lunedì 3 giugno 2013

Alle compagne, donne di Taranto

ALLE COMPAGNE, ALLE RAGAZZE, DONNE DI TARANTO

Di seguito l'appello per una mobilitazione nazionale per il 6 luglio contro i femminicidi e gli stupri, che sta già circolando a livello nazionale.
Attualmente a questo appello hanno dato l'adesione il comitato per i diritti delle prostitute di Pordenone, compagne femministe e lesbiche di Bologna, compagne di Roma, L'associazione "io sò Carmela" di Napoli e Taranto, compagne di Milano, Palermo, L'Aquila, ecc.

Vi chiediamo di farci sapere cosa ne pensate, di farlo circolare, di inviarlo ai massa media più sensibili, e soprattutto di dare la vostra adesione.

Compagne di Roma stanno vedendo di organizzare prima del 6 luglio, data proposta per la manifestazione nazionale, un incontro nazionale. Ma oggi è soprattutto importante scendere in piazza e far sentire la voce e il peso delle donne, in maniera indipendente dalle iniziative del governo e
istituzionali.
Scendiamo anche con le nostre specifiche tematiche e ragioni, con le nostre esperienze, facciamo il 6 luglio in piazza una grande assemblea per non lottare solo un giorno, e costruire insieme in ogni città un vasto moto di
ribellione a questa guerra contro le donne.

Vi invitiamo, inoltre, ad essere presenti al Tribunale di Taranto via marche ang. c.so Italia, il 21 giugno ore 9,30, dove ci sarà un presidio in occasione della penultima, importante, udienza del processo contro i 3 stupratori maggiorenni di Carmela (la ragazzina di 13 anni violentata e costretta al suicidio nell'aprile del 2007).
Le lavoratrici e disoccupate di Taranto del Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario
Concetta. e mail: <sasha1998@virgilio.it>
mfpr.naz@gmail.com

APPELLO PER UNA MOBILITAZIONE NAZIONALE CONTRO I FEMMINICIDI

Non si può continuare a far finta di niente, non si può continuare a non fare niente.

124 le donne uccise in Italia nel 2012, già 34 dall'inizio dell'anno, 6 in soli pochi giorni ai primi di maggio, un femminicidio continuo!
Molto spesso le vittime conoscono i loro carnefici, questi sono gli uomini che odiano le donne.
Per gelosia o per possesso, sempre  in disprezzo del nostro essere donna, chi ci uccide non tollera la nostra autodeterminazione, non ci considera degne di rispetto, libertà, autonomia, indipendenza. Diritti che ci siamo
conquistati con le lotte e che non piovono dall'alto dei governi.
Diritti che però non sono per sempre e vengono negati, prima di fatto, poi di diritto, con l'arretramento delle lotte. E allora sempre più donne stuprate, sfigurate con l'acido, molestate, oppresse, uccise, violentate e  umiliate come donne, in quanto donne e sempre più sentenze ultra morbide verso stupratori e assassini di donne.

Nessun governo, tantomeno questo, può "difendere le donne con la sua task force" come afferma Alfano, il delfino di Berlusconi, calpestatore della dignità delle donne,  stupratore di minorenni e incitatore alla
prostituzione.
Nessun appello al governo, come pure quello di "ferite a morte", per la convocazione degli Stati generali contro la violenza sulle donne, può fare arretrare la guerra alle donne, senza la guerra delle donne.

Ci vuole una mobilitazione nazionale delle donne, una risposta doverosa, urgente e ineludibile. Una risposta autonoma del movimento delle donne, fuori e contro l'azione che il nuovo governo dice di voler fare.

Le donne non vogliono e non possono fidarsi e delegare al governo e allo Stato!
Uno Stato, che sempre più fa una giustizia pro-stupratori (vedi i recenti processi per gli stupri di "Marinella" a Montalto di Castro e di "Rosa" a L'Aquila, nonché la rimessa in libertà, dopo un anno, dell'assassino reo-confesso di Tiziana Olivieri, per scadenza dei termini di custodia cautelare, ecc.) e ha forze dell'ordine strutturalmente impregnate di maschilismo, fascismo e sessismo, non può difendere le donne! Un governo che continuerà ad attaccare le condizioni di vita e di lavoro della maggioranza delle donne, non può
difendere dai femminicidi e dagli stupri!
Siamo noi, parte offesa e ferita a morte da questa società, che dobbiamo riprenderci la vita, con rabbia e determinazione. Siamo noi donne, unite, che dobbiamo lottare per i nostri diritti e il nostro esistere, per
difenderci dagli uomini che odiano le donne!

Chiediamo a tutte le donne, alle compagne, alle democratiche, alle associazioni contro la violenza sulle donne, di aderire a questo appello per cercare di invertire la rotta vertiginosa dei femminicidi, degli stupri e
della loro impunità con una mobilitazione nazionale.

Proponiamo il 6 luglio a Roma, il sabato precedente l'11 luglio, quando le istituzioni (tribunale dei minori e servizi sociali) decideranno il "percorso riabilitativo" degli stupratori sociali del branco di Montalto di Castro, che hanno violentato il corpo di Marinella e ne hanno ucciso l'anima e la speranza, simbolizzando così la "sicurezza" che questo Stato riserva alle donne.

Luigia (L'Aquila) e Concetta (Taranto)
Per contatti: sommosprol@gmail.com

Per info e contatti Taranto: mfpr.naz@gmail.com
9.5.13

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