire poco più di 100 euro al mese a persona, vale a dire che neanche ci mangi. Per le altre famiglie il "reddito di dignità" andrà proporzionalmente ridotto. E facendo un pò di conti a una famiglia con 2 persone andrebbero meno di 250 euro. Di quale "dignità" allora si parla?!
Secondo. Viene ristretta enormemente la platea dei beneficiari: solo famiglie che non superano i 3000 euro. Quindi, basta che un componente della famiglia faccia dei lavoretti, che non si ha più diritto al reddito. In questo modo più che "reddito di dignità", si può chiamare di "elemosina".
Terzo. Viene riferito alle "famiglie", non a tutti i disoccupati. Un provvedimento, quindi, che da un lato si presenta di fatto "ideologico-politico", in sintonia con la politica di governo, Chiesa di affermazione della famiglia e della famiglia tradizionale con uomo, donna, figli (chiaramente le famiglie di fatto, le coppie di omossessuali, sarebbero escluse...); dall'altro è estremamente penalizzante per giovani, donne che vogliono andare via dalla famiglia, acquisire un'indipendenza.
Quindi, non è questa misura che serve, o che si avvicina alla rivendicazione dei movimenti dei disoccupati.
Occorre un salario garantito per tutti i disoccupati, come diritto, senza condizione e sbarramenti, per tutti coloro a cui viene negato il lavoro o sono stati cacciati dal lavoro.
Che dice la Legge sul Reddito di Dignità in Puglia?
• Il ReD tende ad essere universalistico: assegnato a tutte le famiglie con risorse economiche inferiori alla soglia (ISEE < 3000 euro) e in condizioni di fragilità economica e sociale
• Dati i vincoli economici, si partirà dalle categorie in maggiore difficoltà (giovani e giovani coppie con figli minori, disoccupati, famiglie numerose)
• Il ReD si compone di: trasferimento economico +programma di inserimento sociale e lavorativo + accesso a opportunità formative
• Un meccanismo “a sportello” che si compone di:
• Un catalogo per i potenziali beneficiari, che presentano domanda ed esprimono le proprie preferenze rispetto al tirocinio, coerenti con le competenze e le aspirazioni
• Un catalogo per i soggetti ospitanti (soggetti pubblici, privati e del privato sociale), che presentano progetti di tirocinio ed esprimono fabbisogni di competenze e di formazione
• Una equipe multiprofessionale, composta da personale dei Comuni (Ambiti territoriali) e dei Centri per l’impiego pubblici, con il compito di valutare le domande, definire il patto individuale, abbinare tirocinante e tirocinio, e monitorare lo svolgimento
• Il trasferimento economico, pari a 600 euro mensili per una famiglia di 5 componenti, varia al variare della composizione famigliare (scala di equivalenza ISEE) ma – in una prima fase - non varia al variare del reddito disponibile; successivamente potrà essere commisurato alla differenza tra la soglia e il reddito disponibile.
• Il beneficiario stipula un patto di inserimento con l’ente territoriale. Il Patto è condizione per la fruizione del beneficio. La misura è sospesa dopo 12 mesi ma può riprendere dopo 6 mesi di interruzione.
ILVA - Fiom: non ci sono colpevoli, e la new.co va bene...
Che differenza c'è tra la Fiom e Fim e Uilm all'Ilva? Nessuna
Che differenza c'è tra la Fiom e commissari, governo sull'Ilva? Nessuna
Nel volantino dato dalla Fiom qualche giorno fa all'ILva e nei comunicati dopo l'incontro a Roma, sulla situazione sempre sull'orlo del collasso all'Ilva la "denuncia" della Fiom non ha colpevoli. Le responsabilità sarebbero "oggettive": "il perdurare delle difficoltà economiche", la "riduzione della produzione", "la congiuntura di mercato", ecc.
Come se questi problemi - che sono effetti e non cause - non avessero dei "padri e madri", che si chiamano sistema capitalista, padroni vecchi e nuovi, governo al servizio dei padroni, concorrenza tra capitalisti sul mercato mondiale per il loro profitto.
Non è che i padroni e il governo non dicano le stesse cose, non portino avanti le stesse lamentele. Quindi la Fiom altro non fa che fargli da bordone, e diffondere tra gli operai un'idea di inelluttabilità, rendendo di fatto inutile la lotta degli operai: se non ci sono responsabili, contro chi lotti? Al massimo fai (fanno loro) incontri, Tavoli...
