martedì 31 luglio 2018

Info: Il piano e la nota ufficiale di ArcerlorMittal

(Dal Corriere di Taranto)
ArcelorMittal ha diramato una nota ufficiale, dopo il tavolo al MiSE. Arcelor Mittal, si legge nella nota, ha presentato i suoi impegni aggiuntivi rispetto al contratto di affitto e acquisto di Ilva ad un gruppo di istituzioni e stakeholder interessati all’acquisizione di Ilva da parte della Società. Gli impegni aggiuntivi sono conseguenza del recepimento della controproposta da parte del MISE (Ministero per lo Sviluppo Economico) presentata dai Commissari Straordinari il 19 luglio. Tutte le richieste sostanziali sono state accettate dalla Società il 23 luglio 2018.
Gli impegni aggiuntivi superano di gran lunga i termini del contratto del 2017 firmato dal Gruppo con il Governo italiano per il contratto di affitto e acquisto di Ilva. Questi impegni aggiuntivi, che rappresentano i migliori e definitivi impegni da parte di ArcelorMittal nelle aree chiave di intervento indicate di seguito, saranno formalizzati firmando un addendum al Contratto, in base a un testo già definito dopo l’accettazione da parte di ArcelorMittal di tutte le parti sostanziali delle controproposte dei Commissari Straordinari.
Gli impegni aggiuntivi possono essere raggruppati come segue e includere, anche se non limitati a, le seguenti misure:
Ambiente
ArcelorMittal:
– Garantirà che le prestazioni ambientali di Ilva saranno conformi alla normativa ambientale italiana ed europea e tra le migliori di qualsiasi impianto integrato di acciaio operativo in Europa, attraverso l’attuazione delle misure di protezione ambientale stabilite nel DPCM 2017 e oltre
– Continuerà a rispettare il limite massimo di produzione di 8 milioni di tonnellate di acciaio liquido dopo il termine del piano di risanamento ambientale e industriale (che termina nel 2023), a condizione che qualsiasi ulteriore aumento dei livelli di produzione venga raggiunto attraverso l’applicazione di processi di produzione a basse emissioni di carbonio (come il gas naturale)
– Accelererà sia gli investimenti sia il successivo avvio di un nuovo centro di Ricerca e Sviluppo, del valore di 10 milioni di euro a Taranto, dedicato all’identificazione di nuove tecnologie produttive a minor impatto ambientale.
Sostegno, coinvolgimento e trasparenza nei confronti delle comunità locali
ArcelorMittal:
– Avvierà una collaborazione annuale tra ARPA Puglia, ASL e AReS per la realizzazione di uno studio di valutazione dell’impatto sanitario a Taranto e nell’area circostante l’acciaieria
– Introdurrà iniziative di trasparenza e condivisione delle informazioni rivolte alle comunità locali, per ricostruire un rapporto di fiducia e comprensione, ivi incluse l’apertura del sito di Taranto per le visite guidate e il frequente impegno con i rappresentanti della comunità
– Investirà fino a 1 milione di euro all’anno per 5 anni dal momento in cui diverrà gestore di Ilva, per sostenere la sanità e gli imprenditori.
Occupazione, fornitori e iniziative di economia circolare
ArcelorMittal:
– favorirà la conclusione positiva della procedura di consultazione con i sindacati, tenendo conto

Agli operai Ilva che vogliano ragionare con la loro testa, da operai

C'era un tempo in cui i padroni ragionavano e agivano come padroni, il governo (posto a tutela degli interessi generali della classe dei padroni) faceva la politica che salvaguardasse il sistema sociale del capitale, i sindacati facevano i sindacati che rispetto alla politica dei padroni e del governo, si battevano, organizzavano e lottavano per gli interessi degli operai.
Ma c'erano anche e soprattutto gli operai più attivi, più coscienti che, quando anche il sindacato più vicino alla storia di lotte dei lavoratori la tradiva, si auorganizzavano, costruivano in fabbrica e fuori propri comitati, organismi, e soprattutto lottavano, riuscendo spesso a imporre gli interessi di classe e a strappare risultati.

Oggi siamo al 50° del 1968/69/Autunno caldo, ed è bene riprendere quella storia fatta di tantissime lezioni per gli operai - Noi lo stiamo facendo e in autunno ne cominceremo a parlare diffusamente.

Ma oggi è diverso, oggi c'è la crisi! I sindacati non erano diventati come quelli di oggi. Dicono anche gli operai, quasi rassegnandosi che non si può vincere, che non si possono fare lotte vere.
Ma negli anni 68/69/70 gli operai non lottavano perchè erano già sicuri di vincere (anche allora la reazione padronale e dello Stato era tremenda: licenziamenti, cariche poliziesche, ecc.), lottavano perchè si ribellavano! Perchè la lotta, gli scioperi, con le fermate, i blocchi, le occupazioni, le varie e creative forme di blocco della produzione, erano la strada unica e giusta. In quegli anni già comincia il cambiamento di natura della Fiom/della Cgil, ma gli operai rispondono con i comitati di base, ecc. 

L'ILVA E' UN ESEMPIO ESEMPLARE DI COME ORA SEMBRI DIFFICILE TUTTO QUESTO.

Dicevamo del 2012/2014: "Ilva la tempesta perfetta". Oggi ci troviamo di fronte a una ripresa della tempesta, MA IMPERFETTA.
Nel senso che neanche tutti, e ognuno per proprio conto, fanno la loro parte per contribuire ad una tempesta annunciata che sembra senza fine; ma oggi, in più, alcuni degli "attori" fanno la parte di altri, benchè il fine oggettivo di questa tempesta, se non scendono in campo gli operai, sarà comunque la consegna degli operai mani e piedi agli interessi politici del governo e agli interessi di profitto dei padroni.

Il governo di oggi, non fa più (o non lo fa ancora) un'ennesimo decreto pro Ilva, ma per bilanciare gli interessi politici/elettorali e quelli del sistema padronale, fa populismo a parole, fa la finta "democrazia di tutti" (che, attenzione è invece molto in sintonia con una logica fascista - chi più di Mussolini convocava i raduni di massa - in cui il "tutti" è di fatto "nessuno", e alla fine decide uno; in cui il "tutti" è ridurre ad individualità (in cui anche l'ultimo dovrebbe contare - come in facebook) che si oppone ed è contro l'organizzazione degli operai e delle masse, unica straada per contare e decidere) per sembrare vicino agli interessi degli operai e dei cittadini, e rende cancrenosa la situazione nei fatti.

I sindacati confederali, compresa l'Usb, seguono, o peggio attendono (vedi ultima dichiarazione dell'Usb), i passi del governo, i Tavoli di incontri con governo e/o azienda, fanno al massimo qualche minaccia, non credibile, ma si guardano bene dal fare attività che si possa chiamare "sindacale". Qualcuno di essi (Fiom, Usb) scarica la responsabilità delle mancate lotte sul clima tra i lavoratori, ma sono, nella versione buona, come quei genitori che dopo aver "educato" i figli a non fare niente, a non assumersi alcuna responsabilità (frenandoli anche i momenti pur confusi di ribellione) poi si lamentano e danno a loro la colpa di come sono diventati. Della serie: prima sono loro a "svitare i bulloni..."

GLI OPERAI SEMBRA CHE DEBBANO SBATTERE LA FACCIA CONTRO IL MURO E FARSI VERAMENTE MALE PER RIBELLARSI.

Noi non abbiamo paura delle sconfitte. Perchè le sconfitte servono anche a fare piazza pulita di idee sballate e a trovare la via giusta. Ma occorre che qualche operaio cominci a regionare con la propria testa.

Permetteteci su questo di riprendere da Marx - le cui analisi e le cui indicazioni sono tremendamente attuali e devono servire per aprire gli occhi e la mente. Chiaramente qui Marx parla della rivoluzione, ma il problema che a volte le sconfitte servono più delle vittorie per capire la strada giusta, vale anche nella quotidiana lotta di classe:
"...Chi soccombette in queste disfatte non fu la rivoluzione. Furono i fronzoli tradizionali prerivoluzionari, risultato di rapporti sociali che non si erano ancora acuiti sino a diventare violenti contrasti di classe, persone, illusioni, idee, progetti, di cui il partito rivoluzionario non si era liberato prima della rivoluzione di febbraio e da cui poteva liberarlo non la vittoria di febbraio ma solamente una serie di sconfitte.
In una parola: il progresso rivoluzionario non si fece strada con le sue tragicomiche conquiste immediate, ma, al contrario, facendo sorgere una controrivoluzione serrata, potente, facendo sorgere un avversario, combattendo il quale soltanto il partito dell'insurrezione raggiunse la maturità di un vero partito rivoluzionario".

