sabato 30 giugno 2018

Ilva-Commissari: "tutti i sacrifici possibili..." - E cominciano subito

Da domani alle 7 si ferma, sino a data da destinarsi, l’impianto CCO5 (colata continua) dell’Acciaieria 1, con 40 unità che saranno poste in cassa integrazione straordinaria.

venerdì 29 giugno 2018

Oggi riprende il processo Ilva - il 3 luglio al Tribunale di via Marche per dire NO all'impunità dei commissari

L'esposto depositato in Procura e trasmesso alla Corte Costituzionale
SLAI Cobas per il sindacato di classe
Sede legale: Taranto v. Rintone, 22 telefax 099/4792086 – 347/5301704 – C.F. 90177580736 - e mail: cobasta@gmail,com

TA. 21.6.18

Alla PROCURA DELLA REPUBBLICA
DI TARANTO

Al GIP competente

Alla CORTE COSTITUZIONALE
ROMA

La scrivente Calderazzi Margherita, coordinatrice dello Slai cobas per il sindacato di classe chiede a codesta Procura, al GIP competente di non procedere all'archiviazione – richiesta dal PM Mariano Buccoliero – dell'inchiesta penale sullo sversamento di diossina sul quartiere Tamburi negli anni tra il 2013 ed il 2015 – accertato definitivamente dall'Arpa e dovuto alle polveri degli elettrofiltri dell'impianto di agglomerazione dell'Ilva.
Chiediamo che il 3 luglio c.a. non dobbiamo assistere ad una inaccettabile anomalia, per cui: viene sì accertato che la diossina proveniva dal ciclo produttivo dell'Ilva, raggiungendo, come descrive l'Arpa, livelli mai registrati e unici al mondo sulla base della letteratura scientifica disponibile; viene sì accertato che tale diossina ha investito persone, bambini; ma grazie all'immunità penale stabilita del Decreto legge del 5 gennaio del 2015 i responsabili dell'Ilva dello sversamento di quella diossina, che probabilmente ha causato altri malati, altri morti, deformazioni e i cui effetti distruttivi continuano nel tempo, NON SONO PUNIBILI.
Un decreto che non persegue i responsabili dell'attacco alla salute dei cittadini, che autorizza l'attività produttiva anche in presenza di deficienze impiantistiche che possono determinare pericolose emissioni di sostanze nocive, è una mostruosità, oltre che dal punto di vista umano, di civiltà, dal punto di vista della Giustizia.
L'articolo del decreto 1/2015 contraddice “i principi di riserva di giurisdizione e di obbligatorietà dell’azione penale” disciplinati dall’articolo 112 della Carta costituzionale.
Quanto sopra, tra l'altro, è apertamente in contrasto con la la recente sentenza della Corte Costituzionale, n.58 del marzo 2018, che in un passaggio recita: “Rimuovere prontamente i fattori di pericolo per la salute, l’incolumità e la vita dei lavoratori costituisce infatti condizione minima e indispensabile perché l’attività produttiva si svolga in armonia con i principi costituzionali, sempre attenti anzitutto alle esigenze basilari della persona”.
Chiediamo, pertanto, che il Gip di Taranto, in sede di valutazione della richiesta di archiviazione, valuti la possibilità di sollevare incidente di costituzionalità.
Alla Procura di Taranto diciamo che non vi può essere contraddizione tra il processo in corso su “Ambiente svenduto” che vede 47 imputati e decisioni sulle responsabilità di coloro che hanno proseguito e stanno proseguendo simili reati.


Alla Corte Costituzionale chiediamo di dichiarare l'illegittimità dell'art. 2 comma 6 del Decreto legge 5 gennaio 2015, che così recita: “L'osservanza delle disposizioni contenute nel Piano di cui al D.P.C.M. 14 marzo 2014, nei termini previsti dai commi 4 e 5 del presente articolo, equivale all'adozione ed efficace attuazione dei modelli di organizzazione e gestione, previsti dall'articolo 6 del decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231, ai fini della valutazione delle condotte strettamente connesse all'attuazione dell'A.I.A. e delle altre norme a tutela dell'ambiente, della salute e dell'incolumita' pubblica. Le condotte poste in essere in attuazione del Piano di cui al periodo precedente non possono dare luogo a responsabilita' penale o amministrativa del commissario straordinario, dell'affittuario o acquirente e dei soggetti da questi funzionalmente delegati, in quanto costituiscono adempimento delle migliori regole preventive in materia ambientale, di tutela della salute e dell'incolumita' pubblica e di sicurezza sul lavoro Nonchè degli articoli dei decreti legge seguenti che confermano ed estendono tale impunità.
Questo norma è un oggettivo via libera ai responsabili legali dell'Ilva, a tutte le figure dirigenziali che gestiscono l'attività della fabbrica, a non preoccuparsi di portare avanti l'attività produttiva nella massima sicurezza per gli operai e per gli abitanti dei quartieri, in quanto risultano tutelati da una presunzione di liceità.
Questa norma va contro la difesa della salute delle persone stabilità dalla Costituzione.
Noi abbiamo accolto con speranza la sentenza di codesta Corte Costituzionale n.58 del marzo 2018, con cui è stata dichiarata l'illegittimità costituzionale dell'art. 3 del decreto-legge 4 luglio 2015, n. 92 - e degli artt. 1, comma 2, e 21-octies della legge 6 agosto 2015, n. 132 - che consentiva la prosecuzione dell'attività produttiva anche nell'impianto ILVA (Altoforno 2) sottoposto a sequestro penale.
In particolare riteniamo i seguenti passaggi di quella sentenza punti fermi, inderogabili sempre:
il legislatore non ha rispettato l’esigenza di bilanciare in modo ragionevole e proporzionato tutti gli interessi costituzionali rilevanti, incorrendo in un vizio di illegittimità costituzionale per non aver tenuto in adeguata considerazione le esigenze di tutela della salute, sicurezza e incolumità dei lavoratori, a fronte di situazioni che espongono questi ultimi a rischio della stessa vita”.
il legislatore ha finito col privilegiare in modo eccessivo l’interesse alla prosecuzione dell’attività produttiva, trascurando del tutto le esigenze di diritti costituzionali inviolabili legati alla tutela della salute e della vita stessa (artt. 2 e 32 Cost.), cui deve ritenersi inscindibilmente connesso il diritto al lavoro in ambiente sicuro e non pericoloso (art. 4 e 35 Cost.).
Noi riteniamo che la violazione di questi principi sia presente anche nel Decreto legge 1/2015 nel momento in cui si liberano i responsabili da ogni conseguenza penale e amministrativa delle loro azioni che mettono a rischio la salute e la stessa vita, e si permette la continuazione dell'attività produttiva pure in presenza di deficienze impiantistiche che possono determinare pericolose emissioni di sostanze nocive.
Attendiamo, pertanto, fiduciosi le decisioni di questa Corte Costituzionale.
Così come attendiamo fiduciosi le decisioni del Gip e della Procura di Taranto.

