giovedì 30 agosto 2018

Agli operai Ilva: 10 settembre ore 18,30 presso la sede Slai cobas sc via Rintone, 22 - tel 3475301704

Attivo Slai cobas sc Ilva per valutare la situazione, eventuale sciopero del 12, o altre iniziative. Fare il punto sulle nostre proposte, linee di azione
slaicobasta@gmail.com - 3475301704

Operai ex Pasquinelli e raccolta differenziata - assemblea

10 SETTEMBRE ORE 18,30 NELLA SEDE SLAI COBAS ASSEMBLEA DEGLI OPERAI EX PASQUINELLI.
Comune e Amiu stanno parlando di avvio dall'autunno della raccolta differenziata, estendendola in altri quartieri, potenziandola e migliorandola.
Ancora nulla dicono ufficialmente su chi deve fare questa raccolta differenziata.
Gli operai della ex Pasquinelli devono essere il primo e principale settore che deve essere assunto.

Alle lavoratrici degli asili

Incontro giorno 10 settembre ore 18,30, via Rintone, 22 per riprendere la mobilitazione per il nuovo contratto (aumento a 20 ore settimanali - problema periodi di sospensione, ecc.).
Punto sugli esposti e azioni legali

SLAI COBAS - 3339199075

mercoledì 29 agosto 2018

Ilva - I sindacati indicano nel 11 settembre la data dello sciopero, se Di Maio non li convoca

Lo sciopero è necessario, benchè tardivo. Sarà confermato se Di Maio entro il 4 settembre non convoca i sindacati.
Ma lo sciopero è una cosa seria e non va utilizzato solo come minaccia.
Il problema non è solo la convocazione ma la difesa degli interessi degli operai e della popolazione di Taranto.
E' la piattaforma del decreto operaio che lo sciopero deve imporre. 

martedì 28 agosto 2018

Tutti in piazza a Taranto il 31 agosto - Da proletari comunisti: "Scendiamo in piazza come si sta facendo in tante città: con i migranti, contro Salvini, il governo fascio-populista - i nemici sono comuni, la lotta è la stessa"

Anche Taranto, la sua provincia (la bella cacciata dei leghisti a Castellaneta) si mobilitano.
E' un momento importante a livello nazionale e ora anche per la nostra città, in cui ognuno deve esserci, portando tutto lo spirito antifascista-antirazzista.
Proletari comunisti - Taranto
 
















Ilva - la minaccia tardiva di sciopero dei sindacati fim-fiom-uilm-usb...

Ilva, i sindacati scrivono a Conte e Di Maio: “Incontro urgente. Il governo dica cosa vuol fare dell’Ilva o scioperiamo”

Ilva, i sindacati scrivono a Conte e Di Maio: “Incontro urgente. Il governo dica cosa vuol fare dell’Ilva o scioperiamo”
Con una lettera firmata dai segretari generali Fim-Cisl, Fiom-Cgil, Uilm e Usb chiedono al presidente 
Una “richiesta di incontro urgentissima” per “conoscere le decisione che il governo intende assumere”. E se non ci sarà un “sollecito riscontro” è pronta “una iniziativa di mobilitazione dell’intero gruppo Ilva e del suo indotto”.
Con una lettera firmata dai segretari generali, Fim-Cisl, Fiom-Cgil, Uilm e Usb chiedono al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e al ministro dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio, di conoscere come intende muoversi il governo “alla luce degli esiti dei pareri richiesti ad Anac e Avvocatura di Stato” e “visto l’imminente esaurimento della cassa previsto dai commissari straordinari nel prossimo mese di settembre”, quando Ilva non avrà più soldi per mandare avanti gli impianti. Senza una risposta da Palazzo Chigi o dal Mise, annunciano, sarà sciopero.
La richiesta – inoltrata da Marco Bentivogli, Francesca Re David, Rocco Palombella e Sergio Bellavita – focalizza l’attenzione sulle “prospettive industriali e occupazionali del gruppo Ilva e dei suoi 14mila lavoratori e del relativo indotto“, dopo che l’Avvocatura ha risposto alle domande del ministero dello Sviluppo Economico chiarendo che la gara che ha portato all’assegnazione ad ArcelorMittal era sì viziata, ma non ci sono gli estremi per annullarla.
Sulla base di quel parere, Di Maio, che ha parlato di “delitto perfetto”, ha deciso di interpellare il ministero dell’Ambiente per chiarire gli aspetti riguardanti la proroga delle scadenze intermedie del piano ambientale decisa a gara in corso e ha sollecitato proprio i sindacati a riprendere il dialogo con ArcelorMittal, che “ha sempre agito in buona fede”. Ma ai rappresentanti dei metalmeccanici non è arrivata alcuna convocazione e, più volte, hanno ribadito di non voler dialogare con gli acquirenti né fuori da un tavolo ministeriale né senza la certezza che sarà proprio il colosso franco-indiano a prendere il controllo del gruppo.
Ecco, quindi, la richiesta di incontro “urgentissima”: “La strategicità del gruppo Ilva per il nostro sistema Paese ed il futuro di migliaia di lavoratori e delle loro famiglie – scrivono – richiedono decisioni da parte del governo in tempi stretti sul destino di questo importante gruppo industriale”. Ed è quindi “opportuno, inoltre chiarire, dopo le ArcelorMittal ha acquisito Ilva attraverso una gara legittima o meno”. Se Conte o Di Maio non dovessero rispondere, dicono i sindacati, “vi annunciamo che metteremo in campo una iniziativa di mobilitazione dell’intero gruppo Ilva e del suo indotto”.

