- Riteniamo che le forme di lotta, cortei, occupazione dello stabilimento, blocchi stradali siano giusti e legittimi - e che a Taranto è grave che nessuna minima mobilitazione venga fatta, neanche dalla stessa Fiom che a Genova lotta e a Taranto dorme...
- Riteniamo che l'unità e il sostegno da parte degli altri operai metalmeccanici, dei lavoratori portuali, come degli studenti sia molto importante per l'unità dei lavoratori, unità operai/studenti, popolazione e per vincere. - Essa dimostra che una lotta dura ottiene il sostegno della parte proletaria della città, e nello stesso tempo smentisce le chiacchiere che si fanno a Taranto (da parte di Liberi e pensanti, Usb, ecc), sul "non disturbare la città" che ha portato solo a far spegnere la rivolta a Taranto degli anni 2012 e 2013 (raccontata giorno per giorno nel libro: "Ilva la tempesta perfetta") e la sua possibile continuazione.
- Riteniamo veri e propri atti di crimiraggio il NO agli scioperi e alle lotte di Cisl e Uil (sempre e solo a fianco dei padroni e del governo), come le dichiarzioni del Pd di Genova.
- Riteniamo che le dichiarazioni della Camusso su Taranto "A Taranto la situazione è più delicata, è avvenuta una spaccatura che a Genova non c'è perché la città è solidale sulle tematiche del lavoro", sono false e gravi - Se a Taranto la situazione non è buona, dillo ai tuoi della Fiom, che hanno e stanno ampiamente contribuendo, qui strettamente uniti a Cisl e Uil, al disastro sul fronte salvaguardia lavoro, salari e salute, ambiente a Taranto
- Riteniamo che il M5S a Genova (come a Taranto) faccia "grandi grida" per poi accontentarsi e spacciare come vittoria miserrimi risultati, come l'integrazione ai contratti di solidarietà fino a settembre 2017. Esso continua nella sua linea demagogico populista, a solo scopo elettorale, che non può nè deve ingannare gli operai.
- Riteniamo ridicole e false le dichiarazioni del Senatore Rossi, secondo cui Renzi a Taranto "ci ha messo la faccia" e quindi avrebbe "dato", creando lui una artificiosa contrapposizione tra gli operai dell'Ilva di Taranto e gli operai di Genova.
Detto questo, RIPETIAMO CHE TUTTA QUESTA GROSSA LOTTA DEGLI OPERAI ILVA DI GENOVA HA PERO' UN OBIETTIVO AMBUGUO E SBAGLIATO E RISCHIA DI FARE DA BORDONE ad un ennesimo accordo inutile e che non può contrastare i piani del governo e del padronato di difesa dei loro interessi con la subordinazione ad essi della difesa del lavoro, salario, salute, sicurezza degli operai.
Riteniamo sbagliato fare della rivendicazione dell'Accordo di programma lo scopo di questa lotta. Questo Accordo di programma (DI CUI SOTTO RIPORTIAMO UN SINTETICO STRALCIO) si è dimostrato già perdente: non ha salvaguardato lavoro, non ha salvaguardato salario, non ha creato altri sicuri e stabili sbocchi lavorativi, non ha fatto i risanamenti nè ha messo i fondi annunciati.
Quindi come si fa a rivendicarlo? E' logico per la Fiom. Ma gli operai di Genova hanno bisogno di essere indipendenti, altrimenti faranno una grande lotta al servizio di interessi altrui.
E' l'indipendenza di classe delle posizioni degli operai che rendono di classe le forme di lotta che gli operai usano.
GLI OPERAI A GENOVA COME A TARANTO DEVONO LOTTARE PER SE', -PER UN DECRETO OPERAIO che stabilisca che
nessun operaio deve andare a casa
gli operai devono essere impiegati durante la messa a norma degli impianti,
fine dei Contratti di solidarietà anticamera di esuberi e taglio dei salari,
salari e diritti non si toccano
la prima messa a norma è garantire la sicurezza degli operai, postazione ispettiva fissa in Ilva
in una fabbrica insalubre e nociva come l'Ilva 25 anni bastano, con estensione a tutti dei benefici pensionistici,
la salute è un diritto intoccabile per operai e cittadini, nessun rinvio di risanamento in fabbrica e bonifiche nei quartieri; servono visite mediche mirate, cure sanitarie gratuite, ospedale e strutture d'emergenza affidate ad Emergency, per fronteggiare la situazione.
gli operai devono essere impiegati durante la messa a norma degli impianti,
fine dei Contratti di solidarietà anticamera di esuberi e taglio dei salari,
salari e diritti non si toccano
la prima messa a norma è garantire la sicurezza degli operai, postazione ispettiva fissa in Ilva
in una fabbrica insalubre e nociva come l'Ilva 25 anni bastano, con estensione a tutti dei benefici pensionistici,
la salute è un diritto intoccabile per operai e cittadini, nessun rinvio di risanamento in fabbrica e bonifiche nei quartieri; servono visite mediche mirate, cure sanitarie gratuite, ospedale e strutture d'emergenza affidate ad Emergency, per fronteggiare la situazione.
