venerdì 29 dicembre 2017

Buon anno! Gli appuntamenti del nuovo anno dello Slai cobas per il sindacato di classe

Appuntamenti che apriranno il nuovo anno.
Il nuovo anno è centrato avanti tutto nella battaglia apertasi all’Ilva e nella città. Su questo abbiamo una linea chiara e articolata rappresentata dai testi apparsi su tarantocontro e alcuni ampiamente distribuito tra gli operai Ilva e in città, altri arrivati innanzitutto agli operai per via e mail.
Invitiamo ulteriormente i nostri lavoratori di tutti i settori a leggere con attenzione, a fare propria la linea dello Slai cobas sc, perché noi dal 9 saremo comunque alla fabbrica, in piazza, sotto il Comune e ovunque è necessario per dare la giusta indicazione, unire le forze disponibili e rappresentare gli interessi di classe, sociali degli operai e delle masse popolari.
Pensiamo di realizzare già in gennaio un’iniziativa centrale, anche se sappiamo che la lotta durerà diversi mesi e noi dobbiamo essere visibili, accumulare le forze e riuscire a far emergere alcuni operai sulle nostre posizioni.

Altre lotte importanti partiranno subito nelle forme adatte allo stadio attuale.
Il 9 sera si riunisce il cobas della Pasquinelli, il 120 ci sarà un’assemblea dei lavoratori del cimitero e dei lavoratori dell’Amat, l’11 tutte le altre realtà, in particolare asili e appalti comunali.
Lo Slai cobas sc riprenderà nelle proprie mani la lotta dei migranti a partire dalla difesa di Haidara e dei migranti inquisiti per un blocco stradale.

Nel corso del mese è previsto una riunione delle lavoratrici dello Slai cobas sc partecipanti al lavoro del Mfpr locale e nazionale, all’OdG la campagna lunga per il nuovo sciopero delle proletarie e dell’8 marzo più in generale.

Annunciamo a tutti i lavoratori che presso la sede slai cobas sc sarà attivato un punto libreria volto alla crescita politica e culturale dei lavoratori, ma aperto anche a studenti, intellettuali della città.
E’ previsto, inoltre, nel trimestre una nuova “Lezione” di Formazione Operaia del Prof. Di Marco.

A tutti i lavoratori, nel corso degli appuntamenti, sarà consegnata la nuova tessera Stai cobas sc 2018.

Il circolo proletari comunisti di Taranto

Si è tenuta la riunione del circolo di proletari comunisti di Taranto che ha avuto lo scopo di preparare i compagni del circolo al seminario nazionale degli inizi di gennaio, seminario importante perchè da esso verranno, socializzando le esperienze dei circoli, tutti gli elementi per un deciso salto in avanti anche a Taranto della costruzione del circolo sul piano politico, organizzativo e di influenza, e soprattutto verranno indicazioni importanti per la formazione, per la campagna elettorale che saranno i due impegni fondamentali del circolo nei primi tre mesi del prossimo anno.

Nella riunione è stata ricordata la compagna di Taranto, Laura, morta recentemente, valorizzandone la vita di lotta e nella lotta che le hanno meritato tanti apprezzamenti a livello nazionale.
I compagni partecipano con due rappresentanti alla commemorazione collettiva a Città vecchia del 30.

Il circolo poi ha affrontato sommariamente la presenza dei compagni di proletari comunisti tra i lavoratori del cobas ex Pasquinelli e nella sua lotta, richiamandoli a un’autocritica e a un nuovo impegno per il rilancio della lotta, superando i problemi dell’attuale fase.

ILVA - fake news di Calenda. il ministro ricattatore al servizio di Arcelor Mittal

Emiliano aveva già detto da giorni che ritirava la sospensiva e non il ricorso, e 'lo spegnimento degli altiforni all'Ilva il 9 gennaio' era una bufala da sempre... usata come arma di ricatto da governo e sindacati confederali verso i lavoratori e i cittadini, al servizio del piano industriale (esuberi) e del piano ambientale (ambientalizzazione al 2023) di Arcelor Mittal

Ilva, Calenda annuncia passo indietro
di Emiliano: “Ritirata sospensiva al Tar
Scongiurato il rischio di chiusura”

giovedì 28 dicembre 2017

il sindaco Melucci non può pensare di resistere al ricatto Calenda/Mittal/sindacati confederali da solo - La proposta dello Slai cobas per il sindacato di classe Taranto inviata come lettera aperta è l'unica possibile in questa battaglia

Ilva, Melucci apprezza l’idea di Calenda:“Ok all’Accordo di Programma, ma basta parlare del ricorso”

Secondo quanto riportato dall’edizione odierna di Repubblica Bari, il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci (Pd), apprezza e rilancia l’idea del protocollo aggiuntivo al Dpcm o, in alternativa (preferita), sull’accordo di programma, come strada per superare il conflitto sorto sul decreto del presidente del Consiglio sul nuovo piano ambientale. Decreto impugnato al Tar di Lecce sia dal Comune di Taranto sia dalla Regione Puglia. “Con un protocollo d’intesa, il Governo ha imboccato la strada giusta ma non chieda più il ritiro del ricorso prima di aver predisposto garanzie formali” dichiara al quotidiano il sindaco Melucci all’inizio della breve ripresa lavorativa tra Natale e Capodanno. Per il sindaco, secondo quanto riportato dall’edizione barese de ‘la Repubblica’, “la recente offerta del ministro di un protocollo di intesa all’interno del quale trovare una soluzione concreta e definitiva per tutti i punti all’ordine del giorno del Tavolo istituzionale per l’Ilva di Taranto, non solo supera la nostra perplessità circa i soli annunci ricevuti sinora, ma potrebbe consegnarci quel minimo carico di garanzie che rivendichiamo per i nostri cittadini“.“Contribuirebbe inoltre – aggiunge ancora il sindaco Melucci sulle colonne del quotidiano – a rasserenare il clima e, già prima della fine dell’anno, a costituire la base per un nuovo incontro a Roma per sciogliere gli ultimi nodi del nostro ricorso al Tar. Meglio ancora se il protocollo fosse nella forma dell’accordo di programma, alla stregua di quanto realizzato a Genova in passato“. “Se si fanno le cose per bene , come si farebbero in qualunque luogo d’Europa – conclude il sindaco – si chiude in breve volgere di tempo una positiva trattativa. Speriamo che a quest’ennesima, responsabile apertura da parte del Comune di Taranto, nessun altro esponente del governo voglia ritornare con la richiesta del ricorso sic et simpliciter perché è una questione intollerabile per l’intera comunità locale
 
Dalla Lettera aperta al Sindaco Melucci.

Noi lavoratori e lavoratrici dello Slai cobas per il sindacato di classe Taranto, noi parti civili, operai Ilva e appalto, lavoratori cimitero ed ex Pasquinelli, cittadini dei quartieri Tamburi,  Paolo VI riteniamo sbagliato non aver mantenuto il Tavolo convocato sulla questione Ilva  a Taranto per sabato 23, perchè esso era la sede giusta e necessaria nella nostra città affinchè

Calenda e Cgil - culo e camicia - preparano una nuova trappola per far passare in altra forma il piano Mittal di esuberi e ambientalizzazione allungata

Ilva, Calenda nuova idea: “Un accordo di programma”. L’ipotesi piace alla CGIL

Il ministro dello Sviluppo Economico ritorna sulla vicenda Ilva, auspicandosi che cessi lo scontro istituzionale: “Il sindaco mi ha chiesto garanzie per ritirare il ricorso. Gli ho proposto di firmare con istituzioni, investitore, parti sociali un accordo di programma”. Peluso (Cgil): “Se l’ipotesi dovesse concretizzarsi finalmente torneremmo al tavolo con un nuovo assetto che non farebbe di Arcelor Mittal il punto di riferimento

«Spero davvero che prevalga quella responsabilità invocata da tutti i sindacati, oltre che da Gentiloni». Sono le parole del ministro per lo Sviluppo economico Carlo Calenda al ‘Corriere della Sera‘, sulla vicenda Ilva. Intanto, ricorda, ArcelorMittal «ha chiesto garanzie sugli investimenti allo Stato per tutelarsi nel caso in cui i ricorsi al Tar invalidino tutto, magari fra due anni. È inaudito: 5,3 miliardi di euro per un investimento industriale nel Sud – continua Calenda – non si vedevano da 40 anni. Ma la cosa incredibile è che nel merito del piano ambientale non ci sono osservazioni rilevanti».