Comunicato della Rete antirazzista: scendere in piazza venerdì 31 agosto - Lo Slai cobas sc fa appello a lavoratori, lavoratrici, operai,disoccupati ad esserci

“Il governo soffia sulla paura per non affrontare i problemi reali”

Nella vicenda della nave Diciotti non c’è soltanto il trattenimento illegale di 177 persone - vittime di violenze e abusi di ogni genere - da parte del governo italiano. C’è qualcosa di molto più pericoloso. Ci sono anzitutto un ministro e un partito che cercano di conquistare consensi soffiando sulla paura della gente. Si parla di “invasione”, mentre gli arrivi di migranti in Italia sono quasi completamente cessati per gli infami accordi fra il precedente governo e le bande criminali in Libia. Si dice di volere un intervento dell’Europa, ma poi si spalleggiano quei paesi – come l’Ungheria – che si oppongono a qualsiasi gestione condivisa del problema.
Per quel ministro e per il suo partito puntare il dito sui migranti è un modo per distrarre l’attenzione della gente dalle vere emergenze sociali: la precarietà, la disoccupazione, l’emigrazione di centinaia di migliaia di giovani. E’ la stessa strategia usata in passato contro i meridionali, additati come

lunedì 27 agosto 2018

Taranto antifascista e antirazzista torna in piazza - il 31 agosto corteo

Venerdì 31 agosto, manifestazione con corteo dall'ingresso Arsenale MM a piazza Castello.
Questa la decisione presa dall'assemblea unitaria della rete antirazzista tenutasi al Lungomare nel pomeriggio di ieri.
Decisione presa dopo una discussione che ha trovato l'unità nell'esigenza di continuare a rendere visibile l'opposizione alle politiche razziste del governo fascio-razzista e all'azione eversiva e illegale del suo Ministro degli Interni, fin dal suo insediamento, che provocano una "emergenza democratica cui è urgente rispondere portando i nostri corpi in piazza", come affermato in un intervento dell'Associazione Babele, che aveva proposto la riunione e mobiltazione.
La manifestazione è tappa di un percorso che rivendicherà la fine delle violazioni dei diritti dei migranti che continuano ad essere perpetrate nell'hotspot di Taranto, da poco riaperto, dove vengono deportati, reidentificati e subito abbandonati a sè stessi i migranti rastrellati dalla polizia presso Ventimiglia e altri posti di fontiera.
E' anche tappa di preparazione per una larga partecipazione per respingere la prossima provocazione di Salvini, che ha annunciato la sua presenza il 21 settembre al Rione Libertà di Bari.
La reazione dei bagnanti di Castellaneta che al grido "fascisti e razzisti, non vi vogliamo" hanno cacciato dei galoppini del ministro deve essere solo il primo assaggio di ciò che lo aspetta.

domenica 26 agosto 2018

Castellaneta Marina la feccia fascio populista della lega cacciata dalla spiaggia al grido non vi vogliamo fascio razzisti!

Da LaRepubblica.it Castellaneta, 

Blitz in spiaggia della Lega contro gli ambulanti. Ma i bagnanti insorgono: "Fascisti".
Una pattuglia di leghisti ha organizzato una manifestazione itinerante in spiaggia guidata dal parlamentare barese Rossano Sasso. Ma tutta la spiaggia ha difeso i migranti e sono volati gli insulti. di FRANCESCA RUSSI 26 Agosto 2018

Una pattuglia di leghisti ha organizzato una manifestazione itinerante in spiaggia guidata dal parlamentare barese Rossano Sasso. "Le nostre spiagge le vogliamo piene di turisti e non di abusivi di giorno e stupratori di sera" aveva annunciato così il presidio della Lega, Sasso. Il riferimento è al tentativo di violenza nei confronti di una 17enne avvenuto a Castellaneta di due giorni fa e all'episodio di Jesolo. Così i militanti, partiti dal lido Paradiso, una volta arrivati al lido La Barchetta, hanno fermato un ambulante che vendeva collane e sciarpe dicendogli di andare via dalla spiaggia perché abusivo.
A quel punto i bagnanti sono insorti contro i leghisti. "Chi siete voi per dire che questo ambulante non deve stare qui?". Così è partito un coro contro i salviniani. "Fascisti, squadristi, razzisti, via di qui, non vi vogliamo". La discussione accesa tra leghisti e bagnanti è finita tra gli insulti. "Siete tutti del Pd" ha gridato qualcuno della Lega all'indirizzo di alcuni bagnanti che avevano sotto braccio una copia di Repubblica. "No, siamo semplicemente cittadini che non sono razzisti" ha risposto un gruppo di signore. "Siamo stati aggrediti verbalmente - dice Sasso - abbiamo chiamato i vigili per chiedere di controllare la presenza di venditori abusivi in spiaggia, ma ci hanno detto che non potevano: questa è la notizia, che la polizia municipale non poteva intervenire".

giovedì 23 agosto 2018

ILVA - l'avvocatura rimanda il cerino a Di Maio - Arcelor Mittal: volete più operai? Allora meno salario!

Ilva, Avvocatura a Di Maio: “Ci sono vizi, ma la gara non è nulla”.

