mercoledì 31 ottobre 2018

Ilva - Per favore, chiarezza sull'accordo che VOI sindacati avete firmato! Non ingannate i lavoratori! Fim, Fiom, Uim, Usb si arrampicano sugli specchi

Quello che non si può dire dell'accordo Ilva è che non sia chiaro in ogni sua parte e che non lasci nulla ad "interpretazioni".

Sui criteri di assunzione l'accordo diceva questo:

Questo accordo, compreso questa parte del foglio 4, è stato firmato da tutti i sindacati in Ilva!

Lo Slai cobas per il sindacato di classe, sia prima della firma che dopo la firma ha diffuso dei volantini, in cui spiegava/denunciava i criteri unilaterali della Mittal, e che questi erano contro le leggi vigenti:

Dal volantino:
"ASSUNZIONI PRESSO ARCELORMITTAL – Saranno assunti solo 8200 lavoratori. L’individuazione, la selezione di quali lavoratori assumere e quali no, sarà fatta solo dalla ArcelorMittal sulla base di criteri da essa stabiliti e non trattabili: cioè, sulla base delle attività ritenute necessarie reparto per reparto, e dei nuovi assetti organizzativi, competenze professionali. Solo se in un reparto i numeri di lavoratori crescono rispetto al piano, varranno nell’assegnare un punteggio, i criteri di anzianità, carichi familiari. Quindi i lavoratori non sono messi nelle stesse condizioni, possibilità di assunzione".

Nessun sindacato confederale, nè Usb allora ha detto qualcosa o ha smentito!

Quindi, cosa denunciano ora che la Mittal non ha tenuto conto, in generale, dei criteri di carichi familiari e di anzianità!? Forse in qualche reparto in cui si è verificata la situazione del punto B, ma non in generale.

ORA DICONO AI LAVORATORI CHE FARANNO I RICORSI.
MA SOLO LO SLAI COBAS SC PUO' FARLI E LI FARA' (perchè chiaramente vi è stata una selezione politica, discriminatoria, ecc. ecc,), I SINDACATI CHE HANNO FIRMATO QUESTE PORCATE E LO SAPEVANO NON HANNO TITOLO PER FARLO! 
Anzi, potrebbero essere chiamati dalla Mittal come "testi a suo favore". 

PS. I sindacati hanno chiesto e ottenuto per l'8 novembre un Tavolo al Mise per le "gravissime anomalie" e "incongruenze palesi" nelle assunzioni. Ok. Ma non vorremmo che fosse solo una facciata, dato che i sindacati Fiom, Fiom, Uim, Usb hanno scritto e annunciato: "...in mancanza di risposte esaustive, forme di protesta..." e hanno chieso A Di Maio "L'assoluto rispetto dell'accordo e delle leggi vigenti".
1) Quindi, non in mancanza di assunzione dei lavoratori esclusi, ma in "mancanza di risposte esaustive" - e se la Mittal le darà, in base all'accordo?
2) l'"assoluto rispetto dell'accordo" vuol dire proprio non tener conto in generale dei criteri di carichi familiari e anzianità
3) o c'è rispetto dell'accordo o delle leggi vigenti - perchè l'accordo è, ripetiamo, in aperta deroga alle leggi vigenti (che, invece, prevedono eccome i criteri di anzianità e carichi familiari, sempre e per tutti) - E VOI L'AVETE FIRMATO!

ANCORA UN INCENDIO ALLA BARACCOPOLI DI BORGO MEZZOCANNONE DEI LAVORATORI MIGRANTI - NON E' UN CASO... La nostra solidarietà ai lavoratori immigrati

IL COMUNICATO DI
Comitato Lavoratori delle Campagne
 20 h
Ancora un #incendio sulla Pista alle spalle del #Cara di #BorgoMezzanone, vicino #Foggia. Centinaia di baracche distrutte, e diversi feriti per ustioni e intossicamento, tra cui una persona che è ora in ospedale. 
Nei #Ghetti si rischia la vita tutti i giorni, ed è sempre più necessaria una soluzione abitativa reale per i lavoratori e i lavoratrici delle #Campagne. Terremo aggiornati su eventuali novità su questo ennesimo brutto episodio. Alla persona ferita va tutta la nostra vicinanza e solidarietà!

(dalla stampa) - FOGGIA - Sono quattro le persone ferite, una delle quali in gravi condizioni ma non in pericolo di vita, nell'incendio divampato martedì sera all'interno della baraccopoli abusiva che si trova nelle vicinanze del Cara a Borgo Mezzanone nel Foggiano. Il ferito più grave è stato trasportato agli Ospedali Riuniti di Foggia. Una ventina almeno le baracche di fortuna andate in fumo. In questo periodo dell'anno all'interno della baraccopoli vive all'incirca un migliaio di migranti. Ha riportato ustioni di secondo e terzo grado su collo e torace il giovane di circa venti anni originario della Nuova Guinea rimasto ferito nell'incendio. Il ferito è stato trasportato agli Ospedali Riuniti di Foggia, non è in pericolo di vita. Altri tre migranti avrebbero fatto ricorso alle cure mediche... l'incendio che ha interessato almeno una quindicina di baracche. Secondo una prima ricostruzione di fatti sembra che il rogo sia divampato a causa del malfunzionamento di una bombola del gas. Sono in corso ulteriori indagini per accertarne le cause. Circa quindici giorni fa sempre all'interno del ghetto era scoppiato un altro incendio che aveva distrutto sei alloggi di fortuna.

