martedì 5 maggio 2015
Questa mattina con i 21 processati per la lotta contro la discarica Italcave
Questa mattina vi è stato un lungo presidio, che si è fatto molto sentire, dinanzi al tribunale in solidarietà ai 21 compagni, donne, cittadini di Statte, imputati nel processo "Discariche Italcave". e "colpevoli" di aver presidiato la discarica nel 2011 e aver bloccato dei camion da cui scorreva percolato, pretendendone i controlli. Il processo è stato rinviato al 19 ottobre.
Ma il presidio è andato avanti comunque per l'intera mattinata, con vari interventi sia di alcuni degli imputati sia di solidali.
E' stato presente lo Slai cobas per il sindacato di classe, che nel 2011 partecipò ai presidi contro la discarica e che vede oggi anche una sua compagna, Concetta, tra i 21.
Durante il presidio è stato distribuito l'appello unitario degli imputati del processo "Discarica Italcave", di cui riportiamo degli stralci:
"Nuovamente, la stretta giudiziaria colpisce chi, a viso aperto, contrasta la scelleratezza di un sistema complice e corrotto...
Nel lontano 2011, nei giorni dell'ennesima emergenza dei rifiuti all'ombra del Vesuvio, la Regione Puglia, agli ordini di Vendola, pensò bene di farsi carico dell’urgenza, dando così un segnale di «forte solidarietà» alla popolazione campana. Ovviamente, visto che Taranto è la pattumiera di Italia, si scelse la nostra città come sito per smaltire il tutto.
A fronte di questa scelta, alcuni cittadini di Taranto e provincia, sospettando irregolarità circa il conferimento e la natura dei rifiuti, decisero di presidiare la discarica Italcave di Statte (pronta ad accogliere l’avanzo) e di bloccare dei camion da cui scorreva percolato, pretendendone i controlli: le analisi ne comprovarono la non conformità costringendo i mezzi a tornare da dove erano venuti.
La verità, che non si palesava, nascondeva dietro di se... che i rifiuti arrivati in terra ionica non erano gli RSU rimasti per le strade napoletane, bensì i rifiuti speciali e le ecoballe stoccate nelle discariche temporanee campane da tempo immemore.
I cittadini, in presidio da giorni dinanzi ad Italcave S.p.A., chiedevano, in tanti e con voce unica, il fermo di quei camion e la verifica – alla presenza di una delegazione pubblica - del contenuto degli stessi. Sussistevano, infatti, evidenti criticità: i camion perdevano percolato, il protocollo di intesa prevedeva camion completamente sigillati mentre innanzi ai nostri occhi arrivavano camion telonati che emanavano odori immondi. Di conseguenza, sembrava assolutamente impossibile che quei mezzi potessero aver subito (come previsto dal protocollo) controlli serrati prima di partire ma, se così fosse, il tutto risulterebbe ancora più inquietante.
Insomma, i tanti cittadini che parteciparono a quelle giornate erano convinti della giustezza delle loro azioni e diffidenti rispetto ad un panorama politico calato su un territorio completamente privo di controlli reali ed istituzionali, date le evidenti ed oggettive falle del sistema di tutela della salute (il processo ambiente svenduto dimostra la collusione tra politica, impresa, sindacati ed enti preposti ai controlli). AVEVAMO RAGIONE...
L’assemblea degli imputati #Iostoconi21
La compagna dello Slai cobas per il sindacato di classe ha denunciato che mentre qui si vuole processare chi lotta contro l'inquinamento e i padroni che fanno profitto sulle malattie e morte di lavoratori, abitanti dei quartieri, in un altra zona di Taranto si tiene un "finto" processo che in realtà punta a non condannare i padroni che inquinano e i loro complici politici e istituzionali: il processo Ilva.
Questo processo ha già escluso dai risarcimenti le società dei Riva e vuole ammettere al patteggiamento i tre commissari dell'Ilva perchè con una multa di un milione se la cavino; così affermando ancora una volta che chi inquina, chi uccide NON deve pagare! Un processo in cui la fanno da padroni gli avvocati dei Riva per dire impunemente che legittimo è il profitto e non la vita degli operai e delle persone.
La compagna ha quindi fatto appello a costruire una manifestazione nazionale a Taranto in occasione dell'avvio del processo dibattimentale.
Nello stesso tempo ha ricordato che la logica che chi lotta per i diritti viene represso sta colpendo pesantemente anche decine e decine di Disoccupati Organizzati (tra maggio e luglio vi sono ben 4 processi per un totale di 74 disoccupati e compagni dello slai cobas sc).
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