Ilva, Avvocatura a Di Maio: “Ci sono vizi, ma la gara non è nulla”. E Arcelor pensa a più occupati, ma con stipendi minori        
L'Avvocatura generale dello Stato risponde: non c'è un "interesse pubblico" che possa portare all'annullamento d'ufficio della gara che ha consegnato le acciaierie ad ArcelorMittal. 
La gara non è automaticamente annullabile, anche se ci sono effettivamente dei vizi. L’Avvocatura generale dello Stato ha inviato al ministero dello Sviluppo Economico il parere richiesto da Luigi Di Maio, rigettando di fatto la palla nel campo del vicepremier. Perché le “possibili anomalie” nel bando per l’assegnazione dell’Ilva, sulle quali il Mise chiedeva un chiarimento, secondo l’Avvocatura c’erano ma non si sostanziano in un interesse pubblico tale da procedere con l’annullamento di tutto l’iter. Anche perché, secondo quanto anticipato da Il Messaggero, la cordata vincitrice guidata da ArcelorMittalha agito in buona fede. Insomma, dovrà essere Di Maio a decidere e dovrà farlo in poco tempo, perché – secondo la relazione dei commissari straordinari del siderurgico – i soldi a disposizione dell’azienda basteranno fino al 15 settembre.

In meno di un mese dovranno essere sciolti tutti i nodi ancora esistenti. Ad iniziare da quello

lunedì 20 agosto 2018

Dopo la strage dei 16 braccianti migranti, controlli, ma nessuna soluzione per i lavoratori. Lo "sfruttamento" di Salvini

(Dal Quotidiano) - "Lavoravano dalle 10 alle 12 ore al giorno nei campi di pomodoro con una paga che oscillava dagli 80 centesimi ai 2,50 euro  l'ora.
Questi i contorni delle condizioni in cui erano costretti a lavorare dei cittadini extracomunitari in un'azienda agricola di Monteroni, la "Flora".
Il caporale era un pakistano di 36 anni, Alì Zulfiquar, che è stato arrestato con l'accusa di caporalato. Denunciati per lo stesso reato i titolari dell'azienda.
L'inchiesta è partita dopo la denuncia di due altri pakistani, uno dei quali era stato picchiato selvaggiamente perchè aveva chiesto un anticipo sulla paga da mandare a casa.
Dalla paga venivano sottratti 25 euro a settimana per il vitto che consisteva in un piatto di  lenticchie mattina e sera e acqua di irrigazione. Ad alcuni lavoratori venivano chiesti anche 10 euro per l'alloggio: una coperta su un tavolo e materassi per terra. E non basta: chi non aveva un permesso di soggiorno veniva fatto dormire in una buca scavata nella terra.
In tutto sono stati trovati 32 operai di cui 9 senza contratto e due senza permesso di soggiorno".


Dopo questa inchiesta/controllo, come di altri da parte della polizia, carabinieri, che succede per i braccianti immigrati?
Vengono sgomberati, niente lavoro, niente alloggio, i migranti senza permesso di soggiorno entrano nella procedura di espulsione. Dalla padella alla brace... 
Invece che soluzioni, si apre una situazione peggiore anche di questo inferno.

Le indignazioni, le brevissime apparizioni di rappresentanti del governo, le sparate demagogiche di Emiliano alla morte ai primi di agosto dei 16 braccianti, stanno servendo in Puglia al massimo ad incrementare i controlli repressivi, che se portano ad arrestare qualche sporadico padrone e caporale, ricadono soprattutto sulle centinaia di migranti; mentre i Tavoli istituzionali non partoriscono niente di niente, nè permessi di soggiorno umanitari, nè trasporti che portino effettivamente i braccianti nei vari campi, nè alloggi vicino ai luoghi di lavoro.
Da parte del governo fascio/populista i 16 migranti braccianti sono doppiamente morti/spariti.
O peggio, la questione migranti, il loro blocco per giorni e giorni nel mare sotto il sole, vengono usati/sfruttati da razzista Salvini per fare da contraltare/dimostrazione dell'azione "forte" del governo all'altra strage annunciata, quella di Genova, per ottenere l'appoggio della gente a questo governo che anche sui morti di Genova, sulle vere cause, sulle corresponsabilità del Ministero, si sta presto dimostrando populista/ingannapopolo. 

giovedì 16 agosto 2018

Riapriamo il blog a fronte della grave strage del Ponte crollato a Genova - Dal blog proletari comunisti: La tragedia di Genova domanda la mobilitazione proletaria e popolare - Editoriale

Innanzitutto la solidarietà popolare verso le vittime e le loro famiglie!
Innanzitutto il sostegno alle famiglie sfollate e trattate malissimo da Governo e Amministrazioni locali!

Ancora una volta dopo che la tragedia avviene 
tutti dicono che è una tragedia annunciata,
tutti dicono che l'avevano detto,
tutti si trasformano in ingegneri che avevano o hanno la soluzione...

Il governo di turno, oggi quello fascio populista Di Maio/Salvini, che è da troppo poco tempo in carica per avere responsabilità dirette, scarica sui governi precedenti. Vero... ma tra i governi precedenti ci sono sicuramente i governi Berlusconi, sostenuti da Lega/Salvini, e sono dello stesso colore di Salvini, la Giunta Regionale e Giunta comunale, come sono anche di stampo Grillo/5stelle le dichiarazioni che il ponte non potesse crollare mai...
Per cui avrebbero fatto meglio a non lanciarsi subito nella speculazione politica che è una forma di sciacallaggio demagogico e populista. Salvini, poi, fa come al solito di peggio, tra un selfie al mare e viaggi palesemente strumentali come quello a San Luca in Calabria, dichiara subito: 'case da abbattere quelle sotto il ponte pericolante', gettando nella disperazione le famiglie sfollate - dichiarazioni fatte forse anche perchè tra gli sfollati ci sono varie famiglie ecuadoriane e di migranti.

