Altri cinque fascicoli aperti nei confronti dell'ex dirigente in base agli esposti dei residenti intorno al cementificio di Arquata Scrivia riferiti alle emissioni di odori, polveri e rumori
ALESSANDRIA - Cinque
nuovi fascioli di indagine aperti a carico di Leonardo Laudicina, ex
direttore della Cementir di Arquata Scrivia. In base
alle undici segnalazioni inviate alla Procura della Repubblica
di Alessandria dal 2010 in poi dai residenti intorno al cementificio, i
magistrati hanno deciso di valutare le responsabilità dell'ex dirigente, sempre
in riferimento alle emissioni di polveri, odori e rumori, per
circa la metà dei casi contestati.
Questo dopo la condanna arrivata con il primo processo (una piccola multa che ha però aperto la strada ai risarcimenti della decine di parti civili) e il secondo procedimento penale, che si concluderà il primo aprile, nei quali Laudicina era finito nei guai per getto pericoloso di cose e superamento nei limiti delle emissioni.
La notizia è stato resa nota dall'avvocato difensore di Laudicina, Guido Fracchia, durante l'udienza di martedì scorso.
“Solo in uno dei cinque fascioli – spiega Vittorio Spallasso, difensore di parte civile con Giuseppe Lanzavecchia e Laura Pianezza – il reato contestato riguarda una questione formale e non risultano parti offese, al contrario degli altri”.
Dallo scorso anno la Cementir ha spento il forno accesso nel 2007 per la produzione del cemento e i fenomeni si sono sensibilimente ridotti. In tribunale Fracchia ha chiesto di poter oblare il reato (che verrebbe cancellato pagando una somma) contestato a Laudicina basandosi proprio sullo stop all'attività del forno, successiva però al periodo contestato nel capo di imputazione. Il pm si è opposto insieme alle parti civili. Il giudice deciderà nella prossima udienza.
Questo dopo la condanna arrivata con il primo processo (una piccola multa che ha però aperto la strada ai risarcimenti della decine di parti civili) e il secondo procedimento penale, che si concluderà il primo aprile, nei quali Laudicina era finito nei guai per getto pericoloso di cose e superamento nei limiti delle emissioni.
La notizia è stato resa nota dall'avvocato difensore di Laudicina, Guido Fracchia, durante l'udienza di martedì scorso.
“Solo in uno dei cinque fascioli – spiega Vittorio Spallasso, difensore di parte civile con Giuseppe Lanzavecchia e Laura Pianezza – il reato contestato riguarda una questione formale e non risultano parti offese, al contrario degli altri”.
Dallo scorso anno la Cementir ha spento il forno accesso nel 2007 per la produzione del cemento e i fenomeni si sono sensibilimente ridotti. In tribunale Fracchia ha chiesto di poter oblare il reato (che verrebbe cancellato pagando una somma) contestato a Laudicina basandosi proprio sullo stop all'attività del forno, successiva però al periodo contestato nel capo di imputazione. Il pm si è opposto insieme alle parti civili. Il giudice deciderà nella prossima udienza.
1/03/2014
Nessun commento:
Posta un commento