Sulla newco, poi, la posizione della Fiom è da tappetino che si stende ai piedi del governo e dei commissari, coltivando illusioni sugli interventi del governo.
Rosario Rappa, segretario nazionale Fiom (conosciuto a Taranto, nel periodo della sua segreteria, come persona inutile) ha dichiarato dopo l'incontro con il Mise: “è positiva l'individuazione delle risorse, sia per la gestione ordinaria del gruppo che per l'attuazione del piano di ambientalizzazione. Inoltre, per quanto riguarda la nostra organizzazione è fondamentale riuscire a partire entro la fine dell'anno con la newco, dando la possibilità all'Ilva di tornare tra i competitor siderurgici, dopo i rallentamenti causati anche dai tanti decreti emessi”.
Una dichiarazione tra l'irresponsabilità e la stupidità!
Tutti che sanno fare un pò di conti sanno bene che gli 800 milioni decisi dal governo sono totalmente insufficienti per una effettiva ambientalizzazione; così come si sa che queste risorse sono legate sempre e comunque al 1,2 miliardi di Riva, che restano ben custoditi in Svizzera (e quindi non ci sono).
Sulla newco, certo che può dare "la possibilità all'Ilva di tornare tra i competitor siderurgici", ma questo è, appunto, dal punto di vista dell'interesse dei padroni e del governo; la Fiom non dice che cosa comporterà per gli operai, per cui vi saranno migliaia di esuberi.
La Fiom è di fatto di una inconcludenza disarmante, continua a "suicidarsi in diretta" (ricordiamo il drastico calo alle elezioni delle RSU). Ancora una volta dagli altri sindacati confederali all'Ilva si distingue per qualche parola ma non per i fatti - non avendo neanche il "potere" di complicità con l'azienda che hanno Fim e Uilm.
Cantieri di cittadinanza: basta con i rinvii - ma anche lavoro vero!
Giovedì mattina i Disoccupati Organizzati Slai cobas saranno
al Comune.
Vogliamo che dagli inizi di novembre partano i Cantieri di cittadinanza - basta con il rinvio di mese in mese;
vogliamo che sia aumentato il numero dei disoccupati occupati nei Cantieri di cittadinanza, già nella prima tornata;
Ma vogliamo anche che il Sindaco risponda finalmente in maniera chiara e positiva alle richieste su:
- impiego dei disoccupati nella prossima raccolta differenziata a Paolo VI - se non lavoreranno i disoccupati, la raccolta non partirà!
- impiego dei disoccupati per i lavori urgenti per la rete fognaria e il risanamento di quartieri e strade.
Attuazione anche a Taranto del salario/reddito garantito in attesa del lavoro; nonchè di misure di sostegno sociale ai disoccupati - anche su questo si deve passare dalle parole del presidente della Regione, Emiliano, alla concretizzazione di queste misure.
DISOCCUPATI ORGANIZZATI SLAI COBAS
Masci Fiorella (3339199075)
slaicobasta@gmail.com
Vogliamo che dagli inizi di novembre partano i Cantieri di cittadinanza - basta con il rinvio di mese in mese;
vogliamo che sia aumentato il numero dei disoccupati occupati nei Cantieri di cittadinanza, già nella prima tornata;
Ma vogliamo anche che il Sindaco risponda finalmente in maniera chiara e positiva alle richieste su:
- impiego dei disoccupati nella prossima raccolta differenziata a Paolo VI - se non lavoreranno i disoccupati, la raccolta non partirà!
- impiego dei disoccupati per i lavori urgenti per la rete fognaria e il risanamento di quartieri e strade.
Attuazione anche a Taranto del salario/reddito garantito in attesa del lavoro; nonchè di misure di sostegno sociale ai disoccupati - anche su questo si deve passare dalle parole del presidente della Regione, Emiliano, alla concretizzazione di queste misure.
