di Domenico Palmiotti
"Si capirà dal voto sugli emendamenti, in commissione Ambiente
alla Camera, e poi da quello dell'aula, previsto per i giorni successivi
(martedì alle 18 comincia la discussione generale), se l'aumento di
capitale dell'Ilva, ritenuto dal commissario Enrico Bondi come passo
necessario per affrontare gli ingenti costi dei lavori di risanamento
ambientale dello stabilimento di Taranto, avrà anche l'aiuto della
legge. Il decreto 136 ci prova e delinea un percorso che viene incontro
alle richieste del commissario, che più volte in questi ultimi giorni,
denunciando la mancanza di risorse, ha messo in bilico i lavori
dell'Autorizzazione integrata ambientale (Aia).
Come Bondi ha già detto alla stessa commissione Ambiente, al ministro
Flavio Zanonato, alle banche e ai sindacati melmeccanici, all'Ilva
servono 3 miliardi di euro nel triennio dell'Aia che si chiude nel 2015.
Tre miliardi per ammodernare gli impianti, abbattere le emissioni
inquinanti, rilanciare la produzione su basi competitive, ripristinare
le condizioni di funzionalità di tutte quelle aree del siderurgico (e
non sono poche) dove la manutenzione è stata trascurata. Dei tre
miliardi, 6-700 milioni servono in quest'anno. In quello che si è
chiuso, invece, sono stati lanciati ordini per 497 milioni di cui un
centinaio già pagati.
I soldi: dove trovarli? Gli istituti di credito (UniCredit, Banco Popolare, Intesa
San Paolo) si sono detti disponibili a collaborare, fatte salve
ovviamente tutte le verifiche. Altre risorse potrebbero venire dalla
Banca europea degli investimenti. Manca però un terzo tassello
importante: i Riva. E' stato proprio Bondi a proporre che la proprietà
dell'Ilva sia contattata sull'aumento di capitale in modo da dare
all'azienda una solidità maggiore nel rapporto negoziale con le banche. E
ora il decreto legge prova a costruire un percorso possibile.
Si stabilisce infatti che il commissario possa aumentare "il capitale sociale a pagamento nella misura necessaria ai fini del risanamento ambientale in una o piú volte" offrendo le azioni ai soci. Saranno rispettati il diritto di prelazione e le azioni nuove saranno offerte ai soci "in proporzione al numero delle azioni possedute". Peró, "nel caso in cui non siano stati esercitati, in tutto o in parte, i diritti di opzione", Bondi potrà anche collocare l'aumento di capitale presso terzi, "anche con esclusione o limitazione del diritto di opzione". Se i Riva, quindi, non parteciperanno all'aumento di capitale, ci si rivolgerá al mercato. Nell'uno e nell'altro caso, cioé che i Riva partecipino o che intervenga il mercato, tutti i sottoscrittori dovranno assumere l'obbligo verso il Governo - ministeri dello Sviluppo economico e dell'Ambiente - a finalizzare le nuove risorse finanziarie al risanamento ambientale del siderurgico".
Si stabilisce infatti che il commissario possa aumentare "il capitale sociale a pagamento nella misura necessaria ai fini del risanamento ambientale in una o piú volte" offrendo le azioni ai soci. Saranno rispettati il diritto di prelazione e le azioni nuove saranno offerte ai soci "in proporzione al numero delle azioni possedute". Peró, "nel caso in cui non siano stati esercitati, in tutto o in parte, i diritti di opzione", Bondi potrà anche collocare l'aumento di capitale presso terzi, "anche con esclusione o limitazione del diritto di opzione". Se i Riva, quindi, non parteciperanno all'aumento di capitale, ci si rivolgerá al mercato. Nell'uno e nell'altro caso, cioé che i Riva partecipino o che intervenga il mercato, tutti i sottoscrittori dovranno assumere l'obbligo verso il Governo - ministeri dello Sviluppo economico e dell'Ambiente - a finalizzare le nuove risorse finanziarie al risanamento ambientale del siderurgico".
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