Il direttore dello Spesal al processo Ilva: solo aumentando le ore di manutenzione si è abbassato il benzoapirene...

Tutta la giornata di ieri l'udienza al processo Ilva è stata occupata dall'interrogatorio del teste della Prucura, il Direttore dello Spesal, Dr. Conversano.

Delle parti più importanti di quanto dichiarato dal Dr. Conversano ne parleremo più approfonditamente in seguito.
Ora diciamo alcune cose. Quanto esposto ha riguardato fondamentalmente la ricaduta della diossina e Pcb negli allevamenti sia di pecore che di mitili e quindi nell'alimentazione dei cittadini. Ma non solo. Anche ciò che accedeva nell'area cokeria all'interno dell'Ilva, dove i lavoratori erano fortemente esposti, in particolare gli operai addetti alla caricatrice, e le ricadute del benzoapirene nelle vie dei tamburi a ridosso dell'area industruiale.

Il direttore dello Spesal ha sottolineato che oltre al problema della quantità di questi elementi cancerogeni, è importante anche la qualità degli stessi. 
Altro aspetto evidenziato, e che incide tuttora, è il fattore manutenzione:
All'Ilva - è stato detto - il benzoapirene nel 2011 e 2013 era calato nonostante l'aumento della produzione in cokeria; la spiegazione sta nell'analisi delle ore di manutenzione delle cokerie; a dimostrazione che la manutenzione era (ed è) elemento importante per la riduzione del benzoapirene, per la qualità dell'area respirata dai lavoratori che dai cittadini.

Nella prossima udienza del 10 ottobre, si dovrebbero sentire altri testi, tra cui un chimico e un dottore pneumologo della Asl. 

Pasquinelli - assicurata la continuità lavorativa ma il futuro è ancora da definire

Sit-in all'interno del Comune
Questo sostanzialmente è il risultato di una settimana di lotta, sit-in, presidi al Comune, blocco dell'attività lavorativa dei lavoratori della Pasquinelli, ottenuto ieri pomeriggio - si può dire all'ultimo momento, visto che oggi scattava il licenziamento - dopo una lunga riunione della Giunta comunale.

Sit.in all'interno del Comune
I 23 lavoratori restano alle dipendenze della Kratos che nei prossimi giorni avrà in affidamento un nuovo servizio - la pulizia e cura del parco archeologico, alle spalle della concattedrale - per la durata di un mese e per 5 ore al giorno; tempo necessario affinchè il Comune faccia un progetto per un ulteriore servizio che durerà fino al febbraio 2018 e che dovrebbe riportarli alle 6 ore attuali.
Successivamente a quest'ultima data, vi sarà una gara d'appalto triennale, frutto della modifica del contratto di servizio con l'Amiu.

Questo risultato ha impedito che i lavoratori venissero mandati a casa o che venissero divisi in una situazione pasticciata, in cui dovevano essere "spalmati" in vari appalti, a pochissime ore e di brevissima durata.
I lavoratori fino all'ultimo hanno mantenuto ferma la condizione di una soluzione che mantenesse uniti tutti i 23 lavoratori, perchè questo è garanzia del futuro.

Perchè proprio sul futuro la questione è ancora tutta da definire, sia in termini di garanzie conntrattuali, orari, livelli retributivi, salute e sicurezza; sia in termini di attività lavorativa.
Lo Slai cobas continuerà a lottare perchè nel progetto che coprirà gli altri mesi fino a febbraio 2018, e soprattutto nella futura gara d'appalto i lavoratori lavorino all'interno del "ciclo rifiuti". 
Non si tratta di "inventarsi" attività. Non si deve disperdere un patrimonio di esperienza, di professionalità nel campo, acquisita prima con corsi di formazione, 6 mesi di raccolta differenziata e poi con 5 anni di attività di selezione. Questo sarebbe un enorme danno non solo per i lavoratori ma per tutta la città. Sarebbe, infatti, inaccettabile che mentre si lamenta una raccolta differenziata ancora al 17% e fatta anche molto male, mentre non si avvia la raccolta a Paolo VI, bloccata da più di due anni (dopo aver speso soldi pubblici per consegnare agli abitanti pattumelle, fare spot televisivi, mega manifesti), si impieghino i 23 lavoratori in tutt'altra attività. 

Per questo, abbiamo insistito con il Comune che sia progetto che gara d'appalto non vengano decisi unilateralmente ma insieme alle rappresentanze sindacali dei lavoratori. 

Prima della scadenza del prossimo mese, pertanto, abbiamo chiesto un Tavolo su questo presso il Comune.

venerdì 29 settembre 2017

Solidarieta' alla lotta dei lav. Pasquinelli DALLE LAVORATRICI E LAVORATORI SLAI COBAS DI PALERMO

DALLE LAVORATRICI E LAVORATORI SLAI COBAS DI PALERMO

Agostino Comella Forza ragazzi non vi scoraggiate, la lotta è dura ma la forza interiore è più forte. Dovete vincere in tutti i modi. Non importano i numeri delle persone, ma la qualità delle persone
Delegato slai cobas Palermo


Grazia Tarantello Gargano La forza è andare avanti anche se siamo stanchi. Dobbiamo resistere un minuto in più di loro. Forza ragazzi

Nina Rella Lottare e continuare anche se si è sfiniti, coraggio ragazzi, non arrendetevi, i padroni aspettano questo, non la devono aver vinta. Forza!
 Un abbraccio da Antonella ass igienico personale degli studenti disabili di Palermo.

 
Enza Ruvolo precaria per ora senza lavoro.
Forza e coraggio ragazzi non mollate, dobbiamo difendere il nostro lavoro senza se e senza ma, andiamo avanti, siamo con voi molta solidarietà.

Maria Concetta Forza ragazzi! Fino in fondo, cosa abbiamo da perdere se non le nostre catene?

