La strada per Idomeni - La campagna Welcome Taranto aderisce a #Overthefortress
Cittadini della frontiera
Un paradosso, tra i tanti, ci inquieta particolarmente, in questi giorni e in queste ore. Assistiamo, infatti, ad un’esposizione mediatica delle e dei migranti senza precedenti.
Paradossalmente, però, nella gran parte delle immagini e delle narrazioni provenienti dai territori di transito (o di confinamento), dalla Grecia a Calais, la dimensione soggettiva e singolare di chi è in migrazione è sostanzialmente oscurata. Assistiamo, infatti, ad un’esposizione indistinta di corpi e volti, spesso accompagnata dall’attribuzione di didascalie arbitrarie e illegittime, a cominciare da quella inflazionata di migrante economico.
In questa percezione collettiva risiede la prima ragione per la quale come attiviste e attivisti
della campagna Welcome Taranto abbiamo deciso di aderire alla staffetta #Overthefortress e al viaggio collettivo verso il confine greco macedone, programmato dal 25 al 29 marzo al fine di portare solidarietà concreta e aiuti materiali ai migranti bloccati a Idomeni, punto focale all’interno delle attuali rotte migratorie, e per monitorare e raccontare ciò che avviene nelle aree di transito, lungo le zone di frontiera e nell’ormai immensa jungle.
Avvertiamo l’esigenza politica di immergerci nei racconti, nelle biografie e nei desideri di chi è in fuga e in migrazione, riallacciandoci all’ineliminabile cifra individuale e soggettiva alla base di ogni percorso migratorio, andando oltre le asettiche narrazioni indistinte di corpi, numeri, statistiche e categorie.
Altre ragioni si uniscono e si sovrappongono a quanto detto. Taranto è sede di uno degli hotspot (in via di attivazione) italiani. Abbiamo preso posizione contro la realizzazione di questo centro, in quanto abbiamo la percezione che possa diventare un’arbitraria fabbrica della differenza. Per le stesse ragioni per le quali ci opponiamo alla realizzazione, a Taranto come altrove, di meccanismi politici e giuridici di differenziazione tra i migranti, sentiamo l’esigenza di monitorare ciò che accade, in questa fase, lungo la porzione meridionale della rotta balcanica.
Sono in corso cambiamenti allarmanti: il dibattito e la contrattazione tra Unione Europea e Turchia, tutta giocata sulla pelle di chi migra, è oltremodo inquietante. Registriamo, alla luce della chiusura sistematica delle frontiere europee, un’evidente contrazione dei diritti di tutte e tutti coloro che sono attualmente in transito.
All’interno di questa contrazione diffusa dei diritti, abbiamo la sensazione che una parte dei migranti, quelli che il lessico delle istituzioni europee bolla come economici, possano essere ancora più esposti a respingimenti collettivi e detenzione.
Sentiamo l’esigenza di riaffermare, in Grecia come a Taranto e ovunque, la nostra contrarietà rispetto ad ogni meccanismo di differenziazione arbitraria e di illegalizzazione preventiva, in difesa del diritto di accesso alla richiesta di protezione internazionale come opzione soggettiva ineliminabile...
Campagna Welcome Taranto
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