sabato 31 luglio 2021

AMAT COMPLICI!

Sulle violenze sessuali degli autisti, l'indecente e falsa versione dei vertici dell'Amat:

"Kyma Mobilità,da parte sua, che era a conoscenza che alcuni suoi dipendenti fossero indagati senza però sapere per cosa (?!), si trova di fronte all'impossibilità di adottare qualsiasi provvedimento non sapendo ufficialmente chi siano (tutti lo sanno all'Amat - ndr) nè della misura interdittiva disposta dal giudice nei loro confronti che vieta l'avvicinamento alla presunta vittima e al suo fidanzato (è da giorni che questa misura è pubblica - ndr).(dal Quotidiano del 29 luglio)

Taranto - uomini e topi

La compagnia  di giro Melucci, assessori e dirigenti kyma AMIU/AMAT magnifica tutto quello che stanno facendo in iniziative di rappresentanza - che celano giri di affari su cui varrebbe la pena indagare - mentre basta girare la città vera per vedere che le cose non stanno come lor signori dicono: 

una città sporca, in alcune strade una vera e propria fogna... in cui chiaramente topi e insetti ballano...

Taranto, installate ecotrappole per i topi

Taranto, installate ecotrappole per i topi

Taranto - In via Fratelli Rosselli sono state installate alcune ecotrappole per topi. 

Il problema, a detta dei residenti, era diventato insostenibile per la presenza di ratti nella zona.

Palombella continua lo scaricabarile e la commedia degli inganni - Salute e lavoro si salvano solo con la lotta di operai e delle masse popolari su una piattaforma operaia e popolare togliendo ogni fiducia a padroni, governo, istituzioni locali

A settembre su questo si gioca la partita e non si può fare senza Slai cobas e mobilitazione dal basso della parte cosciente e combattiva dei lavoratori.

corriere di taranto
pubblicato il 30 Luglio 2021, 17:44

“Nella provincia di Taranto ci sono oltre 20mila lavoratori metalmeccanici tra diretti e indiretti in numerose aziende come l’ex Ilva, Leonardo Grottaglie, Vestas, l’ex Arsenale e altre realtà più piccole. Ci lasciamo alle spalle un anno difficile a causa della pandemia in cui sono state utilizzate decina di migliaia ore di cassa integrazione per impresa secondo i dati dell’Inps”. Così Rocco Palombella, segretario generale Uilm, al Consiglio provinciale della Uilm Taranto.

“La vertenza simbolo di questo territorio, ma anche dell’Italia tutta – continua Palombella – è sicuramente quella dell’ex Ilva, oggi Acciaierie d’Italia. L’ultima notizia in ordine temporale è quella che in sei mesi ArcelorMittal ha macinato utili per 5,3 miliardi di euro, il miglior risultato dal 2008. Nel frattempo, in Italia oltre 4mila lavoratori, solo diretti, sono in cassa integrazione con un reddito da fame e la produzione fa registrare un record negativo (3,5 milioni di tonnellate su base annua). Aumentano le fermate degli impianti e si sospendono gli investimenti legati al risanamento ambientale. Nel frattempo, l’Italia importa milioni di tonnellate di coils arricchendo anche ArcelorMittal nel mondo. Dobbiamo invertire al più presto questa tendenza salvaguardano il territorio e i posti di lavoro”.

C'era una volta "Giustizia per Taranto"... dalla lotta per la salute ad... aggiustare piazza Marconi coi fondi e l'appoggio della giunta comunale in campagna elettorale permanent

da corriere per taranto

“Marconi, piazza Giustizia”, il progetto che ha visto l’associazione Giustizia per Taranto impegnata con tredici partner, tra cui l’Università degli studi “A.Moro” di Bari – Dipartimento Jonico – è giunto formalmente al termine. Dopo la fase di formazione e quella in cui i suoi attivisti si sono spesi nella creazione di legami di comunità, raccogliendo diverse idee per la rivisitazione della piazza, ieri in serata hanno consegnato il progetto all’Amministrazione comunale. L’Amministrazione ha patrocinato moralmente il percorso unitamente al modello partecipativo a cui l’associazione ha dato vita.
Luca Contrario, G.P.T.: ‹‹In questa fase il comune ha partecipato solo moralmente perché questo è un percorso fatto dal basso, fatto dalla città. Il comune ha fatto la sua parte nel senso che si è dimostrato attento all’ascolto e adesso noi speriamo che non si limiti a questo. Ci auguriamo che possa trasformare in realtà quelli che sono i desideri della piazza, frutto di questa visione condivisa del progetto››.
Il percorso formativo – secondo gli attivisti – ha insegnato loro ad approcciare in maniera diversa con la

giovedì 29 luglio 2021

Il segretario generale Rocco Palombella: "Il Gruppo fa utili record a discapito dei lavoratori italiani"

....e che fa?... scrive a Giorgetti!

da corriere di taranto

pubblicato il 29 Luglio 2021, 17:17

“In sei mesi ArcelorMittal ha macinato utili per 5,3 miliardi di euro, il miglior risultato dal 2008, e ha distribuito ai propri azionisti 1,3 miliardi di euro. Nel frattempo, in Italia aumentano invece i lavoratori in cassa integrazione con un reddito da fame, oltre 4mila solo diretti, e la produzione fa registrare un record negativo (3,5 milioni di tonnellate su base annua). Aumentano le fermate degli impianti, si sospendono gli investimenti legati al risanamento ambientale e l’Italia continua a importare milioni di

Dalla parte della ragazza violentata!

(dalla stampa) 

"Si sono svolti questa mattina gli interrogatori degli autisti Amat accusati di aver violentato sessualmente, dal 2018 al 2020, una 21enne con problemi psichici a bordo dei bus, dopo essersi appartati in zone periferiche.
La maggior parte di loro ha negato le violenze, qualcuno addirittura di non aver mai approcciato la ragazza. C’è chi ha dichiarato di non essere a conoscenza della sua disabilità, ma anche chi ha confermato di aver avuto un rapporto sessuale con il suo consenso.
Qualcuno ha preferito invece fare scena muta. Nei loro confronti non è stato preso fin qui nessun provvedimento, tutti gli autisti risultano in ferie".

DALLA PARTE DELLA RAGAZZA VIOLENTATA 

SENZA SE E SENZA MA

 









Leonardo non è una fabbrica in crisi... ci sono licenziamenti e licenziamenti - Nella multinazionale della guerra e dell'imperialismo: no a scioperi per più cogestione corporativa

Genova, venerdì due ore di sciopero al gruppo Leonardo

Due ore di sciopero venerdì 30 luglio alla Leonardo a Genova indette da Fim Fiom Uilm contro i licenziamenti scattati in tante aziende italiane. "Dopo lo sblocco dei licenziamenti voluto dal governo Draghi e dalla Confindustria, nei giorni scorsi alcune aziende e multinazionali (Gkn, Whirlpool, Gianetti Ruote e altre ancora) hanno avviato le procedure per il licenziamento di centinaia e centinaia di lavoratori. Si tratta di decisioni inaccettabili, che vanno contrastate con fermezza per difendere l'occupazione e rivendicare allo stesso tempo investimenti e politiche industriali".

"Le ingenti risorse pubbliche messe a disposizione dall'Unione Europea sul Pnrr vanno utilizzate per innovare il sistema produttivo.
Per far ciò occorre riformare gli ammortizzatori sociali, renderli universali, ma anche vincolare le ingenti risorse pubbliche destinate alle imprese a precisi vincoli sociali. Per tutte queste ragioni è stata data indicazione di mobilitarsi nelle aziende metalmeccaniche" dicono i sindacati. "In Leonardo a Genova abbiamo una motivazione in più: la prosecuzione della battaglia perché Automazione resti in Leonardo! Venerdì sarà sciopero per dire no ai licenziamenti e per il mantenimento di Automazione all'interno del perimetro Leonardo"

 

Montagne di soldi per ampliare la Base navale... E' questo il modello di sviluppo alternativo all'ILVA? Noi diciamo un netto NO!