SLAI COBAS per il sindacato di classe

giovedì 28 giugno 2018

Ilva - ora "tutti i sacrifici possibili..."

A fronte della proroga fino al 15 settembre i Commissari Straordinari hanno subito dichiarato che questo vuol dire che occorrerà fare ‘tutti i sacrifici possibili’ per tenere in piedi Ilva. 
In sostanza hanno detto che gli operai devono fare più sacrifici di prima! Devono rischiare la loro salute e vita più di prima perchè si risparmierà ulteriormente sulla manutenzione degli impianti, devono accettare di non vedersi pagati normalmente gli stipendi, per non parlare dei "sacrifici" dei lavoratori dell'appalto che dovrebbero abituarsi anche a "non mangiare", devono lavorare a rischio, ecc.

I sindacati confederali hanno annunciato mobilitazione il 4 luglio a Roma, se non si riapre la trattativa. Vedremo, gli annunci anche prima si sono sprecati...

MA VEDIAMO TUTTE LE POSIZIONI IN CAMPO:

ARCELOR MITTAL:Tra oggi e quella data (15 settembre 2018) è fondamentale che i

Per le lavoratrici degli asili aumenta l'orario di lavoro!

Quasi raddoppiato l'orario di lavoro delle lavoratrici degli asili comunali, da 11 ore a 20 ore settimanali.

Questo è il risultato principale dell'incontro tenutosi ieri presso Palazzo di città con l'assessore Motolese, l'Ass. alla Pubblica Istruzione e la funzionaria della Direzione PI, dei sindacati Usb e Slai cobas per il sindacato di classe, e una folta delegazione di lavoratrici.
All'inizio nell'incontro l'Usb aveva chiesto l'aumento a 18 ore settimanali, ma alla fine ci si è uniti ed è passata la richiesta dello Slai cobas di 20 ore, per un salario minimamente decente.

Questo aumento dell'orario di lavoro partirà dal prossimo appalto per cui c'è l'impegno del Comune ad avviarlo in autunno, ed è conseguenza  del raddoppio - da 700mila a 1milione e 400mila annue - dell'importo complessivo dell'appalto.
Per "quadrare i conti" e il rapporto fabbisogno/servizi, il Comune ha previsto sempre nello stesso appalto di spostare una parte delle lavoratrici (18 su 88) in altri servizi di pulizia (da svolgersi all'interno delle strutture comunali), con le stesse condizioni di orario (20 ore) e stessi salari di coloro che restano agli asili. Questo spostamento, però, come richiesto dai sindacati presenti, avverrà su base volontaria.

Finalmente dopo anni di lotta, di iniziative, di denunce, di scioperi, stati di agitazione, incontri, portati avanti finora dalle sole lavoratrici Slai cobas sc, sempre in prima fila anche negli scioperi delle donne - solo da alcuni mesi si è organizzata nell'Usb una parte delle lavoratrici - con questo risultato si è cominciato a cambiare una condizione indegna e illegale.
Questo aumento di orario, in una situazione generale, in cui piuttosto gli orari vengono tagliati, spesso col consenso dei sindacati confederali, è una vittoria che dimostra che la lotta, la determinazione, l’organizzazione nei cobas, nei sindacati di base paga.
In tutti questi anni lo Slai cobas sc da solo ha mantenuto ferma e aperta la battaglia, mentre i sindacati confederali, Cgil, Cisl, Uil, firmavano accordi di consenso alle condizioni di irregolarità, facendo anche essi il discorso delle amministrazioni comunali: siete troppe, state zitte altrimenti vi licenziano, ecc. E non è certo un caso che anche ieri questi sindacati, pur convocati, fossero assenti.