ILVA GOVERNO - un piano ambientale che prevede la copertura dei parchi tra più di 3 anni, un taglio occupazionale gigantesco tra gli operai - 9 ottobre la parola agli operai - sciopero - Slai cobas sc info 3471102638

Ilva: interventi per 2 miliardi
Produzione a 6 mln tonnellate

E’ quanto prevede il Dpcm approvato dal consiglio dei ministri oggi. Confermati tutti i limiti emissivi previsti dal Dpcm del 2014


Ilva a Taranto

La produzione annua di acciaio dello stabilimento Ilva di Taranto non potrà superare i 6 milioni di tonnellate fino al completamento di tutti gli interventi del piano. E’ quanto prevede il Dpcm approvato dal consiglio dei ministri con modifiche e integrazioni al piano ambientale del gruppo.
Il decreto, si legge in una nota congiunta del Mise e del ministero dell’Ambiente, conferma tutti i limiti emissivi previsti dal Dpcm del 2014 e prevede che gli interventi siano realizzati secondo un dettagliato cronoprogramma, che si articola dal 2018, con termine ultimo al 23 agosto 2023 che è il termine di scadenza dell’Aia. La copertura dei parchi primari (Parco Minerale e Parco fossile), specificano i ministeri, dovrà essere realizzata entro 36 mesi dal subentro di AM Investco nella gestione del sito, fermo restando che l’apertura del cantiere deve avvenire entro il 30 settembre 2018. La giacenza media annua non potrà superare i 14,5 milioni di tonnellate fino al completamento degli interventi.
E’ confermata la copertura di tre parchi minori; quanto alle cokerie, è prevista al 31 dicembre 2018 la conclusione dell’intervento di messa in sicurezza della falda superficiale e, al 31 marzo 2020, la fermata della Batteria 11 e l’avvio delle batterie 9 e 10 previa realizzazione degli interventi di adeguamento. Sarà infine istituito un Osservatorio permanente per il monitoraggio del piano ambientale.
Tra interventi a carico del nuovo Gestore e quelli a carico dell’Amministrazione straordinaria, saranno destinati complessivamente agli interventi ambientali Ilva oltre due miliardi di euro. Lo si legge in una nota congiunta di Mise e ministero dell’Ambiente in cui si specificano i contenuti del Dpcm approvato in consiglio dei ministri.
I ministeri precisano che resteranno a carico della amministrazione straordinaria gli interventi ambientali esterni al perimetro della cessione che saranno realizzati mediante utilizzo delle risorse derivanti dalla transazione con la famiglia Riva (oltre 1 miliardo di euro). Al riguardo, i commissari straordinari presenteranno al Mise un programma integrativo della amministrazione straordinaria che prevederà la realizzazione delle opere ambientali di competenza dell’amministrazione straordinaria e la esecuzione di attività di sostegno assistenziale e sociale per le famiglie disagiate nei comuni di Taranto, Statte, Crispiano, Massafra e Montemesola.

Ilva management - Infinita ipocrisia dei sindacati confederali - Basta con questa farsa e recita a soggetto - 9 ottobre - blocchiamo ILVA e appalto - Slai cobas sc 3475301704


Ilva, i sindacati metalmeccanici denunciano “poca trasparenza nei cambi nel management”

Abbiamo appreso, ancora una volta, attraverso una comunicazione organizzativa, proveniente da Milano, la modifica dell’organigramma del management, all’interno del quale emergono tutte le contraddizioni di una gestione commissariale poco trasparente. Nella gestione del gruppo Ilva nell’ultimo periodo accadono cose strane che ci ricordano il vecchio governo ombra dei Riva in cui i sindacati venivano sistematicamente esclusi dalle scelte organizzative aziendali“. Lo scrivono in una nota le segreterie Fim, Fiom, Uilm e Usb di Taranto, che nei giorni scorsi avevano chiesto all’azienda “di avviare un incontro

AMAT - al Consiglio comunale affidamento - il primo problema da risolvere è ripristinare le 5 ore per i lavoratori addetti alla pulizia - vogliamo un tavolo subito o dal 9 ottobre il servizio sarà bloccato! Slai cobas sc info 3471102638

Procedendo con ordine nella cronaca dei provvedimenti approvati, la massima assise cittadina, su richiesta di anticipazione dei punti nn. 6 e 7 all’ordine del giorno avanzata dal consigliere Azzaro, si è espressa sull’affidamento diretto, in house providing, del servizio di trasporto pubblico locale alla società partecipata Amat, vista la prossima scadenza imminente della proroga (a tal proposito, il contratto di servizio di Amat S.p.A. è scaduto nel mese di novembre 2015 e da allora la società gestisce il servizio in regime di proroga). L’affidamento riguarda i prossimi nove anni, a decorrere dal 30 settembre 2017 fino al 29 settembre 2026. Va però specificato che l’attuale cda di Amat è al termine del suo mandato e non è nella pienezza delle sue funzioni per espletare tali procedure, fatto salvi gli atti di ordinaria amministrazione

ILVA - i commissari garantiscono collaborazione alla Magistratura... Se è come al processo Ilva, allora operai e masse popolari se ne debbono preoccupare - 9 ottobre è tempo di sciopero ilva e appalto Ilva!

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Ilva: “Garantiamo collaborazione alla magistratura”
Stringato il commento ufficiale dell’Ilva: “I Commissari Straordinari di ILVA Spa in Amministrazione Straordinaria Piero Gnudi, Enrico Laghi e Corrado Carrubba prendono atto dell’esito delle indagini preliminari condotte dal Tribunale di Lecce da parte del giudice, dr.ssa Antonia Martalò, alla quale assicurano la massima collaborazione. La Società è fiduciosa che al termine del procedimento si potrà dimostrare che ILVA opera nel rispetto delle normative comunitarie in materia di gestione e trattamento dei rifiuti”.

Legambiente: “Ancora reati ambientali a Taranto”
La notizia che apprendiamo oggi dalla stampa del sequestro presso gli impianti ENEL di Brindisi, Cementir Italia spa di Taranto e dei parchi loppa d’altoforno dell’Ilva ci allarma e ci lascia basiti: un’altra azienda del polo industriale tarantino si sarebbe resa responsabile

Cementir - la FILLEA CGIL di Bardinella dice bugie - è da sempre alleata dell'azienda e ha coperto tutto - martedì lo slai cobas sc Cementir smaschererà questi imbroglioni e servi del padrone - ore 17 - via rintone 22 taranto info 347-1102638


