giovedì 31 marzo 2016

Formazione rivoluzionaria delle donne 3° PARTE


Nella famiglia egli è il borghese, la donna rappresenta il proletario”
Continuiamo nello studio del testo fondamentale di Engels.
In esso emerge, e vogliamo sottolineare, come l'origine dell'oppressione femminile sta nella proprietà privata e la prima divisione del lavoro è stata quella della divisione tra uomo e donna. Ciò è molto importante anche per criticare quelle posizioni nel campo del femminismo borghese, che rovesciano questa priorità, affermando che l'origine è la divisione sessuale. Invece la divisione sessuale è una conseguenza della divisione del lavoro che a sua volta deriva dalla proprietà privata. 
Non è vero che “naturalmente” l'uomo è oppressore e la donna è l'oppressa. Questa presunta “naturalità” potrebbe apparentemente apparire come una posizione più radicale, infatti alcune dicono che non basta cambiare il sistema di produzione capitalista, perchè sempre l'uomo opprimerà la donna. Ma questa posizione, in realtà, afferma una sorta di immutabilità dell'oppressione della donna, perchè, se è un fatto “biologico” come potrebbe cambiare?
La risposta a questa obiezione “non basta cambiare...” la fornisce lo stesso marxismo-leninismo e soprattutto il maoismo con la Grande rivoluzione culturale proletaria, in cui si affermò la linea teorica e pratica della “rivoluzione nella rivoluzione”, il cui cuore sono proprio le donne.
Partire dall'analisi delle condizioni materiali di produzione non deve portare ad una sorta di determinismo economico. Queste condizioni rappresentano il fattore di base, principale, che determina la persona, l'essere sociale; ma come afferma lo stesso Engels, non è l'unico, perchè poi gli uomini e le donne a loro volta agiscono e nell'agire, essi stessi sono un fattore di cambiamento. Però nebìgare che le condizioni materiali di produzione siano la base è veramente arrivare all'idea di Dio. Chi è l'uomo? Come è determinato l'uomo? Se non è determinato essenzialmente dal modo di produzione, allora lo sarebbe da qualcosa che sta sopra di lui...

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Alle Cheradi si prepara la guerra in Libia

Mentre Renzi e i suoi bugiardi ministri, che avevano detto tempo fa "armiamici e partite" per andare subito a fare la guerra in Libia ubbidendo agli Usa ma andando volentieri per riavere il loro posto al sole soprattutto per i grossi interessi economici in zona, e che poi, verificando che sulla guerra era ancora da realizzare una compattezza dei partiti, avevano fatto una momentanea retromarcia, con dichiarazioni opposte al giorno prima, fatte con "la mano sul cuore", ora da alcune notizie sappiamo che la preparazione all'intervento armato in Libia in realtà sta, nel silenzio, andando avanti.

E' di ieri la notizia, apparsa su un quotidiano locale di Taranto che alle isole Cheradi la Marina militare sta effettuando esercitazioni in preparazione del possibile sbarco in Libia.
Queste notizie sono anche nel sito della Marina Militare.
Si tratta, come dicono, di vere e proprie "prove di guerra", svolte tra gennaio e marzo nello Ionio da un nucleo della Compagnia Nuotatori Paracadutisti del San Marco: fucilieri della Marina e un sottomarino della classe Todaro simula una operazione lungo le coste, in un contesto ostile. E si legge "uno scenario che potrebbe essere affrontato dalle nostre forze armate nel caso di un intervento in Libia".

RIVA AI DOMICILIARI - INGIUSTIZIA E' FATTA!

Fabio Riva è stato mandato ai domiciliari - I padroni, che hanno ammazzato, sfruttato, truffato, lasciano il carcere, la gente del popolo, gli immigrati anche se non hanno fatto nulla restano anni e alcuni vengono anche uccisi in carcere. Una società che si basa su questa enorme e inaccettabile ingiustizia, deve essere rovesciata
Le motivazioni degli avvocati di Fabio Riva e quelle della sentenza sono un'offesa verso gli operai, la popolazione di Taranto, ammalata e con tanti morti, per i profitti di questi porci padroni.
Gli avvocati hanno sostenuto che le accuse verso Riva "si tratta di preistoria" - quando non si tratta affatto di preistoria e continuano oggi e continueranno anche negli anni futuri i tumori e le morti.
I giudici hanno accolto la motivazione degli stessi legali, per cui, "essendo mutato il quadro di riferimento della gestione Ilva (da tre anni guidata da commissari di governo), non sussistono esigenze di natura cautelare quanto meno rispetto al pericolo di recidiva".
Una motivazione ridicola, tenuto conto che i Riva sono tuttora impegnati a nascondere nei vari paradisi fiscali e nelle varie società di comodo i loro miliardi fatti sullo sfruttamento degli operai Ilva di Taranto; e questo inciderà eccome nel processo Ilva per quanto riguarda i risarcimenti alle parti civili. E, quindi, Riva, fuori dal carcere, avraà più mani libere in queste operazioni.