Taranto, dal Cipess 123 milioni per Base Navale

(dal Corriere di Taranto)
Finanziamento integrativo, pari a 123,8 milioni di euro, per l’ampliamento in Mar Grande nell’ambito del Contratto istituzionale di sviluppo (CIS) Taranto

Nella seduta odierna il Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile (Cipess), presieduto dal Ministro per il Sud e la coesione territoriale Mara Carfagna, con la presenza del segretario del CIPESS, Sottosegretario alla PCM Bruno Tabacci, ha approvato una serie di provvedimenti in materia di infrastrutture, coesione territoriale, ricostruzione post-sisma nella regione Abruzzo, aree montane.

In materia di politiche di coesione il Cipess ha approvato il finanziamento integrativo, pari a 123,8 milioni di euro, per l’ampliamento della Base Navale in Mar Grande nell’ambito del Contratto istituzionale di sviluppo (CIS) Taranto. Nell’ambito delle azioni volte a risanare, riqualificare e riconvertire l’area di Taranto, la Marina Militare sta procedendo con un programma di adeguamento e ammodernamento della Base Navale in Mar Grande che consentirà la dismissione dell’ex Stazione Torpediniere situata sulle sponde del Mar Piccolo e la restituzione di quest’area, prospiciente il centro storico, alla città di Taranto.

Il CIPESS, sempre in materia di coesione territoriale, ha approvato l’assegnazione di risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione alle regioni e province autonome per il finanziamento di interventi connessi al contrasto dell’emergenza COVID 19 e al CIS di Taranto, nonché i piani sviluppo e coesione delle città metropolitane di Milano e Napoli.

Cristello - pare che l'azienda accetti la reintegra - staremo a vedere...

«In relazione al provvedimento del Giudice del Lavoro di Taranto di reintegra nel posto di lavoro del signor Riccardo Cristello, Acciaierie d’Italia rileva che il Magistrato adito ha accertato la natura offensiva delle espressioni utilizzate dal signor Cristello (tra le altre, “assassini”). Inoltre, ha confermato la certa ascrivibilità al predetto dipendente del post pubblicato, nonché l’assenza di alcun intento ritorsivo da parte dell’Azienda, con l’applicabilità dell’obbligo di fedeltà a prescindere dalla tipologia degli strumenti di comunicazione adoperati. Al contempo, Acciaierie d’Italia prende atto che Il Magistrato, nella fase sommaria del giudizio, ha adottato il provvedimento di reintegra ritenendo che l’ “attacco verbale” operato dal signor Cristello fosse in realtà riferito alle precedenti gestioni dello stabilimento siderurgico tarantino e, tanto, indipendentemente dalla coniugazione al presente delle voci verbali impiegate».

Così l’azienda in una nota stampa

Tessitura di Mottola - nulla di fatto al Mise - il presidio continua - massima solidarietà

Tessitura Mottola, vertenza in fase interlocutoria

La riunione del 22 luglio a Roma presso il ministero del Lavoro non ha sciolto la tensione in merito alla vertenza della Tessitura di Mottola del gruppo Albini, che giorni addietro ha comunicato ai sindacati Femca Cisl, Filctem Cgil, Uiltec Uil ed Ugl la cessazione delle attività del sito, eventualità che era stata invece esclusa dalla stessa azienda nel marzo scorso, quando annunciò la messa in liquidazione.

Giova infatti ricordare che lo scorso marzo la stessa azienda affermò di aver affidato ad una società di scouting, la Vertus, l’incarico di reindustrializzazione dell’impianto, tempo previsto nove mesi. Oltre a trenta giorni di tempo per provare a redigere un piano strategico per rimodulare e ritrovare l’equilibrio economico-finanziario, così da recedere dalla decisione intrapresa, che già allora appariva un’exit strategy per prendere tempo ed addolcire la pillola che altro, come i fatti hanno poi dimostrato. Attività di scouting che non ha dato risultato alcuno, come confermato anche durante la riunione romana dopo quella in prefettura a Taranto lo scorso 19 luglio.

Motivo per il quale non è stato sciolto il presidio dello stabilimento, deciso da lavoratori sindacati e le Rsu, per far si che ci sia una presenza costante dei lavoratori per evitare possano essere portate via dallo stabilimento le apparecchiature, che non consentirebbero un futuro industriale ed occupazionale del sito. I lavoratori sono stati pertanto organizzati a squadre davanti all’ingresso dello stabilimento nella zona industriale di Mottola, in Contrada San Basilio, per coprire le 24 ore giornaliere. Senza dimenticare i problemi, ancora non del tutto risolti, nel ricevere i pagamenti della cassa integrazione guadagni covid.

Proprio durante la riunione dei giorni scorsi al ministero, l’azienda ha presentato un piano di cassa integrazione straordinaria per cessazione attività. Che per i sindacati non rappresenta lo strumento più adatto, perché con il dl99 il settore moda ha ottenuto dal governo la proroga sul blocco dei licenziamenti esteso sino al 31 ottobre, oltre ad assicurare ulteriori 17 settimane di cassa integrazione con causale covid.

Ciò nonostante il gruppo Albini ha già attivato l’iter per ottenere la cigs prevista dal Decreto Genova del 2018, che è una cassa straordinaria della durata di massimo 12 mesi complessivi, per le aziende che hanno cessato la loro attività. Chiedendo anche al tavolo romano di procedere prima con l’apertura della cigs e poi di proseguire con quella con casuale Covid. Ma i sindacati hanno evidenziato come questo metterebbe in difficoltà il percorso degli ammortizzatori., chiedendo quindi che si proceda per step diversi per assicurare ai lavoratori la possibilità di usufruire della coperrtura più estesa possibile, per garatire loro un reddito continuativo.

La trattativa sul sito di Mottola è però lungi dall’essere conclusa, con sindacati e lavoratori che cercheranno in tutti i modi di evitare la cessazione delle attività da parte del gruppo Albini su Mottola. Possibilità ad oggi putroppo remota.

Info Miroglio ferma al palo - serve l'iniziativa di lotta dei lavoratori

Ex Miroglio, Ginosa al giro di boa. Castellaneta ferma al palo

pubblicato il 27 Luglio 2021, 18:42

Ci sono alcune novità in merito alla vertenza della ex Miroglio di Ginosa, dopo la riunione alla quale hanno partecipato i sindacati di categoria (Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil), l’azienda Ecologistic spa (ex Logistic & Trade srl), e i tecnici della task force con il presidente Leo Caroli. 

La situazione del sito di Ginosa è nettamente migliore rispetto a quella del sito di Castellaneta (interessata dal progetto Agromed di cui parleremo più avanti nell’articolo). L’azienda Ecologistic durante la rinuione ha confermato l’assunzione di tutti i 111 lavoratori ex Miroglio come da accordi pregressi. L’obiettivo è stato raggiunto ad un anno di distanza dall’accordo sottoscritto nell’agosto scorso, allorquando l’azienda aveva promesso di assumere 3 lavoratori al mese dal bacino ex Miroglio di Ginosa (prima all’inizio dell’anno e poi rinviato causa pandemia a partire dal 4 agosto), che si sarebbero andati ad aggiungere agli 81 ex miroglini assunti a partire dal 2014 quando venne stipulato l’accordo di reindustrializzazione del sito chiuso dal lontano 2009.

L’assunzione dei 111 miroglini è però soltanto un aspetto degli accordi sottoscritti a suo tempo al MiSE, che prevedono la proprietà del secondo lotto soltanto nel 2026 ed a fronte del secondo progetto che non è ancora entrato a regime, che prevede la trasformazione in polimeri del materiale già riciclato. Progetto interessato da un aumento aumento del materiale stoccato (più 70mila tonnellate di  plastico e più 15mila di cartone) derivante da un accordo tra l’azienda e il comune di Ginosa che però non è stato ratificato al MiSE, ma approvato dalla Conferenza dei Servizi.