Sequestro Cementir 
L’intervento della Magistratura riapre sul fronte Cementir una questione che come sindacato abbiamo posto, inascoltati, ormai alcuni anni fa. Lo stabilimento di Taranto rappresentava e rappresenta tutt’oggi una micro-vertenza simbolica per quel territorio, con storie di cessioni, disimpegni, inquinamento e rischio di tracollo produttivo e occupazionale simili a quelli dell’ILVA con cui continua tutt’oggi a condividere destini e sopravvivenza. Una interconnessione – che secondo la FILLEA CGIL di Taranto – si evidenzia anche attraverso l’inchiesta che la Procura di Lecce con l’ausilio degli uomini della Guardia di Finanza ha condotto sullo scambio di scarti di lavorazione che il siderurgico cedeva alla Cementir per la produzione del cemento. “I sequestri di oggi, ai silos del cementifico e al parco loppa dell’ILVA, sono una urgenza che continuiamo a sottoporre da tempo nell’ambito del rilancio e dei piani di cessione di quell’azienda, su cui oggi più che mai andrebbe rivista l’Autorizzazione Integrata Ambientale – afferma Francesco Bardinella, segretario generale della FILLEA CGIL Taranto – e nell’ottica di un passaggio di mano della proprietà si pone come chiave di volta per garantire oltre ai posti di lavoro, anche una industria innovata e bonificata”.
Questioni che la FILLEA intende sottoporre nuovamente a tutti i vertici istituzionali coinvolti, dal Comune, alla Regione, passando per il Ministero del Lavoro e dello Sviluppo Economico.
“Tutti gli attori istituzionali – dice – diano sostegno al percorso di garanzia che le organizzazioni sindacali stanno rivendicando e si approfitti del fermo giudiziario degli impianti per fare chiarezza sul futuro di quell’insediamento e dei suoi 72 dipendenti tarantini”.
La FILLEA a partire da oggi stesso riprenderà la sua azione di pressing nei confronti del presidente della Task force per il lavoro della Regione Puglia, Leo Caroli e del vice ministro allo sviluppo economico, Teresa Bellanova. Tra gli interventi più urgenti richiesti vi è la comunicazione relativa al piano di bonifica e smaltimento dei luoghi interessati al sequestro e la proroga della Cassa Integrazione (scadenza dicembre 2017) per i lavoratori del sito di Taranto.

la lotta alla Pasquinelli - sul Corriere di Taranto


Lo Slai cobas: “Risvolti ancora irrisoluti sulla proroga alla Pasquinelli”
Slai Cobas psc
Il vice sindaco oltre a parlare del tavolo ha detto agli operai che la produzione fatta in questo mese era scarsa. Gli operai, unanimamente, hanno obiettato e chiesto un confronto con chi ha detto cio’ – si legge nella nota -. La produzione per noi operai è addirittura triplicata con molti sacrifici, pagando e ricadendo sulla nostra salute e sicurezza, perchè ricordo a chi su quel nastro non ci ha messo mai piede che il famoso multimateriale è sempre compreso di siringhe di sangue, lame di tutti i tipi (metallo) acidi, prodotti cancerogeni, materiale edilizio sbriciolato, topi e la comparsa di quest’anno di blatte che in questo mese ci hanno camminato addosso. Perchè gli organi competenti non apprezzano tutti i nostri sacrifici? Cosa vogliono da noi visto che stiamo portando dei ritmi di produzione estenuanti? Certo che ce lo domandiamo!“.
E poi ci chiediamo ormai stanchi e sfiniti psicologicamente, qual’è il nostro futuro visto che andiamo avanti a proroghe di 30 giorni con una raccolta differenziata di bassissimo livello che ancora una volta la si fa ricadere sugli operai e sull’utenza? Detto ciò chiediamo agli organi competenti di responsabilizzarsi per una raccolta che va rivista per essere migliorata invece di scaricare colpe e trovare colpevoli e pensate che ogni giorno su quel nastro facciamo del nostro meglio, anche se poco apprezzato. Noi, quelle 23 famiglie che senza questo lavoro non abbiamo alternative, noi, che siamo stati formati con i soldi pubblici e abbiamo dato un seguito per far si che per una volta i soldi dei contribuenti fossero andati spesi bene – concludono i lavoratori e le lavoratrici dello Slai cobas -. Ovvio che domani ci aspettiamo soluzioni concrete per migliorare questo stato di cose".

Sequestri Cementir - Ilva - la parola ai lavoratori martedi' 3 ottobre ore 17 sede slai cobas per il sindacato di classe cementir-ilva-appalto taranto via rintone 22 slaicobasta@gmail.com 3475301704

 traffico di rifiuti, scattano i sigilli per Enel, Cementir e Ilva


Il provvedimento prevede la facoltà d’uso per 60 giorni, tempo entro il quale le aziende dovranno adeguarsi alle prescrizioni. Sequestrato oltre mezzo miliardo di euro ad Enel, 31 le persone indagate

Nella mattinata odierna militari del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Taranto hanno eseguito un decreto che dispone il sequestro preventivo della centrale termoelettrica “Federico II” di Cerano, di proprietà di “Enel Produzione”, dello stabilimento di Taranto della “Cementir Italia S.p.A.”, nonché dei parchi “loppa d’altoforno, nastri trasportatori e tramogge” siti in quest’ultimo stabilimento nonché nello stabilimento siderurgico “Ilva”. Il provvedimento è stato disposto dal gip del Tribunale di Lecce, su richiesta della Procura della Repubblica di Lecce alla quale è stato anche applicato un magistrato dalla Procura di Taranto.
L’operazione delle Fiamme Gialle, denominata “Araba Fenice”, ha tratto origine da una attività di iniziativa conclusasi con un sequestro penale, eseguita cinque anni fa, di due aree dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Lecce dello stabilimento “Cementir Italia S.p.A.” di Taranto,

NIENTE APPALTO DELLA SELEZIONE RIFIUTI SENZA OCCUPAZIONE DEI LAVORATORI DELLA PASQUINELLI

La giornata di ieri, dopo ore ed ore di riunioni, prima tra Ass. alle partecipate del Comune e ditta Recsel (vincitrice dell’appalto per la selezione della differenziata nel periodo di fermo impianto all’Amiu), poi riunione fino a sera della giunta comunale, è finita con un nulla di fatto! Nessuna soluzione per difendere i posti di lavoro dei 23 lavoratori della pasquinelli e l’unica decisione uscita dopo tanto discutere è stata quella di chiedere per oggi un Tavolo prefettizio. 

Stamattina i lavoratori continueranno il presidio al Comune e sono pronti a iniziative forti, per impedire questa vergogna di mandare domani a casa i lavoratori!

E’ un’assurdità, fuori da ogni norma contrattuale di salvaguardia della difesa del lavoro, che viene dato in appalto lo stesso servizio che fino ad oggi fanno da 5 anni i lavoratori della Pasquinelli, e non vengono passati alla nuova ditta questi lavoratori!
 Comune e Amiu non hanno inserito alcuna clausola sociale – che doveva essere scontata – per tagliare i costi e permettere alla ditta vincitrice di avere questo appalto al massimo ribasso!
QUESTO NON PUO’ PASSARE!
O LA DITTA FA IL SERVIZIO CON I 23 LAVORATORI O NIENTE APPALTO! E IL SERVIZIO LUNEDI’ NON INIZIERA’!
Senza questa condizione, il servizio va prorogato presso l’Amiu nella stessa attuale situazione, finchè, come ha detto il Comune, non si modifichi il contratto di servizio all’Amiu e i 23 lavoratori nel periodo di ‘fermo lavori’ possano essere eventualmente anche utilizzati nella raccolta differenziata.
Lo Slai cobas sc non accetterà mai soluzioni pasticciate, mirate a spalmare, dividere i lavoratori in mini appalti in corso, con la metà delle ore e di brevissimi periodi (2 mesi, ecc.).
Non permetteremo che oltre ai posti di lavoro, si disperda un patrimonio di professionalità, acquisita prima con corsi di formazione, 6 mesi di raccolta differenziata e poi con 5 anni di attività di selezione. Questo sarebbe un enorme danno per tutti e un segnale negativo per il futuro.
E’ inaccettabile, non solo per i lavoratori ma per l’intera cittadinanza, che, mentre si lamenta una raccolta differenziata ancora al 17%, mentre non si avvia la raccolta a Paolo VI, bloccata da più di due anni (dopo aver speso soldi pubblici per consegnare agli abitanti pattumelle, fare spot televisivi, mega manifesti), si licenzino 23 lavoratori che invece sono una risorsa.  
SLAI COBAS per il sindacato di classe
lavoratori pasquinelli
3492123261 - 3490668610