Nell'incontro poi si sono affrontate anche altre questioni, su cui la soluzione data dal Comune è parziale e non proprio soddisfacente. Prima di tutto il problema del mancato lavoro e mancata retribuzione dei mesi estivi di luglio e agosto; qui è passata alla fine solo la possibilità di slittare a luglio le ferie o parte delle ferie residue; così come è passata la richiesta che le giornate di servizi straordinari nei periodi di sospensione di natale e pasqua siano considerati giorni lavorativi a tutti gli effetti e non sottratti dalle ferie. Questo verrà discusso con la ditta vincitrice dell'appalto unitamente al Comune che si è impegnato a sostenere tali soluzioni.

Permane invece il non riconoscimento contrattuale della mansione di ausiliariato - riconoscimento per cui lo Slai cobas si è battuto per un discorso di giustizia, di legalità contrattuale (lo stesso Ispettorato, intervenuto in passato su nostra richiesta, lo ha riconosciuto), di sicurezza verso i bambini. Su questo la risposta dell'Ass. Motolese è stata semplicemente: non ci sono i soldi...
Ma lo Slai cobas lo riprenderà in futuro.

mercoledì 27 giugno 2018

Ilva - Di Maio ha deciso di non decidere... Proroga al 15 settembre

Di Maio: «Mi compiaccio della responsabilità espressa dai commissari dell’Ilva e prendo atto della loro volontà di avvalersi della proroga siglata nel contratto che porta al 15 settembre 2018 ogni scadenza senza ulteriori costi economici per lo Stato... Come ministro sto valutando ogni possibile impatto legato alle decisioni che dovrò prendere. Impatto in termini ambientali, sociali, economici e occupazionali. Per questo stiamo esaminando le oltre 23 mila pagine che ci sono state consegnate», aggiunge ribadendo come «ogni decisione sarà presa con responsabilità, non dimenticando che il Movimento 5 Stelle ha raggiunto a Taranto risultati straordinari con circa il 50% delle preferenze, risultati che intende onorare. I tarantini hanno il diritto di tornare a respirare, noi abbiamo il dovere di esaminare ogni pagina con la massima attenzione».
Della serie: parlare per non dire nulla, o solo banalità! (ci mancherebbe che si volesse togliere anche il "diritto di respirare..." - ndr). O meglio, parlare per continuare a fare propaganda elettorale.

In realtà Di Maio non sa che pesci prendere, deve uscire fuori dall'impaccio tra tutta una lunga campagna del M5S, nazionale e locale, fatta all'insegna della chiusura dell'Ilva, e un ruolo governativo al servizio dei padroni che ora non gli permette più di continuare a fare demagogia.
  
In fabbrica si perpetua così una condizione degli operai incerta ma soprattutto sempre più a rischio:

"ANCHE NOI, DELEGATI FIOM, SIAMO ARRIVATI QUI DA MIGRANTI ECONOMICI" - E a Taranto, cosa dicono i delegati Fiom?

Il 17 giugno dopo nove giorni di viaggio estenuanti la nave Aquarius è approdata finalmente al porto di Valencia. Altre ne arriveranno, perché non è bloccando i porti o dichiarando guerra alle Ong che si risolve il problema dell’immigrazione. Sarebbe necessario informare il ministro degli interni e l’opinione pubblica attanagliata dalla propaganda xenofoba che l’Italia ha di fronte un continente con decine di conflitti in corso. Cosi come bisognerebbe ricordare al ministro che l’apporto dei migranti all’economia italiana si aggira intorno a 9,6% del pil, con 8 miliardi annui di contributi previdenziali e almeno 5 miliardi di tasse versate all’erario. In Italia, contrariamente a ciò che comunemente si pensa, il volume della popolazione immigrata è da anni stazionaria, poco sopra i 5 milioni di persone, compresi 1,2 milioni di cittadini rumeni

Oggi incontro al Comune sulla vergognosa condizione delle lavoratrici degli asili - che non siano ancora una volta al massimo parole...

Lo Slai cobas ha presentato un esposto sulla illegale condizione delle lavoratrici degli asili comunali - di cui pubblichiamo stralci. 
Oggi lo Slai cobas andrà all'incontro convocato dal nuovo assessore alla PI, ma "sia chiaro - dicono le rappresentanti delle lavoratrici - non accetteremo l'ennesimo incontro in cui ad ogni nuovo assessore si tratta solo di rispiegare tutta la nostra storia... Che si leggano prima le nostre carte e diano effettive soluzioni ai gravi problemi esistenti!"

DALL'ESPOSTO:

La scrivente O.S., Slai cobas per il sindacato di classe, denuncia a codesta Amministrazione comunale il mancato controllo sulle violazione di norme contrattuali e leggi nei confronti delle lavoratrici degli asili nido, scuole materne e centro dell'infanzia comunali, addette all'attività di pulizie e ausiliariato.
L'Amministrazione comunale, Ente appaltante, è obbligata in solido, in quanto ha l'obbligo di controllare il pieno rispetto di norme e leggi.

- Le lavoratrici, oggi 88, dipendenti fino a giugno 2018 della Ditta Servizi Integrati srl, e precedentemente dipendenti di varie ditte, ultime: Thesis, Trial, hanno un contratto di “addette alle pulizie” e di 1 ora e 50 minuti al giorno e 11 alla settimana.
Le stesse, invece, svolgono anche l'attività di ausiliariato.
Questa attività, benchè sia stata ufficializzata nell'ultimo capitolato speciale di appalto, quindi

martedì 26 giugno 2018

Il compagno Pati Luceri attivista No Tap è stato arrestato in Grecia: solidarietà dallo Slai Cobas sc: Pati deve essere subito rilasciato!