ANCORA UNA VOLTA, LA "GIUSTIZIA" HA DIFESO I PADRONI E HA ATTACCATO I LAVORATORI E LE MASSE POPOLARI


(Da Repubblica) -  Fabio Riva, 61 anni, ex numero due del gruppo Riva Fire proprietario dell’Ilva di Taranto, lascia il carcere. Il tribunale del riesame di Taranto ha concesso gli arresti domiciliari all’industriale arrestato il 4 giugno del 2015 su mandato d’arresto europeo per il suo coinvolgimento nell’inchiesta “Ambiente svenduto” sul disastro ambientale di Taranto. Nel processo tarantino Fabio Riva risponde di associazione per delinquere, corruzione, disastro ambientale, avvelenamento di sostanze alimentari e altri reati. A Milano invece l’industriale è stato condannato in primo e secondo grado a sei anni e mezzo di carcere con l’accusa di truffa allo Stato per aver beneficiato illecitamente di fondi statali destinati alle grandi aziende che esportano all’estero.
A dicembre scorso la Cassazione aveva confermato il rischio di inquinamento delle prove ma messo in dubbio quello di reiterazione del reato alla base delle esigenze cautelari dal momento che Riva si è dimesso da ogni incarico nell’azienda di famiglia e com’è noto da più di due anni lo stabilimento è commissariato dal governo. Nell'agosto 2015, invece, dopo il primo no alla scarcerazione del gip Vilma Gilli, il tribunale del riesame aveva negato i domiciliari al figlio del patron Emilio Riva.
Fabio Riva si era rifugiato per più di due anni a Londra per sfuggire al mandato di cattura emesso dalla magistratura italiana,
A chiedere una misura cautelare più blanda del carcere sono stati i difensori di Fabio Riva, gli avvocati Luca Perrone e Nicola Marseglia. In particolare durante la sua discussione davanti ai tre giudici del collegio l’avvocato Perrone per contestare l’attualità della misura cautelare ha fatto notare che le accuse del maxi processo “Ambiente svenduto” partono dal lontano 1995, anno in cui i Riva acquistarono dallo Stato lo stabilimento siderurgico di Taranto. “Si tratta di preistoria – ha detto il legale - A quei tempi, anche se pochi lo ricordano, il presidente del consiglio era Lamberto Dini”.

Ultime notizie per i lavoratori del Verde

Poco fa abbiamo saputo dalla Coop. L'Ancora, che aveva da poco terminato un incontro all'Amiu con il Comune, che la soluzione che il Comune avrebbe per salvaguardare la continuità lavoratova dei 75 lavoratori fino ad ora impiegati prevalentemente nel "verde" è:
DA DOMANI:
- 21 lavoratori rimarrebbero alla Coop. L'Ancora, impegnati nelle spiagge;
- tutti gli altri, 54, verrebbero presi dalla ditta (pare 2° classificata) che continuerebbe il serivizio del Verde.

Sempre in mattinata ci sarebbero stati contatti del Comune con la Direzione del Lavoro, affinchè sia effettivamente possibile questa inizio di assunzione da domani.

Chiaramente, diciamo noi, occorre che i lavoratori non "mollino la guardia" finchè tutto sia definito.

Detto questo, non si può certo essere soddisfatti.
Siamo ancora una volta, infatti, a mettere le "toppe", all'ultimo momento ad una situazione che invece dovrebbe essere affrontata e stabilizzata seriamente, soprattutto per i lavoratori, ma anche per la garanzia del servizio.
Questa assunzione è per solo due mesi! Nel frattempo il Comune o Amiu dovrebbe fare una gara vera e propria - ma già con i tempi non ci siamo!
I lavoratori devono stare permanentemente preoccupati di perdere pure questo misero lavoro, e stare ogni volta a rischio.
La logica vorrebbe che verde e spiagge venissero fatte tutto l'anno, invece siamo all'appalto a pezzettini!