Questo lo dice Calenda - se andiamo ad analizzare - vedi altro articolo su questo blog - le cose non stanno affatto così nè nel merito, nè nel metodo

Un “protocollo di intesa o un accordo di programma così come chiede il Sindaco di Taranto. Va bene. Ma è importante serrare i tempi e capovolgere lo schema operativo e il metodo che ha contraddistinto la trattativa in questi ultimi mesi dove la controparte non sembrava l’impresa ma gli enti istituzionali”. Così il segretario generale della CGIL di Taranto, Paolo Peluso,

Peluso dice sciocchezze utili solo a far ritirare il ricorso; sa bene che il padrone diventa Mittal e non saranno le buone intenzioni e carte raffazzonate che impediranno che il suo piano vada avanti - anche con l'ampia collaborazione dei peliuso di turno

 “Mittal non può essere garante – spiega – ne va delle condizioni di salute dei tarantini, della tutela dell’ambiente, ma anche del naturale alveo di confronto in cui la trattativa sul piano industriale, sugli organici e sui livelli contrattuali si dovrà svolgere, e in cui ci attendiamo come sindacato di avere sia il Governo che gli enti locali dalla nostra parte”. Secondo Peluso dunque il metodo non resta variabile ininfluente: “Dobbiamo evitare che Mittal vinca a prescindere – spiega – sia che la contrattazione vada in porto, sia che non porti a un nulla di fatto e consegnando così al mercato dell’acciaio una ILVA depotenziata e in grado di non nuocere al domino delle quote di mercato internazionale.

Dalla grande vicenda Ilva un dato indiscutibile: pensare che la situazione possa cambiare facendo a meno degli operai è una sciocchezza

(Da un documento del circolo proletari comunisti - Taranto)
Siamo a uno snodo importante della vicenda Ilva, da cui dipende il futuro non solo della fabbrica ma della città. Il governo ha assegnato l'Ilva a una grande multinazionale di proprietà principalmente indiana, il più grande siderurgico del mondo. Questo conferma che l’Ilva di Taranto è una fabbrica di straordinaria importanza anche internazionale. Di questo a Taranto non ce ne rendiamo conto, o ce ne rendiamo conto solo per i danni ambientali. L’Ilva è un patrimonio della storia industriale di questo paese. Dopo il gruppo Fiat è il complesso industriale più importante del paese ed è oggi la fabbrica col maggior numero di operai in Italia. Pensare che l’Italia si possa cambiare facendo a meno degli operai è una sciocchezza e fa un danno alla città, prima di tutto. Chi lo dice vuole che Taranto diventi un cimitero industriale, con un futuro di decenni e decenni di inquinamento che nessuno bonificherà, come Bagnoli insegna.

Non è affatto vero che chiudendo l’Ilva a Taranto verrà lo sviluppo. Non è mai accaduto. Dove c’è stata deindustrializzazione, si è sviluppata è la criminalità - Bagnoli è diventata terra di camorra, più inquinata di prima, e anche Taranto diventerebbe territorio sotto il controllo di malavitosi, speculatori, palazzinari. Dove c'è stata la cosiddetta “economia alternativa” è stata “alternativa” solo a favore della media borghesia, mentre gli operai e le

Costa d'Avorio crocevia dell'azione soft dell'imperialismo contro i migranti - dal blog proletari comunisti

I migranti provenienti dalla Costa d'Avorio sono fatti segno nel nostro paese di una guerra sotterranea consistente nel negare loro il diritto d'asilo, sostenendo che la Costa D'Avorio non è un paese dove c'è la guerra. Ora, però, si è creata una situazione nuova.
Un reportage della Cnn ha messo in luce il mercato degli schiavi in Libia e i mass media si sono riempiti di reportage, denunce, di come in Libia sono trattati i migranti.
Si è riunito subito dopo un Vertice Europa/Africa di 80 capi di Stato in Costa d'Avorio con la presenza dell'Onu e spinto dal nuovo attivismo di Macron. E qui la decisione è stata di dare vita ad una task force che impegni alcuni paesi africani, e in prima linea la Costa d'Avorio, “per andare a cercare i clandestini su suolo libico che vogliano venire rimpatriati nel paese d'origine”. Vale a dire, questi governi, come quello della Costa D'Avorio, prima hanno creato nel loro paese condizioni di vita tali che hanno portato alla fuga e ora vengono

martedì 26 dicembre 2017

Denunciati i migranti che protestarono per le condizioni in cui erano abbandonati nel campo di S. Maria Galeso - Per Questura e Procura chi protesta va punito!

Riceviamo solo ora la notizia che il 20 dicembre a 9 migranti protagonisti della protesta contro le condizioni indecenti in cui erano abbandonati nel campo di S. Maria Galeso è stata notificata la chiusura delle indagini a loro carico per i reati di minaccia minaccia e violenza privata.
Quella protesta contro le condizioni di vita squallide e inaccettabile in cui i migranti erano costretti nell'ex monastero di S. Maria Galeso fu legittima e sacrosanta, tanto che dopo pochi giorni la stessa Questura e la Prefettura intervennero chiudendo quel campo e revocado la concessione alla "Indaco", che lo gestiva, per le gravissime violazioni delle norme di igiene e in generale di assistenza dei richiedenti asilo.
Ciononostante oggi vogliono processare chi si è ribellato.
Ci stiamo attivando immediatamente per dare ai migranti l'assistenza legale necessaria e organizzare la solidarietà di tutti gli antirazzisti.

Migranti Autorganizzati Slaicobas

E' chi fa soldi sulla pelle dei migranti che delinque, non chi si ribella!

Per documentazione:
 http://www.ilcorrieredelgiorno.it/progetto-in-comune-la-vita-dei-fratelli-micelli-a-spese-del-contribuente-truffe-comprese/

http://tarantocontro.blogspot.it/2017/06/solidarieta-con-i-migranti-del-centro.html

http://tarantocontro.blogspot.it/2017/06/migranti-dopo-la-legittima-protesta.html

http://tarantocontro.blogspot.it/2017/06/in-quali-mani-devono-stare-i-migranti.html

sabato 23 dicembre 2017

Mittal vuole modificare il contratto d'acquisto per mettersi al sicuro... Ma il problema è diverso. Sono gli operai dell'Ilva e la situazione ambientale di Taranto che vanno messi in sicurezza se vogliono che l'Ilva produca


Ilva, ArcelorMittal scrive ai commissari: modificare contratto d’acquisto. Il MiSE conferma e valuta
ArcelorMittal è preoccupata da come si sta “delineando il quadro giuridico italiano sull’Ilva” e chiede, in una lettera inviata il 21 dicembre ai Commissari straordinari, una modifica al contratto di affitto con l’obbligo di acquisto sottoscritto il 28 giugno scorso per potersi tutelare nel caso dal Tar di Lecce arrivasse lo stop al Dpcm del governo. Lo roportano l’agenzia di stampa Reuters, l’ANSA ed Adkronos. In particolare, si apprende da fonti vicine al dossier, Arcelor chiede “l’introduzione nel contratto di ulteriori condizioni sospensive o di nuove condizioni risolutive“. I Commissari hanno girato la richieste al MiSE che sta valutando il da farsi. Quali siano queste “ulteriori condizioni sospensive o risolutive” a garanzia degli investimenti nella lettera non si dice. Nella missiva che Am Investco, cordata guidata da Arcelor Mittal, ha inviato ai Commissari straordinari di Ilva, infatti, si chiede genericamente “a seguito del ricorso contro il Dpcm al Tar di Lecce, un confronto per valutare modifiche e integrazioni al contratto” firmato nei mesi scorsi.
Fonti del ministero dello Sviluppo Economico hanno confermato di aver ricevuto la lettera di ArcelorMittal ai commissari straordinari di Ilva. D’altronde si ricorda che nel corso della riunione del tavolo istituzionale dedicato a Taranto mercoledì scorso, era già stata anticipata la possibilità che l’investitore potesse assumete una simile iniziativa per scongiurare i rischi derivanti dal ricorso al Tar. Il MiSE, fanno sapere sempre le fonti in questione, si terrà in contatto con i commissari per valutare il da farsi.

Si parla di Ilva a Palermo

Il Convegno su ILVA Taranto del 6 dicembre arriva ai lavoratori e precari di Palermo.