Il 23 gennaio 2017 un altro incendio:
"Ieri sera, 23 gennaio, intorno alla mezzanotte un nuovo incendio ha colpito uno degli insediamenti in cui vivono i braccianti nella provincia di Foggia, a Borgo Mezzanone. Fortunatamente, ma si

Processo Ilva - Margherita Calderazzi non può seguirlo - “Chiedeva giustizia e ha trovato la legge”

Anche in questi giorni vanno avanti le udienze del processo Ilva.
Questo processo ha rappresentato nel 2012 l'esito dello smascheramento in questa città degli effetti drammatici sulla condizione ambientale e sanitario. Quindi avrebbe dovuto essere una sorta di culmine sia dei movimenti che volevano la chiusura dell'Ilva sia di quelle fasce operaie e cittadine che ne volevano una bonifica integrale, una ambientalizzazione che potesse coniugare in forme più avanzate lavoro e salute. Invece proprio il cuore di questa vicenda innescata dalla Giud. Todisco è andato nel dimenticatoio.
Il suo andare nel dimenticatoio ha dimostrato che le richieste di alcune aree di ambientalisti, associazioni erano in realtà "populiste", cioè avevano lo scopo di alimentare i sentimenti piuttosto che indicare la strada dentro un sistema complesso, perchè potessero avere da un lato un esito sociale, economico nella città, dall'altro un esito di giustizia.
La "Giustizia", il ruolo della Magistratura, è stata sollevata come problema, ma appena questa giustizia ha assunto le forme che in questo sistema capitalista può assumere, limitate e ridotte, questo terreno, il processo "Ambiente svenduto", viene abbandonato, per dare sfogo ad un'agitazione che non può impedire i processi ma ne accompagna le loro forme degradate, contaminano e confondono le masse, tale che alla fine chi comanda continuerà a comandare e neanche uno straccio di giustizia si potrà avere.

Ma non è che a fare anche la battaglia sul terreno del processo Ilva non c'è proprio nessuno. C'era, insieme a pochissimi che si contano sulle dita di una sola mano, Margherita Calderazzi, che ha seguito interamente le udienze, ha coordinato più di 100 parti civili, tra lavoratori e cittadini, ha messo insieme avvocati di Torino e di Taranto (quelli di Torino già abituati ai grandi processi, come

Sull'Ilva ora si fanno sentire pagliacci e chiacchieroni, dopo la lista di proscrizione della Mittal


Deputati del M5S
Queste ignobili persone che sono i cosiddetti "deputati" di Di Maio - poveri "yes men" in carriera senza arte nè parte - votati anche da operai delusi, illusi e rincoglioniti - ora si fanno sentire ma per salvare l'accordo che taglia lavoro e continuerà a uccidere in fabbrica e fuori!

Am InvestCo deve fornire risposte chiare e precise alle legittime istanze dei lavoratori dell’Ilva che in queste ore stanno avanzando dubbi sulle modalità con cui sono stati scelti coloro che dovranno transitare nella società facente capo al gruppo Arcelor-Mittal”. Lo affermano i portavoce del Movimento 5 Stelle Cassese, De Giorgi, Ermellino, Turco e Vianello che poi aggiungono: “A disciplinare il passaggio di consegne che si consumerà dal 1° novembre vi è un accordo sottoscritto al Mise e ci sono le leggi dello Stato italiano che vanno rispettate alla lettera”.
“Tali risposte – sostengono i rappresentanti ionici – Am InvestCo dovrà fornirle durante l’incontro che si terrà al Mise l’8 novembre per volontà del ministro Luigi Di Maio il quale ha prontamente convocato i vertici della newco e i sindacati di categoria. Confidiamo nel fatto che il ministro – con il quale siamo in contatto sin da questa mattina – saprà venire a capo di questa incresciosa situazione”.
“Il rischio di ricorsi collettivi ed individuali nelle sedi giudiziarie, in queste condizioni, è più di una remota possibilità – concludono i portavoce tarantini -. Si tratta di una situazione di ulteriore incertezza che graverebbe nuovamente sulle famiglie degli operai tarantini con costi inaccettabili”.

Chi vuole la chiusura dell'Ilva, di che si lamenta? Ora esprime una solidarietà pelosa agli operai discriminati che se fosse passata la loro posizione sarebbero in cassintegrazione tutti e a vita Taranto Respira: “Quali i criteri che ha utilizzato Ilva per la scelta degli lavoratori da collocare in cassa integrazione? Comincia male il rapporto tra Mittal e città di Taranto. Dalle prime notizie che circolano in rete, alcuni degli operai che negli scorsi anni si sono maggiormente impegnati nella lotta per la tutela dei diritti dei lavoratori nell’acciaieria tarantina risultano essere stati inseriti nella lista della CIGS e messi a riposo dal 1 novembre. Taranto Respira esprime solidarietà per i lavoratori che con una scelta unilaterale dell’azienda si ritroveranno in riposo forzato. Sarebbe utile conoscere i criteri che hanno portato l’azienda a fare le sue scelte e ci auspichiamo che tali criteri rispondano a quelli sindacali e che non siano stati in alcun modo violati diritti e tutele dei lavoratori. Taranto Respira, seppur da sempre contraria alla presenza di Ilva nel territorio tarantino e favorevole ad un progetto di riconversione economica della città, si sente comunque vicina a quei lavoratori che evidentemente vivono con disagio il passaggio di gestione di Ilva. L’industria a Taranto continua ad essere solo un business per pochi e una sofferenza sociale, sanitaria ed economica per tanti. Infatti, oltre al disagio per l’ingombrante presenza di una entità impattante ed inquinante sul territorio oltre ogni criterio di buon senso, Taranto deve pagare più di ogni altra realtà (Genova) i costi dei tagli all’occupazione, senza avere piano B di riserva. Cominciano a manifestarsi gli effetti di una gestione della questione Ilva da parte del governo Lega-Cinque Stelle assolutamente scandalosa rispetto a quelle che erano state le promesse elettorali e le aspettative dei tarantini. Tutto ciò ci preoccupa e ci spinge ad ancora maggiori motivazioni per continuare la nostra lotta per la riconversione economica ed ecologica di una Taranto finalmente libera. Taranto respira è vicina ai compagni di lotta ora messi a riposo dall’azienda con cui abbiamo condiviso negli ultimi anni ideali di cambiamento e una visione della città libera dalla grande industria”.

