lunedì 30 settembre 2019

San Ferdinando - Testimonianze dalla tendopoli: lavoratori autorganizzati sventano un nuovo subdolo tentativo di sgombero

Lo scorso mercoledì, davanti all'arbitrario tentativo di sgombero di alcune tende all'interno della tendopoli di San Ferdinando, gli abitanti e le abitanti dell'insediamento hanno portato avanti una strenua resistenza contro l'ennesimo sopruso istituzionale, impedendo che venissero distrutte molte delle tende dove vivono. 
Un altro subdolo tentativo di smantellamento alla vigilia dell’inizio della stagione agrumicola, mentre molte persone stanno già arrivando nella Piana e rischiano di non avere alcun posto dove vivere.
Inoltre alcuni lavoratori hanno iniziato a organizzarsi in maniera autonoma per pretendere un aumento di salario dal loro datore di lavoro, considerate le tante ore lavorate in condizioni estreme, minacciando di scioperare tutti se le loro richieste non verranno esaudite.
Di seguito la testimonianza di uno di loro, per ricordarci che davanti a sgomberi, repressione di stato e sfruttamento dei padroni l'unica risposta valida è sempre la lotta.

Campagne in lotta

sabato 28 settembre 2019

ArcelorMittal, intesa sulla nuova cassa integrazione a Taranto - L'arrosto al padrone, il fumo ai lavoratori

  • giovedi 3 ottobre presidio informativo alle portinerie ilva ore 6
  • giovedi 3 ottobre ore 18 incontro valutazione/analisi dell'accordo
  • sede Slai cobas via Livio Andronico 47 Taranto 3475301704

Nuovo accordo tra Fim, Fiom, Uilm, Ugl e ArcelorMittal Italia sulla proroga di  13 settimane della cassa integrazione ordinaria (Cigo) nello stabilimento siderurgico di Taranto. Le parti hanno raggiunto un’intesa che prevede, tra le altre cose, la diminuzione del numero massimo di unità che potranno essere collocate in Cigo. Si è passati, infatti, dalle iniziali 1395 a 1273 con rotazione bisettimanale dei lavoratori coinvolti nelle fermate degli impianti. Di seguito il comunicato unitario di Fim, Fiom, Uilm.“In data odierna dopo un costante confronto tra azienda ed RR.SS.UU. (rappresentanti sindacali unitari, ndr), che nei giorni scorsi hanno effettuato degli approfondimenti

Ai tantissimi ragazzi in corteo anche a Taranto al grido "il futuro del pianeta siamo noi"...

...diciamo questo è senz'altro vero, in qualsiasi caso, ma quel futuro sarà davvero diverso e migliore solo se riusciranno/riusciremo a essere i becchini del presente.

Che sia solo l'inizio di uno sviluppo ben differente.

...Senza rovesciare il capitalismo e l’imperialismo non è possibile rovesciare il processo di devastazione e distruzione dell’ambiente da esso procurato.
Non è accettabile che si chieda proprio ai responsabili di questa distruzione di mettere fine ad essa.
Il capitalismo cerca nuove fonti di profitto e individua nella Green Economy l’opportunità, fa leva sul movimento in corso per accelerare questo processo. In ogni paese le grandiassociazioni padronali, le multinazionali, i governi, la Finanza sono pronti come lupi famelici a lanciarsi sul nuovo business del secolo e a costruire il consenso intorno ad esso.
... la enorme quantità di giovani scesa in piazza domanda a tutti un impegno e un’attenzione, perché è fondamentale che la gioventù sia non la massa di manovra del capitale e dell’imperialismo, non i costruttori del consenso ad essi, ma i distruttori di questo sistema.
Il capitalismo prima fa profitti sulla distruzione, poi fa profitti sulla sua ricostruzione.
...Sempre la gioventù è stata interessata ai grandi temi dell’ambiente, come in altre occasioni della fame, della pace, e così via. E in generale per tanti giovani, soprattutto giovanissimi, è la prima forma che assume il loro impegno sociale diretto ed è la prima forma che contiene una volontà radicale di cambiamento. C’è bisogno che questo movimento passi attraverso l’esperienza diretta, c’è bisogno del tempo necessario perchè in esso si definiscano le tendenze e si sviluppi lo scontro tra due visioni e due vie.

Appalto ArcelorMittal - info e posizione dello Slai cobas per il sindacato di classe

Indotto ex Ilva, è il caos, sciopero di 24 ore per martedì 1 ottobre esteso a tutti i lavoratori dell’indotto


Ribadiamo che lo Slai cobas sc appoggia tutti i lavoratori in lotta, qualunque sia l’organizzazione sindacale che hanno, ma è del tutto evidente che per sostenere la nostra piattaforma (vedi sotto) serve che i lavoratori si organizzino nello Slai cobas e in un coordinamento operaio delle varie ditte.
Noi diciamo già da adesso a tutti i lavoratori che si sentiranno penalizzati dagli accordi in corso che noi li impugneremo anche legalmente se non tuteleranno le condizioni di lavoro, il salario.
....l’obiettivo nostro è di mettere fine a questa situazione e che i lavoratori possano avere nelle loro mani la lotta e non dipendere dai vari capetti e funzionari del sindacato, che campano da una vita sulla pelle dei lavoratori dell’appalto.
Nei prossimi giorni intendiamo realizzare dei presidi alla portineria delle imprese.
I lavoratori che vogliano una lotta nuova e una nuova organizzazione sindacale, possono contare su di noi

info da Corriere di Taranto
“La situazione più delicata riguarda gli oltre 200 lavoratori della Castiglia. La ditta Pellegrini assumerà 300 addetti alle pulizie



Continua ad essere molto alta la tensione nei lavoratori dell’indotto e tra i sindacati metalmeccanci di Taranto. Un qualcosa di altamente previsto e prevedibile, su cui avevamo scritto in tempi non sospetti, lo scorso ottobre (vedi link qui sotto). Il mondo dell’indotto, dell’appalto e del sub appalto del siderurgico, per chi conosce realmente la storia della grande fabbrica, è da sempre complesso, contorto, articolato, dove in tanti imprenditori locali nel corso degli anni si sono arricchiti enormemente. E’ inutile nasconderselo e fare finta di niente. Imprenditori che tra l’altro non hanno mai attirato le simpatie di alcuni sindacati, per usare un eufemismo. Soltanto che, garantendo lavoro e reddito a centinaia di lavoratori, i contrasti spesso sono rimasti all’ombra degli altiforni (ma di controversie con le stesse aziende se ne contano a iosa negli anni). E’ chiaro che ArcelorMittal sta semplicemente applicando su Taranto, le stesse condizioni che applica negli altri stabilimenti sparsi per il mondo. Condizioni che ovviamente non stanno bene a chi era abituato a ben altre situazioni. E come sempre accade, purtroppo, a pagare il prezzo più alto sono adesso quei lavoratori che grazie all’indotto ex Ilva sono riusciti a trovare un lavoro dignitoso. E che ora rischiano o di perderlo, o di dover accettare condizioni salariali inferiori al passato.
(leggi l’articolo https://www.corriereditaranto.it/2018/11/03/222ilva-mittal-cambia-la-grande-fabbrica/)
Dopo la conclusione delle riunioni odierne all’Arpal Puglia (Agenzia Regionale per le Politiche

Kima, che?? - info - 8 ottobre ore 18 via Livio Andronico, 47 TA, una valutazione con i lavoratori precari exPasquinelli/pulizie Amat/ Cimitero

Servizi alla città, nuovo brand: nasce Kima


Presto una holding per le partecipate del Comune, Amiu, Amat e Infrataras. Entro quest’anno la raccolta differenziata. Nuove pensiline per i bus urbani