Ilva - Per USB è sempre e solo il governo che deve risolvere la vertenza... E gli operai? Che aspettino inerti

La posizione dell'Usb è una delega in bianco al governo, a Di Maio. Questo non solo è il contrario di quello che dovrebbe fare un sindacato (tra l'altro nato in Ilva come alternativo ai sindacati confederali...), ma non fa che accompagnare un clima di attesa, fiducia e illusione verso il M5S presente tra settori di operai, che oggi è la cosa più negativa che c'è in tutta la drammaticità della questione Ilva. 

Ilva, USB: nessun passo avanti

Nazionale, 30/07/2018 14:13
Si è concluso in tarda mattinata l'incontro promosso dal ministro Di Maio sulla cessione di Ilva ad Arcelormittal. L'azienda ha esposto il cosiddetto "addendum" ovvero le modifiche al piano ambientale apportate dietro richiesta esplicita del governo.
Il piano è in sostanza quello precedente con qualche significativa accelerazione sui tempi di realizzazione delle opere. Un fatto positivo ma che non modifica nella sostanza gli impegni economici su questo terreno e non garantisce la produzione di acciaio compatibile con il diritto alla salute ed il rispetto dell'ambiente.
Inoltre la stessa determinazione del governo a modificare il piano ambientale non è stata messa in campo sul terreno occupazionale per quanto a oggi è dato sapere. Ci attendiamo quindi un ruolo attivo del governo in questa vertenza. È ancora il governo il soggetto che può e deve indurre la multinazionale a modificare la sua posizione. O, parimenti,  decidere una strada alternativa a quella della cessione del gruppo ai privati.
 
Francesco Rizzo USB Taranto
Sergio Bellavita USB nazionale

lunedì 30 luglio 2018

I sindacati domani si incontrano con AM

E' stato un incontro informativo, in cui ArcelorMittal ha illustrato alcuni miglioramenti al piano ambientale sul solco del precedente, su cui comunque faremo degli approfondimenti. Ma il piano ambientale è strettamente legato al piano industriale e all’obiettivo della piena occupazione. Ci aspettiamo che il Ministro Di Maio convochi al più presto un tavolo, perché non c’è più spazio per trattative solo tra le organizzazioni sindacali e l’azienda, che finora peraltro non hanno prodotto nessun risultato. Nel caso in cui si raggiunga un’ipotesi di accordo, dovrà comunque essere sottoposta al voto e all’approvazione di tutte le lavoratrici e di tutti i lavoratori”. Lo dichiarano in una nota Francesca Re David, segretaria generale Fiom Cgil e Maurizio Landini, segretario nazionale Cgil, come riportano le agenzie. «Tutte le migliorie apportate al piano ambientale di Ilva sono un punto di forza e ci trovano favorevoli. Se piano ambientale e industriale vanno di pari passo ci aspettiamo l’anticipazione dei tempi anche sulla ripresa della trattativa sindacale»: sono le parole del segretario generale della Uilm, Rocco Palombella, a margine dell’incontro di oggi. «A fronte di un piano così ambizioso – dice Palombella – siamo certi che la ‘nuova’ Ilva avrà bisogno di tutta la sua forza lavoro. Con un accordo sindacale a zero esuberi daremmo finalmente delle risposte certe e coerenti a lavoratori e cittadini, sia sul piano ambientale che su quello occupazionale. L’addendum prevede di ridurre al minimo le fonti inquinanti attraverso tutte le nuove e migliori tecnologie esistenti mentre, di anno in anno, attraverso il centro di ricerca di Taranto verranno sempre aggiornate e implementate. Inoltre AM ha messo nero su bianco l’anticipazione degli interventi ambientali secondo un piano molto serrato», spiega. «A nostro avviso è ora il momento di aumentare gli sforzi e trovare un accordo sindacale sul piano occupazionale, sfruttando la ripresa del confronto», conclude.

Passi in avanti di ArcelorMittal sul piano ambientale - Stiamo a vedere


Eliminare le fonti di inquinamento attraverso l’implementazione delle misure di tutela ambientale e accelerare i tempi di esecuzione degli interventi ambientali. Nell’addendum che ArcelorMittal presenta alle parti oggi al tavolo sull’Ilva, sul piano ambientale l’azienda si impegna anche a vincolare l’incremento della produzione per il periodo successivo alla durata del piano all’impiego di processi di produzione alimentati a gas o di processi alternativi a basso utilizzo di carbone. Il documento, si legge e come riferiscono fonti di agenzie, «è meramente illustrativo degli impegni aggiuntivi che AM Investco Italy è disponibile ad assumere nei confronti dei Commissari Straordinari delle società del Gruppo Ilva in AS, in aggiunta agli impegni già assunti in sede di offerta e nel contratto valido e vincolante firmato il 28 giugno 2017». Tra gli esempi di cosa significano per l’Ambiente i miglioramenti rispetto a DPCM del dicembre 2017, i passi aggiuntivi comporteranno, segnala il documento, per «la CO2 una riduzione del 15% delle emissioni per tonnellata di acciaio liquido prodotto, sull’impianto sinterizzazione (rispetto alle migliori tecnologie Europee disponibili), riguardo le polveri una riduzione del 30%, rispetto alle diossine una riduzione del 50%, sul ‘Wind Days’ l’azzeramento polveri al 2020, ovvero 18 mesi in anticipo, per l’acqua la riduzione di utilizzo del 15% al 2023, sui rottami, economia circolare attraverso utilizzo rottami per ridurre ulteriormente CO2 e consumo energetico».

Tavolo al Mise - come previsto nessuna novità - Di Maio si pavoneggia


Stamane Tavolo Ilva al MiSE. «Ho chiesto ad ArcelorMittal dei miglioramenti sul piano ambientale e occupazionale e per me non sono ancora soddisfacenti». Lo ha detto il ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro, Luigi Di Maio. Del piano ambientale e occupazionale di ArcelorMittal per Ilva «hanno discusso oggi associazioni, sindacati e azienda e domani credo ne discuteranno sindacati e azienda» ha concluso Di Maio. «

Bari - ricordare gli antifascisti uccisi nel 1943 per non darla vinta ai nuovi fascisti

intervista a repubblica oggi

Bari e l'eccidio di via Dell'Arca: ecco i documenti della città antifascista

In strada per rivendicare la libertà acquisita, dopo la caduta del regime fascista. Quella stessa libertà difesa strenuamente nelle scuole. A 75 anni dall’eccidio di via Niccolò dell’Arca a Bari, nel quale, il 28 luglio 1943, persero la vita 20 manifestanti, tra studenti e insegnanti, sono state rinvenute centinaia di lettere e telegrammi che evidenziano il ruolo di rilievo dell’antifascismo barese e la solidarietà di celebri intellettuali italiani. “Queste testimonianze – spiega il direttore dell’Ipsaic Vito Antonio Leuzzi – rappresentano uno dei grandi momenti della storia culturale e civile della città e della nazione”.




di Gennaro Totorizzo

L’Amiu licenzia sette lavoratori della Kratos


ILVA la farsa DI MAIO è per accerchiare gli operai e convincerli che la soluzione in corso è la migliore possibile

Il tavolo odierno di Roma è davvero una farsa propagandistica di Di Maio, in classico stile populista. Chi partecipa a quest'incontro la avalla!
Oggi ArcelorMittal silimitarà ad illustrare quello che è già anticipato da giorni sulla stampa. 

Questo lo dovrebbero capire anche ambientalisti, comitati di cittadini, abitanti dei Tamburi che non hanno bende sugli occhi o interessi di schieramento elettorale da difendere.
Quello che Di Maio chiama 'cittadini' altro non è che la sua base elettorale - che vuole da un lato consolidare, dall'altra tenerla "accontentata" a fronte di cambiamenti delle promesse elettorali fatte dal M5S e delle inevitabili manifestazioni di scontento. 
Di Maio prende tempo, per coprirsi le spalle, scaricando poi sugli altri un accordo che sarà più o meno quello proposto da Calenda; e per trattare la contraddizione interna con la Lega.

Intanto la fabbrica resta in mano ai commissari, continua il suo processo di degrado delle condizioni di lavoro, di sicurezza che mettono quotidianamente a rischio di infortuni e morte.

Questo mega inganno a operai e cittadini può essere rotto solo dalla lotta autorganizzata degli operai che raccolga intorno a sè le masse popolari.