Circa poi Rifondazione comunista sono i sindacati confederali e USB che loro sostengono che hanno firmato l'accordo criminale su cui si basa oggi Mittal e i loro lamenti pelosi e umanitari sono solo  chiacchiere. D'altra parte che fanno ora? Si rivolgono agli ignobili deputati del movimento 5 stelle complici del misfatto. Ecco, questa sinistra a chiacchiere è cosa inutile!
Rifondazione comunista “I lavoratori non sono scarti; il governo intervenga. ‘I sommersi e i salvati’ è un libro di Primo Levi in cui si racconta di come i nazisti, per governare meglio i lager, creassero divisioni fra i reclusi sulla base di piccoli privilegi. Una cosa analoga rischia di accadere anche in Ilva con la procedura di Cigs. L’azienda giustifica le scelte delle scorse ore con una presunta “obsolescenza” di alcune postazioni tecnologiche; in realtà ad essere considerati “obsoleti” sono uomini in carne ed ossa, che le precedenti proprietà hanno spremuto e che ora Mittal considera inutili, da buttare via. E fra i “sommersi” sono finiti padri di famiglie monoreddito con diversi figli a carico, uomini con posizioni economiche e personali complicate. Tutto questo, l’aspetto umano del lavoratore, all’azienda non interessa: il lavoratore è la rotella di un ingranaggio e niente di più. Al lavoratore non resta che sfogare la propria rabbia sui colleghi più fortunati, i “salvati”. Un “delitto perfetto”, in cui l’azienda vince sempre. Questo è il risultato della scellerata decisione del governo Lega-5 Stelle di cedere una fabbrica da 11.000 dipendenti a una multinazionale. Lo abbiamo ripetuto innumerevoli volte in questi anni: una multinazionale è interessata esclusivamente ai profitti, e valuta tutto – uomini compresi – in base ad essi. Abbiamo sotto gli occhi la drammatica dimostrazione di questo principio: persone ridotte – per dirla con le parole di Papa Francesco – a “scarti”. Di fronte a tutto questo non si può restare immobili. I rappresentanti del territorio in Parlamento, tutti esponenti del Movimento 5 Stelle, hanno il dovere di chiedere al loro governo, al loro Ministro del Lavoro, che cosa sta succedendo all’Ilva di Taranto, e quali criteri sono stati adottati per scegliere le persone da mandare in Cigs. Al momento nessuno di loro ha detto una parola: quando intendono svegliarsi? Ma soprattutto si deve pretendere dal governo che non ci siano “sommersi”, cioè che a tutti i dipendenti Ilva venga trovato un lavoro il prima possibile, come prevede lo stesso contratto siglato dal governo con Mittal. In caso contrario la situazione per il territorio diventerebbe tragica: migliaia di persone andrebbero ad aggiungersi agli attuali disoccupati. I soldi per farlo ci sono! Basta smettere di regalare miliardi ai ricchi con la flat tax e i condoni fiscali, e anzi tassare le grandi ricchezze come sta facendo il governo spagnolo”.

Esplode il casino sulle assunzioni Mittal... Ma per favore non fate gli ipocriti - 7 novembre alla portinerie - poi alla direzione e la sera alle 17.30 alla sede slai cobas nuova via Livio Andronico 47 Taranto



Il ‘primo giorno di scuola’ di Mittal in Ilva non è stato dei più memorabili. Come avevamo ampiamente previsto e preannunciato nei giorni scorsi, il rischio che in molti fossero impreparati o avessero sottovalutato l’impatto della multinazionale dell’acciaio, era molto concreto e per chi segue da oltre un decennio le vicende Ilva, anche prevedibile. E così è stato.
Del resto, che più di qualcosa non fosse andato per il verso giusto lo si era intuito già la scorsa settimana. Quando i sindacati capirono, dopo una serie di incontri con i vertici di AM InvestCo Italy srl, che ‘l’operazione trasparenza’ che avrebbe dovuto portare a conoscere in anticipo di qualche giorno rispetto a ieri i numeri e i nomi e cognomi ufficiali dei lavoratori che avrebbero trovato collocazione nelle due macroaree all’interno delle quali si trovano tutti i reparti del

martedì 30 ottobre 2018

Teleperformance - lavoratori licenziati usando il decreto dignità - difesa d'ufficio del M5S

Fermo restando che Teleperformance ha potuto fare in tutti questi anni ciò che ha voluto con un uso selvaggio dei contratti, con l'appoggio e anche i soldi di vari governi e in passato anche della Regione;
fermo restando che la Cgil ha normalmente spostato le lotte dei lavoratori verso richieste alle Isituzioni, di fatto coprendo e in alcuni casi sostenendo al politica di Teleperformance di giustificare la sua politica scaricando sulla concorrenza non controllata;
fermo restando che anche ora la Cgil fa un discorso ambiguo: da un lato il suo rappresentante Daniele Simon dichiara di condividere il decreto dignità, dall'altra ne chiede di fatto delle deroghe, per "salvare capra e cavoli", indebolendo e confondendo la necessaria lotta dei lavoratori, tra cui molte lavoratrici;

le dichiarazioni della deputata Alessandra Ermellino del M5S sono oscene (vedi sotto la sua dichiarazione).

In Teleperformance, e in tante altre aziende, il decreto dignità sta diventando uno strumento in mano