PATI LUCERI E' STATO ARRESTATO A KAVALA IN GRECIA durante una iniziativa #NoTAP per aver praticato la solidarietà militante e per non aver fatto un passo indietro contro le angherie e i soprusi della polizia ellenica. Insieme a lui sono stati arrestati altri attivisti tra i quali 3 consiglieri comunali di Kavala: Nikos Xanthopoulos, Manolis Kelaidakis e Spiros Proousaus, presidente della comunità municipale di Amygdalena Dimitris Poursaitidis e Themis Kalpakidis  presidente dell'Associazione agricola di Kavala.
Pati luceri è un attivista del Movimento NO TAP e strenuo difensore della nostra terra, uomo  che mai ha fatto un passo indietro e che pratica con il proprio corpo quello che per tanti è solo uno slogan: LA SOLIDARIETA' E' UN'ARMA
Anche questa volta non si è tirato indietro ed è per questo che siamo sempre dalla sua parte e quando è possibile al suo fianco.

PATI LUCERI LIBERO SUBITO
LA SOLIDARIETA' E' UN'ARMA, LA SOLIDARIETA' E' UNA PRASSI.
Dal collettivo NonSoloMarange

Ilva - ci sarebbe la proroga di un mese? Nei prossimi giorni documento dello Slai cobas sc

(dalla stampa on line)

"...Luigi Di Maio, potrebbe decidere di prorogare la gestione dei commissari straordinari, nell’attesa che l’esecutivo giunga ad una soluzione in grado di accontentare tutti.
Alcune voci che circolano nelle ultime ore informano di uno slittamento di soli trenta giorni. Inoltre, secondo alcune associazioni dalla Arcelor Mittal starebbero addirittura «silenziosamente prendendo possesso della fabbrica.»
Da un lato, le associazioni,dal Comitato cittadini e lavoratori liberi e pensanti, FLMUniti-CUB, Giustizia per Taranto, Tamburi Combattenti, Taranto Respira, Tutta Mia La Città e liberi cittadini, in una nota congiunta spiegano quanto sia inutile il salvataggio dell’Ilva...
Nell’attesa di una decisione definitiva in tempi brevi, le associazioni sostengono che qualcosa potrebbe essere fatto nell’immediato, cioè «rendere pubblici il piano industriale ed il piano ambientale e legiferare in modo da neutralizzare gli effetti dei decreti salva-Ilva...»
Le associazioni sindacali Fim, Fiom, Uilm e Usb ribadiscono che l’accordo sindacale «rimane un vincolo imprescindibile senza il quale non consentiremo l’ingresso del nuovo acquirente.» e avvertono che qualora non dovesse arrivare una convocazione dal Mise entro il 26 giugno provvederanno a riunire «immediatamente il Consiglio di Fabbrica ILVA per decidere le iniziative di mobilitazione necessarie a impedire azioni unilaterali da parte di AM InvestCO.»
Una nuova proroga alla gestione commissariale sembra quindi profilarsi questa soluzione per l’Ilva. Il Governo, il ministro Di Maio, non sanno che pesci prendere in relazione al futuro della più grande acciaieria d’Europa... 
Il ministro dell’Economia sarà a Taranto, con molta probabilità, nei primissimi giorni della prossima settimana. Incontrerà i commissari per farsi spiegare lo stato di salute (?) delle casse di Ilva. Casse sempre più vuote e prosciugate da un’impresa che somma ormai soltanto perdite (oltre 50 milioni di euro al mese). Gli stipendi di giugno, relativi a circa 14 mila dipendenti, sono a rischio. E, nel caso di una nuova proroga ai commissari, lo Stato dovrà reperire altri 90 milioni per coprire i costi di gestione sino alla fine dell’estate.

ULTIME NOTIZIE: Enzo Albertini non sarà all'incontro

A seguito nostra lettera/richiesta il presidente di “Napoli sotterranea” non sarà più all’incontro di domani.
Ringraziamo il consigliere reg. Gianni Liviano per questa decisione opportuna.
 
Lavoratrici Slai cobas per il sindacato di classe

Lavoro nero e molestie sessuali: un modello per Taranto? Inviatoci da Je sò pazzo-ex Opg di Napoli - LETTERA APERTA A LIVIANO

 Enzo Albertini non deve essere invitato, non deve parlare!

Lettera aperta al consigliere regionale Gianni Liviano,
Ai mass media di Taranto

Ti inviamo questa nota informativa con video mandataci dall'Ex Opg di Napoli.
Ti chiediamo di revocare l'invito per domani
nell'incontro "Taranto - Connessioni : Napoli sotterranea con gli ipogei, Puglia con Matera 2019" al presidente di "Napoli sotterranea", Enzo Albertini, accusato di sfruttamento del lavoro nero e anche di violenze e molestie sessuali.