I tarantini dovranno abituarsi: non più Amiu ma Kima Ambiente, né Amat ma Kyma Mobilità, né Infrataras ma Kima Servizi. Ma cosa significa “Kima”? Si tratta del nuovo brand scelto dal Comune per le municipalizzate con cui la città dovrà prendere confidenza. Il termine in questione è la traslitterazione dal greco moderno di “onda’, che tiene insieme le radici magnogreche della città e l’idea di movimento fluido di rigenerazione, del mare che circonda Taranto e la rende unica al mondo. Insomma, si vuole rappresentare un’onda di energia pronta a inondare le strade cittadine.
Tanto è stato riferito da Michela Tota dell’agenzia di comunicazione Proforma che ha anche realizzato il brand “Taranto capitale di mare”, nella conferenza stampa convocata dal sindaco Rinaldo Melucci questa mattina a Palazzo di Città. Ma non è solo questione di a forma ma anche, soprattutto di sostanza.
“Stiamo lavorando – ha detto il primo cittadino – a un piano industriale per realizzare una vera holding che raggruppi le tre società, al fine di razionalizzare e rendere più efficienti i servizi. Immaginiamo una realtà operativa che avrà circa 1000 dipendenti e un capitale sociale importante,

Perchè proletari comunisti non aderisce alle manifestazioni del 27 settembre

Ci sono momenti in cui è importante che i comunisti marcino controcorrente, per deviare il movimento dalla via spontanea che lo porta sotto la cappa dei suoi nemici.
L’imperialismo è guerra, rapina dei popoli, miseria e distruzione dell’ambiente e uso selvaggio dell’uomo e della natura al servizio del profitto. Senza rovesciare l’imperialismo non è possibile rovesciare il processo di devastazione e distruzione dell’ambiente da esso procurato.
Non è accettabile che questo movimento chieda proprio ai responsabili di questa distruzione di mettere fine ad essa.
Così noi comunisti respingiamo decisamente ogni teoria catastrofista, da “ultima spiaggia”. La storia dell’umanità ci insegna che non è così che vanno le cose.

Ma le ragioni più consistenti che ci spingono a non aderire alle manifestazioni in corso sono legate a un fattore ben preciso. Il capitalismo cerca nuove fonti di profitto e individua nella Green Economy l’opportunità, fa leva sul movimento in corso per accelerare questo processo. In ogni paese le grandi

giovedì 26 settembre 2019

FORMAZIONE OPERAIA - A PROPOSITO DELL'INQUINAMENTO....

Questa volta stiamo sull'attualità.

Per Marx l'inquinamento è un costo di classe, ossia pesa solo su alcune classi sociali. Le sole classi povere sono colpite dall'inquinamento poiché i lavoratori sono costretti a vivere nelle città o nei pressi delle fabbriche, in luoghi ad alta concentrazione di inquinamento. Sono quindi costretti ad esporsi più degli altri al rischio di contrarre malattie. 
Il costo delle cure mediche per affrontare le malattie o preservare la propria salute equivale ad una riduzione del salario netto. Viceversa, i capitalisti non hanno alcuna ragione per ridurre l'inquinamento poiché le politiche anti-smog sono realizzate mediante la spesa pubblica, ossia tramite le entrate pubbliche dello stato (tasse, imposte ecc.). 
Essendo i salari già al livello di sussistenza nella teoria di Marx è conseguenziale che tali spese possono essere finanziate solo tramite una maggiore imposizione fiscale sui profitti. 
Al centro del ragionamento della teoria di Marx troviamo il conflitto di classe originato dalle risorse limitate a disposizione dell'uomo 
Per Marx la tipica situazione di "conflittualità" nei rapporti di classe sia il fondamento teorico anche in tema di ambiente. 
Da un lato l'inquinamento aggrava la salute dei lavoratori e dall'altra il capitale non ha alcun motivo per finanziare forme di produzione meno inquinanti in quanto più costose.

Cassintegrazione e appalto - I sindacati confederali non possono fare il gioco delle tre carte sulla pelle dei lavoratori

E’ necessario che la lotta venga tolta dalle loro mani e riportata nelle mani dei lavoratori, se si vuole realmente lavoro, salari e diritti.

1. I sindacati confederali dovevano dire un chiaro NO alla cassintegrazione permanente all’ArcelorMittal, invece hanno fatto: furia francese e ritirata spagnola. Hanno detto No all’inizio della cassintegrazione salvo poi accettarla di fatto; ora sono passati ad accettarla esplicitamente dicendo ”Se no...”.
La piattaforma per cui si incontrano oggi con l’azienda sarebbe già una sconfitta per i lavoratori, perché la strada di assottigliare il numero non garantisce assolutamente niente. AM gestisce la cassa secondo i suoi esclusivi interessi, e anche nella precedente cigo per 1395 lavoratori ha assottigliato lei stessa i numeri. E’ inutile, quindi, trasformare in richiesta sindacale quello che è il normale andamento flessibile dell’utilizzo della cigo.
La rotazione, che è sempre accettazione della cassintegrazione, sarebbe una cosa migliore; ma di che parliamo se AM chiede questa cigo sulla base di una riduzione per effetto della crisi di mercato? E quindi vuol dire che sono ben precise lavorazioni che vengono ridotte e la rotazione è applicabile per poche realtà.
Poi i sindacati confederali chiedono il rientro al lavoro dei manutentori, come esito della task force congiunta messa in piedi in occasione della morte di Cosimo Massaro; su questo la trattativa è possibile ma le intenzioni effettive dell’azienda sono tutte da verificare.
Infine viene fatto balenare lo specchietto delle allodole della integrazione salariale ai lavoratori. Questo sarebbe giusto e necessario visto il taglio di busta paga che stanno subendo gli operai, ma nessuno la vuole dare, né l’azienda né meno che mai la Regione che finora non è stata in grado, neanche verso i cassintegrati di Ilva AS di fare assolutamente nulla.

La questione è che i sindacati e anche parte dei lavoratori non vogliono prendere atto della questione di fondo: è l’accordo del 6 settembre ‘18 che ha consegnato la fabbrica ad ArcelorMittal che ha

Collinette Tamburi, il punto sullo stato dell’arte

La nota della Asl che spiega il perchè della riapertura scuole. Restano preoccupazione e confusione: proviamo a fare di nuovo chiarezza

di Gianmario Leone
pubblicato il 25 Settembre 2019

La delicata vicenda riguardante le così dette ‘collinette ecologiche’ dell’ex Ilva, di cui una (la numero 3) adiacente ai plessi scolastici ‘De Carolis’ e ‘Deledda‘ del rione Tamburi, è ancora lungi dal potersi definire risolta del tutto.

Il corriereditaranto.it ha sempre affrontato la vicenda, come tutte le altre che riguardano il siderurgico e non solo, pubblicando tutti i documenti di cui siamo entrati in possesso, tutti i dati disponibili, fornendo sempre un’informazione corretta, documentata, seria. Ed esprimendo sempre un punto di vista molto chiaro sull’intera vicenda in generale: dispiace che anche chi ci segue da oltre 15 anni (compresa l’epoca del ‘TarantoOggi‘), metta in dubbio la nostra onestà intellettuale, le nostre idee, il nostro modo di fare informazione.