Nel corso dell' assemblea di fine anno dei lavoratori e precari organizzati con lo Slai Cobas per il s..c di Palermo,   l'intervento dell'Avv Catastimeni Vincenzo del Foro di Palermo,  che segue anche lo Slai in alcune lotte, che ha partecipato al Convegno sulla vicenda ILVA che si è tenuto a Taranto il 6 dicembre scorso promosso dallo Slai Cobas sc.


Introduzione del  Coordinatore Provinciale Slai 

Gentiloni mette tutto il suo peso nel ricatto verso le istituzioni locali per l'ILVA-Taranto... Mentre Mittal compra pagine di giornali per mandare la letterina in versione babbo natale illustrando una fabbrica dei sogni che farà

Ilva, appello di Gentiloni a Emiliano e al sindaco di Taranto: “Ritirate il ricorso”.


Ilva, appello di Gentiloni a Emiliano e al sindaco di Taranto: “Ritirate il ricorso”. Governatore non arretra: “Tuteliamo salute”
Per risolvere la questione Ilva arriva l’appello anche del presidente del Consiglio. Paolo Gentiloni ha chiesto al governatore della Regione Puglia, Michele Emiliano, e al sindaco di Taranto Rinaldo Melucci “di ritirare il ricorso al Tar” sul piano ambientale dello stabilimento jonico. Altrimenti, sarebbero “a rischio gli interventi per la bonifica ambientale e il lavoro che Taranto aspetta da anni”. Ma il governatore non arretra: “A disposizione del presidente del Consiglio, ove voglia incontrarlo, per illustrargli le ragioni del ricorso e il punto di vista della Regione Puglia sul piano industriale e sul piano ambientale dell’Ilva di Taranto”.
Il ricorso, spiega, “ha il fine esclusivo di tutelare la salute dei cittadini e dei lavoratori da uno stabilimento per il quale è attualmente è in corso un processo penale per disastro ambientale e avvelenamento di sostanze alimentari davanti alla Corte d’Assise di Taranto e per il quale occorre impedire che le condotte di reato siano reiterate”. Interlocutaria anche la posizione di Melucci, che ringrazia Gentiloni e sottolinea che “il dialogo da parte del Comune di Taranto, con tutte le altre istituzioni e persino con gli investitori, non si è mai arrestato, anche nelle ore più difficili o nei momenti in cui abbiamo subito le peggiori pressioni mediatiche
Tutto ruota attorno al ricorso al Tar presentato da Emiliano e dal sindaco di Taranto contro il decreto, firmato proprio da Gentiloni lo scorso 29 settembre, che stabilisce i nuovi termini per completare l’ambientalizzazione dell’impianto. Interventi che avrebbero dovuto essere ultimati nel 2015 e ora vengono rinviati anche al 2023 “a spese della salute dei cittadini”, insiste il governatore

Ilva, Arcelor Mittal scrive lettera di Natale ai lavoratori:
«E' il miglior piano possibile»

"Il piano industriale presentato al Governo, alle Amministrazioni locali e alle organizzazioni sindacali è quanto di meglio si poteva immaginare per la salvaguardia e lo sviluppo negli anni futuri del gruppo Ilva. Esso prevede investimenti per 1,25 miliardi di euro e la conferma di tutti i siti produttivi. Il piano ambientale, con particolare ma non esclusivo riferimento al sito di Taranto, prevede analogamente investimenti per 1,15 miliardi e l'attivazione sicura e immediata di tutti i provvedimenti e gli interventi previsti dalla legge con le più moderne tecnologie a protezione dell’ambiente». Am Investco Italy (controllata dalla multinazionale ArcelorMittal), la cordata che si è aggiudicata la gara per gli asset dell’Ilva in amministrazione straordinaria, si rivolge direttamente ai lavoratori del gruppo siderurgico ed alle loro famiglie con una lettera pubblicata, come avviso a pagamento, su alcuni quotidiani pugliesi.
«Am Investco Italy ha interesse a completare l’attuazione del piano ambientale il prima possibile, anche in anticipo - è spiegato - rispetto alle prescrizioni di legge, per poter gestire in piena efficienza gli impianti. Gli interventi di risanamento ambientale partiranno dal giorno stesso nel quale Am Investco Italy potrà iniziare a gestire il gruppo Ilva, con l'eccezione della copertura dei parchi minerari a Taranto e di altri interventi prioritari secondo la nuova autorizzazione ambientale, la cui attuazione sarà anticipata sin da subito dalla gestione commissariale e che sarà rimborsata da Am Investco Italy». La società «si impegna ad operare in modo da garantire la piena sostenibilità ambientale, sociale ed economica e con essa il benessere dei lavoratori diretti ed indiretti dell’Ilva, delle loro famiglie e delle comunità nelle quali opera». La lettera si conclude con «l'augurio sincero di affrontare le prossime feste con serenità, speranza e la volontà che il nuovo anno sia l’anno di svolta per la comunità Ilva».

La trattativa farsa a Roma Mittal/governo/sindacati riprende sotto ricatto e i sindacati confederali pronti agli esuberi e all'accettazione dei diktat Calenda

Ilva, la trattativa tra Governo, ArcelorMittal e sindacati prosegue. Altri 5 incontri a gennaio


Nell’incontro tenutosi oggi al Mise sull’Ilva, alla presenza della viceministra Teresa Bellanova, dei commissari straordinari e dei sindacati, si è stabilito un nuovo calendario di incontri: la trattativa quindi continua, a prescindere da quello che eventualmente accadrà con la decisione del Tar di Lecce sul ricorso della Regione Puglia e del comune di Taranto, che dovrebbe arrivare il 9 gennaio. Il prossimo 10 gennaio è stato infatti confermato l’appuntamento che era già previsto al MiSE, il 15-16 gennaio ci sarà una visita della delegazione sindacale allo stabilimento Arcelor Mittal di Gent in Belgio e il 17 gennaio un tavolo specifico sull’Ilva di Genova. Incontri tecnici di sito presso il MiSE sono previsti il 23-24 gennaio per l’Ilva di Taranto e il 30 per Genova e Novi Ligure

La trattativa sull’Ilva “continua perché questo è il tavolo principale, quello che vede la presenza del governo con le organizzazioni sindacali, i rappresentanti dell’azienda e l’amministrazione straordinaria“, ha detto la viceministro Teresa Bellanova, al termine dell’incontro odierno al Mise aggiungendo di avere il dovere “di avere un confronto di merito sul piano industriale e ambientale, sulle condizioni di lavoro e sul numero dei lavoratori che transiteranno nella nuova società“. Per il futuro dell’Ilva “vogliamo provare nella fine di gennaio e inizio di febbraio a dare una stretta finale ad una trattativa 

la Fiom in prima linea nel sostegno al governo e nulla dice sugli esuberi
Sul futuro dell’Ilva “per noi è necessario continuare il negoziato, perché ci sono ancora molti punti da chiarire e non vogliamo correre il rischio di una sospensione che alla fine non ci darebbe tempo di fare un accordo“. Cosi Rosario Rappa, segretario nazionale Fiom Cgil al termine dell’incontro al Mise e aggiungendo di aver ritenuto positivo l’atteggiamento della viceministra Bellanova che subito dopo la rottura del tavolo dello scorso 20 dicembre “ha mantenuto una posizione di equilibrio rispetto un impazzimento istituzionale“.
 per la Fiom l’unico tavolo per discutere sull’Ilva è il tavolo del ministero. “Chi pensa che ci possano essere tavoli auto convocati al di fuori del ministero non sa di cosa parla. Perché il soggetto che deve vendere l’Ilva è il ministero. Per quel che riguarda la Cgil, gli unici tavoli a cui parteciperemo sono quelli del ministero e auspichiamo che gli enti locali, Comune e regione, ritirino i ricorsi e provino anche loro insieme noi a fare un accordo che tuteli la salute, mantenga l’occupazione e rilanci l’Ilva. Queste cose vanno tenute assieme, e insieme dobbiamo trovare le risposte“, ha concluso Rappa.