Lo Slai cobas per il sindacato di classe ha già detto, e lo ribadirà nel prossimo consiglio comunale, che la soluzione deve essere tutt'altra:

- No agli appalti al massimo ribasso - separare il costo del lavoro e della sicurezza dall'importo generale, affinchè i ribassi delle ditte non incidano sul costo del lavoro;   
- Passaggi automatici nei cambi di appalto di tutti i lavoratori, senza peggioramenti delle condizioni di lavoro;
- MA SOPRATTUTTO: contro la frammentazione dei servizi e dei lavoratori che aumenta la precarietà, unificazione dei servizi in una Multiservizi/società mista: privati/pubblico;
- orari di lavoro non inferiori a 30 settimanali.

GIOVEDI' ROSSI - I NODI DELL'IMPERIALISMO, TORNANDO A MARX - Con una premessa sullo scopo della FO nella fase attuale

PREMESSA
L’imperialismo è l’onnipotenza dei trust e dei consorzi monopolisti, delle banche e dell’oligarchia finanziaria nei paesi industriali. Nella lotta contro questa onnipotenza, i mezzi abituali della classe operaia – sindacati e cooperative, partiti parlamentari e lotta parlamentare – si sono rivelati del tutto insufficienti. O ti abbandoni alla mercè del capitale, vegeti come nel passato e scendi sempre più in basso, o ti impadronisci di un’arma nuova. Così l’imperialismo pone il problema alle grandi masse del proletariato. L’imperialismo porta la classe operaia alla rivoluzione”. (da Principi del Leninismo di Stalin).

Ma questo non avviene spontaneamente.
Le lotte sindacali producono avanguardie di lotta che devono trasformarsi in avanguardie politiche. Ma senza organizzazione di classe, le avanguardie di lotta evolvono spontaneamente nel riformismo e, se politicizzate in senso antiriformista, nell’economismo e nell’anarco sindacalismo.
Operai senza organizzazione di classe e senza coscienza di classe sono alla mercè del capitale, ma non solo. Sono usabili contro sè stessi con una certa facilità, come soldati di un esercito sono vittime e carnefici per conto dei loro nemici.
I comunisti devono costantemente analizzare le forme di queste influenze spontanee o deviazione
degenerazione e abituarsi a combatterle.
Nell’epoca attuale questo passaggio da avanguardie di lotta ad avanguardie politiche richiede una alfabetizzazione delle avanguardie perchè si impadroniscano degli elementi base dei principi mlm e dei principi del comunismo.
La formazione richiede studio, ma studio necessariamente percepibile attraverso le lezioni della pratica. La carenza di lavoro teorico è comunque oggi tra le avanguardie di lotta il difetto principale nei paesi imperialisti. Ci sono ancora anni per farlo intensamente e proficuamente. Ma deve essere una scelta cosciente, di controtendenza all’attivismo permanente e spesso cieco.
LO SCOPO DELLA FORMAZIONE OPERAIA E' ALL'INTERNO DI QUESTA IMPRESA.

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L'IMPERIALISMO - TORNANDO A MARX


Abbiamo detto nella FO di giovedì scorso che: "Le banche assumono un'importante funzione nella creazione dell'imperialismo. Inizialmente  le banche erano addette a raccogliere le rendite in denaro, a metterlo a disposizione dei capitalisti. Ma anche le banche attraverso la concorrenza si concentrano, e questo permette alle grandi banche che così si formano il possesso di ingenti quantità di capitali. 
Questa disponibilità di capitali permette alle banche di dominare la proprietà, e in modo notevole anche l'industria...".

Per capire meglio gli effetti di questo rapporto Banche/Industria e quanto contribuisca non a risolvere ma ad accentuare le crisi, torniamo a Marx, ripubblicando una parte del 1° corso della FO su "APPUNTI DI STUDIO SU MARX E LA CRISI"