I sindacati già a suo tempo hanno evidenziato che la variazione delle tonnellate da smalite, che non corrisponde a quanto previsto dagli accordo che furono sottoscritti nel 2015, deve corrispondere ad un aumento occupazionale. L’azienda ha promesso che una volta assunti i 111 previsti, dal 112esimo in poi la collocazione spetterà sempre a lavoratori provenienti dal bacino degli ex miroglini (quelli rimasti fuori, 58, stando alle liste certificate dall’ARPAL, rispetto ai 181 iniziali anni addietro).

Ciò detto, per ottenere anche la proprietà del secondo lotto del capannone di Ginosa sarà fondamentale che l’azienda dimostri la sostenibilità dell’investimento. Proprio lo scorso 19 febbraio la Provincia, attraverso il settore Pianificazione e Ambiente, ha registrato il depositoda parte della società ECOLOGISTIC Spa per l’impianto ubicato in Contrada Girifalco nel Comune di Ginosa e l’ampliamento di impianto esistente preposto alla valorizzazione di rifiuti plastici provenienti dalla raccolta differenziata nonché alla produzione di packaging per il settore ortofrutticolo e non (per una validità di 12 anni).

Situazione molto diversa invece per quanto concerne il sito ex Miroglio di Castellaneta, dove stenta a decollare il progetto Agromed. L’ultima riunione è stata soltanto l’ennesima puntata negativa della vicenda legata al progetto per la reindustrializzazione del sito. Il tutto a distanza di un anno e due mesi dall’accordo quadro sottoscritto al MiSE il 25 maggio 2020.

Come si ricorderà, lo scorso 9 marzo il comune ci Castellaneta aveva comunicato il dissequestro del sito produttivo da parte della Procura di Taranto, con la successiva restituzione dell’immobile all’ente civico. Il sequestro e quindi l’impossibilità di operare e far partire il progetto, che prevede la realizzazione di una piattaforma logistica per stoccaggio, innovazione e trasformazione dei prodotti ortofrutticoli, era lo scoglio che la società benefit Agromed (controllata al 100% dalla Camera di Commercio di Taranto) aveva sempre ritenuto come insormontabile per mantenere fede agli impegni sottoscritti in sede ministeriale.

Che prevedevano in particolare la reindustrializzazione del sito chiuso dal 2004, oltre al graduale assorbimento di 28 unità lavorativeda attingere dal bacino di crisi della precedente unità produttiva dismessa, appunto la ex Miroglio, a partire dal settembre dello scorso anno, ovvero nel 2020. Impegni però sempre disattesi, tanto far temere negli scorsi mesi che l’intero investimento e il relativo progetto potessero saltare.

Investimento che ammonta ad oltre 11 milioni di euro da parte della società benefit a capitale pubblico della Camera di Commercio di Taranto, impegnati con una delibera del CIPE nel dicembre 2019. Prima del disseuquestro si era anche paventata la possibilità di modificare con una nuova delibera la destinazione dei fondi (che sono vincolati al progetto ex Miroglio), spostandoli su Grottaglie, presso un’area dove comunque dovrebbe sorgere una sorta di sito di appoggio per Castellaneta.

Poi lo scorso marzo la società Agromed ha messo sul tavolo l’ennesimo ostacolo: ovvero il commissariamento della Camera di Commercio di Taranto. Problema anche questo però superato con il Decreto del 29 aprile 2021 con cui il Ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti ha nominato l’avv. Gianfranco Giovanni Chiarelli Commissario Straordinario della Camera di commercio di Taranto.

Ma nell’ultima riunione della scorsa settimana è emerso un nuovo problema, questa volta legato alla realizzazione di un piano industriale sostenibile che in un primo momento doveva essere realizzato con l’ausilio di Invitalia, eventualità oggi non più possibile, motivo per il quale ora la società si affiderà ad uno studio esterno.

Così come non vi sono novità sul fronte dei lavoratori, che da anni aspettano di tornare a lavorare. Visto che la stessa società nelle scorse riunioni aveva evidenziato che i curriculum ricevuti sino a questo momento, non ascriverebbero alle competenze inzialmente ricercate (ovvero per i ruoli di segretaria ed edili). A fronte di questa dichiarazione, i sindacati chiesero che venissero indicate dalla società le professionalità richieste, per iniziare la formazione dei lavoratori. Che secondo quanto ricordato dalla task force regionale deve avvenire ‘on the job‘, ovvero dopo l’assunzione da parte di Agromed.

Dunque, ancora un intoppo. Per una vicenda che sin dal principio, ovvero autunno 2019, avevamo segnalato molto complicata…

Con la speranza che prima o poi questa lunghissima vertenza possa finalmente traguardare l’obiettivo più importante: la riassunzione di tutti gli ex miroglini e un reddito sicuro per lavoratori e famiglie. Staremo a vedere.

martedì 27 luglio 2021

Taranto, sospesa la direttrice del carcere: favoriva il boss

Per questa motivazione, Stefania Baldassarri, è stata sollevata dall’incarico. Il provvedimento e’ stato adottato da Bernardo Petralia, direttore del dipartimento dell’amministrazione penitenziaria del ministero di Grazia e Giustizia, sulla base di un rapporto della Dda di Lecce. Il detenuto in questione e’ Michele Cicala, esponente di spicco della criminalita’ di Taranto e a capo dell’omonimo clan.

Dopo le torture nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, ecco arrivare un'altra vicenda che mina la già poca credibilità degli istituti penitenziari italiani.

Una vicenda che, tuttavia, assume anche dei risvolti politici visto che questa persona è stata la candidata alla poltrona di sindaco del comune di Taranto alle scorse elezioni amministrative per la coalizione di destra. 

Coalizione che vedeva tra i candidati al consiglio comunale diversi sovranisti di cartone che basano le varie campagne elettorali solo sullo spauracchio "migranti", "pericolo HotSpot" e "sbarchi incontrollati".

Chissa' cosa avranno da dire in proposito.

#Antifa #taranto

Stupri coperti! Quella ragazza siamo tutte noi! Vogliamo fare insieme questa battaglia!

Vogliamo che questi stupratori siano arrestati!

altro che semplice divieto di avvicinamento alla ragazza, come finora disposto dal Gip, Francesco Maccagnano.

Ma vogliamo anche che l'inchiesta si allarghi, che si indaghi e vengano denunciati i dirigenti dell'Amat, dalla presidente Giorgia Gira, ai direttori Carallo e Di Piazza, al capo area Russo.

Da una nostra iniziale inchiesta, tanti all'Amat già lo sapevano di questa violenza continua; gli stessi dirigenti non potevano non sapere, ma evidentemente tutti (anche altri autisti) l'hanno derubricata a episodi di "normale" maschilismo, da raccontarsi/condividere nei social o da coprire per "spirito di corpo".

E' per questo che ancora, nonostante la denuncia della ragazza, le prove di intercettazioni schiaccianti, la'Amat non ha ssunto alcun provvedimento nei confrotni degli 8 autisti, che invece VANNO SUBITO LICENZIATI!

Più passano i giorni più viene fuori tutto lo schifo e la gravità.

Alla violenza sessuale andata avanti per circa 2 anni si accompagnavano video che circolavano in facebook, telefonate,messaggi in cui la ragazza veniva chiamata "scema", "down", "menomata".

NON DOBBIAMO PERMETTERE CHE QUESTO STUPRO DI GRUPPO, DA PARTE DI UN BRANCO DI "BRAVI LAVORATORI", QUESTA OMERTA' DI TANTI VADA AVANTI, RESTI IMPUNITA CON AL MASSIMO QUALCHE PROVVEDIMENTO.