Per chi dunque continua a nutrire dubbi, rimandiamo alla lettura di quest’articolo, nella speranza che di risultare ad essere il più chiari possibile.
Il sequestro dell’area e le decisioni delle istituzioni e degli enti di controllo

Dopo il sequestro dell’area (di 9 ettari pari a 90.000 metri quadrati) da parte dei Carabinieri del NOE di Lecce lo scorso 5 febbraio (dopo un’indagine avviata nel secondo semestre del 2018) deciso dalla Procura di Taranto dopo una relazione tecnico-chimica sulle analisi effettuate di ARPA Puglia, il Sindaco Rinaldo Melucci, su indicazione del Dipartimento di Prevenzione della ASL di Taranto, firmò un’ordinanza (era il 1 marzo) che ordinava la chiusura temporanea delle due scuole (poi estesa sino alla fine dell’anno scolastico).

Secondo le indagini infatti, le tre collinette ecologiche di proprietà di Ilva in amministrazione straordinaria costituiscono una enorme discarica abusiva composta di svariate tonnellate di rifiuti industriali derivanti dalle lavorazioni degli impianti del polo siderurgico quali loppa, scorie d’altoforno e altro che, esposti all’azione degli agenti atmosferici, hanno riversato nei terreni e nell’ambiente circostante, sostanze altamente tossiche e cancerogene come diossine, furani, pcb (policlorobifenili), idrocarburi e metalli vari.

A differenza di altre vicende legate alle problematiche di inquinamento ambientale, la questione è

Rivoluzione unica soluzione a questa vita - Una lettera di una compagna

Una bella e coraggiosa lettera di una compagna di Taranto che mostra come i problemi della vita, alcuni molto gravi, non sono questioni personali, e soprattutto che non ci sono "soluzioni" individuali, ma "soluzioni" collettive, di lotta, di rivoluzione per rovesciare questo mondo putrido che "uccide" e costruire un nuovo mondo!

Rivoluzione unica soluzione a questa vita

A primo acchito può sembrare che quello che sto per dire non c’entra niente con la discussione dell'organizzazione e lotta rivoluzionaria, ma se si analizza bene vi accorgerete che non è così.

Sono una compagna che da oltre due mesi sta lottando ventiquattrore su ventiquattro tranne quelle due o tre ore concessemi per dormire. Mio figlio è caduto nella rete della droga e ha pensato di uscirsene da solo, perdendo cosi il controllo della mente e del corpo. In uno dei pochi momenti di lucidità, mi ha fatto chiamare il fratello maggiore e ha detto testualmente “sono un coglione da solo non ce la faccio, ho capito che devo lottare per riprendermi la vita e se questa e una piccola comunità come dici sempre tu mamma, prendetemi per mano e portatemi nella giusta direzione".



Perche ho portato questo esempio? Perche penso che se gli operai le masse non provano il dolore sulla propria carne e non toccano il fondo non alzano la testa, sono oggi come narcotizzati, confusi, in parte rassegnati. C'è chi si accontenta della “tessera per il pane”, chi lavora di lecchinaggio e chi si tiene stretto pur sapendo che è super sfruttato il misero posto di lavoro.

Mi viene in mente ArcelorMittal che ha licenziato un operaio perchè aveva partecipato ad uno sciopero. Ma gli operai non si devono fare intimidire, ma costruire 10-20-100 scioperi.

In questo contesto tocca a noi comuniste, comunisti immergerci nelle masse per istillare il germe dell’ideologia rivoluzionaria. Basta con gli scioperi e le manifestazioni pacifiche, bisogna agire con violenza ad ogni tentativo di repressione, basta aspettare! Nella situazione attuale con l’avanzare del fascismo “necessita la rivoluzione violenta per rovesciare questo governo”. Le masse si devono guidare come è avvenuto nel passato, bisogna che si dia un punto di riferimento e stimolare l’autodeterminazione, si deve formare e costruire la coscienza di classe senza se e senza ma. Le masse devono capire che, come è stato nel nostro paese per il passato, si devono prendere le armi per affrontare uno scontro violento. Questo è necessario e inevitabile per poter arrivare al potere nelle mani dei proletari, alla dittatura del proletariato, alla società socialista.

Lo Slai cobas sullo sciopero Usb in AM/ditte del 27 - NO alla posizione dei sindacati confederali nell'appalto

Ieri alle portinerie di ArcelorMittal
Appoggiamo solo la mobiltazione contro il licenziamento del delegato USB: "toccano uno toccano tutti" 

Non appoggiamo invece lo sciopero in generale del 27

Si tratta di uno sciopero con motivazioni confuse, che per stare all'interno della giornata "Friday for future", chiede, ultimo arrivato nell'area ambientalista, la chiusura dell'ex Ilva ora ArcelorMittal. 
Nell'appalto, quindi, mentre con una mano si chiedono garanzie per il lavoro, con l'altra si vuole la chiusura della fabbrica; mentre si va ad un accordo pasticciato.

I sindacati Fim, Fiom, Uilm negli incontri sull'appalto chiedono la applicazione del famigerato accordo del 6 settembre 2018, proprio quell'accordo che ha dato potere alla Mittal di fare tutto quello che vuole, di ricattare, di imporre le sue condizioni paggiorative agli operai dell'appalto.   

Volantinaggio questa mattina alle Ditte appalto ArcelorMittal - molta discussione con gli operai

Lo Slai cobas appoggia le iniziative di sciopero in corso per gli operai della Castiglia e nell’appalto

- TUTTI GLI OPERAI CHE SONO IN FORZA ANCHE QUELLI A TEMPO DETERMINATO DEVONO CONTINUARE IL LAVORO ED ESSERE ASSUNTI DALLE NUOVE DITTE
- NESSUN PEGGIORAMENTO DELLE CONDIZIONI DI LAVORO
- APRIRE UNA VERTENZA UNITARIA PER IL PASSAGGIO DI TUTTI GLI OPERAI DELLE DITTE D'APPALTO AL CCNL METALMECCANICO, MANTENENDO LA CLAUSOLA SOCIALE NEI PASSAGGI DI APPALTO.


Rispondiamo con la lotta vera ai piani di ArcelorMittal e dei padroni dell’appalto che pensano solo ai loro profitti!

Nessun licenziamento deve passare
Difendiamo salari, diritti, sicurezza, condizioni di lavoro

Clausola sociale unica per tutte le ditte,
indipendentemente dal CCNL, per la continuità lavorativa

Contratto metalmeccanico per tutti
Parità salariale normativa

Operai AM – Operai dell’appalto – Operai in cigs AS
la lotta è una sola!

La strategia dei sindacati confederali con la firma dell’accordo del 6 settembre 2018
è fallita ed è alla base dell’azione e dello strapotere dell’ArcelorMittal.
Lo slai cobas ha impugnato tutto questo infame accordo in sede di tribunale e si batte perché questo accordo deve cadere con la lotta unitaria dei lavoratori

Organizzati nello Slai cobas slaicobasta@gmail.com - 3475301704
Sede-Ufficio legale: via Livio Andronico, 47 Taranto - ogni martedì 18 – 20

martedì 24 settembre 2019

cassintegrazione e indotto - la lotta è una sola e deve partire da un chiaro NO ai piani di AM

Indotto e Cigo: ArcelorMittal e sindacati trattano

Rinviata a giovedì la riunione sulla cassa integrazione. Si cercherà un'intesa anche sulla gestione dell'indotto per evitare licenziamenti