   
"L’Ilva: Luigi Di Maio convoca il tavolo sull’acciaieria tarantina ma non si limita ad invitare sindacati,  commissari dell’azienda e rappresentanti della ArcelorMittal, il possibile acquirente dell’impianto. Il vicepremier, a sorpresa, allarga la riunione a ben 62 interlocutori, compresi i sindaci della zona, i presidenti di Puglia, Liguria e Piemonte e, soprattutto, tante associazioni di cittadini e comitati di protesta. Tutti convocati per questa mattina alle 10 al ministero dello Sviluppo economico per valutare, in due ore, il dossier aggiuntivo che ArcelorMittal presenterà.
Un incontro oggettivamente informativo, per la quantità di persone coinvolte e per la durata prefissata.

Editoriale del 21 luglio dal blog proletari comunisti

I padroni e il governo fascio-populista Di Maio-Salvini precipitano l’Ilva in una nuova fase acuta della crisi che mette ulteriormente in discussione i posti di lavoro, salari, diritti degli operai, il piano di trasformazione dell’Ilva e il piano di bonifica e risanamento ambientale dei quartieri popolari aggrediti dall’inquinamento.
La fabbrica resta intanto in mano ai commissari, continua il suo processo di degrado delle condizioni di lavoro, di sicurezza che mettono quotidianamente a rischio di infortuni e morte.
Ripartiamo dalla storia concreta più recente.
Da anni questa fabbrica è nelle mani dello Stato, è gestita dai governi tramite i commissari; dal 2017 essa è stata virtualmente ceduta ai nuovi padroni indiani dell’ArcelorMittal; da mesi è in corso una trattativa romana, intorno al piano della Mittal che è fondato su 10mila operai assunti, 4000 scaricati e gli operai dell’appalto con un futuro prevalente di licenziamenti e cassintegrazione permanente. A questo la Mittal ha aggiunto una novazione contrattuale che, tramite le vigenti leggi, fino al jobs act, comporta tagli di salari e di diritti acquisiti. Sul piano ambientale, invece, l’unica cosa è l’avvio

domenica 29 luglio 2018

ILVA - Quelli che a Taranto fanno demagogia, populismo e sono "nemici" della lotta seria operaia e popolare...


I referenti del cosiddetto "Piano Taranto":

(ieri dal "Quotidiano"): Hanno accolto "positivamente la notizia (del procedimento amministrativo avviato da Di Maio sulla gara alla ArcelorMittal - ndr) i referenti del Piano Taranto, la piattaforma finalizzata ad un accordo di programma che preveda la chiusura delle fonti inquinanti (leggi: chiusura di tutto lo stabilimento Ilva - ndr), bonifiche con il reimpiego degli operai e riconversione economica del territorio" 

(da Buona sera Taranto): "Le associazioni che si riconoscono nel Piano Taranto sembrano voler conservare una linea di credito nei confronti del Movimento Cinquestelle"

I portavoce del M5S Taranto - tra i principali sostenitori del Piano Taranto

(da Corriere di Taranto): 

«Il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, ha perso un’altra occasione per essere realmente incisivo su Ilva. Ha nuovamente dimostrato di essere incapace di entrare nel merito della questione legata al siderurgico, preferendo accusare inutilmente il metodo utilizzato dal ministro Di Maio». Lo sottolineano in una nota congiunta i parlamentari del M5S, Cassese, De Giorgi, Ermellino, Vianello, il consigliere regionale pugliese, Galante, e i consiglieri comunali di Taranto, Battista e Nevoli. I pentastellati si riferiscono alle affermazioni del primo cittadino di Taranto, secondo il quale il tavolo istituzionale al Mise sulla vertenza Ilva convocato lunedì 30 luglio, «è una ennesima messa in scena»... 
(una banale verità... Ma i M5S - alcuni Liberi e pensanti - vogliono continuare ad illudere e prendere in giro la gente. Non aspirano altro che essere chiamati al Tavolo a Roma e se si parla di lotta vera, strillano contro gli "agitatori". - ndr) 

sabato 28 luglio 2018

Riva Forni Elettrici fa grossi profitti, mentre gli operai Ilva e i cittadini di Taranto ancora non vedono un centesimo di risarcimento e rischiano sempre più lavoro, salari

La famiglia Riva, con Riva Forni elettrici che raggruppa tutte le attività dei Riva nei prodotti lunghi, ha ripreso ad accumulare profitti - ricavi per oltre 3 miliardi nel 2017, sempre sullo sfruttamento e l'attacco ai diritti, salute.
"Anche senza Taranto il gruppo si conferma come il principale player italiano nel settore dell'acciaio e tra i principali produttori europei, con una quota di mercato superiore al dieci per cento".
Dopo essersi liberato delle "scorie" giudiziarie dell'Ilva (come le chiama la stampa al servizio dei padroni) con un accordo transattivo che ha portato a recuperi da parte dell'Agenzia per le entrate e sanzioni amministrative per un totale di poco più di 100 milioni - che neanche sono stati versati, visto che la RFE "ha anche reperito nell'ambito della propria compagine sociale un versamento a fondo perduto di 180 milioni finalizzato a neutralizzare l'effetto finanziario della transazione", la famiglia Riva incrementa il fatturato (+26%), il patrimonio netto, si espande nei mercati, ecc. E, per il futuro: "E' ragionevole presumere - spiega l'amministratore delegato Claudio Riva - che si possano conseguire risultati in linea con quelli dell'anno scorso, o addiruttura migliorativi".

Ancora una volta la questione Riva/Ilva è uno specchio illuminante del capitale, delle sue leggi criminali, di un sistema, governativo, giudiziario che, a parte piccole sbavature, continua a spianare la strada ai padroni e solo a loro.
L'idea giusta che chi ha provocato morti, malattie, chi ha inquinato paghi, si dimostra una illusione in in questa società capitalista, in cui chi ha pagato e continua a pagare sempre di più sono gli operai, che hanno permesso ai Riva di fare prima profitti e di continuarli a fare ora più di prima, e le masse popolari.
E' solo il potere proletario, frutto di una rivoluzione proletaria, di una guerra di popolo, che può mettere realmente fine a questo crimine legalizzato, che può dare giustizia!

Ilva - DI MAIO COMPRENSIVO CON MITTAL E UILM-FIM CHE ACCETTANO OPERAI DI SERIE A E B

Lunedì gli operai non si aspettino niente di nuovo e niente di buono. Occorre passare dalle attese, preoccupazioni, illusioni, alla lotta seria sulla "piattaforma-decreto operaio".

Lunedì prossimo, 30 luglio, Di Maio ha convocato a Roma i sindacati e altre parti (?), non per una ripartura della trattativa sindacale ma solo per fare da platea a Mittal che deve illustrare la sua ultima proposta.
Ma c'è da dire che su questo sia la posizione di Di Maio si è molto ammorbidita nei confronti di Mittal, sia la posizione di Uilm e Fim e in corso di cambiamento.

Sulla gestione della gara per l’Ilva Di Maio dice schierandosi a difesa di Mittal «il vero pastrocchio l’ha fatto la parte pubblica non ArcelorMittal... la gara è stata fatta male dai miei predecessori, non è stata interpretata male dal privato  il classico esempio in cui si creano incertezze sul mercato perché si scrivono male le gare e ne risente un privato... I rappresentanti di ArcelorMittal fanno il loro lavoro che è quello di voler entrare in Ilva, ma non posso affidare uno stabilimento di questa importanza ambientale e occupazionale a un’azienda senza avere certezze che è tutto in regola»

In realtà sta andando in scena, sulla pelle degli operai, dei cittadini, da parte del governo, di Di Maio,
un intreccio tra azione da avventuriero e politica populista da "ingannapopolo". Una strada escluderebbe l'altra, in termini di cose da fare e non fare già da ora, in termini di mega soldi da rimborsare (circa 3,5 miliardi) e da mettere di nuovi; d'altra parte, se la gara venisse annullata e avviata una nuova non avrebbe senso la continuazione della trattativa con l'attuale ArcelorMittal e i tempi si allargherebbero enormente; così come è in contrasto la continuazione della copertura dei parchi minerali (con soldi che devono essere coperti dalla Mittal) e intanto sparare ogni tanto, ad uso di chi lo ha votato, la chiusura dell'area a caldo, o la decarbonizzazione/uso del gas della Tap, per cui il M5s aveva detto NO, schierandosi, prima e durante le elezioni, con chi lotta contro la Tap....