Noi dobbiamo partire decisamente dalla solidarietà con le vittime e i dispersi, la cui storia e biografia raccontata dai giornali ci tocca profondamente, perchè ci mostra ancora una volta la verità:
che le colpe sono vostre - capitalismo, profitto, soldi, padroni, governi, organi di controllo, ruberie e corruzione - e i morti sono nostri;
che non siamo sicuri sui treni, sulle strade, come in ogni aspetto della vita quotidiana, vita che può essere spezzata da un momento all'altro per disastri di ogni genere che quando avvengono ci mostrano che questo sistema non è in grado di assicurarci un presente e un futuro.

Parlano di "sicurezza" solo in termini di polizia e carabinieri, caccia ai migranti, ai 'ladri', agli ambulanti, ai mendicanti, ecc., e invece della sicurezza vera quella della nostra vita, del nostro lavoro, delle nostre vacanze se ne fottono e ci fanno andare allo sbaraglio.

Per questo non sono credibili i vecchi governi come il nuovo quando ci assicurano che non succederà più... Purtroppo finchè ci saranno questi governi, succederà ancora!

1
Il ponte Morandi è vecchio e da tempo bisognoso di manutenzione reale che non c'è stata.
Il ponte Morandi è stato fatto in tempi in cui non aveva questo gigantesco carico di trasporto con i Tir enormemente potenziati nel carico trasportabile su un solo camion.
E' vero che denunce, allarmi, documenti che ponevano il problema ce ne sono stati diversi e non se n'è tenuto conto.
Quindi le responsabilità dei gestori padroni AUTOSTRADE sono certe 
Essi hanno pensato ai profitti e non alla manutenzione! Come tutti i padroni peraltro!
Sono aumentate a dismisura le tariffe ed è peggiorato il servizio ovunque come in tutti i settori dei trasporti e servizi essenziali.
La privatizzazione produce tutto questo e la nazionalizzazione che pure è giusta è necessaria per autostrade e trasporti non è di nessuna garanzia, perchè in questo sistema borghese anche lo Stato usa gli stessi criteri dei privati, come è dimostrato dove gestisce lo Stato.
2
Le concessioni - i cui documenti sono considerati 'segreti di Stato' - e questo è davvero inaccettabile -
danno tutte le garanzie ai gestori e sono pieni di clausole e cavilli che li mettono al riparo dai danni che eventualmente compiono - e questo è sicuramente il caso di AUTOSTRADE.
Per cui effettivamente la REVOCA SAREBBE NECESSARIA ma è complicata e complessa e comunque garantisce gestione e profitti ancora per molti anni.
REVOCA, poi, per affidare a chi e a che cosa? Se tutto il sistema del profitto capitalista rimane identico?
3
I controlli. Un sottobosco in cui, tranne alcune lodevoli eccezioni ed energie che ci sono, incapacità, leggi inadeguate, pastoie burocratiche, intrecci politica/malaffare la fanno da padroni, nelle Autostrade, come sui posti di lavoro e sul territorio. "Controlli", quindi, che non permettono di intervenire realmente dove gravi problemi, come quello del ponte Morandi, ci sono e richiederebbero interventi tempestivi e radicali, che sarebbero eccome possibili!
AUTOSTRADE DICHIARA CHE PUO' RIFARE IL PONTE IN 5 MESI... E PERCHE' IN ANNI E ANNI NON LO HA FATTO? 
ALLORA PER DAVVERO SONO DEGLI 'ASSASSINI CONSAPEVOLI ' AUTORI DI OMICIDIO E DISASTRO AMBIENTALE, COME DICE LA PROCURA DI GENOVA, MA SOLO ADESSO!

I controlli, peraltro, sono competenza dei Ministeri che finora si sono susseguiti, ma  non ci risulta nè che Toninelli, nè che il cosiddetto "contratto di programma" DI MAIO/SALVINI prevedesse un intervento sul Ponte Morandi e/o su AUTOSTRADE...
Ma ora il Min. Toninelli dice che il suo Ministero si potrebbe costituire "parte civile"... Contro sè stesso?

Altri fattori vanno analizzati, ma si può fare in seguito. Primi fra tutti la questione della viabilità e del carico di trasporto che pesano sull'arteria e la questione della Gronda.

Ma ora...

le famiglie sfollate denunciano che non hanno avuto gesti di solidarietà dai genovesi: "nessuno ci ha chiesto se avevamo bisogno di andare in bagno, se avevamo bisogno di qualcosa, noi che siamo stati costretti ad abbandonare le case lasciando tutto"... con tanti anziani e malati privi anche delle medicine vitali necessarie.
Questo ci fa male! Questo non doveva succedere! Genova rischia di diventare anch'essa una brutta città dove la solidarietà può morire!  
La devastazione sociale portata da questo sistema e dalle forze reazionarie e fasciopopuliste che dominano, orientano e formano la coscienza di massa porta a questa trasformazione che deve essere risolutamente contrastata e che necessita un cambio di rotta con un impegno in prima persona.