ALL'ILVA STAMATTINA

Sconcerto, confusione e rabbia questa mattina alle portinerie dell'Ilva di Taranto.
Ieri pomeriggio la grande maggioranza dei lavoratori ha appreso via web il proprio futuro. Per tanti operai il futuro che gli è apparso è nero, perchè, come dicevano stamattina: sono stati buttati fuori dalla Mittal.
Molti se lo aspettavano, ma apprenderlo non ha fatto che aumentare la propria preoccupazione e anche la rabbia, perchè su una cosa sono tutti d'accordo, sono in maggiorparte oscuri, non trasparenti i criteri con cui i lavoratori sono stati messi fuori dai loro reparti.
A prima vista c'è senz'altro un'epurazione. Operai attivi, conosciuti come attivisti sindacali sono fuori, e quelli messi fuori dicono: "Ci hanno trattato come merda umana". Altri, anche ammessi in Mittal, parlano di strage di ragazzi, dato che sono molti i giovani non passati alla Mittal.
Altri dicono che i nomi sono venuti dai reparti, e quindi, capi, sindacalisti (?) hanno indicato a Mittal gli operai da tenere e quelli da lasciare in AS. Altri ancora non riescono a comprendere come dei reparti praticamente dimezzati potranno continuare a funzionare; delle due l'una o faranno fare a metà operai il lavoro a doppio o pensano di usare una parte degli operai in cigs come manodopera flessibile, o, ancora, pensano di operare una redistribuzione di operai nei reparti con trasferimento, cambio di mansioni, ecc.
Un altro criterio che appare chiaro in alcuni reparti è che hanno tenuto i "5° livello" e mandato via dal 4° livello in giù. Ma anche qui alcuni dei "5° livello" sono di recente arrivo, non conoscono bene il lavoro, mentre operai da anni in fabbrica sono fuori.
I criteri tanto sbandierati anche dai sindacati sui carichi familiari appaiono in molti casi non rispettati. Come diceva un operaio: "ci sono stati alcuni colleghi che sono andati a piangere miseria e famiglia a carico, senza dignità, pur di rimanere a lavorare. Ma ci sono anche operai con tre figli che comunque sono rimasti a casa".
Nella tenuta dei "5° livello" e l'allontanamento di figure operaie di livello inferiore ma che facevano un gran lavoro, emerge secondo noi una volontà di terziarizzazione che Mittal già fa in altri stabilimenti del suo gruppo. Certo alle cokerie, alle colate, alle acciaierie questo non è possibile, ma per manutenzione ed esercizio lo può essere.
Altri operai tra i rimasti fuori irridevano alla cosiddetta "formazione" a cui sarebbero sottoposti gli operai in cigs: "quale formazione! Sono 21 anni che sto qui", diceva uno di essi.

Sicuramente Mittal si prepara a gestire una fabbrica con più sfruttamento e meno operai, e in queste condizioni, a costruire una nuova fabbrica della morte, dato il nesso da sempre esistente, e all'Ilva dimostrato, tra produttività, intensificazione dello sfruttamento, infortuni e morti sul lavoro.

E' sul fronte del 'che fare' che gli operai appaiono oggi ancora un pò incerti. Mittal, sindacati (?) temono la reazione dei lavoratori. "Hanno allertato la questura" - diceva un operaio, e sia pure in modo non visibile e ostentato, si sono viste macchine della polizia stamattina circolare per le portinerie e vigilanti ad organico completo in assetto "accavallato".
Ma chiaramente la reazione operaia non è oggi. A chi dei nostri compagni presenti alle portinerie espeimeva la necessità di una risposta, giovani operai esclusi dicevano: "non ti preoccpare, aspettiamo due giorni, cerchiamo di capire meglio. Ma certo qualcosa faremo".

La maggiorparte degli opperai esclusa entrava in fabbrica con la volontà di andarsene stamattina stessa, svuotare gli armadietti e via. Per domani hanno avuto il "giorno premio".
Oggi però non prevaleva certo disperazione o commozione su quello che potrebbe essere stato l'ultimo giorno di lavoro in quella fabbrica. Un pò perchè non ci credono ancora; ce ne sono ancora parecchi che non sono riusciti ad aprire internet ieri e, naturalmente, questo generava rabbia.
La frase del nostro comunicato che ha ottenuto più successo è stata la prima: "Selezionati via web come ad un mercato in buoni e cattivi, trattati come numeri e senza diritti sindacali, Una cosa indegna!".

Lo Slai cobas sc ha comunque dato indicazioni chiare di non accetatre la situazione; ha proposto subito l'impugnativa di questa selezione, ma ha innanzittutto detto: la via legale è una carta di riserva, dobbiamo reagire con la lotta e l'autorganizzazione. Non dobbiamo permettere che ci mandino tutti a casa, sappiamo poi quando è difficile metterci insieme. Ora che il ferro è caldo bisogna batterlo per far cambiare i piani al padrone e a chi lo ha consigliato e sussidiato. Ci dobbiamo ritrovare alla portineria, alla Direzione e ovunque è possibile per mostrare che a casa in queste condizioni non ci vogliamo andare. Possiamo partire anche con un centinaio. Perchè comunque sappiamo che una parte è difficile che viene, una parte vuole per ora rimanere in cigs e altri ancora aspettano gli eventi, hanno fiducia in chi gli dice di non preoccuparsi e non disperano di rientrare in quelli che la Mittal si dovrebbe riprendere.

Ora però il sentimento prevalente è non accettare e capire perchè loro fuori e altri no.
Anche quelli rientrati sono preoccupati ma chiaramente per ora gli va bene.

Sui sindacati, che stamattina erano totalmente assenti alle portinerie (in fabbrica, stiamo monitorando), sono francamente ripresi i soliti discorsi di critica sul fatto che non hanno avuto garanzie e sull'accordo stesso che hanno firmato.
La maggiorparte degli operai messi fuori sono iscritti a questi sindacati e siamo noi per primi che vogliamo che questi lavoratori chiedano ai loro sindacati conto dei criteri. Così come sono apparsi i soliti discorsi che "ora è tardi", dimenticando o facendo finta di non tener conto di chi prima, come noi e non solo, ha detto quello che sarebbe successo e ha chiamato i lavoratori a mobilitarsi, a non accettare prima che firmassero l'accordo che ora mostra le sue conseguenze. Come diceva un nostro attivista: "Ci sono operai che prima avevano detto che era presto e ora ci dicono che è tardi".

Comunque, questa mattina è stato solo lo Slai cobas sc alla fabbrica a dire: "Non ci stiamo!" e gli operai hanno apprezzato, e tra di essi diversi avevano un nuovo atteggiamento verso di noi.
Alcuni hanno saputo di Margherita, chiesto notizie ed espresso solidarietà. E faceva piacere che in una fabbrica ripulita alle portinerie e alle bacheche di tutti i comunicati sindacali, campeggiava forte e chiara alla portineria "A" il grosso striscione: "La lotta non si arresta. Solidarietà a Margherita".