Questo porta solo a tenere in standby gli operai, che chiaramente sono preoccupati, sono stanchi di questi giochi sulla loro pelle, ma sbagliano tantissino a stare fermi, ad aspettare, alcuni ancora con illusioni sul M5S.

Rispetto ai sindacati confederali che usano in generale da un lato minacce a parole e dall'altro ben più concrete attese di incontri, ieri sulla stampa sono uscite queste nuove dichiarazioni di Uilm e Fim sulla questione delle assunzioni dei lavoratori, degli esuberi.
Rocco Palombella segretario nazionale della Uilm dice: "La base di partenza sono gli attuali 10.700 lavoratori in servizio, in cassa integrazione ruotano sulle tremila persona nei vari siti Ilva. Noi chiediamo che tutti i 10.700 transitino in Arcelor e che i restanti stiano in amministrazione straordinaria costituendo un bacino da cui attingere"
Valerio D'Alò, segretario territoriale di Fim-Cisl dice: "A tutti i lavoratori deve essere data la garanzia occupazionale e se all'attuazione del piano industriale ci sono ancora lavoratori in amministrazione straordinaria deve essere datoloro la garanzia di un'occupazione".

Ma, ieri non dicevano che tutti i lavoratori, 14.000, devono entrare in Am Investoco ed essere dipendenti di Am Investoco e poi vedere chi vuole andare via con incentivo, chi destinato alle bonifiche...?
Ma queste posizioni non vanno nella direzione di quello che voleva il governo/proposta Calenda?

Nei fatti tutto finora lascia intendere che non ci sarà annullamento della gara, si andrà ad un accordo simile a quello già posto sul tavolo dal precedente governo, con qualche leggera modifica.

venerdì 27 luglio 2018

Emissioni di Gas - le "ammissioni" dell'ENI non convincono e non bastano affatto (nè le dichiarazioni del sindaco Melucci) - E' ogni mattina, anche oggi, che si sente odore di gas

La realtà è che l'ENI - industria di Stato, ma come l'industria privata - taglia sui costi della sicurezza, della manutenzione impianti, e opera attivamente solo sul fronte dell'incremento dei profitti, sulla pelle della popolazione a Taranto, come in altri paesi in Italia, e ancora di più sulla pelle e la vita delle popolazioni dei paesi del nord Africa, ecc.
"L'Eni è una multinazionale oggi presente in 71 paesi, che nel 2017 ha avuto una crescita produttiva di petrolio e gas del 3,2%. Solo nell'ultimo anno il portafoglio esplorativo è aumentato di oltre 97.000 kmq di nuove superfici, distribuite tra Kazakistan, Oman, Cipro, Costa d'Avorio, Marocco e Messico. Gli investimenti complessivi sono stati pari a 442 milioni di euro, di cui 83 milioni di euro in Ricerca & Sviluppo per il settore Esplorazione & Produzione, in aumento rispetto ai 62 del 2016".

Stralci dal Corriere di Taranto del 26/7

"...si è tenuto quest’oggi il Consiglio comunale sulle questioni afferenti alle emissioni odorigene scaturite dagli impianti industriali della raffineria Eni nella notte dal 17 al 18 luglio 2018, per le quali si sono segnalate notevoli criticità e lamentele fra i cittadini del rione Tamburi, con diversi casi di ricorso al Pronto Soccorso per irritazioni cutanee e problemi respiratori... l’agenzia regionale per la protezione dell’ambiente ha evidenziato, a seguito di riscontri, che “nel periodo delle segnalazioni, le centraline di monitoraggio della qualità dell’aria poste al perimetro della Raffineria, ed in particolare quelle poste sotto vento rispetto agli impianti della Raffineria, hanno evidenziato   incrementi delle concentrazioni di alcuni inquinanti (Idrogeno solforato, benzene, DMS) di tipo odorigeno o associati al ciclo produttivo”.

Nei giorni scorsi è giunta al Comune di Taranto la nota dell’Eni con la quale si è fatta esplicita

27 luglio 2012 - La seconda giornata di lotta degli operai Ilva paralizza la città... - Dal Libro "Ilva la tempesta perfetta"

Corrispondenza n.2 giornata del 27 luglio. Dal ponte girevole
"Se ieri è stata la giornata dell'invasione operaia della città, oggi è il giorno dell'assedio e paralisi completa. Dalla mattinata sono bloccati gli accessi alle statali per Bari e Regio Calabria, il ponte girevole e il ponte Punta Penna (accesso alle strade da e per Brindisi).
Oggi a Taranto non si entra e da Taranto e non si esce, se non son estrema difficoltà, nè dentro Taranto è facile muoversi.
La mattinata si è aperta con l'assemblea generale all'esterno della portineria D nella quale sono calati o segretari nazionali Palombella e Landini, da cui gli operai hanno ascoltato parole che hanno lasciato poca chiarezza e nessuna fiducia.
Subito dopo sono ripresi i blocchi in tutti i punti strategici per l'accesso e uscita da Taranto. In poco tempo la paralisi della circolazione è stata completa.
Tra gli operai, i numeri sono inferiori a quelli di ieri, anche per la dispersione e distanza tra i diversi punti presidiati, resta la stessa confusione di idee e prospettive, ma crescono determinazione e l'insofferenza verso i presunti rappresentanti istituzionali e sindacali. Poche, quasi bandite, bandiere e striscioni.
Buona invece l'accoglienza verso il manifestino dello slai cobas per il sindacato di classe, anche oggi al fianco degli operai in lotta, e le sue parole d'ordine che indicano lavoro e salute come entrambi irrinunciabili, ma anche i responsabili che devono pagare: i padroni, Riva e i tutti i loro amici e complici.
Verso mezzogiorno arriva un camioncino con un lungo rotolo di telo retinato e pali innocenti con cui gli operai costruiscono una specie di porticato lungo tutto un lato del ponte, per ripararsi almeno in parte dal sole a picco. Segno che vogliano andare avanti col blocco ancora per molto.

In conclusioni di giornata ha fatto la sua comparsa il sindaco Stefàno, che ha raggiunto il ponte su una volante della polizia. È venuto a offrire il Municipio come ulteriore sito da occupare, per dimostrare che il comune sta dalla parte dei lavoratori e magari fare del municipio il luogo della
protesta, allentando la morsa su tutta la città. È venuto per lodare gli eccezionali risultati ottenuti nel tavolo istituzionale di ieri: 336 milioni (329 pubblici e 7 privati) da spendere in 5 anni per avviare i lavori di bonifica dei siti industriali, e per convincere gli operai a stare sereni e avere fiducia.
Dal capannello di operai che lo ha circondato vengono una chiara insofferenza "basta letterine di Natale", una brusca richiesta "vogliamo certezza di lavorare e di non pagare noi nessun altro prezzo", una promessa "se lunedì stiamo ancora in questa situazione, puoi scordartelo di tenere in
pace il tuo primo consiglio comunale".

Andato via il sindaco continuano i capannelli e le tante voci sul da farsi, tra le tante idee comincia a farsi strada quella di tornare prima o poi in fabbrica, ma questa volta per occuparla..."

giovedì 26 luglio 2018

26 luglio 2012: cominciano le 2 lunghe giornate di lotta degli operai Ilva - dal Libro "Ilva la tempesta perfetta"

Per richiederlo: pcro.red@gmail.com

Taranto: lunga giornata di rabbia operaia- 1° giorno

Gli operai hanno dato vita a due giorni di rivolta, con sindacati contestati perché volevano frenarla, perché non si schieravano con nettezza e decisione a difesa dello stabilimento e dei posti di lavoro.
Un lungo pomeriggio di lotta e rabbia operaia oggi a Taranto, con blocchi del ponte girevole e della statale 106 che proseguono ancora e per tutta la notte, mentre i sindacati hanno proclamato lo sciopero a oltranza.
Già ieri gli operai avevano bloccato per un paio d’ore le statali di accesso alla città, al termine dell’assemblea indetta dai sindacati.
Oggi alle 14.00 le agenzie hanno rilanciano la notizia che il G.I.P. Todisco, al termine dell’inchiesta per disastro ambientale, ha disposto il sequestro, senza facoltà di continuità d’uso, dell’area a caldo dello stabilimento Ilva e gli arresti domiciliari per 8 tra proprietari, dirigenti ed ex dirigenti.
Immediatamente l’azienda ha messo in libertà i lavoratori e i sindacati hanno chiamato alla mobilitazione. Un imponente corteo di 8mila parte dallo stabilimento e marcia verso la città.
Hanno bloccato ancora le statali, attraversato la città vecchia, bloccato per oltre un’ora il ponte, e infine raggiunto la Prefettura, dove era in programma un incontro tra prefetto e segreterie sindacali per “ottenere chiarimenti sul contenuto e le conseguenze immediate del provvedimento della Magistratura”.
Al ponte e poi sotto la prefettura si è unita alla folla di operai una delegazione dello Slai Cobas per il sindacato di classe che partecipa alla lotta e sostiene gli operai, ma con parole d’ordine differenti da quelle dei sindacati confederali.
Il coro “il lavoro non si tocca” è rimbombo a lungo per tutto il pomeriggio, ma a parte la feroce determinazione a difendere il proprio lavoro, tra gli operai abbiamo