Una donna sfollata gridava "tutti alla tastiera... 'siamo con voi', ma nessuno che viene direttamente a parlare con noi ad aiutarci realmente".
Questo vale a Genova, ma vale per tutti, nessuno escluso.

Senza solidarietà e impegno diretto in prima persona nulla cambia e non si creano le condizioni e la forza materiale collettiva che può aiutare e in prospettiva cambiare le cose

Ora bisogna lottare e le famiglie lo comprendano subito. Nessun abbattimento - se le case debbono essere realmente abbandonate e abbattute - ci sia senza garanzia della casa per tutti. Solo la lotta e l'autorganizzazione popolare non altro può permettere questo risultato e tutto il movimento proletario e popolare deve sostenere questa lotta, non lasciando sole le famiglie.
Ora bisogna costruire un movimento di lotta sulla questione del ponte e tutti i problemi connessi che imponga bisogni e soluzioni .

proletari comunisti/PCm Italia
16 agosto 2018

mercoledì 8 agosto 2018

Asili: Cgil/Cisl sono un vero ostacolo per la battaglia delle lavoratrici

Non solo hanno in passato fatto accordi con Comune e aziende per avvalorare il taglio delle ore, e per far passare un metodo di sostituzione delle lavoratrici assenti (per malattia, ferie, ecc.) per cui il carico di lavoro si sostituisce al 100%, ma l'orario e il salario si "sostituisce" a meno del 50%;
non solo in tutti questi anni non hanno mai lottato per l'aumento dell'orario, riconoscimento del doppio lavoro, dell'ausiliariato e hanno boicottato scioperi e iniziative di lotta delle lavoratrici;

ora, solo perchè lo Slai cobas, e ultimamente anche l'Usb. ha costretto il Comune ad aumentare nel prossimo appalto l'orario di lavoro, questi sindacatio confederali improvvisamente si attivano.
Ma come e per che cosa?
Come, facendo incontri separati con il Comune.
Per cosa, per chiedere al Comune "un Tavolo permanente per soluzioni concrete"; di fatto, quindi, cercando di far fare passi indietro al Comune su, rispetto ad una "soluzione concreta" già trovata con Slai cobas e Usb: il passaggio da 11 ore a 20 ore settimanali".

Ancora una volta Cgil, Cisl sono "amici del giaguaro"...

Sfruttamento e furgoni anche nelle campagne del tarantino e del brindisino

"Nella provincia di Taranto gli addetti all'agricoltura e all'agro alimentare sono 30mila. Nelle campagne, specie nel versante occidentale, vi è stata una radicale trasformazione delle aziende agricole divenute medie aziende, e queste utilizzano massiìcciamnerte braccianti, uomini e donne, tr cui molti immigrati.
Anche nella provincia di Taranto al mattino presto furgoni stipati raccolgono migranti e li portano nelle aziende. E' attraverso questo lavoro,. nero, supersfruttato, che si realizzano ribassi di prezzo, imposti dalla grande distribuzione. I contratti, peraltro assolutamente inadeguati, l'ultimo dei quali è stato siglato nel luglio 2017, non vengono rispettati".
Il caporalato è un falso obiettivo, anche se i caporali esistono, sono anche nel nostro territorio la grande distribuzione e i padroni delle medie aziende i veri responsabili di sfruttamento e lavoro nero.
I sindacati confederali, e anche le iastituzioni, sanno bene tutto questo e ne sono oggettivamente complici o almeno conducono un'azione inadeguata. In zone come quella di Ginosa tutti sanno chi sfrutta in lavoratori migranti, in orari, condizioni di lavoro e salari.
Che dire della Cgil che gira con i suoi funzionati, ad esempio negli ultime settimane è andata nelle campagne di Cadsterllaneta e Ginosa a spiergare alle aziende i vantaggi e i diritti del lavoro legale afficìnchè diventino virtuose.
Diversi migranti, in contatto con lo Slai cobas per il sindacato di classe, sanno bene come stanno le cose, anche se è spesso difficile organizzarsi per lottare quando si è ricattati in attesa di permesso di soggiorno e documenti.
Le associazioni che sanno ancor meglio questa situazione e spesso segnalano alcuni migranti per il lavoro ostacolano l'azione di organizzazione dei migranti direttamente.

Non bisogna aspettare la morta drammatica, come quella di Paola Clemente o stragi dei furgoni come a Foggia, per denunciare che tutto questo avviener anche nella nostra provincia.

Nel brindisino una caratteristica importante di questo lavorop in agricoltura, che riguarda circa 30mila persone, di cui 26mila iscritti agli elenchi anagrafici, è che la stragrande maggioranza dei braccianti è costituita da donne. Anche qui, quindi, la notte è caratterizzata da furgoni che portano le donne braccianti dai paesi dell'entroterra della provincia nelle campagne, non solo del brindisino, ma soprattutto nel tarantino, nel barese e nel metapontino.

Foggia - Sciopero e manifestazione dei braccianti - ma è troppo poco. Serve l'autorganizzazione di classe e di massa per condurre una guerra ai padroni, governo e loro servi nelle file dei migranti

«Basta morti sul lavoro», «schiavi mai». 

Delegazione da Taranto dello Slai cobas per il sindacato di classe
Centinaia questa mattina alla marcia dei braccianti migranti, che ha fatto seguito allo sciopero nelle campagne indetto dal'Usb. Vi è stato prima un breve corteo a piedi dal campo, poi con i pullman la manifestazione si è spostata a Foggia, dove vi è stato un nuovo corteo fino alla prefettura.