DISOCCUPATI ORGANIZZATI SLAI COBAS
Masci Fiorella (3339199075)
slaicobasta@gmail.com
martedì 27 ottobre 2015
Persone che fanno schifo, Lucia Viafora. Persone che dimostrano che la politica elettorale è tutta uno schifo e che la politica proletaria oggi passa dal boicottaggio elettorale e dalla lotta e autorganizzazione
Lucia Viafora si è fatta eleggere con Rifondazione Comunista, partito che a Taranto ha sempre avuto poco a che fare non solo con le lotte operaie, di precari e disoccupati - e questo avviene anche a livello nazionale - ma che ha sempre avuto niente a che fare con il comunismo e l'organizzazione comunista
E' diventata assessore nella giunta Stefano, distinguendosi per la sua aperta incapacità e clientelismo da piccolo cabotaggio
Una volta messa fuori dalla giunta, nei tanti cambiamenti di poltrone e casacche che la giunta stefano ha mostrato in questi anni, ha continuato a cercare per così dire una collocazione e finalmente l'ha trovata... in Forza Italia
Se non è un caso di omonimia leggiamo su Tarantobuonasera che Forza Italia a Taranto ha fatto una nuova squadra e Lucia Viafora è diventata responsabile di Formazione, Università e Lavoro (?)
Siamo di fronte a una 'prostituta della politica', di cui il partito di Berlusconi è sempre stato pieno e ricettivo, anche se oggi purtroppo il partito di Renzi gli fa grande concorrenza
Ma non si vergogna?
E' diventata assessore nella giunta Stefano, distinguendosi per la sua aperta incapacità e clientelismo da piccolo cabotaggio
Una volta messa fuori dalla giunta, nei tanti cambiamenti di poltrone e casacche che la giunta stefano ha mostrato in questi anni, ha continuato a cercare per così dire una collocazione e finalmente l'ha trovata... in Forza Italia
Se non è un caso di omonimia leggiamo su Tarantobuonasera che Forza Italia a Taranto ha fatto una nuova squadra e Lucia Viafora è diventata responsabile di Formazione, Università e Lavoro (?)
Siamo di fronte a una 'prostituta della politica', di cui il partito di Berlusconi è sempre stato pieno e ricettivo, anche se oggi purtroppo il partito di Renzi gli fa grande concorrenza
Ma non si vergogna?
Cito un accattone che vuole campare a vita con i soldi dello Stato
Cito il demagogo fascio razzista che ha impestato per alcuni anni la città
Cito che in nome del popolo ne ha estorto il voto, usando per anni in maniera illegale, ricattatoria e quasi estorsiva la TV, e che divenuto sindaco e parlamentare ha messo in ridicolo la nostra città a livello nazionale, facendola sembrare una città di trogloditi, di sottosviluppati e malavitosi
Cito che non ha mai chiarito i legami con affari e malaffari con i potentati economici, militari della città
Cito pluricondannato per vari reati - alcuni connessi a legami con la malavita
Cito che ha cercato in questi anni di restare a galla - approfittando di amministratori, dalla Di Bello a Stefano - corrotta una, incapace di risolvere i problemi della città l'altro...- dicendo che quando stava lui si stava bene...
Cito che comunque sempre ha cercato di diventare accettabile ai poteri forti da Berlusconi a Fitto, specialisti per togliere ai poveri per dare ai ricchi e riempire la politica governativa di delinquenti, corrotti, corruttori, puttanieri, ecc,
Cito che campa di soldi pubblici da sempre, facendosi invece paladino di poveri,
ora si è messo a girare la TV per pretendere la pensione di Stato a vita, lui che estorceva i voti parlando contro politici e corruzione
Ma non si vergogna?!
Cito che in nome del popolo ne ha estorto il voto, usando per anni in maniera illegale, ricattatoria e quasi estorsiva la TV, e che divenuto sindaco e parlamentare ha messo in ridicolo la nostra città a livello nazionale, facendola sembrare una città di trogloditi, di sottosviluppati e malavitosi
Cito che non ha mai chiarito i legami con affari e malaffari con i potentati economici, militari della città
Cito pluricondannato per vari reati - alcuni connessi a legami con la malavita
Cito che ha cercato in questi anni di restare a galla - approfittando di amministratori, dalla Di Bello a Stefano - corrotta una, incapace di risolvere i problemi della città l'altro...- dicendo che quando stava lui si stava bene...