"...per Marx il credito “spinge la produzione capitalistica al di là dei suoi limiti” anche nel senso di porre a disposizione della produzione “tutto il capitale disponibile e anche potenziale della società”... E' precisamente per questi motivi, osserva Marx, che il credito appare come la causa della

mercoledì 30 marzo 2016

Taranto non ha più un consiglio comunale

Ancora una volta il consiglio comunale, che doveva tenersi giovedì 31 marzo, è stata rinviato, questa volta all'8 aprile. 
E' praticamente dai primi di marzo che non si riunisce.
E, nonostante i grandi problemi che ha la città - contratti di appalto che scadono con centinaia di lavoratori che rischiano di perdere il lavoro; bonifiche nella città che non vengono fatte con l'annuncio dei lavoratori del cimitero di bloccarsi dall'11 aprile; morti che non possono essere seppelliti al cimitero di Talsano; raccolta differenziata che non viene fatta; stato disastroso di aree verdi (le poche della città, dal parco del Mirto, a Cimino), di strade, ecc.; infortuni a ripetizione all'Ilva nel disinteresse della principale Istituzione di Taranto; l'Amiu che taglia servizi e personale; la criminalità che si fa sempre più spazio; ecc, ecc. - la politica dell'Amministrazione comunale è impantanata a querelle di fazioni.
Con il primo responsabile che è il Sindaco che anche quando si facevano i consigli nel 90% delle volte era assente.
ORA SI E' PASSATI AL FATTO CHE TUTTO IL CONSIGLIO COMUNALE E' ASSENTE. 

A questo punto sarebbe legittimo che i lavoratori, le masse di Taranto occupassero il Comune e prendessero nelle loro mani...

Ilva al centro di una guerra tra grandi industrie dell'acciaio - sempre e comunque per il profitto sul sangue di operai e masse popolari di Taranto

Ilva, la cordata italoturca: privati e Cassa Depositi alleati con Erdemir

Ilva, la cordata italoturca: privati e Cassa Depositi alleati con Erdemir

Continua la due diligence e prende campo l'ipotesi di un' intesa nazionale allargata a un nuovo soggetto
La gara per l'Ilva è in corso e si concluderà alla fine di giugno. Nulla, quindi, si può ancora considerare concluso. Però. Però i soggetti davvero interessati cominciamo a muoversi e le cordate a comporsi. Una, in particolare, secondo quanto risulta a Repubblica, potrebbe aggiudicarsi la sfida internazionale ed è quella formata da due fra i principali gruppi privati italiani, Arvedi e Marcegaglia, affiancati dalla Cassa Depositi e Prestiti, e novità assoluta, da un gruppo turco che ha presentato

Un commento sulla denuncia fatta sull'ex rep. Ossigeno-Ilva

In merito all’articolo "All'Ilva gli operai a rischio sia prima che durante i lavori di risanamento - Cosa succede all'ex Rep ossigeno", FIVRA (Fabbriche Isolanti Vetro Roccia Associate), l’associazione dei principali produttori di lane minerali (lana di roccia e lana di vetro per isolamento), ci ha inviato un commento, in cui scrive:
" Fivra... vuole sottolineare alcuni aspetti importanti relativi alla sicurezza. 
Infatti la IARC (International Agency for Research on Cancer, massimo esperto in materia ed afferente all’Organizzazione Mondiale della Sanità) ha inserito le lane minerali nel gruppo 3 “non classificabile come cancerogeno per gli esseri umani” (al pari del thé e della caffeina).
L’Unione Europea mantiene una classificazione più cautelativa, ma anch’essa riconosce che le lane minerali sono sicure se conformi alla "Nota Q" (ovvero bio-solubili, come quelle prodotte dai soci FIVRA) o, in alterativa, alla "Nota R” (ovvero avanti diametro medio ponderale superiore a 6 micron). 
Ha inoltre riconosciuto che le lane minerali non sono irritanti se non, come per molti altri prodotti, per sfregamento meccanico.
A conferma della non pericolosità di lana di roccia e lana di vetro per isolamento, la legge italiana prevede che possano essere depositate in celle realizzate con gli stessi criteri adottati per le discariche dei rifiuti inerti.
Le indicazioni precedenti sono state recentemente confermate da apposite Linee Guida, approvate il 25 marzo 2015 della Conferenza Stato/Regioni su proposta del Ministero della Salute. 
Maggiori info sono disponibili su http://www.fivra.it/it/approfondimenti/13_fibre-artificiali-vetrose-linee-guida-del-ministero-della-salute 
Ai sensi dell'articolo n. 47 del 1948 e dagli artt. 42 e 43 della legge 416 del 1981 e successivi, chiediamo l'esercizio del diritto di rettifica nei tempi e nei modi previsti dalla legge".