Ilva - Piano Mittal, azione di Di Maio e altro - alcune note

LA PROPOSTA MITTAL
Il piano "migliorativo" presentato da Mittal porta come unico passo avanti la questione dei tempi di attuazione in fabbrica delle prescrizioni aziendali, che dovrebbero essere anticipati ad agosto 2020 (rispetto al 2023) - una anticipazione già annunciata settimana fa. La copertura dei parchi minerali invece che a luglio 2021, dovrebbe concludersi a gennaio 2020; quella per i parchi a carbone dovrebbe essere anticipata a giugno 2020. Altri interventi con tempi più brevi dovrebbero riguardare anche altri reparti dell'area a caldo, 6 mesi di anticipo sulla depolverazione dell'impianto di agglomerazione; 30 mesi di anticipo sull'intervento per la loppa dell'altoforno,
Vi sarebbe, inoltre, un'accellerata per la sperimentazione della tecnologia per l'utilizzo del preridotto in sostituzione del carbone.
Su tutto il resto - esuberi, condizioni contrattuali e retributive - non ci sono affatto nuove proposte migliorative. La situazione, anche rispetto all'accettazione da parte di Mittal delle condizioni poste dai commissari Ilva, resta in generale la stessa del piano presentato da Calenda poco prima del cambio di governo - che non era affatto una soluzione! E non è un caso che qui la Mittal non è entrata nei dettagli.
Sull'occupazione, AmInvestco assumerebbe sempre e solo 10.100 lavoratori. Gli altri 3.800 andrebbero in due società: una privata e una pubblica - di fatto sempre la famosa prospettiva della Bad Company - con periodi di cassintegrazione e periodi di attività lavorativa nelle bonifiche; solo al termine dei 5 anni vi sarebbe un generico impegno della Mittal ad assorbire i lavoratori eventualmente rimasti; ci sarebbero poi gli incentivi all'esodo, sui 100mila euro
Sul fronte contrattuale, salariale, del mantenimento dei diritti dei lavoratori, torniamo alla casella di partenza, in un certo senso anche più indietro dell'ultima fase di trattativa con i sindacati su questo punto. Mittal, infatti dice che "darebbe la sua disponibilità a supportare - nell'ambito della procedura sindacale (ex articolo 47) - insieme a tutte le parti sociali interessate. il raggiungimento di un'idonea soluzione da definire nell'eventuale accordo sindacale per ciascuno degli attuali dipendenti di Ilva in Amministrazione Straordinaria, entro la scadenza del piano industriale (cioè il 2024)".
Tradotto, vuol dire che vi sarà comunque una novazione contrattuale per ogni lavoratore - alla luce delle leggi attuali a favore dei padroni, in primis Jobs act, con nessuna garanzia di conservazione dei diritti acquisiti sia normativi che salariali; compresa chiaramente la fuoruscita dalla garanzia dell'art.18.

Di fatto è la riproposizione dell'ultimo piano Calenda che già era stato respinto, anche dai sindacati, e di cui riportiamo in sintesi una analisi critica che facemmo a giugno:
1) L'accordo prevede il divieto di licenziamenti entro 5 anni dei lavoratori assunti da Am Investco. Quindi dopo 5 anni AM Investco può procedera a licenziamenti collettivi, cosa che gli consentirebbe di passare da 10mila a 8500 operai nel 2023; in ogni caso si concede a Mittal di utilizzare nella fase organizzativa Cigs e contratti di solidarietà; quindi una parte degli operai pur assunti dalla AM Investco potrebbero trovarsi subito in cigs
2) l'accordo prevede una divisione nella divisione degli operai già prevista in precedenza. Ora, però, si opera un'altra differenziazione:
1500 lavoratori andrebbero ad una nuova società denominata "Società per Taranto" costituita da Ilva e da Invitalia, questi lavoratori in cigs sarebbero impegnati a rotazione in attività trasferite a questa società da Am Investco; quindi il lavoro di questi 1500 operai è subordinato a se e quando Mittal passa delle attività (quali attività? Togliendole agli operai dell’appalto?), e comunque questo "impegno" durerebbe solo fino a giugno 2021, cioè solo per 3 anni.
I restanti 2300 lavoratori rimarrebbero in carico all'Amministrazione straordinaria, ma solo per la durata del piano ambientale e industriale e con ampio utilizzo della cig ("che comporta - dice l'accordo - una riduzione media della retribuzione del 10%" - ma è di più come gli operai già sanno); qui viene messo il contentino che, se e quando AM Investco avesse bisogno di nuove assunzioni, il lavoratore potrebbe passare alle sue dipendenze.
3) per i lavoratori dell'indotto non c'è niente di niente! Nessuna occupazione, perderebbero il lavoro e basta; c'è solo un generico impegno per AM Investoco a preferire le aziende locali a parità di costo e di qualità di fornitura;
4) il governo darebbe incentivi per licenziamenti "volontari", autoimprenditorialità, accompagnamento alla pensione (che per l’età media degli operai Ilva vuol dire tanti anni ancora) per un massimo di 100mila euro a lavoratore, ma "da modulare in funzione della permanenza in Cigs", quindi più stai in cigs meno hai.

L'AZIONE DI DI MAIO

Di Maio sta coniugando, in maniera confusa, e illogica praticamente, la procedura di azzeramento della gara d'appalto alla ArcelorMittal (ora dice: atto dovuto per "autotutela"), con un rinnovato impegno di incontri - come il prossimo lunedì 30 luglio, in cui ha invitato sindacato e parti interessate (?) ma solo per fare da platea a Mittal che deve illustrare la sua ultima proposta.
In realtà sta andando in scena, sulla pelle degli operai, dei cittadini, un intreccio tra azione da avventuriero e politica populista da "ingannapopolo". (Una strada escluderebbe l'altra, se la gara venisse annullata e avviata una nuova non avrebbe senso la continuazione della trattativa con l'attuale ArcelorMittal e i tempi si allargherebbero enormente; così come è in contrasto la continuazione della copertura dei parchi minerali (con soldi che devono essere coperti dalla Mittal) e intanto sparare ogni tanto, ad uso di chi lo ha votato, la chiusura dell'area a caldo, o la decarbonizzazione/uso del gas della Tap, per cui il M5s aveva detto NO, schierandosi prima con chi lotta contro la Tap...).
Questo porta solo a tenere in standby gli operai (che chiaramente sono preoccupati, sono stanchi di questi giochi sulla loro pelle, ma sbagliano tantissino a stare fermi, ad aspettare, alcuni ancora con illusioni sul M5S; con i sindacati confederali che usano da un lato minacce a parole e dall'altro ben più concrete attese di incontri).
Nei fatti tutto finora lascia intendere che non ci sarà annullamento della gara si andrà ad un accordo simile a quello già posto sul tavolo dal precedente governo, con qualche leggera modifica sul fronte bonifiche, con uno scambio di fatto tra piccoli miglioramenti sul piano ambientale e lavoro e diritto degli operai. In cui la salute dei lavoratori e dei cittadini non viene agitata per dare risposte effettive alla difesa della salute, ma come carta da mercanteggiare.
Tutto questo viene accompagnato dallo sciagurato ruolo del demagogo Emiliano, che ora fa il battitore libero tra PD (di cui vuole conservare la poltrona) e il M5S.
Di Maio, infine, non fa i conti (o li fa dietro le quinte) con il suo alleato Salvini, che, facendosi interprete di quello che vogliono i padroni, in particolare i bresciani del nord, dice praticamente: poche chiacchiere, l'accordo va fatto... E alla fine, come su altri fronti del governo, è il fascista Salvini che conta...