Slogan continui dei migranti durante il corteo. "Sciopero...sciopero", "lavoro...diritti...dignità", "documenti per tutti", sono state le parole d'ordine più gridate.

Da Taranto una delegazione dello Slai cobas sc, insieme a un rappresentante senegalese dei migranti dell'Ass. Babele ha partecipato al corteo con lo striscione "Mettiamo fine a schiavismo e razzismo!", e ha diffuso un volantino (anche in inglese) "preso d'assalto" da gruppi di lavoratori migranti. Nelle interviste da parte di giornalisti soprattutto il rappresentante dei migranti ha portato la solidarietà da Taranto e la determinazione alla lotta per avere tutto, lavoro, diritti.

In questa manifestazione consideriamo sbagliata l'accoglienza calorosa ad Emiliano e la denuncia del Usb dei discorsi di Salvini di ieri, criticato solo per aver detto che il problema centrale è la mafia, nascondendo volutamente tutto il resto. E rientra in questo la linea sbagliata e fuorviante, nell'attuale lotta necessaria, di "incalzare il governo, le Istituzione sulla legalità" per tutti i braccianti migranti, ponendo da parte del'Usb, come questione centrale, la richiesta della partecipazione ai Tavoli.

Nell'Ilva in mano ai commissari di Stato ogni giorno impianti e operai a rischio

Una immagine dei fumi che si sono alzati dall'Ilva
Improvviso blackout in Ilva questa mattina. Così alcuni impianti si sono fermati e per motivi di sicurezza sono stati aperti i cosiddetti "cappelli". La conseguenza è che dai reparti, tra i quali ci sarebbero anche gli altoforni 4 e 1, si sono alzate delle nubi di fumo nero. Quelle emissioni sono state subito avvistate dalla città da alcuni ambientalisti, con numerose immagini che sono apparse su facebook.
Il problema che ha innescato il blackout in parte dello stabilimento sarebbe in via di soluzione.

Un operaio, partito da Taranto per morire il primo giorno di lavoro al cementificio di Fanna Pordenone

Operaio tarantino muore folgorato. Era al suo primo giorno di lavoro
Pochi minuti dopo aver cominciato il suo primo giorno di lavoro. Vittima dell'infortunio, avvenuto in un cementificio di Fanna, in provincia di Pordenone, un operaio tarantino di 37 anni, Donato Maggi. L'uomo era emigrato al Nord in cerca di lavoro e risiedeva a Ragogna, in provincia di Udine e proprio martedì era stato chiamato a lavorare per un'azienda di carpenteria metallica (la Friuli Montaggi), Il suo primo incarico, purtroppo l'ultimo, è stato un intervento (con altri colleghi) all'interno del cementificio della Buzzi Unicem. 
Secondo una prima ricostruzione dei fatti il 37enne tarantino sarebbe rimasto folgorato all'interno di una cabina elettrica, forse perché entrato a contatto con un cavo dell'alta tensione. Saranno le indagini  dei carabinieri e dello Spesa, in ogni caso, a spiegare la dinamica. Sull'incidente la Procura ha aperto un'inchiesta.
I primi a soccorrere Donato Maggi sono stati i compagni di lavoro. «Abbiamo tentato di rianimarlo - hanno raccontato - ma non ci siamo riusciti».
COMUNICATO DELLO SLAI COBAS SC
Lavoratrici asili - il Comune prende tempo e rischia di creare divisione tra le lavoratrici
Il 31 luglio, nell'incontro sindacale con Slai cobas sc e Usb, il Comune si era impegnato a portare a termine la nuova gara per gli asili in autunno.
Questa mattina, invece, l'ass. Motolese e il dirigente Spano, pur confermando l'aumento a 20 ore settimanali nella prossima gara) hanno comunicato che i tempi dovrebbero allungarsi di almeno 6/7 mesi, portando, bene che vada, il termine a marzo del prossimo anno. Fino a tale data il Comune darà una proroga all'attuale ditta.

Di fatto, questo vorrebbe dire che per buona parte del prossimo anno scolastico le lavoratrici delle pulizie e ausiliariato degli asili dovrebbero fare ancora 11 ore settimanali e prendere la miseria di 300

lunedì 6 agosto 2018

ILVA domande che esigono una risposta chiara e sincera

perchè di maio convoca tavoli dove si sa che ci sarà un nulla di fatto?
perchè i sindacati - tutti e 4 -ci vanno, sapendo bene che nulla è cambiato e che la trattativa è finta?


 ma le domande vere sono:

davvero gli operai pensano che senza un'ora di sciopero, saranno tutti assunti in  ArcelorMittal  e non perderanno nè una lira nè un diritto?

Davvero si pensa che l'ingannapopolo DI MAIO/il padrone indiano buono/coniugheranno lavoro e salute e a Taranto si respirerà e il cielo sarà sempre più blu?

Che lo vogliate o no
la strada della lotta unitaria operai masse popolari che blocchino la fabbrica e la città per tutto il tempo necessario è l'unica che può imporre lavoro e salute.
Chi dice il contrario, chi non lo vuole fare, sta preparando il grande crack: nè lavoro - nè salute

Slai cobas per il sindacato di classe 
Taranto
3475301704 
slaicobasta@gmail.com

A Roma nulla di fatto all'incontro al MISE - La commedia continua...