Bentivogli ormai parla come l'ufficio stampa e relazioni industriali della ARCELOR MITTAL
L’incontro sull’Ilva tenutosi oggi al Mise “è stato proficuo, si è fatto il punto del confronto fin qui e quali sono ancora i nodi da sciogliere“. Così il segretario generale della Fim-Cisl Marco Bentivogli al termine del tavolo aggiungendo che “l’aspetto positivo è che dal 10 gennaio il confronto proseguirà in sede generale per tutto quello che riguarda il gruppo e successivamente l’azienda ha invitato tutte le organizzazioni sindacali a Gent in Belgio per vedere lo stabilimento più avanzato di Arcelor Mittal. Subito dopo inizieranno gli incontri su tutti i siti locali“. Sostanzialmente, prosegue Bentivogli, entro il mese di gennaio “si completeranno tutti gli incontri per fare la verifica più tecnica, reparto per reparto, su investimenti e occupazione per ogni sito. Quello che speriamo è che questo mese sia utilizzato al meglio per tentare affondo e accordo nel mese di febbraio“.
Palombella è l'unico che parla di 'posizioni nel merito ancora distanti' ma perchè non ci illumina su questa distanza? Perchè non ci dice che gli esuberi vengono accettati e tuttalpiù 'limati'? E sul piano ambientale gli va bene tutto?
A chi sull’Ilva continua ad alimentare polemiche “la risposta migliore da dare è andare avanti“. Lo ha detto Rocco Palombella, segretario generale della Uilm, al termine dell’incontro di oggi al Mise dove “abbiamo stabilito un calendario fitto per ogni sito e per Taranto. Il mese di gennaio è pieno di impegni. E’ stato un incontro importante“, ha aggiunto. “Sul merito si è ancora distanti, ma riteniamo di aver imboccato la strada giusta per tutelare lavoro e territorio“, ha concluso Palombella.“

Per ricordare Laura, insieme a Taranto

In ricordo di Laura si terrà una iniziativa sabato 30 dicembre 2017 presso la Casa Occupata di Via Garibaldi 210, nella città vecchia di Taranto. 

Sono passati solo pochi giorni da quando la nostra amica, sorella e compagna Laura detta “la rossa” ci ha lasciati. Ci ha lasciati dopo anni dedicati alla lotta contro le ingiustizie, a quella per i diritti e la Palestina, alla lotta femminista.

La sua storia viene da lontano: inizia a Taranto negli anni ‘90, già protagonista nel CSAO “Città Vekkia”, nel Kollettivo di piazza, nel centro sociale “SKA pellerossa”, nel Collettivo Anti Global Life, nel collettivo “Streghe Rosse” e nel grande movimento che portò tutti e tutte a Genova nel 2001 e nella costruzione dei Comitati di Quartiere, trent'anni passati tra vicoli, centri sociali e carovane internazionali.

Da un po’ di anni erano tanti i km che ci separavano, la distanza fisica era reale , evidente , ma il legame con quel percorso condiviso ci legava come dei ciottoli ancorati al letto di un fiume; un fiume vaporoso pieno di contraddittori, sconfitte, solitudini inconsolabili, certezze scalfite e parentesi di vite vissute contro un destino già segnato contro quell'articolazione sistemica procacciatrice di virulenti assassinii, quel potere bramoso divoratore di cuori tersi avido di arterie sanguinolente, che lacera ma non inquina quei cuori rossi e liberi dove albergano le nostre visioni di rivolta.

Sabato 30 Dicembre 2017*, i comitati di quartiere città vecchia e Paolo VI, le aree sindacali

venerdì 22 dicembre 2017

La "tozza e dura" Fiom di Genova porta avanti un'aziendalismo neocorporativo, mettendo Genova contro Taranto - e sta con Calenda e Mittal

GENOVA - "...andremo là per fare il punto su cosa succederà nelle prossime settimane", spiega il segretario genovese della Fiom, Bruno Manganaro. Tutti col fiato sospeso aspettando il passo indietro del governatore che però appare improbabile, anche perché ormai è iniziata la campagna elettorale. "Emiliano è schizofrenico, mette a rischio tutti - accusa Manganaro - lui può decidere per il suo territorio, ma non per Genova e Novi. Se vuole chiudere gli impianti lo dica chiaro, senza andare per tribunali".
Calenda dovrà chiarire se e come la trattativa con Mittal potrà andare avanti, con una pratica pendente al Tar. Durante l'incontro del 20 dicembre erano arrivati segnali rassicuranti per Genova: "L'accordo di programma ormai è un punto assodato, ci avevano confermato la convocazione di un tavolo specifico al rientro dalle feste - riferisce il sindacalista - ora però è tutto subordinato a ciò che succederà nelle prossime settimane". Confermato anche un secondo tavolo il 10 gennaio per avviare il confronto sulle unità produttive.
Il futuro è molto incerto. "Come l'hanno presa i lavoratori? Uno schiaffo", dice il segretario Fiom. Se i giudici accoglieranno la richiesta di sospensiva, a Taranto cesserà la produzione. Ma da Cornigliano, che riceve rotoli d'acciaio solo dalla Puglia, il messaggio è netto: "Se qualcuno pensa di fermare questo stabilimento noi scenderemo ancora in piazza - scandisce Manganaro - perché un'alternativa c'è: far arrivare il materiale da altre fabbriche. Altrimenti è un suicidio per tutti"...

Melucci: sbagliato sconvocare il Tavolo di sabato - Lettera aperta

Lettera aperta la Sindaco Melucci.

Noi lavoratori e lavoratrici dello Slai cobas per il sindacato di classe Taranto, noi parti civili, operai Ilva e appalto, lavoratori cimitero ed ex Pasquinelli, cittadini dei quartieri Tamburi,  Paolo VI riteniamo sbagliato non aver mantenuto il Tavolo convocato sulla questione Ilva  a Taranto per sabato 23, perchè esso era la sede giusta e necessaria nella nostra città affinchè si discutesse dei piani governo/ArcelorMittal industriale e soprattutto ambientale e della questione dei ricorsi al Tar, in maniera seria e costruttiva - e non ricattatoria e propagandistica come sta avvenendo al Tavolo del Mise a Roma.

E' l'iniziativa giusta e necessaria perchè siano gli operai, i cittadini, il Comune e le Istituzioni locali i soggetti attivi della risposta e della proposta che tanto peso ha sul presente e il futuro della città e della fabbrica.

E' giusto non accettare ricatti, è giusto non accettare scelte sulla nostra testa, è giusto uscire da una pura diatriba tra governo e Istituzioni locali, è giusto non prestarsi alle manovre anche elettorali di partiti e dei loro agenti nella fabbrica e nella città.
E' giusto creare un Tavolo dove si realizzi un fronte comune che permetta una difesa effettiva del lavoro e della salute.

Non è possibile accettare i diktat, non solo di Calenda ma anche di sindacati che, senza avere il mandato degli operai verificato da un'assemblea generale degli operai dell'Ilva, rifiutino in maniera arrogante e minacciosa la presenza al Tavolo della città.

Per questo noi riteniamo,
primo, che il Tavolo venga riconvocato, che sia aperto a tutte le organizzazioni sindacali operanti in fabbrica e in città e a tutte le associazioni attive sui temi della salute e dell'inquinamento;
secondo, che sia posta a questa riunione la decisione finale in merito al ricorso;
terzo, che questo Tavolo abbia carattere permanente - proprio per evitare che diventi una "guerra" tra Calenda, Melucci, Emiliano;
infine, che questo Tavolo decida le opportune iniziative di lotta generale di fabbrica e città.

Chi rifiuta questo tavolo è evidente che non sta difendendo gli interessi degli operai, dei cittadini, che non è democratico e che agisce per conto di interessi governativi, padronali e, evidentemente, anche elettorali di uomini del governo e del Parlamento.

PS. siamo favorevoli ad un'ampia convergenza in piena autonomia, sui contenuti di questa lettera.

Allegato: un documento critico rispetto alle ultime proposte del governo portate nel Tavolo del 20. http://tarantocontro.blogspot.it/2017/12/il-pacchetto-di-interventi.html

Lavoratori e lavoratrici Slai cobas per il sindacato di classe
Parti civili al processo Ilva

per info e comunicazioni:
Slai cobas per il sindacato di classe - via Rintone, 22 Taranto - slaicobasta@gmail.com - 3475301704
Rete Nazionale Sicurezza - bastamortesullavoro@gmail.com
blog tarantocontro

IL PACCHETTO DI INTERVENTI MITTAL/GOVERNO SU PARCHI, BONIFICHE E INDOTTO – UN BLUFF, INSUFFICIENTE, CON POCHE CARTE E TRUCCATE

Di cosa si parla:
- Avvio dei lavori per la copertura dei parchi maggiori, anticipata di 8 mesi, ovvero dal 1° settembre al 1° febbraio 2018, e 24 mesi per completare l'opera (1° febbraio 2020).
Questa era già sostanzialmente la proposta dei commissari e di Mittal. Si parla poi di parchi maggiori, non di tutti i parchi minerali.
- Piano di decontaminazione per interventi disinquinanti di bonifiche non pertinente all'attività produttiva, da un miliardo e 80 milioni, dedicati alla gravina Leucaspide, alla bonifica della falda profonda, alla discarica ex cava 2 mari. Questo tipo di interventi ampiamente previsti non c'entrano nulla con l'ambientalizzazione dell'Ilva e sono secondari rispetto alle bonifiche da realizzare fuori dall'Ilva.