Le lavoratrici Slai cobas per il sindacato di classe

L'INFORMAZIONE INVIATACI DALL'EX OPG
lavoro nero e molestie sessuali nella "Napoli sotterranea":

Questo è il modello che si vuole esportare a Taranto?
Liviano domani alle ore 18.30 nell’auditorium dell’ex Ospedale Vecchio in via Ss. Annunziata a Taranto invita a parlare uno che sfrutta il lavoro nero e che adesso è accusato di violenze e molestie sessuali proprio sul posto di lavoro!
Infatti, sarà ospite di questo secondo appuntamento, anche Enzo Albertini, presidente di “Napoli sotterranea”

CHI E' ENZO ALBERTINI?
Abbiamo fatto uscire questo video in cui una ex lavoratrice racconta, il capo di imputazione è violeza sessuale e molestie sessuali con l'aggravante del rapporto di lavoro:
E oggi siamo andati al processo:


AGGIORNAMENTO DAL PROCESSO DI GRAZIA!

Stamattina avrebbe dovuto avere luogo la prima udienza preliminare nei confronti di Vincenzo Albertini, Presidente di Napoli Sotterranea, per violenza e molestie nei confronti di una ex lavoratrice.
Purtroppo nemmeno questa volta l'udienza c'è stata (è la terza volta che viene rinviata!) perché i difensori del patron di Napoli Sotterranea hanno aderito all'astensione dalle udienze indetta dalle Camere Penali per il 25-26 e 27 giugno.
Quindi udienza rinviata al 3 luglio!

Né noi né Grazia ci faremo abbattere da questi intoppi ed ostacoli, non ci fermeremo né la lasceremo mai sola: aspetteremo con determinazione e convinzione il 3 luglio e andremo avanti!

E sorridiamo, perché è un altro modo per mostrare i denti.

#MAIPIU' Violenze sul lavoro!

giovedì 21 giugno 2018

Video conferenza a Taranto per il 19 giugno

Giornata di solidarietà e sostegno ai prigionieri politici nel mondo.
Presentazione meeting a Parigi per l’anniversario del maggio/giugno francese 68.

Cementir - si prosegue a fatica lungo la stessa strada: corsi e cassa integrazione, ma nessuna luce sul futuro lavorativo neanche nella nuova proprietà Italcementi


Cementir, vertice a Bari. Intesa tra azienda, sindacati e Regione sul lavoro. In attesa della Italcementi
Nuova importante riunione sulla vertenza Cementir.  presso la sede della Presidenza della Giunta della Regione Puglia, innanzi ai componenti del Comitato SEPAC della Regione Puglia Stefano Basile, Francesco Lacarra e Paolo Di Schiena, sono intervenuti il Dirigente e Funzionario dell’Area di Crisi Industriale della Regione Puglia, Elisabetta Biancolillo e Francesco Maiellaro, per la Cementir Italia S.p.a. Massimo Quintavalle, Vincenzo Lisi e Rosa Marino e per le Organizzazioni Sindacali la FILLEA CGIL Taranto con Francesco Bardinella e Giuseppe Altaviila, la FILCA CISL Taranto con Silvio Gulli e la Feneal UILcon Michele Marcosano

La situazione del personale
In apertura di riunione si è ricordata la situazione occupazione dei lavoratori del sito di Taranto: il personale della Cementir Italia S.p.a. ha inizialmente goduto del trattamento straordinario di integrazione salariale con decorrenza dal 22/12/2016 e scadenza al
21/12/2017, rientrando il sito in questione nell’area industriale di crisi complessa di Taranto; il 20/12/2017 presso il Ministero del Lavoro fu sottoscritto un verbale di accordo
concernente il ricorso ad un ulteriore trattamento straordinario di integrazione salariale,
dovendo l’azienda provvedere al completamento del piano di recupero occupazionale già

La situazione dell'appalto Ilva - lo Slai cobas per il sindacato di classe condivide la richiesta di una mappatura

Necessaria secondo lo Slai cobas una nuova organizzazione dell'appalto e dei lavoratori, un nuovo tavolo di trattativa che tratti congiuntamente tutto l'appalto e che permetta di affermare la fine della precarietà e una parità di trattamento tra operai Ilva e appalto e tra tutte le ditte di appalto


La Fiom e la Cgil, in attesa della convocazione presso il Ministero dello Sviluppo Economico per riattivare il tavolo della trattativa tra Arcerol Mittal e organizzazioni sindacali, hanno chiesto un

Conclusa l'agitazione al Cimitero per la gara di appalto - ora si rilancia la lotta per la bonifica

Con un incontro al Cimitero S. Brunone tra operai e l'assessore all'ambiente Viggiano accompagnata dalla dott/ssa Galeone, direttrice del Cimitero per conto dell'amministrazione comunale, si è conclusa la fase attuale di lotta dei lavoratori per la nuova gara d'appalto.
I lavoratori lamentavano il dimezzamento della durata della gara da 5 anni a 30 mesi,
l'inserimento di nuovi lavori costosi per la ditta destinataria dell'appalto che avrebbe potuto mettere in dubbio gli aumenti salariali per avvicinare il salario dei lavoratori a quello del contratto cimiteriale.
L'assessore Viggiano e la dottoressa Galeone hanno fornito ai lavoratori e allo Slai cobas sc un

NO all'archiviazione dell'inchiesta sulla Diossina - istanza dello Slai cobas sc a Procura e Corte Costituzionale - il 3 luglio al Tribunale!

