"Da un anno avevo chiesto decine e decine di volte di aggiustare la mia gru. Niente! Ieri, allora, sono andato deciso dal responsabile dell'Acciaieria 1 e l'ho affrontato in maniera dura, dicendo che o mi ripristinava la grù o non avrei ripreso il lavoro. Questi all'inizio ha risposto, tentando di minacciarmi. Ma gli ho sempre risposto per le rime.
In conclusione: con le semplici richieste era ormai passato un anno senza alcun risultato, ieri in 20 minuti mi hanno ripristinato la gru! Ero contentissimo! Anche se ho dovuto lottare da solo, perchè i miei compagni di lavoro hanno paura.
In realtà, invece, se protesti, ti ribelli, riesci ad ottenere. Certo, se fossimo in tanti, otterremmo molto di più".
Questa questione è importante per due motivi. Non ci dimentichiamo che il 30 novembre è morto Francesco Zaccaria per il crollo di una gru durante il tornado. Ma chi, in primis l'azienda, ha voluto dare tutta la responsabilità al tornado, mente. Come ha raccontato un parente di Francesco anche lui operaio in Ilva, al porto vi erano tre gru, di cui due, su una delle quali stava Francesco, molto vecchie e usurate e le cabine di entrambe hanno ceduto, mentre la terza gru, quella nuova, è rimasta intatta. E giustamente dopo la ripresa del lavoro, gli operai per vari giorni si sono rifiutati di salire su quelle gru.
Secondo, spesso tra gli operai dell'Ilva si rinuncia a priori a lottare, a rivendicare i propri sacrosanti diritti, come questo della sicurezza e della vita, lo Slai cobas Ilva dimostra, invece, pur se ancora su singole questioni (come tempo fa nel reparto Ofe Lem sulla mancanza di DPI adeguati), che se si alza la testa, si può ottenere e non è vero che puoi avere solo ritorsioni perchè ti sei ribellato e perchè sei dello slai cobas: anzi queste due cose sono una "garanzia", perchè varie volte i capi sono anche dei pavidi, che sembrano potenti se si piega la testa, ma diventano pecore se ti ribelli.
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