-PER DIRE CHIARO NO ALLA NEWCO
che vuol dire almeno 4000 esuberi, taglio ai salari e contratti peggiorativi, libertà ai padroni di continuare più di ora nell'attacco a sicurezza e salute
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GLi obiettivi generale dell'Accordo di Programma dal: ATTO MODIFICATIVO ALL'ACCORDO DI PROGRAMMA 29.11.1999:
"...la definitiva chiusura delle lavorazioni siderurgiche fusorie dell’acciaio con conseguente rilascio da parte della società ILVA s.p.a. di una porzione delle aree occupate a titolo di concessione dal proprio stabilimento siderurgico (circa 300.000 mq); b) la permanenza, il riassetto, il consolidamento e lo sviluppo, nelle aree residue, delle lavorazioni siderurgiche non fusorie in attuazione del piano industriale previsto dall'Accordo di Programma medesimo; c) le tutele occupazionali e reddituali; d) l'attuazione del piano pubblico di bonifica e risanamento ambientale delle aree del polo siderurgico, già pubblico, rilasciate dalla società ILVA s.p.a., sulla base del globale assetto di interessi sotteso alle previsioni dell'art. 4 legge n. 426/98 in considerazione dei complessivi oneri a carico delle parti pubbliche e della parte privata. 3. Per il perseguimento di detti obbiettivi tale Accordo contiene la previsione di un intervento pubblico di bonifica e risanamento ambientale delle aree dismesse a seguito della chiusura delle lavorazioni siderurgiche a caldo, una serie di misure di pianificazione territoriale, urbanistica ed ambientale, misure di tutela occupazionale, intese per il consolidamento di attività siderurgiche non fusorie e misure relative agli assetti concessori ed alla utilizzazione delle aree..."
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(DALLA STAMPA)Si surriscalda il clima all'Ilva di Genova: Renzi schiera la polizia in tenuta antisommossa, ma gli operai non ci stanno, supportati dagli studenti e altre delegazioni di operai, e vogliono arrivare in centro
Genova, Fiom alza il tiro: 'Sciopero generale'. Corteo verso la Prefettura
La polizia blocca Lungomare Canepa. In piazza delegazioni delle fabbriche e del porto, Cisl e Uil si dissociano. L'apertura della ministra Guidi, Manganaro: "Non basta".
Momenti di tensione al corteo dei lavoratori Fiom - Ilva e non solo - verso la Prefettura nel terzo giorno di manifestazione. Alla fine di Lungomare Canepa i manifestanti hanno trovato un blocco della polizia: il problema è quello dei mezzi pesanti, che non si vogliono far arrivare in centro. Adesso è in corso una trattativa con il Prefetto Fiamma Spena per valutare se sia possibile far continuare il corteo senza i mezzi.
L'appuntamento era alle 8.30 in piazza Massena a Cornigliano, dove i lavoratori Ilva usciti dallo stabilimento in cui alcuni decine di loro hanno trascorso la notte, si incontrano con quelli delle altre fabbriche per procedere poi verso il centro insieme ai mezzi pesanti. "Pacta servanda sunt' recita lo striscione che apre il corteo, tra slogan ed elmetti gialli.
All'entrata in piazza Massena applausi tra i gruppi diversi di operai per salutare l'incontro. Presente anche una delegazione dei camalli della Compagnia Unica Culmv con il console Antonio Benvenuti . Aderiscono anche gruppi di studenti...
Già dalle prime ore del mattino la Prefettura e la stazione ferroviaria di Principe sono presidiate da polizia e carabinieri. Un cordone di agenti impedisce l'accesso alla Sopraelevata, ma il corteo , adesso aperto dal "Dito", la grande ruspa, dopo aver attraversato Lungomare Canepa si trova davanti al blocco della polizia, che ha anche posto transenne per bloccare il transito. La tensione tra i manifestanti sale, si ascoltano grida contro la polizia.
Intanto, sono usciti gruppi di operai anche dalle Riparazioni Navali, che si uniranno agli altri manifestanti in centro.
