Le deposizioni dei sindacalisti
La scorsa settimana è stata però soprattutto contraddistinta dalle
audizione dei sindacati metalmeccanici. Il primo ad essere ascoltato
come testimone, è stato Rocco Palombella, segretario
generale della Uilm. Il quale ha dichiarato di essere a conoscenza della
presenza dei ‘fiduciari’ in Ilva, tanto da averne messo al corrente,
secondo la sua versione dei fatti, insieme ad altri sindacalisti, nel
lontano 2003 (ma in realtà era il 2005) durante un’audizione della
Commissione parlamentare d’inchiesta sugli infortuni sul lavoro,
specificatamente sulle morti bianche, svoltasi in Prefettura a Taranto.
Successivamente è arrivato il turno di Rosario Rappa, per anni
segretario generale della Fiom e responsabile del settore siderurgia,
per diversi anni a Taranto in Ilva, tra il 2009 e il 2012. Anche Rappa
ha confermato di essere a conoscenza della presenza dei ‘fiduciari’ in
Ilva,
dichiarando di sapere dell’esistenza di questo governo ombra, non
però per diretta conoscenza ma tramite i racconti e le denunce dei
lavoratori e delle RSU della Fiom. Successivamente alla testimonianza di
Rappa, cìè stata anche quella di Donato Stefanelli,
segretario della Fiom Cgil di Taranto dal 2012 al 2015, che ha
dichiarato che all’epoca dei fatti vi era un’usanza particolare
utilizzata dalla famiglia Riva: l’elargizione di buoni spesa agli operai
come premio alla diminuzione degli infortuni. Così come venivano
elargiti, sempre secondo Stefanelli, premi a quegli operai che
riuscivano a far ottenere all’azienda degli sconti nelle forniture,
senza che questo fosse oggetto di contrattazione sindacale.
L’interrogatorio di Aldo Ranieri
L’udienza dello scorso 31 gennaio, ha visto protagonista il lavoratore Aldo Ranieri,
ex sindacalista della Fiom e componente del comitato ‘Cittadini e
Lavoratori Liberi e Pensanti’, dopo le dichiarazioni rese
nell’interrogatorio del 5 ottobre 2015 al Nucleo di polizia tributaria.
Ranieri, che è stato interrogato per più tempo dai legali della
difesa che dai pm dell’accusa, si è a lungo soffermato sul fenomeno
degli slopping (le tristemente famose nuvole rosse che
fuoriescono ancora oggi dalle due acciaierie presenti nell’area a
caldo). Secondo la deposizione del lavoratore nel 2006, anno record
della produzione dell’Ilva nella gestione dei Riva con 10,2 milioni di
tonnellate di acciaio prodotte, entrambe le acciaierie lavoravano con
tre convertitori a pieno regime e quattro altiforni in funzione. La
produzione nelle acciaierie, ha dichiarato il Ranieri, viaggiava a ritmi
impressionati: ogni 30 secondi una colata di ghisa dalla siviera nei
convertitori invece dei normali tre minuti di tempo che si utilizzano
per svolgere un’operazione del genere. Il tutto a favore ovviamente
della produzione. Lo slopping, ha spiegato Ranieri scendendo nei
particolari, si verificavano perché i convertitori non veniva girato in
direzione della cappa utilizzata per aspirare i fumi, durante la fase di
soffiaggio dell’ossigeno all’interno del convertitore che genera ‘il
fumo rossastro’. Se tutto fosse stato svolto nei tempi previsti, ha
assicurato Ranieri, questi fenomeni si sarebbero potuti evitare. Ranieri
ha anche parlato della cattiva gestione delle acque reflue, a volte
utilizzate per bagnare le strade o i cumuli di materiale stoccati sulle
banchine del porto in concessione ad Ilva. Il lavoratore ha infine
citato un evento del 2013, sul quale sporse denuncia presso l’ospedale
Testa, denunciando come in assenza dei camion delle ditte che si
occupavano della gestione e smaltimento dei rifiuti, tutto il materiale
di scarto veniva ‘nascosto’ dentro i nastri trasportatori (che hanno una
larghezza e un’altezza di tre metri per tre). Caso ‘strano’, il giorno
dopo la denuncia iniziarono le operazioni di liberazione dei nastri.
Infine, anche Ranieri è stato ascoltato sul ruolo dei ‘fiduciari’.
Secondo il lavoratore tarantino, tutti e 14mila lavoratori dell’Ilva
conoscevano perfettamente nomi e ruoli del ‘governo ombra’. Che negli
anni si era anche conquistato un soprannome, da parte dei lavoratori: la
chiamavano ‘la proprietà’ ha dichiarato in aula Ranieri. Che ha
confermato come i vari Ceriani, Rebaioli, Bessone e Legnani fossero al
di sopra di tutto e tutti, anche dei capo reparti e dei capo area che si
rimettevano alle loro decisioni.
6-7 febbraio si torna nuovamente in aula, con le deposizioni di altri 8 testimoni sempre sul ruolo dei ‘fiduciari‘. Poi il 20 e il 21 febbraio prossimi, sarà invece la volta dell’audizione dei medici epidemiologi che redassero la perizia epidemiologica disposta dal gip Todisco nell’ambito dell’incidente probatorio.
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