Doveva essere una giornata importante quella di oggi a Taranto per i sindacati metalmeccanici e ArcelorMittal Italia. Due le riunioni previste, di cui una rinviata a giovedì, con all’ordine del giorno due temi cruciali: il primo la situazione dell’indotto del siderurgico. Le ditte esterne da settimane lamentano che il rinnovo dei contratti d’appalto da parte dell’ex Ilva per l’erogazione di lavori e servizi sconta notevoli riduzioni di prezzo e ci sono diverse aziende che, scaduto il contratto, sono uscite dalla fabbrica. come ad esempio la ditta Castiglia, che ha già avviato il licenziamento per 201 lavoratori.
I sindacati contestano ad ArcelorMittal Italia che queste nuove ditte (tra cui la Alliance Green Service, dove ArcelorMittal è in joint venture) hanno proposto condizioni contrattuali ed economiche peggiorative, come l’applicazione del contratto di lavoro del ramo multiservizi e non quello metalmeccanico. “Vogliono assumere il personale attualmente impiegato a condizioni capestro per i lavoratori stessi, sotto il ricatto occupazionale, effettuando una classica operazione di dumping”, la denuncia di Fiom, Fim e Uilm, rimarcando che intenzione delle cinque società è “trasferire operai con contratto di lavoro metalmeccanico, maggiormente tutelante dal punto di vista del salario e dei contributi, al contratto di lavoro multiservizi che garantisce e agevola solo le imprese”.
Il secondo tema che sarà affrontato giovedì, è la proroga della cassa integrazione ordinaria che ArcelorMittal ha chiesto per 1.395 addetti (pari al 17 per cento dell’intero personale) per 13 settimane, a partire da lunedì 30 settembre, per crisi congiunturale del mercato dell’acciaio. Qualche apertura negli ultimi giorni è arrivata da parte dell’azienda: rispetto alla prima tornata di cassa integrazione, attualmente in corso sempre per 1.395 lavoratori (iniziata il 2 luglio scorso, scade sabato 28 settembre), è probabile che l’azienda riduca i numeri complessivi dell’ammortizzatore sociale.
Più distanti, le posizioni tra sindacati e ArcelorMittal sulla richiesta fatta da Fiom, Fim e Uilm “di integrare con misure ad hoc il reddito dei lavoratori in cassa integrazione, che è pesantemente decurtato. I sindacati hanno proposto la rotazione del personale in cassa integrazione anche perché ci sono impianti soggetti a fermata. I sindacati, infine, hanno anche chiesto il rientro dalla cassa integrazione del personale di manutenzione, considerato che c’è da avviare un piano di lavori in diversi impianti della fabbrica che la task force congiunta ha individuato e definito nel luglio scorso.

Cimitero di Talsano - emergenza loculi


Talsano, mancano loculi al cimitero


Si sono riuniti negli scorsi giorni le categorie dell’indotto cimiteriale iscritte a Casartigiani. Tra le varie problematiche denunciate, attenzione particolare si è avuta sulla problematica di mancanza di loculi nel cimitero di Talsano “Santa Maria Porte del Cielo”.
Una vera e propria emergenza di posti, che ha ripercussioni non solo sulle imprese e sulle società di Mutuo Soccorso che operano all’interno del cimitero ma anche su un numero importante di cittadini che non hanno la possibilità di tumulare i propri cari. Nel 2016 veniva presentato dal tecnico incaricato al Comune di Taranto il progetto di ampliamento del Cimitero mentre a ottobre del 2018 è stato approvato lo stesso ed è stato deliberato dal Consiglio Comunale l’avvio
dell’iter di appalto per il completamento e l’ampliamento del Cimitero, con successivo affidamento in concessione degli spazi al fine di garantire degna sepoltura dei defunti.

info - Cgil, Cisl, Uil ad Arcelor: fermare procedura appalti . senza l'indizione dello sciopero generale ArcelorMittal/ Ditte appalto è un'arma spuntata



Cgil, Cisl, Uil ad Arcelor: fermare procedura appalti

La richiesta di Cgil, Cisl e Uil ad ArcelorMittal Italia è chiara: fermare le procedure inerenti il cambio dell’appalto nell’indotto del siderurgico. “Rendere una fabbrica sostenibile, per Cgil Cisl Uil, significa far procedere di pari passo l’ambientalizzazione della più grande acciaieria d’Europa con la tenuta occupazionale dei lavoratori diretti e indiretti – indotto e appalto – senza trascurare l’attenzione massima ai temi della sicurezza. Arcelor Mittal conosce bene il pensiero e le ragioni che hanno portato le OO.SS e di categoria a sottoscrivere l’accordo presso il Mise in data 6 settembre 2018“, si legge nell’incipit di una congiunta a firma dei segretari generali di Cgil, Cisl e Uil.
(leggi l’articolo https://www.corriereditaranto.it/2019/09/24/indotto-e-cigo-arcelormittal-e-sindacati-trattano/)
CGIL, CISL e UIL, proprio ieri dopo una riunione con le categorie di riferimento, hanno redatto una lettera rivolta al Prefetto di Taranto con un invito “pressante a fermare le macchine, attuando una moratoria per ricalibrare l’intero percorso dell’indotto“.
Il 30 settembre prossimo infatti sarà la dead line di questo tormentato passaggio di consegne tra vecchie e nuove aziende che nel settore degli appalti in acciaieria sta gettando nella disperazione centinaia di famiglie – ricordano i sindacati -. Sono gli operai con contratto metalmeccanico o multiservizi che vedono il loro futuro incerto a causa di una difficile composizione del sistema degli appalti che purtroppo proprio sul fronte della garanzia dei livelli occupazionali viene contrastato dalle aziende subentranti e dalla stessa azienda appaltatrice“.

lunedì 23 settembre 2019

Sabato sera il fascismo era sul palco della Festa dell'Unità - Solidarietà alle persone che hanno contestato Emilano e PD

I termini usati contro uomini, donne, bambini: "Manipolo", "disturbatori", "facinorosi", "gazzarra" e poi "fascismo, nazismo", i toni con cui si sono scagliati contro chi guastava la "loro festa"; considerare che chi protestava in una realtà pubblica, all'aperto, invadeva la "casa loro"; arrivare a fare esplicita richiesta alla polizia di repressione verso le persone che protestavano la loro denuncia/rabbia per esponenti di un partito che come gli altri (M5S, Lega, ecc.) ha sempre e solo fatto decreti, interventi  a difesa dei profitti prima di Riva e ora di ArcelorMittal,
questo è violenza, e non solo verbale, questo è mettersi la medaglia di "democratici" e comportarsi loro sì come fascisti.
La reazione isterica di Emiliano dimostra solo che è - come da sempre noi lo abbiamo denunciato - uno povero demagogo, che quando non ha chi lo applaude, si arrabbia.

Noi siamo solidali con le persone che protestavano.
Non siamo, si sa bene, d'accordo con il loro obiettivo di chiusura della fabbrica, perchè riteniamo che questa "soluzione" sarebbe peggiore del male, disperdendo una forza di lavoratori, di lotta che sola può imporre una fabbrica in sicurezza e la chiusura di aree impianti inquinanti e nocivi, ma siamo eccome per una lotta unitaria (cittadini e lavoratori) una lotta ancora più dura per la difesa della salute e del lavoro, che faccia effettivamente preoccupare padroni, partiti borghese, governo, Stato. 

domenica 22 settembre 2019

Lecce - contestare Salvini e i suoi gazebo fascio/razzisti è giusto e necessario - solidali con i compagni e le compagne di Lecce colpiti dalla repressione