Cito che comunque sempre ha cercato di diventare accettabile ai poteri forti da Berlusconi a Fitto, specialisti per togliere ai poveri per dare ai ricchi e riempire la politica governativa di delinquenti, corrotti, corruttori, puttanieri, ecc,
Cito che campa di soldi pubblici da sempre, facendosi invece paladino di poveri,
ora si è messo a girare la TV per pretendere la pensione di Stato a vita, lui che estorceva i voti parlando contro politici e corruzione
Ma non si vergogna?!
LA LUCENTEZZA RICATTA I LAVORATORI A RINUNCIARE AI LORO DIRITTI SINDACALI - comunicato dello Slai cobas
Lo Slai cobas per il sindacato di
classe denuncia l'azione dell'azienda, La Lucentezza, portata avanti
con la sicura complicità del Sindaco Tamburrano; azione volta a
negare i diritti dei lavoratori organizzati nello Slai cobas sc che
hanno prodotto nelle scorse settimane iniziative di lotta e incontri
per rivendicare aumento dell'orario e del livello retributivo, a
fronte di un passaggio d'appalto anomalo che non ha mantenuto le
condizioni precedenti e a fronte del carico e mansioni in corso
Ma quello che è più grave è che
l'azienda ha esercitato diversi tipi di pressione, ricatti perchè i
lavoratori di Massafra si cancellassero dallo Slai cobas. Queste
pressioni purtroppo hanno avuto successo, grazie anche
all'atteggiamento conciliatorio dei due rappresentanti dello Slai
cobas che non sono stati coerenti né con le decisioni delle
assemblee, né con la linea che lo Slai cobas ha sostenuto a tutela
delle rivendicazioni e dei diritti dei lavoratori.
Queste pressioni sono state
accompagnate da promesse individuali, volte a spaccare il fronte dei
lavoratori, ma anche a rendere i lavoratori succubi dell'azienda, che
sola dovrebbe decide su condizioni e diritti dei lavoratori, su chi
deve avere e chi no.
Ma le rivendicazioni e i diritti dei
lavoratori sono giusti e sacrosanti e finchè ci sarà anche un solo
iscritto in questa azienda saranno portato avanti con le iniziative
sindacali e legali necessarie.
Invitiamo, quindi, i lavoratori ancora
iscritti allo Slai cobas a contattare entro giovedì la sede dello
Slai cobas per proseguire nell'iniziativa sindacale.
Nello stesso tempo occorre dire che
l'atteggiamento ostile de La Lucentezza e di Tamburrano, che si è
rimangiato anche precedenti impegni, mostra evidentemente che lo Slai
cobas stava toccando un punto dolente, stava mettendo in discussione
un appalto e relazioni tra Sindaco e ditta non chiari.
Lo Slai cobas approfondirà la natura
di quest'azienda e dell'appalto, la natura del rapporto del sindaco
Tamburrano con questa azienda per vedere se ci sono questioni di
carattere politico-economico-affaristico dietro questo appalto al
massimo ribasso e in violazione di norme e diritti dei lavoratori.
Della questione interesseremo anche il
consiglio comunale di Massafra perchè è giusto che il massimo
organo rappresentativo della città esamini questa vicenda
nell'interesse della trasparenza e legalità della gestione di questo
appalto e degli appalti comunali in generale e nell'interesse dei
lavoratori e dei cittadini.
Taranto 27.10.15
SLAI COBAS per il sindacato di
classe
slaicobasta@gmail.com
– T/F 0994792086 - 3475301704
Ilva: sversamento di sostanza oleosa in mare.
Il cattivo funzionamento di una valvola nel reparto 'Trattamento acque attinente all’impianto di laminazione del Treno nastri 2 ha causato la fuoriuscita di una contenuta quantità di materiale oleoso che si è sversato nei canali dello stabilimento Ilva e quindi in mare.
Lo rende noto la stessa azienda in amministrazione straordinaria precisando che "Ilva è intervenuta tempestivamente e, attraverso una ditta specializzata, sta eseguendo tutte le operazioni di contenimento e di aspirazione del materiale stesso.
Inoltre, è detto in una nota, "al fine di evitare il ripetersi di simili eventi, l’azienda sta progettando ulteriori controlli sull'impianto che ha provocato lo sversamento odierno".
Lo rende noto la stessa azienda in amministrazione straordinaria precisando che "Ilva è intervenuta tempestivamente e, attraverso una ditta specializzata, sta eseguendo tutte le operazioni di contenimento e di aspirazione del materiale stesso.