SLAI Cobas per il sindacato di classe

TA. 21.6.18


Alla PROCURA DELLA REPUBBLICA
DI TARANTO

Al GIP competente


Alla CORTE COSTITUZIONALE
ROMA


La scrivente Calderazzi Margherita, coordinatrice dello Slai cobas per il sindacato di classe chiede a codesta Procura, al GIP competente di non procedere all'archiviazione – richiesta dal PM Mariano Buccoliero – dell'inchiesta penale sullo sversamento di diossina sul quartiere Tamburi negli anni tra il 2013 ed il 2015 – accertato definitivamente dall'Arpa e dovuto alle polveri degli elettrofiltri dell'impianto di agglomerazione dell'Ilva.

Chiediamo che il 3 luglio c.a. non dobbiamo assistere ad una inaccettabile anomalia, per cui: viene sì accertato che la diossina proveniva dal ciclo produttivo dell'Ilva, raggiungendo, come descrive l'Arpa, livelli mai registrati e unici al mondo sulla base della letteratura scientifica disponibile; viene sì

Lo Slai cobas oggi presenta denuncia alla Procura contro Vico Ludovico, presidente del PD Jonico: deve essere inquisito! 49mila euro avuti da Archinà/Ilva

SLAI Cobas per il sindacato di classe
Sede legale: Taranto v. Rintone, 22 telefax 099/4792086 – 347/5301704 – C.F. 90177580736 - e mail: cobasta@gmail,com

TA. 21.6.18
Alla PROCURA DELLA REPUBBLICA
DI TARANTO

DENUNCIA E RICHIESTA DI INDAGINE

La scrivente Calderazzi Margherita, coordinatrice dello Slai cobas per il sindacato di classe chiede a Codesta Procura di procedere nei confronti di VICO LUDOVICO ex deputato del PD e attuale presidente del PD Jonico, per aver ricevuto dall'Ilva e in specifico da Girolamo Archinà 49 mila euro per la campagna delle elezioni politiche del 2006 (anno in cui comincia la sua carriera di parlamentare), nonché per i suoi rapporti con lo stesso Archinà per le vicende dell'Ilva.

Quanto sopra è emerso dalle dichiarazioni rese dal Vico come teste nell'udienza del 8 maggio 2018 del processo “Ambiente svenduto” - di cui si allega il verbale stenotipico che riporta, da pag. 127 a pag. 139, tale testimonianza. Ripresa anche da tutta la stampa locale nel giorno successivo (vedi stralcio articolo allegato).

In particolare vogliamo sottoporre all'attenzione di codesta Procura, l'anomalia dei contatti intrattenuti per diversi anni dal Vico con il Girolamo Archinà, che vanno ben oltre una motivazione professionale, tant'è che lo stesso Vico Ludovico li definisce, in un passaggio della sua testimonianza, “molto confidenziali” (vedi pag. 133 del verbale allegato).
Il sostegno elettorale e i rapporti di Archinà erano chiaramente finalizzati ad ottenere un intervento parlamentare del Vico per le note vicende dell'inquinamento dell'Ilva. E, in particolare, per ottenere sia pressioni verso il governo (allora Berlusconi) per un'accelerazione del rilascio dell'Aia - intervento che il Vico effettivamente fece (vedi pag. 130 del verbale allegato); sia iniziative parlamentari volte alla modifica dell’art. 674 del codice penale (getto pericoloso di cose) – intervento che il Vico smentisce ma su cui i magistrati affermano- come riporta la stampa locale, non smentita - che Ludovico Vico si fece promotore affinchè passasse la derubricazione delle sanzioni previste da tale articolo da “contravvenzione” a semplice sanzione amministrativa di 6.516,00.

Da ciò, a parere della scrivente, si deduce che il lauto contributo elettorale di 49mila euro dato dall'Ilva al Vico era di fatto uno scambio di favori.

Come poi non considerare quantomeno anomala una interlocuzione tra Vico ed Archinà, in cui oltre a scambiarsi informazioni, si scambiavano opinioni, confrontavano pareri, per esempio sul Sindaco di Taranto, sul presidente della Regione e sulle loro azioni e ordinanze che riguardavano sempre il problema Ilva/Ambiente?

Nelle intercettazioni della Guardia di Finanza dei colloqui telefonici di Vico con Archinà, il Vico appare chiaramente schierato al fianco del dirigente Ilva. In una di queste, riportate dalla stampa, il Vico si lamenta del collega del suo partito, Roberto Della Seta, perchè avrebbe “promosso iniziative parlamentari ritenute altamente dannose per il siderurgico. Ad Archinà giunsero, però, le rassicurazioni di Vico: “A questo punto… lì alla Camera dobbiamo farli uscire il sangue… A Della Seta.. Perché deve capire che non deve rompere le palle”.

Il Vico nell'udienza del 8.5 c.a. ha tentato di giustificare i 49mila euro, in modo, a parere della scrivente, risibile ammettendo di averli presi, ma dicendo che li aveva regolarmente registrati -
come se questo bastasse a rendere legittima una mega tangente dei Riva volta evidentemente ad avere una voce compiacente in parlamento (cosa che è continuata ad accadere anche negli anni recenti col sostegno ai decreti sull'Ilva dei governi, compreso il decreto n. 92 del 2015 che la Corte costituzionale ha ritenuto illegittimo nella parte che riguarda il dissequestro dell'Altoforno 2 che aveva provocato la morte dell'operaio Alessandro Morricella).