NON VOGLIAMO CHE LA RAGAZZA, CHE HA AVUTO IL CORAGGIO DI DENUNCIARE, SI SENTA SOLA! QUELLA RAGAZZA SIAMO TUTTE NOI! DOBBIAMO STARE AL SUO FIANCO!  

lunedì 26 luglio 2021

Reintegrato il lavoratore Riccardo Cristello licenziato da ArcelorMittal Taranto per un post su facebook


Siamo molto contenti. Una buona notizia frutto della lotta e solidarietà di operai, Usb e altri. 
Lo Slai cobas per il sindacato di classe è stato fin dall'inizio, nei presidi all'Ilva, nelle manifestazioni a Roma e al Tribunale di Taranto al suo fianco.
Efficace l'azione legale dell' Avv.Mario Soggia.
Sconfitti per ora padroni, sindacati confederali e accoppiata Giorgetti/Orlando che a Roma si rifiutava anche di ricevere Cristello e Usb.
E' un forte incoraggiamento per gli operai che vogliano lottare contro il fascismo aziendale/clima di paura,per la liberta' sindacale/diritti/lavoro, salute e sicurezza.                                       
Slai Cobas per il sindacato  di classe - Taranto

domenica 25 luglio 2021

SOLO SOSPESI...?! QUESTI 8 VIOLENTATORI AUTISTI AMAT VANNO LICENZIATI E ARRESTATI! Solidarietà alla ragazza che ha avuto la forza di denunciarli

Non se la possono cavare così questi otto porci autisti dell’Amat.

"Quasi sempre luogo delle violenze erano autobus di linea ai quali i guidatori chiudevano le porte per impedire alla vittima di scendere). Alcuni si sarebbero limitati a palpeggiamenti, altri avrebbero avuto rapporti sessuali completi... la ragazzina gravata da disagio psichico, lieve ma piuttosto evidente, sarebbe diventata una specie di giocattolo sessuale su cui sfogare i peggiori istinti per pochi minuti, tra i sedili del bus...

La Procura aveva chiesto gli arresti domiciliari per gli otto autisti (pure molto poco), ma il giudice ha ritenuto sufficiente il divieto di avvicinamento alla ragazza e al suo fidanzato, che a giugno dello scorso anno l’ha convinta a raccontare tutto ai carabinieri.

Gli autisti sono stati incastrati dalle intercettazioni. Durante alcune chiamate i colleghi parlavano di abusi e sms piccanti con scambio di foto a luci rosse".

Questi stupratori vanno arrestati in galera e licenziati. Apettare è un'altra violenta fatta alla ragazza.

Nello stesso tempo, vorremmo sapere, quanti altri colleghi degli 8 sapevano e non hanno detto niente. Anche questi devono pagare!

Acciaierie d'Italia - Il padrone vero - Mittal - decide e il governo dispone

Ai sindacati che anche in questi giorni, durante le assemblee e lo sciopero del 20 hanno detto che il governo non si interessa di Taranto, il governo risponde con un ennesimo atto per difendere gli interessi del padronato.

Altre 13 settimane di cassintegrazione-Covid. Che per gli operai significano altre 13 settimane di salario al 58%.

Ma il problema è più strategico. Si tratta di numeri che Mittal/Morselli hanno da tempo dichiarato come esuberi (oltre i 1600 lasciati all'Ilva AS). Quindi finita la cassa-covid rischiano di essere i lavoratori che rientrano nello sblocco dei licenziamenti deciso dal governo. 

I sindacati si lamentano, dicono che è illegittima a fronte degli utili dichiarati dalla stessa azienda, la Fiom chiede di parlare col nuovo management (che è sempre Morselli + Bernabè per lo Stato), l'USB chiede incontro col Governo affermando che vi sarebbe mancanza di prospettiva, ecc.

Ma tutti indirizzano i lavoratori verso un falsa strada: Mittal e governo sanno bene qual'è la prospettiva: tagliare migliaia di posti di lavoro, aumentare la produzione, lasciare - questo sì - a piani futuristici la conversione degli altoforni per la cosiddetta "produzione green".

E nè incontri col governo, nè nuovo Management possono cambiare questa prospettiva. 

SENZA UNA REALE E DURA LOTTA, PROLUNGATA, TUTTO IL RESTO E' NOIA, GIA' VISTO... MA PER GLI OPERAI E' DRAMMA...

Dalla Gazzetta del mezzogiorno

TARANTO - Acciaierie d’Italia ha comunicato alle organizzazioni sindacali l’avvio della Cassa integrazione ordinaria con causale Covid per 13 settimane e per un numero massimo di 3.500 dipendenti dello stabilimento siderurgico di Taranto. La comunicazione segue quanto stabilito nella seduta del Consiglio dei ministri del 15 luglio, che consente l'utilizzo di questa tipologia di ammortizzatore sociale per le imprese con più di 1.000 lavoratori in stabilimenti ritenuti strategici, andando a sostituire la cassa integrazione ordinaria discussa lo scorso 23 giugno. La procedura decorrerà retroattivamente a fare data dal 28 giugno 2021 e fino al 26 settembre, oppure dal 5 luglio 2021 fino al 3 ottobre, sulla base delle indicazioni che saranno fornite dall’Inps.

IL COMMENTO DEI SINDACATI - «A fronte delle ultime dichiarazioni dell’Ad di ArcelorMittal che parla di un’azienda in salute e di un mercato dell’acciaio vivace, ci aspettavamo dall’incontro odierno un segnale distensivo, quindi quasi un azzeramento dei numeri di cassa integrazione. Ci ritroviamo invece di fronte agli stessi atteggiamenti e la stessa mancanza di prospettiva»...«Tranne qualche reparto -dice l'USB - ancora fermo (Treni Lamiere, Treno Nastri 1, 70% Laminatoio a freddo, 70% Finitura Nastri), si riparte dunque con una attività all’interno dello stabilimento quasi a regime... Di fronte «a tutto ciò, Usb chiede al Governo un incontro urgente al fine di sbloccare una situazione che va avanti da troppo tempo e che scarica sui lavoratori le responsabilità di una gestione priva di alcuna logica condivisibile»...

«L'incontro odierno segna ancora una volta un arretramento in termini di relazioni industriali e discussione di merito sui numeri complessivi coinvolti dalla cassa integrazione in quanto, nonostante le richieste delle organizzazioni sindacali sull'integrazione salariale, sulla rotazione del personale e conoscenza delle aree interessate dall’ammortizzatore sociale, l’azienda ha di fatto chiuso al confronto». Così la Fiom Cgil di Taranto commenta la comunicazione di Acciaierie d’Italia della procedura di cassa integrazione con causale Covid... «L'azienda - spiega l'organizzazione sindacale - ha inoltre illustrato l’attuale assetto impiantistico che si attesta a circa 15 mila tonnellate di ghisa con la ripartenza di Afo 4 e con acciaieria 1 e 2 in marcia». Nelle prossime settimane gli assetti impiantistici saranno suddivisi in questo modo: TNA 2 (Treno nastri) fermata programmata dal 2 all’11 agosto; LAF Decapaggio ripartenza il 30 agosto; LAF Decratreno prevista la marcia degli impianti dal 2 al 9 agosto e successivamente fermo per 3 settimane; Zincatura 2 fermata prevista dal 16 agosto al 6 settembre; TLA (Treno lamiere) ripartenza il 23 agosto; Tubificio ERW fermata dal 2 agosto e ripartenza dal 23 agosto... Pe
rtanto, riteniamo doveroso, così come rivendicato con lo sciopero unitario del 20 luglio, aprire una discussione anche sull'utilizzo dell’ammortizzatore sociale anche con il nuovo management»

Taranto è una città con tante strade sporche, con la raccolta differenziata a bassissimi livelli... Ma il Presidente dell'Amiu, Mancarelli, risolve con i "video- trappola"

Da un lato cerimonie, inaugurazioni, autopropaganda dei risultati dell'Amiu, dall'altra la realtà che chiunque va in giro vede: cassonetti strapieni, rifuti messi all'esterno (perchè, come diceva un abitante di città vecchia: i cassonetto ingegnerizzati da fuori sembrano capienti, ma in realtà dentro possono andare poche buste di rifiuti), differenziata in altri quartieri annunciata e non fatta; ma anche strade sporche, non solo di carte e altri rifiuti, ma macchiate di nero, di liquidi fuoriusciti da cassonetti, ecc. (es. via Cesare Battisti).

Ma, a parte penosi scarica barile tra Amiu e Comune, e giustificazioni che non reggono (ancora una causa sarebbe l'avvio del covid...), la scusa facile è l'inciviltà dei cittadini; per cui la soluzione è mettere dei video-trappola...