IL RAZZISMO INDUSTRIALE
Sulla questione della trasformazione della produzione da carbone al preridotto, della lavorazione di bramme non fatte più a Taranto ma importate e prodotte altrove si parla di una produzione che dovrebbe essere fatta in Asia, in India, nel nord Africa. 
Della serie: gli operai e gli abitanti di Taranto non devono ammalarsi, morire; gli operai e la popolazione dell'Asia, India, paesi del Nord Africa, sì.
La salute a la vita degli italiani val bene la malattia e la morte degli indiani, degli africani?
Su questo i cari ambientalisti non dicono nulla?

mercoledì 25 luglio 2018

LA TAP INTERNA ALLA GUERRA COMMERCIALE MONDIALE DEGLI USA - ALLA CONTESA USA/URSS - E IL PRESIDENTE DEL GOVERNO FASCIO POPULISTA VA DA TRUMP A DIRE "SI'", COME L'INGANNAPOPOLO M5S CHE, CON UNO SCHIAFFO IN FACCIA ALLA POPOLAZIONE NOTAP, ORA DICE "SI ALLA TAP"

"Ora sono entrati a gamba tesa gli Usa di Trump: “E’ un’opera chiave, è un progetto che va portato avanti”, spiegano all’ANSA dal Dipartimento di Stato. Un’opera chiave, sì. Perché per Washington il Vecchio Continente non può dipendere solo da un’unica fonte di approvvigionamento, la Russia.
Ed è quello che accadrebbe se si puntasse solo sul progetto Nord Stream, il gasdotto che porta il gas russo in Germania attraverso il Mar Baltico, tagliando fuori tutti i Paesi dell’Europa orientale come l’Ucraina. Così a pochi giorni dalla visita del premier Giuseppe Conte alla Casa Bianca, il prossimo 30 luglio, dagli Usa arriva un chiaro messaggio: la sicurezza energetica dei nostri alleati è fondamentale per la loro e la nostra sicurezza nazionale. E la costruzione del Nord Stream fa sì che i due terzi delle importazioni europee di gas russo passi “attraverso un solo tragitto vulnerabile”.
“Questo – sottolinea il Dipartimento di stato – sarebbe contrario agli interessi dell’Europa”, e dunque anche agli interessi degli Usa. Di qui il sostegno degli Stati Uniti al Southern Gas Corridor, un progetto da 40 miliardi di dollari per portare in Europa il gas dal Mar Caspio. E la Tap, con quasi 900 chilometri di tubi sotto il Mare Adriatico, rappresenta l’ultima gamba da realizzare.
“Ci sono stati ritardi – sottolineano dall’amministrazione Trump – ma capiamo che la Tap ha oramai tutti i permessi necessari. Per questo “incoraggiamo gli italiani ad andare avanti”. In ballo c’è per l’Europa “un maggiore sicurezza energetica nel lungo periodo e una maggiore concorrenza all’interno dei loro mercati dell’energia”. E il presidente americano discuterà di questo anche con il presidente della Commissione europea, Jean Claude Juncker, che sarà ricevuto alla Casa Bianca questo mercoledì.".

martedì 24 luglio 2018

Ilva - TUTTO D'ACCAPO? Ma aspettare da DI Maio la "soluzione" è la "morte lenta"

Lo Slai cobas sc ha indicato la strada per gli operai. Leggi:

 http://tarantocontro.blogspot.com/2018/07/ilva-gli-operai-ora-pensano-di.html

Dalla stampa di Genova

Ilva, l'annuncio del ministro Di Maio: "Parte la procedura per l'accertamento di legittimità"

lunedì 23 luglio 2018

GENOVA -  Il ministro dello Sviluppo economico e vicepremier Luigi Di Maio sta per firmare l'avvio della procedura di accertamento sulla legittimità della gara di assegnazione dell'Ilva. "Sto per firmare gli atti per avviare tutti gli accertamenti" ha detto intervendo a una trasmissione su La7.
"Non ci sto - ha detto il vicepremier - a farmi fare la lezioncina da chi per 5 anni ha avuto in mano il dossier Ilva e ha fatto una procedura di gara "piena di criticità come risulta dal parere dell'Anac". E poi sempre Di Maio ha aggiunto: "Prima della tutela ambientale, prima della tutela occupazionale, viene la tutela della legalità".
Immediata è arrivato anche il commento dei sindacati.  "Se il vicepremier Di Maio decide di portare avanti un atto così di peso come quello di aprire di fatto un'indagine sulla gara per l'acquisizione degli impianti contestualmente dica come si tiene in piedi l'Ilva perché nel frattempo vanno garantiti produzione, occupazione e salario", ha detto il segretario genovese della Fiom Bruno Manganaro. "La legalità è importante ma lo sono altrettanto i 14 mila dipendenti dell'Ilva - ha aggiunto Manganaro - che non possono pagare per errori commessi da altri. Quindi chiediamo al ministro di convocare i sindacati e dirci come intende garantire la continuità degli impianti".
Il queste ore inoltre l'aggiudicatario del complesso siderurgico Arcelor Mittal sta
riformulando ai Commissari Straordinari una nuova proposta per il risanamento ambientale e il rilancio del gruppo.

lunedì 23 luglio 2018

Ilva - gli operai ora pensano di mobilitarsi - ma serve lotta sulla piattaforma operaia, per un decreto operaio

Gli sviluppi impetuosi degli avvenimenti degli ultimi giorni sembrano aver spinto i lavoratori a pensare seriamente a mobilitarsi.
Lo Slai cobas sc insiste da settimane che la chiave di volta della situazione è nelle mani degli operai e che gli operai hanno un solo modo per far pesare i loro interessi e le loro esigenze, e per rappresentare in questo gli interessi generali delle masse popolari di Taranto: l’arma della lotta, che non è la lotta per la lotta, ma è la lotta sulla piattaforma operaia per un decreto operaio.

La situazione è favorevole. Mittal è pronta a mettere sul tappeto ulteriori proposte, e si parla insistentemente di un incontro a breve tra Mittal e commissari per ufficializzarlo. Ma dalle indiscrezioni che appaiono già sulla stampa, noi non consideriamo queste proposte assolutamente esaustive e parlare di proposte migliorative è prematuro.
Solo la piattaforma operaia sostenuta dalla lotta può offrire il punto di riferimento del miglioramento

Bari - contro leghisti e razzisti - una prima iniziativa profondamente giusta - circolo proletari comunisti Taranto



(ANSA) - BARI, 12 LUG - "Infame razzista", "Salvini il Sud ti schifa". Sono le scritte apparse questa notte sulle serrande della sede del Movimento indipendente Libertà, in via Dante, impegnato nel quartiere Libertà di Bari in una raccolta di firme per regolamentare la presenza dei migranti sul territorio, definiti nei giorni scorsi "incivili e poco rispettosi delle regole". Ieri il parlamentare della Lega Rossano Sasso aveva chiesto e ottenuto dal ministro dell'Interno Matteo Salvini la promessa di una sua visita nel quartiere.
"Stamattina mi ha chiamato Rossano Sasso di Noi con Salvini - prosegue Cipriani - che mi ha preannunciato che il ministro Salvini verrà qui a settembre. Proporremo al Ministro che si faccia un decreto ad hoc finalizzato a creare un pool tra le forze dell'ordine per il controllo dei migranti sul territorio"

1948 - La rivolta operaia a Taranto - ricordando una grande pagina della lotta di classe, onorando l'operaio dell'arsenale, abitante in Città Vecchia, Angelo Raffaele Latartara