Ecco: la lotta non si arresta! Questa è anche una parola d'ordine. Capire subito e ricominciare!
Da lunedì 6 novembre, dobbiamo dare una risposta. Il 7 novembre i padroni vengono a Taranto a fare la Conferenza stampa, non gliela lasceremo fare in pace e se si blindano comunque la nostra voce in fabbrica e in città ci sarà. Il 7 sera è convocata una prima riunione alla nuova sede dello Slai cobas sc (Taranto via Livio Andronico, 47 ang. via Polibio), per organizzarci, verificare subito possibilità di lotta, forme di lotta, ricorso legale.
Sono giorni che scriviamo: Abbiate fiducia! Fiducia in voi stessi, fiducia nella lotta, fiducia in noi dello Slai cobas sc.
C'è ancora alla portineria la scritta nostra: "Il piano Mittal non passerà!". certo avremmo voluto che questa parola d'ordine fosse stata già presa nelle mani degli operai, e siamo sicuri che l'accordo così com'è non sarebbe passato.

Ma in questa fabbrica ci sono stati anche organizzazioni sindacali e lavoratori che avrebbero dovuto essere con noi, perchè un'avanguardia ci vuole per fare la lotta.
Ma l'USB ha tradito i lavoratori, ha tradito i suoi iscritti, molti dei quali stamattina erano stati messi fuori da Mittal. E non venga adesso Rizzo a fare il fenomeno...
Anche Massimo Battista/Ranieri, i Liberi e pensanti, l'attuale Flmu/cub, che oggi "schamano" sui giornali e accusano chiaramente Mittal e sindacati di averli fatti fuori. Ma con la linea della chiusura dell'Ilva hanno aiutato Mittal e sindacati a farli fuori.

Ora, però, bisogna unire le forze per rovesciare questa situazione. 

“Ecosistema Urbano”, Taranto all’82° posto nel report di Legambiente - I sindaci/assessori cambiano, ma la situazione peggiora



Una premessa e considerazione
Su molti di questi punti segnalati dal rapporto - alcuni fra tutte - raccolta differenziata e bonifiche -
le proposte e le lotte dei precari/disoccupati dello Slai cobas per il sindacato di classe permetterebbero di migliorare la situazione e di far avanzare, lavoro, diritti, ambiente in città,
ma alle lotte si risponde con l'arroccarsi dentro il Palazzo del potere e degli affari in cui cambiano i nomi ma non la sostanza e il reagire alle lotte con la l'arroganza, il silenzio e la repressione, per cui in città siamo al bel risultato:
Margherita Calderazzi agli arresti domiciliari per la lotta per il lavoro
e alcune egrege signore a far gli assessori - Niente di personale per carità...

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"Ecosistema Urbano" è il Rapporto annuale di Legambiente sulle performance ambientali delle città italiane, redatto con la collaborazione di Ambiente Italia e de Il Sole 24 ore




Con un indice complessivo del  44,14%, di poco inferiore a quello dello scorso anno (era il 45,10%), Taranto si classifica all’82° posto in Ecosistema Urbano, il Rapporto annuale di Legambiente sulle performance ambientali delle città italiane, redatto con la collaborazione di Ambiente Italia e de Il Sole 24 ore,  che vede le prime sei città in classifica Mantova, Parma, Bolzano, Trento, Cosenza, Pordenone, presentare indici superiori al 70%.
Per Lunetta Franco, presidente di Legambiente Taranto: “Raccolta differenziata porta a porta dei

lunedì 29 ottobre 2018

Ilva - E' cominciata la selezione via web. Una cosa indegna! Domattina, ore 6, lo Slai cobas sarà alla port. A

Selezionati via web come ad un mercato in buoni e cattivi, trattati come numeri e senza diritti sindacali. Una cosa indegna! 

Lo Slai cobas sindacato di classe ha detto chiaro la sua linea e le sue proposte. Ora spetta agli operai.

Noi invitiamo gli operai che non sono passati alla Mittal e che avranno davanti solo cassintegrazione, cioè reddito ridotto e dopo massimo 5 anni licenziamento, a non rassegnarsi a questa assurda e illegittima situazione.

Invitiamo gli operai a venire il 7 novembre alle ore 18
in sede Slai cobas (sede nuova via Livio Andronico, 47, ang. via Polibio a fianco macellaio), per discutere cosa e come fare.

Non è vero che questo accordo non è impugnabile.
Noi vogliamo fare una battaglia legale: sulla violazione del 2112, perchè andare in deroga del 2112 vuol dire aprire l’autostrada ad altre deroghe; sui criteri unilaterali e discriminatori sanciti dall’accordo per scegliere gli operai, perchè sono illegittimi, nè possano essere praticati liberamente, come se tutto è lecito. Va poi smascherata e combattuta anche l’assurdità degli operai “in vendita”, questa fuoriuscita di operai era largamente raggiungibile con l’estensione dei benefici amianto e con una legge speciale per Taranto, dentro una dinamica emergenziale per la città e la fabbrica come è l’inquinamento.

Lo Slai cobas Taranto a partire da novembre proporrà ai lavoratori tutte le forme di attacco legale a questo accordo, a tutela dei diritti di tutti i lavoratori di essere assunti tutti dalla Mittal senza discriminazioni e figli e figliastri,

Agli operai che passano alla Mittal lo Slai cobas dice che interverrà su tutti fattori critici della condizione operaia e sicurezza che questo passaggio comporta ora e soprattutto dopo il periodo di transizione di 3 mesi.
Mittal è il modello selvaggio del capitalismo in “guanti bianchi”, per cui nessun diritto è garantito, e l’accordo permette una serie di valvole di sfogo per “zero diritti”, nella gestione diretta della fabbrica.

Dobbiamo avere fiducia!

Non è affatto vero che la partita Ilva/AM si è chiusa.
Si è chiusa una battaglia ma non la guerra, la guerra di classe.