Per la difesa del diritto d'aborto ieri presidio di nonunadimeno all'ospedale SS. Annunziata

Questa battaglia su Taranto, dove le possibilità delle donne di abortire è disastrosa, deve puntare a strappare risultati (più medici, più personale ospedaliero - che devono essere obbligati a pratica l'aborto, indipendentemente dalla loro "coscienza", ecc.).

GIOVEDI' ROSSI - L'INSURREZIONE DELL'OTTOBRE! I PRIMI PROVVEDIMENTI - 3° parte

Pubblichiamo l'ultima parte della storia della Rivoluzione d'Ottobre. Dalla “Storia della Rivoluzione russa”, scritta sotto la direzione di Stalin. 


- 3° parte -

L'insurrezione popolare armata

Una volta decisa l'insurrezione, il Comitato centrale organizzò in tutti i quartieri degli stati maggiori clandestini incaricati di prepararla. Di ogni stato maggiore facevano parte il dirigente dell'organizzazione militare, il capo della guardia rossa e il presidente del Soviet di quartiere se questo era bolscevico.
Gli stati maggiori verificavano lo stato organizzativo e dell'addestramento della Guardia rossa del quartiere, decidevano gli edifici e i punti strategici da occupare durante l'insurrezione, reclutavano i comandanti dei distaccamenti rivoluzionari.
Comizi e assemblee si tenevano in tutte le unità della guarnigione e nelle diverse fabbriche e officine. L'entusiasmo degli operai e dei soldati era così grande che sarebbe bastata una semplice parola perchè tutti questi uomini incominciassero ad erigere barricate e a combattere anche se disarmati. Lo stesso entusiasmo regnava in tutta la città: tutte le fabbriche, le officine, le caserme in cui si tennero assemblee o comici videro una considerevole affluenza di lavoratori e lavoratrici.
Tutti gli agitatori bolscevichi erano stati mandati nei quartieri. La loro opera era richiesta dovunque e diverse volte al giorno essi prendevano la parola nei comizi e nella assemblee.
I menscevichi e i socialisti rivoluzionari perdevano le loro ultime roccaforti.
Non ci fu nemmeno una fabbrica che non formò il suo distaccamento di Guardie Rosse. Anche le operaie facevano parte dei distaccamenti. Alla fabbrica di strumenti e di attrezzature chirurgiche dell'esercito venne organizzato un distaccamento di infermiere e il loro esempio venne seguito da altre fabbriche.

Nella notte tra il 24 e il 25 ottobre Lenin ricevette allo Smolny decine e decine di operai e di soldati. I delegati del Comitato di fabbrica della Putilov e del Soviet del quartiere Porta di Narva ricevettero personalmente da Lenin delle precise indicazioni sul modo in cui dovevano organizzare rapidamente e completamente la presa del potere nel loro quartiere.
Poco dopo l'arrivo di Lenin, i motociclisti fermi davanti alla scalinata dello Smolny corsero sui loro mezzi per portare in tutti i quartieri e i sobborghi della capitale i messaggi che annunciavano l'inizio

mercoledì 27 settembre 2017

Udienza di ieri al processo Ilva - la grande quantità di polveri che ha invaso (e la cosa continua) i Tamburi, il cimitero, le scuole

Il teste della Procura, l'Ispettore del Lavoro, Francesco Di Francesco, nella sua esposizione ha confermato in pieno la presenza di polveri di minerale, di certa provenienza dall'Ilva, in tutto il quartiere Tamburi, e nelle aree vicino l'Ilva, nonchè chiaramente all'interno dello stabilimento.
Relazionando in maniera precisa e dettagliata sugli accertamenti effettuati, anche insieme a tecnici dell'Arpa, Asl, un esperto chimico, per mesi sia nel 1999 che nel 2010, ha detto che questa presenza è stata rilevata a seguito il posizionamento di deposimetri statici e campionatori dinamici in vari punti dei Tamburi, tra cui scuola Vico e Deledda, cimitero, centro caritas, chiesa
Questio accertamenti ha rilevato la presenza nel 2010 di più di 600 milligrammi di polveri per metro quadro, arrivando anche a 700 milligrammi in alcune abitazioni in via Mar Piccolo, superando abbondantemente  la rilevazione fatta nel 1999 di 500 milligrammi. A testimonianza che l'inquinamento in 11 anni era nettamente aumentato, nonostante le miserabili dichiarazioni dell'Ilva (fatte anche ieri per bocca degli avvocati degli imputati) su presunti interventi di Riva per limitare la fuoriuscita delle polveri.

Nella prossima udienza, venerdì 29 settembre, verrà sentito il Direttore dello Spesal, Conversano.

AMAT - abbiamo dato i dieci giorni all'amministrazione comunale - o tavolo per aumentare appalto, servizi e ore - fino a 5 ore giornaliere - o sarà blocco ad oltranza del servizio

L'assessore Motolese ha incontrato all'AMAT i lavoratori delle pulizie affidati ora a Servizi Ambientali di Palermo - presenti quasi tutti, incazzati il giusto.
Si è illustrata la vicenda, l'assessore ha preso atto - ora ci aspettiamo risposte.
L'assessore ha chiesto 10 giorni per studiarsi le carte e sentire l'AMAT.
I lavoratori a malincuore glieli hanno dati... ma se non succede niente
il 9 si blocca tutto il servizio...