Inoltre, è detto in una nota, "al fine di evitare il ripetersi di simili eventi, l’azienda sta progettando ulteriori controlli sull'impianto che ha provocato lo sversamento odierno".
Scade la cig per gli operai della Marcegaglia. Alcuni operai sui tetti. La Fim cerca di spegnere la protesta, per continuare a fare lotte inutili che finora non hanno portato a risultati di difesa del lavoro
Marcegaglia: scade cig, operai sul tetto del capannone
TARANTO – Quattro lavoratori cassintegrati della Marcegaglia Builtech, che ha dismesso due anni fa il sito di Taranto, sono saliti per protesta sui tetti dei capannoni dell’ex struttura della Belleli sulla strada provinciale 48. Gli operai non intravedono spiragli nella loro vertenza, mentre il 15 novembre scadrà la cassa integrazione per cessata attività. In tutto sono 84 gli operai interessati.
Il vertice che si è svolto oggi al ministero dello Sviluppo economico non è stato risolutivo. Inizialmente erano otto i lavoratori saliti sui tetti, ma quattro di essi sono scesi grazie all’opera di persuasione dei vigili del fuoco e dei sindacati. Nel 2013, quando Marcegaglia decise di chiudere lo stabilimento tarantino (che produceva pannelli e coperture per il fotovoltaico) e tutti i lavoratori vennero posti in cassa integrazione a zero ore, iniziò un percorso presso i vari ministeri con l’intento di trovare un nuovo soggetto industriale che potesse reindustrializzare il sito tarantino con il conseguente riassorbimento di tutte le maestranze.
L’unica azienda che aveva mostrato interesse, la Otlec di Torino (specializzata nel settore metalmeccanico nella produzione di cogeneratori e bruciatori) ha poi rinunciato all’investimento.
"I capannoni – ha spiegato Piero Berrettini della Fim Cisl - sono scivolosi per l’umidità. La pericolosità è enorme. Chiediamo ai lavoratori di scendere e continueremo la protesta con altre forme. Con l’incontro di oggi, quanto meno abbiamo ottenuto l’inserimento di Marcegaglia nell’area di sistema crisi industriale che il governo ha dichiarato per Taranto. Non si può, peraltro, fare una legge per salvare l’occupazione ma che non dia gli ammortizzatori per proseguire i piani industriali".
TARANTO – Quattro lavoratori cassintegrati della Marcegaglia Builtech, che ha dismesso due anni fa il sito di Taranto, sono saliti per protesta sui tetti dei capannoni dell’ex struttura della Belleli sulla strada provinciale 48. Gli operai non intravedono spiragli nella loro vertenza, mentre il 15 novembre scadrà la cassa integrazione per cessata attività. In tutto sono 84 gli operai interessati.
Il vertice che si è svolto oggi al ministero dello Sviluppo economico non è stato risolutivo. Inizialmente erano otto i lavoratori saliti sui tetti, ma quattro di essi sono scesi grazie all’opera di persuasione dei vigili del fuoco e dei sindacati. Nel 2013, quando Marcegaglia decise di chiudere lo stabilimento tarantino (che produceva pannelli e coperture per il fotovoltaico) e tutti i lavoratori vennero posti in cassa integrazione a zero ore, iniziò un percorso presso i vari ministeri con l’intento di trovare un nuovo soggetto industriale che potesse reindustrializzare il sito tarantino con il conseguente riassorbimento di tutte le maestranze.
L’unica azienda che aveva mostrato interesse, la Otlec di Torino (specializzata nel settore metalmeccanico nella produzione di cogeneratori e bruciatori) ha poi rinunciato all’investimento.
"I capannoni – ha spiegato Piero Berrettini della Fim Cisl - sono scivolosi per l’umidità. La pericolosità è enorme. Chiediamo ai lavoratori di scendere e continueremo la protesta con altre forme. Con l’incontro di oggi, quanto meno abbiamo ottenuto l’inserimento di Marcegaglia nell’area di sistema crisi industriale che il governo ha dichiarato per Taranto. Non si può, peraltro, fare una legge per salvare l’occupazione ma che non dia gli ammortizzatori per proseguire i piani industriali".