Noi abbiamo riportato questa nota, e ringraziamo, ma non abbiamo da rettificare nel nostro articolo. Perchè, vista la situazione di permanente violazione delle norme di sicurezza in Ilva, non siamo affatto sicuri che l'uso della lana di roccia sia conforme alle disposizioni dell'Unione Europea indicate. Per questo abbiamo chiesto allo Spesal di effettuare una verifica, i sui esiti stiamo ancora aspettando.

Ilva, si avvicina il tempo della svendita






(Dal Volantino dello Slai cobas)
...Stanno svendendo la fabbrica o affittandola a “prezzi romani”, a padroni e multinazionali italiane ed estere che non hanno nessuna intenzione di ambientalizzarla, ma di spezzettarla per tenere ciò che produce profitto e liberarsi di quello che non lo produce, per riempirla di esuberi e scaricare sulla collettività le bonifiche e i risarcimenti. Ci vogliono far lottare per scegliere qual'è il padrone migliore, per poi farci trovare davanti al fatto compiuto, alle riduzioni salariali, alla cancellazione dei diritti, con le cosiddette “newco”, agli esuberi strutturali.
Serve una lotta seria e dura, bloccando fabbrica e città, per imporre un decreto operaio che metta in sicurezza i lavoratori sul piano del lavoro e del salario, che usi diversamente i soldi buttati per cassintegrazione, contratti di solidarietà, che affronti il problema del risarcimento per gli operai attraverso la riduzione massiccia degli anni di lavoro, in questa fabbrica e nella siderurgia in generale: i famosi 25 anni bastano; che si affronti, anche in termini di emergenza, la questione delle bonifiche e sanitarie, mettendoci molti più soldi, presi dal padrone, dai padroni.
Per una piattaforma di questo tipo, sarebbe giusto e necessario scioperare non un solo giorno, ma tutti i giorni. E gli operai possono star sicuri che le masse popolari della città sarebbero i primi ad essere al loro fianco e sarebbero i primi a voler il blocco della città, però per ottenere questi risultati.

Cosa proponiamo noi.
Un'assemblea generale che rovesci i “Tavoli” e imponga una nuova piattaforma.
Una lotta quotidiana che non accetti lo stato di cose esistenti, commissari incapaci, inosservanza di norme, condizioni di sicurezza, diritti, sanciti da leggi che anche in questa fabbrica devono valere.
Aprire la fabbrica alla città, coinvolgere i quartieri popolari.
Dare vita ad un Comitato di lotta per la salvezza del lavoro e della salute, autonomo dalle attuali rappresentanze sindacali, tutte.
Imponiamo che non si firmi nulla, senza un decreto a tutela degli operai

SLAI COBAS per il sindacato di classe

slaicobasta@gmail.com 3475301704 v. Rintone, 22 TA (aperta mart/giov. 17,30/20) leggi blog tarantocontro

Da una proletaria - ritorno sul 2° cap. de L'Imperialismo

La nostra Formazione Operaia è rivolta principalmente ai proletari, ai giovani, alle donne che vogliano capire realmente le cause di quanto avviene sotto i nostri occhi e usare la teoria come "arma" di combattimento per intervenire e cambiare la realtà.
 
Dallo scritto pervenutoci sulla FO in corso sul testo "L'Imperialismo" di Lenin.
 
"Le banche prima nascevano per preservare e conservare le rendite ma, per effetto della concorrenza, man mano si concentravano e quindi si creavano grossi colossi bancari che gestivano ragguardevoli quantità di capitali e di conseguenza potevano dominare anche l'industria. Nel momento in cui il capitale industriale e le banche si fondono viene a crearsi uno strapotere finanziario che gestisce sia le ingenti somme di danaro, che i mezzi di produzione.
Lo Stato, anch'esso possessore di capitali, ovviamente si unisce a questa forma di potere ma ne assume una forma minore e completamente gestita dal grande capitale. Il suo compito infatti è di asservirsi al capitale, rafforzandolo nei vari ambiti produttivi e soprattutto nei casi di eventuali fallimenti di imprese capitalistiche, facendosi carico delle perdite e dei costi di rilancio a discapito della comunità. Questo sodalizio di un esiguo numero di persone nei vari ambiti di governi, banche e amministratori di industrie, intrecciati nei vari consigli di amministrazione, vanno a costituire i "padroni" della moderna società capitalistica. 
Gran parte del capitale si trasforma da produttivo a finanziario, pur conservando le sue caratteristiche produttive, e con la complicità dello Stato riesce a gestire in maniera chirurgica e globale consolidando il suo strapotere".