30 ottobre 2018

SLAI COBAS per il sindacato di classe
(NUOVA SEDE) Taranto via Livio Andronico, 47 (ang v. Polibio - vicino ‘Olindo carni’)
3471102638 - slaicobasta@gmail.com - blog: https://tarantocontro.blogspot.com/  

SULLA VENDITA DELLA MAGNETI MARELLI - Uno degli stabilimenti principali è a Bari

In questi giorni si è completata la vendita della Magneti Marelli. Si tratta di un'operazione di concentrazione di capitali tipica dell'imperialismo, per ridurre da parte del capitale (in questo caso Fca) costi, debiti, estendersi in altre parti del mondo e aumentare i profitti. Tutti giurano che questa operazione non intaccherà l'occupazione in Italia, ma è bene da parte dei lavoratori non illudersi, le concentrazioni di capitali, che sono anche inevitabilmente concentrazioni di forza-lavoro, mezzi di produzione e settori commerciali, sempre portano ad una riduzione dei lavoratori.
I giornali in genere si sono soffermati nell'analizzare positivamente questa operazione, come, alcuni,  nel vedere cosa c'è dietro di essa sia in termini soprattutto di ulteriore tassello dell'operazione "spezzatino" che ha già portato a ridimensionare fortemente la presenza Fiat in Italia (con tutte le conseguenze per i lavoratori, queste sì già viste e che hanno lasciato sul tappeto morti e feriti), sia in termini di necessità di fare "cassa", coprire l'indebitamento della Fca. 
Pochissimi, invece, hanno accennato al significato di come è avvenuta questa operazione; al fatto che la Magneti Marelli è stata venduta a un fondo privato Kkr. Questa è invece la cosa più significativa e pericolosa. In realtà è un fondo di investimenti di capitale finanziario che si è acquisito la Magneti Marelli. Il capitale finanziario si "mangia" il capitale industriale. 
Qui, al di là degli enormi rischi, già visti in tutti questi anni, dato che i Fondi privati come aumentano a dismisura la loro potenza, così possono crollare - Lenin dice "...si incaricano di affari rischiosi, a cuor leggero, assai più dei privati imprenditori -; avviene una scissione tra produzione e denaro; l'interesse del capitale finanziario è quello di fare denaro, con denaro, di trarre dalle sue operazioni redditi giganteschi. Ciò che diventa importante, quindi, non è la produzione (da cui trarre denaro), ma le operazioni finanziarie, anche speculative. Appunto il capitale finanziario si mangia il capitale produttivo.

In questo articolo, riportiamo le notizie prese dalla stampa.
E un breve stralcio dal libro sulla Formazione operaia dell'imperialismo di Lenin   

INFO STAMPA
La Magneti Marelli è una multinazionale da 7,9 miliardi di fatturato e 43mila dipendenti (di cui 10mila in Italia). Opera come fornitore di prodotti soluzioni e sistemi ad alta tecnologia per l’industria automobilistica. Ha sede centrale a Corbetta, nel Milanese, e impianti di produzione, in

domenica 28 ottobre 2018

Ovunque c'è una sede della Lega è giusto protestare


Gioia del Colle, raid vandalico contro sede Lega
Dopo Santeramo, Corato, Ruvo, adesso è la volta di Gioia del Colle    

Comunicato del coordinamento nazionale dello Slai cobas per il sindacato di classe - Taranto 13 ottobre

Si è tenuto a Taranto il coordinamento nazionale dello Slai cobas per il sindacato di classe.
Esso nella una prima parte ha dedicato il suo tempo alla questione dell'Ilva e al recente accordo, considerandolo come una questione di rilievo nazionale per tutti gli operai e le masse proletarie in questo paese, sia perchè esso mostra la natura dei padroni e del nuovo governo, sia perchè mostra come questi vogliono perseguire sui posti di lavoro una politica di riduzione dell'occupazione e di più sfruttamento e sul territorio una politica di attacco alla salute e di continuità della devastazione ambientale, in un quadro generale caratterizzato dalla crisi economica, dalla acuta guerra commerciale tra i padroni e le potenze imperialiste di tutto il mondo.

Il coordinamento nazionale ha ribadito che all'Ilva daremo battaglia fino all'ultimo e che lo Slai cobas sc rappresenta i reali interessi di classe degli operai in questa fabbrica, in una fase in cui anche i sindacati di base si dimostrano o ruota di scorta del sindacalismo collaborazionista o ruota di scorta dell'ambientalismo antioperaio che considera rinnega l'analisi di classe che nocivo è il capitale e non la fabbrica e che solo la classe operaia autorganizzata può essere il centro dell'unità delle masse popolari contro i padroni che sfruttano e uccidono in fabbrica esul territorio.

Il coordinamento nazionale ha approvato il piano che prevede tre fasi di questa azione all'Ilva e ha

Il Fatto quotidiano di oggi scrive di Margherita

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Taranto, oltraggiò vigile urbano: sindacalista Cobas agli arresti domiciliari per una condanna a un mese

di | 28 ottobre 2018
Taranto, oltraggiò vigile urbano: sindacalista Cobas agli arresti domiciliari per una condanna a un mese


Nel 2010 Margherita Calderazzi fu tra le organizzatrici di un movimento di lotta dei disoccupati tarantini e si oppose allo sgombero di una tenda montata in piazza come presidio. Allo sgombero seguì la protesta sotto al Municipio e una parola, “fascista”, urlata contro un vigile che le fece causa


Nell’Italia dei condoni per evasori fiscali e abusivisti edilizi, lo Stato si dimostra inflessibile verso una sindacalista colpevole di aver oltraggiato un vigile urbano e quindi meritevole, secondo il Tribunale di Sorveglianza, di scontare la pena di un mese agli arresti domiciliari. Senza condizionale, senza affidamento ai servizi sociali. Agli arresti. Provvedimento in vigore dal 15 ottobre. E col cellulare che squilla a vuoto perché la condanna è accompagnata dal divieto di comunicare con l’esterno. E’ la storia di Margherita Calderazzi, sindacalista di base Slai Cobas, una delle tante parti civili nel processo Ilva, coordinatrice di 120 persone tra operai, familiari di vittime del lavoro, famiglie della zona dei Tamburi e di altri quartieri, per i quali ha messo in piedi un pool di avvocati di Torino esperti in materia, provenienti dai processi Eternit.
La signora Calderazzi è un punto di riferimento di battaglie e movimenti per il lavoro e la salute. Una compagna, nel sapore antico del termine. Anzi no: una pregiudicata alla quale negare l’affidamento ai

Il circolo proletari comunisti di Taranto comunica


Il circolo proletari comunisti di Taranto comunica
il dimissionamento dei compagni Raffaella e Francesco.