LECCE – Assaltarono un gazebo in piazza Sant’Oronzo allestito dalla Lega in attesa del comizio dell’allora leader Matteo Salvini previsto due giorni dopo. In quelle stesse concitate fasi due di loro rapinarono una 17enne di una bandiera ferendola ad un occhio. Il sostituto procuratore Donatina Buffelli ha fatto notificare l’avviso di chiusa inchiesta per quanto accaduto il 19 maggio scorso in pieno centro a Lecce in cui compaiono i nomi di L.C., 45 anni, di Lecce; M.A.F. 41 anni, di Lecce; P.G., 64, di Lecce; M.M., 59, di Lecce; C.P., 41, di Lecce; P.R., 41, di Lecce e S.S., di Lecce. Sono accusati di violenza privata e danneggiamento aggravato sulla scorta delle indagini condotte dagli agenti della Digos di Lecce riusciti ad identificare gli odierni indagati attraverso la visione di filmati delle telecamere di videosorveglianza della zona. Dalle immagini si scorgeva un gruppo giungere in piazza da vicolo Dei Fedeli, puntare il gazebo dalla parte retrostante e cogliere di sorpresa i militanti leghisti. Il gazebo (di proprietà di Mario Spagnolo) venne scaraventato per terra facendolo piegare su se stesso; danneggiandolo e rendendolo del tutto inservibile. In più avrebbero sottratto gli stendardi simbolo del partito, minacciando varie minacce: “figli di…, fascisti di m…., bastardi, dovete sparire da qui. Qui non potete stare, né voi né quello sporco di Salvini, perché quando verrà saranno cazzi suoi. Dite di non venire qui altrimenti lo uccideremo. Ora vedrete cosa accadrà martedì…Siete terroni di m…. della lega…”. A causa del parapiglia gli organizzatori furono costretti ad interrompere la campagna di informazione che era stata regolarmente autorizzata.
Sempre in quei concitati momenti M.M. e P.G. si sarebbero impossessati di una bandiera caduta per terra sottraendola ad una ragazza 17enne (figlia di un amico di un sostenitore del partito) prima strattonandola e poi colpendola con un pugno sull’occhio sinistro cagionandole un'”iperemia congiuntivale all’occhio sinistro” giudicato guaribile in 8 giorni

Il giornale "Speciale governo" tra gli operai

Lo Slai cobas per il sindacato di classe ha deciso di sostenere e diffondere tra i lavoratori il numero “Speciale governo” del giornale proletari comunisti.

Noi siamo un’organizzazione sindacale di classe che organizza e sostiene tutte le lotte degli operai e dei lavoratori ed è in prima fila nel sostegno alla lotta dei braccianti migranti; siamo promotori della Rete nazionale per la sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro e sul territorio.

Lo Slai cobas per il sindacato di classe non ha governi amici e combatte tutti i governi dei padroni.
E’ autonomo e lotta contro tutti i partiti presenti attualmente in parlamento perché li ritiene al servizio del capitale e autori di tutte le politiche antioperaie e antipopolari che in questi anni ci hanno dato tagli dei salari, precarietà, licenziamenti, cassintegrazione, peggioramento della sicurezza sui posti di lavoro con il record dei morti sul lavoro, attacco alla salute ai lavoratori e alle masse popolari, taglio dei servizi sociali, sanità, scuola, peggioramento della condizione e delle disuguaglianze delle donne.
Proprio per questo sostiene la necessità che i lavoratori ricostruiscano la loro autonomia di classe e la forza politica che li rappresenti.

In questo quadro il numero del giornale che invitiamo a leggere e sosteniamo permette ai lavoratori di conoscere bene questo governo, i suoi ministri, i suoi programmi, affinché possano ragionare con la propria testa e agire di conseguenza.
Contro i sindacati confederali e Usb che agiscono o a favore del governo o ne fiancheggiano una parte di parlamentari e ministri, è necessario che i lavoratori siano realmente autonomi e indipendenti e basino la loro azione sulla loro coscienza e interessi di classe. In unità con le masse popolari a Taranto come a livello nazionale.

Solidarietà all'operaio Usb licenziato - Il lavoro dello Slai cobas sc

Lo Slai cobas per il sindacato di classe esprime la sua solidarietà al delegato USB, lavoratore del Rep. Parchi minerali, licenziato da ArcelorMittal nel quadro delle misure anti sciopero che aveva già visto il grave atto di dare un premio ai lavoratori che non avevano scioperato per la morte di Cosimo Massaro.

Questo dimostra, al di là dell’assurdo e stupido pretesto trovato dall’azienda, che i nuovi padroni indiani intendono gestire la fabbrica con un pugno di ferro, per costringere i lavoratori e le organizzazioni sindacali ad accettare esclusivamente i loro piani fondati su cassintegrazione permanente, intensificazione dello sfruttamento, taglio dei lavoratori dell’appalto, permanenza, e in alcuni casi peggioramento, di tutti i problemi legati alla sicurezza.
Un’azienda che gode il pieno appoggio dei padroni nazionali e locali delle altre ditte e del governo che ha confermato ed esteso l’immunità penale e creato condizioni per cui anche la vicenda dell’AFO2 si risolve temporaneamente a favore di ArcelortMittal.
Ma ArcelorMIttal non potrebbe fare tutto questo se non contasse sul pieno accordo delle tre organizzazioni sindacali confederali che hanno rinunciato a fare ogni opposizione alla cigo, hanno abbandonato al loro destino i lavoratori rimasti in Ilva AS e messi in cassintegrazione straordinaria.

La solidarietà al lavoratore Usb licenziato si esprime nei presidi alle portinerie e all’indotto che vengono fatti nei prossimi giorni e nell’inserire la richiesta dell’immediato rientro del lavoratore licenziato tra le rivendicazioni locali e nazionali che sono alla base della nostra partecipazione all’assemblea nazionale del sindacalismo di base e di classe che si tiene a Napoli il 29 settembre e allo sciopero generale indetto a livello nazionale per il 25 ottobre.

sabato 21 settembre 2019

"FRIDAY FOR FUTURE" SOTTO IL PLAUSO E IL PERMESSO DEI MINISTRI E DEI PADRONI? NON E' CERTO UNA BELLA COSA...

Mentre le scuole scoppiano, vanno a pezzi, mentre, come a Taranto, i bambini fanno lezione nelle scuole ancora inquinate...

Bra, via alla kermesse di Cheese nel segno dei ragazzi di Greta e il canto di Bella Ciao. Ad applaudire gli studenti la ministra dell'agricoltura Bellanova e il fondatore di Slow Food, Petrini

Il nuovo Ministro dell'Istruzione Fioramonti si dice favorevole allo sciopero per il clima del 27 settembre.
... e agli studenti verrà giustificata l'assenza dalle scuole

Riunione rete antirazzista del 17/9: comunicato finale - report Slai cobas - due note

COMUNICATO FINALE
Per chi non ha potuto partecipare questa sera vi faccio un breve resoconto di questo primo incontro dopo la pausa estiva .
È stata una bella riunione partecipata, abbiamo fatto una prima analisi delle problematiche presenti nel nostro territorio, e non solo, da affrontare anche alla luce delle difficoltà, della campagna di odio e dei provvedimenti legislativi del precedente governo. A tal proposito ci siamo posti la domanda su cosa possiamo fare ora noi, associazioni del territorio jonico e quali iniziative intraprendere: sia per riportare al centro l’importanza del valore della buona accoglienza e chiedere la cancellazione dei decreti sicurezza Salviniani e della abolizione della Bossi Fini. Come associazioni, stasera presenti, aderiamo tutte alla campagna nazionale IO ACCOLGO, alla quale chiederemo maggiore incidenza e mobilitazione nazionale. Per le iniziative locali, dopo aver valutato tutte le proposte venute dal dibattito, ci siamo riservati di ascoltare le altre associazione e le loro proposte e di rincontrarci in una prossima riunione per studiare una piattaforma propositiva su cui lavorare.