domenica 27 marzo 2016

La "civile" Europa fa bloccare dalla polizia gli aiuti ai migranti a Idomei

WELCOME TARANTO
In questo momento a ridosso del campo profughi di Idomeni,
L'Europa, di fatto, impedisce il far giungere gli aiuti umanitari per i tanti migranti bloccati al confine con la macedonia.
La nostra Europa non ha confini!
La strada che porta ad Idomeni è bloccata, a circa 3 km dal campo, dai blindati della polizia. Non permettono di avvicinarsi con gli aiuti umanitari.

Dall'India a Taranto

In occasione della campagna sull’India che si svolge in tutto il mondo sull’appello tradotto in 30 lingue diffuso in tutto il mondo
 
si tengono a taranto 2 iniziative 
- una mostra permanente per una settimana nella sede dello Slai cobas con materiale informativo
- una assemblea pubblica il 5 aprile nella sede con interventi, testimonianze, video collegamenti, ecc. dalle 17.30 alle 21, con buffet e messaggi  di solidarietà ai prigionieri politici dell’India e di tutto il mondo
 
si parlerà di
- chi sono i padroni indiani che vogliono comprarsi l’Ilva, come costruiscono i loro impianti in India, come trattano gli operai, come trattano l’inquinamento e l’ambiente,
come lottano contro di essi lavoratori e organizzazioni come le nostre in Italia
 
- perchè in India contro i padroni, le guerre, l’imperialismo, la povertà non ci sono i ‘fondamentalisti islamici’ ma le masse che combattono in armi e tolgono di mezzo anche la presenza nel popolo dei ‘fondamentalisti islamici'
 
- le donne indiane lottano contro stupri, femmicidi  maschilismo e patriarcalismo feudale nella società e nelle famiglie con un grande movimento di massa e con le donne organizzate come il movimento femminista proletario rivoluzionario in italia

sabato 26 marzo 2016

Cimitero di Talsano - che fare realmente?

Assemblea dei lavoratori nei prossimi giorni
Serve una azione e una parola autonoma di fronte all'incuria e ai tentativi forse elettorali di strumentalizzare la situazione

Direzione AMIU e Sindaco Stefano - DUE "FENOMENI" CHE FANNO PEGGIORARE QUOTIDIANAMENTE LA SITUAZIONE!

Da domenica prossima niente raccolta dei rifiuti, questo sarebbe emerso da fonti sindacali.
Nel nuovo contratto di servizio ci sarebbero tagli consistenti del servizio di racccolta e in particolare quello della domenica.
Ma non è tutto... il sindaco si appresterebbe a fare una ordinanza che vieta di portare i rifiuti nei cassonetti la domenica!
Evidentemente non si può, nè si deve essere d'accordo e bisogna dirlo ora che siamo in tempo con iniziative di protesta - ad esempio sin dal prossimo consiglio comunale del 31 marzo

Che succede realmente al carcere di Taranto? Possono Sindaco e istituzioni locali stare a guardare? Perchè il Sappe non ci spiega perchè ci si suicida?



Taranto, due tentatividi suicidio in carcere
«Due tentativi di suicidio nel giro di pochissimo tempo» si sono verificati nel carcere di Taranto, "che diventa sempre più insicuro» ed è ormai «allo stremo».
Lo denuncia il segretario nazionale del Sappe, Federico Pilagatti, che preannuncia forme di protesta eclatanti. «Ora basta - dice Pilagatti - non possiamo certo aspettare che i detenuti decidano di prendere il controllo del carcere o che decidano di evadere in massa, per questo già dai prossimi giorni, in mancanza dell’invio di un contingente di almeno 30 poliziotti, il Sappe capeggerà tutta una serie di iniziative. Manifestazioni anche eclatanti, a partire dallo sciopero della fame, dal rifiuto di abbandonare il carcere al termine del lavoro, da una gigantesca manifestazione al centro di Taranto a cui inviteremo il sindaco, il Consiglio comunale, politici locali e nazionali, e tutti i cittadini che lo vorranno, poiché dalla sicurezza del carcere dipende la sicurezza della città di Taranto e dei suoi cittadini».