LE REAZIONI A PRIMOCANALE
Bruno Manganaro, segretario Fiom-Cgil Liguria – "C'è un silenzio totale da parte di istituzioni, governo e politica. Sembra che ciò che sta succedendo non provochi nessun interesse. Il rischio è che si aumenti il conflitto, ognuno si assumerà le sue responsabilità. Abbiamo semplicemente chiesto di discutere con qualcuno che il Governo lo rappresenti sul serio. Se questo è impossibile, ne trarremo le conseguenze. Se entro stasera nessuno è disponibile a rispondere alle richieste di un'intera città, andremo anche in centro cittadino"
Susanna Camusso, segretario nazionale Cgil: "Con il presidio di oggi ci stiamo muovendo perché ci siano le risposte. Il nostro obiettivo non è moltiplicare la mobilitazione, ma far sì che il Governo si assuma l'onere di dare risposte che nel bando non ci sono. A Taranto la situazione è più delicata, è avvenuta una spaccatura che a Genova non c'è perché la città è solidale sulle tematiche del lavoro".
Maurizio Rossi, senatore Gruppo Misto-Liguria Civica, intervenuto in aula - “Renzi ha messo la faccia su Taranto, non dev'esserci una battaglia tra le due città, ma la presenza del Governo è fondamentale. Il ddl è un gran pasticcio: non è chiaro il progetto né a chi è rivolto il bando per la privatizzazione, che scade il 10 febbraio. Non sono chiare quali garanzie sociali dovranno essere rispettato e soprattutto non è chiaro che fine farà l'Accordo di Programma e se l'eventuale acquirente sarà tenuto a rispettarlo. Non è chiaro se esistono i soldi per il piano ambientale e se i soldi bloccati dai magistrati svizzeri inficiano l'investimento”
Antonio Apa, segretario generale Uilm Genova – "L'atto ufficiale da parte del Governo c'è stato ieri, quindi noi ci riteniamo soddisfatti. Se difendiamo gli interessi di Taranto più di quelli di Genova? Una grande s*****ata. "
Armando Palombo, coordinatore Rsu Ilva per Fiom, durante l'assemblea con la segretaria nazionale Cgil Camusso – "Noi stiamo combattendo contro la vendita al buio del Governo. Partiamo da Genova. Dopo nove, dieci decreti la situazione è più ingarbugliata di prima. Nel bando di vendita si parla, per chi comprerà, di “adeguate garanzie occupazionali”. Tutti sanno che non significa avere garanzie. Migliaia di lavoratori rischiano il posto del lavoro in una situazione internazionale molto delicata.
Sindaco Doria: "Non servono le divisioni". «Per il futuro dell’Ilva la città di Genova ha bisogno di una grande coesione, non di lacerazioni. Il fatto che una sola sigla sindacale anticipi il risultato di un tavolo con il governo convocato il 4 febbraio, non favorisce l’avvicinarsi alla soluzione dei problemi». Il sindaco Marco Doria a Palazzo Tursi a margine dei lavori del consiglio comunale critica la nuova giornata di sciopero all’Ilva di Cornigliano indetta dalla Fiom. «Invito tutti a un grande senso di responsabilità – ha detto Doria – andrò il 4 febbraio a Roma determinato a difendere gli interessi della città, dei lavoratori dell’Ilva, delle prospettive industriali e occupazionali di Genova nel migliore dei modi». Invita ad abbassare i toni invece il presidente della Regione Giovanni Toti...
Il Pd genovese - E lo stesso invito arriva dal Pd che riconquista l’unità, con una nota che chiede di «lavorare tutti per abbassare la tensione, che sta superando il livello di guardia.. Arriviamo all’appuntamento del 4 febbraio con alcuni punti fermi: gli investimenti del Governo decisi nel Salva Italia; l’integrazione al reddito dei lavoratori garantita fino al mese di settembre e gli impegni dei Consigli regionale e comunale per garantire un futuro produttivo a Taranto e Genova.
Alice Salvatore e Marco De Ferrari (Movimento Cinque Stelle) - "Sostegno ai lavoratori Ilva Genova che in queste ore manifestano la propria rabbia a Genova. L'accordo di programma va rispettato senza sé e senza ma. In collaborazione con i portavoce nazionali M5S, abbiamo lavorato a un emendamento al Milleproroghe sul decreto Salva Ilva che porterà la solidarietà del 70% avanti di un anno ulteriore, da settembre 2016 a settembre 2017. Con coperture assolutamente garantite.
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