REPORT DEI RAPPRESENTANTI SLAI COBAS PARTECIPANTI
Riunione interlocutoria quella della Rete Antirazzista, in parte per l’assenza di diverse componenti, impegnate nella iniziativa ambientalista, in parte per la non unanimità di consenso su tutte le decisioni.
Presenti Sai Cobas, Babele, Welcome Taranto, Ohana, Arci, Libera, CGIL, altri singoli.
Abbiamo aperto noi, riassumendo i contenuti della lettera di convocazione, un breve report sulla lotta alla Felandina, e infine avanzando le proposte:
- prepararci per una partecipazione più larga e incisiva nelle sulle realtà di sfruttamento e lotta dei braccianti che stanno emergendo nei territori più vicini
- fare il punto sulla situazione dei migranti nei centri di Taranto e di come
- aprire un percorso di mobilitazione che punti ad estendersi a livello nazionale per aprire i porti e l’abrogazione dei decreti sicurezza.
Babele ha replicato dicendo che da Taranto non si può fare più di quanto già è stato fatto e che le diverse associazioni presenti continuano fare, ognuno per la sua parte e per le sue competenze, nelle “lotte dei ghetti” e il “contrasto al caporalato”, che la via da seguire è quella degli incontri e pressioni sui comuni coinvolti per rivendicare alloggi e condizioni dignitosi.
Circa la situazione in città, ha riferito che la nuova situazione determinata dal decreto sicurezza, sta dispiegando i suoi effetti: Il “Consiglio Territoriale per l’Immigrazione”, non si riunisce da mesi, l’abolizione di qualsiasi sostegno all’integrazione, ha ridotto i centri a meri fornitori di servizi di ospitalità, in cui le economie di scala producono concentrazione della gestione di questi in pochi grandi gruppi, licenziamenti in massa di operatori e ulteriore precarizzazione di quanti continuano a lavorare in centri gestiti da Associazioni di Volontariato, che trasformano i lavoratori in “volontari”.
Come proposta a cui lavorare ha indicato un incontro pubblico sui problemi posti dal decreto sicurezza cui invitare i parlamentari locali eletti (M5S, uno dei quali è stato promosso sottosegretario alla Presidenza del consiglio) per chiamarli alle loro responsabilità e investirli delle richieste poste dalla rete.
La CGIL ha sottolineato come positivo il fatto che ci si tornava a incontrare, che la situazione dà ragioni di ottimismo, per il fatto stesso che la rete continua a esserci, per il nuovo governo senza più Salvini, per l’attivismo di carabinieri e polizia nella lotta ai caporali.
Circa il da farsi, ha riaffermato che sulle vicende quotidiane è bene lasciar fare a chi ha le competenze, loro ad esempio le seguono a livello sindacale, altri su altri aspetti specifici, compito della rete è articolare una proposta a livello politico, e la proposta più adatta al momento è quella di un convegno, in cui la Rete avanza la sua riflessione e critica al decreto sicurezza e all’attuale gestione del problema immigrazione e chiama parlamentari e istituzioni a confrontarsi e farsi interlocutori delle istanze poste dal convegno.
Da Libera è venuto un distinguo sul fatto che “non esistono governi amici!” - subito raccolto dalla CGIL, che a rettificato “non volevo dire che è amico, solo che è diverso e questo è già meglio” - e la condivisione della proposta del convegno.
Arci e altri hanno appoggiato l’idea del convegno, aggiungendo che vi andrebbe portata la testimonianza delle esperienze positive prodotte dalla integrazione dei migranti, non solo la critica delle politiche attuali. Hanno anche ricordato che esiste già una iniziativa nazionale che rivendica la “riduzione del danno” prodotto dal decreto sicurezza: la campagna “io accolgo”. Babele ha subito obiettato che, dopo l’iniziale raccolta di adesioni, di fatto la campagna si è presto esaurita ed è ormai inattiva. Altri (CGIL, Arci, Libera ecc.) hanno concluso che invece val la pena di insistere e che anzi la riunione poteva e doveva sancire l’adesione.

Lo Slai cobas è reintervenuto per dire che non ci sono ragioni per non tornare in piazza oggi contro il nuovo governo che su immigrazione e decreti sicurezza prosegue lungo lo stesso solco del vecchio. E' stato obiettato che in piazza ci siamo già scesi, tornarci con gli stessi piccoli numeri, non serve.
Abbiamo insistito, argomentando che, primo, sulle emergenze quotidiane “lasciar fare fare alle associazioni secondo le rispettive vocazioni e competenze”, significa concretamente lasciare in passive quelle che nulla fanno, lasciare che le cose continuino ad andare come ora; secondo, invocare la legalità e avere fiducia negli apparati di polizia significa concretamente auspicare operazioni che, nel migliore dei casi, finiscono con due notifiche, una denuncia a piede libero per il caporale e una di espulsione per il bracciante privo di permesso di soggiorno (come aveva testimoniato prima l’avv. Del Vecchio nel suo intervento); terzo la ragione di esistere di questa rete è continuare ad alimentare ed estendere il dissenso organizzato alle leggi e al clima di razzismo diffuso anche a livello popolare e se, in generale, anche un convegno può servire a questo scopo, nel concreto, una passerella col cappello in mano che dia la parola 5 peones parlamentari che hanno votato i 2 decreti sicurezza e oggi sostengono un governo che proclama continuità proprio non ci serve.
In conclusione, vista l’ora e le presenze ridotte, si è detto che era il caso di riconvocarci al 3 ottobre per tornare a discutere.

NOTE
- Ripartire da una manifestazione di piazza/strade è necessario per riaprire tra le masse la questione della lotta contro i Decreti sicurezza e la condizione dei migranti; essa richiede una campagna lunga, anche alla luce dei cambiamenti di governo che non devono alimentare illusioni di attesa, e a fronte di posizioni sbagliate tra le masse che restano. Questo non può essere affrontato con una manifestazione una tantum, ma con una più continua visibilità di "piazza"; per cui il problema non è il numero delle persone che la fanno, ma di tenere aperto e sviluppare la necessità della mobilitazione.
Ripartire vuol dire: non ripartire da noi, da sole iniziative interne, ma dalla battaglia aperta verso governo, Istituzioni nazionali e locali  
- rispetto alle varie realtà di sfruttamento e sofferenza di vita dei migranti e delle iniziative e lavoro già in corso, il problema non è di sostituirsi a chi già opera, ma della necessità imprescindibile di dare loro voce, visibilità, sostegno e soprattutto di una lotta comune su diritti comuni: documenti, lavoro, contratti di lavoro, salario, case, alloggi, condizioni nei centri di accoglienza, diritto d'asilo, ecc.  

AFO2 - Il Tribunale ha ridotto il tempo di messa in sicurezza dell'Altoforno sequestrato - Ma chi controlla che questo non significa meno interventi di sicurezza e più superficiali?


ArcelorMittal, AFO2 può continuare attività
pubblicato il 20 Settembre 2019, 14:24
L’altoforno 2 del siderurgico ArcelorMittal di Taranto (ex Ilva) non corre il rischio di essere spento ad ottobre. Oggi (come riferisce l’AGI) il Tribunale del riesame di Taranto ha accolto (parzialmente; i lavori dovranno essere effettuati in 6o giorni anziché 129) il ricorso presentato da Ilva in amministrazione straordinaria contro il provvedimento emesso dal giudice del dibattimento, Francesco Maccagnano, che a luglio aveva respinto la richiesta della società della facoltà d’uso, visto che l’impianto e’ sequestrato, per fare gli ulteriori lavori di messa in sicurezza. Al Riesame il ricorso di Ilva era stato discusso lunedì scorso".