La decisione è legata al totale disimpegno di questi compagni da quest’estate, nel quale non hanno svolto il lavoro di formazione e crescita politica che gli era stato affidato, e si sono sottratti alla vita interna ed esterna del circolo, senza motivazione e in una fase in cui il circolo è stato impegnato nell’agitazione e propaganda, principalmente contro il governo fascista e razzista Slavini/Di Maio e ha guidato l’attività dello Slai cobas nell’importante battaglia al’Ilva e a tutela delle condizioni di lavoro e dei diritti dei precari degli appalti comunali.

I due compagni, purtroppo, hanno fatto prevalere interessi individuali e hanno messo problemi privati al primo posto rispetto alla partecipazione attiva e alla crescita nel circolo.

Per il circolo è da un lato obiettivamente una sconfitta, perché su questi compagni il circolo faceva affidamento e ha potuto contare su di loro per anni in questo lungo periodo complesso, in cui è difficile organizzare comunisti e proletari in lotta che vogliano crescere e trasformarsi in avanguardie politiche rivoluzionarie, necessarie urgentemente alla lotta di classe in questa città e a livello nazionale.
Ma nella lotta i compagni hanno tradito la fiducia delle masse e del circolo, ricadendo continuamente in uno stile individualista, piccolo borghese, privilegiando uno spirito di “coppia ristretta” che contrasta decisamente con la figura e la militanza proletaria e comunista che il nostro circolo richiede.

A Taranto più che mai c’è bisogno di un circolo proletario e comunista. La sinistra borghese ha tradito i lavoratori e le masse popolare, e la sinistra piccolo borghese è sempre impantanata in beghe elettorali e non partecipa quasi mai alle lotte vere degli operai e lavoratori di questa città

Nei prossimi giorni una nota rilancerà linee e programmi del circolo
.
Il circolo non lavora per aggregare chiunque e comunque. Non è un “circolo di amici”, ma un circolo di combattimento collettivo e di riconoscimento tra i lavoratori del proprio ruolo d’avanguardia su cui le masse possa sempre fare affidamento.

A Taranto energie di questo genere ci sono e possono esserci. Ma è fondamentale mantenere chiara e netta la fisionomia e le caratteristiche di un circolo autenticamente proletario e rivoluzionario, in cui i difetti e i problemi personali siano affrontati collettivamente, i meriti socializzati.
L’impegno richiesto dal circolo è e deve essere una scelta che nella lotta e nel confronto continuo militante trasforma la vita e la rende libera e sempre più degna di essere vissuta ne fuoco della lotta di classe in stretto legame con le masse

I compagni del circolo di proletari comunisti Taranto
ottobre 2018

IL SI' DEL GOVERNO FASCIO-POPULISTA INGANNAPOPOLO ALLA TAP TRA LA FARSA E LA TRAGEDIA - MA LA VERITA' E' UN'ALTRA

Farsesche e tragiche nello stesso tempo sono infatti le motivazioni date a sostegno del Sì. Motivazioni che non hanno nulla di politico.
L'opera si deve fare perchè altrimenti dovremmo spendere troppi soldi per le penali (ammesso e non concesso, dati e argomentazioni differenti stanno dicendo in queste ore che questo non sta scritto in nessun contratto e che al massimo si risarcirebbero le aziende per i danni) e perchè prima non si sono lette le carte. 

Tradotto, indipendentemente se l'opera sia valutata utile o meno, se comporti effetti disastrosi per i territori e l'ambiente, la Tap si deve fare perchè, altrimenti, Di Maio, e Salvini, dovrebbe cancellare le altre promesse (reddito di cittadinanza e riforma pensioni, perchè questi famosi 20 miliardi di penale dicono che corrisponderebbero ai fondi necessari per questi provvedimenti), e perchè in tutti questi mesi di governo non sono stati in grado di leggere le carte - nè lo avevano fatto prima, quando invece gli altri sul territorio avevano ben conoscenza della situazione e Di Battista andava dicendo che con loro al governo in due settimane si stoppava la tap.
Se non fossero ingannapopolo, sarebbero degli emeriti imbecilli. Ma, purtroppo questo sarebbe ancora un complimento. 

La realtà è che non possono, perchè la Tap è un'opera strategica nella guerra interimperialista e del ruolo dell'Italia in questa contesa. Trump l'ha detto chiaro a Conte: la Tap si deve fare!  

La TAP - come abbiamo riportato il 23 ottobre - va ben oltre la questione ambientale e territoriale, il gasdotto transadriatico cruciale per sicurezza dell’intera Europa
"...Il progetto per il gasdotto transadriatico (Tap) è cruciale per i rapporti bilaterali tra Italia e Albania, e per la sicurezza energetica dell’intera Europa. È quanto dichiarato da Michele Elia, country manager di Tap Italia, che ha ricordando anche quanto sia importante per l’Italia ridurre la dipendenza (dal punto di vista dell’approvvigionamento energetico) dalla Federazione Russa".

L’interesse americano sulla pipeline è legato al fatto che può rappresentare la possibilità di ridurre la dipendenza dal gas russo dell’Europa. 
"Con un valore di 5 miliardi di euro, il TAP è considerato una pietra angolare della politica di sicurezza energetica dell'Unione europea che mira a ridurre la dipendenza dell'Europa dal gas russo. Per Washington è cruciale contenere l'influenza di Mosca sul vecchio continente".

Lungi dal sostituire il gas russo, il TAP assicurerebbe il 2,4% del consumo del gas continentale. Colmerebbe il divario della produzione europea di gas e farebbe dell'Italia uno snodo per la riesportazione del gas verso altri paesi europei

NO TAP, BANDIERE BRUCIATE E TESSERE STRAPPATE - IL M5S E' INGANNAPOPOLO - FASCIO-POPULISTA - DA SEMPRE - Proletari comunisti lo aveva detto dal primo momento


Purtroppo essere andati dietro alle frottole del M5S, dei Di Maio, 
Di Battista non è che non ha fatto danni nella linea e obiettivi del 
movimento NoTap.