I lavoratori delle pulizie Amat
slai cobas 3471102638

ACCIAIO: LA GUERRA DI CONCORRENZA DEI CAPITALISTI E LA POSIZIONE DI CLASSE DEGLI OPERAI

Settimane fa scrivevamo a proposito degli appelli di settori ambientalisti e M5s di Taranto alla Commissione europea alla concorrenza, affinchè intervenisse contro gli “aiuti di Stato” dell'Italia all'ArcelorMittal-Marcegaglia, che questo significa, in concreto, solo tutelare dei capitalisti rispetto ad altri; che, nel sistema capitalista/imperialista la concorrenza non può essere "regolata", essa è una guerra organica del capitale per accaparrarsi il mercato mondiale, e che per questo gli operai devono sottrarsi al gioco di essere usati come “partigiani” di uno o dell'altro degli complessi capitalistici. E aggiungevamo “lì dove e quando la commissione europea dovesse realmente intervenire, significherebbe favorire, per conto per esempio della Germania, la Thyssenkrupp invece che la ArcelorMittal. Per gli operai, per le masse popolari, le pesanti conseguenze negative sarebbero però le stesse

E' di questi giorni, appunto, la realizzazione di questa guerra di spartizione, del mercato europeo: I giornali titolano “ThyssenKrupp accordo con Tata: alleanza per sfidare ArcelorMittal - Via libera al memorandum d’intesa per la fusione tra Tata steel e

Officine Tarantine - una esperienza chiusa?

un documento, con troppi autoelogi, con conclusione assolutamente insoddisfacente.
non si regala uno spazio ai 'prepotenti' - e non si tratta solo di prepotenza..

ESPERIENZA POLITICA DI OFFICINE TARANTINE CONCLUSA
Dopo quattro anni di occupazione e autogestione delle Officine Tarantine, il collettivo politico che fino ad oggi le ha recuperate autonomamente e animate, dichiara conclusa la propria esperienza all’interno della struttura dei Baraccamenti Cattolica. Nel 2013 abbiamo conquistato il consenso di una larga fetta di città che ha legittimato l’occupazione degli spazi di proprietà comunale (ma in concessione dalla Marina Militare), fino ad allora lasciati

Giacomo Campo - un'altra inchiesta che non approderà a nulla?

Sono in tutto nove, tra rappresentanti dell’Ilva e della ditta dell’appalto per cui lavorava, le persone che hanno ricevuto l’avviso di chiusura delle indagini preliminari per la morte di Giacomo Campo, il 25enne operaio della Steel Service vittima di un incidente sul lavoro il 17 settembre 2016 nell’area esterna dell’Afo4 dello stabilimento siderurgico di Taranto. Gli avvisi di garanzia, che sostengono le ipotesi di omicidio colposo e altri reati in materia di infortunistica, sono stati firmati dal sostituto procuratore Giovanna Cannarile. Gli indagati in tutto sono invece 12: per tre di loro è stata richiesta di archiviazione. L’operaio, come si ricorderà, rimase schiacciato nel nastro trasportatore dell’Altoforno 4 sul quale stava intervenendo, con altri colleghi, per un’operazione di manutenzione e pulizia. Sei gli indagati dipendenti dell’Ilva e tre della ditta dell’appalto.

La guerra dell'acciaio impazza - ArcelorMittal con l'acquisizione dell'Ilva vi partecipa e fa la guerra ai lavoratori e cittadini con esuberi e rinvio ambientalizzazione - solo la lotta operaia e popolare autonoma può cambiare le cose

Ilva, l’Antitrust Ue concluderà l’indagine su ArcerlorMittal a fine ottobre. Il risiko dell’acciaio europeo di Gianmario Leone
L’indagine dell’Antitrust europeo sulla cessione del gruppo Ilva in amministrazione straordinaria alla cordata AM Investco Italy dovrebbe concludersi entro il prossimo 26 ottobre. Lo si apprende dal sito ufficiale della Commissione europea, che venerdì ha pubblicato dei documenti sul dossier Ilva (numero 8444), la cui notifica è avvenuta il 21 settembre. All’inizio del mese, lo scorso 4 settembre, il commissario alla Concorrenza Margrethe Vestager aveva confermato all’agenzia di stampa internazionale Reuters che il caso di Ilva era complesso, ma che le indicazioni erano positive grazie alla buona cooperazione instaurata con le autorità italiane.(leggi qui le parole della Verstager http://www.corriereditaranto.it/2017/09/04/vendita-ilva-la-ue-vigila-commissario-vestager-presto-esprimerci/)
Come si ricorderà, l’Antitrust europeo vigila su ogni operazione di mercato in tema di acquisizione di aziende e società, per evitare che l’acquirente superi il 40% delle quote di

martedì 26 settembre 2017

Processo Ilva - oggi nuova udienza - COSA STANNO DICENDO I TESTI

Da oggi pubblicheremo parti delle udienze, in particolare su quello che stanno dicendo i testi dei PM - che confermano la permanente azione dei Riva di attacco alla salute e all'ambiente per il profitto.

Ora informiamo sulle dichiarazioni rese nella scorsa udienza da un Maresciallo del Noe

Attraverso video e foto il maresciallo ha descritto come durante vari sopralluoghi nel 2011, hanno accertato che nel reparto cokeria, nell’attimo in cui viene sfornato il coke dopo la distillazione, a mezzo di una macchina scaricatrice, vi era una dispersione dei fumi dovuta al fatto che non vengono captati all’uscita. Mancava la cappa di aspirazione che dovrebbe essere su ogni macchina scaricatrice.
Vi erano emissioni che si sollevano dal tetto della cokeria, nonostante le porte laterali dei forni fossero chiuse. Se le porte sono chiuse del forno - ha detto - l’altra parte da dove può uscire l’emissione è la parte di carico. Il coke poi viene raffreddato con dell’acqua all’interno di alcune torri di spegnimento dove viene portato il carrello. All’interno di queste torri esiste un sistema di filtrazione a persiane, che dovrebbe trattenere la parte più volatile che nel momento in cui il coke viene raffreddato si stacca dalla parte un po’ più grossolana del coke stesso. Questi fumi dovrebbero essere captati da questo sistema di filtrazione in queste torri, da queste persiane per evitare che possano andare all’esterno. Ma ciò non avviene. Non c’è nessun tipo di filtro. Non esiste cappa di mantenimento delle emissioni.
Ha aggiunto, inoltre, che vi era caduta di pulviscolo nei pressi di una torre di spegnimento, nonostante ci siano filtri a terra.
Le due porte laterali del forno devono essere chiuse per permettere la distillazione del coke, e vengono aperte esclusivamente nel momento in cui viene scaricato. Di lì, quindi, non dovrebbe uscire niente, tant’è vero che non è previsto neanche un sistema di captazione.
Nei forni delle cokerie, inoltre, la macchina scaricatrice, è priva del filtro per l’abbattimento dell’emissioni generatasi nella fase di scarico. Una cappa che sarebbe dovuta essere presente sulla macchina scaricatrice non era c'era.