Riapertura delle scuole ai Tamburi senza dati sufficienti sulla sicurezza - La denuncia di Massimo Battista













Dal comunicato sull'intervento dello Slai cobas alle scuole lunedì 16 settembre:
"...Stamattina, con spiegamento dei vigili - e anche funionari della Digos - alle tre scuole si è presentato il Sindaco Melucci, con lo scopo chiaramente di rassicurare, e frenare di fatto con la sua presenza eventuali proteste. Nelle sue dichiarzioni, niente di nuovo.
Ad una esplicita domanda di una lavoratrice dello Slai cobas sul perchè non faccia un'ordinanza per la rimozione delle "Collinette ecologiche", ha risposto che essendo le stesse sotto sequestro il Comune non poteva fare nulla. Cosa niente affatto vera, perchè pur "sotto sequestro", per la responsabilità del Sindaco sulla sanità pubblica può fare un'ordinanza - come peraltro ci disse poco dopo il provvedimento della magistratura lo stesso giudice Ruberto.
La battaglia per la sicurezza delle scuole, dei bambini, quindi, non può considerarsi risolta e chiusa. E chi la può riaprire sono prima di tutto le donne dei Tamburi, a cui lo Slai cobas darebbe il pieno sostegno". 

 Corriere di Taranto

La riapertura delle scuole Deledda e De Carolis non pare aver messo ancora la parola fine su una vicenda che ha infiammato gli animi in città negli ultimi mesi (raggiungendo anche la ribalta nazionale).
Questa mattina (20/9) in una conferenza stampa alla presenza di alcuni genitori, il consigliere comunale Massimo Battista, assieme con Luciano Manna (Peacelink), ha esposto la propria ricostruzione della vicenda, lanciando gravi accuse all’indirizzo soprattutto del sindaco Melucci e della Giunta comunale.

L’accusa di Battista a Melucci

E qui veniamo al punto della denuncia di Battista e Manna... il 6 agosto il consigliere Battista presenta «domanda di accesso agli atti per conoscere i dati relativi i campionamenti effettuati sulle collinette ‘ecologiche’». La risposta, come reso noto questa mattina, arriva il 10 settembre da ARPA Puglia e afferma che non sono ancora pervenuti i risultati delle analisi dei suoli, commissionate alla S.C.A. Servizi Chimici Ambientali s.r.l. di Mesagne, e che gli ultimi dati disponibili sono quelli risalenti ad aprile, che evidenziano una concentrazione di diossina tre volte superiore ai limiti di legge per le aree verdi. In base a questo fatto, Battista accusa il sindaco di aver decretato la riapertura delle scuole senza sufficienti dati a supporto, avendo preso in considerazione solo i dati della qualità dell’aria e non quelli (non disponibili) relativi al suolo...

(Dal giornalista del Corriere di Taranto) "Per completezza di informazione, non possiamo omettere che in questi mesi ci sono già stati lavori di messa in sicurezza delle collinette. In particolare, entro la fine di agosto è stata completata la prima fase, che prevedeva la pulizia dalle erbacce e la successiva posa di un tessuto biodegradabile al cocco che eviterà lo spolverio dei rifiuti presenti nelle collinette. Questo ha consentito, a giudizio degli enti preposti in perfetta compatibilità con la riapertura delle scuole, di avviare la seconda fase di intervento, che prevede analisi più approfondite del terreno".

Lotta Asili Slai cobas sul Corriere di Taranto


Asili – un passo avanti frutto della determinazione delle lavoratrici dello Slai cobas
Intanto, “finalmente qualcosa si muove. Oggi il Giudice di Taranto, Magazzino, esprimendosi sulla vertenza di una lavoratrice degli asili, difesa dall’Avv. Mario Soggia per il riconoscimento della mansione di ausiliariato e il conseguente parametro retributivo corrispondente, ha messo nero su bianco il “riconoscimento con efficacia ex nunc del superiore livello retributivo richiesto” e ha formulato in questo senso la proposta conciliativa su richiesta delle parti: i legali dei lavoratori, della Ditta Servizi Integrati e dell’Amministrazione comunale“. E’ quanto rende noto sempre lo Slai cobas.
Entro la prossima udienza fissata per il 15 novembre, ma anche prima, questa questione annosa che riguarda un diritto esplicito dei lavoratori, andrà a soluzione. E’ una prima vittoria delle lavoratrici Slai cobas, frutto della nostra lunga battaglia, fatta di presidi, scioperi, blocco dell’attività di ausiliariato, portata avanti in questi anni con determinazione, non facendosi scoraggiare dal tempo e

venerdì 20 settembre 2019

ArcelorMittal: impero dello sfruttamento di uomini e territori - presentazione Dossier in uscita

E’ in uscita un dettagliato importante Rapporto su ArcelorMittal e il suo impatto nei vari paesi, redatto da vari ricercatori  nel mondo.
Il dossier si può richiedere a SLAI COBAS per il sindacato di classe - 3475301704 - slaicobasta@gmail.com - Taranto via Livio Andronico, 47.

Dalla presentazione/anticipazione fatta in un'assemblea di operai Ilva/AM di aprile scorso.

"Tutto l'impero Ilva di Riva è finito nelle mani di Mittal, il più grande produttore mondiale dell'acciaio nel mondo.
Chi è Mittal, come è diventato questo gigante della siderurgia mondiale, e che rapporto ha questo con l'India? Uno dei più grandi paesi del mondo, descritto da sempre come il paese della fame, ma dove si trovano capitalisti che si sono arricchiti proprio sulla fame del loro popolo e che tengono così tanti soldi da potersi comprare le imprese dei paesi occidentali.
Per capire come Mittal sia diventato così forte e importante, basta pensare ad un avvenimento avvenuto agli inizi di gennaio: il Vertice di Davos in Svizzera. Qui si sono trovati tutti i padroni del mondo per parlare di economia. Capitalisti che controllano governi molto importanti e che danno del “tu” ai grandi capi di Stato e dell'economia mondiale. A questo Vertice c'era Mittal, insieme al capo di governo, Modi.

L'Ilva di Taranto faceva già parte di un grande complesso industriale che era la famiglia Riva. Anche Riva teneva fabbriche in diversi paesi, e si era arricchito abbastanza tanto da avere soldi nei paradisi fiscali (realtà che nell'inchiesta “Ambiente svenduto” è venuto fuori molto parzialmente); ma ora siamo passati ad un padrone planetario.
Sull'Ilva si è giocata una partita di importanza mondiale, in cui gli operai sono stati le pedine di un gioco che riguarda l'economia mondiale. Mittal è il 4° capitalista più ricco del mondo, gli altri 3 non sono solo industriali ma si occupano di tante attività, frutto dell'intreccio tra attività produttive e attività di finanza, che ne fa dei grandi finanzieri. Mittal rispetto agli altri è il “padrone vero”, che ha

"Mittal la faccia nascosta dell'impero" - un utile film-documentario. A Taranto c'è chi da tempo lavora per trasformare la denuncia in guerra di classe! !

