Conte,
segretario de i Verdi a Statte, critica gli assessori Mancarelli e Nicastro:
"Revochino immediatamente l'autorizzazione all'Italcave. Continuare a smaltire
rifiuti provenienti da altre regioni d'Italia ci ha ridotti ad un
immondezzaio"
Non
c'è solo l'Ilva a Taranto. Non sono soltanto le industrie pesanti ad inquinare e
ad arrecare malattie mortali in questa sfortunata – e desolata - area del Paese.
Esistono anche le discariche, luoghi ibridi e obsoleti dimenticati dagli uomini,
a segnare il degrado dei nostri luoghi.
In
Europa, fatta eccezione per l'Italia, le discariche sono state messe al bando da
anni, ormai. Assieme ad alcuni Paesi nordafricani e del Sud-est asiatico, siamo
gli unici al mondo a smaltire i rifiuti sotterrandoli nelle viscere della terra.
Costruiamo buche per nascondere le nostre malefatte. Sperando di riempirle,
subito dopo, di lauti guadagni. Alla base di ogni pratica ancestrale, di ogni
lotta contro la modernità, c'è sempre una presunta civiltà che, ipocritamente,
va rivendicata. Salvaguardata. Una civiltà che cozza, va a sbattere contro il
muro del buon senso.
La
gestione della discariche nella nostra provincia ne è un fulgido esempio. Per
Conte, segretario de i Verdi a Statte, “Le discariche, al pari di quanto già
verificatosi con l'Ilva, ripropongono il sistema Archinà: una trama di loschi e
trasversali affari politico-economici dalla dubbia legittimità”.
Ecolevante,
Vergine e Italcave sono tre siti che, per il fabbisogno complessivo dei comuni
del tarantino, avrebbero dovuto cessare le proprie attività da diversi anni. E,
invece, niente. All'Italcave, la più grande discarica di rifiuti speciali
dell'Italia meridionale, ubicata alle porte del quartiere Feliciolla, dopo
l'immondizia di Napoli vengono stoccati, da diverse settimane, rifiuti
provenienti dalla Calabria.
“Considero
– continua Conte – ipocrita l'atteggiamento avuto dagli assessori Mancarelli e
Nicastro su questa vicenda. Invece che revocare le autorizzazioni, porre fine a
questo ennesimo disastro ambientale, si nascondono dietro un dito. Siamo
diventati l'immondezzaio d'Italia”.
Ma
Conte non risparmia critiche neanche agli organi d'informazione. “Ho convocato
una conferenza stampa questa mattina, dinanzi ai cancelli dell'Italcave, per
denunciare questo stato di cose. Tranne un paio di giornalisti, non si è
presentato nessuno. Molto probabilmente alla stragrande maggioranza della stampa
tarantina non interessano questi argomenti. Il sistema Archinà, l'omertà e
l'intimidazione fraudolenta, nella nostra provincia, sono divenuti un vero e
proprio modello comportamentale”.
Inquinati
e dimenticati da Dio. E' la triste vicenda della Taranto di questi ultimi
anni.
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