Quindi, il maresciallo ha descritto quello che avviene in agglomerato, dove c'è lo scarico delle polveri e dei filtri MIP. Qui c'è un sacco che viene attaccato nel punto di scarico delle polveri e serve a contenerle per poi essere smaltite. Queste polveri contengono la diossina.
Nell'ispezione del 2011 è stato accertato un problema di dispersione delle polveri, che non venivano totalmente contenute all’interno del big bag che era sporco di polveri e quindi, si depositavano a terra, andando dove non dovrebbero, sul pavimento, sulla pavimentazione e vengono in qualche modo raccolte, in più punti per essere asportati.

A fronte di questa documentate situazioni, gli avvocati di Riva e delle società hanno cercato di scaricare dalle responsabilità Riva, dicendo che aveva fatto degli interventi nelle cokerie. 
Ma, a parte che questi interventi, se fatti, sono stati sempre tardivi e non risolutivi, ogni operaio dell'Ilva che opera in queste aree può denunciare come quelle emissioni, quelle polveri contenenti diossina sono continuate e sono presenti tuttora!

NEI PROSSIMI GIORNI DAREMO CONOSCENZA DEGLI ELEMENTI PIU' SIGNIFICATIVI CHE SONO EMERSI ANCHE DALLE PRECEDENTI TESTIMONIANZE.

PERCHE' QUESTO PROCESSO NON SIA DI AVVOCATI, O DI ADDETTI AI LAVORI, MA SIA PARTE DELLA LOTTA DI CLASSE TRA OPERAI-POPOLAZIONE E PADRONI/GOVERNO/STATO

28 settembre - anche a Taranto donne in piazza

(Comunicato di Nonunadimeno - Taranto)
Il 28 settembre le donne saranno in piazza per la giornata mondiale per l'aborto libero e sicuro [www.28september.org]. In Italia, seppur formalmente garantito dalla legge 194, è nei fatti progressivamente negato. L'obiezione di coscienza ha raggiunto la media nazionale del 70% di medici obiettori ed è una delle forme di violenza che viene agita ogni giorno contro le donne.

A Taranto: il ginecologo non obiettore di coscienza è uno solo, i consultori non riescono a funzionare come dovrebbero per via dei continui tagli di fondi che subiscono da parte del governo, si è dovuti ritornare ad una pratica antica (risale al 1198 la prima in Italia) quale la Ruota degli esposti, oggi chiamata "Culla per la vita" invece che divulgare la legge che permette di partorire in modo sicuro e anonimo, subiamo continue violenze sui nostri corpi per via dell'inquinamento che causa l'endometriosi, una malattia malformante e invalidante per la fertilità della donna e per il suo piacere sessuale..

Per questo e per molti altri motivi il 28 torneremo a chiedere che l’aborto sia ovunque depenalizzato, garantito e sicuro, un diritto per le donne di tutti i paesi.

Non solo, in Italia i fatti di cronaca delle ultime settimane e il modo indegno in cui gli stessi sono stati trattati, dai media come dalle istituzioni, hanno svelato chiaramente che quando parliamo di violenza di genere è in gioco il corpo delle donne come oggetto di conquista e terreno da espropriare. Questo è lo sguardo alla base della cultura patriarcale che porta al conseguente gesto della violenza maschile e alle sue molteplici giustificazioni.

Sui nostri corpi e della nostra vita decidiamo solo noi, donne, trans, queer... 
Torneremo a gridare che se questa è guerra contro le donne, noi risponderemo! ve la siete cercata!

CI VEDIAMO TUTTE, TUTTI E TUTTI GIOVEDì 28 SETTEMBRE ALLE ORE 17.30 ALL'ENTRATA DELL'OSPEDALE SS.ANNUNZIATA.

Nel corso dell'incontro ci sarà un'azione teatrale dal titolo "Il corpo è mio e non è mio" a cura dell'attrice e drammaturga Giulia Mento e dell'attore e scrittore Luigi Pignatelli.

lunedì 25 settembre 2017

Risvolti ancora irrisoluti sulla proroga alla Pasquinelli

Stamani gli operai della Kratos addetti alla raccolta differenziata presso l'impianto di differenziazione Pasquinelli si sono riuniti, come annunciato da comunicato sindacale, sotto Palazzo di citta', visto che il 30 di questo mese scade la proroga, ottenuta il mese scorso, con un incontro durato circa 8 ore in prefettura con gli organi competenti, cioe' Comune, Amiu e Regione....
Dopo circa un'ora il vice sindaco De Franchi avvisato della presenza degli operai è sceso nell'androne per interloquire, rassicure gli operai dicendo che avrebbe convocato un tavolo provvisorio tra Comune e Amiu domani 26 Settembre alle ore 17:30 con i sindacati per ragionare sul da farsi. Era ora, visto che a oggi gli operai brancolano nel malessere di tornare a casa tra 5 giorni!!!
Il vice sindaco oltre a parlare del tavolo ha detto agli operai che la produzione fatta in questo mese era scarsa. Gli operai, unanimiamente, hanno obiettato e chiesto un confronto con chi ha detto cio' .
La produzione per noi operai è addirittura triplicata con molti sacrifici, pagando e ricadendo sulla nostra salute e sicurezza, perchè ricordo a chi su quel nastro non ci ha messo mai piede che il famoso multimateriale è sempre compreso di siringhe di sangue, lame di tutti i tipi (metallo) acidi, prodotti cancerogeni, materiale edilizio sbriciolato, topi e la comparsa di quest'anno di blatte che in questo mese ci hanno camminato addosso...
Perchè gli organi competenti non apprezzano tutti i nostri sacrifici? Cosa vogliono da noi visto che stiamo portando dei ritmi di produzione estenuanti? Certo che ce lo domandiamo!!!
E poi ci chiediamo ormai stanchi e sfiniti psicologicamente, qual'è il nostro futuro visto che andiamo avanti a proroghe di 30 giorni con una raccolta differenziata di bassissimo livello che ancora una volta la si fa ricadere sugli operai e sull'utenza?
Detto ciò chiediamo agli organi competenti di responsabilizzarsi per una raccolta che va rivista per essere migliorata invece di scaricare colpe e trovare colpevoli e pensate che ogni giorno su quel nastro facciamo del nostro meglio, anche se poco apprezzato. Noi, quelle 23 famiglie che senza questo lavoro non abbiamo alternative, noi, che siamo stati formati con i soldi pubblici e abbiamo dato un seguito per far si che per una volta i soldi dei contribuenti fossero andati spesi bene...
Ovvio che domani ci aspettiamo soluzioni concrete per migliorare questo stato di cose.

