All'Assemblea nazionale delle donne che si tiene a Pisa sabato e domenica prossime, e che ha al centro soprattutto la mobilitazione per il 25 novembre, partecipa la compagna Fiorella del MFPR di Taranto.
Pubblichiamo stralci dal testo di un opuscolo del Mfpr
fatto tempo fa, che tocca le questioni attuali.
"Viviamo in una fase nel nostro paese in cui avanza ogni giorno un clima da moderno fascismo. Questo per la maggioranza delle donne significa non solo attacchi alle loro condizioni di lavoro e di vita ma anche una politica e un’ideologia sempre più fatta di oppressione, concezioni reazionarie, sessiste, maschiliste, razziste, clerico/fasciste.
Tante donne in questi mesi, anni sono state colpite sul piano dell’occupazione, lavoratrici licenziate, operaie messe in cassa integrazione, precarie sempre più precarizzate (i cui dati vengono ipocritamente usati per dire che aumenta il lavoro per le donne), disoccupate in lotta per il lavoro, donne, dalle braccianti, alle immigrate, alle donne dei servizi, super sfruttate fin quasi a condizioni di moderno schiavismo.
Tutto ciò non ha fatto altro che peggiorare le già pesanti e discriminanti condizioni di lavoro e di salario delle donne, basta guardare alla scala dei paesi europei per vedere come l’Italia si posiziona tra gli ultimi paesi per tasso di occupazione delle donne e per differenze salariali delle donne.
Ma non si tratta solo di un attacco alle condizioni economiche/lavorative delle donne, ma
anche di un continuo attacco ideologico da parte del governo, dello Stato, di un sistema sociale che ci vuole sempre più deboli, subordinate, che ci vuole far tornare indietro, rinchiuderci nel focolare domestico, costrette a vivere dentro le mura della famiglia, attaccando ogni esigenza e volontà di autodeterminazione delle donne, la cosiddetta “sacra famiglia” che tanto viene propagandata.
Ma di quale famiglia parlano in realtà? La famiglia è quella che da un lato serve al sistema come ammortizzatore sociale per scaricare sulle donne tutto il peso del lavoro di cura a fronte del continuo taglio dei servizi sociali pubblici, della sanità, ma dall’altro è anche quella che diviene strumento di controllo della vita delle donne, trasformandosi per questo in luogo di più oppressione che sempre più spesso si traduce in violenza, in una gravissima spirale che vede sempre più donne maltrattate, aggredite, stuprate, uccise dal marito, dal fidanzato, dal compagno ecc.
La violenza sessuale aumenta, ma accade che gli stessi mass media riportano sempre più spesso le notizie come semplici fatti di cronaca, quasi che ormai sia normale che succedano. Mentre si pubblicano grandi titoloni e si fanno lunghi servizi quando lo stupratore/omicida è immigrato. Allora sì che si grida subito all’emergenza della violenza sulle donne, alla necessità di una maggiore repressione, di cacciare i migranti, di potenziare i controlli, scatenando una campagna razzista e xenofoba.
Questo sistema politico, sociale usa le donne per mettere in atto una politica moderno fascista volta al loro controllo morale/repressivo, una sorta di “moderno medioevo”.
Ma se l’attacco contro le donne è complessivo, la lotta, di conseguenza, non può che essere complessiva.
Le donne quando lottano portano nella lotta inevitabilmente tutta la loro condizione di doppia oppressione, non solo il loro essere lavoratrici, precarie, disoccupate ma anche il loro essere mogli, madri; portano una spinta a lottare con più forza e determinazione e questa spinta arricchisce la lotta complessiva dei proletari e delle masse popolari contro questa società capitalista.
Serve un movimento femminista proletario rivoluzionario che scateni la ribellione, la forza delle donne, in primis la maggioranza delle donne proletarie, contro tutti gli aspetti di oppressione, sfruttamento, violenza sessuale di questo sistema sociale.
La lotta delle donne deve essere caratterizzata dall'intreccio dell'istanza femminista con l'aspetto di classe proletario. Le donne proletarie nella lotta contro il doppio sfruttamento e la doppia oppressione devono essere femministe affermando in tutte le questioni il punto di vista e di prospettiva di classe e di genere; le donne femministe devono guardare alla maggioranza delle donne, le più sfruttate e oppresse, che sono le proletarie, le lavoratrici, le precarie, le disoccupate di oggi, assumendo la prospettiva rivoluzionaria nella lotta per la liberazione del genere.
In questo sistema putrescente capitalista le donne non hanno nulla da conservare, ma doppie catene da spezzare, perchè tutta la vita deve cambiare, per una società in cui le donne siano effettivamente libere, il socialismo.
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