Ma a chi si vuole prendere in giro che persone vengono da San Marzano, Pulsano, ecc. con i rifiuti, per buttarli a Taranto...

Dichiarazioni di Mancarelli dal Corriere di Taranto
GIULIA LUPOLI

In merito a questa questione abbiamo chiesto spiegazioni al residente Amiu Spa – Taranto, Giampiero Mancarelli: «Per essere chiari, esiste l’ordinanza ma il Consiglio comunale deve esprimersi per indicarci la modalità con cui si deve effettuare la raccolta differenziata. Il sindaco dunque ha ordinato di avviarla ma prima di passare ai quartieri non ancora coperti come Italia Montegranaro ecc., bisogna fare un passaggio in Consiglio comunale. Per cui so che anche le Commissioni si sono riunite e si sta valutando per definire le modalità della raccolta, ovvero, con i cassonetti ingegnerizzati piuttosto che il “porta a porta”. Questo è quel che sappiamo dal nostro fronte, dovrebbe chiedere all’Amministrazione perché insomma è una cosa che attiene loro»...
«Per quanto riguarda noi – ha proseguito Mancarelli – l’avvio è stato un po’ rallentato per via del covid. Il completamento del borgo era previsto in precedenza però l’azienda vincitrice dei cassonetti ha completato solo la scorsa settimana la loro fornitura. In più abbiamo atteso che arrivasse l’altro mezzo ingegnerizzato in quanto le prese che stiamo sviluppando sono di un’intensità maggiore rispetto a quelle stabilite dal progetto del contratto d’appalto...
...ora che arriveremo al borgo è ovvio che non è immediato lo sviluppo perché lì si scendono quattro isole quindi sedici cassonetti al giorno e comunque ci sarà sempre un barrieramento distintivo. Mi spiego, da una parte la raccolta differenziata e dall’altra l’indifferenziata quindi ci sarà sempre questa situazione perché man mano che avanziamo, i cassonetti che sono diciamo quelli di frontiera, saranno invasi di rifiuti in maniera incontrollata. Non secondo le aspettative ma ci sono persone che evitano di fare la raccolta differenziata. È un po’ come avviene, in maniera meno evidente per i più ma non per coloro che risiedono, in via Rinascimento nonché viale Unità d’Italia dove adesso abbiamo piazzato delle batterie di video trappole perché alcuni cittadini di Talsano-Lama-San Vito in transito in quelle vie e che non vogliono fare la raccolta differenziata che fanno? Si portano il sacchetto e vanno lì. In più il turismo dei rifiuti è anche da San Giorgio e tutta la zona orientale che butta direttamente su Via Consiglio. Anche lì abbiamo messo due batterie di video trappole e infatti stiamo prendendo cittadini di Pulsano, San Giorgio, Fragagnano, San Marzano che vengono a portare i rifiuti e spesso li buttano anche fuori orario. Nei loro paesi fanno la raccolta differenziata ma a loro non va di farla e buttano la loro immondizia lì. Insomma stiamo cercando di mitigare la situazione in questo modo:
disseminando video trappole che entreranno in funzione e che fungono da deterrente per tutti coloro i quali agiscono in questo modo».

venerdì 23 luglio 2021

Acciaierie d’Italia, ok a bilancio 2020 - A loro gli utili, agli operai attacchi al lavoro, al salario, alla salute

E LO STATO ORA STA IN PRIMA PERSONA A GESTIRE LA SITUAZIONE, QUINDI ORA E' DIRETTAMENTE PARTE IN CAUSA/RESPONSABILE DI CIO' CHE ACCADE IN FABBRICA E FUORI.

SIAMO ALLA PIU' ESPLICITA/OSCENA MANIFESTAZIONE DELLA REGOLA DEI CAPITALISTI E DI QUESTO SISTEMA BORGHESE: SOCIALIZZAZIONE DELLE PERDITE E DEI COSTI (E' IL GOVERNO CHE METTERA' SOLDI PER LA RISTRUTTURAZIONE DEI FORNI E LE BONIFICHE), PRIVATIZZAZIONE DEI PROFITTI

IL TUTTO SCARICATO SUI LAVORATORI E LE MASSE POPOLARI DELLA CITTA'. 

Quindi, chi va dicendo agli operai - soprattutto Fiom, Fim, Uilm, che il governo non fa niente, non pensa a Taranto, ecc..., o è stupido o vuole ingannare. Il governo ci pensa eccome, ma per salvaguardare prima di tutto i profitti di Mittal e dei padroni/acquirenti dell'acciaio.

E' ORA CHE GLI OPERAI COMPRENDANO CHE IN QUESTA SOCIETA' CI SONO DUE CLASSI: I BORGHESI, I CAPITALISTI DA UN LATO E GLI OPERAI E LE MASSE POPOLARI POVERE DALL'ALTRO.

I capitalisti e i loro rappresentanti istituzionali, politici son una minoranza ma dominano perchè hanno Governi/Stato, mass media, forze dell'ordine, ecc. dalla loro parte; gli operai che producono tutta la ricchezza sociale, insieme allemasse popolari sono la maggioranza, ma devono subire e non decidono nulla.

Fino a quando? Finchè in primis gli operai non si organizzano, fanno un vero sindacato di classe per difendersi ogni giorno, fare loro una guerra di classe per opporsi realmente alla guerra dei padroni; e soprattutto costruiscono un loro partito - un partito comunista ma di tipo nuovo - per farla finita con questo sistema fondato su una INGIUSTIZIA apertamente rivendicata e difesa e per imporre con la rivoluzione proletaria IL POTERE DEGLI OPERAI! 

Confermata l'elezione a presidente di Franco Bernabè, e dell’Amministratore Delegato, Lucia Morselli
Corriere di Taranto

22 LUGLIO 2021
L’Assemblea degli Azionisti di Acciaierie d’Italia Holding Spa, riunitasi ieri, ha approvato il bilancio 2020 della società con un utile netto pari a circa euro 4 milioni. Il patrimonio netto si attesta a

Femminicidi sempre giustificati dal raptus, mai frutto della concezione patriarcale del dominio dell'uomo sulla sua "proprietà privata" - Donna: uniamoci, organizziamoci, lottiamo! MFPR Taranto (mfpr.naz@gmail.com)

Taranto - In serata, solo poche ore fa, intorno alle 19,30, i Carabinieri del Comando Provinciale di Taranto sono intervenuti in via Boiardo angolo via Montalcini, strada parallela a viale Unità d’Italia, l’arteria che collega la città a Talsano, dove dai primi accertamenti è emerso che, nel pomeriggio, un 75enne, incensurato, probabilmente colto da improvviso raptus, avrebbe accoltellato a morte la moglie 71enne e successivamente avrebbe tentato anche di togliersi la vita, accoltellandosi a sua volta.
 

 

Ex Ilva - A Genova si lotta, respingendo l'attacco al diritto di sciopero - A Taranto perchè invece si aspetta? E si aspetta cosa? Un ennesimo Tavolo romano inutile

Ex Ilva Genova

21 Luglio 2021

Genova. Situazione, e quindi anche protesta, in divenire all’ex Ilva di Cornigliano dove, dopo l’arrivo delle prime lettere di “messa in libertà” dei lavoratori i sindacati avevano preannunciato uno sciopero a scacchiera. Nelle ultime ore l’azienda ha negato all’rsu la possibilità di esercitare l’assemblea retribuita che sarebbe stata prevista per domattina, giovedì, e quindi, alle 7, l’assemblea ci sarà comunque ma in sciopero. L’appuntamento è nel piazzale davanti alla portineria e non è escluso che la protesta sfoci anche in strada, in qualche misura.

Per il resto confermata un’ora di sciopero per ogni reparto, suddivisa su cinque giorni da venerdì 23 a venerdì 29. Sono già 24 le lettere di messa in libertà pervenute ad altrettante lavoratori nella giornata di oggi. Altre dieci almeno sono attese per domani. Per questo Secondo la Fiom si tratta di misure che sembrano anticipare i primi licenziamenti veri e propri.