La scrivente O.S. chiede pertanto a codesta Procura di voler accertare l'esistenza di reati commessi dal Ludovico Vico.

Lo Slai cobas per il sindacato di classe si mette a disposizione per fornire eventuali altre notizie che potrebbero essere considerate necessarie.

Lo Slai cobas per il sindacato di classe chiede di conoscere l'esito delle indagini.



Slai cobas per il sindacato di classe

Per comunicazioni:
Slai cobas per il sindacato di classe via Rintone, 22 – 74121 Taranto -3475301704 – slaicobasta@gmail.com – pec. slaicobassc@pec.libero.it

Anche ArcelorMIttal si dice soddisfatto dell'incontro con Di Maio - Ma come sta la situazione

Anche per Mittal "quello con Di Maio è stato un buon incontro". MA
- ha confermato di voler partire dal 1° luglio;
- ha confermato gli investimenti: 4,2 miliardi totale, di cui 1,1 miliardo per l'ambiente (lì dove ne servirebbero 8, come da conteggio fatto nell'inchiesta Todisco), 1,2 miliardi per lo sviluppo industriale (che vuol dire, non nuova tecnologia ma recupero della ritardata manutenzione e investimenti negli altoforni e impianti) e 1,8 miliardi per l'acquisizione;
- sull'impiego di tecnologie per ridurre l'impatto ambientale, nulla di concreto, solo un generico impegno della Mittal per gli anni futuri, per un centro di ricerca per un progetto di utilizzo del gas ai fini della decarbonizzazione della produzione;
- sull'occupazione, nessun cambiamento, ma solo speranza da parte del Mi.Se che AmInvestco "apra a un assorbimanto di tutti gli addetti Ilva al netto di quelli che saranno coivolti dal turn over, quelli che saranno interessati da incentivi all'esodo e quelli che saranno impegnati nelle bonifiche" - della serie: "se non è zuppa è pan bagnato": alla fine sono gli stessi numeri di esuberi che vuole la ArcelorMittal.

Quindi, stiamo come eravamo...

mercoledì 20 giugno 2018

Ilva - Tutti soddisfatti da Di Maio - Occorrerebbe un pò di serietà...

E' in un certo senso sorprendente. Da Emiliano, ai sindacati, agli ambientalisti, alla Confindustria di Taranto, nonostante posizioni differenti e spesso opposte, se ne sono tornati tutti soddisfatti, qualcuno addirittura entusiasta (Emiliano: ora sto meglio... piena collaborazione con il ministro che ha ascoltato con enorme interesse per tutta la mezz’ora; Cesareo Confindustria: “E’ stato un incontro di segno assolutamente positivo: ringraziamo il Ministro Di Maio per il tempo dedicatoci" - questa del tempo sembra una barzelletta...). Alle associazioni ambientaliste è bastata la "vicinanza alla sofferenza" espressa da Di Maio - Dal loro comunicato unitario: "Il Ministro ci ha manifestato la sua vicinanza per una sofferenza che non è dissimile da quella patita per la terra dei fuochi, sua territorio di origine. Ha detto inoltre che il nostro contributo sarà tenuto nella dovuta considerazione e che saremo parte del processo decisionale in corso, convenendo che “Taranto ha diritto di respirare”. 

Di Maio si è limitato ad ascoltare (d'altra parte in pochi minuti cos'altro ci poteva essere), ha detto ad ognuno la frase, banale, che si aspettavano ("I cittadini di Taranto hanno diritto a respirare" - addirittura!? o ai sindacati "salute, lavoro e ambiente non possano essere in contraddizione" - una frase geniale che nessuno prima aveva detto...) - e ha rimandato tutti a decisione a venire.
In altri momenti si sarebbe parlato di: presa per i fondelli... Dove alla fine chi deciderà realmente sono governo e padroni (come prima), con il punto interrogativo dei sindacati confederali - se sottoscriveranno subito o si opporranno e lo faranno dopo con alcune assicurazioni.

Ma tant'è per molte delle realtà andate da Di Maio è bastata l'etichetta del M5S per accettare una situazione assurda in cui la tragedia rischia di trasformarsi in una farsa.

Intanto ArcelorMittal, con alcune innovazioni di parole, ribadisce i suoi tempi e i suoi piani...

Agli operai dell'Ilva e dell'appalto che ogni giorno rischiano la vita - DI MAIO SULLA SICUREZZA SUL LAVORO: CORPORATIVISMO DI STAMPO FASCISTA, POPULISMO, MA L’IMPORTANTE E’ NON TOCCARE I PADRONI!

Marco Spezia
Tecnico della Salute e della Sicurezza
Progetto “Sicurezza sul Lavoro – Know Your Rights!”.

DI MAIO SULLA SICUREZZA SUL LAVORO: CORPORATIVISMO DI STAMPO FASCISTA, POPULISMO, MA L’IMPORTANTE E’ NON TOCCARE I PADRONI!

Il 14/06/18 il nuovo Ministro del Lavoro Luigi di Maio ha letto una informativa alla Camera sugli incidenti sul lavoro.
Non ho trovato il testo completo dell’informativa, ma una sintesi di RAI News al link:
(quindi fonte attendibile), di quanto ha detto.

