Natuzzi, approvato il piano
nel 2015 sono previsti utili
POTENZA
– Il consiglio di amministrazione di Natuzzi – la più grande azienda di
arredamento italiana – ha approvato il business plan 2014-2016.
Il documento prevede la fine della perdita operativa a partire dal
quarto trimestre del 2014, il ritorno all’utile operativo a partire dal
prossimo anno e, nel 2016, un fatturato di 611 milioni di euro e un
margine di Ebit del 3,9%.
Gli altri «principali obiettivi» del piano sono «il recupero della
competitività sui mercati e l'avvio di una fase di crescita del
fatturato con il ritorno all’utile operativo a partire dal 2015».
Recupero della competitività e arresto delle perdite operative nel
quarto trimestre del 2014 saranno raggiunti con un «forte recupero di
competitività delle produzioni italiane», di efficienza produttiva in
tutto il mondo «attraverso l'adozione di 24 piattaforme industriali di
prodotto», l'aumento dell’efficienza complessiva della struttura e la
«razionalizzazione della rete retail attraverso la chiusura di 13 negozi
di proprietà del gruppo non performanti».
Per quanto riguarda l’aumento del fatturato, Natuzzi - «unico player
globale del settore presente in oltre 123 Paesi» - agirà puntando sul
«brand’', che rimarrà l’unico del gruppo (nel 2013 si è confermato «al
primo posto per notorietà globale tra i consumatori di beni di lusso».
Le linee di prodotto saranno tre: Natuzzi Italia, Natuzzi Editions e
Natuzzi Re-vive; espandendo la distruzione dello stesso brand Natuzzi e
rafforzando le vendite. Oltre a una più incisiva strategia commerciale,
il gruppo prevede anche il «rafforzamento degli investimenti in
marketing e comunicazione e una nuova organizzazione commerciale».
Il fondatore, presidente e amministratore delegato dell’azienda,
Pasquale Natuzzi, ha definito il piano «il momento conclusivo
dell’enorme lavoro svolto nel triennio appena trascorso». Natuzzi ha
spiegato che l’azienda ha gestito «con coerenza la sfida impostaci dalla
globalizzazione» in un decennio «segnato da un contesto macroeconomico
sfavorevole, da un euro forte e da un calo significativo dei consumi di
prodotti durevoli».
Nessun commento:
Posta un commento