Di Maio
Vertice al MiSE per Ilva, il risultato non è positivo, almeno secondo le prime dichiarazioni. Come riferiscono diverse fonti di agenzie, il tavolo di oggi sull’Ilva «è stato fatto per provare a far ripartire il dialogo, il piano di Arcelor Mittal però non è soddisfacente e i sindacati hanno sempre detto che non ci sono le condizioni per far ripartire la trattativa se l’azienda non batte un colpo», le dichiarazioni del vicepremier Luigi Di Maio al termine. L’azienda «batta un colpo e cominci a dire se si sposta dai numeri concordati con l’ex ministro Calenda e forse allora possiamo cominciare a ridiscutere», ha detto ancora il vicepremier.
L’incontro di oggi per Di Maio «è stato un primo tentativo di ripartenza, ma è chiaro ed evidente che questo piano occupazionale non può assolutamente soddisfare le nostre esigenze», aggiungendo che nell’incontro odierno con Arcelor Mittal «non ci sono passi in avanti».
«Domattina o al massimo nel pomeriggio manderemo all’Avvocatura dello Stato la richiesta di parere per quanto riguarda l’annullamento della gara di ArcelorMittal che entra in Ilva» ha annunciato Di Maio, riferendosi alle conseguenze del parere Anac sulla gara.
Dall’Avvocatura di Stato «auspico che si possa ricevere un parere prima di ferragosto e di poter quindi trovare una risposta ai dubbi sulla procedura di gara per la vendita dell’Ilva che vengono dall’Anac – ha continuato -. Noi come Mise entro il 24 agosto, data termine per procedura amministrativa di verifica, dobbiamo dare una risposta, non è però semplice acquisire tutti gli atti della P.a. in questo paese”. Il vicepremier Di Maio ha aggiunto “io lavoro per favorire l’accordo, stante la spada di Damocle che è la questione dell’irregolarità della gara, se l’Avvocatura dirà che la gara è irregolare non è detto che ci sono i presupposti per annullare il contratto con Am perché l’azienda potrebbe ricorrere al Tar e ottenere una vittoria”.
“Spero di poter riconvocare il tavolo Ilva questa settimana, ma non lo riconvoco se non ci sono da parte dell’azienda segnali di miglioramento sul piano occupazionale”, ha affermato ancora il vicepremier, che ha poi sostenuto come non abbia «senso rivederci se si prevedono 10.000 assunti su oltre 13.500 e tutti gli altri che devono restare a carico dello Stato».
Infine un accenno alla possibilità di decarbonizzazione dell’Ilva proposta da tempo dalla Regione Puglia e sulla quale molto si è speso il presidente Emiliano: «Tutto il dibattito intorno alla decarbonizzazione dello stabilimento e alla gassificazione è possibile prenderlo in considerazione solo il giorno in cui non ci fosse più questa procedura di gara», aggiungendo che così come è scritta ora «la gara è stata fatta sul modello produttivo degli attuali altoforni, addirittura dando meno punteggio alla tutela dell’ambiente che all’offerta economica». Questa procedura di gara «non la decide Luigi Di Maio se deve continuare a dispiegare i suoi effetti sull’Ilva, ma lo decide la legge dello Stato», ha concluso il ministro.

Per ArcelorMittal l’incontro è stato “positivo”



Le riflessioni di ArcelorMittal sono affidate a un comunicato stampa di poche righe. Il gruppo ritiene l’incontro “positivo” e promette di approfondire nei prossimi giorni questioni che permettano a un prossimo vertice di avere basi più efficaci.
“L’incontro di oggi al MISE ha consentito la ripresa del dialogo tra ArcelorMittal, le organizzazioni sindacali e i Ministeri interessati – scrive ArcelorMittal -. Per questo lo riteniamo positivo. L’impegno è di dedicare i prossimi giorni all’approfondimento delle rispettive posizioni, alla verifica di questioni tecniche e legali e alla definizione di successive ipotesi di lavoro in modo da potersi incontrare nuovamente a breve su basi più efficaci”.
Sindacati

Per riuscire a salvare l’Ilva «serve la volontà e il senso di responsabilità da parte di tutti. Bisogna

NUOVA ORRIBILE STRAGE DI BRACCIANTI MIGRANTI NELLE STRADE DELLE CAMPAGNE FOGGIANE 12 MORTI!

12 persone - tutti braccianti agricoli e migranti - sono morte in un incidente stradale avvenuto poco fa sulla strada statale 16, nella località Ripalta, nel territorio di Lesina, nel Foggiano. Nell’impatto sono rimaste ferite altre persone, il cui numero non è stato ancora reso noto. A quanto si è saputo, l’impatto si è verificato, per cause in corso di accertamento, tra un furgone con targa bulgara che trasportava numerosi braccianti agricoli, tutti extracomunitari, che tornavano dalle campagne dove avevano raccolto pomodori, ed un tir. Le vittime viaggiavano, insieme ad altre tre persone, rimaste ferite, a bordo di un furgone che si è scontrato frontalmente con un camion carico di pomodori. I tre feriti sono stati ricoverati nell’ospedale di San Severo. Al momento non si conoscono le loro condizioni

L'ingannapopolo DI Maio al tavolo del Mise fa l'equilibrista per conservare voti e consenso

estorti con demogogia e promesse, senza aver mai partecipato a una sola lotta di operai e cittadini.

