- Operai però stiano sicuri - saranno esuberati, i loro diritti e salari saranno tagliati - sicurezza e salute saranno a livello 'indiano' appunto
- Masse popolari stiano altrettanto sicure - le bonifiche ci vorranno secoli, salute e inquinamento
- piano, piano si continuerà a morire ed ammalarsi
- C'è una altra via per scongiurare tutto questo - ma a sostenerla siamo solo noi dello Slai cobas per il sindacato di classe - la lotta in fabbrica e in città, uniti, autonomi e con una piattaforma reale a difesa degli interessi di classe degli operai e degli interessi delle masse popolari
- Gli altri sono al carro di istituzioni, ricorsi, sindacati complici, e nuovi parlamentari
Vendita Ilva, serrata trattativa tra l’Ue e ArcelorMittal. Cessioni anche in Romania e Repubblica Ceca? di Gianmario Leone - corriere di tarantoAll’indomani della decisione della Commissione Ue sulla Concorrenza di rinviare al mese di aprile la decisione finale sull’acquisizione degli asset industriali del gruppo Ilva da parte di ArcelorMittal, sono emerse alcune indiscrezioni sulla vicenda. Secondo quanto appreso da Siderweb infatti, tra i siti che ArcelorMittal potrebbe essere costretto a cedere al fine di ricevere l’atteso nulla osta, vi sarebbero quello rumeno di Galati e le divisioni piani di Ostrava (Repubblica Ceca).leggi anche http://www.corriereditaranto.it/2018/03/15/vendita-ilva-arcelormittal-presenta-documento-allantitrust-europeo-che-rinvia-ad-aprile-decisione-finale/)La trattativa, sempre secondo indiscrezioni rivelate da fonti vicino al dossier Ilva, sarebbe ancora in corso: tuttavia però, il ‘costo’ imposto dall’Antitrust europeo per portare a conclusione l’intera operazione Ilva, potrebbe alla fine risultare molto più salato di quanto messo in preventivo all’inizio della gara dello scorso anno, per il colosso franco-indiano.Per il sito di Galati ad esempio, riporta Siderweb, specializzato nella produzione di lamiere da treno, coils a freddo e a caldo e zincati, ArcelorMittal ha annunciato appena lo scorso 5 marzo un investimento da 10 milioni di euro per l’ammodernamento della colata continua numero quattro, l’ultimo di numerosi investimenti su impianti ed efficienza fatti negli ultimi anni. Discorso simile anche vale anche per il sito ceco di Ostrava, dove è stato investito molto in termini di risanamento degli impianti; nel sito oltre alle produzione di piani a caldo vi sono anche produzioni di lunghi che dovrebbero però restare estranee alla dismissione.Queste due cessioni, è bene ricordarlo, andrebbero sommarsi agli altri ‘aggiustamenti’ chiesti nel corso della trattativa Ue resi noti nei mesi scorsi, anche se non ancora ufficializzati in via definitiva, come l’uscita di Marcegaglia dalla cordata AmInvestCo e la vendita del sito di Piombino al gruppo Arvedi.La trattativa quindi procede ed è aperta ad ogni tipo di soluzione, e quasi certamente lo sarà per almeno altri due mesi: per questo anche gli esperti di Siderweb non escludono che il braccio di ferro tra ArcelorMittal e la Commissione europea per la Concorrenza, possa alla fine comportare uno scenario molto diverso rispetto a quanto emerso finora, in merito all’acquisizione del gruppo ilva
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