Ilva, al telefono il sindaco "rassicura" Archinà sul referendum/Audio |
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TARANTO
- «Va bene, va bene, tranquilli». Così il sindaco di Taranto, Ippazio
Stefàno, il 29 luglio 2010 risponde al telefono all'ex responsabile
Rapporti istituzionali dell'Ilva, Girolamo Archinà, che
gli chiedeva di fissare «più lontano possibile» la data del referendum
sulla chiusura totale o parziale dell'Ilva proposto dall'associazione
ambientalista "Taranto futura". L'audio della telefonata è stato diffuso
sul sito del "Fatto quotidiano" e successivamente da 'Repubblica.it'.
Sia Stefàno sia Archinà sono indagati nell'inchiesta per disastro ambientale a carico dei vertici dell'Ilva, chiusa il 30 ottobre scorso con la notifica di un avviso di fine indagine a 50 persone fisiche e a tre società. «Era una risposta formale per chiudere la telefonata in maniera cordiale, nulla di più», ribadisce Stefàno. «Del resto non ero io a dover decidere in quel momento. Quando arrivò la richiesta di referendum la passai agli uffici competenti e sollecitai il consiglio comunale ad approvare un regolamento per l'indizione del referendum, regolamento di cui l'assemblea era priva. Poi il consiglio comunale nominò un comitato di tre saggi che decise sui quesiti da porre e il referendum si è svolto quest'anno». Il decreto del sindaco di Taranto con cui, per la prima volta, veniva indetto il referendum fu emesso nell'ottobre 2010. Ma a dire definitivamente che questo referendum doveva essere celebrato fu, nell'ottobre 2011, il Consiglio di Stato, la decisione del quale ribaltò quella del Tar dove Ilva, Confindustria e sindacati erano riusciti ad ottenere uno stop all'iter della consultazione con l'annullamento del decreto del sindaco. Nel gennaio 2013 il sindaco, dopo aver ricevuto il parere del Comitato dei garanti, fissò la data del referendum consultivo, che si è svolto il 14 aprile scorso. Non venne raggiunto il quorum (votò solo il 19,55%), anche se prevalsero i sì. |
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