Tale sintesi è più che sufficiente a capire quali siano le vere intenzioni del nuovo Governo (sedicente “del cambiamento”) sulla tutela della vita dei lavoratori: corporativismo di stampo fascista e populismo per tenere buoni i lavoratori e totale asservimento ai padroni che non rispettano le leggi.
A seguire riporto quanto detto da Di Maio (virgolettato come riportato nell’articolo di RAI News), con i miei commenti.

Il Ministro ha esordito con una frase che esprime chiaramente quali siano le intenzioni del Governo: “Non è alimentando il conflitto tra imprese e lavoratori che aumenteranno i diritti dei lavoratori, è il momento di fare squadra”.
Quindi, secondo M5S e Lega, questo è il momento in cui si debba fare squadra, si debba collaborare, ci si debba vicendevolmente aiutare tra imprese capitaliste, il cui unico scopo è quello di fare profitto sulla pelle dei lavoratori, e i lavoratori stessi, sfruttati, precari, senza diritti, ricattati e uccisi di infortunio o di malattie professionali.
E’ come chiedere di fare squadra tra un leone e una gazzella!

Quello proposto da Di Maio è corporativismo di stampo fascista bello e buono: siamo tutti sulla stessa barca, “voi” remate e spaccatevi la schiena, “noi” teniamo la barra del timone e decidiamo da che parte andare! L’importante è che non vi lamentiate: facciamo squadra, no?

Oltre a questo, tra le righe si legge anche la volontà del Governo che quei Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS) che oggi (nonostante ricatti, intimidazioni, impedimenti) fanno

Incontri con Di Maio: Emiliano "ora sto meglio", Melucci "sono ottimista"... Di Maio è tutta immagine, ma la sostanza non è ancora chiara

EMILIANO: “Voglio dire ai cittadini di Taranto che la connessione e la comunicazione tra la regione Puglia è il ministero dello Sviluppo Economico è stata ricostruita e ripristinata
Questa è una cosa di un’importanza enorme... Il ministro ha ascoltato le nostre posizioni, gli ho consegnato la nostra ultima proposta che gli consentirà di decidere – nell’eventualità in cui scelga di proseguire l’attività industriale della fabbrica..." Se invece deciderà di riconvertire immediatamente la fabbrica senza consentirne la prosecuzione dell’attività “noi ci limiteremo a chiedere assicurazione sui livelli occupazionali...“. Quindi “piena collaborazione con il ministro che ha ascoltato con enorme interesse per tutta la mezz’ora del colloquio, devo dire è stato estremamente cordiale e quindi se devo trasmettere un’impressione personale: la città di Taranto e i cittadini sanno adesso di poter contare su un ministro dello Sviluppo economico che non ha interesse a risolvere la crisi aziendale punto e basta, ma vuole definitivamente dare un assetto alla questione Ilva per i prossimi anni“.
Se si deciderà di far proseguire l’attività industriale della fabbrica “l‘unica strada possibile è la cosiddetta decarbonizzazione, ovviamente nei tempi industrialmente accettabili non si può pensare di decarbonizzare immediatamente“. Se si decide di chiudere “secondo il mio giudizio, occorre una quantità di denaro enorme, che ovviamente prevede non solo tutte le bonifiche ma anche la costruzione di alternativa industriali“. In conclusione, Emiliano ha aggiunto “sto meglio, perché le mortificazioni che ho avuto in passato sono state terribili...“.

MELUCCI: “È stato un incontro gradevole, ho trovato un ministro con un sano equilibrio, molto pragmatico e siamo fiduciosi che ci si possa mettere a lavorare... Penso e spero non si resetti tutto quello che è stato fatto in questi mesi, c’è un cauto ottimismo ora bisognerà vedere la distanza tra le parti“, ha aggiunto: “Come si fa a essere per la chiusura, quando c’è un plafond di 5 miliardi di investimenti, parchi minerari di cui sta partendo il cantiere e già da qualche settimana procedure ambientali e investimenti in tecnologie... non siamo nel migliore dei mondo possibili, però, prima di fermare tutto e aspettare utopiche ventennali bonifiche – non si sa con quali coperture – preferisco restare coi piedi per terra e mi fa piacere che anche il ministro abbia questo approccio“.

ILVA - Incontro al Mi.Se: sindacati confederali "rassicurati" - Di Maio, però, intende ripartire dal "lavoro di Caldenda"...

Sono apparsi rassicurati i rappresentanti dei sindacati all’uscita dall’incontro odierno al MiSe, per quel che riguarda la trattativa Ilva. Nel corso dell’incontro con i leader di Fim, Fiom e Uilm, infatti, il  ministro dello Sviluppo, Luigi Di Maio, avrebbe più volte tranquillizzato le organizzazioni sindacali: “Di Maio ha più volte detto che non avrebbe fatto accordi che non siano condivisi e che non siamo in un’epoca in cui salute, lavoro e ambiente possano essere in contraddizione“, hanno detto al ministro Marco Bentivogli, Francesca Re David e Rocco Palombella lasciando il ministero dopo un incontro in cui di fatto il ministro ha ascoltato le voci della trattativa.
All'incontro tenutosi oggi al Mise, “il ministro ha detto due cose importanti: la prima è che bisogna fare un accordo condiviso, la seconda è che non siamo in un’epoca in cui salute ambiente e lavoro possono essere messi in contrapposizione tra di loro” ha detto Francesca Re David, segretario generale della Fiom Cgil, aggiungendo “immagino che Di Maio cercherà una soluzione giusta da