Loperfido Raffaella, operaia della Pasquinelli
Slai Cobas psc

Giacomo Campo fu "ucciso" all'Ilva un anno fa, ma i responsabili non hanno ancora pagato. Per gli operai dell'Ilva ricordare Giacomo deve voler dire: separare nettamente la difesa dei loro interessi, diritti da quelli aziendali

Un anno fa, il 17 settembre moriva Giacomo Campo un altro giovane operaio, una delle tante morti annunciate, la cui responsabilità cade tutta sui commissari Ilva, sui capi, sulla mancanza di sicurezza con cui Giacomo lavorava.
Oscene sono state in quella occasione le dichiarazioni sia dei commissari (Laghi: "Il giovane operaio era troppo vicino al nastro trasportatore di fronte al tamburo di rinvio” - come dire:è stata colpa sua se è morto); come del Procuratore Capristo (che invece di accertare subito le palesi violazioni alla sicurezza in cui aveva operato Giacomo, fa dichiarazioni equivoche: «Sono piuttosto preoccupato di quanto sta avvenendo, attraverso iniziative che definirei scomposte. Ho l’impressione, ma è solo un’impressione, che qualcuno stia remando contro»....", ipotizzando addirittura un sabotaggio ai danni dell'operazionein corso Ilva/Governo); come la criminale azione dei capi di far fare a Giacomo operazioni a rischio, e dopo la morte di Giacomo, imporre con minacce agli altri operai che in fretta e furia la zona venisse ripulita e messa a posto (dalle denunce di operai: "Qualcuno ha deciso di avviare la pulizia prima che la gru bloccasse il contrappeso, allentandone la tensione del nastro, fermandone qualsiasi movimento. Immagino che sia accaduto per liberare subito il nastro, per avviare la manutenzione, la sostituzione del pezzo da riparare, per ripristinare il prima possibile la messa in marcia e la produzione.... Giacomo non avrebbe dovuto essere lì dov'era, perchè era oltre i passamani, cioè le barriere di sicurezza: quindi li ha dovuti scavalcare. Perchè? E chi gli ha detto di fare le pulizie proprio lì?").

Ma mentre ancora nessuna giustizia è stata fatta per Giacomo, un giornaletto 'Extra'  coglie l'anniversario per fare "Alcune riflessioni sul futuro e sulla centralità del lavoro nella vita umana" - Quando perlomeno dovrebbe essere il contrario: "la centralità della vita umana nel lavoro".
Dell'articolo, però, ci interessa in particolare questo pezzo: "...Era il 17 settembre 2016 quando Giacomo rinunciò a una passeggiata per vetrine di negozi, mettendosi subito a disposizione della sua azienda a coprire un turno di lavoro che, ordinariamente, non era il suo. Ci teneva molto al suo lavoro, per cui osservare scrupolosamente e con senso del dovere tutte le direttive dell’organizzazione aziendale della quale era dipendente era la sua priorità. L’obiettivo quello di una trasformazione del contratto da tempo determinato a tempo indeterminato, per poter - finalmente - cominciare a progettare una vita serena, indipendente, fatta di tanta felicità...".

In parte questo è purtroppo vero. Giacomo non doveva stare lì! Giacomo aveva da poche ore finito il suo turno ma lo stesso si mise a disposizione e andò a lavorare; Giacomo non doveva "seguire le direttive dell'organizzazione aziendale" che portarono alla sua morte; Giacomo doveva dire NO al ricatto del contratto.
L'interesse dell'azienda non coincide affatto con l'interesse degli operai, anzi è contro gli interessi, la salvaguardia delle condizioni di lavoro a la stessa difesa della vita degli operai.
Per questo, per gli operai, l'interesse alla difesa del lavoro e della sicurezza non può coincidere con quello dell'azienda! 

IL MISEREVOLE APPELLO DELLA CAMUSSO... RESPINTO AL MITTENTE

La Camusso ha fatto uscire un appello alle donne (ne riportiamo una sintesi in calce) perchè scendano in piazza il 30 settembre. La Camusso e la Cgil cercano di prendere nelle loro mani la mobilitazione delle donne contro femminicidi e stupri per tentare miseramente di metterci un cappello e deviare la lotta. 
Ma:
Primo, la Camusso evidentemente non si accorge proprio delle donne, non vede che le donne già si stanno mobilitando! dalla giusta protesta  del 16 settembre a Firenze contro gli stupri dei due carabinieri e contro il sindaco e le sue squallide dichiarazioni, alla manifestazione di centinaia di donne a Roma di ieri pomeriggio sotto il Messaggero, alle mobilitazioni di protesta che si preparano in varie città per il 28, ecc. 

Secondo, la Camusso lancia questa mobilitazione nazionale perchè? Perchè le donne chiedano "agli uomini, alla politica, ai media, alla magistratura, alle forze dell’ordine e al mondo della scuola un cambio di rotta...". Cioè le donne dovrebbero chiedere a questo stesso Stato, ai suoi apparati, ai suoi uomini responsabili direttamente o indirettamente di questa guerra di bassa intensità contro le donne di cambiare "nei comportamenti, nel linguaggio, nella cultura"; cioè di darsi una "regolata", di "parole", mentre vanno avanti i fatti, questi sì, i fatti della violenza sistemica a 360° gradi di aperto attacco alle condizioni di vita, ai bisogni delle donne?!

Le donne a Firenze hanno gridato: "Fiducia in questo Stato non ne abbiamo!" 
Noi l'abbiamo ripetuto pochi giorni fa: "Lo Stato borghese, la sua stampa, i suoi organi di

sabato 23 settembre 2017

Alla notizia della fusione Thissenkrupp-Tata nella guerra dell'acciaio in corso, e che vede dall'altra parte l'Arcelor Mittal che acquista l'Ilva, scende in campo la classe operaia in Germania

Mentre in Italia l'alleanza infame padroni-governo-sindacati confederali blocca l'iniziativa operaia che non può esserci senza che nasca ora l'organizzazzione autonoma della classe operaia a partire dall'ILVA di Taranto,
Redazione di Operai Contro, gli operai della  Thyssen scenderanno in piazza a Bochum venerdì, per la difesa dei posti di lavoro. La Thyssen fa un JV con la TATA steel molti […]

gli operai della Thyssen scenderanno in piazza a Bochum venerdì, per la difesa dei posti di lavoro. La Thyssen fa un JV con la TATA steel molti operai potrebbero essere licenziati.

venerdì 22 settembre 2017

La ArcelorMittal ancora non è entrata e già pensa di "esternalizzare"?

A parte i 4200 esuberi già dichiarati dal piano di ArcelorMittal, altre migliaia di lavoratori si aggiungerebbero con questa esternalizzazione. Si tratterebbe di una situazione peggiore che ai tempi di Riva.
Ecco, forse, di cosa si parlerà il 9 ottobre a Roma, altro che difesa del lavoro, bonifiche, salute...
Gli operai non possono stare ad aspettare.