- Rassicurazione sui crediti vantati dall'indotto locale. “Rassicurazione” è una parola che dice ben poco. Rassicurazioni sono state date continuamente in tutti questi anni ad ogni snodo della vicenda, e, come si vede, non hanno ottenuto effetti alcuni.

- Costruzione di un Centro ricerca e sviluppo presso l'Ilva di Taranto. Anche questo, se si

giovedì 21 dicembre 2017

Respingiamo il nuovo ricatto del governo/Calenda e di ArcelorMittal


Difendiamo con la lotta unitaria generale lavoro e salute

Al di là delle parole dei tavoli Calenda mette a nudo una solo cosa:
ci vogliono imporre il loro piano industriale e ambientale, che prevede esuberi, divisione degli operai in serie A (in AM Investco) e serie B (in amministrazione straordinaria), taglio dei diritti, annunci sulla avvio al 1° febbraio della caretterizzazione per la copertura dei parchi che non contraddicono l'allungamento dei tempi delle copertura totale dei parchi minerali e dell'ambientalizzazione delle fabbrica e del territorio e salvaguardia dei cittadini dal danno sanitario.
(per capirci: già in poche settimane l'avvio dei lavori è slittato di un mese dalle precedenti dichiarazioni, e se i tempi della caratterizzazione sono quelli del commissario alle bonifiche per Comitero/Tamburi solo per questi passeranno circa due anni...).

Calenda, ancora una volta, ricatta, fa il dittatore, blatera di "spegnimento impianti" dopo il 9 gennaio (cosa che non è affatto collegabile al ricorso al Tar), di soldi che si dovrebbero restituire alla Mittal (e perchè? Che soldi ha speso finora la Mittal?), unicamente per minacciare, per spingere anche i lavoratori a fianco del governo e dei padroni.


E' scandaloso che ancora una volta i Sindacati confederali CGIL-CISL-UIL-Ugl si schierano a spada tratta con padrone e governo, contro gli interessi reali degli operai e dei cittadini di Taranto.
Già cisl e uil hanno organizzato settimane fa a Bari una mobilitazione di delegati, funzionari e qualche decina di lavoratori, che non ragionano con la propria testa. La Cgil, Fiom è la prima a ripetere le stesse menzogne di Calenda.

Ma gli operai non ci stanno e devono impedire che questi sindacati dividano gli operai e decidano del futuro, della vita di lavoratori e cittadini sulla loro testa .

Il ricorso al Tar è legittimo, perchè governo e padroni non hanno tenuto in alcun conto le osservazioni critiche sul piano ambientale di associazioni ed enti locali - tutto il resto sono pure fandonie. E'scandaloso che per ragioni elettorali Calenda e i suoi agenti Bellanova e De Vincenti vogliano assediarci e far sì che il tavolo continui ad essere una fiera delle chiacchiere e degli inganni.

Non è vero che il ricorso interrompe il lavoro di bonifica; non è vero che il ricorso interrompe la trattativa – è il governo che usa la trattativa come ricatto -; non è vero che Mittal se ne vuole andare – prendersi l'ILVA (la più grande siderurgia in Europa) per Mittal è indispensabile per allargare il mercato e battere la concorrenza, è l'affare del secolo in una siderurgia in preda alla guerra commerciale nel mercato mondiale davanti alla crisi conclamata di sovrapproduzione, dipendente dalla logica el profitto e dello sfruttamento del lavoro e del territorio; non è vero che la fabbrica è a rischio chiusura. E' il governo che porta questa linea e mette le mani sulla fabbrica come e peggio del padrone, per conto del padrone. 
Basta con chi sulla pelle di operai e cittadini vuole fare solo profitti e continuare a produrre morte e inquinamento. 

Non facciamoci ingannare dagli agenti del padrone e del governo.
Facciamo sentire la voce operaia e popolare dentro la fabbrica contro i servi del padrone e del governo e in tutta la città sia contro i difensori di una fabbrica così com'è di solo morte e sfruttamento, sia contro gli ingannatori delle masse che parlano di chiusura dell'Ilva, di economia alternativa, bonificata, quando Bagnoli mostra che sono tutte baggianate.

Con gli operai e le popolazione dei quartieri inquinati in campo, ci sono tutte le condizioni per risanare la fabbrica e ci sono le condizioni per una bonifica reale del territorio.

Ma operai e cittadini devono dividersi dagli agenti di padroni e governo e unirsi e lottare su:
NESSUN ESUBERO – NESSUNA DIVISIONE TRA OPERAI DI SERIE A E B – difesa dei diritti e dei salari
Nessun ritiro del ricorso – modifica del piano ambientale
COPERTURA ACCELLERATA E D'EMERGENZA DEI PARCHI MINERALI in pochi mesi
TANTI E TANTI NUOVI SOLDI PER LA BONIFICA REALE DEL TERRITORIO.

Costruiamo l'assemblea autonoma OPERAI/CITTADINI
per uno sciopero che blocchi fabbrica e città
a metà gennaio

info: slaicobasta@gmail.com via Rintone 22 Taranto 3475301704
blog tarantocontro.blogspot.it

mercoledì 20 dicembre 2017

Solidarietà alle lavoratrici del Call center di Taranto dalle lavoratrici Slai cobas per il sindacato di classe - I padroni sono una razza bastarda!

TARANTO - Un bonifico di 92 euro per un mese di lavoro e tagli alla retribuzione in caso di assenza anche di soli tre minuti dalla postazione per andare alla toilette. Con la conseguenze che i compensi scendevano anche a 33 centesimi l’ora. È quanto denuncia la Slc Cgil di Taranto, che ha scoperto e denunciato un call center che avrebbe sfruttato le lavoratrici. Sette di queste si sono rivolte al sindacato, al quale hanno raccontato la propria storia. Un esposto è stato presentato alla Procura della Repubblica di Taranto.

«Un annuncio su un sito web - ha spiegato Andrea Lumino della Slc Cgil ionica - parlava di una azienda di Lecce con sede a Taranto, in via Bari, che offriva ben 12 mila euro all’anno, ma la realtà non solo era differente, ma superava di gran lunga la loro immaginazione...
Alle loro rimostranze, «l’azienda ha risposto che lasciando il posto per andare al bagno e anche per un ritardo di tre minuti non riconosceva l'intera retribuzione oraria...
La Slc Cgil ha interessato i propri legali «che hanno valutato la possibilità - ha concluso Lumino - di collegare questa situazione alla legge contro il caporalato»

martedì 19 dicembre 2017

Lega ambiente tempi degli interventi, riconversione profonda di impianti e bonifiche... Ma non è certo 'un tavolo incentrato sul dialogo e un confronto costruttivo' che porterà qualcosa agli operai e masse popolari

Senza la lotta generale siamo alla ennesima fiera delle buone intenzioni.. che dà lustro a chi scrive e nulla alle masse popolari 
Slai cobas per il sindacato di classe Taranto

Affrontare i nodi irrisolti dell’Ilva a partire dai tempi degli interventi, da una riconversione profonda e innovativa degli impianti e dalla questione delle bonifiche: solo così si potrà dare davvero un futuro all’impianto industriale, alla città di Taranto e ai suoi cittadini. È l’appello che Legambiente lancia in vista del tavolo tecnico convocato dal ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda domani a Roma e a cui parteciperanno anche il governatore della

Dal Processo Ilva - Gli accertamenti dei periti (che sono da base dell'inchiesta Todisco) - Ma sembrano limitate...

Riportiamo pochi stralci delle lunghe testimonianze dei periti per dare un'idea, soprattutto agli operai Ilva, su come sono stati fatti gli accertamenti (per chi volesse, sono consultabili i verbali delle ultime udienze della seconda metà di novembre e di dicembre - l'ultima di quest'anno si terrà venerdì 22 dicembre).
Ma dobbiamo dire, sinceramente, che ci aspettavamo molto di più.