Un buon film-documentario quello proiettato martedì sera ai Tamburi, con una significativa partecipazione di persone; un documentario utile che mostra in maniera chiara e cruda cosa è e come agisce, parla il capitale.
Un film che mostra come il grande capitale sempre manovra e ottiene dagli Stati, dai governi, creando un sistema, anche dei mass media, al suo servizio, al servizio del suo profitto.
Un film non lamentoso che guarda alle fabbriche, alle lotte dure degli operai, benchè a queste riservi poco spazio. Non mostra l'articolata "guerra contro" dei proletari e delle popolazioni che si è svolta e si svolge in quasi tutti i paesi, dall'India, all'Africa, alle fabbriche europee, ecc., dovunque Mittal ha costruito il suo impero.
Viene in modo chiaro mostrato quello che abbiamo detto e tanti operai dicono oggi: "Mittal come Riva, peggio di Riva", sia nel suo processo di ascesa, sia nell'impero familiare, sia nella sua strategia di uso delle crisi degli altri capitalisti per diventare, Mittal, il maggiore produttore di acciaio nel mondo.
Ma anche dietro la grandezza, la crisi; come abbiamo scritto di Riva: "Un gigante capitalista dai piedi di argilla".
Un documentario, quindi, che - per chi vuole capire, senza paraocchi e senza vedere solo un aspetto - mostra, al di là anche dell'intenzione dell'autore, che "Nocivo è il capitale non la fabbrica". E' il capitale che distrugge ogni cosa che tocca, e fa diventare per sè oro brillante tutto ciò che può dare profitto.

Ma a Taranto c'è chi le ha dette dall'inizio queste cose, chi ha mostrato la "forza" e la "debolezza" dell'impero Mittal: proletari comunisti e lo Slai cobas per il sindacato di classe.
Ma non solo lo ha detto e documentato - in altro post pubblichiamo un testo che è stato diffuso all'Ilva quando ancora doveva entrare Mittal e sta per uscire un importante Dossier che analizza e fa inchiesta fabbrica per fabbrica dell'impero Mittal e cosa succede da parte degli operai e delle popolazioni - ha chiamato alla lotta, all'unità operai/masse popolari di Taranto e continua su questo a lavorare instancabilmente.
Il regista Jerome Frittel a chi nel pubblico gli chedeva cosa fare ha risposto: LOTTA!
Ma lotta/guerra di classe contro il capitale, i governi, lo Stato dei padroni che portano avanti una vera e propria guerra per i loro interessi.
Lotta - come abbiamo detto - che deve essere per forza internazionale. Mittal nel suo aspetto di "impero del male" per accumulare profitti e profitti sullo sfruttamento, attacco alla salute e alla vita, porta, suo malgrado, un aspetto positivo: porta gli operai di Taranto sulla arena internazionale, mostra che gli operai sono e possono essere una sola classe e possono così essere forti.
Solo proletari comunisti e lo Slai cobas lavora per unire gli operai di Taranto agli operai dell'India, della Francia, ecc. Lo può fare perchè ha una linea, una concezione e ha concreti legami con le realtà che negli altri paesi lavorano per organizzare la lotta sindacale e politica dei proletari e delle masse popolari, per i diritti al lavoro e alla vita oggi e per il potere proletario di domani.

Asili - un passo avanti frutto della determinazione delle lavoratrici dello Slai cobas

Si direbbe "finalmente qualcosa si muove". Oggi il Giudice di Taranto, Magazzino, esprimendosi sulla vertenza di una lavoratrice degli asili, difesa dall'Avv. Soggia Mario per il riconoscimento della mansione di ausiliariato e il conseguente parametro retributivo corrispondente, ha messo nero su bianco il "riconoscimento con efficacia ex nunc del superiore livello retributivo richiesto" e ha formulato in questo senso la proposta conciliativa su richiesta delle parti: i legali dei lavoratori, della Ditta Servizi Integrati e dell'Amministrazione comunale.
Entro la prossima udienza fissata per il 15 novembre, ma anche prima, questa questione annosa che riguarda un diritto esplicito dei lavoratori, andrà a soluzione.
E' una prima vittoria delle lavoratrici Slai cobas, frutto della nostra lunga battaglia, portata avanti in questi anni con determinazione, non facendosi scoraggiare dal tempo e dall'atteggiamento finora negativo delle Ditte e del Comune. Essa ora apre la strada al riconoscimento dell'ausiliariato non solo alle altre lavoratrici dello slai cobas ricorrenti, difese sempre dall'Avv. Soggia, ma a tutte le 84 lavoratrici degli asili.
Solo lo Slai cobas ha aperto da anni questa strada. Gli altri sindacati presenti, Cisl, Cgil, e ultimo l'Usb, su questo diritto sono stati silenti o complici delle ditte e del Comune che volevano risparmiare sulla pelle delle lavoratrici, accettando che venisse apertamente violato lo stesso CCNL Multiservizi.

Ora, noi seguiremo gli ulteriori passaggi legali, fino ad effettiva risoluzione.
Vogliamo che questo riconoscimento dell'ausiliariato e del livello corrispondente sia chiaramente indicato nella nuova gara d'appalto
Vi sono inoltre le altre questioni su cui ancora non ci sono passi avanti o al massimo ci sono solo impegni verbali (assolutamente insufficienti visto come in passato sono finiti gli altri "impegni"):
- l'avvio, con data certa, dell'aumento a 3 ore giornaliere e 18 settimanali dell'orario di lavoro;
- la volontarietà circa il trasferimento in altro servizio di 14 lavoratrici;
- il recupero per lavori straordinari di pulizia di un mese dei due di sospensione estiva (mentre l'altro potrebbe essere coperto da ferie e banca ore);
- la copertura al 100% per le sostituzioni del personale assente (a differenza di quanto accade ora, per cui il lavoro deve essere "coperto" al 100%, ma in meno orario (per es. in soli 50 minuti e non 1 ora e 50) di quello della lavoratrice sostituita.
- l'impegno ad aumentare ulteriormente l'orario di lavoro in caso di riduzione del personale (per pensionamento o altro...).

Per tutto questo, lo Slai cobas mantiene lo stato di agitazione e mantiene aperta la procedura avviata di sciopero.
L'8 OTTOBRE ALLE ORE 18, PRESSO LA SEDE DELLO SLAI COBAS VIA LIVIO ANDRONICO, 47, FAREMO CON LE LAVORATRICI IL PUNTO E DECIDEREMO DI CONSEGUENZA. 

SLAI COBAS per il sindacato di classe
20.9.19

Appalto ArcelorMittal - la lotta è necessaria in tutte le ditte

Nei cambi appalti in corso a fine mese, quello più importante e a rischio è Castiglia, con 200 operai che ancora non sanno a quale ditta e a quali condizioni passerebbero, Ve ne sono altri: la Chemipul con più di 100 operai e la Sodexo che devono passare alla Pellegrini.
Ma per la Chemipul, la Pellegrini pretenderebbe di lasciare a terra il 10% degli operai, più di 30 lavoratori a Tempo Determinato, nonostante per la clausola sociale del loro CCNL multiservizi, essendo occupati da più di 4 mesi devono per legge passare.
Non solo, pretende di applicare una riduzione d'orario (buona parte sta già sotto le 40 ore, a 36 ore) e di introdurre i turni per i normalisti.
Questo, mentre da quando è entrata ArcelorMittal che ha tenuto fuori la stragrande meggioranza degli operai Ilva addetti alle pulizie, il lavoro degli operai della Chemipul, come di altre ditte sia aumentato.

Lo Slai cobas appoggia le iniziative di sciopero in corso per gli operai della Castiglia.
La prossima settimana avvierà proprie iniziative per il passaggio degli operai Chemipul - dove è presente lo Slai cobas - alla Pellegrini.

- TUTTI GLI OPERAI CHE SONO IN FORZA DA PIU' DI 4 MESI DEVONO CONTINUARE IL LAVORO ED ESSERE ASSUNTI DALLA NUOVA DITTA
- NESSUN PEGGIORAMENTO DELLE CONDIZIONI DI LAVORO
- APRIRE UNA VERTENZA UNITARIA PER IL PASSAGGIO DI TUTTI GLI OPERAI DELLE DITTE D'APPALTO AL CCNL METALMECCANICO, MANTENENDO LA CLAUSOLA SOCIALE NEI PASSAGGI DI APPALTO.