Il nuovo Procuratore della Repubblica è un 'fans' della Marina... Come dire? Una cosa che non ci fa stare affatto tranquilli

Il nuovo Procuratore dichiara "poi c'è il legame tra Taranto e la Marina Militare. Ho avuto trascorsi militari e ho ancora amici che lavorano in Marina militare"
Noi, che non siamo Baldaccone, riteniamo che la Marina sia una piovra e un danno per Taranto; una occupazione dei 'nostri mari',  peggiore delle future trivelle.
Consideriamo la nuova Base navale in mar grande una base di guerra e una sciagura presente e futura per la città.
Consideriamo che i danni all'ambiente della Marina siano altrettando rilevanti per la città.
Sappiamo che a Taranto la Marina è un centro affaristico attraversato da inchieste giudiziarie pesanti, che non hanno fatto finora molta strada, in paragone alla questione Ilva.
Ecco le ragioni per cui siamo diffidenti e speriamo di essere smentiti dai fatti

Un nuovo procuratore della Repubblica a Taranto - il dott Capristo, ancora non in carica, dovrebbe esserlo per il nuovo inizio del maxi processo ilva il 17 maggio

Ma la sua dichiarazione iniziale: "il processo Ilva per il momento conosco la vicenda solo attraverso i giornali,.."  non è, come si dice, confortante.
Siamo passati da un Procuratore di trincea che conosceva tutto e aveva istruito questo processo a chi non ne sa nulla.
Perchè, data la situazione, non si è prorogato l'incarico del dott. Sebastio?
Evidentemente, perchè si vuole affossare questo processo.
Dobbiamo sperare che il dott. Capristo non si presti a questo, ma permetteteci di essere molto molto diffidenti...
Comunque, niente di personale, dobbiamo stare ai fatti e dobbiamo ribadire ancora una volta che se operai e cittadini continueranno a disertare questo processo e non ne faranno un processo popolare, allora la fine è nota...

All'Ilva non ci sono feste senza drammi in fabbrica - lavoratore in coma farmacologico

Paolo Restano lavoratore al treno nastri 2 è in gravi condizioni.
Non ha senso occuparsi ancora una volta delle condizioni concrete che hanno causato l'incidente - in questa fabbrica c'è l'insicurezza costante e la vita è sempre a rischio in mille modi possibili.
La gestione governativa commissariale ha peggiorato le condizioni di sicurezza e su questo fronte la situazione è peggio di quella della precedente gestione Riva.
Sui sindacati interni che contano, che ora comprendono stabilmente la USB, è meglio stendere un velo pietoso,
nessun operaio è in grado di distinguerli nei fatti e sulla sicurezza le chiacchiere si sprecano.

Dobbiamo sperare che l'operaio si possa riprendere, ma non si può fare questa vita?!

Bridgestone di Bari - una azienda sfogliata come un carciofo e trasformata in una a salari e sfruttamento 'albanese' - operai ricattati e sindacati complici del padrone con la regia dell'assessore Leo impropriamente chiamato assessore 'al lavoro'

BARI - Negli uffici della Città metropolitana di Bari, presenti rappresentanti del Comune, è stato firmato oggi da parti sociali, datore di lavoro e rappresentanti istituzionali un accordo per la mobilità del personale in esubero alla Bridgestone, il cui numero scende da 66 a 54 unità. Per la Regione Puglia l’intesa è stata sottoscritta dall’assessore al Lavoro, Sebastiano Leo.
L’azienda fino a qualche tempo fa era a rischio chiusura. Sono 311 i lavoratori usciti volontariamente e con vari accordi sindacali si è già stabilita una diminuzione dei salari e il mutamento dell’organizzazione del lavoro.
I 54 esuberi potrebbero ulteriormente ridursi a 45, se nove lavoratori con qualifiche superiori scegliessero di passare alla mansione di operai semplici, rimanendo dipendenti dell’azienda. La Bridgestone, in base all’accordo, selezionerà il personale in esubero tenendo conto in egual misura dei carichi famigliari e dell’anzianità aziendale.
A chi accetterà di non impugnare il licenziamento, l’azienda verserà 65mila euro. A chi accetterà di non impugnare il licenziamento e di avvalersi dell’opzione di assistenza alla ricollocazione supportata dalla Regione Puglia, l’azienda darà 50mila euro. I restanti 15mila euro saranno versati dall’azienda all’eventuale datore di lavoro terzo che assuma il lavoratore entro 12 mesi dall’entrata in mobilità. 

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