1 - gran parte dei dati, in particolare sulle emissioni, polveri, interventi di manutenzione, ecc., sono quelli forniti dalla direzione Ilva; quindi i periti si sono soprattutto rapportati all'azienda (che chiaramente aveva tutto l'interesse a fornire dati di parte o a farli rientrare nella "normalità"), si sono basati su quello che diceva l'azienda, più che fare accertamenti in proprio. Gli operai che operano sugli impianti, che li conoscono bene nel loro (mal)funzionamento, per esempio, non sono stati sentiti.
2 - Anche questi dati (di parte) per analizzarli vengono comparati con i dati ufficiali dell'Aia o dei limiti stabiliti a livello europeo. Aia che è stata sempre analizzata criticamente da operai, associazioni, da noi stessi, perchè, anche lì dove fosse stata applicata, era molto insufficiente a rispondere alle esigenze di salute e al contrasto all'inquinamento.
3 - Per quanto riguarda le risposte agli interventi che si sarebbero dovuti fare per evitare le emissioni pericolose, vedi in particolare i parchi minerali, si dicono cose ovvie, che qualsiasi operaio ha già ampiamente detto - ma su questo si svolgono ore ed ore di interrogatorio...
4 - Il dubbio che non vi sia stato un effettivo lavoro dei periti di accertamento viene rafforzato anche perchè nelle ultime udienze di dicembre, a fronte di foto (già agli atti) di aree di impianti Ilva e di cavillose richieste da parte degli avvocati degli imputati su cosa queste rappresentassero o se vi erano stati interventi di verifica in loco, uno dei periti rispondeva all'80% "non so", "non ricordo"; fornendo peraltro un'arma alla controparte per mettere in discussione le stesse perizie.

OCCORRE BATTERSI PERCHE' SI ARRIVI AL PIU' PRESTO AD ASCOLTARE I TESTI OPERAI, PARTI CIVILI - perchè queste testimonianze inchioderanno Riva e i suoi complici.


Dalle dichiarazioni dei periti

Sulle emissioni incontrollate.
Acciaieria, Le polveri provengono dalle diverse fasi produttive, quindi da ogni singola fase produttiva - trasferimento, pretrattamento ghisa, affinazione ghisa e così via. Lo slopping è fenomeno che avviene all’interno dell’acciaieria in maniera non prevedibile, derivante da un malfunzionamento nella fase di affinazione della ghisa. E' stato richiesto nel 2011 a Ilva di fare una serie di attività in termini di monitoraggio del numero di queste fasi di slopping e nella predisposizione di un sistema che potesse prevenire il fenomeno dello slopping. In parole povere, lo slopping è uno sversamento che avviene dal recipiente all’interno del quale è presente la ghisa sottoposta a un soffiaggio con ossigeno, all’esterno. Questo sversamento produce quei fumi rossastri che tutti conosciamo: i materiali contenuti in questi fumi rossastri sono ossidi di ferro e polveri.
Nelle aree rivestimento tubi e lamiere, il gestore parla di 467 tonnellate di COV, Composti

"Bisognerebbe fare una rivoluzione, secondo me" - un operaio Ilva all'incontro su Ilva e processo del 6 dicembre, organizzato dallo Slai cobas

"Sono stato assunto direttamente alle cokerie e ho lavorato sugli impianti sequestrati dalla magistratura. Posso confermare tutto quello che hanno detto le persone che prima sono intervenute, e quello che ha detto il papà di Zaccaria. Quando io seppi dell'infortunio mortale di Francesco Zaccaria, spontaneamente me ne andai a casa, come feci quando morì Claudio al Mof, perchè mi demoralizzai. Perchè non si può morire per lavorare! Per l'azienda, per lo Stato è meglio, dopo anni, e se pure, pagare per la morte di un operaio che adeguare impianti per cui magari ci vogliono centinaia e centinaia di soldi.
Io vorrei intervenire al processo Ilva perchè voglio spiegare quello che avveniva alle cokerie. Io prima di lavorare lì, lavoravo in campagna con i caporali, lavoravo dalla mattina alla sera; per me entrare in Ilva e lavorare sulle batterie, sul piano di carica per alcune ore era una cosa che ci poteva stare. Solo quando furono sequestrati gli impianti e io fui spostato, allora presi coscienza di come lavoravo, presi coscienza che tutto quel gas non era normale, che quei fondi che si caricavano di notte, alle 23, perdevano gas dalla sera fino alla mattina, ogni tanto intervenivano gli addetti a tamponare quel gas, ma tutto questo non era normale. Quel gas usciva tutta la notte e invadeva il quartiere Tamburi.
Tanti operai che stavano con me volevano andarsene dalle batterie, però non riuscivano, non sapevano come fare. Io mi sono incaponito e me ne sono andato di là, ma sono andato all'Ossigeno e ad altri impianti pure pericolosissimi, e nessuno fa niente.

Io vorrei fare qualcosa, però gli operai che stanno con me hanno perso la speranza. Anche la gente non viene al Tribunale perchè non crede più alla magistratura, perchè anche i giudici sono corrotti. 
Spero che Francesco, Claudio, gli altri operai morti abbiano giustizia... 
Bisognerebbe fare una rivoluzione, secondo me".

Tumori - nuovi numeri sconvolgenti a Taranto. Presentata la mappa dei tumori: in 6 anni oltre 21.000 casi in più

Presentata la mappa dei tumori: in 6 anni oltre 21.000 casi in più
 21.000 nuovi casi di tumore in soli sei anni. Con una evidente prevalenza di uomini colpiti dal cancro rispetto alle donne. Questo il dato principale consegnato dal rapporto tumori consegnato dalla Asl, con dati pubblicati sul sito istituzionale dell’azienda. 
Nello screening si parte dal 2006 e ci si ferma al 2012. Anni che appaiono lontani. Ma questo aspetto spiegano dalla Asl «non deve essere fuorviante». Perchè «l’utilizzo di fonti eterogenee, spesso cartacee e provenienti anche da fuori Regione non consente a oggi tempestività maggiore e il Registro Tumori

Ilva, Ok ai 24 milioni di euro per la Cigs... Ma allora che si fa a fare l'incontro a Roma se hanno già deciso di mettere 4000 operai in cassa integrazione straordinaria?



E chi ce li viene a "vendere" questa notizia...?

la sottosegretaria in carriera che poi verrà a chiedere i voti: la ignobile Bellanova, giustamente presa a uova e insulti a Martano dalla popolazione NOTAP
Una notizia che accolgo con grande soddisfazione a coronamento del lavoro svolto perché con la proroga dell’integrazione del trattamento di Cigs per il 2018, pari a una dotazione di 24 milioni di euro, mettiamo ancora una volta in sicurezza il reddito dei lavoratori Ilva. Un buon viatico per la ripresa del tavolo di trattativa“. 
Così la viceministro Teresa Bellanova commenta l’ok in Commissione Bilancio all’emendamento presentato dal Governo in sede di Legge di Bilancio finalizzato allo stanziamento di 24 milioni di euro per la proroga dell’integrazione del trattamento di Cigs per i dipendenti Ilva

domenica 17 dicembre 2017

I sindacati confederali scrivono al sindaco sugli appalti comunali... intanto i lavoratori che lottano li vedono sempre dall'altra parte

Nello stesso tempo i sindacati confederali, e in particolare la Cgil, vanno alla coda delle iniziative già avviate, da settembre!, dei lavoratori Slai cobas delle pulizie Amat, Uffici e strutture comunali, degli asili, dell'ex Pasquinelli, dei lavoratori cimiteriali; iniziative di lotta/presidi fuori di Palazzo di città e nei consigli comunali, ecc; non di parole e lettere.
Queste e solo queste mobilitazioni, che riprenderanno con forza da gennaio, stanno permettendo di strappare aumenti di orario nell'Amat, continuità lavorativa, recupero dell'orario originale (a 6 ore) per i lavoratori dell'ex Pasquinelli, un "ripensamento" di fatto sul tentativo di tagliare le ore per gli uffici comunali. 
Si tratta tuttora di risultati che consideriamo molto insufficienti, sia per questi lavoratori interessati, sia per gli appalti non ancora affrontati (vedi la vergogna degli asili - su cui i sindacati confederali neanche denunciano che le lavoratrici fanno doppio lavoro, anche ausiliariato, e questo non viene riconosciuto nè come orario, nè come livello). Ma anche questi risultati sono stati ottenuti con la lotta e il ruolo concreto, attivo dei lavoratori e delle lavoratrici.
I sindacati confederali, invece, si limitano ad incontri e lettere, sono anni che non si vede uno sciopero, e in alcuni settori, vedi asili, quando lo Slai cobas sc lo ha indetto, si schierano con azienda e Comune nelle minacce e ricatti verso le lavoratrici.
Ma siccome i lavoratori non sono fessi, in tanti settori che loro "rappresentano" nella lettera, Cgil, Cisl,Uil non sono neanche presenti... (es. Amat, Cimitero, ex pasquinelli, ecc.).