Operai e masse popolari solo con la lotta contro padroni e governo possono difendere lavoro e salute.

da ansa
Il vicepremier e ministro del Mise e del lavoro Luigi Di Maio dice che “prenderò una decisione” sulla gara Ilva “lavorando a tamburo battente anche ad agosto” in vista della scadenza di settembre ma sottolinea come “quelli che governavano prima e che fanno la parte degli esperti mi hanno lasciato una procedura di gara che l’Anac dice sia piena di criticità”. Parlando ad Agorà Di Maio ha aggiunto come “non sarò io a decidere ma la legge a dirmi se devo ritirare in autotutela la gara”. E in vista del tavolo sull’occupazione Ilva di oggi, Di Maio ha sottolineato come “mi hanno lasciato anche la trattativa sindacale” e “mi dicono che Di Maio deve decidere in due mesi quello non fatto in 6 anni”. “Quelli che mi fanno la lezione sul vaso Ilva hanno firmato una gara” in cui Arcelor prevede 10mila lavoratori contro 14mila, ha aggiunto.

FMLU vuole stare al tavolo al Mise. Ma a quanti tavoli vuole stare? - Essa non è parte del fronte che chiede la chiusura dell'ILVA? O parla due lingue?


«La mancata convocazione sulla vertenza ILVA, della nostra O.S. dimostra che il cambiamento annunciato riguardo la democrazia nei luoghi di lavoro “Ascolterò tutte le parti interessate”, non è all’ordine del giorno neanche per questo governo». Commenta così il segretario di FLM Uniti Cub, Antonio Ferrari, la mancata convocazione al tavolo in corso oggi al Ministero dello Sviluppo Economico tra i vertici di ArcelorMittal, il Governo ed i sindacati.
“All’ILVA di Taranto abbiamo rinunciato a sottoscrivere l’accordo del 10.01.2014 (Testo Unico sulla rappresentanza) – precisa la nota – che la direzione aziendale ci aveva invitato a firmare, negandoci altrimenti, la possibilità di fare assemblee e diritti sindacali pur di non svendere i diritti dei lavoratori. Non rinunciamo invece ad esercitare l’azione sindacale mettendo al centro l’interesse dei lavoratori; non rinunceremo a combattere per la democrazia nei luoghi di lavoro e a contrastare il potere politico che fa proprio, non gli interessi dei lavoratori e dei cittadini ma gli interessi delle burocrazie sindacali e del padronato”.
“Non accetteremo mai che per cieco profitto e interessi di parte, (sostenuti nei fatti, da anni, dai governi precedenti, dalle stesse OO.SS. e dalle amministrazioni locali) prevalga la logica che per lavorare bisogna accettare condizioni che mettono in serio pericolo la salute”, aggiunge la nota.
“La salvaguardia della salute dei lavoratori, dei cittadini, dei bambini, viene prima del lavoro che deve essere comunque garantito e tutelato. La nostra lotta per il diritto alla salute, al lavoro, ai diritti sociali e umani continua con o senza tavoli ministeriali”, conclude il segretario di FLM Uniti Cub.

Senza una piattaforma operaia che imponga con la lotta a padroni e governo un decreto operaio che ne raccolga i contenuti, è impossibile che la lotta degli operai e delle masse popolari ottenga risultati concreti nella difesa del lavoro e della salute




Ilva, i commenti dei sindacati prima del vertice

I segretari di Fim, Fiom e Uilm sono concordi sulla salvaguardia dei livelli occupazionali



«Non si può pensare che a conclusione della trattativa ci sia anche un solo licenziamento» avverte la segretaria generale della Fiom Cgil, Francesca Re David, entrando al Mise per il tavolo sull’Ilva con la delegazione di ArcelorMittal ed il ministro Luigi Di Maio. La leader della Fiom chiede che il Governo «con Mittal vada oltre nel dire che il piano per l’occupazione non è sufficiente» e chiarisca «il suo punto di vista rispetto al tema dell’occupazione e dei diritti».
Oggi il tavolo Ilva al Mise «è convocato sui temi dell’occupazione e noi ci aspettiamo quello che abbiamo detto dal primo momento: non si può pensare che a conclusione della trattativa ci sia anche un solo licenziamento», ha detto la segretaria generale della Fiom Cgil, Francesca Re David, entrando

Corriere di Taranto pubblica la nota slai cobas sulla morte dei braccianti nel foggiano




Strage di braccianti nel Foggiano: “Dolore, solidarietà” dallo Slai Cobas di Taranto

Slai Cobas di Taranto: "Dolore, solidarietà, vicinanza. Questa è una strage annunciata"

Posted on agosto 05, 2018, 11:33 am

Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa dello Slai Cobas di Taranto, che esprime dolore e solidarietà per la strage di braccianti migranti avvenuta ieri nel Foggiano, sulla strada provinciale 105 tra Ascoli Satriano e Castelluccio dei Sauri, a causa dell’impatto fra un tir ed un furgone, con a bordo otto extracomunitari che avevano finito di lavorare nei campi. A causa dell’impatto sono morte tre braccianti ed un quarto è deceduto in ospedale. I restanti quattro sono tutt’ora ricoverati in prognosi riservata.
E’ ormai da anni che i lavoratori braccianti immigrati che lavorano e vivono nel foggiano denunciano le condizioni bestiali in cui sono costretti a lavorare e a vivere, – si legge nella nota dello Slai Cobas -che denunciano lo sfruttamento dei padroni e padroncini delle campagne che li