Proletari comunisti aveva fatto una chiara analisi fin dai tempi
 della prima presentazione alle elezioni politiche, in cui 
furoreggiava solo Grillo.
*****
"Grillo politicamente e culturalmente è un comico che denuncia, utilizzando le sue armi, fatti e malefatte dei partiti, della finanza, del costume; lo fa con capacità di coinvolgimento, con battute fulminanti, che in generale ottengono un consenso in chi lo ascolta... La crisi della democrazia parlamentare, il moderno fascismo, le varie forme di tecnocrazia dominante lasciano largo spazio a questo tipo di “prodotto”.
La questione “Grillo” cambia col formarsi di questa strana e oscura “setta aziendale” che con abilità e, in una certa misura, pianificazione, costruisce una forma di cupola internauta che utilizza in forme apertamente cripto fasciste lo strumento della rete, della democrazia virtuale, atomizzata e

Ilva: cambio dei manager e tutto sotto controllo della holding

Cambiano i dirigenti dell'area a caldo e dei laminati, non cambiano invece i responsabili della sicurezza e attuazione dell'Aia. Sarà che sicurezza e Aia non sono così decisivi per Mittal?
Il controllo verticistico lascia oggettivamente poco margine di azione alla "normale" attività dei sindacati; tutto è deciso dalla holding, e i dirigenti eseguono, questo vale anche per le politiche retributive.   
 
Da Sole 24 Ore - "Confermati solo tre dirigenti del vertice. Area a caldo e laminati affidate agli stranieri. Rapporti stretti con la holding per gestire le principali funzioni dello staff...
A livello operatio la nuova Ilva sarà suddivisa in tre divisioni, ciascuna di diretta competenza di un direttore industriale...
La prima riguarda l'area a caldo, che non sarà più a guida italiana ma che dovrebbe essere affidata a Stefan Van Campe, con un passato a Brema; si occuperà anche di Taranto Energia.
La seconda area, legata ai laminati, e alla trasformazione in generale sarà guidata da Philippe Aubron, fino ad oggi responsabile commerciale per l'automotiva di tutto il gruppo...
Per la'rea commerciale il nuovo direttore sarà Carlo Malasomma che da una decina d'anni è country manager per l'Italia di ArcelorMittal...
Direttore del personale la nuova dirigente è Annalisa Pasquini, manager che proviene dall'Oreal ma che ha avuto una lunga esperienza precedente all'estero proprio in ArcelorMittal...
Dovrebbero essere confermati l'attuale responsabile della sicurezza e anche il reponsabile della firezione attuazione Aia...

La struttura aziendale dovrà avere un costante riporto funzionale con quella della holding cui appartiene... Questo significa che, per fare un esemio, il direttore del personale potrà ricevere indirizzi precisi dalla casa madre sui temi come le politiche retributive, e il ceo, ascoltato il manager competente, si adeguerà applicandole anche al suo interno..."

Ilva - Sindacati: di che ti lamenti...? L'indicazione dello Slai cobas sc

I sindacati in Ilva sono stati bellamente bypassati dai vecchi e nuovi padroni, avrebbero dovuto avere i numeri degli operai che dal 1° novembre passeranno alla Mittal e di quelli che invece rimarranno in AS in cigs e invece non sono riusciti a sapere neanche il nome della società di consulenza esterna, alla quale ArcelorMittal ha affidato il compito di redigere le graduatorie con gli elenchi dei lavoratori, attraverso la media ponderata che assegnerà ad ogni singolo lavoratore un punteggio.
La Fiom si lamenta: "La nuova società ha scelto infatti di intraprendere un percorso “poco trasparente”.
Ripetiamo ancora una volta che questa selezione fatta su criteri unilaterali, stabiliti dalla Mittal è nell'accordo che Uilm, Fiom, Fim, Usb hanno firmato (e l'Usb anche esaltato), quindi non è credibile che ora ipocritamente questi sindacati si lamentino.
D'altra parte anche a fronte di abusi, clientelismi, metodi inaccettabili (l'avviso via web), nessuna denuncia con nomi e cognomi, nessuna iniziativa di protesta.
Gli operai lasciati, ognuno da solo, davanti ad uno smart o computer per sapere se c'è o meno il suo nome.
Siamo all'azzeramento di ogni idea sindacale, di realtà collettiva degli operai e i sindacati al massimo si lamentano?!

La Mittal subito sta facendo capire come intende il rapporto con gli operai, e purtroppo vedremo ben altro...

Lo Slai cobas ha dato un'indicazione: tutti gli operai martedì 30 alla fabbrica!
Per ogni operai che non viene assunto dalla Mittal, noi siamo pronti a fare ricorso.

SLAI COBAS per il sindacato di classe - 3471102638

IL VOLANTINO DATO NEI GIORNI SCORSI ALL'ILVA

Sulla bonifiche dell'Ilva in AS interne alla fabbrica lavoreranno solo 300 lavoratori

Da un articolo di Gianmario Leone - "Il prossimo 21 novembre i commissari straordinari dell’Ilva in AS hanno convocato i sindacati metalmeccanci per un incontro sul tema bonifiche. Come infatti riportato nelle scorse settimane, dei 2586 che resteranno in cig sotto il controllo dei commissari straordinari almeno sino al 2023, in 300 saranno utilizzati per le bonifiche nelle aree interne allo stabilimento (anche se l’obiettivo delle organizzazioni sindacali è quello di alzare ancora un po’ l’asticella). L’incontro servirà a capire in particolar modo in che modo i commissari intenderanno procedere in questo percorso ancora oggi molto poco chiaro. Ciò che è certo oramai da tempo, è che per le operazioni di bonifica saranno utilizzati i fondi sequestrati al gruppo Riva all’estero, nel paradiso discale dell’isola britannica di Jersey, pari a quasi un miliardo di euro, disponibili nel Fondo unico giustizia sotto forma di obbligazioni emesse dall’As e sottoscritte dallo stesso Fug. Per quanto concerne invece le aree che saranno interessate dalle operazioni in capo ad Ilva in AS, sicuramente come previsto dal Piano Ambientale, ci saranno quelle delle discariche interne al siderurgico oramai esaurite. Resta invece ancora da chiarire quale personale sarà scelto dai commissari, in base a quali criteri, e soprattutto quale sarà il percorso di formazione che i lavoratori dovranno seguire".