Dall'articolo sulla lettera di Cgil, Cisl, Uil:
"Punto di partenza dei sindacati è “l’atteggiamento poco collaborativo dei rappresentanti del Comune che dopo oltre due mesi hanno accolto la nostra richiesta incontro“, che però non può pregiudicare l’intera trattativa per la quale Filcams, Fisascat, Uiltucs e Uiltrasporti chiedono al Sindaco “di aprire un tavolo dedicato che discuta dei seguenti problemi: stilare un Protocollo d’intesa teso a condividere le problematiche occupazionali sottese agli appalti in questione e dettare le soluzioni alle problematiche emergenti, istituendo una clausola di salvaguardia occupazionale ed economica dei lavoratori indotto; aprire, unitariamente, dei tavoli che affrontino, in maniera fattiva e distinta, tali problematiche per gli appalti in essere e prossimi alla scadenza; affrontare le problematiche degli appalti relativi alle municipalizzate e società in house“.
Gli appalti comunali di cui si parla nella trattativa sono i seguenti: guardiania e custodia parcheggi Municipalizzata Amat Spa, con circa 18 unità con scadenza 31 dicembre ’17;
pulizie e sanificazione uffici e immobili comunali, in proroga, bando di gara in aggiudicazione, totale dipendenti 53 storici (l’appalto non chiarisce e non garantisce l’occupazione e il reddito di tutti); piccola manutenzione immobili comunali, ex storici bacino pulizie comune dipendenti 35 unità circa con scadenza al 31 dicembre ’17; pulizie e sanificazioni Asili comunali, scadenza giugno 2018, totale dipendenti 89 circa; affissione, Pubblicità, riscossione Tributi Tosap, provenienti da azienda DoGre totale dipendenti 25, scadenza giugno 2018; pulizie Piazze, custodia immobili e archivisti, totale dipendenti 84 scadenza 2020; pulizie Bagni Pubblici comune di Taranto totale dipendenti 38 con scadenza luglio 2019; pulizie Aree mercatali altri appalti indotto municipalizzate e società in House"

Calenda e ArcelorMittal preparano la pappa per la trattativa pilotata del 20 e 22 - mentre lavoratori e cittadini non preparano niente e aspettano come vittime sacrificali

Nel pomeriggio di oggi il ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda ha incontrato Aditya Mittal, ceo di Arcelor Mittal Europe and Group CFO. Lo si legge in una nota ufficiale del Ministero dello sviluppo. Nel corso dell’incontro – precisa la nota – sono tra l’altro stati affrontati i punti all’ordine del giorno al tavolo convocato per il prossimo 20 dicembre al Mise su Taranto.

ILVA - la cassa depositi e prestiti, il bancomat del governo al servizio dei padroni, pronta a subentrare a Marcegaglia pur di rafforzare la vendita ad Arcelor Mittal

Secondo fonti ben informate acquisirebbe il 5,6% delle azioni pari ad un controvalore di 100 milioni di euro dopo il closing delle operazioni di vendita degli asset Ilva ad Am Investco Italy.
Cassa Depositi e Prestiti sarebbe pronta ad entrare nella newco Am InvestCo Italy, la cordata composta da ArcelorMittal, gruppo Marcegaglia e dal partner finanziario Intesa San Paolo, risultata vincente nella gara per l’acquisizione del gruppo Ilva. Lo afferma una fonte vicina all’operazione riportata da diverse agenzie di stampa. Cdp potrebbe entrare nell’azionariato con il 5,6% per un controvalore di 100 milioni di euro. L’operazione è ovviamente condizionata al closing della vendita degli asset del gruppo Ilva alla cordata AmInvestco che dovrebbe concludersi entro il mese di marzo 2018, dopo l’eventuale via libera dell’Antitrust europeo.

Bentivogli CISL fornito di scorta con i soldi dei cittadini - non gli bastano i soldi dei padroni e le poltrone future per i grandi servizi che rende al governo!

Fanno le vittime, questi ignobili sindacalisti venduti da sempre, a libro paga dei padroni, prima Riva ora i nuovi padroni, e che sulla questione Ilva svolgono il lavoro sporco per gettare confusione tra i lavoratori, dividerli e far passare esuberi e piani ambientali imposti alla città.


Il segretario generale dei metalmeccanici Fim Cisl, Marco Bentivogli
L'Ucis (Ufficio centrale interforze per la sicurezza personale), in coordinamento con le Prefetture di Roma e Ancona, ha assegnato una scorta al segretario generale dei metalmeccanici Fim Cisl Marco Bentivogli. Lo ha comunicato lo stesso Bentivogli all'uscita della riunione tenutasi al Mise sul caso Alcoa aggiungendo che «il clima di rancore e odio sta coltivando il germe di una violenza diffusa a cui occorre mettere argine. Sono saltati i freni al senso di responsabilità che dovrebbe essere la precondizione di qualsiasi dibattito pubblico».

NO TAP contestano PD e Bellanova... mentre il governo vuol far passare l'arresto per chi viola LA TAP - Una violenza di stato contro le popolazioni

NO TAP il governo introduce nella manovra finanziaria un emendamento con la proposta di introdurre l'arresto per chi entra nei cantieri NOTAP - è una militarizzazione e una dichiarazione di guerra contro il movimento e le popolazioni che si oppongono

Il cantiere  NO TAP non è Auschwitz... ma è l'ostentazione dello Stato di polizia al servizio delle multinazionali contro le popolazione
Bellanova e soci sono espressione concentrata di questa violenza antipopolare e per questo devo essere combattuti con tutti i mezzi necessari

pc 17 dicembre - NO TAP ottima contestazione della Bellanova PD e della sede PD da parte del movimento NOTAP e dei cittadini

PD e uomini del governo pd come la Bellanova - lo stesso vale per il Ministro De Vincenti - si presentano scortati e militarizzati dalla polizia nei paesi per ostentare il loro essere a servizio dei padroni e della devastazione ambientale, in Salento come a Taranto, e cominciano a fare la campagna elettorale per continuare a fare parlamentari e ministri sulla pelle dei proletari e delle popolazioniPd nel mirino dei No Tap: nuovo raid intimidatorio
Scritte sulla sede Pd di Martano. Nel pomeriggio contestata la viceministra Bellanova


Scritte sulla sede Pd di Martano. Nel pomeriggio contestata la viceministra Bellanova

MARTANO – Scritte contro il Pd e contro la Tap sulla sede del Partito democratico. E poi, nel corso delle ore, anche una dura contestazione di parte dei cittadini di Martano contro il viceministro allo Sviluppo economico, Teresa Bellanova. I messaggi, impressi da ignoti con alcune bombolette spray, riportano le seguenti frasi: “Venduti”, “No tap” e anche un insulto.
Ma la polemica non è stata soltanto quella alimentata dalle scritte sulla sede Pd. Nel corso del pomeriggio, infatti, diversi cittadini martanesi, tra cui lo stesso sindaco, Fabio Tarantino, sono scesi pacificamente per strada, per protestare contro il blocco del centro del paese da parte della polizia, a causa della visita dell’esponente democratica.