dalle cronache dell'epoca

Taranto nel corso dello sciopero dei cantieri navali e delle officine le forze di polizia caricano i manifestanti dinanzi alla sede della Camera del lavoro, uccidendo l’operaio Angelo Latartara e ferendo altri 4 manifestanti.
A Taranto negli scontri fra polizia e manifestanti, circa quindicimila secondo i dati della Questura, muore il ventisettenne Angelo Raffaele Latartara, operaio arsenalotto, socialista, colpito alla testa da un proiettile; i feriti sono nove, sette dimostranti, quasi tutti lavoratori dei Cantieri navali e dell'Arsenale, e tre poliziotti. Uno di questi, Giovanni D'Oria, muore due giorni dopo all'ospedale. La manifestazione per l'attentato a Togliatti è uno dei momenti più intensi della storia del movimento operaio tarantino del dopoguerra, tuttora vivo nella memoria degli operai più anziani. Il modo migliore di raccontarla è proprio attraverso le narrazioni di chi era presente: «Io stavo a bordo a lavorare, quando un napoletano che lavorava in officina, all'una ha sentito il comunicato e viene a bordo a gridare: "Hanno sparato a Togliatti! Hanno sparato a Togliatti!". Allora gli operai uscirono da bordo, uscirono dalle officine e si trovarono a piazza Congegnatori dove c'era la Commissione Interna. Piano piano, piano piano, si sono tutti raggruppati là. C'era un silenzio di lutto, un dolore! Allora: "Sciopero, sciopero! Dobbiamo uscire!". Siamo usciti dall'Arsenale e siamo andati a piazza Ebalia, dalla parte di Lungomare (dove c'era la Camera del lavoro, ndr). Siamo stati lì, tutto il sindacato, la Commissione Interna. All'epoca Voccoli era senatore e noi aspettavamo Voccoli che doveva fare il comizio. Allora la polizia fece una grande provocazione con la macchina. La gente era esasperata, la polizia girava, girava…… Il tenente che stava sulla macchina sparò su un compagno socialista, Latartara, gli spararono in fronte» (Nicola Taurino, allora operaio dell'Arsenale e militante del PCI). «Ci fu una grande sassaiola a Lungomare. Gli operai dell'Arsenale, gli operai dei Cantieri navali, persino i miticoltori, la gente comune, si radunarono sotto la Camera del lavoro e c'era una grande tensione. Poi, le camionette della celere cominciarono a creare subbuglio, perché volevano disperdere questa grande folla, questo grande assembramento di compagni, di persone. Naturalmente cominciarono a difendersi. Allora furono divelti gli alberi, furono divelte le mattonelle di marmo, ci furono dei grandi scontri. La polizia sparò e ci furono questi morti, questi feriti» (Cataldo Portacci, maestro d'ascia, militante del PCI). «Io portai all'ospedale un compagno della Commissione interna, Catapano, perché ebbe una pallottola fra le gambe. L'Italia fu bloccata, paralizzata. Togliatti, però, disse: "Non perdete la testa, mantenete la calma"» (Nicola Taurino). «Un brutto ricordo. Avevano attentato proprio al segretario politico del nostro partito. Poi, lo stesso Togliatti perdonò l'attentatore e fece uscire anche i fascisti dal carcere. Per dimostrare la vera democrazia » (Leonardo Miceli, operaio dell'Arsenale e militante del PCI). La CGIL proclama lo sciopero generale per il giorno 15. Nel pomeriggio dello stesso giorno si svolgono i funerali di Angelo Latartara. Il feretro è seguito da circa diecimila operai: «Descriverlo con le parole… non posso trovare le parole, adesso, per raccontare la folla, la tensione, il cordoglio, la solidarietà… Ecco, non ci sono parole per dire. Una grande manifestazione di massa, di popolo. Migliaia di persone…» (Cataldo Portacci). Il percorso del funerale viene limitato dalla polizia alla sola città vecchia, dove Latartara viveva, per evitare il passaggio nelle vicinanze delle sedi di partito e dei principali uffici pubblici siti nella città nuova. Nel discorso funebre gli oratori invitano gli operai a persistere nella lotta in attesa delle direttive del sindacato. Diverso il funerale di Giovanni D'Oria, avvenuto due giorni dopo: dalla caserma della Mobile di via Pupino il feretro, avvolto nella bandiera tricolore e accompagnato da autorità civili e militari, attraversa le vie del centro e raggiunge la chiesa di San Giovanni di Dio. Da lì, al termine della cerimonia funebre percorre via D'Aquino e, attraversato il ponte girevole, arriva a piazza Castello, dove gli vengono resi gli onori militari. A lui è intitolata la caserma di corso Italia.
Lo sciopero continua anche il giorno 16. Ai Cantieri navali l'astensione è quasi totale, all'Arsenale invece circa mille operai entrano al lavoro. Gli scioperanti cercano di impedirne l'ingresso ma la polizia interviene con nuove cariche. Il giorno dopo, lo sciopero viene revocato e le attività lavorative riprendono normalmente. La situazione si normalizza. Il bilancio della giornata del 14 luglio a Taranto è di trentatre denunce e otto arresti: Cosimo Ruggieri, Michele Briganti, Giovanni Villani, Giuseppe Stasi, Vincenzo Ferretti, Vincenzo Albano, Antonio Caricato, Saverio Ressa, tutti operai e militanti. Il processo si concluse nel 1950 con lievi condanne per sei imputati e l'assoluzione per insufficienza di prove per tutti gli altri. Poco tempo dopo per gli operai iscritti alla CGIL si apre l'epoca buia dei licenziamenti politici, attraverso i quali si cercherà di fare piazza pulita della componente comunista e socialista del movimento operaio tarantino.

Dall'Ilva, firma all'appello dei 5 operai licenziati Fiat-Fca Pomigliano

Da operaio Ilva sono totalmente coinvolto. Mi unisco all'appello firmandolo e condividendolo nei metodi che mi sono possibili.
Ho avuto la possibilità di conoscere alcuni di questi compagni durante lo sciopero dello scorso Marzo davanti ai cancelli della fabbrica di Pomigliano.
Consapevole che solo la lotta di classe paga, ritengo necessario un fronte comune di tutti gli operai di differenti realtà, uniti per la pretesa del diritto al lavoro e salute.
E per la nostra dignità di classe operaia, vero ed unico motore dell'economia globale.

W LA LOTTA DI CLASSE.

LORENZO SEMERARO OPERAIO ILVA

Dal Corriere di Taranto - la battaglia delle lavoratrici degli asili Slai cobas

domenica, 22 luglio, 2018

Asili comunali, ricorso delle lavoratrici dello Slai Cobas contro azienda Servizi Integrati srl