Il volantino diffuso nei giorni scorsi all'Ilva
(Da Buonasera Taranto)
"L'indiscrezione da Genova: AmInvestco affiderà a terzi numerose attività.
Se confermata, questa svolta sarebbe un primo enorme segno di discontinuità rispetto alla gestione Riva. Una svolta che però potrebbe mettere in allarme migliaia di lavoratori e che, almeno a Taranto, è passata decisamente sotto silenzio.
AmInvestCo vorrebbe esternalizzare tutte le attività di stabilimento non strettamente connesse con il processo produttivo. Il nodo dovrebbe arrivare al pettine il 9 ottobre, giorno in cui al Ministero per lo Sviluppo Economico ci sarà l’atteso confronto tra azienda e sindacati sul piano industriale.
L’indiscrezione, per il momento, arriva da Genova. Secondo quanto pubblicato dal Secolo XIX nell’edizione del 20 settembre, la nuova proprietà dell’Ilva intenderebbe affidare a terzi attività che oggi sono svolte

Rientrano al Tubificio Ilva 45 lavoratori, nell'arco e per appena 3 mesi... a fronte di migliaia in cassintegrazione - ma la Cisl è contenta... Visto che i sindacati confederali hanno accettato gli esuberie chiedono solo qualche sforbiciata ai numeri

(Dal Sole 24 Ore) "Dopo essere stato fermo per un anno per mancanza di ordini di lavoro riprende l'attività uno dei tubifici dell'Ilva di Taranto. Si tratta dell'Erw che tornerà in produzione a novembre. L'azienda si è infatti aggiudicata nuove commesse oil&gas per un totale di circa 1.500 tonnellate di tubi. Complessivamente aranno impiegate 45 persone tra attività di manutenzione, rimessa in esercizio e produzione. Circa i tempi, l'Ilva prevede che sarà necessario un mese e mezzo per il riavvio e altrettanto per la produzione...
Valerio D'Alò segretario Fim Cisl Taranto, valuta come "segnale importante" il riavvio dei tubifici. I motivi sono due. In primo luogo, seppur con una commessa non di lungo periodo, ricompare il lavoro in un'area del siderurgico che più delle altre sta soffrendo la crici in termini di ricorso agli ammortizzatori sociali, un'area per la quale i sindacati hanno posto ad Am Investco Italy la necessità di investimenti ritenendo non adeguati quelli prefigurati nel piano industriale..."

giovedì 21 settembre 2017

GIOVEDI' ROSSI - "PASSARE ALL'AZIONE PER IL POTERE AI SOVIET" - 2° PARTE

Riprendiamo la storia della Rivoluzione d'Ottobre, proseguendo negli avvenimenti che la precedettero. Dalla “Storia della Rivoluzione russa”, scritta sotto la direzione di Stalin. 
Congresso dei Soviet

- 2° parte -
(da) La preparazione dell'ottobre

Il 18 giugno scesero in piazza quasi 500 mila persone tra operai e soldati. Da tutti i punti della città affluivano verso il centro colonne enormi di manifestanti che portavano bandiere rosse e cartelli con scritte rivoluzionarie, e la stragrande maggioranza dei manifestanti scandiva le parole d'ordine dei bolscevichi.
In tutto il Paese si era sviluppato un vasto movimento di scioperi. Le armate del
proletariato, forti di milioni di uomini. Si levavano per la lotta contro la borghesia.
Che cosa dimostrava l'eccezionale ampiezza di questi scioperi?
Prima di tutto che all'interno del proletariato esistevano vari strati, ognuno dci quali aveva un diverso livello di coscienza. In testa marciavano i metallurgici, che costituivano l'ossatura d'acciaio della classe operaia. La lotta nel loro settore. era condotta dalle fabbriche, dalle più grandi imprese dei capoluoghi. dove svolgevano la loro opera i quadri dirigenti del partito. Nei capoluoghi l'avanguardia proletaria trascinava dietro di sé le masse più avanzate degli operai, dava l'impulso alla provincia e stimolava gli strati più arretrati.
Il movimento operaio aveva assunto ormai il carattere e le forme di un'aperta lotta

Mattarella - una visita inutile - 'dorma pure nel suo letto ' una denuncia dei 'genitori tarantini' che condividiamo

“Cerchiamo un luogo ridente ove occhi sensibili alla bellezza si riconfortino dopo la sozzura interminabile dei luoghi orribili; in cammino per Taranto!” Seneca, De Tranquillitate Animi, II, 13. Taranto, 19 settembre 2017.
Il folle circo dell’ipocrisia è ormai lontano da Taranto, il presidente è tornato a Roma per dormire tranquillamente nel letto del suo palazzo e la Rai ha spento nuovamente i riflettori su Taranto, tirando, immaginiamo, un gran sospiro di sollievo.
E’ davvero duro accettare che il Capo della Repubblica democratica italiana arrivi a Taranto non con la tranquillità di camminare sul suolo che lui stesso rappresenta, ma scortato e protetto come il presidente di uno Stato estero. Mai visto un numero così incredibile di poliziotti, carabinieri, finanzieri, vigili urbani, agenti della Digos e dei Servizi segreti tutti insieme (compresi quelli armati che osservavano dai lastrici solari dei palazzi intorno alla scuola Falcone e quelli in borghese che passeggiavano tra i cittadini costretti dietro le transenne, registrando volti e comportamenti nel proprio cervello).

Cementir Italia acquisita dalla Italcementi: quale futuro per il sito di Taranto?

Lo Slai cobas Cementir dice: ora basta cassintegrazione.
Italcementi deve rilanciare il sito di Taranto richiamando tutti i lavoratori al lavoro.
Chiediamo subito un incontro al governo e alla regione perchè convochino  Italcementi e dichiari le sue intenzioni circa il sito di Taranto.
Il piano regionale di corsi di formazione serve davvero?
Chiediamo il rinnovo delle RSU, dato che sono scadute in questo mese, vogliamo che i lavoratori uniti e realmente rappresentati pesino di più.

RSA slai cobas per il sindacato di classe cementir
info 347-1102638
Cementir Italia acquisita dalla Italcementi: quale futuro per il sito di Taranto? 
di Gianmario Leone -
19 settembre 2017

Notizia importante proveniente dal mondo del cemento italiano. La Italcementi ha infatti acquisito la Cementir Italia. La conferma arriva da entrambe le società. “In data odierna Cementir Holding S.p.A. ha sottoscritto un accordo con Italcementi S.p.A., società interamente controllata da HeidelbergCement AG, per la cessione del 100% del capitale sociale di Cementir Italia S.p.A., incluse le società interamente controllate Cementir Sacci
S.p.A. e Betontir S.p.A. (gruppo Cementir Italia)” si legge nella nota ufficiale della famiglia Caltagirone. In questo passaggio di asset sono compresi tutte le attività di Cementir Italia,