Slogan e urla contro la viceministra, accusata di "aver tradito e svenduto il Salento". In circa 200 manifestanti, tra cittadini e negozianti, davanti a una cinquantina di agenti, si sono scagliati verbalmente contro Bellanova, promettendo la propria "vendetta" a suon di matita durante le prossime elezioni politiche di marzo.  E’ stato lo stesso primo cittadino a lamentare il danno economico arrecato ai commercianti di Martano, in pieno periodo natalizio, a causa della chiusura del centro storico

“No Tap, con ogni mezzo necessario”.... attivisti No Tap ha deturpato la vetrina esterna della sede dei Democratici, in via Roma, con scritte fatte con bombolette spray e insulti contro il partito accusato di essersi “venduto” e di sostenere la realizzazione del gasdotto Tap, definita un’opera illegittima. Altre scritte sono comparse anche sulle locandine, affisse all’esterno della sede Pd e in diverse zone del Paese, che annunciavano l’arrivo nel pomeriggio di ieri del viceministro dello Sviluppo economico, Teresa Bellanova, per uno scambio di auguri.i militanti “No tap” hanno manifestato il loro dissenso ed accolto con cori e striscioni l’arrivo della Bellanova: “Il Salento non è con te”, hanno scritto e urlato. Sino al lancio di uova, a cerimonia conclusa: «Terminato l’incontro siamo stati costretti ad allontanarci dalla sede, per scongiurare ulteriori disordini. Temo ulteriori azioni..... al culmine di un fine settimana ad alta tensione a Martano, a partire dal raid notturno: denunciato ai carabinieri che hanno acquisito le immagini delle telecamere di videosorveglianza della sede del partito e dislocate in altre parti del paese. La porta d’ingresso del sede Pd è stata forzata con un calcio. Dopo aver danneggiato, cementandola, la serratura, gli attivisti hanno rivendicato e firmato il gesto, affiggendo un paio di volantini. Il primo con su scritto: “Il vostro partito sostiene un’opera che legittima le Forze dell’Ordine alla repressione. Noi siamo legittimati ad abbellirvi la sede”. Il secondo: “Voi brindate con chi ci ha venduti a Tap noi brinderemo quando Tap  sparirà".

Il capo dei Verdi, Bonelli, passa con Renzi - Una vera vergogna contro i tanti cittadini a cui ha estorto la fiducia

(ANSA) - ROMA, 11 DIC - Matteo Renzi ha incontrato oggi al Nazareno, a quanto si apprende, il leader dei Verdi Angelo Bonelli che dovrebbe insieme ai socialisti, ad esponenti prodiani e alcuni esponenti ex Sel dare vita ad una lista di sinistra alleata al Pd. 

La lezione di Bonelli: a Taranto contro Renzi, a Roma con RenziAngelo Bonelli


Il partito che gli ambientalisti di Taranto hanno sempre considerato politicamente criminale per la raffica dei cosiddetti decreti salva Ilva. Quei decreti contro i quali Bonelli è stato sempre in prima fila ergendosi a paladino della salute dei tarantini, invocando Pittsburgh e suggestionando con l’immagine dei fiorellini che spuntavano dalla bocca delle ciminiere. Ora chiama “Insieme” la lista alleata del Pd nella quale confluiscono i Verdi di Bonelli, i socialisti di Nencini, i prodiani di Santagata.
Già l’anno scorso Bonelli  avevano deciso di appoggiare alle elezioni comunali di Roma il candidato sindaco del Pd, Roberto Giachetti, uno di quei deputati che i decreti “salva Ilva” li aveva votati pigiando il tasto giusto nell’aula di Montecitorio. Due mesi dopo, a novembre, siamo invece passati al dialogo tra Verdi e Pd sui temi ambientali per arrivare, l’11 dicembre, all’incontro a due tra Bonelli e Renzi per definire l’alleanza elettorale... significa anche assicurare agli alleati qualche buon collegio o qualche postazione blindata nel listino bloccato. Chissà, magari anche per lo stesso Bonelli.

OGGI L'ASSEMBLEA NAZIONALE PER LA LISTA "POTEREALPOPOLO" UFFICIALIZZA LA VIA ELETTORALE (dal blog proletari comunisti)

La campagna lanciata da Je sò pazzo per una lista "potere al popolo" ha avuto un successo relativo e diseguale. Assemblee e incontri in tutt'Italia hanno toccato almeno 50 province, in alcune città vi sono state assemblee molto partecipate e rappresentative, in altre invece è stata una partecipazione più limitata. Comunque l'iniziativa ha avuto successo. Je sò pazzo è riuscita a mobilitare i suoi quadri e attivisti e in particolare la rete Clash City Workers, che alla resa dei conti ha dimostrato un'espansione maggiore del previsto e un'interlocuzione larga.
Il messaggio del centro sociale è apparso “forte e chiaro” e ha colto la situazione in un momento in cui la sinistra riformista era nella fase di chiusura dei giochi nelle sue due varianti coagulate intorno alla candidatura Grasso, e la sinistra rivoluzionaria sostanzialmente non aveva preso in considerazione le elezioni (a parte la lista dei trotskisti puramente autoprapagandista che unisce il Pcl e falcemartello). Quindi, quella di Je sò pazzo è risultata l'unica proposta in campo, che ha attratto l'attenzione di tutti coloro che pensavano alla presentazione alle elezioni e non si ritrovavano in nessuna delle proposte e sentivano la sterilità di una presentazione testimoniale.
Questo è sostanzialmente il successo dell'operazione.
Va considerato che Je sò pazzo godeva comunque di fama trasversale, sia per l'impegno profuso socialmente a Napoli su alcuni temi abbastanza esemplari: immigrati, lavoro nero, sia per il sostegno da movimento che aveva sviluppato in occasione della campagna elettorale locale per De Magistris.
Quest'insieme di questione, compreso lo slogan già utilizzato ma sempre “buono” di “potere al popolo”, ha portato effettivamente ad assemblee molto partecipate e a volte intense per dibattito, rappresentazione di lotte ed esperienze.
Chiaramente pesa anche molto che questa proposta, la sua rappresentazione è portata avanti da giovani.
Quindi, le assemblee hanno preparato il buon successo dell'assemblea nazionale che dovrebbe concludere la fase di appello “movimentista” e andare ad una strutturazione delle liste, della campagna elettorale e dei metodi e mezzi per condurla.

La nostra posizione sulla proposta è stata sin dall'inizio di critica frontale, in un certo senso in continuità con la critica che avevamo fatto in occasione dell'appoggio alla lista De Magistris.
Allora noi abbiamo fatto una critica non solo teorica, dal punto di vista di comunisti, marxisti, sinistra rivoluzionaria, ma anche politica e pratica; una critica che non siamo, però, riusciti a valorizzare, sia per il clima generale esistente, per posizioni nel campo dei comunisti ora sterili ora di sottovalutazione della realtà, sia per la debolezza del nostro insediamento organizzativo nazionale.

Poco prima che l'attuale proposta di presentazione di una lista venisse lanciata, avevamo già preso atto di trovarci di fronte ad un cambio di natura di Je sò pazzo, non si tratta più di un

Ilva - volantinaggio al centro (all'altezza di pzza Della Vittoria) questa sera dello Slai cobas sc

Respingiamo il ricatto del governo/Calenda e di Mittal
Difendiamo con la lotta unitaria lavoro e salute

Ci vogliono imporre il loro piano industriale e ambientale, che prevede esuberi, divisione degli operai in serie A (in AM Investco) e serie B (in amministrazione straordinaria), taglio dei diritti, allungamento dei tempi delle copertura totale dei parchi minerali e dell'ambientalizzazione delle fabbrica e del territorio.

Sindacati confederali CGIL-CISL-UIL-Ugl si schierano con padrone e governo, contro gli interessi reali degli operai e dei cittadini di Taranto.

Il ricorso al Tar del Sindaco Melucci è legittimo, perchè governo e padroni non hanno tenuto in alcun conto le osservazioni critiche sul piano ambientale di associazioni ed enti locali.

Non è vero che il ricorso interrompe i lavoro di bonifica, non è vero che il ricorso interrompe la trattativa, non è vero che Mittal se ne vuole andare, non è vero che la fabbrica è a rischio chiusura. Sono argomenti del ricatto Mittal/Calenda, di chi sulla pelle di operai e cittadini vuole fare solo profitti e continuare a inquinare.
E' il governo che fa propaganda elettorale per piazzare i suoi a Taranto: Bellanova, De Vincenti e galoppini PD vari.

Operai e cittadini devono unirsi e lottare su:

NESSUN ESUBERO – NESSUNA DIVISIONE RA OPERAI DI SERIE A E B – difesa dei diritti e dei salari
Nessun ritiro del ricorso – modifica del piano ambientale
COPERTURA ACCELLERATA E D'EMERGENZA DEI PARCHI MINERALI in pochi mesi
TANTI E TANTI NUOVI SOLDI PER LA BONIFICA REALE DEL TERRITORIO.

Costruiamo l'assemblea autonoma OPERAI/CITTADINI
per uno sciopero generale che blocchi fabbrica e città
a metà gennaio

info: slaicobasta@gmail.com via Rintone 22 Taranto 3475301704
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SLAI COBAS per il sindacato di classe