In questa situazione già tesa Acciaierie d’Italia, la società subentrata alla gestione dell’ex Ilva, ha fatto sapere indirettamente di avere adottato il provvedimento di messa in libertà di alcuni operai “in quanto la società stessa è stata impossibilitata a ricevere la prestazione lavorativa in ragione della necessaria osservanza delle prescrizioni per la sicurezza, di persone e impianti e della non economicità di esercire impianti che a causa della non continuità di marcia producono scarti di lavorazione”.

Le stesse fonti qualificate vicine ad Acciaierie d’Italia. Secondo le stesse fonti “il mantenimento dell’attuale stato di agitazione” con uno sciopero a scacchiera “e la posizione sindacale che ha rigettato ogni forma di mediazione e proposte per l’esercizio degli impianti oggetto di fermata”, non avrebbe “permesso altre soluzioni”.

Ma per l’Rsu, che rispedisce l’accusa al mittente, ci sono “elementi certi per dire che gli impianti dove sono impiegati i lavoratori che sono stati messi in libertà dall’azienda erano già fermi prima dello sciopero poiché interessati dal principio di incendio di qualche giorno fa”, ha dichiarato Armando Palombo. A questo punto, tutto è possibile. E già da domani – e non più da lunedì – la protesta dei metalmeccanici potrebbe tornare in piazza a Genova.

giovedì 22 luglio 2021

Licenziamento ArcelorMittal del lav. Cristello - ieri l'ultima udienza

Ieri vi è stata la seconda e ultima udienza per il licenziamento fatto da ArcelorMittal del lavoratore Cristello ("colpevole" di aver messo un post su facebook in cui invitava a vedere la fiction "Svegliati amore mio").

Il giudice si è riservato la sentenza, probabilmente verso fine mese.

Ieri ancora una volta l'avvocato dell'ex Ilva si è aggrappato sugli specchi, cercando penosamente di giustificare il licenziamento di Cristello, ma ha trovato una contestazione punto per punto da parte dell'Avvocato del lavoratore, Mario Soggia. 

Non avendo altri argomenti l'avvocato di Mittal ha cercato di far passare la motivazione del "danno all'immagine" usando come "prova di colpevolezza" addirittura i tempi dei verbi usati nel post: "siccome il tempo era al presente vuol dire che tu ti stai riferendo ad oggi, ad AM..." - benchè nel post AM non venisse assolutamente citata.

Ma nel proseguio è stato evidente, e messo in luce dall'Avv. Soggia, che in realtà si è trattato di un licenziamento fatto a Cristello perchè non aveva chiesto scusa, quindi un licenziamento ritorsivo, perchè Cristello non si è piegato ai diktat di AM (tant'è che l'altro lavoratore licenziato ha poi avuto solo giorni di sospensione unicamente perchè ha chiesto scusa e ha elogiato l'azienda). 

L'azienda pretendeva l'umiliazione del lavoratore, in cambio del posto di lavoro!

Nello stesso tempo è stata smascherata l'ipocrisia dell'azienda che nel febbraio 2019, in occasione della morte di un bambino fece uscire una lettera sui giornali associandosi al lutto dei genitori; se invece è un lavoratore a parlare della strage dei bambini per l'inquinamento, allora NO, allora il lavoratore, come è accaduto a Cristello, viene licenziato... 

Ma per completare l'opera l'avvocato di Mittal ha tentato la mossa "allarmista", della serie: se il giudice da ragione al lavoratore, allora tutti possono sentirsi autorizzati a scrivere cose nei confronti dell'azienda, si dà l'impunità a tutti i lavoratori...

Della serie, solo Mittal può avere l'impunità...

Se non fosse grave la questione dei licenziamenti, saremmo alla farsa.

Impedire i licenziamenti all'ex Cementir/Cemitaly - ma gli operai devono entrare in campo

Operai Cementir Slai cobas in presidio

Anche a Taranto si sta verificando quello che sta succedendo in altre realtà e fabbriche, la Cemitaly del gruppo Italcementi vuole chiudere la fabbrica e andarsene. La motivazione sono i profitti che non arrivano; ma anche qui i padroni non fanno nulla per investire, e non ci pensano due volte a mettere in mezzo ad una strada 51 operai che per anni hanno lavorato, sono stati sfruttati, hanno rischiato la loro salute.

Lo Slai cobas - presente tra gli operai ex Cementir - ha chiesto urgenti incontri con la Regione e con l'Arpa per bloccare i licenziamenti.

Ma nello stesso tempo fa appello ai lavoratori a mobilitarsi, perchè solo la lotta può salvaguardare lavoro e salario. 

Anni oramai di cassintegrazione stanno mostrando le conseguenze negative: operai a casa, divisi, in attesa/delega di un cambiamento positivo... che non poteva arrivare senza che in campo ci fosse la lotta dei lavoratori.

Ora, però, si arriva ai licenziamenti; è tempo di cambiare strada!

mercoledì 21 luglio 2021

Presidio delle lavoratrici e lavoratori alla Tessitura di Mottola - Massima solidarietà

115 lavoratrici e lavoratori sono in lotta da marzo per difendere il loro lavoro. Anche qui i lavoratori si trovano davanti ad una decisione aziendale di chiudere a Mottola e delocalizzare in altra zona o all'estero l'attività. E lo sblocco dei licenziamenti da parte del governo, gli dà man forte.

Da questa settimana le Rsu hanno deciso di fare il presidio dello stabilimento, "per far si che ci sia una presenza costante dei lavoratori per evitare possano essere portati via dallo stabilimento le apparecchiature, che non consentirebbero un futuro industriale ed occupazionale del sito.
I lavoratori saranno pertanto organizzati a squadre davanti all’ingresso dello stabilimento nella zona industriale di Mottola, in Contrada San Basilio, per coprire le 24 ore giornaliere. Senza dimenticare i problemi, ancora non del tutto risolti, nel ricevere i pagamenti della cassa integrazione guadagni covid.

Il settore moda ha ottenuto dal governo la proroga sul blocco dei licenziamenti esteso sino al 31 ottobre, oltre ad assicurare ulteriori 17 settimane di cassa integrazione con causale covid. Il corto circuito nasce però dal fatto che il gruppo Albini ha già attivato l’iter per ottenere la cassa prevista dal Decreto Genova del 2018, che è una cassa straordinaria della durata di massimo 12 mesi complessivi, per le aziende che hanno cessato la loro attività.

La richiesta dei sindacati è che l’azienda, prima di applicare la Cigs sfrutti a partire da questo mese le ulteriori 17 settimane di Cigo Covid-19, che coprirebbero i lavoratori sino a fine ottobre, nella speranza che il governo conceda altre proroghe. Solo al termine della cassa Covid, andrebbe applicata la Cigs in modo tale da garantire ai lavoratori la possibilità di utilizzare tutti gli ammortizzatori sociali a disposizione, che li traghetterebbero sino a giugno 2022...
Ora, la prossima tappa è al ministero dello Sviluppo Economico, che ha fissato un incontro per giovedì 22.

 (stralci dal Corriere di Taranto)

Ex Cementir, Italcementi attiva licenziamento collettivo - Lo sblocco dei licenziamenti fatto dal governo ha immediate conseguenze anche a Taranto

(stralci)
Ad un mese di distanza dall'annuncio della chiusura del sito e della messa in vendita dello stabilimento, la società ha attivato la procedura. 

- Corriere di Taranto

pubblicato il 20 Luglio 2021, 19:55

A poco più di un mese dall’annucio di messo sul mercato il sito Cemitaly di Taranto, ovvero l’ex Cementir, l’Italcementi (società italiana che dal 2016 è stata acquisita dai tedeschi HeidelbergCement Group) ha comunicato ai sindacati di categoria FILCA Cisl, FILLEA Cgil e FENEAL Uil, Regione Puglia e Confindustria Taranto, l’attivazione della procedura di licenziamento collettivo per 51 lavoratori (8 impiegati, 10 intermedi e 33 operai) “strutturalmente eccedenti ed unicamente riferibili all’unità produttiva di Taranto in ragione della definitiva cessazione dell’attività della predetta unità produttiva”.

