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di Maria Claudia MINERVA
LECCE
- “Quattro milioni di italiani (il 10% in più rispetto allo scorso
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Coldiretti nel primo dossier “Le nuove povertà del Belpaese. Gli
italiani che aiutano”, riguarda anche migliaia di pugliesi.
Cifre drammatiche che raccontano di un popolo di “invisibili”: adulti, anziani e bambini costretti a lottare giorno dopo giorno per la sopravvivenza. Persone indigenti che senza l’aiuto delle istituzioni, delle organizzazioni o dei singoli cittadini, che provvedono a recuperare cibo e vestiti, morirebbero perché le loro condizioni economiche sono così precarie da non consentire nemmeno di poter comprare latte e biscotti per i più piccoli. L’analisi sulle povertà elaborata dalla Coldiretti parte dal “Piano di distribuzione degli alimenti agli indigenti 2013”, divulgato in occasione del primo baratto della solidarietà con la raccolta di vestiti, coperte e farmaci per i poveri in vista del Natale. Ebbene, i numeri emersi sono sconfortanti al punto da far affermare con largo margine di sicurezza che in tutto il Paese più di quattro milioni di persone sono così poveri da non potersi permettere né pranzi di Natale, né cenoni di Capodanno. In Puglia le persone bisognose che, secondo il dossier Coldiretti, sono costrette a chiedere aiuto per mangiare sono passate dai 206.858 del 2010 ai 265.309 del 2012, fino ai 294.765 del 2013. In pratica, nello spazio temporale di quattro anni si è avuto un aumento del 42 per cento dei cittadini assistiti, vale a dire che ricevono pacchi alimentari o pasti gratuiti attraverso i canali no profit (Caritas, parrocchie, e altre organizzazioni solidali che si occupano degli aiuti alimentari). Tra i dati presi in considerazione nel dossier, quello più drammatico è costituito dal numero di bambini tra 0 e 5 anni che ha bisogno di aiuto per poter semplicemente bere il latte o mangiare: sono ben 28.361 in tutto il territorio pugliese, anche qui in rapido aumento rispetto ai 21.780 del 2010. Ancora, secondo la stima Coldiretti, la distribuzione di pacchi di prodotti alimentari rappresenta la tipologia di sostegno più richiesta, tant’è che a questa forma si rivolge oltre il 93 per cento del totale degli assistiti in Puglia, in quanto rispondono maggiormente alle aspettative dei nuovi poveri, rispetto ai pasti gratuiti in mensa. Anche perché mettersi in fila per prendere una coppa di brodo caldo a volte, specie per chi fino a qualche tempo fa aveva condotto una vita, tutto sommato, dignitosa, costa molta fatica. «Per quanto riguarda, invece, la tipologia di cibo offerto - sottolinea la Coldiretti - i formaggi rappresentano circa il 28 per cento in valore, seguiti da pasta e pastina per bimbi e anziani, che assorbono il 18 per cento del costo, dal latte con il 14 per cento, dai biscotti (12 per cento), dal riso (8 per cento), dall’olio di girasole (6 per cento), dalla polpa di pomodoro (4 per cento) e, a seguire, legumi, confetture e farina». Fortunatamente, accanto al numero di persone in difficoltà economica anche per mangiare - stima Coldiretti - è aumentata pure la solidarietà con un incremento del 22 per cento nel numero di cittadini italiani che hanno aiutato qualcuno, nell’arco di tempo che va dal 2007 al 2012, una crescita maggiore rispetto alla media dei Paesi dell’Ocse. Il 15 per cento famiglie italiane ha offerto aiuto alimentare ai più bisognosi nel corso del 2013, ma sono tantissime le forme di solidarietà sperimentate in questo difficile momento. «Le famiglie con bambini e gli anziani - conclude la Coldiretti - sono state dunque le categorie sulle quali è pesata maggiormente la crisi con gravi difficoltà alimentari. In termini assoluti, nel 2013 hanno chiesto cibo per vivere 48.788 bambini di età da 0 a 5 anni in più rispetto al 2012, mentre ad incrementare le file davanti alle mense o alle associazioni caritatevoli sono stati, invece, 70.132 anziani» |
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