Corriere di Taranto
redazioneonline
Postato il 21 luglio 2018, 15:00 pm
Basta fare doppie mansioni: pulizia e ausiliariato, senza che l’ausiliariato sia mai stato loro riconosciuto e retribuito. Dopo tanti tentativi di ottenere questo riconoscimento e un adeguato inquadramento retributivo e contributivo, con l’Avv. Mario Soggia, le lavoratrici degli asili dello Slai cobas sc avviano il ricorso al Tribunale per il riconoscimento dei loro diritti”. È quanto si legge in una nota stampa dello Slai Cobas che annuncia il ricorso in Tribunale di Taranto, Sezioen Lavoro, del sindacato di classe contro l’azienda Servizi Integrati srl e iL Comune in solido “perché sia riconosciuto il loro effettivo lavoro”.
Riportiamo, di seguito, ampi stralci del ricorso:
«La lavoratrice…. presso lo studio dell’avv. Mario Soggia che la rappresenta e difende espone quanto segue:
1)  Lavora alle dipendenze della Servizi Integrati srl…;
2) Veniva assunta con contratto di lavoro a tempo indeterminato in data 01.09.2015 per lavorare ogni anno fino al 30 giugno e con sospensione non retribuita per i mesi di luglio ed agosto…
4) lavora per sei giorni alla settimana dal lunedì al sabato per un’ora e cinquanta minuti al giorno.
5) è stata assunta in qualità di operaio comune inquadrato al II livello retributivo del CCNL Multiservizi con l’applicazione del parametro 109 previsto per lo svolgimento della sola attività di pulimento;
6) effettivamente è addetta altresì all’attività di ausiliariato nell’ambito scolastico in cui lavora. Ed  infatti
  1. a) provvede al presidio degli accessi alla struttura attraverso la gestione della portineria negli orari di arrivo e uscita dei bambini e nel caso di ingressi di personale autorizzato (fornitori , manutentori ecc.);
  2. b) provvede alla apparecchiatura dei tavoli ed alla successiva pulizia e riordino degli stessi dopo il pasto principale, la merenda e la colazione;
  3. c) provvede al rispristino alla pulizia e sanificazione di tutti gli ambienti ogniqualvolta si renda necessario nell’arco della giornata (ad es. bagni, anche degli adulti, stanze sia al momento dell’attività che del pranzo, corridoi, scale, cortili , ecc.) e di tutti gli oggetti (giocattoli , mobili, tappeti da gioco, macrostrutture, anche esterne , seggioloni, specchi, ecc.);
  4. d) Si occupa del riordino degli spazi esterni con spazzamento di marciapiedi, vialetti e scale di accesso;
  5. e) Provvede alla predisposizione e collocazione dei materiali d’uso come asciugamani, bavaglini, prodotti per l’igiene (saponi, carta igienica, ecc.) in ogni sezione ed in ogni bagno ogni qualvolta si renda necessario;
  6. f) Si occupa del trasporto e ritiro carrello vivande al momento del pranzo, del lavaggio, sanificazione e della conservazione delle stoviglie, nonché del lavaggio dei vassoi , dei contenitori d’acciaio, degli utensili e delle attrezzature;
  7. g) Si occupa della gestione della lavanderia (lavaggio, asciugatura biancheria, predisposizione della biancheria quotidiana necessaria); della pulizia mediante lavaggio degli stracci utilizzati per le pulizie di uso quotidiano degli stracci puliti del mantenimento in buono stato delle strutture e delle attrezzature curandone la pulizia giornaliera e / o straordinaria secondo quanto previsto dal piano di autocontrollo di ciascuna struttura redatto ai sensi della legge vigente;
7) Le mansioni sopra elencate sono conformi a quanto previsto dal contratto per l’affidamento del Servizio di ausiliariato e Pulizia nelle scuole di infanzia comunale per la durata di trenta mesi rep. N. 9174 del 29.07.2015,  in virtù del quale il Comune di Taranto ha assegnato alla Servizi Integrati S.r.l., odierna resistente, il servizio di ausiliariato, pulizia, sanificazione degli ambienti, in diversi asili di Taranto, tra i quali quello ove lavora l’odierno ricorrente.
8) l’appalto prevede l’espletamento del servizio in piena applicazione delle prescrizioni dello stesso Capitolato Speciale D’appalto e secondo i contenuti indicazioni e termini del Progetto Tecnico .
9) in particolare, l’art. 8 del predetto capitolato (dedicato alla Descrizione del Servizio) indica in maniera analitica le prestazioni richieste all’impresa appaltatrice, suddivise in prestazioni ausiliarie ed operazioni di pulizia e sanificazione.  Nelle prime vengono indicate, tra le altre, le seguenti attività: apertura e chiusura delle sedi dei servizi educativi,  presidio degli accessi alla struttura attraverso la  gestione della portineria negli orari di arrivo ed uscita dei bambini e, nel caso, di ingresso di personale autorizzato; allestimento tavoli per  i vari pasti e successivo riordino; ripristino pulizia e sanificazione di tutti gli ambienti e di tutti gli oggetti (giocattoli ed altro); predisposizione e collocazione dei materiali d’uso (asciugamani, prodotti per l’igiene ecc.) movimentazione dei carrelli porta vivande al momento del pranzo ; lavaggio delle  stoviglie , degli utensili e delle attrezzature che vanno successivamente riposte; riordino e sistemazione del locale cucina , al termine della refezione; gestione della lavanderia (lavaggio, asciugatura biancheria, predisposizione della biancheria quotidiana necessaria) .
10) Il vigente CCNL per i dipendenti da imprese esercenti servizi di pulizia e servizi integrati/multiservizi, prevede (cfr. nota a verbale) che “i lavoratori di II livello – 1.9 – Operai comuni addetti ad altre attività ausiliarie di supporto in ambito scolastico, sanitario, in deroga  alle declaratorie previste per i singoli livelli contrattuali di inquadramento”, siano inquadrati al II livello con parametro 115…
Il credito retributivo ed eventualmente contributivo oggi rivendicato costituisce oggetto di azione nei confronti del datore di lavoro società appaltatrice in solido con l’amministrazione Comunale di Taranto quale committente…
Voglia il Tribunale di Taranto – Sezione Lavoro
  1. a) Accertare che il ricorrente svolge alle dipendenze della società resistente attività di ausiliariato ai sensi del CCNL applicato e che pertanto ha diritto all’applicazione del parametro retributivo 115 e non già del parametro 109 così come operato;
  2. b) Condannare la Servizi Integrati Srl in solido con il Comune di Taranto in persona del Sindaco in carica domiciliato ope legis a Palazzo di Città in solido fra loro al pagamento in favore della ricorrente…

domenica 22 luglio 2018

ILVA, I NODI TORNANO AL PETTINE

I padroni e il governo fascio-populista Di Maio-Salvini precipitano l’Ilva in una nuova fase acuta della crisi che mette ulteriormente in discussione i posti di lavoro, salari, diritti degli operai, il piano di trasformazione dell’Ilva e il piano di bonifica e risanamento ambientale dei quartieri popolari aggrediti dall’inquinamento.
La fabbrica resta intanto in mano ai commissari, continua il suo processo di degrado delle condizioni di lavoro, di sicurezza che mettono quotidianamente a rischio di infortuni e morte.
Ripartiamo dalla storia concreta più recente.
Da anni questa fabbrica è nelle mani dello Stato, è gestita dai governi tramite i commissari; dal 2017 essa è stata virtualmente ceduta ai nuovi padroni indiani dell’ArcelorMittal; da mesi è in corso una trattativa romana, intorno al piano della Mittal che è fondato su 10mila operai assunti, 4000 scaricati e gli operai dell’appalto con un futuro prevalente di licenziamenti e cassintegrazione permanente. A questo la Mittal ha aggiunto una novazione contrattuale che, tramite le vigenti leggi, fino al jobs act, comporta tagli di salari e di diritti acquisiti. Sul piano ambientale, invece, l’unica cosa è l’avvio

SOLIDARIETA' PROLETARIA - Firmiamo anche a Taranto l'Appello per i 5 operai Fiat di Pomigliano licenziati - inviare la firma agli indirizzi indicati sotto l'appello e all'email: slaicobasta@gmail.com

Due anni fa lanciammo una mobilitazione contro il licenziamento di cinque operai cassintegrati della Fiat di Pomigliano “colpevoli” di aver espresso il dolore e la rabbia per il suicidio di tre compagni di fabbrica, privati – non diversamente da loro – di ogni prospettiva di occupazione. Ci parve che gli amministratori della giustizia avessero rimesso il mondo sul suo asse, perché la Corte d’appello, smentendo il Tribunale del lavoro, diede ragione a Mimmo Mignano e ai suoi quattro coraggiosi compagni, ordinando alla Fiat Chrysler Automobiles il pieno reintegro. Cosa che però la FCA non fece, limitandosi a versare il salario senza permettere ai cinque di varcare i cancelli della fabbrica, quasi fossero pericolosi criminali, mentre invece portò la vicenda in Cassazione.
Dopo un tempo lunghissimo – due anni, che i cinque hanno trascorso in attesa e sospensione nel vuoto – il 6 giugno 2018 la Cassazione ha reso nota la sentenza con cui

Nuova ripresa di femminicidi, stupri, violenze sessuali, persecuzioni verso le donne, anche in Puglia, anche nel tarantino.

Dobbiamo rilanciare la mobilitazione delle donne. 
Nessuna donna deve essere sola.
Insieme, organizzate, in lotta siamo una forza.

Ma è necessario che le donne, le ragazze vengano, per denunciare e soprattutto per lottare.


"Ditelo a noi!":
slaicobasta@gmail.com - mfpr.naz@gmail.com
3339199075 (Fiorella) - 3451616390 (Concetta)

Le lavoratrici dello Slai cobas per il sindacato di classe
le compagne del MFPR

sabato 21 luglio 2018

Taranto - l'attentato a Togliatti del 14 luglio del 1948

In questi giorni ricorre il 70° anniversario dell'attentato a Palmiro Togliatti e della grandissima, estesa mobilitazione che vi fu il 14 e nei giorni successivi.
Anche Taranto fu una delle città in cui si ebbe la risposta di lotta/scioperi più grande.
A Taranto: gli operai abbandonati i Cantieri Navali, le officine e gli stabilimenti affluirono verso la camera del Lavoro. Le forze di polizia attaccarono i manifestanti uccidendo l’operaio Angelo Gavartara e ferendo altri 4 manifestanti. Rimase gravemente ferito anche l’agente di Ps Giovanni D’Oria, che morirà qualche giorno più tardi in ospedale.
Il segretario democristiano della Camera del lavoro di Taranto aderì in pieno allo sciopero generale e a tutte le manifestazioni di protesta.
Venne indirizzato alla cittadinanza un manifesto firmato dal Partito Comunista, dal Partito Socialista, dai partiti Saragattiano e Repubblicano nel quale si stigmatizzava il crimine, si chiedeva una severa inchiesta, l'accertamento delle responsabilità e la punizione dei responsabili dell'attentato e di coloro che avevano provocato i luttuosi incidenti.


Ricordare questa grande lotta/una insurrezione mancata, è importante oggi per ricordare e riprendere la storia della Taranto operaia, comunista, da troppi dimenticata o affossata volutamente.

Per coloro che volessero leggere un lungo articolo in tre parti sull'attentato a Togliatti/insurrezione, clicchino i link sotto riportati
 
terza parte su proletari comunisti 21 luglio
http://proletaricomunisti.blogspot.com/2018/07/pc-21-luglio.html