Un’eventualità che i sindacati avrebbero volentieri evitato, visto che la stessa azienda nell’incontro di un mese fa si era detta disponibile ad attivarsi per ottenere, per l’ultima volta, altri 12 mesi di cassa integrazione per aree di crisi industriale complessa, visto che gli ammortizzatori sociali di questa stessa procedura scadono il prossimo 15 settembre. Ma le richieste di incontro più volte inoltrate alla task force regionale per l’occupazione sono rimaste senza risposta...

La società scrive che i motivi della determinazione aziendale di cessazione delle attività dello stabilimento di Taranto sono da rinvenirsi negli sviluppi che hanno investito l’unità produttiva nel corso degli ultimi anni, interessata – peraltro – da un cambio di proprietà intervenuto nel 2018 con l’acquisizione di Cementir Italia (oggi Cemitaly S.p.A.) da parte della ltalcementi S.p.A. – Heidelbergcement Group.

“Già all’atto dell’acquisizione, lo stabilimento – che dal 2013 aveva scontato un significativo e progressivo ridimensionamento delle attività con la chiusura dell’area di produzione “a caldo” e la conseguente ridefinizione degli organici necessari alla conduzione di un ciclo industriale limitato alla sola macinazione del clinker – versava in una condizione di prolungato fermo produttivo, a causa di una grave crisi di mercato e di prodotto che ha investito nell’ultimo decennio il settore dell’edilizia e di una crescente difficoltà di reperimento di loppa d’altoforno dal vicino stabilimento ArcelorMittal (ex ILVA) nonché dell’impossibilità nel reperire altrimenti la materia prima a costi sostenibili” si legge nella comunicazione aziendale.

Constatato il protrarsi della crisi dello stabilimento, già nell’ottobre 2018 Italcementi attivava una procedura di licenziamento collettivo per l’intero organico del sito, pari, allora, a 67 dipendenti. La procedura si concludeva con il ritiro dei licenziamenti e la richiesta di CIGS ai sensi dell’art. 44, c.11- bis, D. gs 148/2015 per 12 mesi, per l’intero organico dello stabilimento. Nel corso del periodo di CIGS, l’azienda si riservava approfondimenti circa la riattivazione del centro di macinazione, nella prospettiva di produzione di cemento alla loppa.

Detti approfondimenti costituirono il presupposto per un nuovo di intervento della CIGS, dal 22/12/2019 al 21/12/2020, periodo che è venuto a protrarsi sino al 15/09/2021 con il ricorso alla “CIGO COVID-19 – Sospensione CIGS“, così come previsto dalla normativa sull’emergenza epidemiologica.

Tuttavia, riprende l’azienda, “prendendo atto di un mercato, in particolare quello del cemento alla loppa, ormai stabilizzato su livelli contenuti quanto alla domanda e su dinamiche, in particolare relativamente a distribuzione e prezzi, non più praticabili dal sito di Taranto quanto ai canali dell’offerta, la società non riscontrava le condizioni per considerare attuale e sostenibile la riattivazione del sito, in uno scenario, peraltro, caratterizzato da forti incertezze quale quello generato dagli effetti della pandemia da coronavirus”.

In tale contesto, la società ha quindi deciso di procedere alla definitiva cessazione dell’attività del sito di Taranto ed alla chiusura dello stesso.

Il carattere strutturale dell’esubero di personale, derivante dalla cessazione dell’attività del sito di Taranto per la società non lascia spazio a nessun altro tipo di strada da perseguire: “non consente di porre in essere misure alternative al licenziamento collettivo né di ricorrere ad altre tipologie contrattuali. Risulta peraltro non percorribile la possibilità di conversione del sito ad altre produzioni di cemento, in ragione sia dell’articolazione più generale del gruppo che della situazione in cui attualmente versa il mercato del cemento. Non vi è nemmeno la possibilità di aderire a soluzioni temporanee alternative alla presente, posto che le azioni di mobilità interna al Gruppo sviluppate negli anni non hanno dato esiti tali, per numero delle posizioni aperte in altre sedi e per le disponibilità individuali espresse dai lavoratori di Taranto, da potersi oggi configurare come alternativa alla procedura”.

Per l’azienda “non appare più utile il ricorso, neppure parziale, alla cassa integrazione guadagni ordinaria o straordinaria, nemmeno nella causale contratto di solidarietà, non essendo più possibile ipotizzare un reimpiego o ricollocazione al lavoro delle unità in esubero a causa del carattere oramai strutturale delle eccedenze, fatto che impedisce qualsiasi reversibilità o modifica delle conseguenze delle decisioni riorganizzative“.

Pertanto, la società “procederà al licenziamento del personale eccedente non appena esaurita la procedura, nei tempi previsti dalla legge e tenuto conto della cessazione del programma di cassa integrazione in corso”.

I prossimi passi da parte dei sindacati saranno quelli di attivare un tavolo sindacale con l’azienda ed uno con ARPAL (Agenzia Regionale Politiche Attive per il Lavoro), per cercare tutte le strade utili atte a tutelare i lavoratori...

martedì 20 luglio 2021

Ex Ilva/Appalto - Sciopero riuscito nell'appalto - Blocco stradale al lungomare




Il blocco stradale all'incrocio tra lungomare e via Regina Margherita durato circa un'ora è stato il momento più significativo di questa mattina.
Lo sciopero, fatto da Fiom, Fim, Uilm, mentre all'ArcelorMittal ha visto una partecipazione ridotta, è stato buono all'appalto, dove hanno scioperato sui 2500 operai - dove da tradizione si fa il blocco della portineria che invece non si fa mai alle portinerie dell'ex Ilva. 
Mentre una parte di operai dell'appalto è rimasta a presidiare i cancelli delle Ditte, più di 250 operai ha fatto un lungo presidio alla Prefettura, a cui era stato chiesto l'incontro dai sindacati confederali.
Ma, siccome questo incontro non arrivava, i lavoratori, i delegati sindacali sono andati ad occupare la strada tra lungomare e via Regina Margherita, bloccando il traffico.
Questa iniziativa di protesta ha permesso l'incontro verso le 12, e, possiamo dire, solo per questo blocco stradale ai Tg nazionali di oggi si è cominciato a parlare degli operai, invece che di Mittal/Morselli e Governo/Giorgetti. 
 
Ma chiaramente siamo ancora lontani dalla lotta reale - sia nelle forme che nei contenuti - che sarebbe necessaria e che possa far pesare gli interessi dei lavoratori contro gli interessi di padroni e governo.

Anche stamattina, a fronte di parole dei sindacalisti di alzare il livello della lotta, di continuarla, basta un impegno del prefetto a contattare Draghi affinchè si realizzi un incontro a breve giro - cosa abbastanza scontata da parte di un prefetto - perchè la montagna di parole partorisca un topolino sia rispetto a non decidere nuove iniziative (ora si aspetta la risposta del Prefetto/governo) sia nelle richieste:
far rientrare nell'arco del 2023/2025 gli operai in cig Ilva AS, ma aprendo già agli esuberi complessivi (sui 5000), chiedendo che si dica dove vanno a finire;
un'integrazione alla cassintegrazione del 10%, che è minima rispetto ad un taglio degli stipendi di circa il 50%;
la corresponsione del 3% del premio di produttività previsto dall'accordo del settembre 2018;
denuncia dell'appalto dato a ditte del nord per affidarlo solo alle ditte storiche (facendosi di fatto portavoci degli interessi dei padroni delle ditte, che scaricano i loro problemi sugli operai non pagando per mesi stipendio, 13°).
Rivendicazione giusta è la richiesta di togliere la fermata di cig per i 3500 operai dell'AM, dato che la stessa Morselli ha dichiarato più produzione e più utili.
 
Lo Slai cobas è stato presente per tutta la mattinata al presidio alla prefettura e al blocco stradale, per parlare con gli operai e portare un'altra linea, visione e necessità di lotta prolungata.
 
Perchè se gli operai lottano, anche se all'inizio ancora in numeri bassi, se impongono le rivendicazioni che rispondono effettivamente alla difesa del lavoro per tutti, della salute e bonifiche, alla difesa del salario (No esuberi, rientro subito del cassintegrati Ilva AS per le bonifiche, riduzione dell'orario di lavoro a parità di paga, prepensionamenti, postazione ispettiva fissa in fabbrica, realizzazione subito di nuove tecnologie contro inquinamento), allora le cose possono cambiare.
Tra gli operai c'è ancora confusione, ci sono lamentele ma ancora non rabbia, hanno facile gioco le posizioni sbagliate dei sindacati confederali di critica al governo "perchè non fa", "si dimentica di Taranto", quando la questione è esattamente il contrario: il governo sta facendo eccome ma nell'interesse dei padroni. 
Si sta realizzando esattamente quello che vuole Mittal: socializzazione dei costi, delle perdite e privatizzazione dei profitti; il governo mette soldi, e Giorgetti ha detto a Bari che ne metterà ancora per le bonifiche, e i padroni incassano i profitti. 

Nello stesso tempo, però, una linea chiara, portata anche questa mattina dallo Slai cobas, di denuncia dei sindacati confederali, principali responsabili del clima tra gli operai: è da due anni che non fanno scioperi (indetti e poi annullati) e non fanno assemblee, ma solo Tavoli romani o con l'azienda, fa subito strada tra i lavoratori.
Due cose sono comunque chiare tra gli operai: 
che la battaglia sulla salute/ambiente è una battaglia degli operai (e non degli ambientalisti), i primi a subire inquinamento, rischi alla vita, ed è prioritaria come il lavoro e il salario; 
che il presidente Emiliano e il Sindaco Melucci sono un problema, inutile e fastidioso, non la soluzione in questa battaglia ("Emiliano parla di chiusure con gli ambientalisti e di salvaguardia della fabbrica ai Tavoli romani").

lunedì 19 luglio 2021

Sciopero generale: il 18 ottobre - il sindacalismo di base sciopera in maniera unitaria contro licenziamenti e governo Draghi

INFORMAZIONE DOMANI ALLE ORE 18,30 PRESSO LA SEDE SLAI COBAS VIAL. ANDRONICO, 47

Comunicato stampa

Contro licenziamenti e macelleria sociale l’intero sindacalismo di base si unisce e proclama uno sciopero generale dei settori privati e pubblici su tutto il territorio nazionale per l’intera giornata del 18/10/2021I licenziamenti alla Gianetti Ruote, alla GKN e alla Whirpool, si aggiungono alle migliaia avviati in piccole aziende che non arrivano alla cronaca nazionale e vanno a ingrossare gli oltre 900 mila lavoratori e lavoratrici licenziati nel corso di questi ultimi mesi.

Lo sblocco dei licenziamenti sottoscritto con la complicità di Cgil-Cisl-Uil è legato a doppio filo ai piani di ristrutturazione capitalistica messi in campo dai padroni attraverso le direttive del governo Draghi e dell’Unione Europea.

Il perdurare della crisi pandemica, col drammatico impatto sociale che questa ha già prodotto sia sul versante sanitario sia sulle condizioni di vita, di lavoro e salariali, non ha impedito al padronato di intensificare lo sfruttamento sia nel settore privato che nel pubblico impiego: aumentano i ritmi e il controllo, proliferano le forme di precarietà più selvagge, e con l’alibi di una crisi che spesso è solo apparente, le imprese agitano lo spettro dei licenziamenti di massa per delocalizzare e/o favorire il ricambio di manodopera garantita con masse di giovani ultra-ricattati e sottopagati.

La crisi pandemica ha messo drammaticamente a nudo lo sfascio del sistema sanitario prodotto da una politica ultradecennale di tagli e privatizzazioni, così come la distruzione dei servizi sociali (istruzione, trasporti, asili nido, ecc).

Il governo Draghi, lungi dall’invertire questa tendenza, continua ad alimentarla, come dimostra la liberalizzazione dei subappalti e l’utilizzo dei fondi dello PNRR, gran parte dei quali sono destinati ai padroni e agli speculatori, cioè i primi responsabili della crisi economica e del disastro sanitario e sociale cui abbiamo assistito in quest’anno e mezzo di pandemia.L’intollerabile escalation repressiva in corso contro gli scioperi e contro le lotte sociali, (con cariche della polizia, denunce sistematiche, fogli di via, ecc.) legittima nei fatti le violenze e le aggressioni contro lavoratori e attivisti sindacali da parte di squadracce padronali a cui abbiamo assistito in queste settimane e che hanno portato all’omicidio del sindacalista Adil Belakhdim.

Di fronte a questo scenario vi è la necessità e l’urgenza di una risposta decisa, compatta e coordinata su scala nazionale.

Per questo motivo le scriventi OO.SS. proclamano uno sciopero generale unitario che riguarderà tutti i settori privati e pubblici per l’intera giornata del 18/10/2021.

Da oggi al 18 ottobre lavoreremo a costruire un vero e proprio stato di agitazione permanente, con assemblee e iniziative di lotta sui luoghi di lavoro e sui territori, con l’obiettivo di generalizzare la mobilitazione a tutti quei movimenti e quei settori sociali che intendono contrapporsi ai piani di supersfruttamento, precarietà, disoccupazione, devastazione sociale e ambientale imposti dai padroni su scala nazionale e internazionale: per questo dichiariamo fin da ora il nostro impegno alla costruzione delle mobilitazioni di fine ottobre contro il G-20 di Roma.

Lo Sciopero Generale è convocato per le seguenti ragioni e i seguenti obbiettivi:

Contro lo sblocco dei licenziamenti: per la riduzione generalizzata dell’orario di lavoro a parità di salario al fine di contrastare l’attacco all’occupazione e ai salari;

  • Per il rilancio dei salari, con forti aumenti economici e con l’istituzione di un meccanismo di piena tutela dei salari dall’inflazione;
  • Garanzia del reddito attraverso un salario medio garantito a tutti i disoccupati; per l’accesso gratuito e universale ai servizi sociali e un unico sistema di ammortizzazioni sociali che garantisca la effettiva continuità di reddito e salario;
  • Contrasto alla precarietà e allo sfruttamento: abrogazione del Jobs Act, superamento degli appalti e del dumping contrattuale e forte contrasto all’utilizzo indiscriminato dei contratti precari;
  • Rilancio degli investimenti pubblici nella scuola, nella sanità e nei trasporti, contro la privatizzazione, la mercificazione e lo smantellamento dei servizi pubblici essenziali, dei settori fondamentali, di pubblica utilità e delle infrastrutture; contro i progetti di autonomia differenziata e le attuali forme di regionalizzazione: per l’uguaglianza dei diritti e dei servizi su tutto il territorio nazionale;
  • Per una vera democrazia sindacale: contro il monopolio delle organizzazioni sindacali concertative, per dare ai lavoratori il potere di decidere chi deve rappresentarli; per il diritto di sciopero e l’abrogazione di ogni normativa repressiva che ne mini e riduca l’efficacia, a partire dal decreto-Salvini.
  • Per il rafforzamento della sicurezza dei lavoratori, dei sistemi ispettivi e del ruolo delle RLS
  • Per la tutela dei lavoratori immigrati: permesso di soggiorno a tutti gli immigrati;

  • Contro ogni discriminazione di genere: per una vera parità salariale, occupazionale e dei diritti delle donne, nei luoghi di lavoro e nella società;
  • Per la tutela dell’ambiente, il blocco delle produzioni nocive e delle grandi opere speculative;

Contro il G-20 di Roma e le ipocrite passerelle dei padroni del mondo: per l’unità e la solidarietà internazionale tra le lotte dei lavoratori e degli sfruttati.

16/7/2021

ADL COBAS  CIB UNICOBAS  CLAP  CONFEDERAZIONE COBAS  COBAS SCUOLA SARDEGNA  CUB  FUORI MERCATO  SGB  SI COBAS  SIAL COBAS  SLAI COBAS S.C.  USB  USI CIT